Non perdono il sorriso gli abitanti dei paesi di montagna dell'entroterra maceratese che in questi giorni si trovano ad affrontare l'emergenza maltempo.
Abbiamo fotografato la situazione di Monte Cavallo, Valfornace e Pieve Torina, comuni che sono stati letteralmente sommersi dalla neve. Luoghi nei quali si è abituati ad affronatre inverni gelidi, ma che si trovano ugualmente in difficoltà data l'eccezionalità della nevicata degli scorsi giorni.
"Monte Cavallo è un paese di montagna - dice Pietro Cecoli, sindaco di Monte Cavallo - e quasi tutti gli anni siamo ci troviamo a far fronte ad emergenze di questo tipo. Va detto però che la nevicata di questo inverno ha una portata del tutto eccezionale. Le strade, almeno fino ad un certo punto, sono aperte, anche se come è ovvio non tutti i mezzi possono circolare. Il problema c'è nelle frazioni dove ci urge far arrivare alcune attrezzature che abbiamo già richiesto alla protezione civile. Ho personalmente fatto richiesta di motopale non molto grandi che ci servono per liberare gli ingressi di alcune casa, ci sono zone infatti dove si sono ammucchiati oltre due metri di neve. Siamo abituati, è vero, ma la situazione non è sicuramente piacevole".
La neve ed il terremoto non fanno altro che aggravare la grave situazione che stanno passando gli allevatori pievetorinesi. La stalla dell'azienda agricola "La Collina" di Pieve Torina, di proprietà di Roberto Micheli, aveva già subito gravi danni per causa del terremoto ed ora per causa del peso eccessivo della neve è crollata la tettoia. Sono rimasti intrappolati 150 suinetti che hanno due mesi di vita e purtroppo per causa del freddo cinque di questi sono morti.
Roberto Micheli ha detto: "io ed i miei dipendenti stiamo facendo di tutto per liberare i maialini e se non ci dovessimo riuscire da soli chiederò aiuto all'Esercito. Per causa di queste forti nevicate il camion che di solito mi porta il mangime per i maiali non riusciva a risalire la strada che porta alla mia stalla ed in quell'occasione ho dovuto chiedere aiuto all'Esercito. La situazione si sta facendo sempre più grave, da troppo tempo io ed altri allevatori siamo in attesa di aiuti e non possiamo più andare avanti così".
Nella provincia di Macerata la situazione di agricoltori e animali è tragica.
Da tutta la provincia ci arrivano richieste di aiuto per animali domestici e d'allevamento che di seguito riportiamo.
In primis il rifugio per cani e gatti Colle Altino di Camerino.
Il peso della tanta neve ha spezzato diversi rami, anche grandi, e fatto crollare alcune coperture e i recenti.
Chiedono aiuto a tutti, la situazione al canile è davvero complessa. Chi può vada a dare una mano a togliere la neve, muniti di attrezzi vari e pale.
Si prega di portare tutto quello che si può. La strada l'hanno liberata ieri, quindi il canile e' accessibile.
Per informazioni contattare Ania Pettinelli al numero 320/1994807 o Roberto Cola al numero 338/9226107.
Il canile si trova in loc. Colle altino, Camerino .
Altro appello riguarda la disponibilità a offrire stalli casalinghi ed adozioni per portare via gli animali dalle zone terremotate e invase dalla neve. Contatto Bencini Paola 3396498145.
Anche il sindaco di Ussita, Marco Rinaldi, lancia un grido d'aiuto.
Sono sommersi dalla neve e si devono raggiungere le frazioni isolate e portare da mangiare agli animali.
La situazione è disperata, a Vallestretta e Casali ci sono ancora degli allevatori con il loro bestiame.
"Le stalle mobili non sono arrivate" .
Questo invece lo sfogo sulla sua pagina facebook di Adriano Valente, titolare dell'azienda agricola Scolastici di Pieve Torina.
Ci sono per fortuna anche risposte di aiuto agli appelli: il Rifugio per animali La Campagnola di Sorbara di Modena mette invece a disposizione la propria struttura per ospitare animali di privati colpiti dal sisma. Contattare Cinzia Vescovini Tel 3398099494 - 059907006
Sarah La Danish Jorgensen sulla sua pagina facebook offre il suo sostegno a tutti gli allevatori della provincia di Macerata dando disponibilità ad ospitare animali nella sua azienda a Fiastra.
Dispone di un capannone di circa 350 mq con all'interno anche due box per cavalli e altri quattro box in un campo recintato.
Sulla situazione degli animali interviene anche Coldiretti che parla di "una nuova strage di animali in un territorio a prevalente economia agricola, con una significativa presenza di allevamenti di pecore e bovini molti dei quali costretti al freddo".
Si aggiunge che "appena il 15% delle strutture di protezione degli animali siano state completate fino a ora e gli allevatori non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti che stanno cedendo sotto il peso della neve e delle nuove scosse".
Infine l'Ente nazionale protezione animali, in un comunicato dichiara che è necessario rafforzare la presenza dell'esercito nelle zone del sisma "non solo per ripristinare le vie di comunicazione ma anche affinché il Genio militare costruisca le stalle per gli animali, superando così tutti i problemi burocratici che hanno avuto solo l'effetto di far morire di freddo centinaia e centinaia di animali".
''La neve, forse le scosse di oggi, hanno fatto crollare la tensostruttura provvisoria adibita ad asilo, e che per fortuna era deserta''. Lo dice il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci, che è furioso per la carenza di aiuti ricevuti in questi giorni con l'emergenza neve: ''servono più Stato e meno burocrazia, altrimenti non so come andremo a finire qui. Ho 35 persone isolate nelle frazioni e non posso raggiungerle''. Secondo il sindaco anche altre tensostrutture si sono abbassate. (Ansa)
Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, in contatto continuo con la Protezione Civile e il Commissario Errani, ha chiesto al Ministro Pinotti un ulteriore, rafforzato impegno dell'esercito - assieme alla strutture operative già presenti - per garantire la massima presenza e prossimità dello Stato nei luoghi già colpiti dal sisma e oggi interessati dalle nuove scosse.
(Fonte: Ansa)
Il terremoto sta diventando una valanga.
A Pieve Torina, uno dei comuni più colpiti dalle scosse, la neve sta facendo precipitare una situazione già difficilissima.
Strade bloccate, rami pericolanti, viabilità in tilt e frazioni isolate con le aziende agricole in ginocchio e il bestiame al gelo perchè mancano le stalle.
Agnelli appena nati e praticamente condannati a morte, il dramma degli allevatori peggiora giorno dopo giorno.
Raggiungere il bestiame per accudirlo è diventata un'impresa e in alcuni casi serve persino la scorta dell'Esercito.
Le conseguenze per l'economia locale sono incalcolabili, devastanti.
In paese, la tensostruttura della zona di emergenza si sta deformando schiacciata dal peso della neve e cresce la preoccupazione che possa crollare.
Chi è rimasto a Pieve Torina purtroppo è ancora costretto a vivere nei camper o nelle roulotte, ma quando il termometro di notte scende a -12 gradi non bastano una stufetta elettrica o qualche coperta in più per scaldarsi.
Non va meglio a chi, a sue spese, ha acquistato piccoli moduli prefabbricati: è servito l'intervento dei Vigili del Fuoco per liberarne i tetti dalla spessa coltre di neve.
L'Amministrazione Comunale è impegnata h24 per cercare di supportare la popolazione e affrontare, con l'aiuto dei militari dell'Esercito, i mille problemi scatenati dalle nevicate.
Un'emergenza continua che non deve assolutamente diventare infinita.
La neve che sta dando tregua a Macerata continua a scendere copiosa nelle zone montane, proprio nei piccoli centri già devastati dal sisma.
Tanti i problemi per questa abbondante nevicata sia a causa della precaria situazione degli abitanti sia per la sua portata. Gli allevatori sono disperati e cercano soluzioni sopra le loro forze, perchè si sentono lasciati soli e bloccati da una burocrazia senza fine. Anche il segretario regionale del PD, Francesco Comi, prende posizione su Facebook e sottolinea "i troppi problemi burocratici e la poca informazione" a cui queste persone, già di per sè in condizioni di emergenza, si sono trovati di fronte, quando invece dovevano essere aiutati.
L'ultimo allarme è stato lanciato dall' Azienda Agricola Scolastica, un'azienda biologica che si occupa di allevamento di ovini con la produzione e la vendita diretta di prodotti caseari certificati ICEA. Su Facebook, questa mattina raccontano la loro drammatica situazione:
"In tanti ci avete chiesto un aggiornamento riguardo la situazione, purtroppo è peggiorata e ha nevicato tutta la notte, anche stamattina c'è una bufera fortissima. L'altezza della neve è intorno a al metro e ottanta ma ci sono cumuli alti anche quattro metri. Siamo usciti a fatica da casa e non riusciamo a raggiungere le stalle neanche a piedi. Le strade provinciali sono interrotte da ieri sera e tutte le frazioni sono isolate. Stanotte sono crollate due stalle con mucche e p...ecore all'interno, una a Gualdo e una a Belforte. Non sappiamo in che condizioni siano i nostri animali e dalle sei di questa mattina stiamo contattando tutte le forze dell'ordine per richiedere un intervento.. sembra non ci siano abbastanza mezzi e comunque squadre mal equipaggiate. Speriamo che in giornata intervenga l'esercito perché gli animali sono senza cibo né acqua da ieri."
Altra storia, non meno difficile, quella di un allevatore di Sarnano che nonostante un metro e mezzo di neve ieri pomeriggio ha cercato di salvare le sue 34 mucche dal freddo e dalla coltre bianca, senza l'aiuto di nessuno e senza avere la sua stalla, crollata con il sisma.
Purtroppo questi sono solo due esempi, tanti son o gli allevatori che oggi versano in uno stato di emergenza che non vede fine e che sta tragicamente dimezzando il loro bestiame. Lasciare sole queste persone con i loro animali è un danno non solo economico ma anche umano e civile.
Da Valsantangelo di Pievetorina ci arriva un esempio di grande attaccamento alle tradizioni ed al territorio da parte di un sacerdote ottantenne, Don Candido Pelosi, che dopo il terremoto è rimasto sul posto e ha coinvolto in questa occasione i suoi parrocchiani a perpetuare la ricorrenza di S Antonio Abate.
S. Antonio è un santo simpatico alla gente, ma lui, che è vissuto nel deserto torrido dell'Egitto, ha scelto per la sua festa il giorni più freddi dell'inverno.
Ma i tenaci residenti di questi paesi terremotati non si sono scoraggiati e vogliono conservare le tradizioni.
Orfani della chiesa, danneggiata dal sisma, nella cappella ricavata nella casa parrocchiale di Valsantangelo, hanno organizzato una bella celebrazione.
Sfidando la strada gelata, in Panda e Jeep, o arrancando a piedi con qualche scivolone, si è raccolto un variopinto gruppetto di persone, dal paese, da Massaprofoglio,da Casavecchia, da Pievebovigliana, da Roma.
Nella messa, il parroco don Candido Pelosi, ha ricordato la figura del santo patrono degli animali, modello di austerità, di amore a Dio, di servizio ai poveri, "per dire grazie al Signore che ci dà il necessario per vivere e ci vuole fratelli".
E stare così, insieme, nella preghiera, nel canto, stretti gli uni vicini agli altri, è stato un momento consolante, dopo tanta solitudine di gente, scappata dai paesi, dispersa dai luoghi amati, incerta per il futuro.
E poi il dono del pane, un pane morbido e fresco, portato dai fratelli Piero e Paolo Morelli, dal loro forno di Ostia, per questo incontro, voluto particolarmente da loro stessi.
Lo scambio della pace, la benedizione del pane, la preghiera a s. Antonio: segni del cuore, e infine... un grazioso gesto di gentilezza, espresso con un cioccolato caldo, offerto ai presenti.
La gente del posto non vuole scappare, ma rimanere testimone nella terra dei padri, costruendo l'avvenire e sperando in tempi migliori.
Da ieri nevica ininterrottamente nelle zone terremotate delle Marche. "Con tre operai malati - spiega il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci - siamo riusciti ad affrontare l'emergenza grazie ad alcune assunzioni temporanee e all'intervento dell'Esercito".
Nel centro abitato "abbiamo una decina di centimetri di neve, ma in montagna siamo arrivati a mezzo metro". A Pieve Torina sono state puntellate la tensostruttura del dormitorio e quella che fa da mensa. I maggiori disagi, secondo il sindaco, li vivono gli allevatori che dormono in camper per rimanere vicino alle stalle. A Camerino "sta funzionando il piano neve - dice il sindaco Gianluca Pasqui -. Per oggi le scuole sono chiuse, d'intesa con l'azienda di trasporti. Ma la viabilità è discreta". Scuole chiuse oggi e domani a San Ginesio. La neve non aiuta "tutto il lavoro burocratico che stiamo facendo per avere le casette" secondo il sindaco Mario Scagnetti: ''siamo arrivati a -12 gradi''.
(Fonte Ansa)
La maratona di solidarietà avviata in favore di Pieve Torina, comune fortemente colpito dal terremoto, è proseguita anche durante le feste natalizie. Sono stati tanti i montecassianesi che hanno colto il vero senso delle festività decidendo di effettuare una donazione in favore degli abitanti del comune maceratese che quest’anno sono stati costretti a trascorrere anche le feste di Natale e Capodanno tra freddo e disagio.
Lo scorso 22 dicembre, il sindaco Leonardo Catena aveva simbolicamente consegnato nelle mani del primo cittadino di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, un assegno da 3.300 euro, somma raccolta grazie alle attività e alle manifestazioni organizzate dall’amministrazione comunale in collaborazione con le associazioni locali. Ma la raccolta fondi non si era fermata, anzi è proseguita senza sosta e la somma è aumentata fino a raggiungere quota 5.275 euro. Così il sindaco Catena ha colto l’occasione per ringraziare la Corale “Piero Giorgi” e la Banda filarmonica comunale “Piero Giorgi” per le raccolte effettuate rispettivamente nei concerti del 26 dicembre e del 1° gennaio, ed un gruppo di privati cittadini che hanno fatto una donazione in occasione del cenone di San Silvestro.
Nei prossimi giorni la somma incassata verrà riversata in favore del Comune di Pieve Torina. Ma la raccolta di beneficenza non è ancora conclusa. Nel corso di quest’anno, infatti, sarà ancora possibile fare ulteriori donazioni di fondi o beni con versamento sul conto di tesoreria del Comune di Montecassiano indicando come causale “Pro Sisma 2016”, all’interno del progetto “Montecassiano solidale”.
''Abbiamo perso due mesi. Moduli su moduli da riempire, un sacco di burocrazia, e intanto le mucche rischiano di morire assiderate sotto la neve, e i lupi hanno già sbranato due vitellini appena nati''. Nelle zone del sisma sono decine le stalle distrutte o gravemente lesionate dalle scosse di agosto e ottobre, e migliaia i capi di bestiame, vacche e pecore, che rientrati a valle dai pascoli estivi non hanno più trovato un riparo. Attilio Rivelli è un allevatore di Pieve Torina.
''Abbiamo 150 mucche da carne, la casa inagibile, due stalle senza tetto''. 40 mucche sono state ospitate nella stalla di un amico, ''le altre le abbiamo sistemate sotto una tettoia esterna. Ma di notte fa -15 gradi, l'acqua nelle tubature gela, gli animali non potranno andare avanti a lungo in queste condizioni''. I Rivelli erano pronti ad acquistare una stalla mobile, ''ma ci hanno detto aspettate, aspettate...un rimpallo continuo fra Protezione civile e Regione. Ogni volta manca qualche carta''. (Ansa)
Anche il volontariato nell’ambito del Servizio Civile Nazionale riguarderà le zone colpite dal terremoto 2016. Il Bando “Avviso agli Enti: Presentazione dei progetti di Servizio civile nazionale per 1599 volontari da impiegare nelle aree terremotate delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria” pubblicato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale prevede l’impiego di 1.599 volontari nelle aree terremotate delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.
I progetti dovranno essere trasmessi dagli enti esclusivamente alle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria entro le ore 14,00 del 10 marzo 2017.
Il bando si riferisce alla presentazione dei progetti di Servizio civile nazionale finalizzati alla ripresa della vita civile delle comunità colpite dagli eventi sismici ed a favorire il ritorno delle popolazioni alla normalità.
I destinatari del bando sono:
gli enti iscritti all’Albo nazionale ed agli Albi delle Regioni e delle Province autonome, aventi sedi
di attuazione progetto nei comuni colpiti dal sisma 2016, di cui all’Allegato 1 del Bando
e nei Comuni costieri che ospitano temporaneamente i terremotati.
I volontari saranno così ripartiti:
Abruzzo 207 volontari;
Lazio 453 volontari;
Marche 617 volontari;
Umbria 322 volontari.
Le Regioni interessate, una volta sentite le strutture del Commissario straordinario per le zone terremotate, coordinano i progetti per ciascun settore/ambito di intervento individuati dal bando, promuovendo la cooprogettazione degli stessi tra i diversi enti presenti sul territorio.
Ciò può avvenire anche attraverso appositi incontri con i Sindaci dei comuni colpiti e con i responsabili degli enti, in modo da redigere uno, al massimo due progetti per ogni settore/ambito di intervento individuato.
Per ogni raggruppamento di enti, che darà luogo alla cooprogettazione, dovrà essere individuato un ente capofila avente una capacità organizzativa sufficiente a supportare la complessità degli interventi proposti.
La cooprogettazione è possibile tra enti appartenenti allo stesso Albo, ovvero tra enti iscritti all’Albo nazionale e ad uno degli Albi regionale e delle Province autonome.
I progetti dovranno realizzarsi esclusivamente in una singola Regione e nei seguenti settori/aree di intervento:
a) Assistenza, con particolare riguardo alle fasce deboli
b) Protezione Civile
c) Patrimonio Artistico e Culturale
d) Educazione e Promozione culturale, con particolare riferimento al supporto alle Amministrazioni Locali impegnate nei processi di ricostruzione e di ritorno alla normalità.
I progetti devono essere redatti secondo il modello di cui all’allegato 1 del Prontuario (parag. 3.3 e 4.6 del “Prontuario contenente le caratteristiche e le modalità per la redazione e la presentazione dei progetti di servizio civile nazionale da realizzare in Italia e all’estero, nonché i criteri per la selezione e la valutazione degli stessi” approvato con D.M. 5 maggio 2016) , concernente i progetti da realizzarsi in Italia, essere firmati digitalmente dal legale rappresentante dell’ente capofila o dal responsabile del servizio civile nazionale del predetto ente indicati in sede di accreditamento e devono essere presentati esclusivamente in modalità online.
Ogni progetto deve indicare un capofila, essere redatto per uno solo dei settori/aree intervento innanzi indicati e per una singola Regione.
Tutti i progetti presentati saranno esaminati dalle Regioni competenti e sottoposti ad una valutazione di idoneità riguardante la conformità degli stessi alle finalità stabilite dall’art. 1 della Legge 6 marzo 2001, n. 64, nonché alle modalità di redazione degli stessi previste dal Prontuario.
I progetti risultati idonei sono pubblicati in appositi bandi regionali per la selezione dei volontari.
Questo il link a cui trovare il bando: http://www.serviziocivile.gov.it/menusx/bandi/progetti-scn/2016_bandoprogsisma/
Il 5 gennaio presso il palazzetto dello sport di Porto Sant'Elpidio si è esibita la Joys Band compagnia teatrale composta da dilettanti allo sbaraglio, ragazzi di Pieve Torina e Visso vogliosi di divertirsi e divertire. Prima dell'inizio dello spettacolo ha parlato il rappresentante dell'associazione "Contro il cancro con amore", sostenendo che questo terremoto ha davvero sconvolto i nostri animi ma questo non ci deve impedire di vivere le nostre vite perché solo in questo modo i nostri paesi lesionati dal sisma potranno risorgere.
È stato ringraziato il sindaco di Porto Sant'Elpidio Nazzareno Franchellucci che è sempre presente per questo tipo di iniziative, il direttore dell'Hotel Holiday Daniele Gatti per il suo lavoro e la sua sensibilità verso i terremotati ospiti della struttura alberghiera, l'Assessorato al Turismo e la squadra di basket di Porto Sant'Elpidio per aver concesso il palazzetto dello sport. Appena finiti i ringraziamenti i ragazzi della Joys Band hanno mostrato un video commovente composto da foto dei nostri paesi gravemente lesionati dal terremoto.Dopo la fine del video è cominciato lo spettacolo e per una sera i ragazzi della Joys Band sono stati i "principi della risata", riuscendo a far dimenticare agli spettatori le tristi conseguenze del terremoto. Una risata permette di andare avanti nella vita e di sconfiggere la paura del terremoto e proprio per questo lo spettacolo della Joys Band era intitolato "terremotu te pijasse un gorbu" (#terremotutepijasseungorbu) .Tra uno sketch e l'altro venivano lette delle poesie e dei pensieri dedicati ai valori della vita e ai sentimenti che provano gli sfollati per causa del terremoto inoltre la lettura delle poesie e dei pensieri era accompagnata dalla musica della chitarra di Carlos. Le offerte raccolte durante lo spettacolo teatrale saranno destinate alla realizzazione di un piccolo parco giochi per i bambini della tendopoli di Pieve Torina proposto dal medico pediatria del capoluogo Dott. Salvatore Stasolla
"Ricostruire, ricominciare, ricominciare da capo, ma anche ricominciare senza perdere la capacità di sognare, sognare, avere il coraggio di sognare una volta di più". Lo ha detto il Papa a migliaia di terremotati del centro Italia - dalle diocesi di Rieti, Spoleto-Norcia, Macerata e Ascoli Piceno, accompagnati dai loro vescovi - ricevuti in aula Paolo VI, dopo aver ascoltato le testimonianze di due di loro.
Bergoglio si è quindi detto orgoglioso dei suoi parroci "che non hanno lasciato la terra, è buono avere pastori che se vedono il lupo non corrono". Ricordando di aver già ringraziato sia autorità che vigili del fuoco che volontari, il Pontefice ha, infine, rivolto un grazie anche a "tutti quelli che si sono immischiati in questo dolore vostro perché quando uno fa la lista sempre si vede chi non ha detto, no, a tutti". (Ansa)
Nota del Comune di Castelraimondo
Il sindaco di Castelraimondo, Renzo Marinelli, accompagnato dall’assessore Elisabetta Torregiani e da una delegazione di cittadini ha partecipato oggi all’udienza speciale per i terremotati di Papa Francesco, che si è svolta questa mattina in Vaticano. Il sindaco ha portato in dono al Pontefice una copia del libro che narra la storia dei 700 anni dalla fondazione di Castelraimondo, consegnato nelle sue mani al momento del saluto. Con grande sorpresa, il Santo Padre ha subito ricordato di aver conosciuto, quando si trovava in Argentina, un padre cappuccino originario proprio di Castelraimondo. Si tratta di Padre Giuseppe Gaggiotti, uomo di chiesa nonché storico della cittadina, autore del primo libro su Castelraimondo la cui prima edizione fu scritta a metà degli anni Settanta. “Una forte emozione – ha affermato il sindaco Marinelli – e una inaspettata sorpresa la lucidità con cui il Santo Padre ha immediatamente ricordato il nostro concittadino, conosciuto quando entrambi si trovavano in Argentina, un incontro che secondo alcune memorie deve essere avvenuto verso la fine degli anni Ottanta”.
“Non solo una strada, riapre una speranza per Pieve Torina”. Con queste parole, questa mattina, il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci ha riaperto una delle strade principali del paese montano, oggi fortemente distrutto dal terremoto.“Questa strada attraversa il centro abitato e collega Pieve Torina a Serravalle del Chienti, per andare poi a Colfiorito – ha affermato il primo cittadino –, è un piccolo passo ma che vuol dire tanto. Il nostro comune è stato completamente distrutto dalle scosse e la riapertura di una delle arterie principali rappresenta un piccolo passo in avanti, vuole essere una speranza per la nostra comunità e la prima di una lunga serie. Tutto questo è stato possibile grazie all’impagabile lavoro dei Vigili del Fuoco che stanno operando sul nostro territorio e alle loro opere di messa in sicurezza degli edifici gravemente lesionati che permettono ora il transito da qui fino a Serravalle. Per questo e per tutto quello che stanno facendo li ringrazio a nome personale e di tutta la comunità di Pieve Torina”.
Non bastano le enormi problematiche e le ingenti spese dovute a traslochi improvvisati per chi ha dovuto lasciare la propria abitazione a causa del terremoto. Per chi si è trovato una autonoma sistemazione (e chi ha l'inagibilità da novembre ancora deve vedere arrivare un centesimo del contributo previsto), c'è anche il (costoso) rebus delle utenze. Un mare magnum dove la chiarezza appare una chimera e dove le uniche certezze sembrano gli oneri a carico di chi, non certo per scelta, ha dovuto cambiare casa.Partiamo da un dato di fatto oggettivo. Nelle ordinanze di inagibilità viene chiaramente indicato di procedere "alla chiusura della erogazione delle forniture di acqua e gas". Difficile interpretare l'ordinanza in maniera diversa da quella di provvedere presso i distributori a staccare le utenze. Sarebbe stato sufficiente, invece, chiudere in autonomia i rubinetti? Forse. Di certo, chi ha provveduto presso i singoli gestori a staccare le utenze, nel momento in cui potrà fare rientro nella sua abitazione dovrà pagare nuovamente l'allaccio, per un importo stimato intorno ai 200 euro. La domanda è lecita: era obbligatorio staccare le utenze? Se sì, è normale che poi l'utente debba pagare nuovamente l'allaccio?Non basta. A chi ha staccato l'utenza del gas è arrivata anche un'altra beffa: 30 euro di spese per la chiusura del contatore. Oltre a tutto questo, chi è riuscito a trovare una nuova sistemazione, di certo non poteva pensare di andare ad abitare in una casa senza corrente elettrica. Così, ben prima che sui conti correnti dei terremotati venga accreditato un solo centesimo di contributo autonoma sistemazione, nelle nuove cassette della posta sono arrivate le bollette. Sì. Bollette con una 50ina di euro da pagare per l'allaccio della corrente elettrica (anche se questa è una semplice ipotesi, visto che la voce viene indicata sotto un generico "altri importi"). Curioso anche come venga indicato come periodo di fatturazione il mese di ottobre, quando in realtà i terremotati sono andati ad abitare nei nuovi domicili solo a novembre. Insomma, non bastano le traversie e i disagi per chi ha la casa inagibile. Ci sono anche tutte queste altre peripezie burocratiche da attraversare, con l'unica certezza che a rimetterci è sempre e comunque il cittadino.
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di vibrante protesta inviataci da una nostra lettrice, Letizia AnticoIn seguito alla possibilità offerta da Trenitalia agli “sfollati” (così si legge sul sito) di ottenere biglietti gratuiti, e avendo io casa inagibile (rientrando quindi, ahimè, nella categoria “sfollati”), mi sono recata alla Stazione di Macerata per usufruire di questa possibilità e prendermi il biglietto per andare a Milano, dove studio e dove devo tornare per dare gli esami.Si parlava già da giorni di file interminabili alla biglietteria, di lamentele da parte delle persone che dovevano attendere anche sette ore per un biglietto, del fatto che ci fosse un solo operatore attivo, ecc… lamentele più che lecite, certo, se quelle persone avessero avuto una reale necessità di ottenere i biglietti!Infatti, fattami coraggio, una volta arrivata in biglietteria ho iniziato a fare qualche domanda; cosa scopro?Delle trenta persone in coda, solo io e un’altra ragazza avevamo l’abitazione inagibile; il resto stava approfittando della situazione per… prenotarsi le vacanze!! Alla faccia dell’ “emergenza sismica”!Ciò è stato loro possibile, perché Trenitalia ha dichiarato che il biglietto si poteva ottenere “mediante la sola esibizione di un valido documento in cui si attesti la residenza” in uno dei Comuni colpiti, facendo così cadere il requisito di “sfollato”.Il biglietto sarebbe stato da concedere soltanto a chi presentava il documento che attestasse l’inagibilità della propria struttura abitativa, rilasciato dalla Protezione Civile dopo i vari controlli; invece è bastata una semplice carta d’identità. E così, il maceratese medio, fregandosene di chi non ha più una casa e di chi aveva più bisogno di quei biglietti, si è messo in fila alle biglietterie, intasandole.Ora, la maggior parte delle famiglie sfollate ha cose ben più importanti a cui pensare che sprecare sette ore della propria vita in coda a una biglietteria ferroviaria, quindi molti, come me e mio fratello, hanno dovuto rinunciare. Benché sfollati, dopo tutte le noie burocratiche, economiche e “psicologiche” che uno deve subirsi in queste situazioni, nemmeno la soddisfazione di viaggiare almeno una volta gratuitamente per raggiungere la propria sede universitaria o di lavoro, o semplicemente dei familiari; insomma, dopo il danno... la beffa.Trenitalia ha certamente sbagliato; forse si è sbagliato anche a non dare nessun comunicato alle biglietterie ferroviarie affinché si creasse un “ordine di priorità”, permettendo a chi aveva il foglio di inagibilità di saltare la coda. Meno d’accordo con le lamentale sulla “biglietteria unica”, sufficiente per completare le pratiche delle sole famiglie sfollate (di numero certamente più contenuto) quelle per le quali il biglietto gratuito doveva essere elargito e sulle spalle delle quali gli altri hanno vergognosamente mangiato.Infatti se fosse stato dato SOLO agli sfollati, non ci sarebbero state tante persone (ognuna delle quali faceva il biglietto per tutta la famiglia!) e in dieci minuti io avrei ottenuto il mio biglietto.Ho scritto a voi perché nei giorni scorsi si è parlato tanto di disorganizzazione, ma nessuno ha messo l’accento sull’ignominia di certa gente che si è fatta le vacanze sulle spalle dell’ “emergenza sismica”, senza alcun pudore. Perché se il servizio offerto è stato deprecabile, l’umanità delle persone avrebbe potuto far qualcosa per sanare l’errore, invece ne ha approfittato. Altro che solidarietà! “La Marca è la più ignorante ed incolta provincia dell’Italia, qui tutto è insensataggine e stupidità” scriveva Leopardi. E mi viene da pensare che le cose non siano cambiate poi molto da quel “secol superbo e sciocco”.E’ andata così, il biglietto me lo sono pagata, come sempre, dignitosamente. Invece la vostra, di dignità, è rimasta nell’atrio della Stazione di Macerata, in fila alla biglietteria.Letizia Antico
Un presepe per raccogliere fondi da destinare ai terremotati. A realizzarlo ci ha pensato Carlo Antinori, un infaticabile nonno di 83 anni animato dal desiderio di aiutare gli altri. Lo ha allestito in una vetrinetta sotto casa sua a Villa Potenza, in via Fiume. Da sempre appassionato della rappresentazione della Natività, come tutti gli anni, nonno Carlo ha dato sfogo alla sua fantasia ma, a differenza del passato, questa volta ha costruito pure una cassettina di legno con su scritto "Un soldino piccollo o grande, servirà ad una offerta ai comuni terremotati".Le conseguenze devastanti del sisma, con interi paesi distrutti e ormai quasi disabitati, lo hanno toccato nel profondo ma anche negli affetti. Perché il terremoto si è abbattuto pure sulla nipote Cecilia: "io lavoravo a Muccia e avevo casa a Pieve Torina - ci dice la ragazza - ovviamente ho perso entrambe le cose, avendo amici e clienti rimasti senza nulla, nonno ha preso molto a cuore questa iniziativa e ci tiene molto a fare qualcosa di buono per qualcuno".Intanto la gente passa, guarda il presepe di nonno Carlo e lascia una moneta. L'attesa è per il 6 gennaio, quando assieme alla nipote aprirà la cassetta delle donazioni, a quel punto piccola o grande che sia, la somma verrà versata al Comune di Ussita.
La solidarietà non ha limiti. Ggli oltre 500 chilometri che separano la provincia di Trento da quella di Macerata, non hanno impedito ai soci dell’Associazione Nazionale Carabinieri in Congedo di Civezzano e fornace, due piccoli centri in provincia di Trento, capitanati dal solerte Brig. Igino Macchiavelli, di portare un po’ di sostegno a chi in questo momento soffre.Le violente scosse di terremoto e le strazianti immagini passate quotidianamente dai network, hanno stretto i cuori dei Carabinieri in Congedo di quei centri montani trentini. E così hanno deciso di donare un contributo, ricavato della vendita di lavori ed addobbi natalizi confezionati dalle abili mani delle socie benemerite.Per espresso desiderio dei soci, l’offerta è stata devoluta all’azienda agricola “Lucarini Augusto” di Pieve Tornina fortemente colpita dal sisma.I membri dell’Associazione non hanno potuto consegnare personalmente l’offerta, così lo hanno fatto per il tramite dei Carabinieri della Compagnia di Camerino e dell’Associazione di Pieve Torina.Questa mattina, il Cap. Vincenzo Orlando – Comandante della Compagnia di Camerino – e il Socio Anc Fernando Lapucci, accompagnati dal Sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci, nell’aia di ciò che rimane dell’azienda e che con dignità e coraggio i titolari portano avanti, hanno consegnato il piccolo dono quale sincero gesto di vicinanza e speranza.Nell’occasione il Sindaco ha espresso parole di gratitudine per l’Arma dei Carabinieri, in servizio ed in congedo, per la quotidiana opera di vigilanza, sicurezza e supporto costante alle popolazioni colpite dal sisma. I titolari dell’azienda visibilmente commossi, hanno ringraziato per il gesto venuto anche da lontano quale ulteriore sprone a non arrendersi e ad affrontare con fiducia il nuovo anno.
Continuano le polemiche intorno al contributo di autonoma sistemazione, destinato a tutte quelle persone che, rimaste senza casa a causa dei tragici eventi sismici, si sono trovati costretti a trovare una nuova sistemazione. Per fare chiarezza abbiamo chiesto delucidazioni sull'argomento all'assessore regionale Angelo Sciapichetti, anche a seguito delle recenti esternazioni di alcuni primi cittadini che lamentavano l'assenza della Regione e la mancanza di liquidità."Ci tengo a chiarire - dice Sciapichetti - che da agosto al 20 dicembre la Regione Marche ha liquidato 15.770.332,77 di euro ripartiti tra contributo di autonoma sistemazione (circa 4 milioni) strutture alberghiere e ricettive (oltre 3 milioni), interventi in emergenza, pagamenti agli enti locali per lavori di somma urgenza, pagamenti a ditte private e anticipazioni agli enti locali (circa 7 milioni). Questi soldi sono stati già liquidati a chi ne ha fatto richiesta nella maniera opportuna. Va chiarito infatti che la pubblica amministrazione non può pagare a prescindere e i Comuni che fanno richiesta per quel che riguarda il CAS devono prima rendicontare: se si sono verificati dei ritardi è solo perché la Regione per liquidare deve verificare che tutto sia in regola da parte dell'ente richiedente"."In Regione - continua Sciapichetti - c'è un ufficio preposto che si è occupato finora di ricevere le richieste e, laddove fosse tutto in regola, liquidare i pagamenti. Ci sono delle regole che impediscono alla pubblica amministrazione di pagare quando le pratiche non sono complete o inesatte. Voglio però rassicurare sul fatto che i soldi ci sono e che è nostro preciso impegno continuare a liquidare secondo le necessità". A seguire una tabella con i pagamenti effettuati dalla Regione Marche alla data del 20 dicembre 2016.Euro 15.770.332,77 così ripartiti: - Pagamento Contributo Autonoma Sistemazione (rendicontato dai Comuni da agosto fino al 19 dicembre 2016): EURO 3.900.967,35 -pagamento alberghi,agriturismi,campeggi ecc: EURO 3.125.984,16 - Pagamento agli Enti Locali per lavori di somma urgenza: Euro 978.852,22 - pagamento interventi in emergenza Euro 503.072,03 - pagamento lavori somma urgenza ditte private: Euro 287.388 - Anticipazioni 30% agli Enti Locali per lavori di somma urgenzaEURO 6.907.069.00 TOTALE PAGAMENTI EFFETTUATI FINO AL 20 DICEMRE 2016 EURO 15.770.332,77POPOLAZIONE ASSISTITA - palestre,scuole,palazzetti dello sport, centri sociali,tensostrutture MC 1.160 - FM 168 - AP 212 - AN 0 = Totale 1.540 . autonoma sistemazione CAS MC 11.663 - FM 1.324 -AP 2.676 - AN 533 = Totale 16.196 - alberghi,campeggi,agriturismi ecc MC 5.037 - FM 124 - AP 752 - AN 205 = Totale 4.388 TOTALE POPOLAZIONE ASSISTITA NELLA REGIONE n. 29.304