“Le associazioni di categoria delle imprese maceratesi riportano l’attenzione sul credito d’imposta beni strumentali Cratere per gli investimenti 2021. Come noto, nel 2020 il credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno viene esteso anche alle imprese localizzate nei comuni colpiti dagli eventi sismici a far data dal 24 agosto 2016, attraverso l’art. 18-quater del Dl 8/2017. Il 6 aprile 2018 è intervenuta l’autorizzazione della Commissione europea e successivamente la legge di bilancio 2020 ha prorogato il credito d’imposta al 31 dicembre 2020”.
Lo affermano, in una nota congiunta, il presidente di Confindustria Macerata Sauro Grimaldi, il presidente Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo Enzo Mengoni e il presidente Cna Macerata e Maurizio Tritarelli. "Le associazioni, fin dalla previsione normativa della misura, hanno sostenuto fortemente la necessità di una pronta attivazione della stessa, per offrire alle imprese una valida ed efficace opportunità di ristoro in un contesto che già le vedeva duramente provate dagli eventi e che richiede un sicuro ‘salvagente’ per evitarne il definitivo tracollo”, continuano nella nota.
"L’aiuto, ricordiamo, assume la forma di un credito d’imposta per tutte le imprese che effettuano investimenti iniziali nel cratere, a partire dalla data di approvazione del regime (6 aprile 2018) e fino al 31 dicembre 2020”. “Investimenti effettuati in macchinari, impianti e attrezzature varie, nuovi di fabbrica, relativi alla creazione di un nuovo stabilimento, all’ampliamento della capacità di uno stabilimento esistente, alla diversificazione della produzione di uno stabilimento per ottenere prodotti mai fabbricati precedentemente e a un cambiamento fondamentale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente”.
“Il beneficio consiste nel riconoscimento di un credito d’imposta, da utilizzare in compensazione nel modello F24, la cui misura è differenziata in relazione alle dimensioni aziendali, ovvero: 45% Piccole Imprese, 35% Medie Imprese, 25% Grandi Imprese, da un 3 milioni per le piccole imprese, 10 milioni per le medie e 15 milioni per le grandi imprese”.
“Una misura molto importante che interessa tutte le società ed enti titolari di reddito d’impresa ubicate nei 140 Comuni delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria colpiti dal sisma ad agosto ed ottobre 2016 (art. 18-quater del decreto-legge n. 8 del 2017)”. “Successivamente, dopo mesi di incertezza, il credito d’imposta viene ripristinato anche per il 2021. La Legge n. 106 del 23 luglio 2021 di conversione del decreto “Sostegni bis” n. 73/2021, infatti, aveva prorogato al 31 dicembre 2021 il credito di imposta per le imprese del Cratere sismico del Centro Italia. La commissione UE non aveva però concesso la proroga dell’agevolazione in quanto era un aiuto di stato”.
“Il Parlamento ha trovato poi rimedio con la Legge 29 dicembre 2021 n.233 recante Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152-disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). L’Art. 43-ter della Legge 233/2021 introduce la modifica al regime di aiuti inserendo il credito imposta relativo agli investimenti realizzato in area sisma nell’anno 2021 nel Temporary Framework”.
“Ad oggi – concludono i presidenti delle associazioni di categoria - non si hanno ancora notizie dell’accoglimento da parte della Commissione Ue e, conseguentemente non sono ancora disponibili i modelli dell’Agenzia delle Entrate per richiedere le agevolazioni. Le associazioni del territorio invitano quindi le autorità regionali a richiedere informazioni sull’iter di approvazione e farsi promotrici di una rapida conferma della norma per consentire alle imprese di veder finalmente validati i piani di rientro degli investimenti comunque effettuati nel 2021 nonostante le incertezze dell’agevolazione”.
Elena Leonardi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Sanità, sarà la nuova coordinatrice regionale del partito. Succede all’onorevole Emanuele Prisco, Commissario regionale dal 2020, incaricato di guidare il partito regionale subentrando a Carlo Ciccioli che invece aveva sostenuto il ruolo sin dalla fondazione di FdI.
"La Leonardi avrà l’onere di continuare il percorso che abbiamo iniziato in un’epoca difficile ma ricca di soddisfazioni. Ci attendono importanti sfide a supporto della Giunta Acquaroli, in questa Regione che si sta caratterizzando come modello nazionale. Fratelli d’Italia vuole portare la freschezza e la qualità dell’esperienza marchigiana anche al Governo Regionale ed Elena Leonardi è una garanzia per il partito” afferma Prisco, portando anche il saluto di Giorgia Meloni che ha preso questa decisione.
“Desidero ringraziare Prisco per aver guidato il partito in un momento felice ma molto complesso. Più che gioire del ruolo sento la responsabilità di riuscire a fare bene e non tradire la fiducia che mi è stata accordata. L’indicazione della Meloni nasce da un percorso fatto di condivisione della nostra visione delle Marche, proprio per questo intendo subito dire che il mio sarà un lavoro di concerto con i territori e la classe dirigente, a partire dai coordinatori provinciali con cui in alcuni casi abbiamo fatto tanta strada insieme e sono convinta che ne faremo ancora.
Questo incarico che mi viene affidato lo vedo come parte della metafora della fiaccola: nel portarla bisogna saper tramandare i valori ricevuti da chi ci ha preceduto a chi verrà dopo di noi. Per questo motivo non posso che ringraziare anche Carlo Ciccioli che per primo ha avuto questo arduo compito. Approfitto anche per complimentarmi con Gioventù Nazionale per il grande lavoro che sta facendo sul territorio, poiché creare una classe dirigente pronta per le sfide del futuro è uno dei principali obiettivi che dobbiamo porci” ha dichiarato Elena Leonardi.
Ha preso poi la parola Carlo Ciccioli per complimentarsi con la scelta ricordando anche le fasi cruciali della fondazione di Fratelli d’Italia, quando i risultati erano meno premianti di quelli odierni, così come le fasi concitate dell’elezione della Leonardi in Consiglio regionale del 2015, ringraziando tutti per aver contribuito al raggiungimento degli obiettivi odierni.
Nel comunicare la riorganizzazione anche a livello provinciale, sono state comunicate le nomine del Consigliere regionale Andrea Assenti a nuovo coordinatore provinciale di Ascoli Piceno e l’incarico di Stefano Benvenuti Gostoli come coordinatore provinciale di Ancona. Restano coordinatori provinciali rispettivamente di Fermo e Macerata Andrea Balestrieri e Massimo Belvederesi, mentre Prisco rimarrà ancora per qualche giorno commissario provinciale di Pesaro e Urbino.
Brusco calo di ricoveri legati al Covid nelle Marche: in 24ore -16, ora sono 121 di cui 3 in Terapia intensiva (invariati), 23 in Semintensiva (-4) e 95 in reparti non intensivi (-12); 26 i dimessi. Lo comunica la Regione nel suo bollettino quotidiano.
Nell'ultima giornata si sono registrati 1.317 positivi e l'incidenza ogni 100mila abitanti è scesa sotto 600 (da 607,47 a 597,57). Quattro i decessi correlati alla pandemia: si tratta di persone con patologie pregresse e nel dettaglio un 62enne di Fano, una 83enne di Mondolfo (Pesaro Urbino), un 89enne di Senigallia (Ancona) e un 75enne di Acquasanta Terme (Ascoli Piceno).
Sul fronte tamponi ne sono stati analizzati 4.285 di cui 3.700 nel percorso diagnosi (35,6% di positivi) e 585 nel percorso guariti; a livello provinciale 390 ad Ancona, 260 a Macerata, 240 ad Ascoli Piceno, 217 a Pesaro Urbino e 158 a Fermo; 52 i positivi provenienti da fuori regione. Il totale di positivi è sceso a 5.876 (-226) e gli isolamenti domiciliari a 15.075 (-59) mentre i guariti/dimessi sono 450.436 (+1.543). In tutto solo 74 persone sono ospiti di strutture territoriali e 16 in osservazione nei pronto soccorso.
Dramma all’alba a Porto Sant'Elpidio, dove è stato trovato il cadavere di un uomo, di circa 40 anni, sulla riva della spiaggia nei pressi dello chalet La Playa di Cococciò. Secondo una ricostruzione, il decesso risalirebbe a circa le 5 del mattino . Quando sul posto è giunta l'ambulanza, i soccorritori non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.
Sul luogo del ritrovamento la Polizia di Stato che sta indagando per risalire all’identità dell’uomo, considerato che non aveva con sé documenti o effetti personali. Ancora sconosciute le cause del decesso: al momento viene esclusa la morte violenta non essendo stati trovati sul corpo dell’uomo segni particolari o ferite. Presenti sul posto anche il medico legale e la Capitaneria di Porto.
'Call center' per la vendita di cocaina direttamente in casa: denunciata una donna. Il tutto si svolgeva in via Pietro Nenni a Lido Tre Archi di Fermo: dopo un contatto telefonico seguiva, da parte degli acquirenti, un semplice squillo del campanello dell'abitazione per la consegna di dosi di stupefacente.
La venditrice, anche in pantofole e vestaglia da camera, usciva dal portone e, con una sola mano, consegnava al compratore le dosi concordate ricevendone in cambio la somma pattuita: di solito involucri da 0,3 grammi al prezzo di 20 euro o applicando uno sconto per i clienti più affezionati, tre dosi a 50 euro.
Ad accertare e documentare circa 430 cessioni di cocaina, per un totale di 670 dosi e 160 grammi di sostanza, per un valore di circa 12mila euro, sono stati gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Fermo anche con appostamenti ed esame di filmati di videosorveglianza.
Le indagini della Polizia, coordinate dalla Procura di Fermo, hanno portato alla denuncia della spacciatrice e all'esecuzione a carico della donna della misura cautelare decisa dal gip, del divieto di dimora nella regione. Gli agenti avevano fermato anche un cliente in possesso di involucri con cocaina appena acquistati dalla donna, repertati dalla Scientifica: è stato segnalato alla Prefettura come assuntore di droga.
Da tempo, riferiscono gli inquirenti, i pusher non conservano più molte dosi in casa per evitare, in caso di perquisizione, di essere denunciati o arrestati per spaccio e così si 'organizzano' per ordini mirati.
In un giorno 1.275 positivi al coronavirus nelle Marche, l'incidenza dei casi ogni 100mila abitanti è scesa da 612,30 a 607,57; intanto però ci sono quattro degenti in più che fanno salire il totale a 137. Nell'ultima giornata, fa sapere la Regione, è deceduta una 84nne di Ancona, con patologie pregresse, e il totale delle vittime nelle Marche da inizio pandemia ha raggiunto i 3.869.
Nell'ultima giornata sono stati analizzati 3.951 tamponi di cui 3.177 nel percorso diagnostico (40,1% di positivi) e 774 nel percorso guariti. Al livello provinciale si sono registrati 354 casi ad Ancona, 265 a Macerata, 245 a Pesaro Urbino, 209 ad Ascoli Piceno e 148 a Fermo; 48 i provenienti da fuori regione.
Tra le fasce d'età 303 positivi tra i 25 e i 44 anni, 302 tra i 45 e 59 anni. Tra i ricoverati ce ne sono 3 in Terapia intensiva (-1), nessuno a Marche Nord dove invece restano 5 pazienti in Semintensiva; 27 i ricoverati in totale in Semintensiva (invariato) e 107 in reparti non intensivi (+5); 19 i dimessi in un giorno.
Gli ospiti di strutture territoriali sono 85 e 12 gli assistiti nei pronto soccorso, tecnicamente non considerati tra i degenti. Il totale dei positivi scende a 6.102 (-133) e gli isolamenti a 15.134 (-297) mentre i guariti/dimessi salgono a 448.893 (+1.407).
Nel tardo pomeriggio di ieri, i sindaci di Civitanova Marche, Montecosaro, Morrovalle, Corridonia, Monte San Giusto, Montegranaro, Sant’Elpidio a Mare e Porto Sant’Elpidio hanno siglato nella Sala Giunta del comune di Civitanova, ente capofila, un Protocollo di Intesa per la condivisione di una proposta per la tutela e la promozione delle aree del basso bacino del Chienti, con l’obiettivo di mettere in sinergia le risorse finanziarie, umane e logistiche a disposizione degli Enti.
Dopo l’approvazione dell’esecutivo di Palazzo Sforza lo scorso anno, con la contestuale approvazione dello studio di fattibilità predisposto dall’architetto Bruno Valeriani, l’iter amministrativo si è perfezionato ieri con la firma dell’accordo tra i comuni coinvolti e passa ora al tavolo regionale per la richiesta dei fondi necessari all’avvio del Programma di Sviluppo.
L’incontro tra gli amministratori locali si è svolto ieri alla presenza dell’assessore regionale Guido Castelli, che ha rimarcato il ruolo della Regione Marche nel coordinare le iniziative finalizzate alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale e paesaggistico delle comunità locali e l’interesse a promuovere l’assetto del territorio con specifiche azioni di sviluppo nel rispetto delle singole peculiarità. Nel piano dell’architetto Valeriani rientrano un insieme coerente di progetti che comprendano soggetti pubblici e privati sulla base delle manifestazioni di interesse che verranno prodotte.
Lo studio mira alla riqualificazione del sistema vallivo, anche grazie alla previsione di un intervento di mobilità sostenibile relativa ai territori prospicienti l’asta fluviale del Chienti, per il tratto che collega Civitanova Marche a Corridonia, sia per la parte della Provincia di Fermo che per quella relativa alla Provincia di Macerata. Il percorso si sviluppa prevalentemente su area demaniale, nelle vicinanze del fiume Chienti. L’intervento consentirebbe di passare dall’attuale sentiero di collegamento ad una vera pista ciclopedonale con forte impatto turistico/ambientale, aumentando la mobilità sostenibile nelle aree urbane, riducendo quindi le emissioni di carbonio e, contemporaneamente, incentivando il turismo.
“Meno di un anno fa – ha spiegato il sindaco Fabrizio Ciarapica – con i colleghi avevamo approvato lo schema del Protocollo. Questa strategia condivisa ed integrata di sviluppo locale è stata molto apprezzata dalla Regione Marche. Il percorso prevede oltre ad una pista ciclopedonale che si snoda lungo 40 chilometri, infrastrutture e servizi, parliamo di un’opera da 11 milioni di euro.
Ringrazio l’assessore Castelli per la sua presenza ieri, a testimonianza dell’attenzione della Regione a questa importante pianificazione ambientale e culturale del territorio, estremamente valida anche perché ricuce i Comuni con il cratere: da Corridonia, infatti, parte una ramificazione delle ciclabili verso l’interno. L’assessore Castelli si è impegnato a verificare i fondi Por-Fesr ed ha espresso la volontà di sostenere il progetto, già illustrato nel corso di diversi incontri istituzionali a partire dalla primavera 2021.
Siamo consapevoli che si tratta di un piano ambizioso e di non facile realizzazione, ma noi amministratori siamo uniti e convinti che ci sia bisogno di idee di grande respiro per la valorizzazione dei nostri preziosi beni pubblici e ci auguriamo di intercettare fondi per dare seguito a questo bel progetto di fruizione degli ambiti fluviali del Chienti, che punta sulla conservazione della biodiversità, sulla valorizzazione delle risorse naturali, del paesaggio agrario e dell’edilizia rurale e dei percorsi culturali e delle abbazie”.
Di primario interesse anche la realizzazione di aree attrezzate, circuiti di trekking, nordic walking e mtb, rete percorsi ciclopedonali, raccordi protetti tra l’asta fluviale ed i centri urbani e raccordi protetti tra l’asta fluviale le stazioni ferroviarie esistenti. Inserite, inoltre, la riqualificazione delle aree di sosta esistenti quali elementi scambiatori e la valorizzazione e l’incentivazione del sistema ricettivo ricavato nel patrimonio edilizio esistente in prossimità delle aree attigue all’asta fluviale.
Nella giornata odierna sono stati emanati due bandi regionali fondamentali nella strategia di miglioramento del posizionamento competitivo internazionale delle PMI marchigiane. I bandi, attivati nell’ambito del por fesr 2014-2020, godono di una dotazione finanziaria complessiva che ammonta a 6,2 milioni di euro che potrà essere integrata con le risorse del por fesr 2021-27 non appena approvato.
Il primo dei due bandi in uscita, con un importo stanziato di 4,2 milioni di euro, è finalizzato alla “transizione tecnologica e digitale dei processi produttivi e dell’organizzazione” ed è volto a favorire l’adozione di soluzioni innovative di riorganizzazione, transizione digitale e garantire un migliore posizionamento competitivo a livello internazionale, attraverso la concessione di contributi a fondo perduto per la realizzazione di progetti di innovazione dei processi produttivi, della organizzazione aziendale soprattutto attraverso attività di trasformazione tecnologica e digitale.
“L’utilizzo delle nuove tecnologie digitali – commenta il vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico Mirco Carloni - diventa di fondamentale importanza nell’attuale fase di ripresa dalla pandemia Covid-19 perché consentirà alle aziende di riorganizzarsi e ristrutturarsi, incentivando il processo di transizione digitale, aumentando la flessibilità dei processi produttivi e riducendo al contempo i costi generali così da far ripartire gli investimenti privati fortemente penalizzati dalla pandemia”.
Sono ammissibili i progetti d’impresa finalizzati alla realizzazione di attività di innovazione di processo o dell’organizzazione prevedendo l’implementazione di tecnologie quali robotica avanzata, manifattura additiva e stampa 3D, soluzioni di cyber security e business continuity, intelligenza artificiale, machine learning, soluzioni tecnologiche per la gestione e il coordinamento dei processi aziendali con elevate caratteristiche di integrazione delle attività.
Il secondo bando approvato è destinato ad ‘azioni per il riorientamento e la diversificazione dei mercati’ e beneficia di 2 milioni di euro per rafforzare la capacità delle imprese di operare su nuovi mercati internazionali, sostenendo progetti di investimento per l’innovazione digitale strategica alla funzione commerciale. I contributi a fondo perduto serviranno per finanziare l’innovazione della strategia promozionale nei mercati di riferimento individuati nel progetto quali ad esempio: export manager e digital export manager; analisi e ricerche di nuovi mercati e fornitori; social media marketing; sito web aziendale per la promozione digitale dell’export; marketing digitale e business on line.
“Negli ultimi anni il sistema economico marchigiano è stato messo a dura prova da un susseguirsi di eventi drammatici e non prevedibili - è la riflessione di Carloni - sisma e pandemia da Covid-19 ne hanno fortemente rallentato la ripresa e la crescita comportando, di fatto, il mancato recupero dei livelli del PIL pre-crisi. Ora si aggiungono gli sfavorevoli scenari derivanti dal conflitto fra Russia e Ucraina che stanno condizionando il percorso di ripresa del sistema produttivo. Adottiamo una strategia utile a contenere gli effetti distorsivi - aggiunge il vicepresidente - non solo sulle esportazioni verso questi Paesi ma anche negli approvvigionamenti di materie prime e semilavorati”.
Nonostante la crisi pandemica, con 370 milioni di euro nel 2021, pari al 2,4% del totale delle esportazioni delle Marche, la Russia rappresenta l’ottavo mercato di destinazione, in crescita del 12,3% rispetto all’anno precedente, mentre verso il mercato Ucraino le Marche hanno esportato beni per circa 85 milioni di euro (in flessione dell’1,3%) rispetto al 2020.
Se dalla Russia le Marche importano principalmente metalli non ferrosi (44,5% del totale) e gas naturale (42,8%), dall’Ucraina le importazioni marchigiane sono composte per il 35,9% da legno e prodotti in legno, per il 28,1% da prodotti della metallurgia, per il 13,9% da articoli di abbigliamento, per il 5,6% da prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme primarie, per il 3,1% da prodotti in metallo.
La Regione Marche, in questa fase, conclude Carloni “deve necessariamente sostenere le imprese marchigiane in difficoltà il cui fatturato estero risente dell’incidenza delle mancate esportazioni dirette in Ucraina e in Russia, ma anche sostenere quelle imprese che importavano una quota rilevante delle loro materie prime e semilavorati da questi mercati. Esse, inoltre, si trovano nella necessità di sviluppare ulteriori progetti di investimento per la ricerca di nuovi mercati o fornitori”.
Entrambi i bandi rientrano nel programma di interventi urgenti per il sostegno economico alle imprese marchigiane colpite dalla crisi generata dalla guerra Russa Ucraina. Le domande di partecipazione potranno essere presentate a partire dalle ore 10 del 16 maggio 2022 ed entro, e non oltre, le ore 13 del 30 giugno 2022, sulla piattaforma Sigef raggiungibile al seguente link: https://sigef.regione.marche.it
Il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi è il nuovo presidente della Conferenza episcopale marchigiana. La Conferenza si è riunita oggi a Loreto in seduta ordinaria. Dopo aver dato il benvenuto al nuovo arcivescovo di Pesaro Sandro Salvucci, ha preso atto delle dimissioni da presidente della Cem di monsignor Piero Coccia, che ha ringraziato per il servizio svolto.
È stato quindi eletto il nuovo presidente nella persona del vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia Nazzareno Marconi. Al neoeletto i confratelli hanno rivolto l'augurio di buon lavoro assicurando la loro fraterna e intensa collaborazione.
"Siamo certi che la sua intelligenza pastorale, la determinazione operativa, la volontà di collaborazione troveranno ampio spazio in cui esprimersi, imprimendo rinnovato slancio alla presenza e alla capacità testimoniale della Chiesa marchigiana", scrive in una nota la Diocesi di Macerata.
Ben 70.000 lavoratori irregolari e operatori abusivi nelle Marche: un numero impressionante, per un’economia sommersa che minaccia il lavoro dei piccoli imprenditori e la sicurezza dei cittadini, diventando anche un freno per l’occupazione regolare.
A denunciare le cifre del fenomeno è uno studio di Confartigianato che lancia l’allarme sulla minaccia del sommerso per le attività dei piccoli imprenditori. È un mondo parallelo, quello del sommerso, che rappresenta il 4,3% del valore aggiunto regionale, in cui non esistono regole e si producono danni ingenti alle imprese, alla sicurezza dei consumatori, alle casse dello Stato.
"In tempo di crisi e incertezza, il fenomeno sta proliferando e i dati sono ancora più allarmanti. La maggiore concentrazione di occupazione irregolare (il tasso di irregolarità è del 10,5%) nella nostra regione si annida nei servizi con 53.000 unità, segue il manifatturiero con 11.000, le costruzioni con 4.000 e 2.000 in agricoltura. Nelle Marche, secondo le stime di Confartigianato, sono 23.600 gli abusivi che si fingono imprenditori", sottolinea Confartigianato.
"Sono proprio le imprese artigiane ad essere maggiormente in pericolo Soprattutto nei settori dell’edilizia, dell’acconciatura ed estetica, dell’autoriparazione, dell’impiantistica, della riparazione di beni personali e per la casa, del trasporto taxi, della cura del verde, della comunicazione, dei traslochi. Per questo Confartigianato ha lanciato una campagna nazionale di informazione contro l’abusivismo, dal titolo Occhio ai furbi. Mettetevi solo in buone mani. Un modo per mettere in guardia i consumatori e informarli sulla situazione".
“Dobbiamo lavorare tutti affinché questo fenomeno venga debellato, nell’interesse delle imprese che lavorano seriamente e dei consumatori - le parole del Presidente territoriale Enzo Mengoni -. La difficile situazione economica ha portato ad un proliferare di operatori improvvisati, che in questo modo minacciano la sicurezza dei consumatori, penalizzano le Casse dello Stato e cancellano con un colpo tutti i valori artigiani che da sempre contraddistinguono le nostre imprese".
"È il momento di dire basta: l’appello è anche alle Autorità, affinché continuino a sostenerci con azioni di controllo, di repressione e di contrasto all’evasione fiscale e contributiva”. Per numero di occupati, 3,2 milioni di irregolari, il sommerso è il terzo settore più numeroso dell’economia italiana, preceduto dai servizi, che contano 16,3 milioni di addetti, e dal manifatturiero 4 milioni di addetti".
Nell'ultima giornata 580 positivi al coronavirus rilevati nelle Marche e l'incidenza è risultata in lieve risalita da 623,21 a 632,74. Basso come di consueto il numero di tamponi analizzati nel fine settimana: in tutto 1.732 di cui 1.539 nel percorso diagnostico (37,7%) e 193 nel percorso guariti.
Le persone con sintomi sono 144; i casi comprendono 175 contatti stretti di positivi, 156 contatti domestici, 4 in ambiente di vita/socialità, 2 in setting lavorativo, uno ciascuno rispettivamente in setting scolastico/formativo, assistenziale, sanitario. Per 92 casi in corso approfondimenti epidemiologici.
Il numero giornaliero più alto di casi, come di consueto, si è registrato in provincia di Ancona (159), poi Macerata (154), Ascoli Piceno (103), Pesaro Urbino (89), Fermo (47); 28 positivi provenienti da fuori regione. La fascia d'età più 'colpita' è quella 45-59 anni (166), seguita da 25-44 anni (138) e 60-69 anni (77).
Invariato il numero di ricoveri per Covid-19 nelle Marche: restano 144, di cui 5 in Terapia intensiva (+1), 31 in Semintensiva (+1) e 108 nei reparti non intensivi (-2); 28 le persone dimesse da ospedali in un giorno. Due decessi nelle ultime 24 ore: un 61enne di Montefalcone Appennino e un 73enne di Cupramontana.
Nelle ultime 24 ore sono 1.127 i casi di positività al coronavirus rilevati nelle Marche: l'incidenza è scesa da 640,21 a 623,21. A comunicarlo è la Regione, nel sottolineare come siano stati effettuati 4.299 tamponi di cui 3.775 nel percorso diagnosi (29,9% di positivi) e 524 nel percorso diagnosi.
Le persone con sintomi sono 255; i casi comprendono 3338 contatti stretti, 295 contatti domestici, 1 in setting scolastico/formativo, 6 in ambiente di vita/socialità, 1 in ambito lavorativo, 2 rispettivamente in ambito assistenziale e 1 in ambito sanitario: su 223 positività è ancora in corso un approfondimento epidemiologico.
Nella distribuzione provinciale dei casi 'prevale' Ancona (332), seguita da Macerata (226), Ascoli Piceno (206), Pesaro Urbino (204), Fermo (114); 45 i positivi provenienti da fuori regione. Tra le fasce d'età il numero più alto di casi in quella tra 45 e 59 anni (270); poi 25-44 anni (260), 60-69 anni (129) e 70-79 anni (124).
In sensibile diminuzione i ricoveri per Covid-19 nelle Marche: -7 nell'ultima giornata e il numero di degenti scende a 144, di cui 4 in Terapia intensiva (-1), 30 in Semintensiva e 110 nei reparti non intensivi; 32 le persone dimesse da ospedali in un giorno.
Quattro decessi nelle ultime 24 ore, donne dagli 81 ai 100 anni, alle prese anche con patologie pregresse. Il totale regionale di vittime sale a 3.866.
Prosegue la bagarre via social tra l'onorevole Alessia Morani, e l'assessore alla sanità regionale Filippo Saltamertini.
"L’assessore alla salute della regione Marche Filippo Saltamartini della Lega - scrive sul proprio profilo Facebook la deputata Pd - continua a stupirci con affermazioni prodigiose. Dopo aver detto che le dimensioni del cranio e l’intelligenza dipendono dall’organo genitale femminile da cui escono, ora ci comunica che le Marche sono al centunesimo trapianto di midollo spinale. Marche 101 resto del mondo 0. Non c’è che dire, davvero un fuoriclasse".
A dare il via alle polemiche degli ultimi giorni, sono state le frasi definite 'sessiste' che Saltamartini avrebbe pronunciato in occasione dell'ultima conferenza stampa occorsa presso Palazzo Raffaello. In quell'occasione, l'assessore aveva espresso soddisfazione rispetto al traguardo tagliato dalle Marche sul numero di donazioni di midollo osseo, finendo poi nel corso dell'intervento ad inciampare nella propria 'gaffe' (leggi qui).
In 24 ore sono 1.347 i casi di positività al coronavirus rilevati nelle Marche: l'incidenza è scesa da 654,79 a 640,21. Nell'ultima giornata, fa sapere la Regione, sono stati eseguiti 4.494 tamponi di cui 3.903 nel percorso diagnosi (34,5% di positivi) e 591 nel percorso diagnosi.
Le persone con sintomi sono 309; i casi comprendono 375 contatti stretti, 328 contatti domestici, 10 in setting scolastico/formativo, 5 in ambiente di vita/socialità, 3 in ambito lavorativo, 2 rispettivamente in ambito assistenziale e sanitario e su 303 positività è ancora in corso un approfondimento epidemiologico.
Nella distribuzione provinciale dei casi 'prevale' Ancona (371), seguita da Macerata (271), Pesaro Urbino (268), Ascoli Piceno (232), Fermo (151); 54 i positivi provenienti da fuori regione. Tra le fasce d'età il numero più alto di casi in quella tra 25 e 44 anni (332); poi 45-59 anni (304), 60-69 anni (177) e 70-79 anni (150).
Cantieri marchigiani fermi sulla A 14 in occasione del ponte del 2 giugno e per tutto il periodo estivo, che va dal 24 giugno al 6 settembre. Ad annunciarlo è Aspi, in risposta alle sollecitazioni ricevute e a pochi giorni di distanza dalla lettera inviata dal presidente della regione Francesco Acquaroli e dall’assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli. Nella missiva, Palazzo Raffaello invitava la società Autostrade per l’Italia a condividere le dinamiche di esecuzione dei lavori di manutenzione sul tratto marchigiano, in virtù dei forti disagi rilevati già l'anno precedente sul traffico autostradale soprattutto nelle zone costiere comprese tra le province di Fermo ed Ascoli Piceno.
"Anche quest'anno - ha dichiarato Acquaroli - riusciamo a ottenere un risultato che va nella direzione di scongiurare il più possibile i disagi per automobilisti e mezzi pesanti, nei periodi con maggior traffico e nel periodo estivo alle porte. Del resto gli adeguamenti nel tratto autostradale sud della nostra regione devono essere effettuati per legge, secondo le norme vigenti, ma bisogna fare tutto il possibile per non incidere sulla viabilità. Nei prossimi giorni chiariremo ulteriormente gli aspetti del cronoprogramma dei lavori e della gestione dei cantieri lungo i tratti interessati".
"Abbiamo chiesto ad autostrade di affrontare in tempo la questione dei cantieri estivi in A14 - ha aggiunto Baldelli - viste le difficoltà ripetute nella circolazione vissute da chi si trova a frequentare alcuni tratti autostradali nel sud della nostra regione. A partire dai primi giorni di giugno abbiamo ottenuto da Aspi un calendario di lavori finalizzato a mitigare gli inevitabili disagi di turisti e operatori economici che viaggiano lungo il tratto a sud di Porto Sant’Elpidio in entrambe le direzioni".
Il passo successivo, con la nomina della nuova governance di società Autostrade, sarà quello di affrontare, nel breve tempo possibile l’iter progettuale per i 41 km di autostrada orfani della Terza Corsia: un’opera infrastrutturale indispensabile, la cui assenza continua a impattare negativamente, non solo sullo sviluppo economico di una fetta importante delle Marche, ma anche su quello delle regioni meridionali comprese nella dorsale adriatica.
“L’associazione rispetta le sanzioni imposte dalla comunità internazionale nei confronti della Russia, ma non possiamo non essere al contempo solidali con le aziende calzaturiere italiane, comprese quelle che hanno partecipato all’ultima fiera di Mosca”. Sono le parole pronunciate dal presidente di Assocalzaturifici Siro Badon, a una settimana di distanza dalla Obuv’ Mir Kozhi (“Scarpe in pelle dal mondo”). La manifestazione internazionale dedicata a calzature e cuoio si è tenuta dal 26 al 29 aprile scorso, e ha visto la partecipazione di 50 imprese italiane del settore: 31 di queste provenivano dalla Marche.
“Due mercati rilevanti, quelli di Russia e Ucraina” – ha precisato in un comunicato Badon, sebbene il peso percentuale sul mercato italiano dell’export verso i due paesi impegnati nel conflitto sia del 2,7% e 0,4% (rispettivamente, decimo e ventiseiesimo posto nella classifica dei mercati di sbocco - IlSole24Ore). Una cifra quasi irrisoria, che assume però ben altre dimensioni se contestualizzata a livello locale.
Le imprese calzaturiere delle Marche, ad oggi, risultano senza dubbio quelle più sofferenti, soprattutto in virtù delle sanzioni imposte da USA e Ue. Secondo i dati forniti da Assocalzaturifici, l’export della regione verso Russia e Ucraina valeva alla fine del 2021 circa 93 mln di euro (57,3%), determinando un trauma commerciale dal quale si sta cercando di riprendersi il prima possibile.
In particolare, per il distretto di Fermo – il più rilevante della regione - questo significa al momento rinunciare a poco più di 58 mln di euro (30,6%). Una cifra che, però, va confrontata con quelle dei principali mercati segnalati dal “Focus 2021” di Intesa Sanpaolo: ai primi posti, vediamo Germania (circa 220 mln di euro) e Francia (150 mln di euro). Inoltre, va sottolineato che il settore calzaturiero fermano – dopo l’anno horribilis 2020 della pandemia – ha ricevuto una spinta generale di ripresa del +11,5% (anche verso gli Stati Uniti) e del +20,6% solo in Cina.
L’export verso gli USA vale oggi per la provincia marchigiana il 5% (50,98 mln di euro), e verso la Germania il 6,5% (49,8 mln di euro), che da sole sembrano poter compensare il congelamento degli affari nell’Est Europa. Senza contare, naturalmente, gli altri mercati di sbocco già esistenti come Cina, Svizzera e Regno Unito (nella “top ten”).
I dati presentati tengono conto delle forti difficoltà che il settore calzaturiero, e non solo, hanno avuto in seguito all’emergenza Covid. Ma nonostante la buona ripartenza dei mercati, a pesare sul distretto fermano sarebbe un orientamento sfavorevole iniziato già dal 2018, sintomo di un mancato salto di qualità capace di affrontare una concorrenza (nazionale e internazionale) sempre più aggressiva.
“Le sanzioni causate dagli sviluppi della guerra - si legge nell'ultimo report di Mediobanca – rischiano di limitare la spesa dei consumatori russi, in particolare i più ricchi”. Dunque ad essere penalizzate sarebbero potenzialmente le aziende dai marchi più lussuosi. La situazione generale, però, appare in forte contrasto con i dati finora diffusi.
Inoltre, il settore calzaturiero italiano - assieme a quello del tessile e dell’abbigliamento - risulta anche quello che ha potuto sfruttare al meglio gli ammortizzatori sociali messi in campo con la pandemia: il cosiddetto “segmento di alta gamma” ha potuto riprendersi nel corso del 2021, registrando una crescita del 32%, rispetto al 13% delle aziende della fascia più economica.
“Il problema più importante in questo momento – ha dichiarato il presidente di Confindustria Fermo, Arturo Venanzi - è il mancato pagamento di ordini e merce consegnata. E questo perché le banche italiane non lavorano più con la Russia: serve l’intervento del governo italiano”. In realtà, gli affari in questo momento storico si stanno ridimensionando, sia per sostenere le aziende sia per mantenere salda la propria presenza nella Federazione. Soprattutto in virtù dei costi elevati che comporterebbe lo smantellamento delle sedi, come ad esempio quelle di Unicredit e Intesa Sanpaolo (le più esposte alla guerra).
Una rappresentanza della Croce Rossa italiana ha incontrato questa mattina a Palazzo Raffaello il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli in occasione della Giornata Internazionale che si celebra l’8 maggio.
“Tutto il mondo del volontariato è un punto di riferimento importante per la nostra comunità – ha dichiarato il presidente. - “La Croce Rossa ha una grande tradizione nelle Marche di cui siamo davvero orgogliosi, un presidio su cui tutti i cittadini sanno di poter contare”,
Per l’occasione Acquaroli che ha voluto omaggiare i rappresentati del Comitato regionale, consigliere Andrea Corinaldesi, e Carmen Gregoretti, Ispettrice regionale infermiere volontarie, del ‘crest’ che riproduce lo stemma della Regione.
Le azioni quotidiane che i volontari della Croce Rossa svolgono sono “la migliore celebrazione dell’ideale di umanità che caratterizza la Croce Rossa – ha riferito il Comitato – abbiamo il piacere di donare al presidente il Report annuale 2021 insieme alla nostra bandiera segno tangibile che sottolinea la potenza umanitaria dell’emblema della Croce Rossa, simbolo principe di neutralità e umanità”.
Sono circa settemila i volontari marchigiani, 33 i comitati su tutto il territorio distribuiti con capillarità più omogenea rispetto alle altre regioni.
Tutela della salute e vicinanza sociale, ora in prima fila nell’assistenza ai profughi ucraini, vaccinazioni e tamponi Covid a fianco dell’Azienda sanitaria, soccorso in acqua, unità cinofile, ippoterapia, assistenza psicologica in particolare nelle zone terremotate “dove dobbiamo ricostruire, insieme, anche menti e cuori feriti nel profondo dalle scosse del sisma” - ha concluso Acquaroli.
"Grande attenzione della Lega nei confronti dei distretti produttivi in sofferenza per la guerra russo-ucraina, le cui conseguenze sono particolarmente gravose per le imprese marchigiane”. Sono le parole pronunciate dal deputato per la Lega e membro delle commissioni Bilancio e Ambiente, Tullio Patassini.
“Il Ministero dello Sviluppo Economico guidato da Giancarlo Giorgetti – prosegue - stanzia 200 milioni di euro per contributi a fondo perduto. Le imprese potranno ricevere contributi a fondo perduto fino a 400 mila euro se negli ultimi due bilanci depositati almeno il 20% del fatturato risulta collegato a operazioni commerciali, compreso l'approvvigionamento di materie prime e semilavorati, con l'Ucraina, la Federazione russa e la Bielorussia. Inoltre, si terrà conto l’aver subìto nel corso dell'ultimo trimestre un calo di fatturato di almeno il 30 per cento rispetto all'analogo periodo del 2019".
"Un aiuto necessario e doveroso – conclude Patassini - per cui la Lega si è spesa e a tutela delle persone e delle aziende che stanno affrontando delle enormi difficoltà a causa del conflitto".
In occasione della partecipazione al webinar “La Ventilazione Meccanica Controllata come strumento per la messa in sicurezza delle scuole. Esperienze, risultati, tecnologie” - organizzato dalle associazioni nazionali di categoria Assoclima, Anima Confindustria e dal progetto Home, Health&HI-Tech - l’assessore regionale alle Infrastrutture, lavori pubblici ed edilizia scolastica Francesco Baldelli è intervenuto rinnovando la richiesta al governo Draghi di utilizzare l’1% del PNRR (pari a 2mld di euro) per dotare, già dal prossimo anno didattico tutte le aule delle scuole italiane di impianti di ventilazione meccanica controllata.
Come sottolineato nel corso dell'incontro, gli esiti dello studio statistico della Fondazione Hume - presieduta dal Prof. Ricolfi - hanno confermato i risultati dell’esperimento della Regione Marche: l’installazione di impianti adeguatamente dimensionati abbatterebbe il rischio di contagio di oltre l’80%. “Le istituzioni devono impegnarsi per garantire la salubrità degli ambienti frequentati dai nostri ragazzi” – ha dichiarato Baldelli – “Il Governo deve agire fin da subito per garantire il benessere e la salute di studenti ed operatori scolastici evitando che si torni a dover applicare misure che si sono rilevate estremamente dannose come la dad”
«L’assessore alla sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini della Lega dichiara che "il grado di intelligenza dipende anche dal volume della testa e del cervello, il volume del cranio dipende dall’organo genitale femminile da dove le persone escono". Che imbarazzo». A scriverlo sul proprio profilo Twitter è Alessia Morani, deputata del Pd, a seguito della conferenza stampa tenutasi presso Palazza Raffaello e riferita al traguardo tagliato dalla regione delle 100 donazioni di cellule staminali emopoietiche (leggi qui).
Nel suo intervento, Saltamartini aveva preso spunto da una ricerca effettuata negli Stati Uniti, nella quale «è stato richiesto ad un campione significativo di persone come volessero i figli. Uno può pensare: occhi azzurri, biondo, alto, bello. E invece le mamme hanno risposto che vogliono i figli con un altissimo grado di intelligenza». Da qui il ragionamento dell'assessore si è presto spostato su binari più impervi. «Il grado di intelligenza – ha affermato – dipende anche dal volume della testa e del cervello. In un convegno internazionale di 5-6 anni fa, l’idea che è stata palesata, era proprio questa: il volume del cranio dipende dall’organo genitale femminile da dove le persone escono».
«Quindi si era detto - ha proseguito Saltamartini - ci potrebbe essere in futuro anche un pazzo, un dittatore, un autocrate che, attraverso le macchine, possa creare il genere umano, magari con una testa più grande. Sarà pura fantascienza, ma lo voglio dire perché ne stanno succedendo di tutte (il Covid, la guerra), e queste proiezioni mi spaventano. Possiamo fare tante cose nelle condizioni che abbiamo oggi, senza spingerci oltre».