Marche prima regione d’ Italia per la somministrazione di vaccini ogni 100 abitanti nel periodo tra il 1 e il 7 marzo. Con una percentuale dell’82,4%, ben cinque punti al di sopra della media nazionale delle somministrazioni, si conferma anche tra le prime in Italia per efficienza.
“L’evidenza del dato conferma la qualità del lavoro dell’assessore Saltamartini costretto a fronteggiare due calamità che flagellano i marchigiani: il covid e la supponenza del PD che, per pura propaganda, alimenta l’inquietudine dei cittadini già fortemente provati dalla pandemia - dichiara il presidente del gruppo Lega in regione Renzo Marinelli con i consiglieri Bilò, Antonini, Biondi, Cancellieri, Marinangeli, Menghi, Serfilippi” – Ora i quadri regionali del partito di cui l’ex segretario Zingaretti si vergogna, smetteranno di atteggiarsi a comitato tecnico scientifico ‘de noantri’ considerando come nemico la giunta regionale anziché il virus”.
La macchina messa in campo dalla regione con un lavoro incessante, consente oggi di somministrare ogni giorno almeno 5.000-6.000 vaccini che potranno arrivare a breve a 10.000. Si aggiungano il fondamentale accordo con i medici di famiglia ed il coinvolgimento delle imprese e della attività lavorative con la definizione di uno specifico protocollo d’intesa per l’auto-organizzazione nelle vaccinazioni. Senza contare che il modello dello screening di massa attuato dalla giunta regionale rappresenterà probabilmente il modello a livello nazionale.
“È ora che sindaci e consiglieri regionali del PD smettano i panni di virologi da divano e polemisti per frustrazione da perdita delle poltrone di maggioranza – ammoniscono i consiglieri leghisti - Basta con le bugie e con i dati presi a caso che il PD sventola ogni giorno per alimentare la rabbia e la preoccupazione nei cittadini. Davanti all’evidenza dei dati, dimostrino finalmente quel senso di responsabilità di cui, finora, sono stati privi. La buona politica lavora per sconfiggere il virus, non sta a gingillarsi con una campagna elettorale a tempo scaduto”
L'ospedale di Torrette ad Ancona è strapieno, tanto che il primario del pronto soccorso ha scritto al 118, dicendo che non era possibile accettare altri pazienti, che sono stati dirottati altrove.
Al polo di Torrette, che fa parte dell'azienda Ospedali riuniti di Ancona e dove ambulanze sono rimaste in attesa per ore per poi trasportare i malati in altri nosocomi, sono ricoverati oltre 140 pazienti covid (tra terapia intensiva, semi intensiva e reparti non intensivi) , su oltre 700 pazienti covid in tutte le Marche.
La direzione sta creando nuovi posti letti covid , ma la situazione è ancora di massima emergenza. Alcuni malati sono stati trasportati a Civitanova Marche. Nei giorni scorsi anche l'ospedale di Fermo ne aveva accolti altri.
Fonte: ANSA.
Le artigiane della CNA si sono date appuntamento sul web per analizzare insieme i dati emersi dall’indagine del Centro Studi dell’Associazione sull’imprenditoria femminile.
Federica Carosi, coordinatrice del Comitato Impresa Donna CNA Macerata, ha introdotto i primi risultati dello studio: “Più di una imprenditrice o lavoratrice autonoma su due non si è fatta travolgere, nemmeno psicologicamente, dall’annus horribilis 2020. Addirittura quasi il 40% di questa platea in rosa l’anno scorso si è impegnato in maniera proattiva, a esempio riorganizzando la propria attività, o ha continuato a lavorare registrando a fine anno risultati economici positivi. Viceversa, il 47% circa assicura che, se l’emergenza non sarà superata in breve tempo, potrebbe ridimensionare fortemente la propria attività (39,1%) o addirittura chiudere i battenti (8,3%)”.
Giovanni Dini, Direttore del Centro Studi CNA Marche, si è addentrato sulle caratteristiche delle dinamiche regionali dell’imprenditoria in generale, sottolineando come le Marche stanno perdendo imprese in modo sistematico dal 2017: “da noi le imprese che cessano l’attività sono da anni un numero maggiore rispetto a quelle che nascono. L’apice del disastro economico portato dalla pandemia c’è stato nel secondo trimestre del 2020 quando i ricavi medi per una impresa sono scesi da 30.700 euro a 19.400 e anche se è poi risalito nel terzo trimestre (25.800), comunque non si è recuperato quanto perso”.
In queste dinamiche negative, le donne risultano più colpite rispetto ai maschi: “Le donne marchigiane – sottolinea Dini - soffrono particolarmente la dinamica decrescente, non solo delle imprese ma anche degli occupati e quella crescente dei disoccupati, pagando un prezzo molto più alto alla crisi rispetto agli uomini”.
Sul versante delle imprese, il Direttore del Centro Studi porta all’attenzione il trend storico fortemente negativo delle Marche: “la nostra regione negli ultimi 16 anni ha perso ben il 4,3% delle imprese femminili mentre nelle altre regioni, simili per struttura produttiva alla nostra, sono in aumento. Più 3% in Veneto, + 1% in Toscana, + 0,2% in Emilia Romagna, con una media nazionale che segna un + 2,3%, le Marche sono invece di segno negativo e anche di molto. Questa è una vera emergenza che chiede un intervento rapido da parte delle istituzioni. Nella nostra regione stiamo perdendo pezzi in tutti i settori produttivi ma in modo particolare nelle imprese condotte da donne che calano molto più velocemente rispetto alle altre”.
Il professor Dini dettaglia questa voragine a livello provinciale: “Solo nella provincia di Ascoli abbiamo un recupero nell’ultimo anno con 18 imprese femminili in più rispetto al 2019. Macerata, in proporzione, è la peggiore con 123 imprese rosa in meno; -170 per Ancona, -66 Pesaro e -14 Fermo per una complessiva riduzione delle imprese condotte da donne di 355 unità in tutta la regione”.
Si chiede quindi a Dini se ci sia almeno un dato positivo o che faccia ben sperare le donne marchigiane che intendono avventurarsi nell’apertura di una partita iva: “In controtendenza, possiamo dire che tra le imprese più recenti, quelle femminili sono più presenti rispetto a quelle più anziane. C’è quindi un dinamismo maggiore nelle imprese femminili rispetto a quelle maschili e questo già da una decina d’anni”.
Nella distinzione tra settori si ripiomba però nella drammaticità della situazione: “Le imprese femminili sono soprattutto nel settore della moda; costituiscono il 34,6% del totale rispetto alle 14,6% a guida maschile nell’abbigliamento e il 30,3% rispetto al 18,5% nel calzaturiero. Purtroppo entrambi questi settori tra quelli che soffrono di più la congiuntura economica sfavorevole”.
“Purtroppo qualche ora fa ho avuto l’esito del tampone molecolare e sono positiva al Covid. Questa parola voglio che rimanga nella sua accezione originale e spero che passi tutto il prima possibile”.
A comunicarlo, su Facebook , è l’assessore alla Cultura della Regione Marche Giorgia Latini .
“Ad ora ho solo sintomi lievi fortunatamente - spiega l’assessore - non abbassate la guardia”.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 6041 tamponi: 3983 nel percorso nuove diagnosi (di cui 2115 nello screening con percorso Antigenico) e 2058 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 10,6%).
I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 423 (115 in provincia di Macerata, 128 in provincia di Ancona, 79 in provincia di Pesaro-Urbino, 37 in provincia di Fermo, 50 in provincia di Ascoli Piceno e 14 fuori regione).
Questi casi comprendono soggetti sintomatici (64 casi rilevati), contatti in setting domestico (115 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (129 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (6 casi rilevati), contatti in ambienti di vita/socialità (3 casi rilevati), contatti in setting assistenziale (4 casi rilevati), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (12 casi rilevati), screening percorso sanitario (2 casi rilevati). Per altri 88 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 2115 test e sono stati riscontrati 204 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 10%.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si registra un notevole decremento rispetto alla giornata precedente: incidenza al 10,6% oggi, rispetto al 20,17% di ieri.
In aumento di 5 unità, rispetto alle ultime 24 ore, il numero di persone ricoverate nelle strutture sanitarie regionali che ad oggi sono 734, di cui 103 in terapia intensiva (-1 rispetto a ieri). Sono, invece, 47 le persone dimesse ieri dagli ospedali regionali.
Nel Maceratese sono accolti 126 pazienti: 50 all'ospedale di Macerata, 58 al Covid Hospital e 18 a Camerino. Altre 29 persone sono accolte nei Pronto Soccorso di Civitanova Marche, Macerata e Camerino.
Di seguito, nel dettaglio, i dati rilasciati dal Servizio Sanità delle Marche:
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che purtroppo nelle ultime 24 ore si sono verificati 12 decessi correlati al Covid-19.
Tre vittime sono state registrate nelle strutture ospedaliere del Maceratese: un 87enne di Porto Recanati e una 74enne di Civitanova Marche sono spirati al Covid Center mentre una 82enne di Cingoli si è spenta all'Ospedale di Macerata.
Quattro decessi sono stati segnalati nei presidi medici anconetani : si tratta di un 88enne di Falconara Martittima e una 89enne dorica all'INRCA congiuntamente ad un 66enne di Osimo e una 88enne di Camerano a Torrette
In provincia di Pesaro-Urbino sono state tre le vittime: una 88enne pesarese e una 85enne di Serra Sant'Abbondio hanno perso la vita all'Ospedale di Pesaro mentre in quello di Fossombrone ha trovato la morte una 86enne di Morro d'Alba.
Una 57enne di Sant'Elpidio a Mare è spirata al 'Murri' di Fermo, invece nel nosocomio di San Benedetto del Tronto è deceduto un 90enne del posto.
Dall'inizio della pandemia, nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19 2350 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (856), mentre sono 396 quelle totali nella provincia di Macerata.
Secondo i dati complessivi, nel 96,9% dei casi le vittime presentavano patologie pregresse e la loro età media è di 82 anni.
"Questa mattina abbiamo effettuato la valutazione dei dati settimanali della pandemia nella nostra regione e numeri indicano il forte incremento di casi anche nelle province di Pesaro e Urbino e di Fermo, che mostrano una tendenza di crescita molto elevata seppure per poco non raggiungano la soglia di 250 casi ogni 100.000 abitanti".
A comunicarlo è il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli che ha aggiunto: "Nella provincia di Ascoli Piceno invece si registra un trend inverso, con un lieve calo dei contagi"
"Per questi motivi, dopo un confronto con il servizio sanità, visto anche l’incremento degli accessi nei pronto soccorso e della pressione sulle strutture ospedaliere dell’ultima settimana, ho firmato l'ordinanza con la quale, da mercoledì e, per ora, fino a domenica, anche le province di Pesaro e Urbino e di Fermo saranno in zona rossa - ha annunciato -Nel fine settimana, tutte le province saranno rivalutate in base all’andamento della situazione epidemiologica".
"A seguito di una riunione appena terminata tra i sindaci del territorio, l'assessore regionale Saltamartini e l'Asur Marche, ci è stata ufficializzata la decretazione da parte della Regione della zona Rossa per la provincia di Fermo, oltre che quella di Pesaro, da mercoledì fino a domenica".
E' quanto annunciato dal primo cittadino di Fermo Paolo Calcinaro:" la decisione è stata presa non in base ai numeri attuali ma per il trend di aumento registrato nell'ultima settimana sul territorio. Do immediatamente questa notizia poichè la zona rossa comprende la chiusura di ogni scuola di ogni ordine e grado, compresi gli asili nido, siano essi pubblici o privati".
"Nella seduta di giunta che si è appena conclusa abbiamo approvato due provvedimenti molto importanti".
Ad annuciarlo è il Governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli: "Il primo riguarda l’implementazione di 30 unità del personale che si occupa del tracciamento del Covid-19, anche in considerazione del diffondersi delle nuove varianti sul territorio regionale che richiedono uno sforzo ancora maggiore".
" Il secondo, come annunciato - spiega il Presidente Acquaroli - è l’approvazione dello schema di protocollo per estendere i canali di vaccinazione sui luoghi di lavoro (leggi l'articolo), coinvolgendo le categorie economiche e sociali e il mondo delle imprese marchigiane. Ora può partire la concertazione con tutti coloro che vorranno aderire".
Vsita la curva dei contagi che non accenna a scendere, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli sta meditando di emettere una nuova ordinanza per dichiarare la provincia di Pesaro-Urbino zona rossa . Il provvedimento potrebbe essere firmato a ore ed entrare in vigore dal prossimo mercoledì10 marzo .
“Stiamo chiedendo coraggio a questa giunta da tempo ma il presidente Acquaroli continua a rimandare le decisioni più severe ed opportune per la comunità marchigiana. Per fermare questa ondata di contagi dopo le indecisioni su Ancona e Macerata delle scorse settimane ora va dichiarata zona rossa tutta la regione e va fatto immediatamente". Lo scrive su Facebook Alessia Morani, deputata del Pd.
"Contestualmente - aggiunge - la regione predisponga insieme al governo gli aiuti per le attività che saranno costrette a chiudere e per le famiglie.
Non si può perdere altro tempo prezioso. Caro presidente è ora di prendersi le proprie responsabilità e smettere di aspettare che altri decidano per lei. Forza, ci dimostri che oltre alla propaganda c’è qualcos’altro".
Aumentano le prestazioni di sostegno al reddito per imprese e lavoratori dell’artigianato, mentre rimane massiccio l’impegno per l’erogazione degli ammortizzatori sociali in questo periodo di forte sofferenza del settore a causa della pandemia.
Da domani (8 marzo), via ai pagamenti per gli ultimi mesi del 2020 della così detta, cassa Covid-19. L’Ebam, l’Ente bilaterale artigianato Marche, da alcuni mesi diretto dalla nuova governance, mette in campo anche per il 2021, un carnet cospicuo di misure economiche a sostegno del comparto.
Sono oltre 10mila (circa l’80% del totale, con esclusione dell’Edilizia) le piccole aziende artigiane con dipendenti delle Marche iscritte all’Ebam che conta anche 42mila iscritti tra i lavoratori del settore.
Da qui il carattere bilaterale dell’Ente che vede tra i soci fondatori tanto le associazioni di categoria (Confartigianato, CNA, CASA e CLAAI) quanto le organizzazioni sindacali (CGIL, CISL e UIL).
"L’Ebam rinnova e consolida anche per il 2021 il suo ruolo di punto di riferimento di imprese e lavoratori – afferma il neo presidente, Luciano Ramadori –. Un ruolo tanto più importante in un periodo così difficile per l’economia ed il lavoro a causa della pandemia che stiamo ancora vivendo. L’Ebam svolge azioni concrete a sostegno del reddito, tanto dei datori di lavoro quanto dei dipendenti, ed il suo carattere di bilateralità è elemento chiave per rafforzare la coesione sociale in un momento storico in cui il rischio più grande è quello di profonde fratture nella popolazione marchigiana".
Per l’anno in corso si contano 16 prestazioni finanziate grazie al Fondo di sostegno al reddito (Fse) dell’Ente ed alle quali possono accedere sia i datori di lavoro sia i dipendenti. La novità più importante di quest'anno è il bonus pc/tablet che prevede, sia per gli imprenditori sia per i lavoratori, un contributo di 150 euro per l’acquisto di un pc o di un tablet per famiglie con figli frequentanti le medie inferiori e superiori, che abbiano un ISEE 2021 pari a 18.500 euro e diventato indispensabile per la didattica a distanza delle scuole.
Confermati tutti gli altri 15 interventi previsti già per il 2020, anno in cui l’Ebam ha erogato in prestazioni oltre 762mila euro. Di questi interventi, sono rivolti esclusivamente alle imprese: prestazioni per calamità naturali, occupazione aggiuntiva, innovazione tecnologica-ambiente e sicurezza, formazione alle imprese e contributo di formazione sicurezza sul lavoro, mentre sono rivolti solo ai lavoratori: sussidio di maternità facoltativa, la malattia di lunga durata, l’integrazione malattia superiore a 180 giorni, formazione individuale.
Sono invece prestazioni rivolte sia ad imprenditori sia a lavoratori: assegno di studio, bonus spese scolastiche, contributo frequenza asili nido, contributo sanitario, abbattimento barriere architettoniche, patologie gravemente invalidanti.
Le nuove proposte ed il nuovo regolamento per accedere ai contributi sono operativi dal 1 gennaio 2021 e resteranno in vigore fino al 31 gennaio 2022, mentre a causa dell’emergenza sanitaria i termini per le richieste per i contributi 2020 si sono chiusi il 28 febbraio scorso. Prestazioni a portata di click grazie alla piattaforma MyEbam https://myebam.ebam.marche.it/#/d attraverso la quale è possibile accedere ai servizi dell’Ente.
A dare una prima lettura dei dati 2020, la neo direttrice Ebam, Cinzia Marincioni.
"Per quanto riguarda le aziende – spiega Marincioni –, malgrado l’emergenza Covid abbia costretto molte realtà produttive all’inattività, restano stabili rispetto al 2019 le prestazioni per l’innovazione tecnologica e per l’occupazione aggiuntiva, in genere le misure più richieste. Flettono invece quelle per la formazione alle imprese ma comprensibilmente a causa dell’emergenza sanitaria. Una risposta quindi ancora positiva e resiliente. Vediamo, invece, un aumento delle richieste per i contributi sanitari e l’assegno di studio. Quest’ultima prestazione resta tra le più gettonare anche dai lavoratori, insieme alla maternità facoltativa e, per il 2020, alla malattia di lunga durata".
Evidenti gli effetti della pandemia sul fronte degli ammortizzatori sociali per il 2020 ed anche per i primi mesi del 2021, dall’assegno ordinario a quello di solidarietà, gestiti direttamente con fondi Ebam, alla cosiddetta cassa integrazione Covid-19, pagata dall’Ente bilaterale con fondi trasferiti dallo Stato.
Sono stati oltre 170 i milioni erogati dall’Ebam in ammortizzatori sociali per il 2020, di cui oltre 149 milioni (149.682.750) solo per la cassa Covid. Le aziende che hanno ricevuto prestazioni Covid-19 sono state 10.124, i lavoratori invece sono stati 42.965.
Da domani, via ai pagamenti per gli arretrati dell’assegno ordinario FSBA (Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato) per le sospensioni a causa della pandemia degli ultimi mesi del 2020. «
"Finalmente il ministro del Lavoro, dopo mesi durante i quali abbiamo denunciato con forza gli ingiustificati ritardi, ha firmato il decreto per sbloccare e trasferire i fondi. Da lunedì saremo in grado di procedere ai pagamenti – annuncia il neo vice presidente Giuseppe Santarelli –. In questo momento di grande difficoltà i lavoratori non potevano sopportare ulteriori incertezze".
Sugli effetti che la pandemia ha avuto sul settore nel 2020 e su come il persistere dell’emergenza sanitaria stia condizionando le previsioni del 2021 presto saranno disponibili i consueti dati semestrali dell’Osservatorio regionale sull’artigianato. L’appuntamento per la presentazione dell’analisi congiunturale e del rapporto annuale, unitamente all’approfondimento tematico in materia di ammortizzatori sociali, è previsto per la metà di aprile 2021.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”.
Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente la tematica riguardante il risarcimento del danno e nello specifico a seguito di un incidente stradale. Ecco la risposta dell’avv. Oberdan Pantana, alla domanda posta da una lettrice di Civitanova Marche che chiede: “in caso di morte di un nonno a seguito di sinistro stradale a chi può essere riconosciuto tale risarcimento danni?"
La morte di un parente cagionata da un atto illecito altrui può causare un danno non patrimoniale, di cui i congiunti possono chiedere il risarcimento iure proprio; a loro incombe la prova “dell’effettività e della consistenza della relazione parentale”, la cui lesione è fonte di danno.
La Suprema Corte, conformandosi ad altre sue pronunce, ribadisce che a tal fine non è necessario provare la convivenza con il defunto, e che tale requisito non è richiesto neppure quando ad agire è il nipote per la perdita del nonno.
Gli Ermellini, infatti, superata oramai una lettura restrittiva dell’art. 29 Cost., affermano che la norma costituzionale non tutela solo la famiglia nucleare, quella cioè incentrata su coniuge, genitori e figli, ma protegge anche rapporti parentali meno stretti; conseguentemente, perché possa ritenersi leso il rapporto parentale di soggetti non appartenenti allo stretto nucleo familiare ed assicurato il risarcimento del danno non patrimoniale da loro patito per la lesione di un interesse costituzionalmente protetto, non è affatto necessario che questi convivessero con il defunto.
La convivenza può essere un elemento di prova a sostegno della consistenza del vincolo affettivo, della profondità del rapporto parentale, ma non una condizione indispensabile perché tale rapporto sia rilevante per il diritto.
Il riconoscimento del risarcimento per la lesione del rapporto parentale prevede infatti che venga fornita la prova di “rapporti costanti di reciproco affetto e solidarietà con il familiare defunto”, che costituiscono il presupposto di fatto del danno risarcibile; l’esistenza invece di un legame eccedente l’ordinario rapporto di affetto potrebbe solamene incidere non sull’an bensì sul quantum e quindi sulla liquidazione del danno, così come l’eventuale rapporto di convivenza (Cass. 29332/2017).
Pertanto, in risposta alla domanda della nostra lettrice si può affermare che: “Per ottenere il risarcimento iure proprio del danno non patrimoniale, il nipote deve fornire la prova di un rapporto di reciproco affetto e solidarietà con il defunto e non di un rapporto eccedente la fisiologica intensità delle relazioni con il nonno o un rapporto di convivenza con lo stesso, che potranno invece rilevare in sede di quantificazione del danno (Corte di Cassazione, sez. III Civile, ordinanza n. 5258/21; depositata il 25 febbraio 2021).
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 5893 tamponi: 3487 nel percorso nuove diagnosi (di cui 803 nello screening con percorso Antigenico) e 2406 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 24,4%).
I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 852: 109 in provincia di Macerata, 353 in provincia di Ancona, 186 in provincia di Pesaro-Urbino, 101 in provincia di Fermo, 74 in provincia di Ascoli Piceno e 29 fuori regione.
Questi casi comprendono soggetti sintomatici (97 casi rilevati), contatti in ambito domestico (210 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (305 casi rilevati), contatti in ambito lavorativo (19 casi rilevati), contatti in ambienti di vita/socialità (4 casi rilevati), contatti in setting assistenziale (2 casi rilevati), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (20 casi rilevati), screening percorso sanitario (3 casi rilevati) e 2 casi provenienti da fuori regione.
Per altri 190 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 803 test e sono stati riscontrati 66 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari all'8%.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si registra un incremento rispetto alla giornata precedente: incidenza al 24,43% oggi, rispetto al 19,07% di ieri.
In aumento di 20 unità, rispetto alle ultime 24 ore, il numero di persone ricoverate nelle strutture sanitarie regionali che ad oggi sono 714, di cui 98 in terapia intensiva (+4 rispetto a ieri). Sono, invece, 39 le persone dimesse ieri dagli ospedali regionali.
Nel Maceratese sono accolti 124 pazienti: 50 all'ospedale di Macerata, 56 al Covid Hospital e 18 a Camerino. Altre 14 persone sono accolte nei Pronto Soccorso di Civitanova Marche, Macerata e Camerino.
Di seguito, nel dettaglio, i dati rilasciati dal Servizio sanitario regionale:
Torna l'appuntamento con la rubrica settimanale "La Strada delle Vittime", nella quale si affronta l'analisi della casistica criminale con approccio vittimologico.
Rossella Placati, siamo in provincia di Ferrara. Aveva 50 anni, due figli di 32 e 27 anni avuti dall’ex marito Giuseppe.
Ferita al petto per tre volte con un’arma da taglio, è stata uccisa, colpita alla testa nella sua casa, con un corpo contundente e con una violenza così tremenda da fracassarle il cranio.
Il suo attuale compagno è indagato per omicidio volontario aggravato dalla relazione con la vittima, sulla base di quelli che sono stati ritenuti indizi gravi e concordanti, se pur lui si dichiara estraneo ai fatti.
Per la Procura l’indagato avrebbe ucciso per motivi passionali: non accettava la volontà della compagna di interrompere la relazione. Lei già qualche giorno prima della sua morte gli aveva inviato un messaggio invitandolo ad andarsene da casa sua e dalla sua vita.
Lui non si sarebbe rassegnato alla rottura e lei aveva accettato di farlo restare, pur vivendo una vita da separati in casa, fra liti ed innumerevoli pressioni psicologiche da parte di lui. Quella sera l’ultima violenta discussione, un litigio preoccupante per i toni raggiunti alcune ore prima dell’omicidio.
Nella vita di tutti i giorni, per ottenere qualcosa, agiamo: se abbiamo fame, mangiamo, se abbiamo sete, beviamo etc..
Nel mondo delle emozioni e dei sentimenti non funziona così.
Gli altri non cambiano perchè noi agiamo, il cambiamento è un elemento che appartiene a loro ed al loro destino. Ciò che noi possiamo cambiare è il nostro atteggiamento verso l’altro.
Certamente è più facile chiedere all’altro di cambiare, perchè questo ci risparmia la fatica di fare un cambiamento.
Ed i cambiamenti sono dolorosi, difficili.
Tale difficoltà riguarda la società , il rapporto con l’altro, e quindi riguarda anche la famiglia, intesa come nucleo delle relazioni più strette e significative per un individuo.
Se ciò è vero per chi si macchia di crimini violenti tra le pareti domestiche, come potrebbe essere avvenuto nel caso di Rossella, per l’incapacità patologica di gestire emotivamente un rifiuto o di accettare la decisione dell’ex partner di un cambiamento nella propria vita sentimentale, è altrettanto vero che tale difficoltà appartiene anche alla vittima.
Per la vittima uscire da una situazione di maltrattamenti, ammesso che abbia preso coscienza di essere una vittima, percorso tutt’altro che semplice e lineare, richiede uno sforzo psichico ed un investimento emotivo non indifferente, poichè ciò determinerà l’alterazione di uno stato di equilibrio che spaventa per molteplici ragioni.
Che si tratti di giudicare una scelta altrui non condivisa, o che si tratti di negare una realtà che non ci piace, questi atteggiamenti di giudizio e negazione conducono ad un senso di vuoto e di mancanza nel presente che rischiano di essere così totalizzanti da far avvenire uno “scollamento” con la parte più sana di noi stessi, con i nostri valori etici e morali, con la regolazione degli istinti con la nostra capacità di indirizzarci concretamente ed in modo sano verso il nostro bene-stare.
Questo è l’ennesimo omicidio di una donna in Italia: si calcola che questa strage avvenga con la frequenza incredibile di una ogni due giorni.
Spesso ci sarebbe una situazione di tensione legata alla decisione della vittima di mettere fine al rapporto, ma non è soltanto questo. Le cause culturali di questo fenomeno hanno a che fare con l’esistenza dei “ruoli di genere”: solo con una buona educazione potranno essere cancellati e si finirà cosi di attribuire alla donna un ruolo sociale docile e remissivo in cui è l’uomo a dover decidere per entrambi mentre lei subisce passivamente.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che purtroppo nelle ultime 24 ore si sono verificati 16 decessi correlati al Covid-19.
Tre vittime sono state registrate nelle strutture sanitarie del Maceratese: un 88enne di Potenza Picena all'Ospedale di Civitanova Marche, un 71enne civitanovese al Covid Center e una 83enne originaria di Fermo presso il nosocomio civile di Macerata.
Tre decessi segnalati nel presidio ospedaliero di Senigallia: si tratta di un 88enne di Barbara insieme ad un 84enne e 94enne, entrambi senigalliesi. In provincia di Ancona inoltre si sono spenti: una 74enne di Castelfidardo all'Ospedale di Jesi, una 90enne di Loreto all'INRCA, una 91 di Fabriano a Torrette e un 95enne di Falconara Marittima alla Residenza Dorica.
Due, invece, le persone spirate al nosocomio di Pesaro: si tratta di una 86enne di Ancona e una 82enne di Loreto mentre all'Ospedale di Fossombrone è deceduto una 79enne di Urbino.
Al 'Mazzoni' Ascoli Piceno ha trovato la morte una 83enne di Comunanza così come al 'Murri' di Fermo dove è spirata una 84enne di Porto San Giorgio. Sempre nella provincia fermana è stato registrato un decesso, avvenuto presso la propria abitazione, di un 62enne originario di Montegranaro.
Dall'inizio della pandemia, nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19 2334 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (854), mentre sono 393 quelle totali nella provincia di Macerata.
Secondo i dati complessivi, nel 96,9% dei casi le vittime presentavano patologie pregresse e la loro età media è di 82 anni.
"Nella seduta di giunta di lunedì (8 marzo, ndr) verrà discussa la proposta di protocollo per estendere i canali di somministrazione dei vaccini coinvolgendo il mondo delle imprese, le categorie economiche e produttive e le sigle sindacali delle Marche". A comunicarlo, attraverso una nota diffusa via social, è il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli.
"Dopo l'accordo con i medici di medicina generale, ritengo che anche questo tipo di sinergia potrà rappresentare un elemento di forza per la lotta al Covid19 - aggiunge Acquaroli -. Dopo il via libera in giunta, verrà subito sottoposto alla concertazione con le forze economiche e sociali e la Camera di Commercio".
"L'adesione a questa iniziativa da parte di imprese e categorie sarà su base volontaria e avverrà rispettando precise linee guida indicate dal servizio sanitario regionale, sempre in considerazione della disponibilità dei vaccini garantita dallo Stato" conclude il governatore.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 6628 tamponi: 4382 nel percorso nuove diagnosi (di cui 1864 nello screening con percorso Antigenico) e 2246 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 19,1%).
I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 836: 162 in provincia di Macerata, 431 in provincia di Ancona, 105 in provincia di Pesaro-Urbino, 59 in provincia di Fermo, 54 in provincia di Ascoli Piceno e 25 fuori regione.
Questi casi comprendono soggetti sintomatici (92 casi rilevati), contatti in ambito domestico (158 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (339 casi rilevati), contatti in ambito lavorativo (18 casi rilevati), contatti in ambienti di vita/socialità (5 casi rilevati), contatti in setting assistenziale (4 casi rilevati), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (29 casi rilevati), screening percorso sanitario (2 casi rilevati) e 1 caso proveniente da fuori regione.
Per altri 188 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 1864 test e sono stati riscontrati 182 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 10%.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si registra un leggero decremento rispetto alla giornata precedente: incidenza al 19,07% oggi, rispetto al 21,9% di ieri.
In aumento di 9 unità, rispetto alle ultime 24 ore, il numero di persone ricoverate nelle strutture sanitarie regionali che ad oggi sono 694, di cui 94 in terapia intensiva (+2 rispetto a ieri). Sono, invece, 39 le persone dimesse ieri dagli ospedali regionali.
Nel Maceratese sono accolti 121 pazienti: 51 all'ospedale di Macerata, 55 al Covid Hospital e 17 a Camerino. Altre 16 persone sono accolte nei Pronto Soccorso di Civitanova Marche, Macerata e Camerino.
Di seguito, nel dettaglio, i dati rilasciati dal Servizio sanitario regionale:
Allarme dalla Asur dopo alcuni casi segnalati che raccontano come persone non meglio identificate si presentino nelle abitazioni millantando di dover effettuare controlli su eventuali effetti collaterali del vaccino.
"La Direzione Generale dell’Azienda Sanitaria Unica Regionale - si legge nella nota - e le Direzioni delle Aree Vaste informano la popolazione che l’ASUR Marche non ha mai predisposto la verifica di eventuali effetti collaterali successivi alla vaccinazione con operatori sanitari a domicilio. Si invita, pertanto, a non far entrare nelle proprie abitazioni sedicenti addetti ASUR, che - in realtà - sono truffatori e di chiamare immediatamente le forze dell’ordine denunciando il fatto".
"Si informa la popolazione - informa la nota - che per eventuali effetti collaterali dovuti alla somministrazione del vaccino si può contattare il proprio Medico di Medicina Generale o i servizi ufficiali delle vaccinazioni."
Sono molte infatti le segnalazioni di persone che, una volta sottoposte al vaccino, hanno ricevuto la visita di personaggi qualificatisi come incaricati ASUR che hanno tentato di accedere alle loro abitazioni.
L'ipotesi è che queste persone siano ben informate sull'identità di chi effettua il vaccino, probabilmente attingendo alle informazioni involontariamente lasciate dalle vittime.
Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha firmato, nel primo pomeriggio odierno, l'ordinanza in cui conferma la zona rossa per le province di Ancona e di Macerata da sabato 6 marzo fino alla mezzanotte di domenica 14 marzo.
Pertanto, nelle due province è prevista la sospensione dell’attività in presenza delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia ed elementari. Resta garantita la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.
La decisione è stata presa a seguito della relazione istruttoria a firma del Dirigente del Servizio Sanità, nella quale si sottolinea come la provincia di Macerata superi "il tasso di incidenza cumulativa settimanale dei contagi superiore a 250 casi ogni 100mila abitanti" e come, per la provincia di Ancona, si raccomandi la conferma delle "misure di mitigazione in essere".
Restano in zona arancione le province di Pesaro e Urbino, Fermo e Ascoli Piceno, dove è stata confermata la didattica a distanza al 100% per le scuole medie, le scuole superiori e le Università.
Rimane garantita, in ogni caso, la possibilità di svolgere attività in presenza per i laboratori, gli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali.
"Questa settimana, per la prima volta dallo scorso 15 novembre, l’indice Rt della nostra regione ha superato l’1 ed è stato confermato a 1,08. La curva pandemica mostra una ripresa e i numeri denotano un aumento dei contagi su tutto il territorio regionale, così come sta avvenendo in tutta Italia, anche a causa della presenza delle nuove varianti che mostrano una maggiore diffusività anche tra le fasce più giovani". Così ha commentato l'ordinanza il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli.
COSA CAMBIA CON LA ZONA ROSSA PER LE PROVINCE DI MACERATA E ANCONA
Nelle province di Ancona e Macerata, oltre alla chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, saranno chiusi i servizi alla persona come parrucchieri, barbieri e centri estetici.
In queste due aree - sino al 14 marzo - sarà sempre vietato consumare cibi e bevande all’interno dei ristoranti e delle altre attività di ristorazione (compresi bar, pasticcerie, gelaterie etc.) e nelle loro adiacenze.
Dalle 5.00 alle 22.00 è consentita la vendita con asporto di cibi e bevande, come segue: dalle 5.00 alle 18.00, senza restrizioni; dalle 18.00 alle 22.00, è vietata ai soggetti che svolgono come attività prevalente quella di bar senza cucina (e altri esercizi simili - codice ATECO 56.3) o commercio al dettaglio di bevande (codice ATECO 47.25).
La consegna a domicilio è consentita senza limiti di orario, ma deve comunque avvenire nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti.
È consentita, senza limiti di orario, anche la consumazione di cibi e bevande all’interno degli alberghi e delle altre attività ricettive, per i soli clienti ivi alloggiati.
Fino al 14 marzo in provincia di Ancona e Macerata gli spostamenti saranno consentiti esclusivamente per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità; per il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione (è consentito il rientro nelle seconde case ubicate dentro e fuori regione); non sono consentiti gli spostamenti verso abitazioni private abitate diverse dalla propria, salvo che siano dovuti a motivi di lavoro, necessità o salute.
Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, sia negli esercizi di vicinato sia nelle medie e grandi strutture di vendita, anche ricompresi nei centri commerciali, purché sia consentito l’accesso alle sole predette attività e ferme restando le chiusure nei giorni festivi e prefestivi
Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmacie.
Tutte le attività motorie e sportive (dettagliate nell’articolo 17 del Dpcm, commi 2 e 3) anche se svolte nei centri sportivi all'aperto, sono sospese. Sono altresì sospesi tutti gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva.
È consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie. È altresì consentito lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente all'aperto e in forma individuale.
Sulla Gazzetta Ufficiale - 4^ Serie Speciale – n. 15, del 23 febbraio è stato pubblicato il concorso, per titoli ed esami, per il reclutamento di 10 tenenti in servizio permanente effettivo del “ruolo tecnico-logistico-amministrativo” del Corpo della Guardia di Finanza.
Un posto – relativo alla specialità amministrazione - è riservato agli Ufficiali in ferma prefissata, con almeno diciotto mesi di servizio nel Corpo.
Possono partecipare al concorso i cittadini italiani che, alla data del primo gennaio 2021, non abbiano superato il giorno di compimento del trentaduesimo anno di età (siano quindi nati in data non antecedente al 1° gennaio 1989), e siano in possesso di una laurea specialistica o di una laurea magistrale o titolo equipollente, richiesto per la specialità per la quale si concorre.
La presentazione delle domande dovrà avvenire entro le ore 12:00 del 25 marzo.
La domanda di partecipazione al concorso deve essere presentata esclusivamente mediante la procedura telematica disponibile sul portale attivo all’indirizzo “https://concorsi.gdf.gov.it” - dove è possibile acquisire ulteriori e più complete informazioni di dettaglio - seguendo le istruzioni del sistema automatizzato.
I concorrenti, che devono essere in possesso di un account di posta elettronica certificata (P.E.C.), dopo essersi registrati al portale, potranno accedere, tramite la propria area riservata, al form di compilazione della domanda di partecipazione e concluderne la presentazione.