Corrispondono a 44 mln di euro i fondi assegnati alle Marche dal ministero dell’Istruzione nell’ambito del Piano Scuola 4.0. Si tratta di un provvedimento sostenuto dalla Lega e frutto dell’importante impegno del sottosegretario Sasso. Il piano prevede la trasformazione di classi tradizionali in ambienti innovativi di apprendimento e la creazione di laboratori per le professioni del futuro, e ciascuna scuola potrà decidere in autonomia come utilizzare le risorse.
I dirigenti scolastici, in collaborazione con l'animatore digitale e il team per l'innovazione, potranno inoltre costituire un gruppo di progettazione insieme a docenti e studenti per pianificare gli interventi. A disposizione di ogni istituto ci saranno strumenti di accompagnamento, come il Gruppo di supporto al PNRR, costituito al ministero dell'Istruzione e negli Uffici scolastici regionali, oltre che la Task force scuole, gestita in collaborazione con l'Agenzia per la coesione territoriale.
Nel dettaglio: arriveranno risorse sia per la scuola primaria che per la scuola secondaria per un complessivo di 13 mln di euro per la provincia di Ancona, di 10,5 mln di euro per la provincia di Ascoli Piceno, di 9,6 mln euro per la provincia di Macerata e di 10 mln di euro per la provincia di Pesaro Urbino.
“La Lega lavora per i cittadini – ha dichiarato il coordinatore regionale Riccardo Augusto Marchetti - e per dare risposte concrete alle richieste che arrivano dai territori di tutta Italia, a partire dalle nostre Marche. Un passo in più per una scuola rinnovata e innovativa, capace di tutelare i ragazzi, le famiglie e i docenti”
Il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) ha risposto positivamente alla richiesta triennale di autorizzazione, proposta dalla Regione Marche, per l’immissione di 65 quintali di trote iridee destinate alle attività di pesca sportiva ed agonistica su dodici tratti fluviali distribuiti su tutte le province del territorio regionale.
L’autorizzazione ottenuta è frutto di un lavoro di ascolto delle esigenze dei pescatori ed una costante interlocuzione con il MiTE al fine di individuare un percorso amministrativo che finalmente possa consentire un adeguato esercizio della pesca sportiva ed agonistica nella nostra regione. Attività peraltro precedentemente vietata su tutto il territorio nazionale fino al 2021, quando gli uffici regionali, su indicazione dell’assessore Carloni, hanno intrapreso una proficua quanto complessa istruttoria finalizzata al ripristino dell’attività piscatoria dopo un periodo di “stallo gestionale” che ha visto il blocco dell’attività di immissione di trote in tutta Italia.
“Per ora sono soddisfatto del metodo applicato – ha dichiarato Mirco Carloni nell' odierna conferenza di Pesaro - perché abbiamo superato una montagna di burocrazia ed individuato un percorso sostenibile da un punto di vista amministrativo. Considero questa autorizzazione triennale un punto di partenza fondamentale perché dà stabilità al settore: consente ai pescatori di tornare a praticare in tutte le province delle Marche, dà respiro all’indotto delle aree interne penalizzate dal blocco dell’attività e permette alle associazioni di organizzare gare sportive anche di carattere nazionale”.
Inoltre, l’assessore ha voluto formalizzare anche una richiesta integrativa a quanto già ottenuto dal MiTE, concordando con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) la condivisione di un progetto finalizzato all’immissione di ulteriori quantitativi di trote per effettuare dal prossimo settembre gare di pesca ad alto valore sportivo nei fiumi: Burano, Esino, Tenna, Potenza e Tronto.
Grazie all’autorizzazione, sono stati integrati dei tratti fluviali storici, esclusi nell’anno 2021. Nello specifico:
- vengono inclusi tratti che rappresentano il cuore delle attività sportive, agonistiche e più in generale della pesca nelle Marche, come quelli del Fiume Tenna. L’aggiunta di questo fiume permette, rispetto al 2021, di coprire tutte le provincie, che avranno almeno un tratto di competenza destinato ad eventi sportivi ed agonistici. Ogni provincia è rappresentata nel percorso e i quantitativi di specie introdotti sono aumentati. Anche in questo punto si sottolinea come ciò rappresenti una solida base di partenza per uno sviluppo futuro e un ampliamento dei tratti in cui pescare.
- sul torrente Mutino, sito a Nord delle Marche, il Ministero ha autorizzato l’individuazione di un campo gara che per estensione e semplicità di accesso permetterà lo svolgimento di attività agonistiche e ricreative in un luogo poco sfruttato ma dalle potenzialità elevate per bontà alieutica e potenzialità turistica.
- altro punto di forza dell’autorizzazione ottenuta è stata l’individuazione sul fiume Potenza di un tratto di almeno 2 chilometri di lunghezza destinato alle attività agonistiche, sito che per dislocazione geografica e bontà delle acque risulta capace di accogliere un elevatissimo numero di pescatori.
“Abbiamo scalato una montagna di burocrazia che avrebbe intimorito chiunque – ha concluso Carloni - ma ora, dopo un percorso durato più di un anno, siamo finalmente usciti dal tunnel dell'incertezza e dell’improvvisazione e garantito alla pesca sportiva marchigiana un futuro con più certezze e serenità”.
“Avviate le procedure per l’attivazione dell’emodinamica all’ospedale Murri di Fermo a conferma che sta andando a buon fine la battaglia della Lega, con il sottoscritto in prima linea, per garantire all’intera popolazione del Fermano un servizio essenziale”.
L’annuncio dell’onorevole Mauro Lucentini segue la pubblicazione, da parte della direzione dell’Area Vasta 4, di un avviso interno per l'acquisizione di manifestazione di interesse per 5 figure professionali di C.P.S. Infermiere alle funzioni assistenziali della Emodinamica, Elettrofisiologia cardiaca e Radiologia Interventistica. Possono inviare il proprio curriculum entro l’1 settembre prossimo i dipendenti a tempo indeterminato dell’area vasta stessa.
“Manteniamo la promessa di riqualificazione e potenziamento della sanità sul territorio – conclude l’onorevole leghista – Ogni polemica si dimostra ancora una volta infondata e la riorganizzazione sanitaria, recentemente approvata in consiglio regionale, servirà a dare risposte sempre più puntuali ai marchigiani, anche attraverso l’ospedale di Fermo che vanta più di un fiore all’occhiello con i servizi già attivi ed ha tutte le potenzialità per essere un punto di riferimento naturale per la sanità del territorio e della regione”.
Prosegue la discesa, giunta verso quota 500 (da 567,75 a 524,93), dell'incidenza dei casi Covid nelle Marche, insieme al numero di ricoveri che segna un calo di sette unità nell'ultima giornata (ora sono 167). Allo stesso tempo, però, si registrano quattro decessi, con il totale regionale di vittime che si porta a 4.059. E' il quadro d'aggiornamento della situazione epidemiologica fornito dalla Regione Marche.
In un giorno 928 persone positivi al coronavirus (il totale settimanale in diminuzione a 7.895) sulla base di 3.026 tamponi. Per quanto riguarda il numero di ricoveri, è stabile tra i degenti più gravi (4 in Terapia intensiva e 5 in Semintensiva), mentre è in sensibile calo nei reparti non intensivi (158; -7). Ci sono poi 16 persone in osservazione nei pronto soccorso.
Tamponamento tra due auto, una va a fuoco. È quanto avvenuto, poco dopo le 11:30 della mattinata, lungo la Statale 16 Adriatica nel tratto che da Civitanova Marche conduce a Porto Sant'Elpidio, nei pressi del distributore Ip.
A seguito dell'impatto, uno dei due mezzi coinvolti nel sinistro - una Jeep - è andato in fiamme, ma fortunatamente il conducente si trovava già fuori dall'abitacolo. Le fiamme si sono poi propagate all'altra auto coinvolta nel tamponamento.
Sul posto sono accorsi i vigili del fuoco di Fermo e Civitanova Marche per spegnere l'incendio e mettere in sicurezza l'area. Non si registrano feriti tra gli occupanti delle due vetture. L'incidente poteva avere conseguenze peggiori vista la vicinanza con il distributore di carburante.
“Mentre molti marchigiani hanno iniziato le ferie, la Giunta regionale, in silenzio, ha deliberato l'aumento delle tariffe del trasporto pubblico”. È quanto denunciano le Segreterie regionali di Cgil Cisl e Uil, che portano come esempio l’aumento del biglietto base fino al 15% a seconda della classe chilometrica, con un incremento pari all’8% nella classe 1 (da 0 a 6 km di percorrenza) che si traduce in un rincaro del biglietto da 1,25 euro a 1,35. Se la media delle tariffe non registra aumenti, è solo grazie alla riduzione dei biglietti con percorrenza superiore ai 100 km (classi 14- 23).
Di fatto hanno aumentato le tariffe più utilizzate dai cittadini e ridotto quelle residuali. Un gioco di prestigio che formalmente appare una rimodulazione, ma in realtà aumentano i costi per i cittadini a favore delle imprese. I più penalizzati saranno gli utenti di tratte tra i 60 e i 70 km, che subiranno appunto un rincaro del 15% del titolo di viaggio, da 4,20 euro a 4,85.
Nessun aumento in vista, invece, per gli abbonamenti settimanali, mensili ed annuali, ma cambiano i termini di decorrenza, essendo ora legati alla settimana o al mese solare. I rincari non risparmiano neppure gli studenti: l’abbonamento annuale ad essi dedicato non sarà più calcolato su 7 mesi ma su 7 e mezzo: un aumento che sfiora il 10%.
«Da tempo abbiamo chiesto all'assessore Castelli di rivedere I collegamenti degli autobus marchigiani – dichiarano Cgil Cisl e Uil Marche -. Sono oltre 20 anni che le percorrenze sono sempre le stesse ma, come abbiamo fatto notare all'assessore, i bisogni dei marchigiani sono profondamente mutati. Per aumentare l'utilizzo del trasporto pubblico occorre avere il coraggio di cambiare, fare una mappatura delle nuove esigenze di trasporto e di conseguenza adeguare le percorrenze».
«Abbiamo proposto nuovi collegamenti tra le zone industriali e le città limitrofe, tra l'aeroporto e le stazioni ferroviarie, tra entroterra e costa – proseguono i sindacati -. Ci siamo anche resi disponibili a partecipare alla creazione e alla diffusione di un questionario per capire i bisogni dei marchigiani. La risposta della Regione è stata invece l'aumento delle tariffe lasciando invariati i servizi».
«Mentre in altre regioni si fanno scelte che rendono i servizi di trasporto pubblico accessibili gratuitamente agli studenti, anche in ottica di sostenibilità ambientale, nella Marche si rincarano i prezzi, in un momento tra l'altro in cui ampie fasce di marchigiani si vedono falcidiare lo stipendio o la pensione dall'inflazione».
«Ancora una volta – concludono le Segreterie regionali - si è cercata la via facile, lasciando pagare ai cittadini le inefficienze e l'incapacità progettuale delle aziende del settore, ancora restie a fare sistema per elevare il livello dei servizi».
Centrosinistra, punto e a capo. E stavolta - questa è l’impressione - prima di tutto per necessità, seguite poi dagli obbiettivi di rilancio del Paese sulle questioni sociali, ambientali ed economiche. Del resto, lo stesso Enrico Letta lo ha dichiarato sabato 6 agosto in conferenza stampa, dopo aver siglato l'accordo fra PD, Sinistra Italiana, Verdi, Impegno Civico e, di conseguenza, il divorzio da Azione/+Europa: al di là delle differenze politiche che separano i vari partiti, “l’accordo è stato raggiunto per senso di responsabilità” e, non ultimo, per “emergenza democratica”, riferendosi al timore che l’alleanza di centrodestra (Fdi-Lega-FI) possa ottenere una maggioranza parlamentare tale da poter modificare la Costituzione.
Rotta l’alleanza dopo appena una settimana, Carlo Calenda è tornato a puntare sull’Italia Viva di Matteo Renzi, nella speranza di mettere insieme una compagine centrista capace di presentarsi e fare significativamente la differenza alle prossime elezioni politiche. Deputando al segretario dem ogni responsabilità per l’eventuale successo di Meloni e soci. “Per me è stata una decisione sofferta – ha dichiarato nelle ultime ore sui propri canali social il leader di Azione – ma la coalizione che si è andata a costruire è davvero una coalizione per perdere e perdere male”.
In vista, dunque, dell’imminente campagna elettorale che accompegnerà gli italiani fino alle urne del 25 settembre, si cercano di riordinare le idee anche nelle Marche. Lo sanno bene il consigliere regionale PD Maurizio Mangialardi e il consigliere comunale di Ancona nonché segretario regionale di Azione Tommaso Fagioli, che nella doppia intervista che segue provano a fare chiarezza anche su quelli che saranno gli step successivi dei loro rispettivi partiti.
Qual è stato il suo primo pensiero a caldo dopo rottura fra PD e Azione, e chi secondo lei non ha rispettato l'accordo?
M. Mangialardi. Penso che la decisione di Carlo Calenda sia un fatto molto grave: quello sottoscritto con +Europa non era un semplice accordo elettorale ma un patto programmatico, fondato su punti e progetti ben precisi, le cui ragioni e motivazioni non sono mutate in questi giorni. Voglio ricordare le parole che aprivano quel patto “Le prossime elezioni sono una scelta di campo tra un’Italia tra i grandi Paesi europei e un’Italia alleata con Orban e Putin. Sono uno spartiacque che determinerà la storia prossima del nostro Paese e dell’Europa”.
T. Fagioli. La rottura del patto è stata causata dalla presenza in coalizione di chi non voleva l'agenda Draghi, votando a quest'ultimo la sfiducia e avrebbe demolito l'area liberale dell'alleanza con conseguente fine di Azione.
Quali tattiche pensate di adottare adesso?
M. M. Come ha ricordato due sere fa il segretario nazionale Enrico Letta, il Partito Democratico è determinato ad andare avanti con ancora maggior convinzione con la coalizione costruita e con le proprie proposte. Le elezioni del 25 settembre rappresentano un appuntamento importante in cui i cittadini saranno chiamati a scegliere se essere governati, se da Meloni e dalle destre oppure da noi.
T. F. Cercheremo di spiegare alle persone nei territori quello che vogliamo fare per l' Italia dai termovalorizzatori, ai rigassificatori, aiuti alle imprese che non possono essere più considerate nemiche dei lavoratori.
Cosa serve per convincere gli elettori a darvi fiducia in vista delle elezioni?
M. M. Ambiente, lavoro, giovani, scuola, pensioni sono le nostre parole d’ordine. Le faccio un esempio concreto che tocca da vicino tutti i cittadini: l’attuale aumento del costo della vita che, in un anno, rischia di sottrarre ai lavoratori quasi un mese di stipendio. Il PD propone di restituire questo mese di stipendio agli italiani con un taglio delle tasse sul lavoro, in particolare i contributi previdenziali. In questo modo si alzano gli stipendi, dei lavoratori e, allo stesso tempo, si aiutano le imprese ad assumere e fare investimenti con maggiore serenità, portando avanti un progetto di società più equa e giusta di cui c’è urgente necessità.
T. F. Il nostro intento è quello di attuare una campagna patriottica con i tanti giovani iscritti ad Azione, provando rsipondere a ciò che la gente chiede alla politica da anni. Siamo favorevoli al salario minimo, poiché chi lavora ha diritto ad uno stipendio dignitoso.
Quali sono gli argomenti principali che utilizzerete per evitare che Giorgia Meloni vinca?
M. M. Le cito un dato: Fratelli d’Italia ha votato per ben 5 volte contro il PNRR al Parlamento europeo e in quello italiano. Stiamo parlando di quel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che rappresenta un’opportunità unica ed insostituibile, in termini di programmi e risorse, per cambiare il nostro Paese. Se fosse dipeso dal voto di Fratelli d’Italia il più grande piano di investimenti e modernizzazione dell’Italia non sarebbe esistito.
T. F. Per non far vincere Giorgia Meloni serve raccontare al Paese come si risolvono i problemi e far capire che il populismo da bar alla lunga non paga. Noi proponiamo soluzioni realistiche che aiutano i cittadini in questo momento storico critico.
Qualora il centrosinistra dovesse vincere, esiste già un programma reale per salvare l'agenda Draghi e rilanciare concretamente il paese?
M. M. Il governo Draghi ci consegna l’impegno ad attuare gli obiettivi del PNRR, a realizzare le riforme ambiziose sottoscritte con le istituzioni europee, e con tempistiche ed obiettivi ben precisi correlati ad ingenti finanziamenti. PD e centro sinistra vogliono portare avanti quel programma di riforme e, allo stesso tempo, imporre sulla scena politica temi e proposte che riguardano: i giovani, il riconoscimento del diritto alla casa a chi vive in condizione di fragilità economica, la parità salariale tra donne e uomini, il salario minimo, la lotta alla precarietà e al lavoro nero, la piena realizzazione di diritti sociali e civili.
T. F. Se il centrosinistra dovesse vincere, l' unico modo per attuare l'agenda Draghi, è quella di prendere il programma di Azione e attuarlo.
Cosa si sente di criticare oggi al suo partito e, in seconda battuta, al centrodestra?
M. M. Se c’è una critica che mi sento di fare a noi è proprio questa: dobbiamo imparare dagli esempi del passato e ritornare ad una dimensione collettiva che lasci da parte i personalismi. A destra vedo una coalizione meno compatta di quanto sembri all’esterno, in cui gli alleati sono impegnati a guardarsi le spalle a vicenda e a rincorrersi per strappare il traguardo del primo partito. Ma soprattutto della destra critico l’ambiguità di fondo: è europeista o anti europeista? Come vuole porsi rispetto agli impegni presi dal Governo Draghi con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza? Come si pone rispetto alle posizioni di Orban e degli altri paesi di Visegrad che vogliono svuotare la forza ed il peso delle istituzioni europee?
T. F. Della destra critico il modo di fare politica anni ‘90, dove Berlusconi promette l'ennesimo nuovo miracolo italiano, per non parlare della Meloni e Salvini che propongono investimenti irrealizzabili. La critica che invece muovo al mio partito - e quindi anche a me stesso - è di non aver sempre preso coscienza della forza e dello slancio che Azione ha nei confronti dell'elettore. In queste ore sto ricevendo decine di telefonate di cittadini pronti a dare una mano al progetto. Abbiamo bisogno di tutti. Siamo l'unica vera novità di questa campagna elettorale. Adesso la palla passa ai cittadini che sono gli unici a poter fare la differenza.
Si infortuna durante un'escursione: soccorsa dal 118 una donna che si trovava alle gole dell'Infernaccio, sul sentiero che conduce all'Eremo di San Leonardo, nel territorio comunale di Montefortino. L'allarme è stato lanciato in mattinata.
Per il suo recupero è stata impegnata la squadra del distaccamento di Amandola dei vigili del fuoco e personale del soccorso alpino. Dopo essere stata raggiunta, l'infortunata - che lamentava un problema a una caviglia - è stata stabilizzata e caricata su una barella.
Pompieri e soccorso alpino l'hanno successivamente trasportata al punto d'incontro con l'ambulanza dove c’erano i sanitari ad attenderla. Fortunatamente, stando ai primi accertamenti, la donna non ha riportato gravi traumi.
In sensibile discesa nell'ultima giornata il numero di ricoveri per Covid-19 nelle Marche: -15 e il totale ora è di 191 (ieri 206). Intanto si registrano 1.112 casi di positività in 24 ore, in base a 3.967 tamponi, e nell'ultima settimana sono stati 10.121 (oltre 4.300 in meno rispetto ai 7 giorni precedenti).
L'incidenza di contagi ogni 100mila abitante prosegue il progressivo calo nelle Marche: in 24 ore è passata da 718,48 a 672,94. Due i decessi in un giorno; il totale sale a 4.046. Per quanto riguarda i ricoveri, ci sono 181 degenti in reparti non intensivi (-12), cinque in terapia intensiva (-1) e 5 in Semintensiva (-2). Sono 29 le persone in osservazione nei pronto soccorso e una ospite di struttura territoriale.
Dalle prime ore del giorno, anche nel tratto marchigiano dell'autostrada A14, viene segnalato traffico molto intenso in entrambe le direzioni per gli spostamenti legati alle vacanze, anche per quanto riguarda rientri, in un weekend da 'bollino nero'.
Verso le 6 si è registrato un incidente nella zona di Ancona, direzione sud: un auto-caravan si è ribaltato, senza causare feriti ma innescando ulteriori rallentamenti della viabilità che non ha comunque subito interruzioni
Per "l'esodo estate 2022", la Polizia stradale delle Marche ha diffuso alcuni consigli per viaggiare in sicurezza: "La mattina di sabato 6 agosto è contrassegnata dal 'bollino nero', il primo della stagione, stando alle previsioni di traffico (leggi qui).
C'è chi rispolvera vecchi slogan elettorali, chi va in cerca di alleanze arrabattate, chi vorrebbe accaparrarsi i voti di scontenti e sfiduciati, chi fa il trasformista, e chi la propria, reale natura riesce ancora a nasconderla sotto la superficie di quel pantano melmoso che è diventata la politica italiana. Ciascuno si riservi il diritto (se vuole, anche il divertimento) di distribuire a proprio piacimento tutte queste etichette: a destra, sinistra o al centro. Quel che sappiamo per certo è che, a meno di 60 giorni dalle prossime elezioni politiche, ha preso il via l’ennesima campagna elettorale che decreterà la formazione del nuovo governo post Draghi.
Il PD di Enrico Letta ci prova a stipulare alleanze che non si risolvano in una tragicomica 'Armata Brancaleone', mentre i pentastellati di Giuseppe Conte tentano la nuova identità di 'terzo polo, quello giusto' (alla stregua di Matteo Renzi con la sua Italia Viva). Luigi Di Maio e Bruno Tabacci studiano le possibilità di una colazione tendente a sinistra; il centrodestra calibra i propri passi in sincronia con quelli di Giorgia Meloni.
Se alla leader di Fratelli d'Italia tornano utili certe 'macchine del fango' per emergere in tutta la propria forza e genuinità, alla Lega di Matteo Salvini la condivisione di certi valori (insieme al vecchio Forza Italia di Silvio Berlusconi) è tornato ad essere gran cavallo di battaglia assieme a tutti i punti programmatici dell'aspirante nuovo governo targato proprio centrodestra. Presupponendo , ovviamente, che ci si allinei a quegli "Appunti per un programma conservatore" stilati dagli stessi Meloni, Guido Crosetto e compagnia cantante.
Per Luca Buldorini (commissario provinciale della Lega Marche) non ci sono dubbi, come si evince nell’intervista che segue. “Sono certo che torneremo a governare, e in questo modo potremo finalmente adempiere a tutte le promesse fatte ai nostri elettori: dall’abolizione delle cartelle esattoriali alla modifica del reddito di cittadinanza, fino alla flat tax al 15% e lo stop agli sbarchi”.
Quali sono le caratteristiche del vostro candidato ideale? Esperienza nell’amministrazione, l’aver mantenuto rapporti continuativi con le realtà territoriali, essere stato vicino agli imprenditori nei momenti difficili come fu per il lockdown del 2020. Al tempo, quando le industrie rischiavano di chiudere la produzione, la Lega è riuscita a captare il problema e ad evitare che ciò avvenisse nell’arco di un mese - fermo restando le misure anti Covid.
Dunque il vostro miglior candidato sarà un imprenditore. Senz’altro: a differenza della sinistra, non abbiamo intenzione di fare una politica che porti alla chiusura delle aziende e poi a correre in sostegno dei dipendenti per rivendicare il diritto alla cassa integrazione. Bisogna investire a monte su chi fa impresa perché in automatico si garantiscono posti di lavoro e tutela degli stessi. Oltre a valorizzare la produzione dentro e fuori il Paese.
Quindi, lei cosa critica di preciso alla sinistra? L’essersi fissata troppo su una politica di assistenzialismo. L’Italia - e quindi le Marche e la Provincia di Macerata - è fatta di lavoratori e risparmiatori. Ma bisogna dare l’opportunità e il diritto di lavorare: con l’assistenzialismo - cito il reddito di cittadinanza, misura completamente sballata - non si tutela nessuno e non si creano imprese, Pil e futuro. E si svaluta il made in Italy.
Lo stesso Mario Draghi, però, ha detto che il reddito di cittadinanza è uno strumento ottimo, se ben utilizzato. Si tratta di una misura da concedere ai meno fortunati: a chi non ha l’opportunità di lavorare o di realizzarsi in maniera autonoma. Ma chi è in grado deve andare a lavorare. Le vecchie generazioni hanno fatto sacrifici, eppure oggi non riescono a garantire un minimo di sostegno ai propri figli. Questo è inammissibile.
Ci sono molti imprenditori però che, sfruttando lo strumento dell’evasione fiscale, hanno contribuito alla svalutazione del lavoro e della produzione in Italia. Contribuendo peraltro ad allargare la frattura fra ricchi e poveri. Io il problema lo individuo alla base, cioè nella mancata attenzione e priorità rispetto a chi fa impresa. Gli industriali italiani non sono più o meno evasori di altri in tutto il mondo. Io sono convinto che un’anomalia come l’evasione fiscale scaturisca o si accentui quando c’è una tassazione fuori controllo e oltre il limite delle possibilità dell’imprenditore.
Il fatto di fare squadra per queste elezioni 'a sostegno di Giorgia Meloni', a voi è costato qualche valore in meno o siete d’accordo su tutto? Oggi, con il sacrificio che tutti i partiti hanno fatto nel tempo, siamo in grado di condividere un progetto in toto. Per noi della Lega, l’aver fatto parte del governo (in opposizione anche a Fratelli d’Italia) è stato un dovere atto a portare avanti le istanze dei cittadini che all’epoca ci avevano dato fiducia. Aaltrimenti ci saremmo beccati la patrimoniale, lo ius scholae, lo ius soli ecc. Abbiamo dimostrato a tutti di saper governare. E, non ultimo, bloccato gli sbarchi di immigrati.
Dunque, per voi, la soluzione rimane quella di un’Europa conservatrice. Noi vogliamo un’Unione Europea responsabile: l’Italia non può essere declassata a 'ostello del Vecchio Continente'. Questo non vuol dire essere razzisti: piuttosto assicurare i servizi essenziali prima ai nostri concittadini, poi a chiunque venga nel nostro paese. Noi accogliamo tutti, ma ci vuole buon senso.
Però gli argomenti e i toni utilizzati dalla stessa Giorgia Meloni – soprattutto quando va a visitare Orban in Ungheria, Vox in Spagna o i conservatori in America – sono difficili da svincolare da una certa matrice fascista. Il buon amministratore deve avere rapporti con tutti, nel rispetto del proprio paese. Le foto con Putin o con Orban se le sono fatte tutti: solo che quando si tratta di Salvini e Meloni diventa solo facile strumentalizzazione. A me sembra che chi a volte lede il diritto alla democrazia, al voto o di esprimere la propria idea, non sono certo i nostri leader di centrodestra: piuttosto, sono coloro che si fanno paladini della democrazia solo in certe circostanze o momenti dell’anno, mistificando argomenti come il fascismo e il razzismo.
Allude piu al centrosinistra o al Movimento Cinque Stelle? Più al centrosinistra. Ricordo che, sempre durante il lockdown, l’ANPI e il PD andavano in giro a manifestare, mentre gli italiani erano costretti in casa, spesso senza la possibilità di fare visita ai propri cari. Spero che, in questa nuova tornata elettorale, i cittadini facciano attenzione e guardino ai fatti, piuttosto che alle chiacchiere: noi della Lega lo abbiamo dimostrato, azzerando gli sbarchi quando eravamo al governo. Il che, certamente, non voleva dire lasciar morire gli immigrati in mare…
Però è successo. Si, ma con numeri nettamente minori rispetto ad oggi. Fermare i barconi serviva a scatenare la reazione dell’Europea, per regolamentare e ridistribuire il traffico di immigrati. Tutti si lamentano di cose come le liste d’attesa infinite agli ospedali, o dell’aumento della produzione di rifiuti: e poi arrivano i governi di centrosinistra che dicono 'no' a iniziative come i termovalorizzatori, oppure ‘sì' all’accoglienza senza controllo. I servizi essenziali - sanità, lavoro, studio - devono essere garantiti in primis agli italiani, che pagano le tasse. Inoltre, risparmieremmo denaro, da poter reinvestire anche per assicurare questo tipo di assistenza agli immigrati, ma direttamente nel loro paese.
Tornano sopra quota 200 (da 199 a 206) i ricoverati per Covid-19 nelle Marche, ma l'aumento è stato registrato solo nei reparti non intensivi (da 186 a 193; +7), mentre in Terapia intensiva (6) e Semintensiva (7) la situazione è invariata. Lo fa sapere la Regione Marche attraverso l'ultimo bollettino giornaliero.
Nelle ultime 24 ore si sono registrati 1.325 casi di positività, sulla base di 4.284 tamponi, e l'incidenza ogni 100mila abitanti è scesa da 768,55 a 718,48. Due i deceduti, con il totale regionale di vittime che si porta a 4.044. Nelle Marche ci sono anche 42 persone in osservazione nei pronto soccorso e una ospite di strutture territoriali.
“Abbiamo segnato un passo decisivo per creare le condizioni indispensabili a migliorare la sanità delle Marche. Il nuovo modello organizzativo previsto dalla legge 128 appena approvata in consiglio regionale determinerà un riequilibrio delle risorse, scelte più puntuali e più vicine alle esigenze dei cittadini, più efficacia e velocità nella risposta sanitaria. Siamo consapevoli del tempo necessario per un cambiamento che definirei epocale, ma anche sicuri di aver imboccato la strada giusta verso la sanità per tutti, quella che non fa distinzioni tra chi può o non può pagare”.
Dopo tre giorni di maratona d’Aula per approvare la legge che dà l’avvio alla rivoluzione sanitaria, Marco Marinangeli, consigliere regionale della Lega, esprime tutta la soddifazione di chi raggiunge un grande traguardo.
"Avevamo promesso ai marchigiani una nuova sanità e abbiamo mantenuto la promessa. Con l'approvazione della riforma dell'organizzazione regionale sanitaria facciamo il primo, storico passo verso la risoluzione concreta dei problemi ereditati dalle giunte di sinistra: intasamento dei pronto soccorso delle liste di attesa, telemedicina e digitalizzazione ferme all’anno zero, mobilità passiva e crescita della spesa in sanità privata" spiega Marinangeli
"La soppressione dell’Asur unica è il simbolo stesso del fallimento della sanità accentrata. La legge approvata - prosegue - è frutto dell’ascolto e dei suggerimenti del personale sanitario, degli enti locali, dei sindaci, proprio perché la nuova sanità camminerà sulle gambe degli operatori sanitari, dei territori e dei cittadini. Le 5 Aziende Sanitarie Territoriali che saranno attivate a partire dal gennaio 2023 sintetizzano la nostra visione di quell’autonomia gestionale, amministrativa e, soprattutto, finanziaria che consente di stabilire chiaramente ruoli e responsabilità e di semplificare la filiera dei servizi.".
“Non c’era modo di difendere il sistema esistente che ha impoverito la sanità territoriale privandola di servizi essenziali, eppure il Pd ha provato a farlo per tre giorni, incapace di andare oltre se stesso ed un'opposizione pregiudiziale fatta di ostruzionismo poiché priva di idee e prospettive per il futuro - puntualizza Marinangeli - In pochi mesi con il nostro assessore alla Sanità Saltamartini e la maggioranza di centrodestra abbiamo ribaltato questa logica e liberato le risorse pubbliche per i nuovi ospedali di Pesaro e di Macerata e calibrato le risorse PNRR per creare una sanità diffusa capace di attuare una presa in carico del paziente in modo equo su tutto il territorio regionale".
"I territori, infatti, saranno i veri protagonisti di questo cambiamento che, già nei prossimi mesi, si completerà con l'approvazione di un nuovo piano sociosanitario. Resta la carenza di medici – conclude il consigliere leghista – che è generalizzata in Italia perché frutto di mancata programmazione del ricambio generazionale. Non sarà di facile risoluzione, ma, per quanto in nostro potere, abbiamo già creato le prime condizioni per invertire la rotta investendo 6,6 milioni di euro nelle borse di studio per i giovani laureati".
“Avevamo promesso ai marchigiani una nuova sanità e abbiamo mantenuto la promessa. Con l'approvazione della riforma dell'organizzazione regionale sanitaria facciamo il primo, storico passo verso la risoluzione concreta dei problemi ereditati dalle giunte di sinistra: centralizzazione delle decisioni, aumento della mobilità passiva, programmazione approssimata e totalmente lontana dalle reali necessità del territorio".
"Un ringraziamento all'assessore Filippo Saltamartini che, con professionalità, pazienza e con il supporto in primis del vicepresidente Carloni e dell’assessore Latini, ha lavorato a una vera e propria cura per la sanità delle Marche. Prova ne è che il Pd ha esercitato in aula solo un'opposizione pregiudiziale fatta di ostruzionismo poiché priva di idee e prospettive per il futuro”.
Dopo tre giorni di maratona d’aula per approvare la legge che dà l’avvio alla riforma sanitaria, la Lega esprime la propria soddisfazione attraverso le dichiarazioni del commissario Riccardo Augusto Marchetti e dei consiglieri regionali Renzo Marinelli, Mirko Bilò, Andrea Maria Antonini, Chiara Biondi, Giorgio Cancellieri, Anna Menghi, Marco Marinangeli e Luca Serfilippi.
“Avviciniamo la sanità al territorio a partire dalla creazione delle aziende sanitarie territoriali che serviranno a sviluppare reale sinergia tra la rete ospedaliera e i servizi – spiegano i consiglieri - In un ventennio sono emerse crepe e disfunzioni del servizio sanitario regionale a cui, un passo alla volta, in pochi mesi, abbiamo dato risposte”.
“I marchigiani hanno bisogno di una sanità di prossimità, contro le vecchie idee degli ospedali unici e dell’accentramento: i territori saranno i veri protagonisti di questo cambiamento che, già nei prossimi mesi, si completerà con l'approvazione di un nuovo piano sociosanitario”.“La legge approvata è frutto dell’ascolto e dei suggerimenti del personale sanitario, degli enti locali, dei sindaci, proprio perché la nuova sanità camminerà sulle gambe degli operatori sanitari, dei territori e dei cittadini – aggiunge il gruppo consiliare Lega – Non c’era modo di difendere il sistema esistente che ha impoverito la sanità territoriale privandola di servizi essenziali, eppure il PD ha provato a farlo per tre giorni, incapace di andare oltre se stesso”.
“In pochi mesi abbiamo ribaltato questa logica e liberato le risorse pubbliche per i nuovi ospedali di Pesaro e di Macerata e calibrato le risorse PNRR per creare una sanità diffusa capace di attuare una presa in carico del paziente in modo equo su tutto il territorio regionale”.“Per sopperire alla carenza di medici abbiamo portato a 150 le borse di specializzazione (110 per medici di medicina generale e 42 contratti di specializzazione), i corsi di laurea magistrale a ciclo unico sono passati dai 212 del 2020 ai 355 del 2022/23, i corsi triennali per le professioni sanitarie passati da 535 a 750 con un investimento di oltre 6,6 milioni di euro”.
“Come sempre accade quando si scrivono pagine di storia e si dà vita a cambiamenti epocali, ci saranno tante sfide da affrontare non prive di insidie, di difficoltà e di scelte che dovremo compiere nei prossimi mesi” – conclude in sintesi il commissario della Lega Marche Riccardo Augusto Marchetti - .“Siamo convinti che il cambio di passo che ci hanno chiesto i marchigiani deve essere il nostro obiettivo e la nostra forza. Procediamo fieri e orgogliosi di aver rispettato uno dei principali impegni assunti in campagna elettorale: i marchigiani toccheranno con mano la qualità del lavoro fin qui svolto”.
“Una sanità a misura di territorio, a filiera corta nelle decisioni non più centralizzate e che salvaguarda le peculiarità di ciascuna provincia delle Marche. Questa la riforma degli enti della sanità marchigiana fortemente voluta da tutta la maggioranza di centrodestra, a partire dal presidente Francesco Acquaroli, che nasce per andare incontro alle reali esigenze dei marchigiani a prescindere da dove risiedano”.
È il commento di Elena Leonardi, consigliere di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale delle Marche, presidente della IV Commissione consiliare Permanente Sanità, del capogruppo Fdi Carlo Ciccioli e del consigliere regionale, nonché componente della commissione Sanità Nicola Baiocchi, sull’approvazione a maggioranza della Legge regionale 128 che riforma degli enti sanitari regionali.
“Siamo stati coerenti nei confronti dei nostri elettori, della maggioranza dei marchigiani che ha appoggiato la nostra piattaforma programmatica portandoci alla guida della Regione. Una nuova filosofia in campo sanitario rispetto al passato che – il commento di Elena Leonardi - si è rivelato fallimentare anche alla luce della crisi sanitaria dovuta al Covid.
“Si elimina l’Asur in favore di 5 Aziende Sanitarie Territoriali che sapranno meglio intercettare i reali e concreti bisogni dei cittadini. La campagna di ascolto effettuata prima della stesura della Legge e durante le audizioni in Commissione ci ha consentito di poter migliorare la stessa. È il primo pilastro che, nei prossimi mesi, sarà affiancato dal secondo pilastro: il nuovo Piano Socio Sanitario”.
“Il binomio territorio-sanità rappresenta la stella polare di questa riforma. La velocità nelle decisioni – ha dichiarato Carlo Ciccioli garantirà una risposta rapida non burocratica, con maggiore sinergia tra ospedali e strutture, distretti e medici sui territori. Su queste basi andremo ad affrontare i tre argomenti ancora aperti: l’emergenza-urgenza sanitaria per la quale ancora non c’è una risposta sufficiente; gli atti aziendali; piano socio-sanitario per redigere il quale abbiamo affidato, per la prima volta, all’Università di Ancona un Piano di fabbisogno. Infine, si avrà una nuova governance, dove non tutto il vecchio è da buttare via, ma avere un rinnovamento con apporti anche da fuori regione può rappresentare una solida base sulla quale ripartire”.
“Accentrare in ospedali unici, spogliando di servizi costituzionalmente garantiti larga parte di territori, ha determinato una progressiva perdita di prestazioni e un’eccessiva mobilità passiva, soprattutto nel pesarese. I fatti – ha concluso il consigliere Nicola Baiocchi - imponevano un cambiamento di rotta verso una sanità capillare, con centri di eccellenza e strutture che facciano da filtro agli affollamenti dei pronto Soccorso.
“ Inoltre, gli interventi avviati dalla Giunta per sopperire alle problematiche nazionali di carenza di medici e personale sanitario rappresentano un unicum a livello di Regioni italiane: stanziati 1.750.000 euro per almeno 110 borse di specializzazione per medici di Medicina Generale; incrementati da 5 a 42, i contratti di formazione per medici specialisti”.
“Siamo molto soddisfatti dell’approvazione di questa Legge Regionale che pone le basi per la prossima implementazione del Piano Socio Sanitario per una sanità vicina a tutti i marchigiani”, concludono i consiglieri regionale di Fdi: Andrea Assenti, Marco Ausili, Pierpaolo Borroni e Andrea Putzu.
Diego Della Valle lancia un'opa su Tod's a 40 euro per azione per ritirare il titolo dal listino di Piazza Affari. L'offerta d'acquisto volontaria è promossa da DeVa Finance, società interamente detenuta da DI.VI.
Finanziaria di Diego Della Valle & C e controllata indirettamente dallo stesso imprenditore, ed è volta ad acquisire la totalità delle azioni ordinarie di Tod's non ancora in mano nela sue mani. Si tratta di una quota pari al 25,55% del capitale che in caso di adesione totale all'offerta comporterà un esborso di oltre 338 milioni.
Perchè la mossa del delisting? In una nota si legge che «l'obiettivo è quello di valorizzare i singoli marchi del gruppo (come Tod's, Roger Vivier, Hogan e Fay), dando loro una forte visibilità individuale e una grande autonomia operativa, rafforzando il loro posizionamento nella parte alta del mercato della qualità e del lusso». Per questo motivo i Della Valle ritengono che «il perseguimento di questi obiettivi di medio e lungo periodo sia meno agevole mantenendo lo status di società quotata, con le limitazioni derivanti dalla necessità di ottenere risultati comunque soggetti a verifiche di breve periodo».
Di conseguenza la famiglia di industriali marchigiani sono determinati «a promuovere e sostenere questo progetto, consapevole della qualità della struttura manageriale del Gruppo e della comprovata competenza ed esperienza dei suoi artigiani»
In discesa il numero di ricoveri per Covid-19 nelle Marche (213; -6 rispetto a ieri) ma risultano raddoppiati i degenti in Terapia intensiva (9; +5). Invariati, inotre, i pazienti in Semintensiva (8), mentre sono in forte calo i ricoveri nei reparti non intensivi (196; -11). Lo rende noto la Regione Marche nel consueto bollettino giornaliero.
Sono 677 i casi di positività rilevati nelle ultime 24ore (numero basso come di consueto dopo il weekend), sulla base di 1.785 tamponi, con l'incidenza ogni 100mila abitanti che scende a 914,43 (il giorno precedente era 932,787).
Cinque le persone decedute in un giorno; il totale regionale di vittime sale a 4.031. In forte diminuzione il numero di quarantene: ora sono 25.454 (-1.802) tra le quali sono 94 con sintomi. Attualmente sono 50 le persone in osservazione nei pronto soccorso e due ospiti di strutture territoriali.
Nella chiesa sconsacrata la "Confraternita' di Montappone (Fermo) è crollato parzialmente il tetto: la copertura è implosa finendo all'interno dell'immobile e alcuni coppi, sulla sommità dei muri perimetrali , lati est e sud, hanno subito uno scivolamento, minacciando di cadere sulla sede stradale. Il fatto è avvenuto nella serata di ieri.
Sul posto, nel centro storico, è intervenuto personale del Comando dei vigili del fuoco di Fermo, con l'ausilio di un'autoscala del Comando di Macerata. I pompieri hanno rimosso le parti 'pericolanti' e hanno proceduto a recuperare i beni depositatati in una stanza prospiciente il fabbricato stesso. Il perimetro è stato transennato dai vigili del fuoco per mettere in sicurezza l'area. Il cedimento non ha causato feriti
Scontro tra due auto: un uomo soccorso in eliambulanza. È quanto avvenuto poco dopo le 13:30, in via Bellesi, in pieno centro storico, a Fermo. Dopo l’impatto, uno dei due mezzi coinvolti è finito fuori dalla carreggiata stradale, schiantandosi contro un albero.
L’occupante, un uomo di circa 60 anni che, al momento dei primi soccorsi è risultato privo di conoscenza, è stato estratto dai vigili del fuoco e consegnato al personale sanitario.
La causa del sinistro è ancora al vaglio degli agenti della polizia locale. Lanciato l'allarme sono accorsi sul posto i mezzi di soccorso del 118, un'ambulanza della Croce Verde di Fermo e l'automedica. I sanitari, valutata la situazione, hanno subito richiesto il supporto dell'eliambulanza.
L'elicottero del soccorso, una volta atterrato, ha poi trasferito l'uomo all'ospedale dorico di Torrette in codice rosso. Nessuna grave conseguenza, invece, per le tre persone a bordo della seconda auto.
La Chiesa delle Marche, in riferimento all’omicidio di Alika Ogorchukwu avvenuto a Civitanova Marche nella giornata di ieri, reagisce concordemente con la vicinanza cristiana, la preghiera e la chiara condanna di ogni forma di violenza.
L’Arcivescovo di Fermo Rocco Pennacchio, da cui Civitanova dipende ha diffuso il seguente comunicato: "La nostra Chiesa locale e le parrocchie di Civitanova di fronte all'uccisione di Alika scelgono l'atteggiamento del silenzio per lasciarci ferire il cuore e sconvolgere dell'accaduto. Preghiamo per la vittima e siamo vicini a tutti coloro che sono nel dolore e nell'angoscia per quanto successo".
"A partire dell'Eucaristia che celebreremo domenica, nella quale in luogo dell'omelia ci saranno alcuni minuti di silenzio, vogliamo ribadire e rafforzare il nostro impegno per la pace e perché l'aggressività non si sostituisca alla giustizia e non metta più in pericolo altre vite. Nessuna forma di violenza può avere cittadinanza nella vita secondo lo stile del Regno di Dio. Preghiamo anche per l'aggressore e i suoi familiari" ha aggiunto Monsignor Pennacchio.
L’Arcivescovo di Camerino e San Severino Francesco Massara, dove risiede la famiglia di Alika, ha assicurato assieme al parroco di San Severino e direttore della Caritas: "La comunità cristiana di San Severino si stringe a questa famiglia così colpita del dolore ed assicura, come si è sempre operato con tutti, la piena disponibilità ad aiutare la signora Charity e il figlio Emmanuel in questa situazione di prova".
A esprimere, a nome di tutta la comunità settempedana, il suo profondo cordoglio per la scomparsa del 39enne residente a San Severino è la sindaco Rosa Piermattei: "Siamo veramente addolorati per questa tragedia, Alika era un padre di famiglia. Le istituzioni ci sono e sono vicine a Charity ed Emmanuel".
Anche la scuola frequentata dal figlio di Alika Ogorchukwu, l’Istituto comprensivo “P. Tacchi Venturi”, per voce del dirigente, professor Sandro Luciani, si è unita al comune cordoglio facendo sentire il proprio abbraccio alla famiglia verso la quale promuoverà “forme di solidarietà. Al ritorno a scuola a settembre - spiega il preside - faremo anche raccolta fondi per la moglie e il figlio di Alika”.