Prestazione di carattere e successo di prestigio per la Maceratese, che supera 2-1 L’Aquila all’Helvia Recina al termine di una gara intensa e combattuta. I biancorossi ribaltano lo svantaggio iniziale con le reti di Osorio e Marras, conquistando la terza vittoria in campionato e salendo a quota 9 punti in classifica.
La partita
Partenza vivace dei biancorossi, subito pericolosi al 7’ con un tiro-cross di Osorio che sfiora la traversa. Al 14’ però sono gli ospiti a passare in vantaggio: sugli sviluppi di un calcio d’angolo Brunetti trova la deviazione vincente di testa per lo 0-1.
La reazione della Maceratese è immediata: al 18’ Ambrogi inventa per Papa, che calcia a lato a tu per tu con Michelin, ma l’azione viene fermata per fuorigioco. Al 22’ è Gagliardini a salvare i suoi con un grande intervento sul tentativo in lob di Banegas. Ambrogi ci prova ancora da fuori al 25’, ma il tiro finisce alto. Il primo tempo si chiude senza ulteriori emozioni.
Nella ripresa L’Aquila si fa subito vedere con un tiro-cross di Cioffredi (2’), poi al 7’ un fallo di Morganti su Sparacello porta al rigore per gli ospiti: Banegas spreca calciando a lato e la Maceratese resta in partita.
Al 14’ arriva la più nitida occasione biancorossa: Osorio serve basso in mezzo per Ruani, che però calcia debolmente. È il preludio al pareggio, che si materializza al 18’: punizione perfetta di Marras e incornata vincente di Osorio per l’1-1 che infiamma l’Helvia Recina.
Passano pochi minuti e la Maceratese completa la rimonta: al 23’ Cirulli, lanciato in contropiede, viene steso da Michelin, rigore ineccepibile. Dal dischetto Marras è glaciale e firma il 2-1.
Negli ultimi minuti i biancorossi difendono con ordine, resistendo al forcing finale degli abruzzesi. Dopo cinque minuti di recupero il signor Saccà di Messina fischia la fine: grande festa in campo e sugli spalti per una vittoria meritata e dal peso specifico enorme.
TABELLINO
Serie D – Girone F
Maceratese-L’Aquila 2-1
Maceratese: Gagliardini, Perini, Morganti, Mastrippolito, Ciattaglia, Ruani, Ambrogi, Marras, Gagliardi, Papa (7’ st Cirulli), Osorio
A disposizione: Cusin, Sciarra, Vanzan, Lucero, Nasic, Sabattini, Lorenzi
All. Possanzini
L’Aquila: Michelin, Cioffredi (29’ st Astemio), Trifelli, Tavcar, Buchel, Zampa, Di Renzo, Banegas, Sparacello, Scognamiglio (29’ st Carella), Brunetti
A disposizione: Pareiko, Corigliano, Lombardi, Mantini, Tomas, Ndoye, Tondi
All. Coraggio (Pochesci squalificato)
Marcatori: 14’ pt Brunetti (L), 18’ st Osorio (M), 24’ st rig. Marras (M)
Arbitro: Saccà (Messina)
Assistenti: Barretta (Pistoia) – Poneti (Firenze)
Ammoniti: Morganti (M), Tavcar, Zampa (L)
Note: spettatori numerosi, pomeriggio soleggiato.
Un sabato davvero da incorniciare per Overtime, il Festival nazionale del racconto, dell’etica e del giornalismo sportivo, che nella penultima giornata di questa quindicesima edizione ha portato lo sport vissuto e raccontato dai suoi grandi protagonisti nelle vie e nelle piazze di Macerata, tingendo idealmente di verde il centro storico cittadino.
Tra i numerosi appuntamenti andati in scena a partire dalla mattinata, l’immagine più nitida del sabato firmato Overtime è lo straordinario colpo d’occhio dell’Overtime Arena di piazza Vittorio Veneto, con la platea al gran completo e un pubblico delle grandi occasioni ad assistere a due tra gli appuntamenti più attesi di quest’anno.
Ad aprire le danze è stato il grande ospite internazionale di Overtime 2025, Jürgen Sparwasser, iconica mezzala offensiva della Germania Est, che al di là dei successi ottenuti in una carriera di spessore vede il suo nome indissolubilmente legato a un gol a dir poco storico, anche e soprattutto per ragioni extracalcistiche.
22 giugno 1974, Mondiali di calcio: Sparwasser si libera di due avversari e lascia partire un tiro potente e preciso, che si insacca in rete consegnando alla sua Germania Est la vittoria contro la favoritissima Germania Ovest. La carriera e la vita di Sparwasser prendono una piega indubbiamente complessa, raccontata al grande pubblico di Overtime nell’ambito della presentazione del libro “Sparwasser. L’eroe che tradì” di Giovanni Tosco, in un incontro toccante e straordinariamente coinvolgente moderato da Marco Ardemagni.
Ironia della sorte in salsa Overtime: cinque anni prima, nel 1969, Sparwasser aveva assistito - suo malgrado - a un’altra rete indimenticabile, questa volta per il calcio azzurro. Si tratta del celebre colpo di testa in tuffo di Gigi Riva contro la Germania Ovest, magistralmente rievocato all’Overtime Arena dallo storyteller più amato d’Italia, nonché grande amico del Festival.
In linea con il tema dell’edizione 2025, insieme ad Andrea Capretti di Radio Sportiva e in collaborazione con il Centro commerciale Val di Chienti, Federico Buffa ha raccontato “Le scelte più importanti nel mondo dello sport”, offrendo al pubblico di Overtime la possibilità di scegliere - appunto - tra le storie sportive più suggestive di sempre.
Si parte da Pierre de Coubertin, padre delle Olimpiadi moderne, fino ad arrivare in Cile e alle vicende umane e sportive di “Rombo di Tuono”, in un vero e proprio viaggio tra racconti, atmosfere e suggestioni capaci, anno dopo anno, di incantare. Al termine dell’incontro, tra gli applausi scroscianti del pubblico,
Buffa ha ricevuto un premio speciale da Gianluca Tittarelli, direttore del centro commerciale Val di Chienti.
Dalle piazze al teatro, la musica del Festival non cambia, passando da un tutto esaurito all’altro. A chiudere il sabato sera firmato Overtime sul palco del Teatro della Filarmonica è mister Serse Cosmi, che accompagnato dal pianista Giovanni Guidi ha portato in scena il suo spettacolo “Solo Coppi temo”, nato da un’idea condivisa con Alessandro Riccini Ricci.
Dalle sponde del Tevere e dalla sconfinata passione di suo padre per il ciclismo e i fratelli Coppi si snoda un emozionante racconto che, in nove capitoli, affronta le tappe principali della vita, della carriera e della filosofia di mister Cosmi da un punto di vista controcorrente e mai banale, in grado di conquistare la platea della Filarmonica.
"Questo spettacolo è la mia vita, nessuno mi ha regalato nulla - commenta Cosmi a fine serata - Ho apprezzato molto Overtime, la gentilezza e la professionalità alla base del Festival, oltre a scoprire la bellezza di Macerata".
«Ringrazio a nome di Overtime e di Macerata Serse Cosmi e il Maestro Guidi per questo splendido appuntamento che abbiamo fortemente voluto nella quindicesima edizione del Festival» dichiara Michele Spagnuolo, direttore artistico di Overtime Festival, che ha poi annunciato i vincitori del Premio alla Miglior regia di Overtime Film Festival 2025, l’ormai tradizionale rassegna di cortometraggi e documentari sullo sport. Ad aggiudicarsi il premio, con la regia del docufilm
“Gaucci. Quando passa l’uragano”, sono Giacomo Del Buono e Paolo Geremei, con quest’ultimo presente in platea e premiato da un perugino doc come mister Cosmi.
IL PROGRAMMA
Oggi, domenica 12 ottobre, calerà ufficialmente il sipario sulla quindicesima edizione del Festival. Alle 16, la Galleria Antichi Forni ospiterà l’attesissima premiazione del contest di cucina “Il suono del gusto: sfida ai fornelli con le mistery box”, promosso in collaborazione con Coop Alleanza 3.0, Tipicità Evo, Università di Camerino, Iis“Garibaldi” di Macerata e Ipseoa “Varnelli” di Cingoli.
Alle 17, negli spazi del Macerata Boxing Club, verrà presentato in anteprima nazionale il nuovo podcast “1989. Quando la boxe italiana era mondiale” insieme all’autore Alberto Facchinetti e all’ex pugile Gianfranco Rosi. Dal pugilato agli sci, alle 18 l’ex sciatore azzurro Kristian Ghedina sarà protagonista della presentazione di “Ghedo. Non ho fretta, ma vado veloce”, il libro scritto insieme al giornalista Lorenzo Fabiano. Appuntamento agli Antichi Forni, con la moderazione di Andrea Capretti di Radio Sportiva.
Gran finale in programma alle 19 con Pierluigi Pardo, che chiuderà in bellezza insieme ai gemelli Fabrizio e Valerio Salvatori e ad Andrea Capretti raccontando "Le scelte del racconto sportivo”, in collaborazione con Banca di Credito Cooperativo di Recanati e Colmurano, prima del brindisi di chiusura che anticiperà il tema di Overtime Festival 2026.
Si è svolta presso il ristorante “Di Gusto” la cerimonia che ha visto l’elezione del dottor Renato Galeotti come nuovo Presidente per l’anno sociale 2025-2026. In un clima familiare e coinvolgente, la serata ha riunito i soci e molte autorità kiwaniane, tra cui il luogotenente governatore della XX Divisione, Andrea Aquilanti, intervenuto personalmente per accogliere il nuovo Presidente e augurare buon lavoro alla squadra maceratese.
A condurre l’incontro con eleganza e calore è stata la past president Patrizia Papetti, oggi luogotenente governatore eletta del Distretto Italia-San Marino, che ha moderato gli interventi, sottolineando il valore della continuità e della coesione tra i soci.
Durante il suo intervento, il presidente Renato Galeotti ha presentato il motto che guiderà il nuovo anno sociale: “Lavorare insieme: far del bene fa stare meglio e ci rende migliori”. Parole che ben esprimono la visione del nuovo Direttivo, pronto ad affrontare un anno ricco di progetti, eventi, service e incontri, con l’obiettivo di rafforzare lo spirito kiwaniano e il legame con il territorio.
Con entusiasmo, Galeotti ha poi presentato la squadra che lo affiancherà in questo nuovo cammino: il vice presidente Ruggero Ballesi; il tesoriere Anna Carletta; la segretaria Patrizia Papetti; il cerimoniere Barbara Trasatti; gli addetti alla comunicazione e social Marco Mochi e Barbara Trasatti; i consiglieri per l’ammissione dei Soci: Fabio Pistarelli, Francesco Tasso, Cesare Salvatori e Paolo Pennacchioni.
Con la promessa di portare avanti i valori del Kiwanis con determinazione, apertura e spirito di servizio, il Club Macerata si prepara a un anno di attività coinvolgenti e di rinnovato entusiasmo al servizio della comunità e, soprattutto, dei bambini.
Domani, lunedì 13 ottobre, la Scuola di Studi Superiori “Giacomo Leopardi” dell’Università di Macerata propone due appuntamenti che intrecciano memoria, impegno civile e riflessione contemporanea nell’ambito del Macerata Humanities Festival.
Si comincia nel pomeriggio, dalle 15.30 alle 18.30, nell’Aula Verde del Polo Pantaleoni, con il Laboratorio balcanico, un seminario a più voci dedicato alla presentazione del podcast e del cortometraggio realizzati a Srebrenica da studentesse e studenti delle Scuole Superiori di Ateneo. I due lavori nascono dall’esperienza formativa vissuta in Bosnia-Erzegovina la scorsa estate e restituiscono, attraverso linguaggi diversi, un intenso racconto di incontro e consapevolezza nei luoghi della memoria.
La giornata proseguirà la sera, alle 21.15, al Teatro della Società Filarmonico Drammatica, con lo spettacolo “Figlie dell’epoca. Donne di pace in tempo di guerra” di e con Roberta Biagiarelli, attrice e autrice che da anni porta avanti una ricerca teatrale sui temi della memoria e dell’impegno civile.
Dopo il successo dello scorso anno, Biagiarelli torna a Macerata con un lavoro che riporta alla luce le storie delle donne che, durante la Prima guerra mondiale, scelsero la via della pace. Lo spettacolo ricostruisce il Congresso Internazionale delle Donne dell’Aia del 1915, quando oltre mille delegate provenienti da tutta Europa e dall’America si riunirono per chiedere la fine del conflitto e proporre strumenti di diplomazia e cooperazione. Sul palco, l’attrice dà voce a figure come la stilista Rosa Genoni e la crocerossina Margherita Parodi Kaiser, intrecciando le loro esperienze alle domande del presente sul ruolo delle donne nei processi di trasformazione sociale e politica.
L’ingresso allo spettacolo è libero fino a esaurimento posti.
Incidente a Gualdo, scontro tra auto e moto: ferito un 31enne. È quanto avvenuto questa mattina, intorno alle 10:45, nei pressi del cimitero comunale.
Ad avere la peggio è stato il 31enne in sella alla moto, che ha riportato diversi traumi nel sinistro. Sul posto sono intervenuti immediatamente i soccorsi, con l’ausilio dell’eliambulanza, che ha trasferito il giovane al pronto soccorso dell’ospedale Torrette di Ancona in codice rosso.
Fortunatamente, nonostante la dinamica dell'impatto, il 31enne non è in pericolo di vita né versa in condizioni gravissime. Illeso, invece, il conducente dell’auto coinvolta nello scontro.
Le forze dell'ordine stanno indagando sulle dinamiche dell’incidente per accertare le cause e la responsabilità dell’impatto.
In occasione della Giornata Mondiale della Menopausa, che si celebra il 18 ottobre, la Fondazione Onda ETS promuove dal 17 al 19 ottobre l’(H) Open Weekend, coinvolgendo gli ospedali premiati con il Bollino Rosa.
Anche l’Azienda Sanitaria Territoriale di Macerata aderisce all’iniziativa offrendo esami e consulenze gratuite nelle strutture ospedaliere di Macerata e Civitanova, con l’obiettivo di sensibilizzare le donne sui cambiamenti legati alla menopausa e di promuovere strategie comportamentali, diagnostiche e terapeutiche utili a favorirne il benessere a lungo termine.
Presso l’ospedale di Macerata, giovedì 16 ottobre, saranno disponibili 10 visite gratuite presso gli ambulatori ecografici del Reparto di Ostetricia, dalle ore 9:30 alle 13, a cura dei dottori Maurizio Lojacono e Marta Tassetti. La prenotazione è obbligatoria e potrà essere effettuata mercoledì 15 ottobre, dalle 11 alle 13, chiamando il numero 0733-2572393.
Anche l’ospedale di Civitanova Marche partecipa all’iniziativa con diverse attività. Venerdì 17 ottobre, dalle 10 alle 13, saranno offerte consulenze psicologiche a cura della dottoressa Emiliana Giuliani, con prenotazione obbligatoria il giorno precedente, dalle 10 alle 12, al numero 0733-823969.
Sempre venerdì 17 e sabato 18 ottobre, dalle 10:30 alle 13, saranno disponibili 10 visite ginecologiche presso l’ambulatorio situato al secondo piano dell’ospedale, a cura della dottoressa Elisabetta Garbati, f.f. Direttore U.O.C. Ostetricia e Ginecologia, e della dottoressa Silvia Battistoni; le prenotazioni potranno essere effettuate il 13 ottobre, dalle 9 alle 10, chiamando il numero 0733-823613.
Nel pomeriggio di venerdì, dalle 15 alle 18, la dottoressa Alessia Costa offrirà 6 visite uro-ginecologiche nell’ambulatorio dedicato, previa prenotazione dalle 10 alle 11 dello stesso giorno al numero 0733-823613.
Sempre venerdì 17 ottobre, con inizio alle ore 9:15, presso la sala riunioni dell’ospedale di Civitanova, si terrà una conferenza informativa sulla menopausa a cura delle dottoresse Elisabetta Garbati e Silvia Battistoni, aperta alla cittadinanza.
"Ringrazio tutti i professionisti della nostra Azienda che in questo open weekend della menopausa si mettono a disposizione delle donne con visite e consulenze gratuite per offrire loro supporto, ascolto e orientamento in un momento delicato e importante della vita", ha affermato il direttore generale dell’Ast di Macerata, dottor Alessandro Marini.
La Compagnia dei carabinieri di Macerata ha svolto un articolato servizio di controllo del territorio, con l’obiettivo di prevenire e reprimere reati di varia natura. All’attività hanno partecipato militari del nucleo operativo e radiomobile, della stazione di Corridonia e del Nucleo Cinofili di Pesaro.
Durante i controlli, un 29enne di origini libanesi residente a Macerata è stato segnalato alla Prefettura perché trovato in possesso di un frammento di hashish del peso di 1,046 grammi di fronte a un esercizio pubblico. La sostanza stupefacente è stata sottoposta a sequestro amministrativo in attesa della distruzione.
Nell’ambito dello stesso servizio, due conducenti sono stati deferiti in stato di libertà per guida in stato di ebbrezza. Un 32enne residente a Mogliano è stato fermato alla guida di un’auto non di sua proprietà e, a seguito dell’alcoltest, è risultato avere un tasso alcolemico di 1,08 g/l (oltre il doppio rispetto al limite di legge). La patente di guida è stata ritirata e il veicolo affidato a persona idonea.
Un altro conducente, un 52enne maceratese già noto alle forze dell’ordine, è stato sorpreso alla guida della propria vettura con un tasso alcolemico pari a 2,32 g/l (quasi cinque volte superiore al limite di legge). Nei suoi confronti è scattato il ritiro della patente, mentre il veicolo è stato sottoposto a sequestro e affidato a un servizio di soccorso stradale.
Nel complesso, durante il servizio sono state impiegate 8 pattuglie che hanno controllato 91 persone, di cui 21 di nazionalità straniera, e 7 esercizi pubblici.
Sono state elevate 2 contravvenzioni amministrative per violazioni al Codice della Strada, per un importo complessivo di 517 euro, con il ritiro di una carta di circolazione, e contestata una violazione amministrativa per ubriachezza molesta ai sensi dell’ex art. 688 del Codice Penale.
L’attività rientra nel costante impegno dell’Arma dei Carabinieri volto a garantire sicurezza e legalità sul territorio della provincia di Macerata.
Ebbene sì, il segretario della NATO Rutte (nomina sunt omina) ha recentemente dichiarato, senza perifrasi, che "siamo tutti in pericolo". Ha spiegato che i missili russi potrebbero, da un momento all’altro, colpire Roma o Londra.
Continua, dunque, imperterrita la narrazione propagandistica incardinata sul terrore: terrore che, come ormai dovremmo ben sapere, rappresenta un vero e proprio metodo di governo, dacché le masse terrorizzate sono disposte ad accettare docilmente tutte le misure liberticide poste in essere, a patto che siano presentate come atte a garantire la sicurezza minacciata.
L’emergenza epidemica dovrebbe pur averci insegnato qualcosa. Governare mediante la paura rappresenta un punto cardinale dell’ordine neoliberale contemporaneo. Non più il nemico invisibile identificato con il patogeno, ma la Russia di Putin viene ora utilizzata come minaccia per giustificare le politiche emergenziali, secondo una narrazione propagandistica in accordo con la quale la Russia di Putin sarebbe in procinto di invadere e aggredire l’Europa: con la conseguenza per cui quest’ultima dovrebbe prepararsi bellicamente a reagire all’attacco.
Per questa via, l’ordine dominante può presentare il proprio riarmo (in specie, il folle piano del Rearm Europe) e magari anche il conflitto come se fosse dovuto alla Russia, quando in realtà, come sappiamo, allo stato dell’arte, è l’Europa che si sta riarmando fino ai denti e che sta provocando la Russia, quasi come se volesse trascinarla a tutti i costi nel conflitto.
In secondo luogo, non ci stupiremmo se, come già accadde con l’emergenza epidemica, venissero presto poste in essere misure liberticide e palesemente repressive, giustificate come necessarie per fronteggiare l’emergenza bellica cagionata dalla Russia di Putin. Insomma, cambia l’oggetto dell’emergenza, ma persiste lo schema operativo e narrativo di ordine emergenziale, utilizzato come ars regendi da parte del sinedrio liberal-atlantista per potenziare il proprio dominio.
Intanto, il guitto di Kiev, l’attore Nato Zelensky, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood, continua a fare la parte che più gli compete, quella dell’attore di second’ordine. E adesso inscena una tragedia greca in piena regola, piagnucolando in mondovisione e lagnandosi accoratamente del fatto che i suoi alleati non supportano adeguatamente l’Ucraina.
Con tutta evidenza, le cose stanno andando ben altrimenti rispetto ai desiderata del guitto di Kiev e del suo padrone a stelle e strisce. Non soltanto la Russia di Putin non accenna a crollare, come pure i professionisti dell’informazione ci avevano garantito sarebbe accaduto nel volgere di pochi mesi: la Russia sembra oggi più ringalluzzita che mai, forte economicamente e militarmente, aperta a un mare magnum di nuove relazioni commerciali e politiche. Oltretutto, nei giorni scorsi la Russia ha abbattuto ben 250 droni ucraini.
In difficoltà, semmai, sono l’Ucraina del guitto di Kiev, l’Unione Europea degli euroinomani delle brume di Bruxelles e, dulcis in fundo, la civiltà talassocratica dell’hamburger. Mentre l’occidente, anzi l’uccidente liberal-atlantista, affonda gradualmente come il Titanic, il veliero russo procede speditamente e, come avrebbero detto i latini, ventis secundis.
Che cosa vuole dunque di più dai suoi alleati il guitto di Kiev? Vuole altre armi e altri soldi? Non ne ha già avuti a sufficienza? Una cosa deve essere chiara al di là di ogni ragionevole dubbio: l’attore Nato non vuole in alcun modo che si giunga alla pace, anche perché nel momento in cui dovesse terminare il conflitto, egli dovrebbe rendere conto del proprio operato al suo popolo e siamo certi che il giudizio non sarebbe particolarmente benigno.
Può la scienza occidentale moderna e in particolare la fisica quantistica, dialogare con le antiche tradizioni orientali come il Buddhismo o il Taoismo?
In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale sembra dominare ogni forma di sapere, le parole del fisico austriaco Fritjof Capra appaiono oggi più attuali che mai.
Nel suo libro “Il Tao della Fisica” pubblicato nel 1975, Capra mise in luce l’analogia tra la fisica moderna e le filosofie orientali, unendo in tal modo scienza, filosofia e spiritualità.
Osservando il comportamento delle particelle subatomiche, egli notò come le immagini evocate ricordassero le rappresentazioni del mondo contenute nei testi orientali.
Così creò un ponte tra un’interpretazione matematica dell’universo e una visione spirituale, che lo concepisce come una danza in eterno fluire.
Due approcci diversi – il primo razionale e sperimentale, il secondo intuitivo e contemplativo – che convergono su intuizioni comuni:un’idea unitaria del cosmo fatta di energia, equilibrio e interconnessione, dove la separazione è soltanto un’illusione.
Nella sua opera, Capra delinea un universo in movimento, non più concepito come un insieme di oggetti isolati e prevedibili, ma come una trama di connessioni invisibili, dove ogni particella è manifestazione di un’unica rete vivente.
L’essere umano non è esterno al cosmo, ma ne è parte integrante: l’osservatore non può essere separato dal fenomeno che osserva, perché chi guarda è già dentro ciò che guarda, esattamente come la goccia appartiene all’oceano.
Materia ed energia sono un’unica sostanza in continuo movimento; il tempo relativo dissolve la linea che separa passato, presente e futuro, rivelandone l’illusione.
Così anche gli opposti – maschile e femminile, luce e ombra, vita e morte – cessano di essere contraddizioni, ma si rivelano forze complementari in ricerca di armonia.
Capra ha riconosciuto che scienza e spiritualità, pur muovendosi su piani differenti, possono incontrarsi e nutrirsi a vicenda, regalando una visione più piena e armonica dell’esistenza.In questa prospettiva si supera il dualismo tra mente e corpo, soggetto e oggetto, uomo e natura.
Frutti di un pensiero analitico e separativo hanno relegato l’essere umano occidentale in una condizione di smarrimento, spingendolo ad affermare il proprio ego come forma di difesa.
Questa nuova visione del mondo svela la profonda interconnessione tra uomo e natura, immersi in una danza cosmica in cui tutto fluisce e si trasforma.
Da questa consapevolezza nasce un rinnovato senso di appartenenza all’universo: non più individui isolati, ma fili di una rete di vita e relazioni.
Capra, già cinquant’anni or sono, aveva intuito questa necessità: integrare il sapere con l’essere, fondere la scienza con la luce della coscienza.
Conoscere il mondo non significa soltanto ridurlo ad oggetto di studio razionale, ma anche percepirlo attraverso una partecipazione emotiva che ci unisce al tutto.
Torna come ogni domenica la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana “Chiedilo all'Avvocato”. Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente la tematica relativa ai rapporti in sede di separazione tra gli ex coniugi.
Ecco la risposta dell’avv. Oberdan Pantana, alla domanda posta da una lettrice di Macerata che chiede: "A quali responsabilità va incontro l’ex marito che stacca le utenze dell’abitazione assegnata all’ex moglie?"
Tale circostanza ci porta subito ad applicare il principio giuridico consolidato espresso dalla Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 13407/2019, secondo il quale: «Sussiste il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni laddove il diritto poteva essere esercitato dall’agente tramite ricorso al giudice, a fronte della contestazione o dell’ostacolo posto da terzi, come nel caso di un ex marito che, a seguito della mancata voltura delle utenze domestiche dell’abitazione familiare assegnata all’ex moglie, aveva provveduto personalmente a staccare i contatori».
Difatti, proprio in riferimento ad un caso simile a quello prospettato dalla nostra lettrice — nel quale l’ex marito, dopo aver intimato più volte all’ex moglie di procedere alla voltura delle forniture di energia elettrica e gas dell’abitazione familiare a lei assegnata in sede di separazione, aveva provveduto personalmente al distacco — la Corte di Cassazione ha confermato la configurabilità del reato di cui all’art. 393 c.p.
In tal modo, costringendo la donna e i figli a stare nell’appartamento senza poter usufruire di tali servizi, l’ex marito ha agito fuori dai limiti di legge, poiché il diritto poteva essere esercitato solo tramite ricorso al giudice.
A tal proposito, la Suprema Corte aggiunge che «non è consentito legittimare l’autosoddisfazione» per superare gli ostacoli che si frappongono all’esercizio del diritto.
Viene, infine, precisato che: «Si ritiene legittima la violenza sulle cose solo quando sia esercitata per difendere il diritto di possesso in presenza di un atto di turbativa nel godimento del bene, sempre che l’azione reattiva avvenga nell’immediatezza di quella lesiva e sia impossibile il ricorso immediato al giudice».
Pertanto, in risposta alla nostra lettrice, si ritiene corretto affermare che: «Nel caso dell’ex marito che stacca le utenze dell’abitazione assegnata all’ex moglie, lo stesso commette il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, previsto e punito ai sensi dell’art. 393 c.p., in quanto tale diritto poteva essere esercitato tramite ricorso all’Autorità Giudiziaria» (Corte di Cassazione, sez. VI Penale, sentenza n. 13407/19, depositata il 27 marzo).
Rimango in attesa, come sempre, delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
La Peregrinatio Mariae è entrata nella chiesa di San Salvatore in Lauro, la chiesa dedicata alla Madonna di Loreto a Roma e tradizionalmente considerata la “chiesa dei marchigiani” nella Capitale.
Il pick-up che l’ha condotta lungo le ventuno tappe della Via Lauretana ha raggiunto nella prima mattinata la chiesa ed stata accolta dal parroco mons. Pietro Bongiovanni e dal vescovo di Macerata, nonché presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana, mons. Nazzareno Marconi. Un lieto fuoriprogramma ha caratterizzato l’ingresso della Madonna Pellegrina: ad attenderla in piazza, infatti, anche un gruppo di suore agostiniane legate a San Nicola da Tolentino che hanno voluto accompagnare insieme la statua in chiesa.
«È stato bello ricevere la Madonna di Loreto nel suo Santuario – ha affermato mons. Bongiovanni –, è venuta la gente, davvero una moltitudine, per dire il suo grazie a Maria per la sua protezione, per il suo sguardo d’amore sempre su di noi».
Da Tolentino, capofila del progetto della Via Lauretana, non è voluto mancare e ha partecipato alla celebrazione eucaristica il sindaco Mauro Sclavi: «Nella chiesa dedicata ai marchigiani, la marchigiana per eccellenza è sicuramente la Madonna di Loreto – ha detto –, questo arrivo a Roma rappresenta un altro punto di partenza per il quale va ringraziato mons. Marconi, che ha avuto la lungimiranza e la fermezza nel far comprendere a tutti l’importanza della Via Lauretana. Sono stato onorato di aver portato a termine questa Peregrinatio insieme a tutti quelli che hanno reso possibile questo momento».
Tra questi lo staff dell’organizzazione rappresentato in ogni tappa dal responsabile del progetto dei Cammini Lauretani Simone Longhi. Nel saluto iniziale che ha preceduto la Messa, Longhi è intervenuto per ricordare il senso della Peregrinatio e per alcuni ringraziamenti: «Al presidente della CEM Marconi che ha creduto e reso possibile questo progetto – ha evidenziato –, così come a tutti gli enti e realtà coinvolte, in particolare alla Regione Marche. Il nostro grazie va alla Delegazione Pontificia della Santa Casa e all’Ordine dei frati minori cappuccini di Loreto per aver messo a disposizione di questo viaggio la statua della Madonna Pellegrina».
Per rappresentare l’unità dei territori percorsi dalla Via Lauretana, il vescovo Marconi ha indicato l’immagine del manifesto della Peregrinatio che simboleggia un rosario, dove sono significativi tutti i borghi attraversati: «Ognuno conserva nei secoli una memoria di questo pellegrinaggio ed è bene che queste vengano riscoperte e valorizzate – ha spiegato il mons. Marconi –, siamo in presenza di un piccolo miracolo di armonia che si sta sempre più consolidando nella collaborazione tra le parrocchie e le Diocesi, tra i Comuni e le Associazioni».
Una realtà «che nascono dal basso e che si radicano su una storia più che centenaria», ha aggiunto il presidente della CEM auspicando e confidando in una prospettiva di futuro: «Ne è un esempio questa celebrazione bella e commovente con la partecipazione di alcuni pellegrini che sono venuti appositamente qui a San Salvatore in Lauro per accompagnare la Madonna di Loreto dopo averla incontrata lungo il percorso – ha concluso –, siamo all’interno del tempo del Giubileo della devozione mariana ed è particolarmente significativo che si sia creata questa sintonia tra le comunità: come in un rosario, l’insieme di tante persone che esprimono la loro devozione a Maria e che si sentono parte di una unità».
In serata, la statua della Madonna di Loreto è stata ospite dell’Ordine di Sant’Agostino in Vaticano. Suggestivo l’abbraccio per le vie di Roma e fino a piazza San Pietro dei fedeli che hanno accompagnato a piedi in strada pick-up della Vergine lauretana per offrirle le proprie preghiere e un segno di devozione.
È stato un pomeriggio ricco di emozioni, riflessioni e gratitudine quello di venerdì 10 ottobre all’Auditorium dell’IIS Bonifazi-Corridoni, dove due studenti, Carlo Attilio Gaetani e Sofia Tanoni, hanno ricevuto una borsa di studio di 500 euro ciascuno. Il riconoscimento, dedicato alla memoria di Saba Pistilli, è stato voluto dalle famiglie Ricci-Pistilli in collaborazione con l’Istituto e il Comune di Civitanova Marche, come premio per l’“eccellenza umana”.
Ma cosa si intende per eccellenza umana? In Gaetani la commissione ha riconosciuto “l’impegno costante e la capacità comunicativa che hanno favorito un clima inclusivo in classe, rendendolo un esempio positivo per tutti. La sua forza risiede nella gentilezza e nella capacità di mettersi al servizio degli altri con naturalezza e determinazione”.Tanoni, invece, si è distinta per “l’altruismo e la solidarietà verso i compagni, soprattutto quelli con disabilità, che ha sempre aiutato con la massima disponibilità, favorendo la loro inclusione anche fuori dalla scuola. È inoltre molto attiva nel sociale, svolge attività di volontariato, partecipa a eventi di beneficenza e insegna musica a titolo gratuito”.
Una menzione speciale è andata anche agli altri candidati alle borse di studio — Luca Luciani, Matteo Savoretti, Noemi Ginger Starnoni ed Elisabetta Vitali — tutti definiti “veri esempi di quella meglio gioventù che troppo spesso si pensa non esista più”.
Durante la cerimonia, Roberto Ricci, compagno di Saba, ha ricordato che l’obiettivo del premio è quello di “mettere un piccolo seme nel percorso della vostra vita, premiando chi può essere da esempio e guida per gli altri”. Momenti di intensa commozione hanno accompagnato anche le parole della mamma e della sorella di Saba, presenti in sala, che hanno visto l’eredità della loro cara germogliare negli occhi dei ragazzi.
L’incontro è stato arricchito dall’intervento del noto medico e psicoterapeuta Alberto Pellai, autore e divulgatore sui temi dell’educazione emotiva, che ha tenuto una lectio dal titolo “Connessi ma distanti. Luoghi di vita e relazioni autentiche nell’era digitale”.
Pur non avendo conosciuto Saba personalmente, Pellai ha colto un legame profondo con il suo messaggio educativo: “I ragazzi in lei hanno trovato un adulto appassionato della sua adultità, capace di comunicare la bellezza di abitare la vita. Quando i nostri figli ci guardano – ha detto – non devono vedere adulti stanchi, ma persone contente, perché solo così capiranno che vale la pena crescere e diventare grandi”.
Nel suo ricordo personale, l’ex dirigente Claudio Bernacchia ha definito Saba “un’educatrice di successo perché metteva sempre al centro il bene dei ragazzi, senza cercare affermazione personale”.
L’evento si era aperto con i saluti della dirigente prof.ssa Angela Fiorillo, che ha sottolineato “la novità di un premio nato per valorizzare non solo le competenze scolastiche, ma soprattutto quelle relazionali, sociali ed empatiche”.Presente anche Barbara Capponi, assessore alla Scuola e ai Servizi sociali del Comune di Civitanova, che ha spiegato: “L’unico voto che abbiamo considerato è stato quello della condotta, perché ciò che volevamo premiare era la capacità di costruire relazioni autentiche”.
A presentare la cerimonia è stata la prof.ssa Patrizia Patrizi, che ha collaborato con le famiglie Ricci-Pistilli e con le amiche di infanzia di Saba — Isabella Mantovani, Carla Galanti e Maria Ercoli — per la realizzazione del premio.
A rendere ancora più intensa l’atmosfera, la voce della studentessa Nadia Scotti, accompagnata dalla docente Federica Pantanetti, che ha emozionato il pubblico con il brano “Essere umani” di Marco Mengoni.Un ringraziamento speciale è andato agli studenti del 4° Turistico per l’accoglienza e a quelli del 5A Grafico per video e fotografie.
Il pomeriggio si è concluso con l’inaugurazione di un’aula dedicata a Saba Pistilli, uno spazio che sarà riservato all’ascolto e al dialogo, nel segno di quella umanità generosa che lei ha saputo trasmettere a intere generazioni di studenti.
Doveva essere una semplice gara di Terza Categoria, quella andata in scena sabato pomeriggio allo stadio “Ferruccio Orselli” tra Union Picena e Nuova FC, valida per la seconda giornata del Girone D. Si è invece trasformata in un pomeriggio di sport e polemiche, con un finale destinato a far discutere a lungo.
La partita, equilibrata e combattuta, si era aperta nel segno dei padroni di casa: al 26’ Olivieri porta in vantaggio la Union Picena con un preciso colpo di testa su cross calibrato. La reazione degli ospiti non si fa attendere: anche la Nuova FC trova il pari, sempre di testa, con Pascucci che anticipa tutti sul primo palo e batte l’incolpevole portiere locale.
Ad inizio ripresa gli ospiti ribaltano il risultato grazie a una gemma di Tommaso Bianchi, autore di un elegante colpo di tacco che vale l’1-2. Ma la gioia dura poco: Baldoncini e Marzola firmano la rimonta della Union Picena, che si riporta avanti e sembra avviata a conquistare i tre punti.
Poi, a dieci minuti dal termine, l’episodio che ha acceso la miccia. Dopo un contrasto acceso, un giocatore locale viene espulso per aver colpito un avversario. Ne nasce un parapiglia generale, culminato con il triplice fischio anticipato del direttore di gara, che si sarebbe sentito minacciato.
La sorpresa arriva venti minuti più tardi: tra lo stupore generale, l’arbitro richiama le squadre in campo per concludere la gara. Una decisione che ha lasciato attoniti giocatori e tifosi, e che ha subito alimentato accese discussioni sugli spalti e fuori dal campo.
A fine partita, il presidente della Nuova FC, Gianrico Bonvecchi, ha commentato con toni pacati ma decisi: "Oggi non voglio parlare del risultato, siamo stati battuti da una squadra forte con la quale abbiamo giocato alla pari. Ma non posso tacere su ciò che è accaduto nel finale: un nostro giocatore è stato colpito con un pugno, l’arbitro si è sentito minacciato e ha dichiarato la fine della partita. Poi, dopo venti minuti, ci ha chiesto di tornare in campo. Una situazione surreale".
Bonvecchi ha anche riportato testimonianze dei suoi tesserati, spiegando che "i miei ragazzi mi hanno raccontato di essere stati minacciati da un giocatore squalificato che indossava un cappuccio e occhiali scuri. Non è accettabile in nessun campo di calcio".
Nonostante la confusione, la Nuova FC ha scelto di riprendere a giocare. Il presidente ha aggiunto: "Voglio fare un plauso ai miei giocatori perché hanno deciso di continuare a testa alta, anche dopo un episodio così spiacevole. La sconfitta deve servirci per crescere".
Infine, Bonvecchi ha voluto lanciare un messaggio più ampio: "Mi auguro che quanto accaduto spinga tutti a riflettere. Gli episodi di violenza e intimidazione verso gli arbitri non devono più ripetersi. Come società abbiamo il dovere di educare i nostri tesserati al rispetto e al fair play".
Una partita dunque che lascia più interrogativi che certezze e che, con ogni probabilità, avrà strascichi anche nei prossimi giorni nelle sedi federali.
In occasione dell’Overtime Festival, la rassegna maceratese dedicata al racconto, al giornalismo e all’etica sportiva, il Picchio Podcast ha accolto un ospite d’eccezione: Serse Cosmi, uno degli allenatori più iconici e passionali del calcio italiano. A Macerata per portare in scena lo spettacolo “Solo Coppi Temo”, Cosmi si è raccontato a cuore aperto in un’intervista intensa e piena di aneddoti, tra calcio, vita e musica.
Cosmi ha spiegato come la scelta di salire su un palco sia nata quasi per gioco, ma si sia presto trasformata in un bisogno profondo: “Da un anno a questa parte ho avuto la voglia di cimentarmi in qualcosa di diverso. Il teatro mi ha sempre appassionato, e con l’aiuto di Alessandro Ricci e del jazzista Giovanni Guidi è nato questo spettacolo". Il titolo “Solo Coppi Temo” nasce proprio da una scritta che il padre di Cosmi aveva lasciato sull’Ape di famiglia: “Mio padre era un fanatico di Coppi. Quando l’ho perso avevo solo 15 anni, e non ho mai avuto la possibilità di raccontargli ciò che è successo dopo. Il teatro è diventato il modo per farlo, per dirgli quello che non ho mai detto”.
Una storia familiare che diventa metafora di vita: “Quel motto, Solo Coppi temo, è rimasto un modo di vivere. Ho affrontato salite, discese, e tanta fatica. Ma vivere, come pedalare, resta bellissimo”.
Il racconto di Cosmi torna poi agli inizi, quando da insegnante di educazione fisica si ritrovò, quasi per caso, a fare l’allenatore della squadra del bar del paese: “Non potevo giocare perché ero tesserato, così mi fecero allenare gli amici. Non vincevamo mai, finché una volta vincemmo… e da lì è iniziato tutto.”
Una carriera che lo ha portato fino alla Serie A, ma che lui descrive più come una discesa che come una fatica: “Dai dilettanti ai professionisti mi sembrava tutto naturale. La vera salita è venuta dopo, quando devi restare ai vertici. All’inizio, invece, era solo entusiasmo”.
Nel 2000, dopo 5 promozioni in 10 anni con Pontevecchio e Arezzo, la grande occasione in Serie A con il Perugia. Impossibile non parlare del suo legame con il Grifo, la squadra della sua città e della sua vita: “Allenare il Perugia è stato come realizzare il sogno di un bambino. Da tifoso in curva a mister in panchina. Non potevo chiedere di più”.
Cosmi ricorda anche il suo rapporto con Luciano Gaucci, presidente vulcanico e visionario: “Di lui si è detto tanto, spesso senza conoscerlo davvero. Era un uomo generoso, di intuito incredibile. Con lui c’era un rapporto diretto, umano. Oggi nel calcio questo manca: i fondi, le società moderne, hanno tolto il contatto personale”.
Durante l’intervista, Cosmi rivendica con orgoglio quella che considera la sua vera abilità: “La mia più grande qualità è stata valorizzare talenti sconosciuti, farli crescere e far guadagnare tanti soldi ai presidenti. Ma questa è una cosa che non mi è mai stata riconosciuta fino in fondo”.
Tra i nomi che emergono, Marco Materazzi, Fabrizio Miccoli e Luis Muriel, tre esempi di talento e carattere cresciuti anche grazie alla sua guida: “Miccoli era il più forte che abbia mai visto. In allenamento faceva cose incredibili. Materazzi era ingestibile, ma se capiva che poteva fidarsi di te, ti avrebbe seguito ovunque”. Ma il ricordo più emozionante è legato al Lecce: “Retrocedemmo, ma con la curva che applaudiva. Quella scena vale quanto una vittoria. Gente straordinaria, cuore vero del Sud”.
Fuori dal campo, Serse Cosmi rivela un’altra delle sue passioni: la musica. “Mi piace la house, ma anche i cantautori: D’Andrea, Gaber, De Gregori. Non mi sento un DJ, piuttosto un selezionatore musicale. Ma se devo mettere un disco, lo metto con gusto”.
Tra parole, aneddoti e riflessioni, Serse Cosmi si conferma per ciò che è sempre stato: un uomo diretto, passionale, autentico.Al Picchio Podcast ha mostrato ancora una volta la parte più vera di sé — quella di chi non ha mai cercato di piacere, ma di essere sé stesso. Oggi, con “Solo Coppi Temo”, porta la sua storia dal campo al palcoscenico, con la stessa grinta e la stessa sincerità che lo hanno reso unico.
Perché la vita di Serse Cosmi è stata davvero come una tappa di montagna: partita tra i tornanti dei campi dilettantistici e arrivata, a forza di cuore e coraggio, sul traguardo della Serie A. Ha affrontato discese vertiginose e salite interminabili, ma non ha mai smesso di pedalare. E forse è proprio questo il segreto del suo viaggio.
Dal 13 al 19 ottobre Macerata ospita la settima edizione di “Game Labs – Festival del Gioco e sul Gioco”, l’evento gratuito promosso dal LABS – Laboratorio Sociale in collaborazione con il Team Stammibene del Dipartimento Dipendenze Patologiche dell'AST Marche e numerose realtà associative del territorio, con anche il patrocinio del Comune di Macerata.
Il festival si terrà tra gli spazi del LABS (vicolo Monachesi, 9) e gli Antichi Forni di Macerata, con un programma ricco di appuntamenti che spazia dai giochi da tavolo ai giochi di ruolo, dai videogame alla stand-up comedy, fino a tornei e laboratori dedicati a tutte le età.
Durante la conferenza stampa di presentazione, il presidente del LABS Daniele Benedetti, il segretario Mattia Lorenzini e Paolo Nanni, responsabile del progetto Stammi Bene e portavoce degli Enti del Privato Sociale partner dell’iniziativa, hanno illustrato le finalità del festival, che si conferma un punto di riferimento per la promozione del gioco sano e consapevole come strumento di benessere, socialità e crescita personale.
“Il gioco è un linguaggio universale che unisce generazioni diverse e stimola collaborazione, abilità e pensiero critico” – ha dichiarato Daniele Benedetti – “Con Game Labs vogliamo offrire un’occasione di divertimento gratuito e accessibile, che metta al centro la persona e la relazione, senza risvolti economici ma con un forte valore educativo e aggregativo. In un periodo in cui molti vivono situazioni di isolamento, il gioco rappresenta un modo concreto per tornare a condividere spazi, esperienze e emozioni. È un’occasione per incontrarsi, imparare e costruire insieme comunità.”
Mattia Lorenzini ha illustrato nel dettaglio il programma della settimana, sottolineando la varietà delle attività proposte e la partecipazione di numerose associazioni e volontari che rendono possibile la realizzazione del festival.
“Il programma è pensato per coinvolgere tutti – ha spiegato Lorenzini – dai più giovani ai giocatori esperti, creando momenti di incontro, scambio e scoperta che rispecchiano lo spirito del LABS”.
Questa settima edizione deriva dal successo delle precedenti edizioni, nate dall'idea di fare un evento a tema giochi coinvolgendo amici e associazioni dell'intero ambito regionale. E' importante come questa idea segua anche la sensibilità del LABS e del Dipartimento Dipendenze Patologiche, coadiuvate anche da altre alleanze sul territorio, per i temi delle dipendenze, in particolare l'emergenza legata al diffondersi del Gioco d'Azzardo Patologico e delle dipendenze digitali (smartphone, social network ecc), creando promozione di divertimento sano e stimolando pensiero vigile e critico riguardo tali nuovi fenomeni e i pericoli ad essi correlati.
Il gioco, quello vero, che richiede abilità, sana competizione, spirito solidale, è contrapposto ad esempio al gioco d'azzardo, basato sulla fortuna e su intenti venali, ed è un linguaggio fondamentale della vita, che contribuisce in modo determinante e farci crescere e arricchire, a tutte le età.
Ogni giorno, dal 13 al 19 ottobre, saranno proposte attività diverse, condotte da associazioni e appassionati del territorio.
Lunedì 13 ottobre alle ore 21.30 presso LABS si terrà un quiz a premi con Stammi Bene e Paolo Nanni. Martedì 14, sempre alle 21.30 e presso LABS, sarà la volta della serata giochi da tavolo con life skills. Mercoledì 15 alle ore 21.00 ci saranno i giochi di ruolo, sempre a LABS, con prenotazione online obbligatoria. Giovedì 16 alle ore 21.00 appuntamento con Lupus in Tabula, anche questo con prenotazione online e presso LABS.
Venerdì 17 alle ore 22.00 il LABS ospiterà il Videogames Party. Sabato 18, nel pomeriggio dalle 15.00 alle 19.30 agli Antichi Forni, si potrà partecipare a giochi da tavolo in italiano e inglese, al Gioco del Go, a una Escape Room e a una sessione speciale di Dungeons & Dragons – Anniversary Edition. La sera di sabato 18, sempre agli Antichi Forni, ci sarà uno spettacolo di Stand-up Comedy seguito da un talk, con inizio alle ore 21.30.
Domenica 19, ancora agli Antichi Forni e dalle 15.00 alle 19.30, il programma prevede giochi da tavolo in italiano e inglese, il Gioco del Go, giochi di ruolo al buio e il Torneo “Duello per Cardia”.
Tutti gli eventi sono gratuiti e ad accesso libero, con alcune attività soggette a prenotazione online.
Alla manifestazione internazionale dedicata all’impatto sociale e culturale dei videogiochi, la direttrice artistica di Popsophia e docente di Estetica all'Accademia di Belle Arti di Bologna riflette sul valore educativo e artistico del mondo videoludico.
I videogiochi non sono soltanto svago o evasione, ma spazi immersivi e interattivi che plasmano identità, comunità e pensiero critico. È il messaggio che Lucrezia Ercoli, direttrice artistica di Popsophia, ha portato al festival internazionale "The Power of Play", che si è svolto all’Auditorium Scavolini di Pesaro.
La presenza della filosofa al fianco di game designers, sceneggiatori di videogiochi, autori, artisti e studiosi si pone nell’ottica di affrontare con la prospettiva della Pop Filosofia, il mondo del videogioco, invitando a superare la visione apocalittica del dibattito mainstream che tende a demonizzare il videogioco, per coglierne invece le potenzialità artistiche, educative e civiche.
«Il XXI secolo è stato definito il "secolo ludico" – spiega Lucrezia Ercoli –. Se vogliamo attivare il pensiero critico, dobbiamo prima liberarci dai pregiudizi: è fondamentale un’operazione preliminare: uscire dalla prospettiva apocalittica del dibattito mainstream che spesso si limita a demonizzare e patologizzare l’uso dei videogiochi, additandoli come unici colpevoli della corruzione dei giovani. Siamo chiamati, invece, a utilizzare gli strumenti della filosofia per cogliere la complessità dell’universo videoludico e le sue infinite possibilità educative: il videogioco può diventare un’opera d’arte interattiva che ci aiuta a mettere in discussione i limiti del nostro mondo, invitandoci alla riflessione e all’azione. Dall’artivismo all’edutainment, il rapporto filosofico e didattico con i videogiochi è una sfida culturale per il nostro tempo».
La manifestazione, alla sua edizione zero, è promossa da IIDEA, l’associazione che rappresenta l’industria dei videogiochi in Italia, insieme al Comune di Pesaro – Cte Square e all’Università di Urbino Carlo Bo, in collaborazione con Games for Change. Un evento ricco di incontri, laboratori e testimonianze interamente dedicato all’impatto educativo sociale e culturale del gaming attraverso aree tematiche con focus su benessere, sostenibilità, cultura, diritti umani, educazione e consapevolezza.
Le Giornate FAI d'Autunno, appuntamento fisso per gli amanti del patrimonio culturale italiano, tornano anche quest'anno con una proposta ricca di fascino e storia. A Macerata, l’iniziativa si distingue per la preziosa collaborazione tra Macerata Musei, la Delegazione FAI locale e l’Istituto di Istruzione Superiore “Bramante Pannaggi”, che insieme hanno dato vita a un’esperienza immersiva all’interno di Palazzo Buonaccorsi, uno dei simboli storici della città.
Guidati dalla passione e dalla preparazione dei ragazzi della scuola superiore, i visitatori hanno avuto l’opportunità di scoprire il palazzo con uno sguardo nuovo. Gli studenti, infatti, hanno assunto il ruolo di apprendisti ciceroni, offrendo un racconto coinvolgente che unisce storia, arte e narrazione teatrale. Come ha raccontato la vicepreside Natalia Biangini, il progetto non si è limitato a una visita guidata tradizionale. «In queste giornate abbiamo aperto le porte di Palazzo Buonaccorsi con un punto di vista diverso. I nostri studenti, oltre che svolgere il ruolo di apprendisti ciceroni, fanno rivivere la famiglia Buonaccorsi. Lungo il percorso, i visitatori incontrano i personaggi principali di questa famiglia che, tra il Seicento e il Settecento, è stata una delle più importanti di Macerata».
Non solo parole, ma esperienze multisensoriali: per immergere i visitatori nell’atmosfera d’epoca, l’iniziativa ha previsto anche un ballo storico, una violinista che suona nella suggestiva Sala dell’Eneide, e interpreti in costume che rievocano la quotidianità della famiglia Buonaccorsi. Un modo per trasformare il palazzo non in un semplice contenitore d’arte, ma in un organismo vivo, capace di raccontare storie.
Un ulteriore elemento di fascino è stato rappresentato dai recenti restauri, che hanno svelato affreschi nascosti al secondo piano del palazzo. «Questi affreschi – spiega Biangini – risalgono alla fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento, un periodo successivo rispetto all’epoca d’oro della famiglia Buonaccorsi, ma che dimostra come il palazzo abbia avuto una nuova vita e una nuova funzione anche nei decenni successivi». Queste scoperte restituiscono un'immagine più completa e sfaccettata di Palazzo Buonaccorsi, che non fu solo dimora nobiliare, ma anche luogo di trasformazioni nel tempo, specchio della storia cittadina.
Le Giornate FAI non sono solo un’occasione per conoscere meglio il patrimonio locale, ma rappresentano una vera e propria esperienza formativa per gli studenti. «Queste giornate – conclude la vicepreside – rappresentano per i ragazzi delle occasioni estremamente preziose in quanto permettono loro di diventare cittadini attivi e di mettere in pratica tutti quei saperi e quelle competenze che acquisiscono a scuola durante il loro percorso di studi».
Le Giornate FAI a Macerata si confermano così un appuntamento di grande rilievo, dove il passato dialoga con il presente e dove i giovani diventano protagonisti nella costruzione di un futuro consapevole, radicato nella bellezza e nella storia del proprio territorio.
La Climacalor San Severino non conosce… Paganini ed infatti si ripete a distanza di sei giorni dall’impresa casalinga ai danni del Basket Macerata andando a piegare sul proprio parquet la Vigor Matelica per 75-67. Si conferma così il trend delle recenti stagioni secondo cui chi si impone nel memorial Toti Barone, nella fattispecie la Vigor, paga dazio in campionato. Cabala a parte, l’avvio dei biancorossi di San Severino è veemente ed il primo quarto parla chiaramente ospite (+9 per i ragazzi di Funari). All’intervallo lungo si giunge con i padroni di casa, in cui il giovane play-guardia Pacini conferma quanto di buono fatto vedere nel citato memorial Barone, in progresso, anche se sempre a rincorrere (28-34). Capitan Severini e soci, però, riprendono dopo la pausa con il piglio autoritario che consente loro di guadagnare altri 5 punti di gap al 30’ (45-56). Match in ghiacciaia ed ultimo periodo in controllo per il secondo hurrà consecutivo del top-scorer Vissani (23 lunghezze per l’ala settempedana) e compagni. Da sottolineare l’ispirata serata in attacco del regista e capitano Severini, secondo miglior marcatore del quintetto ospite con 17 punti in bisaccia.
Coach Funari rende merito ai suoi: «È stata una partita solida contro una squadra che darà filo da torcere a tutti in questa stagione. Siamo stati bravissimi ad approcciare il match nel modo giusto, imprimendo subito i ritmi che volevamo in attacco e andando ad intasare le linee di passaggio in difesa. Nel finire del secondo quarto abbiamo avuto un calo di intensità che ha permesso alla Vigor di rientrare parzialmente, ma non ci siamo disuniti e con la giusta reazione nel secondo tempo abbiamo ripreso in mano la gara. Portiamo a casa due preziosi punti, la bella reazione del gruppo nei momenti di difficoltà e molte indicazioni su dove andare ad intervenire per continuare a crescere partita dopo partita».
Gli fa eco il diesse Gabriel Cingolani, autore del colpaccio in fase di basket mercato in particolare con gli ingaggi del duo in panchina Funari-Di Battista e di “Mr. Fantastic” Alessio Magrini: «Complimenti ai ragazzi per l’impegno che stanno profondendo e per la bella alchimia che si sta creando tra loro e i due coach. Saluto il ritorno sul parquet di Giacomo Vignati dopo più di un anno di stop e l’esordio nel finale del derby del quindicenne Aron Laaouli. Vorrei inoltre ringraziare i numerosi nostri tifosi accorsi al derby. Hanno creato una bella cornice di pubblico. Venerdì prossimo, con palla a due alle 21.45, li aspettiamo al palas Ciarapica contro Osimo, avversaria altrettanto giovane». Poco importa se si gioca di venerdì 17… La Climacalor San Severino è a caccia del tris!
VIGOR MATELICA-CLIMACALOR SAN SEVERINO 67-75
VIGOR MATELICA: Pacini 18, Galeassi 3, Chiaraluce, Fianchini, Eleonori 10, Ferretti 14, Franch 8, Dichiara 9, Panfili n.e., Brugnola, Weht 5, Iacono n.e.
All. TrulloCLIMACALOR SAN SEVERINO: Magnatti, Vignati, Bottacchiari n.e., Laaouli, Ortenzi 10, Severini 17, Migliorelli 7, Atodiresei, Della Rocca 2, Corvatta, Magrini 16, Vissani 23
All. FunariNOTE: parziali: 10-19, 18-15, 17-22, 22-19; progressivi: 10-19, 28-34, 45-56, 67-75; nessun uscito per 5 falli.
Add. stampa Luca Muscolini
reare spazi abitativi dove le persone con disabilità possano vivere insieme, con adeguati supporti, condividere la quotidianità e sentirsi parte di una comunità è un gesto concreto di inclusione. Un passo importante in questa direzione è stato compiuto da Anffas Sibillini con l’inaugurazione dei nuovi appartamenti presso la Casa nel Cuore di San Ginesio, realizzati grazie al Bando Pnrr Next Appennino, al cofinanziamento di Fondazione Carima e all’anticipo della Fondazione Nazionale Anffas Durante e Dopo di Noi.
Sabato 11 ottobre, tra Sarnano e San Ginesio, la giornata è stata dedicata al tema del Durante e Dopo di Noi, con due momenti principali: il convegno “Un Dopo di Noi consapevole”, ospitato alla Sala Congressi di Sarnano e moderato da Tarcisio Antognozzi, e l’inaugurazione dei nuovi appartamenti al primo piano della Casa nel Cuore.
Il convegno ha offerto un’occasione di riflessione sull’autonomia e la co-abitazione come strumenti di inclusione reale, sottolineando l’importanza di un percorso costruito passo dopo passo con famiglie, comunità ed enti. Cinzia Antognozzi, presidente di Anffas Sibillini, ha dichiarato:
“Il completamento degli appartamenti rappresenta un luogo dove le persone con disabilità possono sperimentare la coabitazione e la vita quotidiana in un contesto accogliente e sicuro, accompagnate da operatori qualificati e da una comunità che le sostiene. È il risultato di un impegno collettivo”.
Emozionante è stato anche l’intervento di Alessio Altieri, vicepresidente di Anffas Sibillini: “Quando vedi tuo figlio camminare verso il bagno da solo, capisci che l’autonomia non è un concetto, ma una conquista. Ogni conquista, per quanto piccola, è una grande vittoria per tutta la comunità”.
Il convegno ha visto la partecipazione di importanti relatori istituzionali e associativi, tra cui Emilio Rota, presidente della Fondazione Nazionale Anffas, Antonio Franceschi del comitato tecnico Anffas Nazionale, Giuseppe Monaldi della Fondazione Dopo di Noi Anffas Sibillini, Giampiero Feliciotti, Valerio Valeriani e il commissario straordinario alla ricostruzione senatore Guido Castelli (in collegamento video). Presenti anche rappresentanti istituzionali regionali e comunali, studenti e dirigenti scolastici degli Istituti Omnicomprensivi “Leopardi-Frau” e “Gentili-Tortoreto”.
La cerimonia di inaugurazione dei nuovi appartamenti alla Casa nel Cuore ha segnato un passo concreto verso l’autonomia e la vita indipendente delle persone con disabilità. Gli appartamenti sono stati resi funzionali grazie al Fondo Carta Etica di UniCredit, che ha permesso l’acquisto di arredi e materiali necessari per rendere gli spazi confortevoli e accessibili.
Il progetto di Anffas Sibillini rappresenta un modello concreto di inclusione, comunità e partecipazione, in cui ogni persona può vivere in autonomia, costruire relazioni e sentirsi parte integrante della società.
Questa mattina, una tenuta privata in contrada Mortolo, a Potenza Picena, è stata teatro di un grave incendio che ha causato la morte di circa un centinaio di pulli custoditi in gabbie riscaldate.
Secondo le prime ricostruzioni, le fiamme sarebbero partite a causa di un cortocircuito proveniente dagli apparecchi elettrici utilizzati per riscaldare le gabbie. L’allarme è stato immediatamente lanciato dal proprietario, appassionato di cigni, pavoni e uccelli rari, che aveva trasformato la sua tenuta in una sorta di oasi naturalistica.
Purtroppo, i pulli non hanno avuto scampo. I Vigili del Fuoco di Civitanova sono intervenuti tempestivamente per spegnere l’incendio e mettere in sicurezza l’area, limitando i danni strutturali alla tenuta.
Le autorità stanno valutando i danni e le cause dell’incidente.