Mentre l’estate invita al riposo, a Urbisaglia prende forma un’energia diversa, fatta di entusiasmo, impegno e amore per la propria comunità. Anche nel 2025, il progetto “Ci Sto! Affare Fatica” ha acceso i riflettori sul protagonismo giovanile, trasformando le vacanze in un’occasione concreta di crescita e partecipazione.
Protagonisti dell’iniziativa sono ragazze e ragazzi tra i 14 e i 21 anni, che hanno scelto di dedicare il proprio tempo alla cura del bene comune, rinunciando all’ozio estivo per “sporcarsi le mani” al servizio della città. Il tema dell’edizione di quest’anno ha un valore simbolico: il ripristino delle panchine pubbliche, luoghi semplici ma ricchi di significato, testimoni silenziosi di incontri, confidenze, momenti di riflessione e condivisione.
Quelle stesse panchine, sbiadite dal tempo, torneranno a vivere grazie all’energia di questi giovani. Colorate, rimesse a nuovo, pronte ad accogliere nuove storie e nuovi ricordi. Un gesto apparentemente semplice, ma carico di significato.
Il successo dell’iniziativa ha superato ogni aspettativa. I posti disponibili nel progetto regionale erano solo dieci, ma la risposta è stata così entusiasta che il Comune di Urbisaglia ha deciso di finanziare un secondo gruppo con risorse proprie, permettendo ad altri 15 ragazzi di partecipare.
In totale sono 25 i giovani coinvolti, che ogni giorno lavorano fianco a fianco armati di pennelli, sorrisi e voglia di fare la differenza. Un’immagine potente che racconta un’estate vissuta all’insegna della responsabilità, della cittadinanza attiva e della bellezza condivisa.
Il sindaco Riccardo Natalini ha espresso grande orgoglio e riconoscenza:
“A tutti loro va il nostro grazie più grande. Le panchine torneranno a splendere, questo è certo. Ma a brillare, ancora di più, saranno l'energia, il senso di responsabilità e la passione di chi ha deciso di esserci. Questa non è solo un’estate trascorsa in modo diverso. È un esempio luminoso per tutta la comunità. Ed è da qui, da questi gesti concreti e pieni di cuore, che ogni cambiamento positivo diventa possibile".
A Urbisaglia, insomma, anche una panchina può raccontare una storia di appartenenza. E un gruppo di giovani può diventare simbolo di futuro.
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