Dopo Macerata e Camerino, il taser arriva anche in altre località della provincia, andando progressivamente ad interessare tutta la regione Marche. Da lunedì 6 giugno sarà la volta della pistola a impulsi elettrici anche per le forze dell’ordine di Civitanova Marche, oltre a quelle delle zone di Fermo, Urbino, Senigallia.
"Saranno 139 le città italiane – ha dichiarato il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni - nelle quali a partire da lunedì verrà introdotta l’arma non letale. Per affrontare in maniera efficace l'evoluzione delle minacce alla sicurezza è necessario aggiornare costantemente gli strumenti messi in campo, e il taser risponde all'esigenza di offrire a polizia, carabinieri e guardia di finanza uno strumento in più a tutela dell'incolumità degli operatori di pubblica sicurezza e dei cittadini".
Dal 23 maggio l'apparecchiatura era già in dotazione a nel Comune di Macerata (leggi qui). "Nelle ultime settimane - prosegue Molteni - si sta confermando l'eccellente potenziale di deterrenza di questo strumento. Stiamo continuando a lavorare nella consapevolezza che la sicurezza è, al tempo stesso, un bene da tutelare e un servizio da offrire. Di più, dalla sicurezza passano poi anche il rilancio del turismo, la ripresa economica e la capacità di attrarre investimenti. Il Governo è quindi assolutamente consapevole della centralità degli investimenti in sicurezza".
La morte di Peppino Impastato ha rischiato di restare intrappolata tra la nebbia che avvolge i misteri italiani. Pareri ufficiali discordanti e menzogne hanno accompagnato la fine di un giornalista libero in terra di Mafia. A ripercorrere i giorni che seguirono l'inchiesta del presunto suicidio il generale dell'Arma, Paolo Piccinelli che proprio in sicilia presterà servizio a pochi anni dalla Strage di Capaci e da quella di Via D'Amelio.
A «Mafiopoli» la vita scorre, giorno dopo giorno, tranquillamente e, come sempre, senza grandi scossoni, tranne le eccezioni che ci sono dappertutto. Solitamente c'è calma, tranquillità; invece, quel giorno c'è movimento, c'è tensione. Tutti sono in attesa dell'importante decisione riguardante il progetto chiamato Z-10 e la costruzione di un palazzo a cinque piani; perciò, il grande capo, Tano Seduto, si aggira come uno sparviero sulla piazza”.
Il 7 aprile 1978 durante la trasmissione radiofonica «Onda pazza» di Radio Aut, Peppino Impastato parla in questi termini del suo paese d'origine, Cinisi, centro costiero a due passi da Palermo e di un suo illustre concittadino. Il Tano Seduto che cita è Gaetano Badalamenti, meglio noto come Don Tano, potente, riverito, temuto, prestigioso esponente della mafia palermitana e siciliana, collocato ai suoi vertici assieme a personaggi destinati ad entrare nella leggenda di Cosa nostra come Stefano Bontate e come Luciano Leggio.
Parlare di mafia, a quei tempi, è un atto di coraggio, ma fare i nomi dei mafiosi e ridicolizzarne i capi pubblicamente è sicuramente un atto temerario. E la cosa non poteva passare sottogamba agli uomini di cosa nostra. Nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1978 Peppino Impastato viene fatto saltare in aria sui binari della linea ferroviaria che collega Palermo a Trapani, nel tratto ricadente nel Comune di Cinisi. La scena che si presenta ai carabinieri, poliziotti e magistrati accorsi sul posto è davvero tragica: un pezzo della linea ferroviaria divelta, brandelli del corpo di Peppino sparpagliati per decine di metri.
Una delle prime cose che viene curiosamente effettuata nell’immediatezza è una perquisizione alla sede di Radio Aut e poi alle abitazioni della mamma e della zia di Peppino. Qui, tra il materiale che viene portato via in sacchi neri (oggetto di un improbabile, quanto illecito “sequestro informale”), viene trovata una lettera, risalente ad alcuni anni prima, nella quale Peppino manifestava, alla luce del proprio malcontento politico, l’intenzione di finirla con la propria attività politica e con la vita: trovato il movente! Peppino impastato si è suicidato. O, al limite, è morto mentre stava preparando un attentato lungo la linea ferroviaria.
E tali convinzioni trovano spazio nel rapporto giudiziario del 10 maggio successivo a firma dell’allora Maggiore Subranni, Comandante del reparto Operativo di Palermo, nel quale viene affermato che Peppino Impastato si era suicidato mentre compiva scientemente un attentato terroristico. Tali conclusioni investigative sono state ribadite anche in un secondo rapporto giudiziario, del 30 maggio, in risposta ad una richiesta di delucidazioni chieste del PM Signorino, nella quale peraltro si invitava la polizia giudiziaria a considerare tra le ipotesi investigativa anche quella dell’omicidio.
Tesi queste che resistono anche agli esiti negativi di un grande numero di perquisizioni nei domicili di giovani compagni di Impastato alla ricerca di armi e esplosivi e che resiste anche agli esiti negativi dei rilievi effettuati a bordo della Fiat 850, ove non viene trovata alcuna traccia di esplosivo. Tesi che resiste agli esiti del tutto divergenti, degli esami testimoniali degli stessi amici di Giuseppe Impastato, proseguiti incessantemente fino alla stesura del rapporto del 10 maggio.
Esami che indicavano la matrice mafiosa dell'evento e fornivano evidenti spunti investigativi, evocando con chiarezza i contenuti salienti dell'impegno politico dell'Impastato nella denuncia dell'esistenza di un traffico internazionale di stupefacenti, nella denuncia degli interessi economici e delle attività criminali facenti capo ai mafiosi operanti nella zona.
I due rapporti giudiziari sono stati oggetto di successivi approfondimenti, anche e soprattutto da parte di una Commissione parlamentare appositamente istituita, che ha evidenziato le tante ingiustificate lacune dall’attività investigativa. Basti pensare che il fascicolo fotografico allegato al primo rapporto giudiziario era costituito da sole 9 foto (peraltro di macabri dettagli dei ritrovamenti dei brandelli del corpo di Peppino) senza una didascalia o un ordine.
Basti ancora considerare che non fa quasi cenno al casolare abbandonato, all’interno del quale gli amici di Peppino, accorsi sul posto, trovano una pietra insanguinata. Basti ancora pensare alla mancanza di accertamenti sulla provenienza dell’esplosivo utilizzato (indicato da un perito come esplosivo da cava. E in zona esistevano cave da controllare).In pratica nessun atto di polizia giudiziaria è mai stato indirizzato nei confronti di soggetti a qualsiasi titolo riconducibili agli ambienti mafiosi oggetto delle denunce di Giuseppe Impastato e dei giovani facenti capo a Radio Aut. E ciò anche se, già all'indomani dell'evento mortale, era emerso un quadro netto e distinto dell'importanza dell'opera di «controinformazione» svolta dall'Impastato e del livello delle sue denunzie.
Dovranno purtroppo passare da allora ancora molti anni per conoscere l'entità degli interessi criminali denunziati da Giuseppe Impastato, a partire dal fenomeno del trasporto dello stupefacente a mezzo di corrieri e dall'insediamento territoriale delle raffinerie dell'eroina che a far data dal 1977/78 consentirono a cosa nostra di lucrare centinaia di miliardi l'anno. Nessuna perquisizione nei confronti di mafiosi. Nessuna richiesta di intercettazioni telefoniche.
Né il pubblico ministero, durante i sei mesi in cui tratta direttamente l'inchiesta, effettua o delega approfondimento o un'indagine sulle persone, sui fatti e sulle specifiche circostanze che prima Peppino Impastato e poi i suoi amici avevano avuto il coraggio civile di denunciare. Un ultimo, ma non meno significativo, profilo della ricostruzione delle vicende delle indagini sulla morte di Giuseppe Impastato è dato dai rapporti tra il reparto operativo, e i comandi superiori dell'arma dei carabinieri. E questo aspetto a me, che dall’Arma provengo, fa particolarmente male.
Di fatti il superiore Comando della Legione più volte richiese e sollecitò al reparto operativo informazioni sull'andamento delle indagini. E tali richieste si fecero insistenti e frequenti dopo la formalizzazione del processo contro ignoti per omicidio volontario. Spicca, per il contenuto, la nota a firma del comandante pro-tempore del nucleo operativo, il maggiore Tito Baldo Honorati, indirizzata al comando del gruppo di Palermo dove, tra l’altro si dice: «Le indagini molto articolate e complesse svolte all'epoca da questo Nucleo operativo hanno condotto al convincimento che l'Impastato Giuseppe abbia trovato la morte nell'atto di predisporre un attentato di natura terroristica.
L'ipotesi di omicidio attribuito all'organizzazione mafiosa facente capo a Gaetano Badalamenti operante nella zona di Cinisi è stata avanzata e strumentalizzata da movimenti politici di estrema sinistra ma non ha trovato alcun riscontro investigativo ancorché sposata dal Consigliere Istruttore del tribunale di Palermo. Rocco Chinnici a sua volta, è opinione di chi scrive, solo per attirarsi le simpatie di una certa parte dell'opinione pubblica conseguentemente a certe sue aspirazioni elettorali, come peraltro è noto, anche se non ufficialmente ai nostri atti, alla scala gerarchica.......”. La nota è del giugno del 1984. Il dott. Chinnici era stato ucciso dalla mafia il 23 luglio 1983.
In tutta la vicenda hanno avuto un ruolo determinante i familiari e gli amici di Giuseppe Impastato che intervennero con tempestività ed efficacia sulla scena processuale presentando nel novembre 1978 il «Promemoria all'attenzione del giudice Chinnici» e il Documento della redazione di Radio Aut. Il «promemoria» offriva una serie di suggerimenti investigativi che furono in gran parte espletati dal giudice istruttore, mentre altri, pure molto importanti, risultavano purtroppo superati o impossibili da eseguirsi per il lungo tempo trascorso.
Il primo capitolo processuale termina con la richiesta del Pubblico Ministero di non doversi procedere, quanto all'omicidio premeditato in danno di Giuseppe Impastato, per essere rimasti ignoti gli autori del reato. L'atto conclusivo della prima fase si ha con la sentenza istruttoria del dott. Antonino Caponnetto in data 19 maggio 1984. Nella quale viene tuttavia stigmatizzata la valutazione compiuta dal Pubblico Ministero nella sua requisitoria finale, laddove afferma che le originarie indagini furono «dubbiose» in ordine alla qualificazione della morte di Impastato.
La successiva parentesi della tormentata storia processuale, cioè la riapertura delle indagini disposta dalla Procura di Palermo è avviata, su sollecitazione degli amici e dei familiari di Impastato. Nel giugno del 1986, infatti, il fratello, Giovanni Impastato, e alcuni amici di Peppino chiedono formalmente la riapertura del procedimento. La sentenza di questo secondo filone non portò a risultati concreti per la mancanza di prove consistenti nei confronti Di Tano Badalamenti e degli altri appartenenti alla sua consorteria mafiosa. Ma viene evidenziato il sospetto che ad uccidere Impastato fosse stata la frangia mafiosa dei «corleonesi».
Una formale richiesta di riapertura delle indagini venne avanzata a firma del legale dei familiari e del Centro Impastato in data 9 maggio 1994, atteso il diverso ruolo che, nell'ambito della struttura di cosa nostra sembrava dovesse attribuirsi a Badalamenti sulla base delle risultanze delle indagini scaturite dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio ma, soprattutto, con riferimento alle ulteriori dichiarazioni di Buscetta e di altri collaboratori di giustizia, tra cui Salvatore Palazzolo affiliato proprio alla mafia di Cinisi, collaborazione che poteva offrire spunti decisivi per l'accertamento della verità sulla morte di Giuseppe Impastato.
Il 27 maggio del 1997 viene chiesta la custodia cautelare in carcere per Gaetano Badalamenti e gli arresti domiciliari per Vito Palazzolo, indicati come responsabili del delitto Impastato. Il travagliato processo che ne è seguito si è concluso con la condanna, il 5 marzo del 2001, a 30 anni di carcere per Vito Palazzolo, ritenuto esecutore dell’omicidio, e con la condanna, l’11 aprile del 2002, all’ergastolo per Gaetano Badalamenti ritenuto il mandante.
24 anni sono passati dopo quel 9 maggio del 1978 per arrivare ad una sentenza che inchiodasse alle loro responsabilità gli autori di quel terribile delitto. Troppi. Storia costellata di errori, superficialità, e anche depistaggi, che non hanno portato a condanne solo perché sopravvenuto, come troppo spesso accade, il potente scudo della prescrizione. Che cancella l’eventuale pena. Ma non fa dimenticare quello che si è commesso.
L’afa di questi giorni è un anticipo di estate piena e allora anche La Filarmonica riapre i battenti. Con il prologo-rodaggio di mercoledì e la prima notevole affluenza nel giovedì festivo, è stata inaugurata la stagione nella storica piscina all’aperto di Macerata.
Famiglie con bambini ma anche coppie o comitive di ragazzi e adulti, tutti possono tornare a godersi la struttura di via Ghino Valenti, lo “stabilimento balneare del capoluogo”, detta anche la “spiaggia di Macerata”.Per il terzo anno di fila la gestione è stata affidata al Centro Nuoto Macerata, segnale del bel lavoro svolto in precedenza e dell’affidabilità di una associazione che, del resto, da anni cura ed ha saputo rilanciare la piscina al chiuso, la comunale di Viale Don Bosco.
La Filarmonica si ripresenta con la sua vasca da 25 metri per 18, alta un metro e 30, location ideale per nuotare, giocare, divertirsi ma anche per trascorrere un piacevole momento di relax e di sole con vista sui Sibillini. La piscina è aperta e a disposizione tutti i giorni, gli orari di questo mese di giugno sono 9.30-19 dal lunedì al venerdì e 8.30-20 sabato e domenica.
Qui l'igiene è prioritaria grazie al controllo elettronico e automatizzato di tutti i valori, come pure la sicurezza, con la totalità del personale con brevetti Federazione Italiana Nuoto di assistente bagnanti, istruttore e esecutore blsd per l'uso del defibrillatore. Il servizio è completo, perché chi vuole fermarsi a pranzo o per un aperitivo serale avrà a disposizione il piccolo chiosco bar.
Da quest'anno hanno preso il via anche i campi estivi per bambini dai 6 ai 12 anni di età. Dal 13 giugno infine inizieranno anche i corsi di nuoto per i piccoli e le lezioni di acquagym. Per ulteriori info 371 3179147 oppure www.piscinamacerata.it.
Riflettere sugli effetti della pandemia sulla popolazione più anziana e sulle politiche sociali e sanitarie che l’Italia ha implementato e con quali risultati: questo l’obiettivo del seminario promosso dall’Università di Macerata e dal Centro interuniversitario di ricerca sull’invecchiamento sano e attivo, Crisa, “Anziani, salute e politiche socio-sanitarie nella crisi pandemica”.
L’appuntamento è per martedì 7 giugno dalle 15 alle 18 nell’Auditorium Unimc in via Padre Matteo Ricci. Al seminario, patrocinato da Ais Sociologia della salute e della medicina, Inrca e “Rivista delle politiche sociali” sarà possibile partecipare anche a distanza al link https://tinyurl.com/d7t83pcj. Per informazioni: marta.scocco@unimc.it
La presenza di istituzioni del territorio e referenti di centri di ricerca nazionali apre al dibattito in una logica di confronto, di approfondimento e di implementazione. Dopo i saluti istituzionali di Stefano Cecconi, direttore della “Rivista delle Politiche Sociali”, interverranno Gianluca Busilacchi, professore associato di sociologia economica all’Università di Macerata con una relazione su “L’emergenza Covid-19 come stress test per la sanità italiana” e Nerina Dirindin, economista sanitaria, presidente della’Associazione salute diritto fondamentale, docente all’Università di Torino, su “Anziani: diritti e libertà nella crisi Covid e oltre”.
Ne discuteranno: Guido Giarelli, professore ordinario di sociologia generale all’Università "Magna Græcia" Catanzaro; Antonio Domenico Procopio, ordinario di patologia generale e clinica alla Politecnica delle Marche; Giovanni Lamura, direttore del Centro ricerche economico-sociali per l’invecchiamento dell’Inrca di Ancona; Alessia Bertolazzi, associata di sociologia generale di UniMc. Seguiranno al dibattito ulteriori interventi programmati. Introduce e modera Isabella Crespi, docente Unimc di sociologia dei processi culturali.
Aperte le iscrizioni per la seconda edizione di Educamp Macerata, il campo estivo multi-sportivo e multidisciplinare organizzato dall' A.S.D. Yfyt Macerata in collaborazione con il CONI. A partire da lunedì 6 giugno prossimo e fino al 12 agosto, il campo sportivo Anti Stadio Helvia Recina in via dei Velini ospiterà bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni, coinvolgendoli in attività sportive ed educative di ogni genere .
Il programma prevede una vasta serie di attività ludiche, ricreative ed educative: giochi tradizionali, recitazione e disegno sono solo alcuni esempi delle attività proposte dal camping, tutte all’insegna del divertimento, della socializzazione e dell’integrazione tra i più giovani. Un occhio di riguardo anche per la promozione di un corretto stile di vita e di sane abitudini alimentari. "Lo spirito di un vero Educamp è di fare da luogo di aggregazione e confronto - si legge nella nota stampa -, nel quale, grazie al gioco e all’insegnamento di attività didattiche e sportive, ci si può relazionare con gli altri e crescere insieme. "Anche quest’anno la YFIT è il CONI sono riusciti a proporre un programma ricco e qualificato per Educamp!"
Qui il link per la piattofarma per iscriversi. https://yfit.it/centro-estivo-macerata/
Pessime notizie per la capolista: a due giornate dalla fine della stagione regolare, il portiere biancorosso Gioele Carnevali deve concludere la sua corsa a causa di un brutto infortunio: una rottura del legamento crociato anteriore, stando al responso dei medici.
“L'infortunio più brutto della mia carriera è arrivato In una delle stagioni migliori a livello personale (17 gol subiti in 31 partite e 18 clean sheet) e soprattutto di squadra – commenta Carnevali -. Purtroppo nel calcio sono cose che succedono e troverò la forza di rialzarmi, vincendo anche questa sfida. Ora l'unica cosa che conta sono la squadra e la famiglia che siamo diventati, il sogno per cui stiamo lottando. Ora sono costretto ad aiutare i ragazzi da fuori, ma lo farò da tifoso numero 1. Sono convinto che i miei compagni getteranno il cuore oltre l'ostacolo anche per me. Forza Chiesanuova!”.
Benedetta Giovanola, professore ordinario di filosofia morale e prorettrice dell’Università di Macerata, è stata nominata vicepresidente della Società italiana di filosofia morale, Sifm, in occasione del rinnovo del Consiglio direttivo (Roma, 28 maggio), avvenuto a margine del Convegno Nazionale della società.
Si tratta di un riconoscimento prestigioso per l’itera comunità dei filosofi morali dell’Ateneo: Carla Danani, Donatella Pagliacci, Silvia Pierosara, Luigino Alici, Simona Tiribelli, Alessandra Lucaioli, Valentina Carella, Francesco Totaro, già docente Unimc. La Sifm è la società di riferimento dei docenti e ricercatori di filosofia morale in Italia ed è molto impegnata sia nella promozione degli studi nel settore dell’etica, sia nel potenziamento del ruolo pubblico della filosofia morale.
A testimonianza del valore del suo ruolo e del suo contributo, la Sifm ha ricevuto una medaglia alle attività da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, consegnata in occasione del convegno “Etica, conoscenza, spazio pubblico”che ha avuto, tra i suoi relatori, oltre a Giovanola, la senatrice a vita Elena Cattaneo, il presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti Carlo Bartoli e Tommaso Piazza dell’Università di Pavia.
Dopo 5 ore di camera di consiglio, la Corte d'Assise di Macerata ha deciso di condannare all'ergastolo Leopoldo Wick (59 anni), l'infermiere ascolano accusato di essere responsabile di 8 omicidi premeditati e 4 tentati omicidi premeditati in relazione alle morti sospette nella Rsa di Offida (AP) tra il 2017 e il 2018 mediante indebita somministrazione di farmaci (leggi qui). Nello specifico, la Corte ha riconosciuto Wick colpevole di 8 dei 12 capi d'imputazione totali.
All'uomo, che si è sempre professato innocente, è stata contestata inoltre l'aggravante di aver commesso i fatti con mezzi insidiosi: somministrazioni di insulina e psicofarmaci. La Corte d'Assise ha stabilito dunque una provvisionale di ristoro per le parti civili, col risarcimento vero e proprio da quantificare in separata sede. Disposto anche l'isolamento diurno a carico dell'infermiere che è stato assolto per un caso di omicidio e per i restanti tre di tentato omicidio.
Salutarsi non è mai facile. Dopo 18 anni, dal minivolley alla promozione in A1 con la fascia di capitano, Ilenia Peretti e la Cbf Balducci Hr Macerata si sono trovati di fronte a un “ciao” difficile da dire.
Una scelta di vita per la palleggiatrice di Macerata. “Non è facile lasciare questa squadra che per me è una seconda famiglia - ha dichiarato Ilenia - Qui è dove ho sempre voluto giocare e dove ho potuto coronare il mio sogno, che era quello di avere un percorso proprio come quello che abbiamo fatto in questi anni e che ci ha portato tante soddisfazioni".
"Dopo 3 stagioni di Serie A2 e dopo la promozione in A1 mi sono resa conto che per me questo non è ancora il momento di affrontare questa categoria. Ora lo studio chiama, c’è una laurea da prendere e quindi ora bisogna valutare quelle che sono le priorità di vita al momento", ha spiegato Peretti.
"Un grande grazie da parte mia va a tutte le ragazze, tutti gli allenatori, tutti i dirigenti che hanno condiviso con me questo percorso. Un grazie particolare a Pietro Paolella, Maurizio Storani e Massimiliano Balducci, inseparabili compagni in questo bellissimo cammino. Il ringraziamento più grande va a Tito Antinori, che mi ha accolto come una figlia e che mi ha fatto innamorare di questo sport. Ci vediamo al Banca Macerata Forum, comunque" ha concluso Ilenia. "Una decisione che la società accetta con profondo rispetto, seppur a malincuore" si legge in una nota ufficiale del club.
Dopo 36 anni di permanenza nella città di Macerata, suo luogo di adozione e di elezione, il Maestro Carlo Iacomucci ha recentemente preso residenza a Monsano, in provincia di Ancona, più nello specifico nella Vallesina. Trasferimento dettato da motivi affettivi e da esigenze familiari che, in seguito alla pandemia, lo hanno visto sempre più spesso spostarsi.
Già nei due anni di pandemia gli spostamenti verso Monsano erano sempre più frequenti: Iacomucci si recava spesso presso la casa della figlia per poter essere più vicino ai nipoti e durante i periodi di permanenza ha iniziato a maturare il desiderio di rimanere stabilmente vicino alla famiglia. Durante la quarantena, il Maestro ha prodotto oltre 60 opere originali, nonostante l'assenza degli strumenti necessari come il suo prezioso torchio calcografico.
Oltre che per rimanre vicino agli affetti, quindi, Iacomucci si trasferisce anche per ritrovare un nuovo slancio artistico e seguire le nuove ispirazioni che hanno riacceso il suo percorso negli ultimi anni. A non cambiare è la predisposizione a dipingere su carta e a stampare le incisioni su carte speciali, caratteristiche derivanti dalla sua formazione giovanile alla Scuola del Libro di Urbino, sua citta' natale e di studi.
Proprio in questi giorni, il Maestro è particolarmente impegnato a sistemare il suo nuovo studio/atelier nei pressi di Jesi, situato in una posizione panoramica che si affaccia su di un bellissimo cortile verde. Lasciando Macerata per trasferirsi a Monsano, Iacomucci ha voluto affrontare una nuova sfida: un viaggio spirituale dentro di sé, per mettere a nudo i sentimenti più profondi dell'animo umano e dar loro vita con la sua colorata poetica. Un lunghissimo viaggio fatto di incisioni, dipinti, illustrazioni, tanti anni di vita vissuta e dedicata all’arte, sia come professore di discipline pittoriche che come artista.
In occasione della Giornata Nazionale dello Sport proclamata dal Coni per domenica 5 giugno, il Comitato Olimpico Nazionale Italiano e il Comune di Macerata organizzano due appuntamenti che vedranno coinvolti i giovani della città in altrettante manifestazioni sportive.
Domenica 5 giugno infatti, a partire dalle 15:30 alle 20, la Terrazza dei Popoli ai giardini Diaz ospiterà il Torneo giovanile Volley S3 promosso dalla SSD Helvia Recina Volley Macerata mentre a partire dalle ore 18:30, presso il campo da basket di Corneto, si terrà il Campionato minibasket promosso dalla Basket Macerata con il derby che vedrà in campo gli Aquilotti Reali Macerata e gli Aquilotti Testa Bianca Macerata.
Durante i due eventi parteciperanno anche operatori del mondo sportivo del territorio. "Ringraziamo il Coni per averci coinvolto in questa lodevole iniziativa che vede protagoniste le associazioni sportive della città, che interessa in particolare i bambini e i ragazzi e che tocca i quartieri di Macerata – ha detto l’assessore allo Sport Riccardo Sacchi -. Questi due appuntamenti si inseriscono perfettamente nel ricco cartellone di Macerata Città Europea dello Sport 2022".
"Ci prepariamo a vivere una grande festa all’insegna di chi ama e pratica lo sport – ha aggiunto Fabio Romagnoli, delegato provinciale Coni -. Siamo certi che lo sport sarà fondamentale per la ripresa del paese in questo momento di ripartenza".
Si è tenuto presso la Villa Verdefiore di Appignano l’assemblea dei soci Confidi Macerata, nella quale sono stati presentati i dati di Bilancio 2021 e, in seconda battuta, analizzate quelle che sono le aspettative per l’anno in corso a fronte delle crisi energetica e del rincaro delle materie prime. Fattori che, soprattutto negli ultimi mesi, stanno mettendo a dura prova la salute di piccole e medie imprese.
Ad aprire la conferenza sono stati in successione il presidente di Confidi Gianluca Pesarini e il direttore Leonardo Ruffini, che al cospetto dei circa 30 affiliati in sala – fra questi, l’ex viceministro di economia e finanze Mario Baldassarri, l’On. Tullio Patassini, e il presidente di BCC Recanati Colmurano Sandrino Bertini insieme al neo direttore Davide Celani – hanno illustrato i punti salienti del rendiconto 2021.
In particolare, il consorzio ha segnato nell’ultimo anno un utile di 2.494 euro, raggiunto quota 493 iscritti, un patrimonio immobiliare di oltre 4 mln di euro, garantito in bonis un credito pari a 7.386.399 euro e coperture sulle perdite di circa 1 mln e 400 euro. Successivamente, l’attenzione si è spostata sullo “scenario di rilancio” a fronte della attuale crisi economica e geopolitica, rispetto alla quale Confidi ha già messo in piedi risorse pari a 1,9 mld di euro di fondi propri, e strutturato la graduale sostituzione delle garanzie pubbliche con quelle private (discorso legato tanto alle banche quanto alle imprese nel amceratese).
“Abbiamo evidenziato nel bilancio 2021 criticità legate all’emergenza Covid, che rendono ancora oggi difficile una ripresa lungimirante – ha dichiarato il presidente Pesarini. “Come Confidi puntiamo oggi più che mai a sostenere le piccole e medie imprese in crisi (come il manifatturiero), attraverso confronti e consulenze opportune. Sarà necessario in questo senso anche generare valore aggiunto a livello finanziario”.
“In questo 2022 così incerto le imprese dovranno cercare di innovarsi, crescere e riorganizzarsi – ha aggiunto il direttore Ruffini – sebbene l’aspetto finanziario risulti una leva economica imprescindibile. Il nostro compito sarà dare manforte durante questo percorso di rinascita”.
“Ci troviamo oggi in questa fase di incertezza socio economica – ha spiegato il professore di UNIVPM Marco Cucculelli, fornendo in chiusura di assemblea un’analisi economico finanziaria dell'attuale sistema produttivo marchigiano – anche se paradossalmente il bilancio del primo trimestre 2022 è stato buono. Nel futuro però dovremo fare i conti con il rincaro e la scarsa disponibilità delle materie prime. Anche il quadro generale di import/export non è dei migliori: una tale incertezza e instabilità economica è quanto di peggio possa capitare sul fronte degli investimenti”.
I vigili del fuoco di Macerata salutano il capo squadra esperto Maurizio Ortenzi che ha raggiunto la meritata pensione dopo 30 anni di onorata carriera.
Ortenzi è entrato in servizio prima a Milano poi a Bologna e infine a Macerata, dove ha completato con impegno, umanità e professionalità una carriera colma di soddisfazioni.
“In questi anni del suo servizio in cui si è trovato ad affrontare le diverse calamità è stato un punto di riferimento per tutti i colleghi Vigili del Fuoco”, si legge in una nota del Comando di Macerata.
“Ringraziamo Maurizio per la sua disponibilità e il bagaglio di esperienza messo a disposizione durante questi anni di servizio in cui si è dimostrato una valido collega, un valido amico ed un valido caposquadra”.
Con la chiusura delle attività sportive, non si fermano però gli impegni del settore giovanile della Pallavolo Macerata, che proseguono con il Camp Estivo a partire dal 13 giugno. Tre settimane all’insegna del divertimento, delle attività all’aria aperta e dello sport, per tutti i ragazzi e le ragazze dai 5 ai 15 anni. Ad ospitare il Camp tutti i giorni (sabati e domeniche escluse) dalle 8.30 alle 12.30, sarà sempre lo storico scenario del Campo dei Pini (Stadio della Vittoria) di Macerata.
I giovani iscritti parteciperanno a diverse attività in base alle fasce d’età, dagli esercizi di psicomotricità e ludico motori, a quelli propedeutici alla pallavolo. L’obiettivo è sempre quello di giocare insieme all’aria aperta, conoscere persone nuove e vivere tre settimane di sano divertimento. I gruppi saranno seguiti dallo Staff tecnico della Volley Academy Macerata, composto da istruttori certificati e guidati dalla coordinatrice Lara Morresi e dalla Responsabile del Settore Giovanile Francesca Giacomini, ai quali si aggiungeranno tecnici dedicati a tutte le discipline proposte.
Un ringraziamento speciale da parte della Volley Academy e di tutta la Pallavolo Macerata al Comune, alla società sportiva della Maceratese Calcio e al suo Presidente Alberto Crocioni, che mettono a disposizione il Campo dei Pini per dare spazio a tre settimane di divertimento per i più giovani. Per iscriversi e restare aggiornati su tutte le news ed attività del Camp Estivo biancorosso, basta seguire il sito www.pallavolomacerata.it, nella sezione dedicata alla Volley Academy Macerata, e le pagine social, Facebook e Instagram dell’Academy. Inoltre, è possibile iscriversi direttamente online tramite un comodo modulo che si può compilare seguendo questo link.
Nuova ordinanza del comando della Polizia locale di Macerata che modifica temporaneamente la circolazione in contrada Vallebona a seguito dei lavori che verranno effettuati per uno scavo propedeutico al collegamento delle casse del passaggio a livello, necessario per l’ammodernamento e potenziamento del sistema ferroviario della stazione di Tolentino.
Il provvedimento prevede da mercoledì primo giugno, dalle 8 alle 16, in contrada Vallebona il divieto di transito, nei tratti interessati dai lavori, in prossimità delle sbarre del passaggio a livello su entrambe le direttrici di marcia.
È stato prorogato fino al 30 settembre il regime di sosta breve agevolata previsto nelle zone soggette a tariffazione di corso Cavour e Cairoli, piazza Mazzini e Vittorio Veneto nonché della disciplina temporanea di accesso alla ztl del centro storico.
La decisione è stata presa oggi, tramite delibera della Giunta comunale maceratese. "L’Amministrazione comunale si sta confrontando in questi mesi con Apm in modo collaborativo, costruttivo e trasparente e siamo in perfetta sintonia in merito alle scelte da portare avanti" ha detto il sindaco Sandro Parcaroli.
"A seguito degli incontri abbiamo avviato un percorso comune sulle proposte formulate dall’azienda relativo alla revisione del sistema parcheggi e la previsione di bilancio trimestrale del 2022 effettuata da Apm ha evidenziato la stabilità dell’azienda e un bilancio, dal punto di vista delle risultanze economiche, positivo; questo ci permette di poter proseguire fino a fine settembre con il regime di sosta agevolata", ha precisato il primo cittadino.
In corso Cairoli, in corso Cavour e piazza Mazzini gli automobilisti possono continuare ad avvalersi di un’iniziale sosta breve gratuita di 30 minuti - non prorogabili - con l’obbligo di esposizione del disco orario e l’applicazione, decorso tale periodo, della tariffa ordinaria di 1,20 euro.
Prorogata sino al 30 settembre anche la gratuità per la prima ora di sosta e, successivamente, l’applicazione della tariffa oraria di 1 euro (con tariffa minima di 50 centesimi per trenta minuti di sosta) nelle fasce orarie 9-13 e 15-20, consentendo inoltre una sosta complessiva per il massimo di due ore, in piazza Vittorio Veneto.
Prolungata anche l’attuale disciplina di accesso alla ztl in centro storico e la sosta regolamentata a disco orario nei 21 stalli in piazza della Libertà con periodo di sosta consentito di 60 minuti nella fascia oraria 7.30-23, sia nei giorni feriali che festivi (fermo restando il divieto di sosta con rimozione forzata il mercoledì dalle 5 alle 15 per la presenza del mercato settimanale).
Si avvicina la settimana conclusiva della XXXIII edizione di Musicultura, a Macerata dal 20 al 25 giugno e il festival si fa in due: da un lato le serate di spettacolo allo Sferisterio, dall’altro La Controra con i concerti, le performance, gli incontri con gli autori e i recital in piazze e cortili del centro storico, tutti ad ingresso libero. I primi ospiti de La Controra 2022 sono stati annunciati oggi dall’Associazione Musicultura. “Ci aspetta un’apertura che direi folgorante – dichiara il direttore artistico Ezio Nannipieri – “due gioiose feste nella centralissima Piazza della Libertà nel nome delle espressioni più alte della canzone popolare e d’autore”.
Lunedì 20 giugno si apriranno le danze con “Ivan 25”, la prima nazionale del nuovo, atteso spettacolo con cui, a venticinque anni dalla scomparsa del padre Ivan, Filippo Graziani attinge alla sua duplice sensibilità di figlio e di artista per rendere omaggio alle canzoni e alla genialità del grande cantautore e chitarrista. Il bravissimo Filippo (voce e chitarra), sarà accompagnato dalla Tommy Graziani band, guidata alla batteria dall’altro talentuoso figlio di Ivan Graziani, Tommaso. La sera dopo, martedì 21 giugno, a salire sul palco sarà Ron che a Macerata ripercorrerà a suon di canzoni fissate nella memoria collettiva del nostro Paese i cinquant’anni di una strepitosa carriera artistica, per l’occasione in un’inedita e suggestiva formazione orchestrale.
Sul versante della canzone d’autore c’è un'altra primizia da segnalare, un appuntamento appositamente dedicato a colui che a ragione può definirsi il “padre dei cantautori”, nonché il più noto discografico italiano di sempre, Nanni Ricordi, nel decennale della scomparsa. Giovedì 23 giugno sarà proiettato in prima nazionale il docufilm Nanni Ricordi – L’uomo che inventò i dischi, scritto e diretto da Roberto Manfredi. Alla serata interverranno tra gli altri il figlio di Nanni, Camillo Ricordi, e Gino Paoli che con Giorgio Gaber, Ornella Vanoni, Umberto Bindi, Sergio Endrigo, Luigi Tenco, Enzo Jannacci fu tra gli artisti che Nanni, sul finire degli anni ‘50 e l’inizio dei ‘60 scoprì, produsse e lanciò con la sua Dischi Ricordi.
“La Controra” 2022 dà appuntamento anche a genitori e bambini, mercoledì 22 giugno, per uno stimolante incontro con Elisabetta Dami, la “mamma” di Geronimo Stilton. Le storie per ragazzi che hanno per protagonista il famoso topo intellettuale, di professione giornalista ed editore, hanno conquistato più generazioni, i libri della serie sono stati tradotti in 50 lingue e hanno venduto nel mondo oltre 153 milioni di copie, ma poco si sa della loro autrice. Scopriremo un personaggio ed una personalità fuori dal comune, un’editrice ed una narratrice di successo, una donna avventurosamente innamorata della vita. Torna a Musicultura Michele D’Andrea, che nella passata edizione riuscì nell’impresa di sintetizzare per il pubblico dello Sferisterio la storia del nostro inno nazionale con competenza e passione tali da suscitare un canto corale ed una standing ovation che per la qualità e l’intensità della partecipazione rimarranno nella memoria della manifestazione. Questa volta lo storico affabulerà gli spettatori de “La Controra” martedì 21 giugno con le vicende e le curiosità che si nascondono dietro gli inni nazionali del mondo.
In primo piano anche il concerto serale giovedì 23 giugno di Violons Barbares. Il trio franco-bulgaro-mongolo formato da Fabien Guyot (percussioni, voce), Dimitar Gougov (gadulka, voce) e Dardaanvaarchig Enkhjargal (moorin koohr, overtone singing) arriva a Macerata dopo avere elettrizzato critica e spettatori di tutti i continenti. “La loro formula sonora, ritmica e vocale è davvero originale e multiforme – osserva Nannipieri - sembra impossibile che tre strumenti acustici e tre voci possano spaziare così suggestivamente dalla dimensione energica del rock, alla complessità ritmica del jazz, alla purezza dei suoni world e folk. Il virtuosismo e la nitida visione musicale di Violons Barbares consente loro di creare un piccolo, grande miracolo musicale al quale suggerisco fortemente di assistere”.
La settimana del Festival vedrà il suo apice nelle serate finali del 24 e 25 giugno allo Sferisterio, in diretta su Rai Radio 1, radio ufficiale di Musicultura, con le esibizioni dei grandi ospiti tra cui già annunciati ricordiamo i Litfiba, Ditonellapiaga, DakhaBrakha, Violons Barbares, Manuel Agnelli, Silvana Estrada, Gianluca Grignani, Pilar, Emiliana Torrini & The Colorist Orchestra e gli 8 vincitori del concorso che si sfideranno per il titolo di vincitore assoluto e il Premio Banca Macerata di 20 mila euro.
Sono due le candidature formalizzate dal decano Luigi Lacchè entro la scadenza di lunedì 30 maggio per la carica di rettore dell’Università di Macerata, sessennio 2022-2088. Il rettore è eletto fra i professori ordinari in servizio presso le università italiane, dura in carica sei anni e non può essere rieletto consecutivamente per un secondo mandato.
Il candidato che ottiene la maggioranza è proclamato eletto dal decano, nominato dal Ministro dell’università e della ricerca ed entra in carica il 1° novembre 2022 in questo caso.
I candidati ufficiali sono, John Francis McCourt, professore ordinario di letteratura inglese al Dipartimento di Studi Umanistici, e Francesca Spigarelli, ordinaria di economia applicata al Dipartimento di Giurisprudenza, entrambi presso l’ateneo maceratese (possono candidarsi i professori ordinari in servizio in tutte le università italiane).
John Francis McCourt, attuale direttore del Dipartimento di Studi Umanistici, è anche presidente dell’International James Joyce Foundation e componente del board dell’International Yeats Summer School. Prima di arrivare a Macerata, ha insegnato all’Università Roma Tre, dove è stato direttore del Centro di ricerca interdipartimentale per gli studi irlandesi e scozzesi, e all’Università di Trieste, dove ha co-fondato nel 1997 la Trieste Joyce School, di cui oggi è presidente.
Ha scritto numerosi libri in inglese e in italiano su James Joyce, e sulla letteratura irlandese e inglese, fra i quali “The Years of Bloom: Joyce in Trieste 1904 – 1920” tradotto in spagnolo, ungherese, e giapponese.
Francesca Spigarelli, delegata del rettore all’autoimprenditorialità e al trasferimento tecnologico, alla politica europea della ricerca e, dal 2021, alla ricerca, nel 2013 ha fondato il China Center di Unimc. È anche referente italiano, su nomina ministeriale, in gruppi di lavoro della Commissione Europea (Human Resources and Mobility dell’ERAC e Strategic Programme Committee EU – sub group Widening Participation and Strengthening the ERA, Horizon Europe).
Ha coordinato numerosi progetti europei nell'ambito del 7° Programma quadro e di Horizon Europe, è esperto valutatore della Commissione Europea e segretario generale della società italiana di economia e politica industriale per il 2019-2021.
I programmi di entrambi i candidati sono disponibili sul sito www.unimc.it/elezionirettore. Le votazioni si terranno al Polo Pantaleoni il 29 giugno. Nelle prime due votazioni il rettore è eletto a maggioranza assoluta degli aventi diritto. In caso di mancata elezione, si procede dal giorno successivo al ballottaggio sino all'elezione.
Hanno diritto al voto 203 professori di ruolo, 83 ricercatori, i 19 rappresentanti degli studenti nel Consiglio degli studenti, 285 tra componenti del personale tecnico-amministrativo bibliotecario e collaboratori esperti linguistici. Il voto di questa ultima categoria è conteggiato nella misura del 33%, quindi 94 voti in totale. Ciascun elettore può votare per un solo candidato.
A distanza di quasi un anno dall’ultimo sopralluogo, continuano le segnalazioni e le lamentele della cittadinanza in merito alle condizioni fatiscenti in cui versa il cimitero di Macerata. "La nostra incolumità è a rischio. Incuria e degrado la fanno ancora da padroni", hanno scritto alla nostra redazione, nonostante le promesse fatte lo scorso giugno e reiterate a fine ottobre dall'assessore ai Lavori Pubblici Andrea Marchiori.
Abbiamo, così, deciso di recarci presso la struttura cimiteriale documentando diverse criticità. È rimasta invariata la condizione di colonne e pilastri, corrosi e rovinati al punto da mostrare l’anima d’acciaio del cemento armato, spogliata del calcestruzzo di rivestimento.
Le condizioni della muratura, in generale, risultano fortemente trascurate: intonaco mancante su molte delle pareti della struttura e muffe che proliferano liberamente. Particolarmente allarmanti le condizioni di alcuni passaggi di collegamento fra le gallerie, che presentano fratture larghe diversi centimetri e della lunghezza di circa un metro.
Una parte delle colonne portanti sono tanto erose da esporre in bella vista i mattoni al loro interno. Transenne e ostacoli sembrano essere al momento la soluzione preferenziale, così come per uno degli ingressi al cimitero, bloccato da barriere artificiali che impediscono il passaggio.“Nel piano triennale delle opere pubbliche abbiamo inserito risorse economiche straordinarie sia per la manutenzione dei fabbricati (600 mila euro) che per l’ampliamento del cimitero (2 milioni di euro – spiegava un anno fa l’assessore Andrea Marchiori –. Inoltre, abbiamo inserito la struttura cimiteriale nel piano della ricostruzione post sisma con un contributo di 1 milione di euro: un fatto nuovo che la precedente amministrazione aveva ignorato".
Dopo le recenti segnalazioni, abbiamo nuovamente interpellato l'assessore: “I primi lavori di ampliamento stanno procedendo bene - afferma Marchiori -. Il cantiere per l’estensione del nuovo lotto, costato 300mila euro, è attivo da un paio di mesi e prosegue regolarmente. Ancora da appaltare gli interventi di manutenzione e restauro delle zone più critiche - come le gallerie di passaggio poco sicure -. Sono lavori che prevedono una spesa di 100mila euro, già preventivata in bilancio".
A cosa sono dovuti i ritardi e lo stato ancora insoddisfacente della struttura? “La situazione che abbiamo trovato quando ci siamo insediati era piuttosto critica. Abbiamo dovuto progettare una soluzione che non si limitasse a tamponare i problemi evidenti nell’immediato, quanto piuttosto a risolvere radicalmente tali questioni ed evitare che i nostri successori debbano tornare sul tema”.
“Non vogliamo solamente rendere il cimitero più dignitoso, ma anche più bello, gradevole, accogliente e soprattutto sicuro - aggiunge Marchiori -. Abbiamo preferito fare scelte più onerose ma lungimiranti, piuttosto che risparmiare: il nuovo plesso di quattro piani – il cui progetto verrà terminato entro un paio di mesi – costerà intorno ai 4 milioni e mezzo di euro. Abbiamo previsto due padiglioni collegati da un ascensore, riuscendo a progettare una struttura che possa sfruttare tutta la cubatura consentita. Una scelta più ridotta, come un padiglione a due piani, sarebbe costata sicuramente meno, ma avrebbe spostato il problema poco più avanti nel tempo, anziché risolverlo”.
“L’obiettivo è che il cimitero possa tornare ad essere un luogo decoroso e sicuro - conclude l'assessore -. Abbiamo ereditato una situazione che non ci piaceva e l'abbiamo affrontata con una progettualità triennale mirata e responsabile. Nei mesi a venire continueremo a dare alla cittadinanza quanto promesso. Questo è un impegno che ci siamo presi e non verrà disatteso”.
Si avvicina l’importante appuntamento del Campionato Italiano di Salvamento Ocean e a Riccione il Centro Nuoto Macerata vi arriverà dopo aver dato spettacolo nelle precedenti gare di questa primavera.
Dopo due anni senza manifestazioni a causa dei problemi legati alla pandemia, la squadra biancorossa è tornata più forte di prima conquistando l’ennesimo titolo regionale nel settore che tradizionalmente rappresenta la specialità della casa.
Questa volta però ha impressionato come non mai, finendo con il raccogliere addirittura oltre 100 medaglie nelle diverse categorie, 104 per la precisione, un totale incredibile.
Gli ori sono stati 53, 32 gli argenti e 19 i bronzi. Molte soddisfazioni sono arrivate dai piccoli della categoria 'Esordienti' allenati da Mario Menghi, risultati di assoluto rilievo sono inoltre stati ottenuti dagli atleti più grandi allenati da Giacomo Marinozzi con la direzione tecnica di Franco Pallocchini.
A sancire il primo posto sul gradino più alto del podio per il CN Macerata hanno contribuito certamente le staffette, tutte sono infatti giunte prime al traguardo.
Hanno aperto le danze gli Esordienti B nella 4x50mt ostacolo vincendo con Christian Girotti, Ernesto Pallotto, Roberto Natali e Niccolò Palucci; oro per le tre staffette "rosa" con le atlete Anastasia Angeloni, Maria Chiara Balestrini, Eva Benaia, Sara Guerrini, Sara Porfiri, Giorgia Scoccia e Silvia Smorlesi che si sono alternate nelle diverse specialità; il "triplete" maschile infine è stato fatto grazie ai seniores Lorenzo Menchi, Cesare Tasso e Riccardo Zaffrani Vitali, con gli inserimenti dei più giovani juniores Francesco Paperi e Alessandro Pianesi.