Piccolo è ancora bello. Lo testimoniano i 23 borghi marchigiani premiati dal Touring Club Italiano con la 'Bandiera Arancione' per il 2019 e che domani 29 giugno, ad Amandola, festeggeranno il riconoscimento che il TCI assegna ai Comuni dell'entroterra con meno di 15 mila abitanti perchè hanno saputo distinguersi per un'offerta turistica di eccellenza e un'accoglienza di qualità.
Una cerimonia di premiazione proprio nella piazza principale della new entry di quest’anno, Amandola che accoglierà i 23 Sindaci con la fascia tricolore degli eventi ufficiali importanti. Tutti insieme dunque, Acquaviva Picena, Amandola, Camerino, Cantiano, Corinaldo, Frontino, Genga, Gradara, Mercatello sul Metauro, Mondavio, Montecassiano, Montelupone, Monterubbiano, Offagna, Ostra, Ripatransone, San Ginesio, Sarnano, Serra San Quirico, Staffolo, Urbisaglia, Valfornace, Visso, per testimoniare l’impegno quotidiano nel raggiungere questo ambito riconoscimento, come sottolinea l’assessore regionale al Turismo-Cultura, Moreno Pieroni: “Questo risultato è il frutto del lavoro e dell’impegno delle Comunità dell’entroterra che hanno consentito alle Marche di raggiungere il prestigioso traguardo, che con Amandola quest’anno segna 23 Bandiere Arancioni. Un fatto che ci rende orgogliosi perché colloca la nostra regione nei primissimi posti per numero di vessilli conseguiti. Il merito di così tante bandiere non è solo il risultato di indicatori tecnici, non solo di una capacità propositiva che ci ha distinto nel tempo proprio in questo particolare riconoscimento, ma soprattutto della passione che ogni comunità esprime e delle persone che ogni giorno si impegnano nel preservare e valorizzare luoghi di infinita bellezza, ricchi di storia e cultura millenarie. L’unità e il lavoro di rete è la chiave che poi svela al turista questo inestimabile tesoro fatto di borghi incantevoli, natura rigogliosa e incontaminata, gente ospitale”.
“Si tratta di un cluster di grande importanza per la strategia turistica regionale – ricorda ancora Pieroni - su cui la Regione punta molto perché è in grado di declinare le eccellenze della comunità marchigiana, lo spirito dell’entroterra operoso e creativo in un’ottica sostenibile. Non solo il cluster delle Bandiere Arancioni si lega a quello delle Bandiere Blu in un’ideale connessione virtuosa tra costa e entroterra, ma concretamente diventa strategico per l’entroterra per una piena rinascita dopo le conseguenze negative del sisma del 2016. A tutto questo si collegano anche i cluster del Bike e Marche Outdoor , il turismo lento dei Cammini e le tante iniziative di promozione turistica e culturale di grande qualità su cui la Regione sta investendo".
La cerimonia delle consegna delle Bandiere arancioni avrà inizio dalle ore 17.00, in Piazza Risorgimento ad Amandola, per poi proseguire con un aperitivo “arancione” e concludersi alle 21,00 con il concerto del TRIO Dante con lo spettacolo musicale “Dall’Opera ai Beatles”.
Sono 27 i progetti approvati relativi alla riqualificazione o al completamento degli impianti sportivi del territorio, dislocati in 25 Comuni, per un finanziamento complessivo pubblico di quasi 7 milioni di euro (6.853.931). Sono i numeri del fondo “Sport e Periferie 2018” nelle Marche, del quale è stata pubblicata la graduatoria alla fine di maggio scorso, dopo che il bando si era chiuso lo scorso gennaio. Finanziamenti che si aggiungono agli oltre 11,8 milioni di euro del fondo 2017 attraverso il quale sono stati finanziati 34 interventi in 32 Comuni marchigiani.
Istituito dal precedente Governo, il fondo “Sport e Periferie” è volto a realizzare interventi edilizi per l’impiantistica sportiva tesi, in particolare, al recupero e alla riqualificazione degli impianti esistenti, e individua come finalità il potenziamento dell’agonismo, lo sviluppo della relativa cultura, la rimozione degli squilibri economico-sociali e l’incremento della sicurezza urbana. Gli interventi nascono dall’esigenza di dare un segnale immediato sul territorio, soprattutto a quei territori particolarmente degradati delle periferie delle città.
Nelle Marche, per la seconda tranche di finanziamento, saranno 27 i progetti finanziati, distribuiti in 25 Comuni di tutte e cinque le province, tra cui diversi Comuni del cratere sismico: un aiuto alla ricostruzione, ma anche alla ricucitura di relazioni sociali per favorire la quali lo sport è elemento privilegiato.
I beneficiari dei contributi sono: l'Asd San Marco e l'Associazione sportiva dilettantistica Le Muse di Petriolo (MC), il Comune di Terre Roveresche (PU), il Comune di Peglio (PU), il Comune di Urbisaglia (MC), il Comune di Sant'Angelo in Pontano (MC), l'Asd Ripaberarda di Castignano (AP), l'Unione dei Comuni di Castelbellino e Monteroberto (AN), il Comune di Colli del Tronto (AP), il Comune di Gualdo (MC), il Comune di Polverigi (AN), il Comune di Montecopiolo (PU), il Comune di Rapagnano (FM), il Comune di Montelupone (MC), il Comune di Venarotta (AP), il Comune di Camerino (MC), il Comune di Corridonia (MC), il Comune di Tavoleto (PU), il Comune di Ripe San Ginesio (MC), il Comune di Fiuminata (MC), il Comune di Castorano (AP), il Comune di Falconara Marittima (AN), che vede finanziati due diversi progetti, il Comune di Sarnano (MC), il Comune di Pergola (PU), il Comune di Castel di Lama (AP) ed il Comune di Smerillo (FM).
"Le Marche ricevono ancora dai livelli nazionali finanziamenti importanti per la riqualificazione della propria impiantistica sportiva – commenta il presidente del CONI Marche, Fabio Luna –, parliamo di quasi 7 milioni che si aggiungono ai corposi investimenti pubblici dello scorso anno, quando grazie al fondo nazionale “Sport e Periferie” ed ai fondi della Regione Marche, sono stati erogati finanziamenti per oltre 17 milioni che hanno generato investimenti (tra pubblico e privato) di quasi 34 milioni, utili anche alla ricostruzione delle strutture sportive nelle zone colpite dal sisma. Nel 2018 sono stati 150 in ambito regionale gli impianti interessati da progetti di riqualificazione sul territorio a cui ora se ne aggiungono altri 27. Ed ancora sono molti i progetti che attendono di essere finanziati e di prendere forma, segno che anche in tema di impiantistica sportiva le Marche non vogliono stare ferme, ma migliorare continuamente. Il nostro territorio è piccolo – prosegue Luna –, ma con un ricco patrimonio sportivo non solo in termini di campioni o di movimento sportivo di base, ma anche in termni di impiantistica. Parliamo di strutture prevalentemente pubbliche che hanno bisogno di manutenzione, ma anche di ampliamenti, messe a norma ed adeguamenti tecnici. Interventi ai quali spesso i Comuni, specie se piccoli, o le stesse associazioni sportive, non riescono a far fronte da soli. Per questo poter usufruire di finanziamenti statali è un elemento di estrema importanza".
Il fatto è accaduto intorno alle 17 di questo pomeriggio (13 giugno n.d.r).
Tre operai stavano lavorando sulla torre civica, quando sono venuti a contatto attraverso il parafulmini con una sostanza radioattiva.
Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco che hanno subito transennato la zona per poter rimuovere il parafulmini in sicurezza.
Le operazioni sono ancora in fase di svolgimento, non si conoscono al momento le condizioni degli operai.
Servizio aggiornato alle ore 21:00
È stato messo in piena sicurezza, senza possibilità di nuocere, il parafulmine “radioattivo” smontato dalla vetta della torre civica di Montelupone. Si è infatti appurato che la sua nocività è limitata ad un raggio di un solo metro lineare e, naturalmente, va evitata la manipolazione diretta. Inoltre, l’apparecchiatura è ora chiusa tra le spesse mura della torre, il che annulla del tutto ogni possibile pericolosità. Verrà rimossa da una delle tre uniche ditte specializzate operative in Italia.
I fatti.
Tra gli interventi post terremoto, era prevista anche la sostituzione del vetusto parafulmine. Quando gli operai lo hanno rimosso – ci ha raccontato il sindaco Rolando Pecora – qualcuno, quasi per mera curiosità, ne ha misurato la radioattività con una apparecchiatura non recentissima, ma il risultato è stato allarmante.
Sono stati subito allertati i Vigili del Fuoco, la Prefettura, l’Asur e così di seguito. Le misurazioni successive, con moderne e consone apparecchiature, hanno confermato la radioattività del parafulmine, determinandone però anche il raggio limitato.
I Vigili del Fuoco lo hanno messo in sicurezza, il Prefetto di Macerata dott. Iolanda Rolli si è sempre tenuta in contatto con il Sindaco, gli operai che hanno manipolato il parafulmine sono e verranno seguiti e monitorati attentamente.
Un chimico ha avanzato l’ipotesi che i parafulmine installati molti decenni fa, realizzati con sostanze particolari, e avendo sostenute molte scariche, possano avere immagazzinato una carica radioattiva. Se ne saprà di più in un prossimo futuro, a seguito delle indagini e degli esami di prassi. Intanto, si spera che gli operai che hanno manipolato l’apparecchiatura non abbiano da patire danni e si attende un nuovo e moderno parafulmine.
Aggiornamento 13 giugno ore 22:45
Pochi minuti fa il Comune di Montelupone ha diramato un comunicato ufficiale:
"L’elemento chimico contenuto nel parafulmine della torre civica di Montelupone è il Torio (Th – numero atomico 90). Insieme all’Uranio, è un elemento naturalmente radioattivo ma, a differenza del primo, è debolmente radioattivo, pur avendo una emivita di 15.05 miliardi di vita. E’ un elemento molto diffuso in natura, anche in Italia – ci ha spiegato il chimico Alberto Muccichini, ex vicesindaco - ed è un sottoprodotto delle “terre rare”, essenziali per i prodotti elettronici, di cui è molto ricca la Cina.
Il Torio è color argento, ma con l’ossidazione diventa ben presto nero.
Pare che, alcuni decenni fa, una circolare abbia consigliato, o prescritto, di eliminare i parafulmine al Torio. Forse non tutti hanno provveduto.
Nel caso di Montelupone, il parafulmine era di notevole entità, almeno tre metri, per salvaguardare un manufatto trecentesco. Quando l’esperto caposquadra degli operai addetti alla rimozione ha notato l’ossidata targhetta del Torio, il geometra comunale Andrea Pesaola è andato a prendere il suo privato misuratore di radioattività, lo ha avvicinato al parafulmine e, da lì, è parlato l’allarme.
Comunque, la radioattività riscontrata non si è accresciuta con le scariche subite nei decenni, ma si è mantenuta costante per la lunga emovita del Torio.
Tuttavia, è da sottolineare ancora che il Th è debolmente radioattivo, il che fa ben sperare che i tre operai intervenuti non abbiano da patire conseguenze.
Il sindaco Rolando Pecora è grato a quanti sono intervenuti con prontezza e alta professionalità. In particolare, ringrazia il Prefetto dott. Iolanda Rolli che, con grande apprensione e umanità, ha seguito la vicenda in diretta, minuto per minuto".
Aggiornamento 14 giugno ore 10:04
Le misurazioni effettuate dai Vigili del Fuoco, al momento, non destano nessuna situazione di pericolo immediato.
Lo scorso giovedì 6 maggio si è tenuta, nella sede del Centro culturale Galantara, la Festa di conclusione del Corso di Lingua araba, che si è svolto dall’ottobre 2018 al giugno 2019. Naturalmente, la gastronomia maghrebina ha allietato i convenuti, compreso il sindaco Rolando Pecora. Non è mancato il tradizionale disegno Henné.
Tale corso è dedicato ai figli degli immigrati dal Maghreb che, nati per lo più in Italia, frequentano le nostre scuole e crescono immersi nella nostra cultura. Qual è, allora, il significato di tale corso?
I loro genitori hanno frequentato i corsi di Lingua italiana, hanno acquisito i relativi titoli, sono ben inseriti nel contesto socio-economico del Borgo. I loro bambini vivono l’influenza della antropo-cultura italiana, a scuola e nel contesto sociale, e di quella maghrebina in famiglia.
L’obiettivo del corso di lingua araba è quello promuovere l’interazione positiva tra le due influenze culturali, in modo che i bambini non si sentano in futuro dei déraciné (sradicati), come purtroppo avviene nelle periferie delle città europee, ma si sentano partecipi, arricchiti e realizzati grazie alla consapevolezza sia delle proprie origini, che della interiorizzazione dei valori del Paese in cui crescono.
Le loro mamme “maestre”, Ibtissam (Maria), Fatiha e Hanan (Anna), supportate dal Servizi sociali e dall’Associazione culturale Galantara, di anno in anno insegnano dunque ai bambini di origine maghrebina la Lingua araba, che altrimenti resterebbe per essi quasi sconosciuta e non strutturata, in modo che la cultura delle proprie origini non vada dispersa e non venga danneggiato lo sviluppo della loro identità.
Nella serata di giovedì 6 giugno 2019 si è tenuto a Montelupone il primo Consiglio comunale. Il sindaco Rolando Pecora ha dato il benvenuto ai Consiglieri, ricordando che la presenza di tutti loro è dovuta all’amore verso la Comunità, un’entità locale così piccola per cui è facile superare le diversità ideologiche e interagire insieme per la buona amministrazione.
Certificata la eleggibilità dei Consiglieri, il sindaco ha letto la rituale formula del giuramento per poi passare alla nomina dei capigruppo: Castellani per la maggioranza e Quatrini per la minoranza.
Lette le linee programmatiche, con seguente votazione, si è provveduto a votare per la nomina delle commissioni.
Commissione elettorale: titolari: Sindaco (di diritto), Paoltroni, Gambini, Quatrini. Supplenti: Giannella, Pranzetti, Zallocco.
Commissione assegnazione giudici popolari: titolari, Sindaco (di diritto), Elisei, Crucianelli. Supplenti: Mogliani, Rinaldi.
Conclusi i lavori, il sindaco ha invitato tutti i Consiglieri a posare per la foto di gruppo e tale invito, ben accolto, dovrebbe significare che tutti, nei diversi ruoli, intendono operare per il bene della Comunità.
MONTELUPONE: NUOVA GIUNTA, DELEGHE E INCARICHI
Rolando Pecora-Sindaco: Urbanistica e Servizi sociali. Assessori: Orietta Mogliani: Vicesindaco e Assessore Cultura e Turismo. Giordano Elisei: Assessore Agricoltura, Attività produttive, Commercio, Problematiche zonali, Associazioni. Assessori esterni: Sandro Provenziani: Assessore Organizzazione del personale, Protezione civile. Giada Giorgetti: Assessore Ambiente e Territorio.Consiglieri con delega: Andrea Castellani (Capogruppo di maggioranza): Bilancio e Programmazione. Luigi Giannella: Vigilanza e Sicurezza. Gino Paoltroni: Lavori pubblici. Matteo Pranzetti: Manutenzione, Patrimonio, Cimitero, Viabilità. Simone Gambini: Politiche giovanili e Scuola. Chiara Monteverde: Tributi, Rapporti con società partecipate, Sport. Inoltre: Ufficio dello Staff del Sindaco, coordinato da Alberto Muccichini: Massimo Girotti (coadiuva Chiara Monteverde). Pietro Cognigni (coadiuva Simone Gambini). Serena Lambertucci (coadiuva Orietta Mogliani).Lo Staff del Sindaco può partecipare ai lavori di Giunta.
Composizione del Consiglio comunale a seguito delle elezioni amministrative del 26 maggio 2019 Sindaco Rolando Pecora. Consiglieri di Maggioranza (numero 8) Luigi Giannella – Gino Paoltroni – Orietta Mogliani – Giordano Elisei– Matteo Pranzetti – Andrea Castellani – Simone Gambini – Chiara Monteverde. Consiglieri di Minoranza (numero 4) Pietro Quatrini – Luca Crucianelli – Sergio Zallocco – Simone Rinaldi.
In avvicinamento al Torneo Internazionale di Scacchi “Cento Torri”, che si terrà ad Ascoli Piceno dal 31 maggio al 2 giugno, il 21enne Pier Luigi Basso di Montebelluna (Treviso), alla sua età già GM (Grande Mestro) con ben 2542 elo, ha fatto tappa a Recanati, ospite del 13enne Michele Piangerelli, CM (candidato maestro nazionale).
Le categorie scacchistiche sono, a partire dal basso: NC, 3^ Nazionale, 2^ N, 1^ N, CM (candidato maestro), M (Maestro nazionale), MF (maestro Fide), MI (maestro internazionale, GM (grande maestro). Quindi, la categoria GM è la massima, a sua volta graduata dalla variabile degli elo, punti che si aggiungono o si tolgono in base al succedersi dei risultati.
A Recanati il gioco-sport degli scacchi è in fase nascente e promette bene: lo si pratica in diverse scuole primarie (in molte Nazioni è materia di studio) e da poco è pure nato un attivo Circolo scacchistico. Il giovanissimo Michele Piangerelli rappresenta oggi il giocatore locale di spicco, ma presto gli si affiancheranno altri ragazzi.
Intanto è arrivato il GM Pier Luigi Basso che, guidato da Michele, ha visitato la città e, soprattutto, il Colle dell’Infinito.
Giovedì sera, invece, sono andati a cena a Montelupone, alla Taverna degli Artisti, per assaporare la cucina locale a base di carciofi. Lo chef Antonino Bedini, che ben conosce Michele, li ha accolti con molta simpatia e li ha pure gratificati di una “lectio magistralis” enogastronomica, suscitando l’interesse del GM Basso che, in quanto veneto in zona Prosecco, ha espresso le sue argomentazioni in proposito. Usciti in piazza, non sono mancati gli apprezzamenti per il suggestivo centro storico di Montelupone.
Sabato, Michele ospiterà en passant anche il Maestro 15enne Francesco Bettalli, di Siena, e Nicole Samantha Paparella, punta di diamante delle scacchiste di Bolzano e dell’intero Trentino A.A.
La presenza di tanti giovani campioni a Recanati sia di buon auspicio per una crescita, in loco, di un movimento scacchistico che, è risaputo e comprovato, porta tanti benefici alla crescita armoniosa dei bambini e dei ragazzi.
La Corte d'assise d'appello di Ancona ha confermato la condanna a 18 anni di carcere a carico di Valerio Andreucci, il fantino ascolano di 26 anni accusato dell'omicidio del veterinario Olindo Pinciaroli, 53 anni, originario di Urbisaglia ma residente a Montelupone, avvenuto il 21 maggio 2017 a Osimo, mentre i due viaggiavano sull'ambulanza veterinaria di Pinciaroli. Omicidio volontario, detenzione illegale di armi, simulazione di reato e calunnia le accuse per le quali il giovane è stato considerato colpevole dai giudici di secondo grado che hanno rigettato il ricorso presentato dai suoi legali. Non aveva invece impugnato la sentenza di primo grado la Procura. Il movente del delitto sarebbe da ricondurre a un debito di 3 mila euro: Andreucci non avrebbe voluto restituire al datore di lavoro il denaro con cui aveva acquistato cocaina.
(Fonte ANSA Marche)
Montelupone conferma Rolando Pecora (Lista Bene Comune) . Il sindaco uscente con il 64,36 % dei voti batte lo sfidante Pietro Quatrini (Progetto Montelupone) che si ferma al 35,64 %.
In questo caso la lista di centrodestra a trazione leghista, rappresentata da Quatrini, non è riuscita a confermare il risultato delle europee.
Alle europee 2019 la “Lega Salvini Premier” ha ottenuto a Montelupone il 45,36% delle preferenze, oltre quindi il dato nazionale, e si pensava che l’evidente “trend” avrebbe premiato la lista Quatrini e nuociuto alla lista Pecora. Gli elettori, invece, hanno scelto di nuovo Rolando Pecora.
Montelupone. David “Matt” Crutchfield, giovane 25enne di Atlanta (Georgia, USA) , è uno Chef de Cuisine che lavora nella Wrecking Barn Farm alle porte di Atlanta. Il suo boss ha deciso di allargare il proprio business aprendo un top ristorante nel cuore di Atlanta (quattro milioni di abitanti) e di affidarne il ruolo di primo chef proprio a Matt, consigliandogli però un innovativo aggiornamento.
Matt, innamoratosi della cucina dopo un esordio come “lavapiatti per caso”, ha optato per una full immersion nella gastronomia italiana.
La sua esperienza italiana è iniziata a Isola della Scala, nei pressi di Verona, nella Fattoria didattica Pila Vecia di Ferron, re mondiale dei risotti. Dal veronese, poi, a Montelupone, dove “lavorerà” alcuni giorni nella cucina dello chef Antonino Bedini della Taverna dell’Artista. La terza tappa è prevista nella zona del Valpolicella, dove regna il prestigioso vino Amarone.
Matt non è in vacanza, ma lavora sperimenta e apprende nelle cucine che lo ospitano: risotti a Pila Vecia, cucina tradizionale e genuina a Montelupone, vini in Valpolicella. Lo abbiamo incontrato, interprete il “quasi scozzese di elezione” Leonardo Bedini.
Il ragazzo georgiano ci ha raccontato che è affascinato dall’Italia, dalla simpatia della gente, dagli scenari architettonici e paesaggistici e, naturalmente, è affascinato dalla cucina italiana e, ancor più, dai suoi ingredienti, dalle materie prime.
L’entusiasmo di Matt fa da contrasto alla sconsolata riflessione dello chef Antonino Bedini, che lo ospita nella propria cucina:”Questo ragazzo - ci confida - è qui in Italia a spese sue, lavora, gira un po’ per sperimentare nei dintorni e per crescere. Io, invece, cerco da mesi un aiuto-cuoco e non si trova. Tutto in regola, € 1.200 netti/mese per iniziare, ma niente da fare. Capita che fissano un appuntamento, ma poi non si presentano al colloquio. E questo è un problema comune a molti colleghi”.
Nel lasciare lo chef Antonino al suo sfogo, auguriamo al 25enne Matt, ragazzo americano, tutto il successo personale che sta costruendo e che merita.
Una storia lunga 60 anni che ha attraversato (e attraversa tutt’oggi) cinque continenti, partendo da Recanati. Una storia fatta di passione, sacrificio e di un grandissimo amore, quello per la musica e per ogni suo genere. Abbiamo incontrato Stelvio Lorenzetti, Amministratore Delegato della Eko Music Group, che ci ha raccontato la storia dell’azienda e del suo fondatore, Oliviero Pigini: un viaggio sulle note del rock and roll e dei live dei mitici anni ’70, ’80, ’90 fino ad arrivare ai giorni nostri.
“La Eko nasce nel 1959 grazie all’intuito del fondatore Oliviero Pigini, originario di Castelfidardo – ci ha raccontato Stelvio Lorenzetti -. Oliviero non conosceva la chitarra. Vendeva principalmente fisarmoniche insieme allo zio, Marino Pigini, che lo mandò in America proprio per vendere lo strumento musicale che produceva da oltre 40 anni. Oliviero, di ritorno dal lunghissimo viaggio e affascinato dal mondo d’oltreoceano, spiegò allo zio che ormai la fisarmonica era ‘morta' e stava partendo una nuova tendenza, quella del rock and roll e della chitarra. Marino era scettico e decise di continuare a produrre fisarmoniche. Oliviero decise quindi di lasciare l’azienda dello zio e si mise in proprio, iniziando a vendere chitarre, importandole dalla Jugoslavia. Chiamò questi nuovi strumenti GMI (giocattoli musicali italiani), ma ben presto si accorse che erano brutti e rozzi e non poteva continuare vendendo dei pezzi di bassa qualità. È qui che scatta la scintilla: insieme ai fratelli Paladino, Oliviero, nel 1959, fonda la Eko e inizia produrre chitarre. Ma la sua intuizione geniale non si fermò qui: iniziò a investire anche nell’insegnamento della chitarra, uno strumento allora sconosciuto ai più, creando delle scuole di musica e "convertendo" i fisarmonicisti, con l’aiuto di un grande chitarrista classico di Frosinone, Mario Gangi. A quel punto, richiesta e offerta si incontrarono e la chitarra iniziò a essere venduta in tutto il mondo”.
“Tutto inizia a Recanati, la madre Eko nasce lì, dove oggi c’è anche un busto di Oliviero – ha continuato Lorenzetti -. Nel 2008 ci siamo poi spostati nella sede attuale qui a Montelupone. La produzione delle chitarre Eko inizia con la classica, la western e l’elettrica: quella che attecchiva di più era la western, il cosiddetto modello ‘Ranger’, che invase tutto il mondo, dall’America, passando per il Giappone e raggiungendo l’intera Europa. Per le elettriche c’era sempre la Fender americana che dominava il mercato, mentre la chitarra classica era riconosciuta come un prodotto della cultura spagnola. La velleità degli strumenti Eko era una: conquistare il mercato mondiale di tutti i tipi di chitarra. E così è stato e, a oggi, vendiamo in tutti e 5 i continenti.”
“La nostra produzione oggi si sviluppa però in Cina dove abbiamo stabilito delle collaborazioni con cinque fabbriche e, da lì, esportiamo in tutto il mondo anche se stiamo, piano piano, cercando di riportare una parte della produzione in Italia – ha spiegato l’Amministratore Delegato -. Il 70% del valore della chitarra infatti è dato dalla manodopera e il 30% dalla materia prima; quest’ultima ha sempre lo stesso costo in ogni parte del mondo perché il legno, le corde e le meccaniche sono sempre gli stessi. C’è un approccio diverso però nell’acquisto dello strumento: oggi la gente cerca chitarre che non costino una fortuna perché solo in pochi si possono permettere strumenti da 3mila euro. La Eko parte da una qualità media e arriva a una qualità alta che viene venduta al pubblico con una cifra contenuta: lì noi ci fermiamo perché il nostro target è quello.”
La produzione della Eko si aggira sulle 100mila chitarre l’anno e vanta oltre 100 modelli. Solidità, ottimo suono, giusto prezzo e il classico gusto italiano con l’attenzione ai dettagli e alla colorazione: sono queste le caratteristiche che rendono il marchio recanatese grande in tutto il mondo. “Una serie di qualità che il mercato ama, accetta e recepisce” ha commentato Lorenzetti.
“Tutti i più grandi artisti italiani sono nostri amici e vengono spesso a trovarci e noi siamo felici di offrire loro strumenti di prima qualità: Jovanotti, Renato Zero, Claudio Baglioni, Ron, Negramaro, Edoardo Bennato, Biagio Antonacci, Negrita, Saturnino, Luca Colombo, Massimo Varini e tantissimi altri artisti famosi – ha continuato Lorenzetti -. Avere la possibilità di “usare” la loro immagine per promuovere il nostro marchio ci fa piacere: in questo modo Eko sale sopra a tutti i palchi italiani e non solo. Collaboriamo anche con moltissimi artisti americani, inglesi, australiani, spagnoli e sudamericani.”
“Quando Oliviero iniziò, si rese conto che stava partendo anche il rock and roll pesante – ha proseguito Lorenzetti -: quello dei concerti dal vivo e quindi della chitarra elettrica che, da sola, non suona. Decise quindi di iniziare a commercializzare anche gli amplificatori per chitarra e nacque “l’amplificazione Eko”. All’inizio acquistava gli amplificatori da terzisti, la FBT nacque grazie alla Eko. Poi, col tempo, la produzione degli amplificatori fu fatta internamente. In questo modo la Eko diede il via a tutto il reparto elettronico locale: i produttori si resero conto che con l’elettronica era possibile fare molte cose. Nacque poi la moda degli organi elettronici e se ne vendevano moltissimi ai tempi: Oliviero, insieme alla Thomas americana e alla Vox inglese diede vita alla EME, Elettronica Musicale Europea, a Sambucheto, per la costruzione appunto di organi elettronici."
“Nel 1967 Oliviero morì e alla Eko venne a mancare il condottiero – ha proseguito Lorenzetti -. I due soci che rimasero, Pierdominici e Vignoni, i quali si occupavano più di produzione e non avevano le stesse qualità imprenditoriali del fondatore e, nel 1985, arrivò anche la grande crisi, la Eko venne spazzata via e i sindacati la fecero fallire. Nel 1987, Don Lamberto Pigini, fratello di Oliviero, decise di ricomprare il marchio e, l’anno dopo, mi chiamò. Ci mettemmo in società e rifondammo l’azienda, decidendo di rimanere sempre qui perché Recanati è la patria della Eko e la Eko deve rimanere qui, continuando a essere un’eccellenza del nostro territorio. Oggi stiamo cercando di riportare la produzione in Italia, con il lancio di due nuove chitarre: “Infinito”, in onore dei 200 anni dalla prima stesura della poesia e la “Ranger Futura”, in onore del nostro modello storico. Due chitarre che verranno prodotte interamente in Italia.”
Sull’elettronica, che al giorno d’oggi sta prendendo sempre più piede, Lorenzetti ha espresso il suo punto di vista. “Prima c’erano le sale di registrazione e di incisione invece oggi i vari componenti delle band registrano il loro pezzo singolarmente, magari trovandosi anche in diverse parti del mondo, e poi l’elettronica e la tecnologia pensano al resto: la cosiddetta home recording. Fortunatamente però per la chitarra è diverso: i chitarristi hanno una determinata forma mentis e hanno determinate richieste. Il mercato della chitarra è sempre molto forte e fortunatamente ci sono sempre i live: lì l’elettronica non può dare gli stessi risultati.”
“Quanto tempo ci vuole per fare una chitarra? Il tempo che ci vuole per fare una chitarra – ci spiega sorridendo il liutaio Roberto Fontanot, uno dei più importanti e famosi in Italia -. Creare una chitarra è un lavoro di grande pazienza per dare vita a uno strumento raffinato e delicato: un lavoro fatto principalmente dalla scelta delle materie prime. Per produrre chitarre Eko siamo noi stessi a creare il design tramite il pc, poi la macchina del controllo numerico, con la quale riusciamo a produrre con precisione ciò che vogliamo, pensa al resto. Dopo l’assemblaggio si passa poi alla verniciatura a led (studiata appositamente insieme alla ICA di Civitanova Marche) che non appesantisce il legno. Ci vogliono circa 200 step di produzione per fare una chitarra senza considerare la parte iniziale, quella di selezione degli alberi, che vengono scelti e abbattuti insieme ai Carabinieri Forestali.”
Un lavoro lungo e meticoloso, come ci ha mostrato Roberto, fatto di amore e passione e che conferisce allo strumento quelle qualità uniche e necessarie per chi, della musica, non può farne a meno.
Incidente questo pomeriggio, quando erano le 16.45 circa, a Montelupone in contrada Peschiera.
Per cause in fase di accertamento, una donna alla guida della propria auto ha perso il controllo del mezzo, che dopo aver urtato violentemente il guardrail è finito fuori strada, restando in bilico sotto la sede stradale.
Sul posto sono accorsi immediatamente i mezzi di soccorso: 118, Vigili del Fuoco e Polizia Stradale.
La donna è stata poi trasportata in ambulanza all'Ospedale di Macerata , le sue condizioni non sono gravi.
Montelupone. Sabato 11 e domenica 12 maggio torna la Sagra del Carciofo che, con la sua 58^ edizione, rappresenta un evento sempre più consolidato e tradizionale nel panorama delle sagre.
L’ormai celebre e prestigioso Carciofo di Montelupone – che già citato in una “cronica” intorno al 1200, è di uno specifico ecotipo diffuso nella collina monteluponese ed è conservato nella Banca del germoplasma regionale di Monsampolo del Tronto – è presidio Slow Food e, anche come tale, contribuisce spesso a interpretare le eccellenze gastronomiche marchigiane in giro per l’Italia. Naturalmente rappresenta, pur nella esiguità del prodotto decisamente di nicchia, anche un volano economico, per gli operatori agricoli, grazie alla commercializzazione del fresco e del lavorato.
La Sagra del Carciofo di Montelupone, allestita dalla Pro Loco, non è dunque una delle solite e un po’ inflazionate feste paesane, ma la degna vetrina di una produzione e di una storia che distingue un borgo piccolo, ma ricco di riconosciute e variegate eccellenze.
La sagra, plastic-free, si aprirà nel pomeriggio di sabato 11, alle ore 16.30, con le spettacolo Crescere in Musica di tutte le scuole..
Alle ore 19, apertura degli Stand gastronomici presso il Parco Franchi, entro le mura, ove sono allestiti dei maxi gazebo per centinaia di convenuti.
Alle ore 22 concerto “Ciao Lucio” – tributo a Lucio Dalla dal Gruppo Work in Progress.
Domenica 12 maggio gli stand gastronomici saranno aperti a pranzo e a cena e il servizio sarà Plastic-free.
Motoraduno dalle ore 8 alle 12. Sfilata del Carri allegorici dalle ore 15.30.
Alle ore 21 spettacolo Le Ninfe della Tammorra.
Servizio bus navetta dal parcheggi al centro storico. Ingresso libero.
Un vero e proprio incubo quello che ha vissuto per 13 mesi un ragazzino di 15 anni (oggi 17enne) di origine marocchina.
Tredici mesi di insulti, minacce, sfottò e poi la vergogna, le notti insonni, i pianti nel bagno di casa e la paura di uscire per ricadere nuovamente nell’incubo. Vittima di bullismo per più di un anno.
Il tutto è stato ricostruito ieri al Tribunale di Macerata, dove è imputato un 21enne di Montelupone. Secondo l’accusa i fatti sarebbero avvenuti tra Recanati e Montelupone dall’ottobre del 2015 e fino al novembre del 2016, dove il maggiorenne in una escalation di insulti e violenze aveva preso di mira il ragazzino più giovane di lui senza apparenti motivi. I due non frequentavano la stessa scuola ma prendevano il medesimo autobus. Le violenze e gli insulti anche a sfondo razziale si sono perpetrati per un anno, dove il ragazzino aveva perso peso e non voleva uscire di casa, fino all'episodio più grave. Mentre stavano in un bar di Recanati, il minore sarebbe stato picchiato e scaraventato contro un tavolo dal ragazzo più grande. Portato in ospedale, aveva riportato 10 giorni di prognosi. A quel punto la vittima non ha potuto nascondere più la cosa ai genitori, che hanno denunciato il fatto alle autorità.
Ora il 21enne deve rispondere di stalking e lesioni personali in un processo che si sta svolgendo al tribunale di Macerata.
La Lega scalda i motori in vista delle elezioni comunali del 26 maggio e, in attesa dell’arrivo nelle Marche del Vicepremier Matteo Salvini la prossima settimana, tra oggi e domani sarà il momento della presentazione delle liste del Carroccio.
“Le Marche hanno finalmente una vera possibilità di cambiamento dopo tanti anni di pessima amministrazione a guida PD”, spiega il Sen. Paolo Arrigoni, Questore a Palazzo Madama e responsabile della Lega Marche. “La Lega vuole proporre un’alternativa partendo dai comuni, che sono gli enti più vicini ai cittadini. In tutta la regione abbiamo candidati sindaci e consiglieri di grandissimo valore, che hanno deciso di mettere in gioco le loro competenze per il bene delle proprie comunità”.
Questo pomeriggio, alle ore 16:00 al Bar Venanzetti di Macerata, il Senatore Arrigoni presenzierà alla conferenza stampa della lista Progetto Montelupone con Pietro Quatrini Sindaco. Alle 18:00 sarà invece a Cingoli, al Gran Caffè dei Tigli, per sostenere la lista Centrodestra per Cambiare con Francesco Pacetti Sindaco. Il responsabile della Lega Marche chiuderà la giornata a Recanati, alle ore 21:00 alla Pizzeria Zandri, per la presentazione della lista del Carroccio che sostiene con la coalizione di centrodestra il candidato sindaco Simone Simonacci.
Domani, sabato 4 maggio, il Sen. Paolo Arrigoni sarà invece a Gabicce Mare e a Pesaro. Alle ore 10:00, presso il Cinema Teatro Astra, presenterà la lista Centrodestra x Gabicce e il candidato Sindaco Dara Castegnaro, mentre alle 12:00 sarà a Pesaro per la presentazione nella Sala del Consiglio Comunale della lista della Lega in città, che sostiene con l'intera coalizione di centrodestra il candidato sindaco Nicola Baiocchi.
A seguito del Progetto del Ministero dell'Ambiente "Io sono Ambiente", il Comune di Montelupone intende avviare, sin da ora, delle buone pratiche per la riduzione della plastica, anche per quanto riguarda le sagre paesane, attraverso lìutilizzo di stoviglie in mater-bi.
Il Comune di Montelupone, d'intesa con la Proloco, Legambiente Marche e il Cosmari, si impegna a una riduzione del materiale plastico durante tutte le feste e le sagre del paese a partire dalla prossima Sagra del Carciofo, che avverrà nei prossimi 11-12 maggio 2019. La sfida inizia proprio da qui. Oltre alla raccolta differenziata svolta in modo corretto e consapevole, si cercherà di sensibilizzare anche le generazioni future al non acquisto della plastica, in particolare cannucce piatti e stoviglie. Si stanno gettando le basi per il Progetto "Borgo Plastic Free" promosso dal Consiglio direttivo dei "Borghi più belli d'Italia".
Attraverso scelte mirate e buone pratiche, verranno promosse ulteriori iniziative e presi provvedimenti in ambito sostenibile, non trascurando la sensibilizzazione nelle scuole, eventi già svolti dal Cosmari lo scorso anno contro lo spreco alimentare, per invitare a limitare al minimo l'uso dei prodotti in plastica monouso. La scelta è obbligatoria e indiscutibile, nella consapevolezza dei danni che le plastiche provocano una volta disperse nell'ambiente e, soprattutto, nell'ecosistema marino.
Come consuetudine da circa 20 anni, la Sezione Federcaccia di Montelupone, in collaborazione con l'amministrazione comunale, organizza la giornata ecologica finalizzata al ripristino e alla pulizia delle numerose fonti rurali presenti sul territorio del Comune di Montelupone.
Quest'anno, nonostante la pioggia dei giorni precedenti, i soci della sezione Federcaccia e alcuni dipendenti del comune, si sono ritrovati presso l'area camper e, dopo la foto di rito, suddivisi per gruppi, hanno iniziato il lavoro di pulizia delle fonti. È bene ricordare che fino a qualche decennio fa le fonti erano utilizzate dagli agricoltori locali, ora invece, molte erano ricoperte da rovi e sterpaglie. Con il loro ripristino si cerca di riportarle alla loro funzione d'origine. Sono essenziali, specialmente in queste estati sempre più calde, in quanto diventano punti di abbeverata importanti per tutta la fauna selvatica. Come sempre i Federcacciatori monteluponesi hanno dimostrato con fatti concreti la loro sensibilità per la tutela e la valorizzazione del proprio territorio.
Terminano domani i lavori sulla Potentina iniziati una decina di giorni fa nel centro abitato del comune di Montelupone.
“È uno dei tanti interventi puntiformi – ci dice il Presidente Pettinari – che la Provincia, con le esigue risorse finanziarie a disposizione, può fare sui tratti più deformati delle strade di propria competenza; stiamo purtroppo convivendo da diversi anni – aggiunge – con una perdurante ed insostenibile realtà economica che va a danno dei cittadini e che non ci consente di predisporre progetti esecutivi a più ampio respiro.”
I tratti risistemati con questo ultimo intervento di 200 mila euro appaltato dalla Ditta Boscarini Costruzioni di Belforte all'Isauro (PU) vanno a completare una serie di pavimentazioni realizzate sulla Potentina.
“Quello di cui stiamo dando notizia – prosegue Pettinari – è uno degli ultimi lavori finanziati con le risorse del Bilancio 2018. Mi preme evidenziare che da alcune settimane sono iniziate le procedure di appalto per l'esecuzione dei lavori previsti nel Bilancio di previsione di quest'anno.”
Domenica 14 aprile, nell’aula Scirocco del F.I.C.O. di Bologna, Montelupone ha battuto Castellammare-Sant’Antonio Abate (area metropolitana di Napoli).
Non si è trattato di un incontro di calcio né di pallavolo, ma della "Disfida del Carciofo" tra il prodotto dell’Associazione Produttori del Carciofo di Montelupone presidio Slow Food e il Carciofo violetto di Castellammare Terra-amore-fantasia Sant’Antonio Abate (Napoli).
Il verdetto è stato decretato da una giuria che, riunita con un accattivante: “Vieni anche tu alla scoperta del carciofo e delle ricette della tradizione pasquale che esaltano questo tesoro dei campi italiani”, ha premiato “Il Carciofo più buono” scegliendo quello monteluponese.
Un ennesimo e prestigioso riconoscimento, dunque, per il Carciofo presidio Slow Food di Montelupone, che continua a mietere successi e a ben rappresentare il borgo.
Il parco tematico bolognese F.I.C.O. (acronimo di Fabbrica Italiana COntadina) è una grande area dedicata al settore agroalimentare e alla gastronomia, uno dei parchi più grandi al mondo sul tema, situato negli ex spazi del Centro agroalimentare di Bologna. Nel 2018 ha contato 1,5 milioni di visitatori e un fatturato di 25,9 milioni di euro.
Domenica 14 aprile il Teatro “Nicola Degli Angeli” ospiterà, per l’intera giornata, le Yoghiadi Regionali 2019 organizzate dal CSEN Marche sul tema “Lo Yoga della tradizione unisce lo sport”.
Il CSEN (Centro sportivo educativo nazionale) “è un ente di promozione sportiva riconosciuto da Coni e Cip. Svolge attività culturali, ricreative e di tempo libero; formazione e aggiornamento per dirigenti, tecnici, operatori sportivi ed istruttori; promozione ed organizzazione di manifestazioni amatoriali e agonistiche maschili, femminili e per tutte le età”.
Il programma.
Ore 9, apertura di benvenuto del professor F. Ferretti, presidente regionale Csen e del M. G. Lambertucci, presidente del comitato Macerata Csen.
Ore 9.30 “Convegno Csen con l’intervento del dott. Ugo Spicocchi.
Ore 11, sul tema “Ginnastica yoga – un ponte tra oriente e occidente” relazionerà il maestro Felice Vernillo, Shakti Integral Yoga, con la partecipazione di Max Gesualdi e di Mara Durga Rencricca, referente regionale Csen.
Ore 12.30 pausa pranzo.
Ore 14 manifestazione Yoghiadi e premiazione alle ore 19.
La giornata di sabato 13 aprile, “dedicata alla pulizia e alla valorizzazione del nostro territorio” , prevede due iniziative parallele.
Alle ore 8 i volontari di Federcaccia si riuniranno, nell’area camper, per dedicarsi poi alla pulizia delle Fonti storiche ubicate sul territorio comunale.
Alle ore 10 nel Parco Eleuteri, invece, sarà la volta dei bambini della scuola primaria, e di quant’altri vorranno intervenire, per le iniziative “Puliamo il mondo” e “Piccola grande Italia” a cura di Legambiente, della scuola e di Federcaccia.
L’assessore all’Ambiente, dott. Giada Giorgetti, si sofferma in particolare sulle modalità della seconda iniziativa, che vedrà i bambini protagonisti di un’esperienza di educazione ecologica.
Mentre la classe 3^ A sarà gestita dalle insegnanti, gli alunni della classe 1^ tempo pieno – che non hanno lezione nella giornata di sabato - dovranno essere accompagnati dai rispettivi genitori.
Il parco, già pulito come ogni anno dai volontari delle associazione locali lo scorso 6 aprile, non dovrebbe presentare controindicazioni igieniche e, tuttavia, i bambini saranno forniti di guanti, non di lattice, ma da giardinaggio, quindi lavabili e sterilizzabili.
Nell’occasione, presente anche il referente di Legambiente Marche, un cacciatore installerà delle casette per uccelli e illustrerà ai bambini il loro funzionamento.