“In genere i discriminanti sono la distanza spazio-temporale da un evento precedente (in genere più forte) o più spesso da un raggruppamento di eventi (una sequenza in corso) – a parlare è Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Non ci sono regole fisse e valide sempre sulla distanza in tempo e in chilometri per decidere se un determinato evento è o non è un aftershock di un altro. È chiaro che se siamo nel pieno di una sequenza e avviene un terremoto all’interno del volume già attivo, si tratterà indubbiamente di un aftershock. Se, al contrario, siamo a qualche decina o centinaia di chilometri lontani dalla zona attiva, molto probabilmente i due eventi non saranno collegati; più aumenta la distanza dalla zona attiva e più diventa difficile trovare un collegamento tra i due. Se per di più l’evento avviene a distanza di anni da un altro, le probabilità di un legame tra i due sono ancora più scarse. Secondo numerosi studi effettuati a partire dagli anni ’90 del Novecento, un forte terremoto altera le condizioni di stress di alcune delle faglie intorno, anche a notevole distanza (decine di chilometri) dal volume attivato, allargando così la regione in cui le probabilità di avere dei terremoti aumentano (in altre zone le probabilità invece diminuiscono). Anche in questi casi ì si parla di ‘aftershocks’, ma la materia è dibattuta”.
Nel caso di Muccia, dunque, non sembrano esserci dubbi e a giudicare dalle parole di Amato si rientra perfettamente nella casistica degli aftershock. Ma la domanda, dettata più dalla paura che da basi scientifiche, a questo punto, è se un aftershock potrà mai avere una magnitudo superiore a quella dell’evento principale, con Amato che spiega che ciò può avvenire solo in casi molto rari.
“A quel punto l’evento X diventerà il main shock (l’evento principale) della sequenza, ma resterà pur sempre un aftershock di qualche evento precedente. E’ importante, inoltre, conoscere la distribuzione della sismicità e le sue eventuali ‘migrazioni’ nel tempo e nello spazio. Questo ci permette di fare ipotesi in caso si assista a un’attivazione di una ‘nuova’ faglia (cosa che al momento non si sta verificando per il settore a nord di Muccia). Al tempo stesso, però, questo purtroppo non ci permette di escludere che un’altra faglia si attivi comunque, vuoi perché si sarebbe mossa comunque, o perché riceve una ‘spinta’ da una vicina. Ricordiamo che prima del 24 agosto non c’era stato alcun aumento di sismicità (anche di bassa magnitudo) nella zona della faglia di Amatrice.
Il fatto che una faglia si sia attivata con uno o più forti terremoti non significa che abbia ‘scaricato’ tutto il suo potenziale; perciò se anche l’aftershock in questione avvenisse su una faglia che ha avuto eventi forti in un recente passato, non si può escludere che la stessa faglia possa averne altri, anche forti. Pensiamo ad esempio al terremoto del 30 ottobre 2016, avvenuto nell’area dove già c’erano stati eventi importanti a sud (il 24/8) e a nord (il 26/10).
Poi, l’aftershock potrebbe essere localizzato sì all’estremità di una faglia già attiva, ma accanto a questa ci potrebbero essere altre faglie in grado di attivarsi, quindi si potrebbe assistere a una sorta di ‘migrazione’ dell’attività da una faglia a una adiacente, proprio per il processo di trasferimento di stress, o per una migrazione di fluidi da una faglia all’altra, o altro.
Per di più, secondo alcuni modelli statistici, ogni terremoto aumenta le probabilità di averne altri nei paraggi; la maggior parte di questi sarà di magnitudo minore del precedente, ma anche la probabilità di eventi più forti aumenterà. Sempre secondo questi modelli, che riescono a spiegare abbastanza bene l’andamento statistico degli aftershock di minore magnitudo dopo un forte terremoto, le probabilità di avere un evento forte (per es. M>5.5) dopo un terremoto di magnitudo 4 o 4.5 aumentano ma rimangono comunque molto basse, tipicamente dell’ordine dell’1% in una settimana”.
Sono evidenti gli errori e i ritardi nella gestione dell’emergenza, nella programmazione e nella ricostruzione, da parte della Giunta regionale, a fronte di un terremoto che ha colpito le Marche ormai quasi due anni or sono. Questo il contenuto della denuncia formulata dal consigliere regionale della Lega nord, Sandro Zaffiri, all’indomani della nuova ondata sismica.
“A due anni dagli eventi sismici che hanno colpito il centro Italia e le Marche, solo un numero irrisorio di interventi è stato attuato – afferma Zaffiri – mentre decine di migliaia di edifici restano ancora inagibili o gravemente danneggiati”.
“Nonostante tale evidenza – continua l’esponente leghista – la Giunta regionale che gestisce la ricostruzione continua imperterrita nella propria miope, inefficiente e incondivisa opera”.
“Purtroppo si tratta di un’opera irresponsabile, perché caratterizzata dalla continua creazione di paletti di ordine burocratico, non destinata a risolvere i veri problemi”.
Secondo Zaffiri, quello della Giunta è un atteggiamento “diabolico”, perché si colloca sullo stesso binario della gestione del terremoto del 1997, quando al Governo della Regione vi erano gli stessi partiti del centrosinistra.
Il consigliere leghista invita la Giunta regionale a fare ammissione di colpa, prendendo atto della miriade di errori e sottovalutazioni commesse finora, affinché si possa presto e finalmente imboccare la strada di una vera ricostruzione.
Gli ingegneri marchigiani replicano seccamente alle dichiarazioni del commissario alla ricostruzione, Paola De Micheli. Di seguito la nota diffusa da Feding Marche.
“In una recente intervista, l’Onorevole Paola De Micheli, commissario straordinario alla ricostruzione, ha sostenuto che lo Stato pagherà tutte le spese affrontate dai cittadini per la ricostruzione, ma che non sanerà gli abusi e che non ci saranno condoni.
Come è stato a più riprese denunciato dai tecnici marchigiani, uno dei principali problemi che ostacola la presentazione dei progetti agli U.S.R. è che su moltissimi fabbricati si riscontrano difformità edilizie e strutturali, che per essere regolarizzate necessitano di procedimenti lunghi ed incerti.
Questo è un nodo delicato su cui la Federazione Ordini Ingegneri delle Marche intende fare definitivamente chiarezza a scanso di pretestuosi equivoci. La posizione della Federazione, di concerto con i presidenti degli ordini provinciali della nostra regione, è netta e non lascia spazio a fraintendimenti. La realtà è che non si tratta di abusi, e che nessuno di noi ha mai pensato di richiedere sanatorie o colpi di spugna.
Nelle Marche non ci troviamo di fronte a una situazione di illegalità diffusa e i presunti abusi, come l’Onorevole li ha definiti nell’intervista, sono in moltissimi casi lievi difformità, verosimilmente originate in assoluta buona fede.
È infatti frequente che alcune modifiche dimensionali, se di questo si tratta, siano del tutto involontarie e legate anche agli strumenti di misurazione meno evoluti e ai sistemi costruttivi usati nel passato.
È forse possibile parlare di “abuso” se una parete nella realtà è più lunga di qualche centimetro (ma in molti casi anche più corta), di quanto risulta da un disegno ingiallito, o se una finestra o una porta sono spostate di una spanna su un prospetto d’epoca disegnato a mano?
Il sospetto è che sia la parola stessa a evocare fantasmi ideologici che impediscono valutazioni realistiche, assoggettando un territorio intero a un’ansia di legalità che nessuno di fatto ha mai inteso violare.
Prova ne è che dagli ingegneri marchigiani non sono mai venute richieste di condoni, ma solo istanze per l’introduzione di procedure amministrative snelle che si concludano in tempi certi e che permettano di individuare i reali abusi, evitando deleterie e fuorvianti generalizzazioni.
Anche per quanto attiene al pagamento delle spese, la realtà sembra andare ancora una volta in una direzione opposta a quanto affermato dal Commissario.
Dopo il sisma del 2016 si sono susseguite ben 52 Ordinanze che hanno reso e rendono estremamente complesso elaborare un progetto anche solo per la riparazione dei danni lievi.
Basti pensare che servono mediamente circa 40 elaborati tecnico amministrativi, e che molto spesso gli U.S.R. richiedono chiarimenti ed integrazioni, con tutto ciò che questo comporta in termini di dispendio di energie, tempo e denaro nella presentazione delle pratiche.
Per di più, i costi che i tecnici devono anticipare per le prove tecnologiche sui terreni e sulle murature per poter predisporre i progetti, a fronte del pagamento dei compensi a distanza di uno o più anni, stanno mettendo in crisi il sistema con il rischio concreto di far chiudere molti studi professionali. Tra l’altro la normativa attuale prevede “contributi alla ricostruzione”, il che non equivale a copertura totale dei costi, che risultano spesso insufficienti.
Tra le popolazioni colpite si è addirittura diffusa l’ipotesi, essendo difficile arrendersi all’idea di una burocrazia miope e fine a se stessa, che il “mostro” che è stato messo in piedi serva solo a dilazionare l’onere economico della ricostruzione.
Quasi due anni di interlocuzioni a vari livelli istituzionali, di documenti e di proposte da parte degli ordini professionali, hanno avuto una modesta incidenza in qualche raro comma delle solite 52 ordinanze.
Con l’unico risultato di disperdere il patrimonio di esperienza e di professionalità di chi opera sul proprio territorio, conoscendone a fondo le esigenze peculiari e le criticità.
Infine, mentre si continua a discutere di dettagli senza affrontare con adeguata solerzia e incisività le scelte importanti, si fissano scadenze quantomeno improbabili e si erogano i contributi per l’autonoma sistemazione”.
La violenta scossa di questa notte ha fatto ripiombare il territorio nel panico. E le reazioni sono state le più disparate, dalla legittima paura alla rabbia, passando, inevitabilmente, anche per le solite teorie sulla "presunta magnitudo aggiustata". A mettere in ordine i tasselli ci ha pensato, ancora una volta, il geologo di Unicam, Emanuele Tondi, ormai vero e proprio punto di riferimento per il territorio e non solo quando si parla di terremoto. Da un lato, infatti, Tondi ha le competenze scientifiche per spiegare quanto sta accadendo e, dall'altro, ha la sensibilità di chi é anche sindaco e conosce, quindi, le preoccupazioni e le emozioni dei semplici cittadini.
"La magnitudo - spiega quindi Emanuele Tondi - viene calcolata da INGV subito dopo l’evento in maniera automatica e poi rielaborata più volte. Questo è il motivo della variazione del dato, il più preciso è sempre l’ultimo valore comunicato.Come si può vedere dalla mappa allegata (foto), l’evento si colloca all'estremità nord della sequenza sismica del 2016-2017 (Terremoto di Amatrice-Visso-Norcia in legenda). Data la sua localizzazione, può essere considerato un aftershock relativo ai forti terremoti di fine Ottobre 2016. La sequenza sismica nel suo complesso è in diminuzione anche se per brevi periodi (di alcuni giorni) può riprendere attività sia in termini di frequenza che di intensità, in particolare alle sue terminazioni settentrionali (Muccia, Pievetorina, Monte Cavallo) e meridionali (Campotosto, Montereale, Capitignano)". Magnitudo spiegata, quindi,e nessuna nuova faglia, come qualcuno ha voluto intendere nelle ultime ore. Solo un accentuarsi della frequenza di quelli che possono essere considerate scosse di assestamento, con Tondi che aggiunge: "La sequenza sismica potrà dirsi terminata quando la sismicità dell’area tornerà ai livelli precedenti del 24 Agosto 2016. Sequenze associate a terremoti simili hanno avuto una durata anche di 2-3 anni. Nell'ambito delle sequenze sismiche, gli aftershocks più forti possono arrivare fino ad una magnitudo di un grado minore dell’evento principale. Eventualità sempre più improbabile (ma non impossibile) con il passare del tempo".
La scossa delle 4,19 di questa notte, il cui epicentro é stato localizzato in territorio di Muccia ad una profondità di 9 km, è stato seguito fino ad ora da cinque repliche di magnitudo compresa tra 2.0 e 2.5 e diverse di magnitudo inferiore a 2.
"Più volte - prosegue il geologo e sindaco di Camporotondo, ripercorrendo la storia dei terremoti sul nostro territorio - è stata paragonata l’attuale sequenza sismica a quella che si verificò tra Gennaio e Febbraio del 1703 tra Norcia e L’Aquila. Negli anni e decenni successivi, forti terremoti interessarono le zone immediatamente a nord e sud. A nord ricordiamo il terremoto del 1741 a Fabriano, del 1751 a Gualdo Tadino e del 1799 a Camerino. Terremoti di magnitudo stimata tra 5.5 e 6.0, generati da faglie più piccole e profonde rispetto a quella del Monte Vettore-Monte Bove e non visibili in superficie. A sud ricordiamo il terremoto del 1706 della Maiella e del 1805 del Molise, terremoti di magnitudo stimata tra 6.5 e 7.0. In queste zone sono presenti faglie simili a quella del Monte Vettore-Monte Bove, sia per dimensione che espressione superficiale. Per ulteriori informazioni sulla sismicità storica è possibile consultare il catalogo parametrico dei terremoti italiani https://emidius.mi.ingv.it/CPTI15-DBMI15/".
"Non sappiamo quando - conclude Tondi, con una frase che ha il sapore dell'appello verso chi dovrà stabilire regole e metodi per la ricostruzione - ma i terremoti avvengono sempre nelle stesse zone e con caratteristiche simili. Quindi, per stare sicuri e tranquilli occorre abitare o frequentare edifici non vulnerabili rispetto alla sismicità dell’area in cui si trovano".
Il Commissario per la ricostruzione Paola De Micheli e il direttore generale dell'Abi Giovanni Sabatini hanno firmato il protocollo sulla sospensione delle rate di rimborso dei mutui sugli edifici inagibili nell'area del cratere del terremoto che ha colpito nel 2016 in centro Italia.
Il Collegato Fiscale alla Legge di Stabilità 2017 ha prorogato fino al 31 dicembre 2018 la sospensione del pagamento delle rate di ammortamento dei mutui sia per i proprietari di prime case distrutte dagli eventi sismici, sia per gli edifici inagibili destinati ad attività produttiva. Inoltre, per gli immobili all'interno delle zone rosse, il termine è posticipato al 31 dicembre 2020. L'accordo definisce dunque i piani di ammortamento dei finanziamenti a rimborso delle rate sospese."La legge - sottolinea De Micheli - prevedeva la sottoscrizione di questo accordo entro il 30 giugno 2018 ma abbiamo ritenuto di accelerare i tempi per dare maggiori certezze ai cittadini.
(Fonte Ansa)
Incidente per sei persone della provincia di Perugia quello accaduto nel pomeriggio odierno in località Fonte San Lorenzo di Castelsantangelo sul Nera.
Durante l'escursione in montagna una delle sei persone si è fratturata una gamba: la dinamica di come sia avvenuto è ancora in fase di accertamento.
L'uomo è stato trasportato con l'eliambulanza all'ospedale di Macerata. Gli altri cinque invece sono stati riaccompagnati alle proprie auto perchè potessero far ritorno a casa.
Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco di Visso e di Norcia e il Soccorso alpino di Perugia.
Le ultime "casette" di Castelsantangelo sul Nera stanno per essere consegnate. Sabato 24, alle12:30, le ultime 40 Sae presso l'Area Sae Capoluogo saranno date agli assegnatari.
Sono 23 le Sae assegnate finora, 11 nella frazione di Gualdo e 12 frazione di Nocria.
Parteciperanno alla cerimonia il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, il commissario straordinario Paola De Micheli oltre al prefetto di Macerata, Roberta Preziotti, il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, l'assessore Angelo Sciapichetti, e le autorità politiche e religiose.
''Credo che la magistratura ce la stia mettendo tutta per frenare la ricostruzione del centro Italia colpito dal terremoto dell'agosto e dell'ottobre 2016. Mettere i sigilli ad una struttura smontabile, tra l'altro una piccola perla di architettura, e iscrivere nel registro degli indagati il sindaco e l'architetto Boeri significa pura miopia con evidenti cavilli giuridici senza senso''.
Lo ha detto la portavoce dei terremotati di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera, Maria Teresa Nori che esprime solidarietà al sindaco e ai cittadini di Norcia. ''Da questi presupposti - ha evidenziato la Nori - nasce il germoglio della paura da parte degli amministratori locali che per fare un'opera, per ripristinare un territorio, per dare vita alla comunità dovranno stare sul filo del rasoio per fare il loro dovere nei riguardi della cittadinanza. E' una assurdità tutta italiana. I nostri territori con questi presupposti - conclude - rinasceranno tra 30 anni ma sarà troppo tardi perché ci sarà uno spopolamento epocale''.
Buona affluenza alle urne nei paesi colpiti dal terremoto nelle Marche. In molti Comuni gli abitanti che sono ancora sfollati sono arrivati o con i bus navetta messi a disposizione dalla Regione Marche o con mezzi propri per votare.
Come a Castelsantangelo sul Nera dove Marco Alfani e il nipote, unici ad abitare ancora in frazione Vallinfante in roulotte, si sono presentati di buon'ora al seggio: un modulo abitativo. A Muccia il tricolore, la bandiera azzurra della Ue e quella della Regione Marche hanno trasformato un centro di aggregazione in seggio elettorale. Nei paesi più grandi si sono registrate, soprattutto prima dell'ora di pranzo, lunghe file e attese, come a Camerino dove il seggio si è concentrato in zona Le Conce nella sede dell'Ipsia 'Ercoli'. A Montecavallo si è votato in una struttura prefabbricata che verrà poi adibita a chiesa. Ad Acquasanta Terme, alcuni abitanti che risiedono nella vallata sono tornati per votare: tre i seggi allestiti.
'Se come sembra nei prossimi giorni arriverà il vento gelido dalla Siberia, chiamato Burian, ci sarà un calo di temperatura che non si registra dal 2010, secondo quanto affermano i meteorologi. Preoccupa dunque la situazione nelle zone terremotate per quelle persone ancora senza l'assegnazione delle Sae, le casette provvisorie''.
E' l'allarme lanciato dalla portavoce dei terremotati di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera Maria Teresa Nori. ''Auspico - ha detto ancora Nori - che la regione Marche e i Comuni si attivino subito per porre rimedio in quanto questa emergenza metterà a dura prova i cittadini e gli animali degli allevamenti delle zone terremotate delle Marche. Si prevedono temperature diurne di alcuni gradi sottozero, minime notturne anche a -10 gradi'', ha concluso Maria Teresa Nori.
Anas ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di oggi altri due bandi di gara d’appalto per l’affidamento di lavori di ripristino sulla strada provinciale 136 “di Pian Perduto”, tra Castelsantangelo sul Nera e Castelluccio di Norcia, del valore di 4,8 milioni di euro che si aggiungono ad altri affidamenti già in corso per la stessa arteria, lungo la quale sono previsti lavori di ripristino per un investimento complessivo oltre 16 milioni di euro.
Gli interventi rientrano nel “Programma di ripristino delle strade colpite dal sisma”, nell’ambito del quale sono complessivamente in corso lavori per oltre 125 milioni di euro e sono in fase di aggiudicazione appalti per ulteriori 170 milioni di euro, mentre proseguono le attività di progettazione ed approvazione dei restanti interventi.
Nel dettaglio, il primo dei due bandi pubblicati oggi riguarda interventi di sistemazione del versante e ripristino dei muri per un valore di 1,55 milioni di euro, mentre il secondo appalto riguarda lavori di ripristino del corpo stradale per un valore di 3,25 milioni di euro.
Entrambi gli appalti saranno aggiudicati con procedura aperta accelerata.
Le imprese interessate devono consegnare la domanda di partecipazione nei tempi e modi indicati nei rispettivi bandi, tramite il portale acquistia Anas entro le 12 di martedì 6 marzo.
Il telegiornale di Canale5, sabato sera ha aperto con una triste vicenda che ha dell'incredibile: quella capitata a Mario Davidde, un pensionato 79 enne di Castelsantangelo sul Nera a cui sono arrivate bollette da pagare per oltre duemila euro relative alla casa che non ha più per via del terremoto.
Lo sconforto e la delusione per questa assurda vicenda fanno venire le lacrime agli occhi al signor Mario che esordisce affermando che lui le bollette le ha sempre pagate e vuole continuare a pagarle ma lamenta il fatto che a fronte di importi probabilmente errati, gli sia negata la possibilità di contestare gli addebiti. Le sue email e raccomandate vanno ad infrangersi contro il muro di gomma posto a difesa delle aziende fornitrici.
Gli vengono addebitati un conguaglio di 807 euro per consumi di energia elettrica fino al 2017 e altre fatture per un totale di 1400 euro relative alla fornitura di gas che l'uomo dice di aver contestato civilmente, ricevendo come risposte solamente estratti conto di fatture da pagare. "Io non posso contestare contro una macchina - conclude il signor Mario - che mi risponde sempre automaticamente che hanno ragione loro".
Presentato ufficialmente nel corso di una conferenza stampa il programma scaturito dal progetto “Popolazione di Fenomeni” che coinvolge i Comuni di Tolentino (capofila), Bolognola, Castelsantangelo sul Nera e Visso.
Un progetto di spettacolo dal vivo finanziato dal decreto Mille proroghe della Regione Marche e finalizzato all’animazione delle zone terremotate con particolare attenzione a giovani ed anziani, ideato e coordinato da Empatia Comunicazione. Popolazione di Fenomeni perché in un territorio che più geo-fisico non si può, c’è una generazione di fenomeni con un fisico bestiale, per resistere agli urti della vita. Di fronte ai fenomeni della natura, si crolla, ma non si molla. Allora fronte comune, anzi, quadri-comune, per offrire “un attimo di pace sai” anche con l’aiuto dell’arte e della creatività.In programma una serie di iniziative che coinvolgeranno le popolazioni dei quattro Comuni e del loro territorio di riferimento. Si inizia festeggiando il Carnevale.
Alla conferenza stampa hanno partecipato il Sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, il Sindaco di Bolognola Cristina Gentili, il tesoriere della pro Visso Guido Maria Carioli, il Vicesindaco di Tolentino Silvia Luconi, l’Assessore alla Cultura del Comune di Tolentino Alessia Pupo, in rappresentanza di Empatia Comunicazione Lorella Sampaolo, la segretaria della pro Loco TCT Novella Scalzini.
Il programma prevede una festa a Castelsantangelo sul Nera per i comuni di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera e in serata per i ragazzi a Tolentino. Domenica 11 e martedì 13 febbraio Carnevale al Palazzetto sempre a Tolentino.
Domenica 18 febbraio festa con tutti i protagonisti di Frozen a Bolognola ed a fine febbraio festa conclusiva a Castel Santangelo sul Nera.
Questo il programma in dettaglio delle iniziative di Carnevale.
Sabato 10 febbraio, presso Il Campanaccio, a Castelsantangelo sul Nera, appuntamento da non perdere con “Porco Mondo! Pig Carnevale”. Si inizia alle ore 15.30 con Carnival Show, con giochi, spettacolo e animazione. A seguire L’Allegra Brigata: gran parata e premiazione delle maschere.
Alle ore 17, La Merenda di Peppa, divertimento in maschera e merenda con le mascottes dei maialini più amati dai bambini. Alle ore 18 Laurent Tetù racconta di essere il cugino della Befana e a volte, addirittura il fratello di Babbo Natale. Ai bambini presenti toccherà scoprire se questo bizzarro clochard tra un equilibrismo e una giocoleria dice la verità.
L’evento ad ingresso gratuito è promosso da Regione Marche, Comune di Visso e Pro Visso.
Questo il programma delle iniziative di Carnevale programmate a Tolentino e che si terranno al Palasport “Giulio Chierici”, in viale della Repubblica.
#carnevalealpalazzetto 2018.
Sabato 10 febbraio, dalle ore 23.30, Mood presenta Mood Night – Carnival Experience con Riccardo Prosperi, Filippo Del Moro, Simone Bellardinelli.
Domenica 11 febbraio, dalle ore 15.30 si da inizio alla festa con l’animazione per bambini, alle ore 16 si fa festa con “Il mondo delle principesse” personaggi e colonna sonora dei classici Disney, alle ore 17.30 da non perdere L’Allegra Brigata: gran parata e premiazione delle maschere.
Alle ore 18.30 spettacolo con “Soy Luna”, roller tribute show con canzoni, pattinate acrobatiche, belletti e giochi con i personaggi della famosa serie Disney. A tutti i partecipanti saranno offerti i dolci tipici carnevaleschi preparati dalle cuoche delle mense scolastiche comunali. Si ringraziano Orietta Leonori e Lorenzo Guardati per aver offerto la farina e Norberto Serangeli per aver offerto le uova e le cuoche e il personale delle mense scolastiche comunali per la preparazione dei dolci.
Martedì 13 febbraio, sempre al Palasport, tradizionale appuntamento con il Carnevale dei Bambini con l’animazione e la musica a cura della Balena Dispettosa.
Si ricorda che gli eventi di domenica 10 e martedì 13 febbraio sono ad ingresso libero ed aperti a tutti e promossi da Regione Marche, Comune di Tolentino e Pro Loco TCT.
Tra Preci e Visso il fiume Nera è tornato nel suo alveo originario. Si sono infatti concluse le operazioni sulla strada 209 "Valnerina", finalizzate alla deviazione del corso d'acqua al confine tra i due comuni.
Un tratto che era stato interessato da una grande frana a seguito del terremoto del 30 ottobre 2016, bloccandone per circa un anno la viabilità tra Umbria e Marche. A confermare la notizia della conclusione dell'operazione è l'Anas che ha realizzato i lavori. Con il fiume tornato nel suo naturale corso, adesso si procederà alla realizzazione del tratto definitivo che ricollegherà Visso e Preci. La riapertura a fasce orarie e a senso unico alternato è prevista per il primo febbraio.
La provinciale era stata riaperta, con limitazioni, nell'autunno scorso, grazie alla realizzazione di una bretella provvisoria, che ora è stata smantellata per lasciare spazio alla strada definitiva. (ANSA).
Prenderanno il via il 15 gennaio le operazioni per lo spostamento del fiume Nera nell'alveo definitivo, nell'ambito dei lavori per la ricostruzione della ex Strada Statale 209 "Valnerina", nel tratto gravemente danneggiato dal sisma del 30 ottobre 2017 nel Comune di Visso.
Lo rende noto l'Anas, precisando che si tratta di operazioni delicate, non compatibili con il transito dei veicoli. Per questo sarà necessaria la chiusura, in entrambe le direzioni, del tratto della ex statale in corrispondenza della frana.
Attualmente lungo la tratta il traffico è consentito in alcune fasce orarie. Il completamento di questa fase dei lavori è previsto entro il 31 gennaio. Gli interventi rientrano nel "Programma di ripristino delle strade colpite dal sisma", nell'ambito del quale sono al momento in corso lavori per oltre 110 milioni di euro e sono in fase di aggiudicazione appalti per complessivi 127 milioni di euro, mentre procedono le attività di progettazione ed approvazione dei restanti interventi. (ANSA)
Presentato a Visso il progetto "Porta della Sibilla", un percorso naturalistico, storico e culturale che si snoderà per 10 chilometri dentro il Parco naturale dei Monti Sibillini e che collegherà i Comuni terremotati di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera, in provincia di Macerata.
Verrà finanziato in parte dai fondi donati dalle Assemblee legislative delle Regioni di tutta Italia, che hanno raccolto un milione e 100mila euro per le popolazioni colpite dal sisma. Di questa somma, 470mila euro saranno destinati al progetto (che ne costerà circa 850mila) illustrato dai sindaci Giuliano Pazzaglini di Visso, Mauro Falcucci di Castelsantangelo sul Nera e dal sub commissario del Comune di Ussita Nunzio Di Martino.
A rappresentare i consiglieri regionali il coordinatore delle Assemblee legislative italiane Franco Iacop, presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, e i colleghi dei Consigli regionali di Marche e Umbria Antonio Mastrovincenzo e Donatella Porzi. (Ansa)
Sarà il presidente Antonio Mastrovincenzo ad accompagnare, venerdì 12 gennaio, i colleghi dei Consigli regionali di Umbria, Donatella Porzi, Abruzzo, Giuseppe Di Pangrazio, e Friuli Venezia Giulia, Franco Iacop, coordinatore della Conferenza delle Assemblee legislative italiane, in visita nelle aree dell'Alto Nera interessate dal progetto di rilancio economico, turistico e sociale finanziato con le donazioni per le regioni terremotate raccolte lo scorso anno dalla Conferenza delle Assemblee legislative.
L'iniziativa inizierà alle ore 11 a Visso e si concluderà con una conferenza stampa alle ore 12 nella sede provvisoria del Comune, in località “Palombare”. Saranno presenti anche i sindaci dei comuni beneficiari delle donazioni, Giuliano Pazzaglini (Visso), Mauro Falcucci (Castelsantangelo sul Nera), Mauro Passerotti (commissario straordinario prefettizio di Ussita).
Nel pomeriggio in programma una visita alla scuola dell'infanzia donata dalla Regione Friuli Venezia Giulia al comune di Sarnano.
Consegnate stamattina a mezzogiorno dodici Sae a Castelsantangelo sul Nera.
”La gente voleva rientrare - ha dichiarato il sindaco Mauro Falcucci - È stata una giornata importante ma non di festa perché dopo sedici mesi ancora non sono state consegnate 40 casette e i nostri solleciti a cominciare dalla montagna per questioni legate al clima sono stati disattesi”.
"Le Sae, ha riferito il sindaco Mauro Falcucci, "non sono ancora perfette ma la direzione dei lavori si è impegnata a sistemare le cose che non funzionano". Le famiglie che hanno vissuto 14 mesi in albergo, "non ne potevano più di restare lontane, è stato importante farle rientrare". Finora, ha riferito il sindaco, sono state consegnate 23 casette su 63: "Ci siamo scusati con i concittadini per il ritardo. Le altre 40 Sae non saranno pronte fino a fine gennaio o febbraio". Avevamo suggerito di rafforzare le squadre per i lavori e di partire dalla montagna proprio a causa del meteo: non ci hanno ascoltato...".
Domani a Roma, Falcucci, il sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini, il commissario di Ussita Mauro Passerotti incontreranno De Micheli per fare il punto sul dissesto idrogeologico.
Oggi le Guide Professioniste AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche) del Camoscio dei Sibillini Trekking, il Biologo Simone Gatto, e di Forestalp Tour Operator, nonostante le difficoltà del sisma e nonostante l'assenza di neve, hanno portato oltre 40 persone a passeggiare nei fantastici Prati di Ragnolo.
"Grazie a tutti! Affidetevi sempre ai professionisti, le Guide Ambientali Escursionistiche abilitate secondo la Legge della Regione Marche e iscritte a AIGAE" dice il dottor Gatto "garanzia di sicurezza e serietà professionale, oltre che di elevata preparazione culturale".
Tutto è bene quel che finisce bene, come il summit travestito da sopralluogo che si è svolto oggi in diverse aree SAE dell’entroterra maceratese. Al centro del vertice le polemiche contro il Consorzio Stabile Arcale - che ha l’appalto per la costruzione delle Sae - mosse dai sindaci di alcuni comuni che hanno riscontrato problemi nelle casette realizzate.
Il tour è partito alle ore 11 dall’area Sae di San Cassiano a Sarnano, dove c’è stato un tavolo di confronto a porte chiuse in una delle strutture non consegnate. Al summit sono intervenuti Angelo Borrelli (Capo Dipartimento della Protezione Civile nazionale), David Piccinini (Direttore della Protezione Civile regionale), Angelo Sciapichetti (assessore regionale alla Protezione Civile), Giorgio Gervasi (presidente del Consorzio Arcale) e il sindaco di Sarnano Franco Ceregioli.
"C’è stato un equivoco sulla data di consegna delle Sae - ha dichiarato Borrelli - Abbiamo verificato che in quest'area le Sae sono tutte a posto, stiamo aspettando l'ultima certificazione che ci arriverà adesso relativa all'accensione delle caldaie. Ricevuta questa certificazione da parte dei tecnici il sindaco procederà a prendere le chiavi e consegnerà le soluzioni abitative d'emergenza alla popolazione" (la certificazione è poi arrivata in serata, consentendo di poter procedere all'assegnazione delle casette già nelle prossime ore, ndr).
“È stata l'occasione per un lungo confronto, in alcuni momenti anche (eufemisticamente) acceso - ha detto ai microfoni il sindaco Ceregioli - Questo pomeriggio, dopo aver richiesto espressamente tutte le certificazioni, mi sono stati consegnati anche i verbali di accensione e collaudo delle caldaie, per cui si è chiusa (finalmente e positivamente) la fase di verifica delle casette”.“Siamo qui per consegnare le casette, non per cercare le colpe - ha osservato Gervasi - I ritardi a Sarnano? Abbiamo consegnato le casette quando era il momento, abbiamo ricevuto la possibilità di allacciare le utenze luce, gas acqua, mercoledì prima di Natale, il giorno dopo siamo intervenuti e abbiamo lasciato in pressione gli impianti fino a mercoledì scorso, quando è venuta fuori una problematica. Abbiamo risolto tutto ieri sera, stiamo parlando di 48 ore".
La carovana dei "cinque big", seguita da un nutrito gruppo di giornalisti, si è poi mossa in direzione Caldarola. Lì alcune casette sono già abitate e i cittadini hanno dichiarato di essere soddisfatti. “Qui viviamo molto bene - racconta una coppia di signori mentre pranzano nella loro nuova casa - La casetta è a posto, non è come si dice. Siamo stati 13 mesi in Abruzzo, ora ci hanno permesso di tornare nella nostra città”.
“Appena arrivati non si poteva pretendere il Grand Hotel - racconta un altro abitante del villaggio - Qualcosa mancava ma si sono adoperati subito per risolvere i problemi”.
Il sopralluogo è continuato a Pieve Torina e poi a Visso per concludersi nel tardo pomeriggio a Castelsantangelo sul Nera. “Stiamo chiarendo le posizioni - ha affermato Gervasi (Arcale) - C’è un atteggiamento propositivo da parte di tutti, mi sento soddisfatto. I fatti lo dicono. Le Sae sono ben fatte e alcune sono abitate. Ci sono solo alcune finiture da sistemare”.
A Castelsantangelo sul Nera, al villaggio Sae di Nocria, c'era ad aspettare gli ospiti il sindaco Mauro Falcucci. “Ogni sopralluogo è sempre positivo - ha dichiarato il primo cittadino - Se fosse stato effettuato prima di Natale così da permettere alle persone di passare le feste a casa sarei stato contento, questo é il mio rammarico. A quanto pare il buon senso non è di casa per questo terremoto - ha continuato con tono amareggiato Falcucci - la montagna sarebbe dovuta venire prima perché ogni giorno che passa perdiamo cittadini e la montagna maceratese soffre. Voglio sottolineare una questione. La politica - ha concluso Falcucci - lasci fuori il terremoto dalla campagna elettorale. Il terremoto è una sconfitta per gli italiani e noi da sindaci stiamo soffrendo più degli altri”.
A tirar le somme della giornata all’insegna del controllo delle Sae, il bilancio sembrerebbe positivo. Il disagio di una popolazione che soffre resta, ma le parti si sono chiarite e soprattutto è risultato chiaro che tutti gli attori coinvolti nella realizzazione nell’approvazione e nella consegna delle casette remano in unico verso: far tornare tutti a casa quanto prima. Che oggi è, comunque, già troppo tardi.