"La follia dei pignoramenti automatici dell'Agenzia delle Entrate: un disastro sociale"
In pieno periodo di scadenze fiscali - tra IMU, saldo IRPEF, IRES e rate della rottamazione-quater - migliaia di famiglie italiane stanno ricevendo atti di pignoramento direttamente sui conti correnti da parte dell’Agenzia delle Entrate. A lanciare un allarme forte e chiaro è Giuseppe Tosoni, presidente dell’associazione Tutela Imprese, con sede a Civitanova Marche e operativa a livello nazionale.
"Quella a cui stiamo assistendo – denuncia Tosoni – è una vera e propria emergenza sociale ed economica. Famiglie e piccoli imprenditori si vedono bloccare i conti proprio nei momenti più critici, spesso a fronte di debiti contestati o già oggetto di rateizzazione, in violazione delle stesse norme di legge".
Secondo l’associazione, in molti casi gli atti vengono notificati nonostante il contribuente abbia già avviato una rateizzazione e pagato la prima rata, circostanza che dovrebbe, per legge, sospendere le azioni esecutive. Non mancano segnalazioni di crediti prescritti da decenni - in alcuni casi risalenti addirittura al 1991 - che vengono ugualmente iscritti a ruolo, come se non fossero mai caduti in prescrizione.
Un altro nodo critico riguarda la frequente notifica di atti duplicati per lo stesso debito. Se non impugnati, questi possono "cristallizzare" l’obbligo fiscale, rendendolo definitivo anche in presenza di più notifiche per la stessa causa. Ciò costringe i contribuenti a difendersi continuamente, anche contro atti fotocopia.
Tosoni solleva inoltre dubbi sulla validità formale dei pignoramenti, poiché spesso firmati digitalmente in modo automatico da un sistema informatico, senza un’effettiva verifica da parte di un dirigente. "È possibile che un funzionario pubblico possa firmare migliaia di atti in un giorno, ognuno con motivazioni diverse? Ci chiediamo quale valore giuridico abbiano documenti privi di una vera firma e di un controllo umano", dichiara.
La situazione è ancora più complessa per chi ha una partita IVA: con il conto bloccato, non è possibile effettuare versamenti F24, rendendo di fatto impossibile mettersi in regola. E se un familiare prova ad aiutare con un bonifico, il rischio è che l’operazione venga considerata un incasso in nero, con tutte le conseguenze del caso.
Alcune Commissioni Tributarie hanno già iniziato a sollevare dubbi sulla validità di questi atti, soprattutto per l’assenza di una firma umana. Una questione che, secondo Tosoni, va ben oltre il piano fiscale: "Serve più umanità, soprattutto nei momenti difficili. Lo Stato ha il diritto di riscuotere, ma deve farlo con giustizia, buon senso e responsabilità".
Tosoni conclude lanciando un appello: "Se nemmeno lo Stato sa cosa sta firmando, che garanzie restano per i cittadini? L’intelligenza artificiale può essere uno strumento utile, ma non può sostituire la coscienza e l’equità".
L’associazione Tutela Imprese annuncia azioni legali e istituzionali per tutelare i contribuenti, chiedendo l’apertura di un confronto serio con le autorità competenti e una revisione urgente delle modalità di riscossione da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Post collegati

Cna Cingoli–Appignano: artigianato e territorio alleati contro lo spopolamento e per lo sviluppo locale

Commenti