Dopo il grande successo registrato nel week end d’apertura seguito al taglio del nastro dell’atteso riallestimento, cerimonia cui ha preso parte il direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, storico dell’arte già ministro per i Beni Culturali e Ambientali e soprintendente per il Polo Museale Fiorentino; la pinacoteca civica “Padre Tacchi Venturi” di San Severino Marche apre le porte al pubblico per il ponte di Pasqua con orari straordinari.La raccolta, che custodisce preziose opere fra cui un capolavoro del Pinturicchio, sarà visitabile tutti i giorni - Lunedì dell’Angelo compreso -, dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 15 alle 18. L’assessorato allo Sviluppo Culturale del Comune fa inoltre sapere che anche il Museo Archeologico sarà visitabile gli stessi giorni negli stessi orari. Aperture e visite guidate su prenotazione sono possibili anche per scoprire le bellezze custodite nella Galleria d’Arte Moderna, nel piano nobile del Municipio. In questo caso ci si può rivolgere alla Pro Loco, in piazza Del Popolo, oppure al numero di telefono 0733638414. La Pinacoteca civica “Padre Tacchi Venturi”, oltre al nuovo riallestimento presenta in esclusiva, in questo periodo, il percorso dedicato all’arte del Barocco allestito in alcune nuove stanze che sono state appena aperte al pubblico. Si tratta di una sezione che getta nuova luce sull’arte fra il ‘600 e il ‘700 proponendo delle nuove acquisizioni critiche e nuovi restauri. Si tratta di una sessione messa insieme grazie ai prestiti concessi dall’Arcidiocesi di Camerino – San Severino Marche e dall’arcivescovo mons. Francesco Giovanni Brugnaro. “Siamo grati a monsignor Brugnaro – sottolinea l’assessore comunale allo Sviluppo Culturale, Simona Gregori – perché tanti turisti, sull’onda del successo e della promozione della mostra dedicata al Barocco nelle Marche che abbiamo ospitato in città e che ha registrato 30mila presenze in pochi mesi, arrivavano qui da noi e chiedevano di poter visionare opere di questo particolare periodo che fu fecondo artisticamente in tutto il territorio settempedano. Adesso anche a queste richieste possiamo dare una risposta sorprendente”.Intanto la città di San Severino, “Capitale dell’arte”, continua ad essere al centro dell’attenzione anche dei media nazionali. La sezione del sito Repubblica.it dedicata ai viaggi, consiglia un itinerario in un articolo dal titolo “Pasqua tra Marche e Umbria. L’Italia che non ti aspetti” proponendo la visita al santuario di Santa Maria del Glorioso “chiesa riccamente dipinta. Qui, secondo la tradizione, la Madonna Addolorata pianse miracolosamente nel 1519 e, la domenica più vicina alla data della ricorrenza e cioè il 22 aprile, ancora oggi si svolge una celebrazione liturgica dell’evento”. L’emittente televisiva Video Tolentino Canale 14 trasmetterà una serie di speciali dedicati alla cerimonia di riapertura della Pinacoteca che verranno trasmessi giovedì 24 marzo alle ore 21, sabato 26 marzo alle ore 12:20, domenica 27 marzo alle ore 13:30 e lunedì 28 marzo alle ore 14:30. Le riprese integrali della intera cerimonia svoltasi alla presenza del direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, storico dell’arte già ministro per i Beni Culturali e Ambientali e soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, verranno messe in onda sabato 26 marzo alle ore 15 e domenica 27 marzo alle ore 19. (nella foto il direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, in visita alla Pinacoteca civica settempedana)
Tre membri del Comitato per la difesa dell'ospedale Bartolomeo Eustachio di San Severino sono stati ricevuti ieri pomeriggio a Montecitorio dal sottosegretario al Ministero della Salute. Simona Barbini si era adoperata per ottenere questo appuntamento che l'ha vista faccia a faccia con l'onorevole Vito de Filippo insieme a Marco Massei, vicepresidente del comitato e al segretario Mario Chirielli. “Ci ha davvero ascoltati, e questo per me è già molto importante” ha dichiarato la Barbini. L'onorevole Vito de FilippoIncontro molto positivo anche per l'avvocato Massei, che lo ha vissuto come un momento di forte vicinanza da parte delle istituzioni: “essere ricevuti da un viceministro non è cosa da poco – ha affermato Massei – visto poi quanti altri politici, a livello regionale, non hanno mai risposto alle nostre richieste di incontro. Ci ha ascoltato con attenzione, ed ha compreso le nostre ragioni. Anzi, ci è sembrato anche molto meravigliato della chiusura del punto nascita di San Severino, infatti è stato proprio lui a chiederci come mai il reparto è stato chiuso. Per lui la nostra è una situazione che merita attenzione, ci ha promesso che si interesserà del caso e cercherà di parlarne col presidente della Regione Luca Ceriscioli, pur precisando come questa sia una materia regionale”.Un segnale favorevole da Roma per il comitato, dunque, che con l'incontro di ieri fa un passo in avanti nella sua lotta. Intanto anche il Presidente del Consiglio Renzi torna ad interessarsi della situazione di San Severino, con una nuova missiva a Roberto Pioli.
Ancora una mail dal presidente del Consiglio Matteo Renzi a Roberto Pioli, il giovane settempedano che da tempo si sta battendo contro la riforma della sanità regionale.Già nelle scorse settimane, Renzi tramite il suo staff aveva risposto a una mail di Pioli sottolineando che "le scelte di razionalizzazione, necessarie in tutto il Paese, chiedono ai cittadini dei sacrifici che non sempre è possibile evitare" e invitando comunque ad aggiornarlo sulla situazione.Con la nuova missiva, il presidente Renzi chiede proprio di sapere "come va? Ci sono novità?", mostrando interesse verso le problematiche sollevate da Pioli e non escludendo, malgrado l'agenda piena di impegni, anche una visita di persona a San Severino.
Anche a Tolentino, per via del maltempo di queste ultime ore e delle copiose piogge, si sono registrati alcuni piccoli inconvenienti sulle strade esterne che collegano le contrade con il centro urbano. L’Ufficio tecnico e il Servizio manutenzioni del Comune hanno lavorato sin dalle prime ore del mattino per ridurre alcuni piccoli smottamenti che si sono registrati su alcune zone rurali. Quelli più importanti hanno interessato le contrade S. Martino e S. Andrea e la strada Cotojani ma comunque, in nessun caso, è stato interrotto il traffico veicolare.Infatti, a causa della grande quantità d’acqua presente sulla sede stradale di alcune carreggiate, gli automobilisti hanno dovuto prestare attenzione e ridurre la velocità. In ogni caso non sono stati registrati problemi particolari o incidenti.Sorvegliati speciali, come sempre in questi casi di allerta meteo e di precipitazioni abbondanti, il lago delle Grazie le cui paratie hanno cadenzato la gran quantità d’acqua transitata nel bacino attraverso il fiume e i diversi torrenti che vi confluiscono e il Chienti le cui sponde sono state monitorate continuamente e che non hanno creato problemi o tracimazioni, anche grazie ai recenti lavori per la messa in sicurezza dei tratti più a rischio. Diversi gli interventi per disostruire i tombini e le caditoie otturate a causa dei materiali trascinati dalle piogge.Anche a San Severino Marche il maltempo ha provocato inevitabili disagi e rallentamento del traffico ma la situazione risulta sotto controllo.Impressionanti le immagini del Ponte di Sant'Antonio.
Mancano pochi giorni per la chiusura della raccolta fondi avviata dall’associazione Pro Elcito per salvare la memoria di uno dei luoghi più belli e straordinari d’Italia.L’Amministrazione comunale di San Severino Marche, che ha deciso di partecipare e sostenere l’iniziativa, torna a chiedere l’aiuto di tutti perché si possa realizzare il progetto di alcuni giovani del posto che stanno raccogliendo, attraverso il crowfounding, quanto necessario per realizzare e distribuire un dvd multimediale che contiene la storia di alcuni abitanti nati e vissuti in questo borgo che sorge su di uno sperone di roccia e dal quale si possono magicamente toccare il cielo e le stelle con un dito. Il dvd riprende un documentario girato dal regista e antropologo recanatese Giorgio Cingolani che nell’inverno del 2003 ha vissuto qualche settimana con gli ultimi sei residenti ad Elcito. Nella versione rimontata con le musiche di Mauro Rosati, disponibile anche in versione sottotitolata in inglese, sono stati inseriti dei contenuti extra particolarmente interessanti con fotografie e filmati inediti risalenti agli anni '60 e '70 del Novecento.“Per procedere alla realizzazione di una prima tiratura di copie – spiega chi sta lavorando a questa iniziativa - abbiamo deciso di aprire una sottoscrizione di crowdfounding che prevede la possibilità di contribuire con una quota libera o acquistare il Dvd con una donazione che abbiamo fatto scendere a 15 euro. Una volta realizzato il documentario sarà distribuito online, presso Elcito e in esercizi delle Marche”. Chi volesse partecipare al crowfounding può andare all’indirizzo internet https://www.produzionidalbasso.com/projects/9677/support
Un altro lutto, a pochi giorni di distanza dalla scomparsa di Claudio Allegretto, ha colpito un'altra nota famiglia settempedana.Nella serata di ieri infatti all'ospedale di Pesaro si è spento Daniele Bonci ad appena 42 anni.Daniele, malato di leucemia da qualche mese, si trovava a Pesaro dove aveva ricevuto il trapianto di midollo osseo dalla sorella Melania. Ma purtroppo, malgrado tutti i tentativi, non c'è stato nulla da fare.La famiglia Bonci è molto conosciuta in città. Dagli anni '60, di generazione in generazione, i Bonci sono titolari di una rinomata azienda che produce impianti di riscaldamento.I funerali si svolgeranno domani, mercoledì 23 marzo, alle 15 presso la chiesa di Taccoli.
L'arte fa capolino all'Itt "Divini" di San Severino Marche per il concorso nazionale “Adotta Scienze ed Arte nella tua classe” ed è Simone Giamberini del 5° Chimici il vincitore assoluto.La manifestazione conclusiva si è tenuta nei giorni scorsi a Sesto Fiorentino (FI), presso l’Iiss “E. Calamandrei” e ha raggiunto il podio anche Xhesika Selita (II B), giunta al terzo posto. Il concorso è consistito nella produzione, da parte di ciascuno studente, di un originale elaborato grafico accompagnato da un personale commento, ispirato da aforismi e frasi famose sulla scienza, sulle sue scoperte, sul suo legame con l’arte, sul suo essere sempre intorno a noi.Del "Divini", che ha accolto la proposta del concorso attraverso i docenti Lorenza Battistini, Fabrizia Amabili e Simone Cartuccia, ben quattro studenti sono risultati finalisti, dopo la selezione avvenuta attraverso il gradimento on-line e il giudizio di una giuria di esperti: oltre ai vincitori, anche Samuela Mochi e Luca Sorichetti (entrambi 5° Chimici).La graduatoria è stata decisa nel corso della manifestazione finale, in cui gli studenti si sono impegnati ad illustrare e “difendere” la propria opera davanti ad un pubblico molto numeroso proveniente da tutta Italia. Presenti anche altri studenti della II B, partecipanti al concorso, e la finalista Sophia Trivellini, ex studentessa dell’ Itcg “G.Antinori” ed attualmente iscritta al “Divini”. A sottolineare il tema scientifico di tutto il concorso, il seminario divulgativo sulle “onde gravitazionali” (tenuto da Diego Passuello, Fisico e Dirigente di ricerca), a cui hanno assistito tutti presenti.
Vittorio Sgarbi è stato riammesso in servizio nei ruoli della sovrintendenza in seguito alle dimissioni, mai formalizzate, nel settembre 2014 per evitare una procedura di licenziamento minacciata dal Ministero per via di una controversia legata alla sua aspettativa in qualità di ispettore della Soprintendenza di Venezia, incarico ricoperto dal 1974 (e dal 1989/1990 in poi in aspettativa senza assegni per mandato elettorale).Il Tribunale di Venezia ha accolto il ricorso degli avvocati Giampaolo Cicconi e Claudio Baleani di Macerata, difensori dello storico e critico d'arte. La decisione è arrivata della sezione del lavoro del Tribunale di Venezia. Il Presidente dottor Luigi Perina ha dichiarato la «invalidità delle dimissioni, siccome irrituali», e la «inapplicabilità del decreto ministeriale di cessazione del rapporto di lavoro tra le parti», condannando, il Ministero a riammettere in servizio Sgarbi.Questa la lettera scritta nel settembre 2014 da Sgarbi a Franceschini:«Caro Ministro, non avrei mai pensato di arrivare a questo giorno. Sono stato, con convinzione e determinazione in atti, prima ispettore, poi direttore, poi soprintendente speciale del nostro ministero. Ne ho anche, con i poli museali, riformato le strutture. E non mi è ancora stato revocato l’incarico di consigliere del ministro, che ho esercitato anche con te. In questi anni ho combattuto battaglie memorabili per la tutela del paesaggio e del patrimonio artistico, affiancando, consigliando e difendendo funzionari meritevoli di sostegno e contrastando pigri e ignavi. Mi sono sentito sempre parte di quel ministero che da giovane ho visto nascere, mantenendomi, tra mille altri incarichi e mandati, in aspettativa senza assegni e ho rinunciato a tutte le opportunità di andare in quiescenza con relativo stipendio. Per restare simbolicamente in servizio, ho rinunciato a vent’anni di pensione. Ora, mentre attendevo la nomina ad assessore alla cultura di Urbino, ho con qualche logica evitato di presentarmi al mio ufficio per comunicare che non avrei ripreso servizio attivo continuando la mia aspettativa senza assegni, disponibile, come ho sempre fatto anche con il nucleo tutela patrimonio artistico dei Carabinieri che oggi ha completamente perduto la sua efficienza, a prestare la mia collaborazione a titolo gratuito, una commissione ministeriale applica sanzioni alla mia inottemperanza non onerosa, meditando il mio licenziamento di assenza senza frutto. Trovo così stridente e offensivo questo atteggiamento che, per non subire l’insulto di un tale assurdo provvedimento, sono costretto a dimettermi, a malincuore, piegato da un formalismo burocratico che ignora anche i suggerimenti e i contributi che tu stesso hai accolto».(Nella foto Vittorio Sgarbi e l'avvocato Giampaolo Cicconi)
Ieri pomeriggio tre donne di Jesi (60, 50 e 31 anni), tutte note alle forze dell’ordine, mentre con la loro utilitaria si aggiravano nel territorio di Castelraimondo, sono state notate dai Carabinieri della locale Stazione.I militari, sospettando che le tre potessero commettere furti, le hanno tenute sotto controllo fino a che non hanno imboccato la provinciale dirigendosi verso San Severino Marche. Nel frattempo hanno allertato i colleghi di SanSeverino che sono messi sulle tracce delle donne. Quando queste sono arrivate in località Ponte S.Antonio, i sospetti si sono rivelati più che fondati.Infatti, lungo la strada c'erano diverse auto in sosta, all’altezza delle quali le tre si sono fermate e dalla loro utilitaria sono scese in due: una si è messa a fare da palo, mentre l’altra passava vicino alle auto in sosta guardando all’interno. Ad un certo punto quest’ultima ha aperto prima uno sportello e poi il portellone posteriore di una Citroen (l’unica non chiusa a chiave), frugando all’interno velocemente. Con la complice è risalita quindi velocemente sulla loro auto e sono ripartite, ma sono state poco dopo bloccate dai Carabinieri di San Severino e Castelraimondo. Dal successivo controllo, dall’interno della Citroen presa di mira dalle donne non risultava mancare nulla (anche perché non c’era nulla da rubare), sebbene avessero cercato oggetti o soldi. Le tre sono state denunciate per tentato furto e saranno proposte per l’applicazione del foglio di via obbligatorio dal comune di S.Severino Marche.
“Buona festa papà, no Cirinnà”, questo recita lo striscione firmato da Forza Nuova affisso questa mattina da alcuni militanti a San Severino Marche nei pressi della stazione ferroviaria. Il movimento rivendica con un breve comunicato stampa l’azione. “Siamo giunti al punto in cui anche affermare cose ovvie diventa un atto rivoluzionario contro la dilagante follia gender - si legge nella nota - oggi il semplice pronunciare la frase “auguri papà potrebbe far innervosire chi, in preda al delirio, vorrebbe introdurre termini grotteschi come “genitore1” e “genitore2”. Vediamo ogni giorno persone, probabilmente bisognose di cure psichiatriche, che vanno affermando nei salotti televisivi e addirittura nelle aule del Parlamento che madre e padre sono semplicemente degli stereotipi, dei meri preconcetti morali quando invece questi stupendi termini racchiudono l’essenza della natura umana e della vita. Incredibile che qualcuno debba difendere istituzioni inviolabili e virtuose che hanno edificato la civiltà che oggi conosciamo, come il matrimonio che per natura non può che essere tra uomo e donna. Ancora più incredibile che qualcuno debba difendere il sacrosanto diritto di un bambino ad avere un padre ed una madre, senza che venga considerato come un articolo da supermercato che arricchisca le multinazionali con l’aberrante pratica dell’utero in affitto, la più moderna opera di sfruttamento da parte di ricche coppie gay. Forza Nuova - prosegue la nota - si opporrà con tutti i mezzi e in ogni sede a questa follia dilagante che insidia le fondamenta della società precipitandola in tempi tanto bui da non essersi conosciuti neppure nell’età della pietra. Per questo oggi gridiamo “auguri papà”, un augurio sincero a tutti i padri di famiglia che lottano ogni giorno per far trovare il pane sulle tavole delle proprie famiglie - conclude il comunicato - a dispetto della politica che vorrebbe elevare a fondamento del diritto comportamenti deviati di pochissimi, invece di occuparsi dei problemi reali della Nazione”.
Una donna, una manager che si mette in discussione per la sua comunità. Così si è presentata Rosa Piermattei, ieri sera al Teatro Italia di San Severino Marche, cominciando proprio dalla sua biografia.Nata a San Severino, dopo aver frequentato il Liceo Linguistico a Castello si trasferisce in Inghilterra, frequenta dei master di livello internazionale ed attualmente è iscritta alla Columbia University. In campo lavorativo invece da ben 17 anni è dirigente responsabile del settore abbigliamento dei marchi Tod's, Hogan e Fay. “Quando me ne sono andata per la prima volta da San Severino – ha raccontato la Piermattei – per un giorno intero me ne sono stata a guardare la piazza, per imprimerla nella mente. E lì è rimasta per tutti questi anni. Ora che torno a San Severino molto spesso per andare da mia mamma, lo trovo molto spento e a me fa male”.Una spinta partita dal cuore quella che l'ha portata a decidere di mettersi in gioco, volendo creare una lista apartitica, per mettersi totalmente a disposizione per la comunità.“Vorrei vedere una comunità attiva – ha confessato ad una sala stracolma – vorrei persone presenti ed orgogliose di vivere a San Severino. Dimentichiamo ciò che è passato, ricominciamo come una città unita. I giovani devono partire se lo vogliono, andare all'estero, imparare tanto e poi tornare, come ho fatto io, per portare le loro conoscenze, le loro esperienze alla città”.Altruismo, generosità ed impegno i punti cardine del discorso di questa settempedana che, anche se sconosciuta ai più, è riuscita a catturare l'attenzione dell'intero teatro rimasto sempre in un silenzio attento, ma ha anche generato qualche perplessità, come quelle mostrate da Mauro Bompadre, attivista 5 stelle: “Sono un po' perplesso riguardo l'idea di gestione manageriale della politica, che storicamente non ha portato buoni frutti. Inoltre il sindaco part-time secondo me ora come ora non funziona”. Dubbi quelli di Bompadre alla quale la Piermattei non ha esitato a rispondere spiegando come “per me gestione manageriale significa lavorare per obiettivi, insieme al gruppo ed insieme alla comunità. Non avendo nessuno dietro che ci impone qualcosa dobbiamo solamente ascoltare la comunità. Io sarò sempre disponibile ogniqualvolta la comunità ne avrà bisogno”.Roberto Pioli si è invece preoccupato dei progetti per i giovani, “io sono stata una fortunata che ha lavorato tanto per arrivare a realizzare il suo sogno, ma ho avuto tanti che mi hanno insegnato. Ho avuto la fortuna di trovare persone disponibili, e la stessa disponibilità la voglio riversare sulla comunità e soprattutto sui giovani”.Applausi sinceri hanno più volte scandito la presentazione di Rosa Piermattei, insieme ai complimenti sia di chi già la conosceva, sia di chi invece era venuto a conoscere la “donna del momento”.
Dal gruppo consiliare "Una città da vivere" di San Severino riceviamo:Il Sindaco Martini e la sua amministrazione hanno di nuovo fatto il solito pasticcio. Questa volta a farne le spese sono i residenti di Ugliano che si sono visti effettuare nel territorio interventi, non in linea con gli intendimenti della stessa amministrazione.La questione sta suscitando molto clamore in Città, non solo per la iniziativa proposta, quanto soprattutto per la confusione generata da Martini e dai suoi uomini. In questa fase pre-elettorale, ma anche prima, il sindaco era solito impegnarsi a prescindere, così come affermano gli stessi istanti, società Boscorosso e Agricola Rocchetta facenti capo all’ing. Ranzuglia.È chiaro che tale questione, oltre che rilevante nel merito ha avuto una deflagrazione inaspettata nella forma, quando l’istante invia una lettera nella quale fa precise affermazioni in “un clima di massima trasparenza e collaborazione con tutti gli enti coinvolti nei procedimenti di autorizzazione, sono state preventivamente fatte delle verifiche informali sulla praticabilità del progetto (Sindaco del Comune di San Severino Marche …)”.A parere degli scrivente questo appare quanto mai singolare, soprattutto in questa vicenda che ripercorre con molta precisione quanto avvenuto, per una questione analoga circa 4 anni fa.La questione Ugliano, la questione irrimediabile del reparto materno-infantile, la prossima problematica del reparto pediatrico, impattano in modo pesantissimo sulla Città pregiudicandone irrimediabilmente i suoi sviluppi. Quanto accaduto non soltanto appare frutto una evidente disattenzione ma è anche foriero di dubbi e perplessità, per questo si è inteso portare l’intera questione in Consiglio Comunale con una interrogazione per ribadire la nostra posizione con forza e per fare luce su ombre potenzialmente pericolose.I consiglieri Gilberto Chiodi, Fabio Eusebi, Gabriela Lampa, Giacomo Rastelletti, Romina Cherubini
Un cartello di protesta apre la riunione indetta dal dottor Alessandro Maccioni, direttore dell'Area Vasta 3, nell'aula Sisto V di San Severino Marche per informare le mamme sulle modifiche apportate all'ospedale dalla riforma.“Dobbiamo ascoltare liberandoci dalle angosce, e cominciare con queste proteste non aiuta. Io credo in pieno in questa riforma – ha aggiunto Maccioni – ed è falsa la leggenda metropolitana sulla non messa a norma del punto nascita dell'ospedale di Macerata. I lavori che sono stati appaltati a fine anno servono ad ottimizzare l'ospedale e a renderlo più moderno. A Civitanova, inoltre, il reparto è altrettanto efficiente”. A difendere il reparto di Macerata ci ha pensato anche il dottor Perri, il quale ha detto come è stato modificato il reparto: “Da dicembre 2015 la ginecologia è stata spostata in area chirurgica urologica acquistando di fatto 8 posti letto. E' stata realizzata una sala parto in più, un'altra è dotata di due postazioni e così arriviamo ad avere le 3 sale parto richieste dall'accordo Stato-Regione. Inoltre, sempre come richiesto dall'accordo, la sala operatoria del blocco parto viene ora solo utilizzata per ostetricia”.Il dottor Micucci ha inoltre rassicurato le mamme sull'operatività del reparto di ostetricia e ginecologia di Civitanova: “Siamo operativi ed in contatto con San Severino, c'è un clima di collaborazione col personale basato sulla comunicazione. Abbiamo una serie di progetti da fare insieme.” “Anche a Macerata siamo pronti ad accogliere le partorienti che vorranno scegliere il nostro ospedale per partorire – ha aggiunto il dottor Farotti – Vi ricordiamo inoltre che siamo il primo punto nascita della provincia da 5 anni”.A parlare poi è stato il dottor Mantovani: “ Questo è per me un momento di commiato, visto che a maggio compirò i miei primi 70 anni e sarò costretto ad andare in pensione. Sono qui comunque a dare il mio aiuto a far diventare la situazione più omogenea. In pratica si sposta solo il posto dove partorire anche se bisogna ammettere che i territori non sono agevoli da percorrere. L'unità operativa di San Severino così è smembrata, ma ricordiamoci che ci sono altri reparti pronti ad accoglierci.” E' stata inoltre aperta una parentesi sulla novità del parto indolore, già anticipata questi giorni da Maccioni e che in questa sede è stata spiegata dalla dottoressa Corsi, primario dell'U.O. di anestesia e rianimazione di Civitanova: “Quello sulla partoanalgesia è un capitolo delicato: vogliamo creare un rapporto anestesista/paziente diverso, che accompagni la donna per tutta la durata della gravidanza. Ci stiamo organizzando per farlo divenrtare un servizio H24. L'Area Vasta 3 sarà forse la prima a garantire la partoanalgesia a tutti, ma ci vogliono le risorse, per questo stiamo lavorando con un gruppo di lavoro per attuarlo”.“Dove si vive, non dove si muore”: questo è stato il grido di un cittadino, l'avvocato Rossi, che ha squarciato il silenzio di una sala attenta e attonita. “Avete contravvenuto l'accordo Stato/Regioni, se succede qualcosa sarete tutti responsabili. Non si gioca con la salute dei neonati! Avete tradito tutti!” Intervento questo che ha dato il via ad una discussione più che accesa, alla quale ha preso parte anche l'avvocato Massei, vice presidente del comitato per la difesa dell'ospedale: “ Prendo atto che siete venuti, ma dovevate farlo molto prima. Apprendo ora che l'ospedale di Macerata è a norma, anche se persino il sindaco Carancini ha affermato il contrario. Comunque vi confermo che non avete vinto niente, nel merito la partita è ancora aperta! Inoltre ditemi, cosa succederebbe se nel merito dovessimo avere ragione?” “Nel caso dovremo vedere la risposta del Tar” ha risposto Maccioni.Un'altra voce ha poi scosso tutti gli animi: le urla di una mamma che non si dà pace, che chiedeva come deve fare una mamma che ha un figlio con problematiche gravi, magari durante la notte, senza un pediatra vicino. Ma neanche le lacrime di questa mamma hanno ottenuto una risposta chiara, ma solamente un: “non ci possiamo più permettere l'ospedale sotto casa” bloccato dalle grida della folla. “Esiste comunque un percorso di emergenza-urgenza, che prevede punti di primo intervento, Potes e 118. “L'emergenza va garantita dappertutto” ha confermato la dottoressa Corsi.“Martedì avrò una nuova riunione in Asur – ha concluso Maccioni – e lì vedrò se si intende andare incontro alle istanze della comunità. La chiusura del punto nascita, comunque, ci permetterà di dar corso alla week-surgery e di avere una U.O. complessa di oculistica solo a San Severino. Se serve, poi, amplieremo la pediatria. Stiamo applicando al meglio le riforme.”A chiudere la riunione è stato l'intervento del sindaco Martini: “La chiusura del punto nascita è una ferita. Io mi farò incarico di insistere anche se non mi sembra il caso, visto che siamo fuori tempo, per questo invito anche l'avvocato Massei a soprassedere. Quello che chiedo al dottor Maccioni è di fare il processo inverso: lasciare a pieno regime la pediatria e poi, tra tre mesi, vedere se è necessario ridurre il servizio.”Dichiarazioni queste ultime che non hanno placato gli animi dei convenuti alla riunione, che con toni accesi hanno fatto sentire la loro voce, hanno urlato il loro dissenso e chiesto più volte delle spiegazioni. Stasera le mamme sono sicuramente più informate di prima, ma non molto più tranquille rispetto a stamattina.
La chiusura del punto nascita di San Severino e di conseguenza la riduzione notevole dei servizi sia di ostetricia che di pediatria che i settempedani si sono trovati in questi giorni ad affrontare, non senza grandi difficoltà, lascia tutta la popolazione della città e del territorio montano in un notevole stato d'ansia. Gli operatori del reparto, mamme e future mamme brancolano nel buio, sapendo solo che per qualunque problema che necessiti un ricovero devono recarsi a Macerata. Un ospedale, quest'ultimo, sul quale aleggiano però molti dubbi riguardanti la sua conformità alle norme vigenti e soprattutto la sua sicurezza.Vero è che il Presidente della Regione Luca Ceriscioli durante l'incontro privato coi membri del Comitato per la difesa e la tutela dell'ospedale Bartolomeo Eustachio del 10 marzo a Tolentino ha più volte ha ribadito come il reparto sia a norma ed i lavori che saranno eseguiti su questa struttura altro non sono che operazioni routinarie di ristrutturazione, come accade per ogni ospedale.Ragionamento quest'ultimo che non dissipa la fitta nebbia di dubbi di chi non riesce a togliersi dalla testa che l'ospedale non è a norma. E a leggere i documenti ufficiali, in effetti, le perplessità aumentano. Se si prende ad esempio la Determina Asur 361 del 18/5/2015, in cui sono elencate le motivazioni della gara di appalto per la riorganizzazione e ristrutturazione del punto nascite di Macerata, si legge che: “ i suddetti lavori corrispondono all'esigenza di adeguare il reparto alle normative e contestualmente ottenere l'autorizzazione delle specifiche funzioni sanitarie”. Allegata alla stessa determina c'è una Relazione sanitaria firmata dal dott. Paolo Francesco Perri e dalla dottoressa Maria Rita Mazzoccanti i quali affermano che “la sala parto e la sala di chirurgia ginecologica non sono a norma secondo le indicazioni ISPELS. Gli spazi delle degenze sono ristretti e obsoleti, assolutamente insufficienti ad accogliere l'aumento di attività che comporterebbe la chiusura di uno dei tre punti nascita di AV3”. A questo punto la non conformità del reparto alle norme vigenti non si può considerare solamente una vox populi.A tutto ciò si aggiunga anche che il 31/12/2015 con la determina DG n. 940 l'Asur ha aggiudicato definitivamente i lavori di ristrutturazione e riorganizzazione del Punto nascita dell'ospedale di Macerata per €984.000,00. La domanda sorge spontanea: può un ospedale dichiarato a norma dal presidente Ceriscioli necessitare quasi di 1 milione di euro solo per ristrutturazioni di routine? E per quali motivi dei dottori che lavorano e si occupano quotidianamente del reparto si sono sentiti in dovere di chiedere dei lavori e di firmare questi documenti, se in realtà tutto è a norma?Leggendo il documento a difesa dell'ospedale di Macerata depositato al Tribunale Amministrativo il 16 febbraio 2016 si nota come, tra le dotazioni del reparto di Macerata, si possono contare tra le altre “2 sale parto, una vasca per il parto in acqua e una sala operatoria”. Dotazione che comunque, stando alla deliberazione di Giunta Regionale 1088 del 2011 che recepisce l'accordo Stato-Regioni, non è sufficiente: i reparti che accolgono più di 1200 parti - come Macerata per l'appunto - necessitano di 3 sale parto-travaglio, una sala operatoria più una sala operatoria di emergenza”.Da notare inoltre come anche il sindaco di Macerata Romano Carancini nel consiglio comunale del 21 febbraio 2016 abbia affermato che “l'ospedale di Macerata è dichiaratamente ed unanimemente riconosciuto non a norma ed ha bisogno di almeno 2 anni e 15 milioni di euro per essere messo in sicurezza”.Le ansie dei settempedani (e non solo…), in primis delle future mamme ormai costrette dalla legge a partorire nel capoluogo, sembrano quindi più che fondate. Troppi gli interrogativi che non hanno ancora trovato risposta visto che i lavori di ristrutturazione non sono mai cominciati, non permettendo in pratica ad un reparto dichiarato non a norma di diventarlo. Inoltre il blocco dei ricoveri che è stato attuato in maniera più che frettolosa a San Severino (diversa la situazione per Fabriano e Osimo) non fa che aumentare la rabbia e le paure nei cittadini, che intanto già stanno affrontando i primi disagi come testimoniano su facebook.Il direttore dell'Area Vasta 3 dottor Maccioni dovrà riuscire a dare risposte soddisfacenti per tranquillizzare la popolazione di San Severino, cosa che intende fare venerdì 18 marzo in una riunione indetta alle 15.30 nella sala Sisto V proprio a San Severino, per informare le future mamme. Che restano in attesa di spiegazioni e chiarimenti da parte del dottor Maccioni, sperando che non ci si dimentichi che l'obiettivo primario di una riforma sanitaria riguardante i punti nascita deve essere la sicurezza di mamme e bambini.
Dalla segreteria provinciale di Macerata di Rifondazione Comunista riceviamo:"C’è un nesso tra la chiusura del punto nascita di San Severino, la situazione sempre più difficile dei “pronto soccorso”, la discussione già iniziata sull’Ospedale unico tra Civitanova e Macerata. Un legame che sembra sfuggire ai rappresentanti locali del PD, che si agitano per il vulnus di S.Severino, protestano, a bassa voce, per le liste d’attesa e l’affollamento, si accapigliano sul luogo e le caratteristiche della nuova “araba fenice”, ma tacciono sulla causa comune, la riforma, anzi la controriforma, Ceriscioli (Presidente ed Assessore, caso unico nella storia delle autonomie regionali), che usando “furbescamente” le difficoltà di bilancio e le sempre meno risorse che il governo Renzi destina al sociale e alla sanità, rovescia il modello, penalizzando i territori, la prevenzione e il servizio pubblico. Il nuovo modello infatti, incentrato sul “grande ospedale”, sulle cosiddette “eccellenze” trascura anzi cancella la rete diffusa e nelle forme nuove della cosiddetta finanza di progetto apre ai privati praterie di profitto. Questo modello “ non pensa alla salute” che si ottiene con la prevenzione ma ha bisogno di malati e di “cronici”. Non è difficile pensare che i ritardi nella diagnostica (le liste di attesa) ,la mancanza di strutture di prossimità, il trascurare la medicina territoriale determinino presto un peggioramento delle condizioni sanitarie accrescendo “la clientela” della nuove strutture sanitarie fameliche di malati.Occorre quindi che le iniziative generosissime che si sono realizzate a difesa del presidio di S.Severino e Tolentino, le tante associazioni che si occupano a difesa dei diritti dei cittadini e del malato, l’azione dei lavoratori della sanità trovino occasioni di confronto e unifichino i loro sforzi, per fermare la controriforma “ pesarese” e insieme indichino priorità e rivendichino un governo democratico e del territorio nella sanità. Il Partito della Rifondazione Comunista inizierà una serie di iniziative di ascolto, di sensibilizzazione, di dibattito per dare un contributo a questa battaglia".
Va a fare la spesa e non trova più la macchina. Gliela riportano i carabinieri dopo averla ritrovata in modo rocambolesco a Pollenza.Un uomo di San Severino, sabato pomeriggio è andato a fare la spesa e ha parcheggiato l'auto con le chiavi inserite, forse pensando di tornare in fretta. Ma quando è uscito con le buste in mano, si è accorto che la macchina non c'era più. Immediata la denuncia ai carabinieri della Stazione di San Severino che hanno diramato subito le ricerche del mezzo a tutta la provincia e oltre.Nello stesso pomeriggio, a breve distanza di tempo dal furto, una pattuglia della Stazione dei carabinieri di Pollenza è stata chiamata ad intervenire a seguito della segnalazione di un giovane che aveva dato in escandescenza in famiglia. Mentre cercavano di riportare la calma, i carabinieri hanno scoperto che il giovane era in possesso di un mazzo di chiavi di una vettura solitamente non utilizzata dalla sua famiglia.A quel punto, dopo un breve sopralluogo nella zona, i militari hanno notato una vettura parcheggiata lungo la strada, non chiusa a chiave. Una volta inserite le chiavi che il giovane aveva addosso, l'auto è partita e ci è voluto ben poco a capire che si tratta di quella rubata poco prima a San Severino.Per il giovane è scattata una denuncia per furto mentre l’auto è stata restituita al legittimo proprietario.
Il capogruppo del Partito Democratico di Tolentino, Bruno Prugni, torna a parlare della questione inerente le fusioni fra Comuni e, senza mezzi termini, sottolinea come il sindaco di Tolentino non abbia alcuna strategia in merito, ma pensi solo alle eventuali risorse che potrebbe raccogliere "Il sindaco Pezzanesi" dice Prugni "propone a tutti i Comuni che incontra istituzionalmente la fusione con Tolentino. Lo fa senza alcun criterio e senza una vera strategia di aggregazione e gestione associata dei servizi. L’unico suo obiettivo è intercettare le risorse destinate alle fusioni per salvare un bilancio comunale al limite del collasso. L’ultima trovata stravagante è la fusione con San Severino Marche. Questo atteggiamento ci mette in imbarazzo perché delegittima un processo serio e complesso come quello dell’aggregazione dei piccoli comuni e degrada la proposta di incorporazione con Camporotondo, riducendola più ad espediente per attingere risorse che a disegno di aggregazione e crescita territoriale. Cosi facendo offende la comunità di Tolentino che ha rispetto per la storia e l’identità dei comuni vicini. Siamo pronti a collaborare ma vorremmo sapere qual è la strategia territoriale di Pezzanesi, se ne ha una seria o fa solo propaganda".
La comunità settempedana si stringe intorno al dolore che, improvvisamente, ha colpito la famiglia Allegretto per la perdita di Claudio. Molto conosciuto in città, il 56enne Claudio Allegretto è prematuramente scomparso per un malore mentre si trovava a Rimini. Nella città romagnola l'uomo, da tempo separato, aveva intrapreso una nuova relazione con una donna.Forte sgomento per familiari ed amici. La famiglia Allegretto infatti, a San Severino Marche è molto conosciuta per la attività artigianali da sempre portate avanti dai suoi componenti. I genitori di Claudio, Ivano ed Aurora, erano proprietari di una famosissima pasticceria, ed anche il cugino Sandro è un noto fornaio attivo in pieno centro, alle porte di Piazza del Popolo.Claudio lavorava nel settore delle telecomunicazioni. Lascia il figlio Valerio, i genitori e la sorella Marnie.I funerali sono stati celebrati ieri, sabato 13 marzo nella chiesa romanica di San Lorenzo in Doliolo di San Severino Marche.
A seguito delle previste condizioni meteorologiche per la quinta tappa Foligno-Monte San Vicino, pioggia – basse temperature – rischio di neve sopra gli 800 metri di altitudine, gli organizzatori della Tirreno - Adriatico hanno convenuto di annullare la quinta tappa, come in programma, evitando rischi per la sicurezza generale e la salute dei corridori partecipanti.Ad applicare il “Protocollo in caso di condizioni meteorologiche estreme”, sono stati Mauro Vegni, Direttore RCS; Jérôme Lappartient, Presidente del Collegio dei Commissari; Jan Boven, DS Lotto Jumbo, rappresentante AIGCP; Cristiano Salvato, rappresentante CPA; Dr. Gianluca Porroni, Comandante Scorta Polizia di Stato; Prof. Giovanni Tredici, CMO.
Un sentimento diffuso di delusione: le future mamme di San Severino commentano con amarezza la decisione del Consiglio di Stato in merito al punto nascita.Ne abbiamo ascoltate alcune.“Mi sento delusa e tradita. Delusa perché avrei voluto partorire nel nostro eccellente reparto e nel mio comune; tradita perché le istituzioni non hanno fatto nulla in passato per difendere il difendibile, ma solo per ipocrisia si sono mossi in questi ultimi tre mesi, visto l'avvicinarsi delle elezioni”. Questo il pensiero di Carmen Maisto, futura mamma di San Severino Marche due giorni dopo la decisione del Consiglio di Stato di chiudere il punto nascita.Per quale motivo avresti preferito partorire a San Severino? “Per l'igiene e per la professionalità e la cordialità di tutto il reparto”. Della stessa opinione è anche B., mamma di San Severino in attesa del secondo figlio, che ha preferito mantenere l'anonimato: “Ero davvero soddisfatta di come era stato gestito il mio primo parto, infatti durante la prima fase del travaglio ho avuto delle perdite e le ostetriche sono state subito molto disponibili e tutto il personale premuroso, considerando anche che il mio ginecologo era all'estero. Mi sono rassegnata all'idea di dover partorire a Macerata, ma ora diventa tutto più complicato, soprattutto per i miei familiari, per i quali sarà più difficile assistermi durante la degenza”.Qual è il tuo pensiero su questa situazione? “Penso che sia il frutto di scelte scellerate – prosegue B. - che non tengono conto dei diritti e della salute di tante donne”. Colpa di “scelte azzardate e fuorvianti” anche secondo la Maisto: “è davvero una triste situazione per tante future mamme. L'unica cosa che mi consola e che mi fa essere felice è il futuro arrivo della mia bambina”.