Strano a dirlo, ma le recensioni degli utenti del web possono essere decisive per il successo di un negozio, di un ristorante o di qualsiasi altra attività. Non a caso negli ultimi anni si è fatto largo il concetto di web reputation, ossia uno degli aspetti più importanti dell’immagine aziendale.
In passato curare la propria brand reputation era molto più semplice: la comunicazione unilaterale da parte di un’azienda permetteva di lanciare un messaggio che non potesse essere contestato né messo in discussione. Era il brand a raccontare di sé.
Con l’avvento del Digital Marketing non è più così. La Brand Reputation è diventata Web Reputation: un processo collettivo, non più un messaggio unilaterale da parte dell’azienda, ma la sommatoria di pareri espressi da individui differenti su diverse piattaforme e canali che vanno a formare quella che è la Web Reputation.
Le aziende sono sempre più presenti sui social Network come Facebook, Instagram, Twitter e YouTube. I brand utilizzano questi canali di comunicazione per poter essere “più vicini” ai propri clienti/fruitori. Si crea in questo modo un canale di comunicazione diretto ed efficace. Le recensioni sui social media sono diventate sempre più importanti per la crescita del proprio business.
In particolar modo Facebook ha una sezione apposita dove gli utenti possono valutare ed esprimere il proprio parere su un’azienda, brand, hotel, ristorante…
A dare il via al boom delle recensioni è stato in primis Tripadvisor: nato inizialmente per gli hotel e i ristoranti, adesso Tripadvisor ha rivoluzionato la sua conformazione, aggiungendo numerose funzionalità, risultando ancora il mezzo più utilizzato per le recensioni.
E le recensioni riguardano ogni genere di attività. Per quanto riguarda il mondo dei giochi, ad esempio, ci sono siti come freespingratis.it che aiutano gli appassionati ad orientarsi e scegliere i migliori siti web su cui giocare.
Le abitudini di acquisto
Nel campo degli acquisti online le recensioni hanno introdotto una rivoluzione copernicana. Il processo decisionale che porta ad acquistare un prodotto o un servizio è stato stravolto dall’avvento dei social network e del web. Ora assistiamo ad un passaggio ulteriore nel processo decisionale: lo “Zero Moment of Truth”, che consiste nella ricerca di contenuti e informazioni in rete prima di effettuare l’acquisto. Il vecchio passaparola non basta più, i consumatori sono più autonomi, meno direttamente influenzabili e ponderano bene i propri acquisti.
Secondo gli esperti i commenti positivi dei clienti producono un aumento medio delle vendite del 18% e che i consumatori probabilmente spenderanno il 31% in grazie alle recensioni positive. Viceversa, il 22% dei consumatori non acquisterà un prodotto o servizio dopo aver letto quattro o più commenti negativi, questo può far calare i clienti fino al 70% dei potenziali clienti dell’azienda.
I numeri nel campo della ristorazione
Le recensioni possono essere positive soprattutto nel campo della ristorazione. Secondo recenti stime il 68% dei millennials ha totale fiducia nelle recensioni online, molto più che in qualsiasi forma di pubblicità, addirittura 12 volte di più di quanto non ci si fidi della descrizione del commerciante. Anche perché poche persone vanno a cercare altre informazioni: tra il 2016 e il 2017 la percentuale di persone che visitava il sito web dell’attività è scesa del 17%.
Addirittura, per l’85% dei clienti intervistati, le recensioni online sono equiparabili ad una raccomandazione personale in termini di affidabilità. E non si tratta solo di siti come TripAdvisor o Yelp: le recensioni contribuiscono all’indicizzazione della tua attività sui motori di ricerca, andando addirittura ad impattare la SERP di Google, ovvero l’ordine di apparizione dei risultati in seguito a una ricerca, per ben il 10%. Infatti, il 63% dei clienti cerca le recensioni direttamente sui motori di ricerca, senza andare su siti specifici. E, proprio secondo Google, 41 su 47 click andranno sui risultati che hanno più di tre stelle.
Gli utenti che invece si recano direttamente sui siti di recensioni, sono soliti filtrare i risultati in base al numero di stelle, risultando nell’occultamento di un numero straordinario di attività: ben 99.2%. Sempre secondo queste ricerche, l’impatto delle recensioni non si limita alla reputazione ma ai guadagni stessi. Una stella in più sui comparatori può significare un incremento delle entrate del 5-9%, non solo perché maggiori persone si recheranno nella tua attività, ma anche perché saranno disposte a spendere fino al 31% in più.
Una recensione negativa, certo, non fa la differenza. Ma una serata storta, può avere ripercussioni terribili: il 90% delle persone tendono a non leggere più di 10 recensioni su un’attività prima di formarsi un’opinione, e se anche solo una di queste è negativa, il 22% potrebbe decidere di non recarsi in quel locale.
Si è tenuta questa mattina la terza seduta consiliare dell'undicesima legislatura regionale, completamente dedicata alle comunicazioni della Giunta sull’emergenza epidemiologica da Covid-19. Assente il Presidente dell’Assemblea, Dino Latini, i lavori sono presieduti dal Vice Gianluca Pasqui.
Ad illustrare la situazione sul territorio e le misure messe in campo per contrastare il diffondersi dell'epidemia, è stato l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini.
L'elemento principale emerso dalla relazione di Saltamartini è stata la volontà della Giunta di sperimentare l'uso dell'ozono per la purificazione del sangue, di portare a un aumento della banca dati del plasma dei pazienti guariti dalla patologie e di vagliare la possibilità dell'impiego dell'idrossiclorochina per la cura del Covid-19.
In quest'ultimo caso si chiederà "all'Aifa una revisione del suo giudizio negativo sull'idrossiclorochina" portando anche l'esempio dell'utilizzo che ne è stato fatto per curare il presidente americano Trump.
FRONTE VACCINI - È stata evidenziata la necessità di reperire 300-400 mila dosi ulteriori di vaccini antinfluenzali, stante la scarsità di quelli prenotati dalla precedente amministrazione regionale, non sufficienti a soddisfare la richiesta dei marchigiani: "Non riusciamo a reperirli sul mercato - ha evidenziato l'assessore -. Contiamo nella solidarietà della altre Regioni che hanno acquistato un numero congruo di vaccini per le loro popolazioni".
FRONTE TAMPONI - "Ad inizio emergenza ne erano stati ordinati 14mila - osserva Saltamartini -, l'Asur ne ha acquistati altri 12mila ma alla data attuale abbiamo una riserva che ci permetterà di andare avanti soltanto una decina di giorni. Abbiamo, pertanto, sollecitato il commissario Arcuri, il quale, venerdì scorso, ci ha riferito che ne avrebbe trasmessi 17mila alla nostra Regione".
In questo senso Saltamartini aggiunge: "Occorre costituire la Regione Marche come soggetto attuatore dell'emergenza pandemica per andare direttamente sul mercato per acquistare i trattamenti farmaceutici necessari per i tamponi".
Per aumentare gli esecutori dei tamponi, l'assessore vorrebbe estendere la possibilità di effettuazione dei tamponi antigenici rapidi al "maggior numero possibile di medici di famiglia. Attraverso un incontro con le loro rappresentanze, abbiamo anche sondato la possibilità che dentisti e veterinari possano eseguire i tamponi" .
Un incontro è stato fatto anche con i farmacisti che si sono detti disponibili ad eseguire tamponi sierologici ma Saltamartini ha evidenziato come sia "in corso di valutazione la valenza scientifica di questi tamponi in quanto non danno piena contezza della positività di un soggetto".
Riguardo al problema dei posti letto in terapia intensiva (126 totali, la cui metà sono occupati visti i 69 ricoverati), l'assessore sottolinea come la Regione abbia "un gap piuttosto rilevante, che come Giunta stiamo cercando di rimuovere utilizzando il Covid Hospital di Civitanova Marche. Attualmente nel primo modulo di 14 posti è impiegato personale dell'Area Vasta 3: faremo in modo che a questo personale vengano riconosciuti ulteriori emolumenti".
Sulla carenza di personale Saltamartini sottolinea come abbia "esplorato la possibilità di chiedere una deroga per garantire l'assunzione di un numero di dipendenti che garantiscano efficienza nelle strutture ospedaliere. È in corso di ultimazione un concorso per 3mila infermieri della nostra Regione. Abbiamo già dato avviso alle aziende ospedaliere regionali di assumerne il maggior numero possibile attraverso un contratto provvisorio di 3 mesi, in modo da garantire che, a conclusione delle operazioni concorsuali, si possano avere contratti a tempo determinato".
In conclusione del suo discorso Saltamartini ringrazia "gli operatori sanitari che da marzo hanno lavorato rischiando la vita con grande professionalità. Faccio un appello alle organizzazioni sindacali per far sì che si arrivi a un accordo in tempi brevi per far garantire loro i riconoscimenti contrattuali e remunerativi che meritano".
Il Servizio Sanità della Regione Marche, nel consueto aggiornamento delle 9, ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 1266 tamponi: 750 nel percorso nuove diagnosi e 516 nel percorso guariti.
I positivi sono 262 nel percorso nuove diagnosi di cui 51 nella provincia di Macerata, 148 nella provincia di Ancona, 8 nella provincia di Pesaro-Urbino, 20 nella provincia di Fermo, 34 nella provincia di Ascoli Piceno e 1 da fuori regione. Questi casi comprendono soggetti sintomatici (59 casi rilevati), contatti in setting domestico (68 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (81 casi rilevati), contatti in ambito lavorativo (8 casi rilevati), contatti in ambienti di vita/socialità (7 casi rilevati), contatti in setting assistenziale (4 casi rilevati), contatti in ambito scolastico/formativo (11 casi rilevati), screening percorso sanitario (1 caso rilevato).
Per altri 23 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche.
Si tratta di dati che vedono un incremento percentuale tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati rilevati rispetto alla giornata di ieri, quando sono stati registrati 502 casi a fronte di 1605 tamponi effettuati (leggi l'articolo): incidenza al 34,93% contro il 31,27% di ieri.
Il numero complessivo di contagiati nella Regione Marche sale a 19.051 per un totale di 203.665 campioni testati. Aumentano i ricoverati nelle strutture sanitarie regionali: sono 590 (+28 rispetto a ieri), di cui 71 in terapia intensiva (+2 rispetto a ieri). Nel Maceratese sono accolti 98 pazienti (+5 rispetto a ieri): 53 all'ospedale di Macerata, 13 pazienti al pronto soccorso di Civitanova Marche e 30 al Covid Hospital, due al pronto soccorso di Camerino.
Di seguito i dati rilasciati dal Servizio Sanità della Regione Marche:
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che, purtroppo, nelle ultime 24 ore si sono verificati 7 decessi correlati al Covid-19.
All'ospedale di Fabriano ha perso la vita una donna di 87 anni originaria di Genga. Nel territorio pesarese si è registrata una vittima alla rsa di Galantara: si tratta un 81enne di Ascoli Piceno, al quale si aggiungono una 88enne di Civitanova Marche (deceduta alla Residenza Valdaso di Campofilone) e un 79enne di Ascoli Piceno (deceduto all'ospedale di San Benedetto del Tronto).
Nell’elenco fornito dalla Regione anche tre decessi verificatisi nelle strutture sanitarie della provincia di Macerata: un 66enne di Monterubbiano e un 87enne di Macerata (si tratta di Giuseppe Molini, la cui scomparsa è stata notificata in ritardo) all'ospedale del capoluogo e un 74enne di Gualdo all'ospedale di Civitanova Marche.
Dall'inizio della pandemia nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19: 1057 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (530), mentre sono 171 quelle totali nella provincia di Macerata.
Secondo i dati complessivi, nel 95% dei casi le vittime presentavano patologie pregresse e la loro età media è di 81 anni.
Come accudire gli animali nella vigenza del Dpcm del 3 novembre con le nuove misure anti-covid? L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ha redatto un prontuario per i possessori di animali e per i volontari impegnati sul campo nell’accudimento di randagi e colonie feline.
CASI FREQUENTI
Cani
È consentita la passeggiata con il cane come nei precedenti mesi sottoposti a limitazioni per l’emergenza sanitaria.
Eventuali necessità particolari dopo le ore 22 - Se prima di questa fascia oraria si è al lavoro, è possibile portare fuori il cane muniti di autocertificazione e indicando i motivi (es. attività lavorativa) per i quali non si è usciti prima. Se il cane ha una necessità impellente di uscire, si può provvedere ai suoi bisogni fisiologici a prescindere da orario e località, rimanendo nei pressi dell’abitazione e dichiarando la motivazione in caso di controllo.
È fatto salvo il diritto di far visitare il nostro cane dal veterinario.
È possibile continuare a svolgere attività di volontariato presso i rifugi. L’attività di assistenza agli animali è necessaria per garantirne il benessere, come confermato dalle circolari del Ministero della Salute emanate l’8 aprile e il 15 maggio 2020.
È consentito l’accudimento del cane di quartiere\libero. È bene riportare nella dichiarazione quanto necessario per dimostrare la propria attività (es. nomina tutor oppure ordinanza di rimessione cane sul territorio).
Gatti
Resta la possibilità di spostarsi per accudire colonie feline come previsto nelle circolari del Ministero Salute emanate l’8 aprile e il 15 maggio 2020.
Nel caso di cura di colonie feline in proprietà privata (aziende, ecc. ) occorre farsi rilasciare una dichiarazione dalla proprietà che attesti che siete incaricati di seguire la colonia felina.
Se la colonia ancora non è riconosciuta, munirsi di documentazione che provi l’esistenza della colonia e\o la domanda di riconoscimento, da allegare alla propria dichiarazione.
È fatto salvo il diritto a far visitare il gatto dal veterinario.
Cavalli ed equidi
Salvo disposizioni differenti della Federazione Italiana Sport Equestri ai propri affiliati, è possibile recarsi in maneggio per provvedere al proprio cavallo\equide per garantirgli il movimento necessario. Ciascuna struttura, fermo restando la garanzia di provvedere alle necessità quotidiane dell’animale, potrà disporre autonomamente sull’accesso. Ricordiamo a questo proposito la differente regolamentazione, sullo spostamento, vigente nelle Regioni, a seconda della fascia di appartenenza.
Altri animali
Ricordiamo che il diritto di provvedere alle cure, mantenimento e benessere del proprio animale si riferisce a qualsiasi specie da tenuta a scopo d’affezione come, per esempio, galline, volatili, maiali ecc.
Sterilizzazione di animali randagi
Sussiste il diritto dei volontari a richiedere la sterilizzazione degli animali randagi, intervento necessario per fronteggiare il fenomeno del randagismo. Tuttavia, nelle zone soggette ad alto rischio, è possibile che vi siano rallentamenti o interruzioni dovuti all’emergenza sanitaria. Rivolgersi al Servizio veterinario di competenza per le informazioni.
Si ricorda che l’attività delle organizzazioni per la promozione e difesa di animali e ambiente (codice Ateco 949960), come Oipa Italia, non è stata limitata.
"Questa pandemia sta mettendo seriamente in difficoltà il sistema sanitario ma non ci si ammala solo di covid, pazienti con altre patologie, spesso anche più gravi del Covid, vengono messi in secondo piano. Una situazione intollerabile".
Lo scrive, in una nota, Maria Teresa Nori del Consiglio Nazionale di Federcontribuenti. "Ci vengono segnalati - scrive l'esponente dell'associazione dei consumatori - casi in vari ospedali in particolare i piccoli nosocomi di provincia dove per il caos della pandemia i Pronto soccorso sono intasati e pazienti già lì per altre conseguenze sono messi in coda non rispettando i vari codici di accesso".
Inoltre, continua Maria Teresa Nori: "problemi vengono segnalati anche nell’accesso ai servizi erogati dai medici di base. Causa problemi di distanziamento nelle sale d’aspetto degli ambulatori medici si può accedere soltanto su appuntamento in numero limitatissimo di pazienti per volta. Anche in questo caso si stanno formando le liste di attesa. Per essere visitati dal proprio medico di riferimento occorre chiedere l’appuntamento anche con 10 o 15 giorni di anticipo. Forse è il tempo che il ministro Speranza faccia rispettare la Costituzione ed emani una ordinanza che chiarisca l'accesso presso gli ospedali non penalizzando chi soffre di altre patologie. Altrimenti - conclude - faremo sentire la nostra voce a chi è stato eletto per occuparsi del bene e della salute di tutti i cittadini di questo Paese".
Il Servizio Sanità della Regione Marche, nel consueto aggiornamento delle 9, ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 2946 tamponi: 1605 nel percorso nuove diagnosi e 1341 nel percorso guariti.
I positivi sono 502 nel percorso nuove diagnosi di cui 130 nella provincia di Macerata, 195 nella provincia di Ancona, 42 nella provincia di Pesaro-Urbino, 82 nella provincia di Fermo, 52 nella provincia di Ascoli Piceno e 1 da fuori regione.Questi casi comprendono soggetti sintomatici (85 casi rilevati), contatti in setting domestico (115 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (136 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (14 casi rilevati), contatti in ambienti di vita/socialità (11 casi rilevati), contatti in setting assistenziale (8 casi rilevati), contatti in setting scolastico/formativo (19 casi rilevati), screening percorso sanitario (3 casi rilevati) e 3 rientri da altra regione.
Per altri 108 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche.
Si tratta di dati in leggero incremento rispetto alla giornata di ieri, quando sono starti registrati 631 casi a fronte di oltre 2 tamponi effettuati (leggi l'articolo), per quanto riguarda il rapporto percentuale tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati rilevati (incidenza al 31,27% contro il 30,40% di ieri).
Il numero complessivo di contagiati nella Regione Marche sale a 18.789 per un totale di 202.951 campioni testati. Aumentano i ricoverati nelle strutture sanitarie regionali: sono 562 (+41 rispetto a ieri), di cui 69 in terapia intensiva (+2 rispetto a ieri). Nel Maceratese sono accolti 93 pazienti (+8 rispetto a ieri): 56 all'ospedale di Macerata (+4 rispetto a ieri), 11 pazienti al pronto soccorso di Civitanova Marche e 25 al Covid Hospital, uno al pronto soccorso di Camerino.
Di seguito i dati rilasciati dal Servizio Sanità della Regione Marche:
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”.
In questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato tematiche riferibili alla possibile degenerazione dei rapporti tra il creditore ed il debitore. Il caso di specie scelto è di un lettore di Civitanova Marche che chiede: “A quale responsabilità può andare in contro il debitore che per evitare il pagamento di un debito minaccia i congiunti del creditore?
A tal proposito risulta utile portare un caso giuridico terminato in Cassazione, nel quale un professionista aveva azionato la procedura di recupero del proprio credito professionale nei riguardi del debitore, il quale, dopo aver contestato direttamente al professionista la non debenza di tale credito, aveva minacciato anche violentemente i congiunti del professionista al fine di evitare tale pagamento. Tale condotta sicuramente comporta la commissione di un reato ma quale tra l’estorsione e quello meno grave dell’esercizio arbitrario delle proprie ragioni?
Il fondamentale elemento atto a distinguere i due reati, che assume rilievo decisivo nel caso in esame, è dato dall'astratta azionabilità della pretesa vantata dall'agente nei confronti della parte offesa, poiché il solo reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone (non anche l'estorsione) è commesso da chi, "al fine di esercitare un preteso diritto", e "potendo ricorrere al giudice", "si fa arbitrariamente ragione da sé medesimo usando violenza o minaccia alle persone". In più occasioni la Suprema Corte (Cass. Pen., Sez. 2, n. 46288 del 28/06/2016, Rv. 268361) ha già chiarito che, nel delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alla persona, l'agente persegue il conseguimento di un profitto nella convinzione non meramente astratta ed arbitraria, ma ragionevole, anche se infondata, di esercitare un suo diritto, ovvero di soddisfare personalmente una pretesa che potrebbe formare oggetto di azione giudiziaria. Occorre, in particolare, che l'autore agisca nella ragionevole opinione della legittimità della sua pretesa, ovvero ad autotutela di un suo diritto suscettibile di costituire oggetto di una contestazione giudiziale, anche se detto diritto non sia realmente esistente, e tale pretesa deve, inoltre, corrispondere perfettamente all'oggetto della tutela apprestata in concreto dall'ordinamento giuridico, e non mirare ad ottenere un qualsiasi quid pluris, atteso che ciò che caratterizza il reato in questione è la sostituzione, operata dall'agente, dello strumento di tutela pubblico con quello privato; nel delitto di estorsione, al contrario, l'agente persegue il conseguimento di un profitto nella consapevolezza della sua ingiustizia. Nel caso di specie, è incontrovertibile il fatto che la pretesa azionata con minacce anche violente da parte del debitore riguarda l'entità dei compensi per prestazioni professionali reclamati dal professionista, e rispetto a tale rapporto obbligatorio i propri congiunti destinatari delle condotte illecite erano del tutto estranei; la richiesta di ottenere, per la predetta causale, vantaggio patrimoniali diretti a discapito di tali terzi estranei, non sarebbe stata, pertanto, in alcun modo coltivabile in giudizio, tanto da integrare per tale ragione il reato più grave di estorsione.
Pertanto, in risposta al nostro lettore, risulta corretto affermare che: "Integra il reato di estorsione, e non quello di esercizio arbitrario con violenza o minaccia alle persone, la condotta di chi reclami la soddisfazione di un presunto diritto ponendo in essere condotte violente o minacciose in danno di soggetti terzi, estranei al rapporto obbligatorio dal quale scaturisce, nella prospettiva dell'agente, il diritto vantato"(Cass. Pen., Sez. II, sentenza n. 30792/20; depositata il 4 ottobre).
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che purtroppo nelle ultime 24 ore si sono verificati 5 decessi correlati al Covid-19.
All'ospedale Torretti di Ancona ha perso la vita un uomo di 77 anni originario di Fabriano. Nel territorio anconetano si è registrata un altra vittima all'INRCA di Ancona: si tratta una 90enne di Castelfidardo alla quale si aggiungono altre due uomini di 79 anni (Sant'Elpidio a Mare) e di 91 anni di Acquasanta Terme. Nell’elenco dei decessi anche un 8tenne di Monte Urano deceduto presso il proprio domicilio
Dall'inizio della pandemia nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19: 1050 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (530), mentre sono 168 quelle totali nella provincia di Macerata.
Secondo i dati complessivi, nel 95% dei casi le vittime presentavano patologie pregresse e la loro età media è di 81 anni.
Di seguito, nel dettaglio, il report rilasciato dal Servizio sanitario regionale:
Sono dati che descrivono un settore in caduta libera quelli che affiorano da studi e ricerche, oltre dalla constatazione quotidiana che ciascuno può effettuare tra i propri contatti diretti: il mondo del wedding, matrimoni, cerimonie in generale e tutto l’indotto che questo importante comparto economico traina con sé, è in caduta libera.
Dalle ultime rilevazioni oltre il 90% dei matrimoni fissati per il 2020 sono stati rimandati all’anno prossimo, auspicando tempi migliori per festeggiare secondo la tradizione con familiari, parenti e amici.
“Organizzatori di eventi, staff delle location scelte per i ricevimenti, cuochi, camerieri, fotografi, parrucchieri, estetisti, fioristi, musicisti: un mondo di professionalità che lavorano sempre in tandem e spesso in sinergia per rendere unico il giorno delle nozze. Si tratta di uno dei settori più penalizzati, - dice la Presidente del comparto sartoria di Confartigianato Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, Francesca Bracalenti - il Covid-19 ha cancellato i progetti di vita pensati per questo anno, determinando un calo vertiginoso del fatturato di tutta la filiera”.
Le prospettive per il futuro non sono, al momento, favorevoli per i wedding planner, fioristi, service, allestimenti, agenzie eventi, catering, noleggi, agenzie di viaggi, abiti sposa e cerimonia, dimore, sale ricevimenti, pub, discoteche, agenzie di spettacoli e musicisti di ogni genere. Il lockdown continua a bloccare le attività, i programmi di investimento e di crescita professionale degli imprenditori coinvolti.
La Presidente Francesca Bracalenti lancia un grido di aiuto: “il governo regionale e agli altri Enti preposti prendano atto della grave crisi del settore e adottino con urgenza provvedimenti immediati ed efficaci che prevedano aiuti concreti alla stregua di quanto fatto dalla Germania in cui le imprese hanno ricevuto con celerità provvidenze pari al 75% del valore del fatturato dell’anno precedente di riferimento”.
Confartigianato per voce di Paolo Capponi, responsabile dell’ufficio Moda dell’Associazione, propone nello specifico di: incentivare il wedding tourism con interventi mirati di promozione dei territori e delle loro bellezze, al fine di migliorare ancora le performance delle cerimonie realizzate nei nostri territori da parte di cittadini appartenenti ad altre ed importanti nazioni europee ed extra Ue; promuovere le imprese del settore nei mercati esteri con manifestazioni specifiche all’interno di contesti fieristici, organizzando incontri con operatori commerciali e opinion leader di agenzie specializzate.
Tutto questo e molto altro, solo al fine di poter quanto prima essere messi nelle condizioni di ripartire in assoluta quanto auspicata autonomia e non rischiare di chiudere i nostri atelier.
“Nel 2018 nelle Marche - prosegue Capponi - le nozze sono state 4.293. Quelle con rito civile sono state il 50,3% del totale con un fatturato totale stimato di circa 11,5 milioni di euro. L’età media di chi arriva al matrimonio è di 34,3 anni per gli uomini e 32,8 per le donne e il 20,1% dei matrimoni è stato celebrato con uno straniero. Andando nei dettagli territoriali Macerata registra 962 matrimoni di cui 515 in rito religioso e 447 nel rito civile; ad Ascoli Piceno 669 matrimoni di cui 382 in rito religioso e 287 nel rito civile; mentre a Fermo 477 matrimoni di cui 263 in rito religioso e 214 nel rito civile. I matrimoni celebrati nella nostra regione da cittadini esteri (wedding tourism) rappresentano circa il 7% del totale e questo contribuisce a dare un importante impulso anche al nostro settore turistico”.
Aiuti raddoppiati per chi sarà costretto a chiudere, e rinvio delle tasse di novembre indipendentemente dalle perdite di fatturato per le attività delle zone rosse. Mentre già lunedì circa 211mila attività inizieranno a trovare sul conto corrente i bonifici dell'Agenzia delle Entrate definiti con il decreto Ristori 1, il governo cerca di chiudere il decreto Ristori Bis, approvato nella notte in Consiglio dei ministri e accelerare anche con il contributo a fondo perduto legati al nuovo Dpcm.
Rafforzati obblighi trasparenza dati Covid Con il decreto Ristori bis "sono rafforzati gli obblighi di pubblicità e trasparenza in relazione al monitoraggio e all'elaborazione dei dati epidemiologici rilevanti per la classificazione delle aree del paese destinatarie delle varie misure di contenimento". Si conferma l'istituzione di "un fondo per compensare le attività delle Regioni che potrebbero venire interessate da future misure restrittive, per erogare futuri contributi in modo automatico".
Previste anche norme "per la decisione dei giudizi penali di appello e per la sospensione dei termini" della "prescrizione, nonché dei termini di custodia cautelare nei procedimenti penali" nel periodo dell'emergenza.
Con il provvedimento oltre alle partite Iva ci saranno anche aiuti per le famiglie che avranno i figli a casa già alle medie, con la possibilità di prendere il congedo al 50% o di utilizzare altri 1000 euro di bonus babysitter. I tecnici hanno lavorato senza sosta per scovare tra i risparmi di vecchie misure e gli ultimi margini di deficit circa 7 miliardi in tutto per dare sollievo alle categorie coinvolte dalle misure sempre più restrittive messe in campo per frenare la curva dei contagi: dopo i 5 miliardi e mezzo del primo decreto, infatti, ora sul tavolo ci sarebbero circa 2 miliardi da destinare da un lato alle nuove attività che si dovranno fermare a livello nazionale (come i musei o i negozi dei centri commerciali nel weekend) e dall'altro da chi si ritroverà in zone ad alto o a massimo rischio, in un nuovo lockdown 'soft'.
Altre 19 categorie ammesse ai contributi a fondo perduto tra il 100% e il 200% previsti dal decreto ristori 1: lo prevede la bozza della tabella dei codici Ateco aggiornata, che sarà allegata al decreto ristori bis. Compaiono molte delle categorie che avevano lamentato l'esclusione in questi giorni: avranno contributi al 100% i bus turistici e anche i trasporti lagunari, i fotoreporter, chi fa corsi di danza, le lavanderie industriali, i negozi di bomboniere i traduttori e anche i produttori di fuochi d'artificio. Al 200% arriveranno invece guide alpine, musei, biblioteche, monumenti e anche orti botanici e zoo. Incluse anche la ristorazione senza somministrazione, come rosticcerie e pizzerie al taglio, e gli internet point, che avranno un ristoro al 50% di quanto già avuto in estate.
Contributo raddoppiato rispetto all'estate per 57 nuove categorie di attività che dovranno chiudere perché operano nelle 'zone rosse': lo prevede la bozza del decreto Ristori Bis, che aumenta dal 150% al 200% il ristoro per bar, pasticcerie e gelaterie che si trovino in zone rosse o arancioni. La nuova lista di codici Ateco allegata al provvedimento include i negozi (dall'abbigliamento agli elettrodomestici fino ai sexy shop), gli ambulanti (visto che anche i mercati sono chiusi), gli estetisti e gli altri servizi alla persona, compresi chi fa piercing e tatuaggi. Nella lista anche i servizi per gli animali (canili, dogsitter, toelettatura) e le agenzie matrimoniali.
Il meccanismo, però, è stato affinato fino all'ultimo per cercare di mantenere il più possibile l'automatismo, che consente all'Agenzia delle Entrate rapidità nell'erogazione. Il decreto bis conterrà, come ha spiegato il premier Giuseppe Conte, "un fondo ad hoc per mettere risorse in caso di variazioni tra zone gialle, arancioni e rosse", così da evitare di dover ricorrere al decreto legge a ogni 'cambio di fascia' delle Regioni.
(Fonte: ANSA)
Il Comune e Astea inaugurano due nuove casette dell'acqua a Loreto. Alle 10 è stata inaugurata quella di via Spontini (Loreto Stazione). Successivamente alle 12 quella in Via Grotte (località Grotte). Dalle casette sarà erogata acqua liscia, oppure gasata o ancora refrigerata.
L'inaugurazione, alla quale hanno partecipato Il Presidente di Astea, Massimo Scalmati, l’Amministratore Delegato di Astea, Fabio Marchetti e il Sindaco di Loreto, Moreno Pieroni, è stata effettuata all'aperto in spazi ampi, osservando tutte le misure disposte in materia di contenimento della diffusione del Covid – 19.
“I dati evidenziano che dall’inizio del servizio nel 2010 - ha osservato Fabio Marchetti, amministratore delegato del Gruppo Astea – le casette hanno complessivamente erogato oltre 27milioni litri di acqua, che corrispondono ad altre 18 milioni di bottiglie di plastica risparmiate. Messe in fila le bottiglie risparmiate coprirebbero una distanza di 5.950 chilometri”.
Negli ultimi due mesi sono state inaugurate altre due casette dell’acqua: una in via Aldo Moro a Recanati e un’altra in piazzale Kelebia a Montecassiano.
“Ci teniamo in maniera particolare - ha detto Moreno Pieroni - all'inaugurazione delle due nuove case dell'acqua, perché la sostenibilità è per noi un valore importante nelle scelte amministrative. Con questo doppia dotazione inoltre cerchiamo di diffondere la fruizione sul territorio comunale. In questo caso essendo l'acqua un bene fondamentale, abbiamo collaborato in sinergia con Astea e siamo giunti al risultato in breve tempo. Voglio sottolineare che l'acqua distribuita è buona, controllata e quindi di qualità. Ci aiuterà a risparmiare eliminando la plastica delle bottiglie ed i relativi trasporti, una scelta a favore del nostro ambiente”.
Nel 2019 sono stati 5milioni i litri di acqua prelevati dagli utenti nelle 12 casette Astea. A Loreto sono stati distribuiti 1.035.000 litri di acqua di cui 248mila in via Aldo Moro, 557mila a Villa Costantina e 230mila a Villa Musone. Ad Osimo sono stati distribuiti 1.865.000 litri, di cui 525.670 gassata. In particolare nella fontana del Maxiparcheggio sono stati prelevati 938mila litri complessivi l’anno scorso, mentre 362mila a Osimo Stazione, 394mila a San Biagio e 171mila a Passatempo dove il dato si riferisce a circa sei mesi, non dodici. A Recanati i litri prelevati sono stati l’anno scorso 968mila tra i 577mila del rione Le Grazie e i 391mila di via Loreto. Infine ci sono i 459mila litri presi dalla fontana di Potenza Picena, i 298mila di Montelupone e i 404mila di Porto Recanati.
Significativo anche il dato della plastica risparmiata all’ambiente. Usando le fontane pubbliche si è evitato infatti di comprare nel solo 2019 ben 3.348.000 bottiglie di plastica da un litro e mezzo. In particolare a Loreto le bottiglie risparmiate all’ambiente sono state 689.000O, ad Osimo 1.242.000, a Recanati 644.000, a Potenza Picena 306.000, a Montelupone 198.000 e a Porto Recanati 269.000. Analizzando la quantità di Pet (la plastica riciclabile con cui vengono realizzate le bottiglie in commercio) emerge che ne è stato evitato il consumo nel 2019 di ben 190 quintali a Loreto 350 quintali a Osimo, 180 a Recanati, 90 a Potenza Picena, 50 a Montelupone e 80 a Porto Recanati, per un totale tra le 12 casette di 940 quintali in meno di bottiglie.
I dati evidenziano che dall’inizio del servizio le 12 fontane (le prime aperte nel 2010 a Osimo e Loreto) hanno complessivamente erogato oltre 27milioni litri di acqua, suddivisi tra Loreto 3,34milioni, Osimo 11,57 milioni, Recanati 4,72milioni, Potenza Picena 1,2milioni, Montelupone 1,49milioni, Porto Recanati 4,72milioni. Mentre complessivamente dal 2010 le bottiglie di plastica da un litro e mezzo non consumate sono state ben 18milioni (7,71 nella sola Osimo) che equivale a 5.360 quintali di Pet non smaltita (di cui 2.300 a Osimo).
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 3603 tamponi: 2075 nel percorso nuove diagnosi e 1528 nel percorso guariti.I positivi sono 631 nel percorso nuove diagnosi (117 nella provincia di Macerata, 236 nella provincia di Ancona, 53 nella provincia di Pesaro-Urbino, 136 nella provincia di Fermo, 64 nella provincia di Ascoli Piceno e 25 da fuori regione).Questi casi comprendono soggetti sintomatici (105 casi rilevati), contatti in setting domestico (134 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (169 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (9 casi rilevati), contatti in ambienti di vita/socialità (29 casi rilevati), contatti in setting assistenziale (6 casi rilevati), contatti in setting scolastico/formativo (17 casi rilevati), screening percorso sanitario (8 casi rilevati) e 5 rientri dall'estero (Pakistan, Romania, Albania). Per altri 149 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche.
Si tratta di dati che sono il linea con la giornata di ieri, quando sono starti registrati 698 casi, per quanto riguarda il rapporto percentuale tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati rilevati (incidenza al 30,40% contro il 31,89% di ieri).
Aumentano i ricoverati nelle strutture sanitarie regionali: sono 521 (+ 17 rispetto a ieri), di cui 67 in terapia intensiva (+7 rispetto a ieri). Nel Maceratese sono accolti 85 pazienti: 55 all'ospedale di Macerata (+4 rispetto a ieri), 7 pazienti al pronto soccorso di Civitanova Marche e 23 al Covid Hospital.
Il numero complessivo di contagiati nella Regione Marche sale a 18.287 per un totale di 201.310 campioni testati.
Di seguito i dati rilasciati dal Servizio Sanità della Regione Marche:
Il Ministero dell'Istruzione rende noto di aver chiesto all'Ufficio Scolastico Regionale per le Marche una relazione in merito al messaggio inviato alle studentesse e agli studenti in occasione della Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate del 4 novembre. Messaggio che ha suscitato forti polemiche da parte della comunità scolastica e non solo.
Il Ministero ha chiesto spiegazioni sul contenuto e sulle finalità della nota in ragione "dei principi democratici che sorreggono l'attività e le finalità del sistema nazionale di istruzione e formazione". Dal canto suo il dg Marco Ugo Filisetti, autore de messaggio, si difende dicendo che "ricordare il coraggio dei ragazzi di allora ai ragazzi di oggi, non vedo cosa abbia a che fare con il fascismo". Sul messaggio era intervenuto anche l'Anpi esprimendo "sconcerto" per "una retorica bellicista, intrisa di nazionalismo", chiedendo l'intervento del ministro Azzolina.
(Fonte Ansa)
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che purtroppo nelle ultime 24 ore si sono verificati otto decessi correlati al Covid-19.
All'ospedale di Acoli Piceno ha perso la vita una donna di 79 anni. Il territorio Piceno registra così altre tre vittime: alla 79enne si aggiungono altre due donne di 89 anni (residente a San Benedetto del Tronto) e di 92 anni, ascolana. Nell’elenco dei decessi anche un 89enne di Pesaro, due donne di Ancona di 85 e 88 anni. Infine, sono morti anche un uomo di 91 anni di Fermo e uno di 86 anni di Porto Sant’Elpidio. Tutte le vittime presentavano patologie pregresse.
Dall'inizio della pandemia nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19: 1045 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (530), mentre sono 168 quelle totali nella provincia di Macerata.
Secondo i dati complessivi, nel 95% dei casi le vittime presentavano patologie pregresse e la loro età media è di 81 anni.
Di seguito, nel dettaglio, il report rilasciato dal Servizio sanitario regionale
L’assessore regionale all’Istruzione Giorgia Latini interviene sulla questione delle mascherine al banco per i bambini e le bambine della scuola primaria a seguito dell’entrata in vigore del DPCM 3 novembre 2020 che, secondo alcune interpretazioni, obbligherebbe i bambini sopra i sei anni ad indossarle sempre, anche al banco e nonostante il rispetto di tutte le altre disposizioni di sicurezza previste. “Sarebbe assurdo e privo di spiegazioni logiche pretendere di far indossare la mascherina ai bimbi delle scuole primarie per tutta la durata delle lezioni scolastiche anche quando viene mantenuta la distanza di sicurezza”.
La parte del nuovo DPCM che allarma l’assessore Latini è quella in cui si dispone che ‘L’attività didattica ed educativa per la scuola dell’infanzia, il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l’infanzia continua a svolgersi in presenza, con uso obbligatorio di dispositivi di protezione delle vie respiratorie’. “Spero si faccia chiarezza al più presto su questa impostazione così generica e poco comprensibile – dichiara l’assessore - a tutela dei bambini e delle fasce più deboli della comunità già duramente provata dai tanti problemi causati dall’emergenza sanitaria”.
Del resto, ricorda Latini, il Ministero dell’Istruzione – Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione, ha emesso una nota dove ha chiarito che il decreto pone l’obbligo di avere sempre la mascherina al chiuso ma ‘comunque con salvezza dei protocolli e linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali . La nota specifica che: ‘nell’ambito della scuola primaria, per favorire l’apprendimento e lo sviluppo relazionale, la mascherina può essere rimossa in condizioni di staticità (bambini seduti al banco) con il rispetto della distanza di almeno un metro e l’assenza di situazioni che prevedono la possibilità di aerosolizzazione (es. canto)’.
“Dunque, per quanto riguarda l’uso della mascherina alla scuola primaria, auspico che nulla cambi: si continuano a rispettare le disposizioni già approvate quali igienizzazione delle mani e degli ambienti, misurazione della febbre, distanziamento, ecc. ma ritengo del tutto sbagliato imporre l’obbligo di utilizzo della mascherina anche al banco per i bambini e le bambine della scuola primaria. Chiediamo che si faccia chiarezza” conclude l’assessore all’Istruzione.
E' morto in mattinata all'ospedale di Pesaro dell'Ao Marche Nord l'imprenditore di Jesi (Ancona) Gennaro Pieralisi, presidente del Gruppo Pieralisi leader a livello internazionale nella produzione di macchine olearie.
Aveva 82 anni: era stato ricoverato a Pesaro a fine ottobre, dopo un malore, per essere poi sottoposto ad un intervento chirurgico. Durante gli accertamenti prima dell'operazione è risultato positivo al coronavirus.
Dopo l'intervento, piuttosto impegnativo, sono insorte complicanze e ieri sera le sue condizioni si sono aggravate.
Il Gruppo industriale comprende varie attività, compreso un hotel e la produzione di olio e vino. Pieralisi, parente dell'attrice Virna Lisi, era Cavaliere del Lavoro e nel 2010 aveva ricevuto il Picchio d'oro, riconoscimento della Regione Marche.
Era vedovo, lascia un figlio, Gabriele, che oltre alla partecipazione nell'azienda, guida l'Hotel Federico II.
Pieralisi è anche stato uno dei "patres" della superstrada (SS 77 Valdichienti), in quanto presidente della Quadrilatero.
L'architetto Fabrizio Romozzi, uno dei quattro uomini decisivi per il completamento del progetto, assieme allo stesso Pieralisi, all'ex senatore Mario Baldassarri e ad Ermanno Pupo (anche lui purtroppo scomparso) ricorda così il noto imprenditore jesino: "Un grande uomo, molto generoso. Una persona che amava le sfide, la Regione Marche ha perso uno dei suoi pilastri. Vivere Quadrilatero con lui è stata un'esperienza esaltante e che mi ha insegnato molto. Ero molto legato a lui e lui era molto legato a me, siamo diventati sinceri amici. Ogni volta che avevo necessità di un consiglio o di un parere era sempre presente".
"Non ho mai visto un uomo con tale grinta, con tale lucidità e capacità di fare squadra. Famosa fu una cena in cui lui diede a tutti i commensali, tra cui persone di una certa caratura, un nomignolo. A sottolinearne anche la spiccata ironia. Sapeva unire una grande intelligenza imprenditoriale a una semplicità disarmante" ha aggiunto Romozzi.
Anche il presidente della giunta regionale Francesco Acquaroli ha espresso il cordoglio per la scomparsa di Gennaro Pieralisi: “Apprendo con sincero dispiacere la notizia della scomparsa dell’imprenditore Cavalier Gennaro Pieralisi - ha detto Acquaroli - e desidero esprimere, a nome della Giunta regionale, della comunità marchigiana e mio personale, il profondo cordoglio per la perdita dell’ingegnere, esempio di grande attaccamento al territorio e alla tradizione imprenditoriale, precursore dei tempi con spiccato intuito e grande capacità di innovazione, che ha portato il marchio Pieralisi, dalla sua Jesi, a conquistare il mondo. Esprimo sentitamente la più commossa vicinanza ai suoi cari e ai suoi collaboratori”.
Anche il gruppo Meccano piange la scomparsa dell’Ingegner Gennaro Pieralisi, da 32 anni suo incomparabile Presidente e lo ricorda con le parole di Letizia Urbani, DG Meccano.
"E’ stato un grande maestro per tutti noi ed è a lui che dobbiamo i successi fin qui raggiunti dal nostro Centro che l’Ingegner Gennaro ha guidato con sapienza e dedizione per tutti questi anni, da quando Meccano venne costituita nel novembre 1988.
Sotto la sua guida abbiamo sviluppato tematiche importanti quando, già trenta anni fa, la sfida tecnologica che si affacciava all’orizzonte delle imprese regionali segnava l’ingresso dell’informatica nei processi produttivi ed il concetto della qualità di prodotto e di gestione aziendale diventava elemento indispensabile per vincere sui mercati internazionali: di questo e molto altro ancora l’Ingegner Gennaro aveva subito compreso l’importanza per il sistema economico regionale fatto soprattutto di piccole e medie imprese di cui tanto apprezzava la creatività e la tenacia.
A nome di tutti i colleghi e degli organi societari esprimo la nostra profonda gratitudine per essere stato un grande maestro di vita e per la Sua generosa disponibilità: caro Presidente, non La dimenticheremo mai.
Le più sentite condoglianze al figlio Gabriele ed ai suoi familiari a nome dei dipendenti ed amministratori Meccano".
Il Sistema Confcommercio e Federalberghi Marche ha risposto presente alla chiamata del territorio in preda all’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid-19. Il sistema alberghiero si era già mosso in forza per gestire il post-terremoto ed ora si fa trovare pronto anche nella delicata richiesta di assicurare l’accoglienza alle persone risultate positive che necessitano di isolamento fiduciario e di sorveglianza sanitaria al di fuori del proprio contesto abitativo e risultate positive al Covid-19.
La Regione Marche ha firmato l’accordo quadro con il quale ha inteso regolamentare questa fase così delicata della pandemia ed in breve ha ricevuto un primo elenco di strutture disponibili ad accogliere persone grazie al lavoro e all’impegno di Confcommercio e Federalberghi Marche che ha coordinato il lavoro rapportandosi con le proprie strutture territoriali e sensibilizzando le proprie strutture associate.
Ottimo il riscontro avuto ancora una volta dalla Categoria che ha risposto alla richiesta emergenziale della Regione Marche già in questa prima fase.
Già garantite 627 camere in 13 strutture così divise nell’area regionale: 3 strutture e 155 camere nella provincia di Ancona, 2 strutture e 127 camere nella provincia di Macerata, 3 strutture e 111 camere nella provincia di Fermo, 3 strutture e 98 camere nella provincia di Ascoli Piceno, 2 strutture e 136 camere nella provincia di Pesaro-Urbino.
Molto soddisfatto il Presidente Federalberghi-Confcommercio Emiliano Pigliapoco: “E’ una prima risposta importante – le sue parole – che è stata raccolta in collaborazione con tutte le territoriali operanti nella Regione e che ci ha consentito di dare un riscontro alla Protezione Civile regionale in sole 24 ore”.
“Ci permettiamo di segnalare che abbiamo registrato la disponibilità anche di alcune strutture ricettive classificate 2 stelle e di alcuni villaggi turistici” continua il Direttore di Confcommercio Marche e Segretario Generale di Federalberghi Marche Massimiliano Polacco.
Il sistema dei villaggi turistici è già stato protagonista nel post-terremoto ed ha gestito gran parte dei flussi delle persone sfollate. Un dato significativo che testimonia la capacità ricettiva di questo segmento che potrebbe ancora una volta giocare un ruolo significativo nella tenuta del sistema.
“Ancora una volta noi ci siamo” termina il Direttore Polacco. “Abbiamo dato un contributo molto significativo dopo il sisma e se servirà lo daremo anche in questo momento così difficile. Siamo anche pronti, se dovessimo ricevere una nuova richiesta emergenziale da parte della Regione ad allargare la platea delle strutture ricettive”.
Il settore delle pulitintolavanderie a livello nazionale conta 17.000 imprese che danno lavoro a circa 50.000 addetti. Un settore ad oggi in grande difficoltà che continua però a rimanere fuori dal perimetro degli indennizzi a fondo perduto messi in campo dal Governo.
“Il fatto che i nostri servizi siano stati e siano considerati essenziali per la comunità - afferma la Presidente interprovinciale di Macerata/Fermo/Ascoli Piceno Beatrice Stefoni - è il motivo per cui abbiamo potuto continuare a prestare la nostra opera anche durante il periodo di chiusura. Questo riguardo che ci ha riempito di orgoglio, è stato successivamente la ragione che ci ha escluso dalla possibilità di poter beneficiare di ogni sostegno attivato dallo Stato nei confronti di settori in difficoltà".
"I vari DPCM hanno impedito la circolazione dei cittadini, hanno previsto la chiusura di ristoranti e strutture ricettive, hanno interrotto la possibilità di poter organizzare eventi e cerimonie e hanno incentivato la pratica dello smartworking, riducendo drasticamente la presenza di impiegati negli uffici. Tutti elementi che hanno avuto come conseguenza una sensibile riduzione della mole di lavoro e conseguentemente del fatturato delle lavanderie" spiega la Stefoni.
"Nonostante tutto abbiamo resistito e, faticosamente, le nostre attività sono ancora al servizio dei cittadini - conclude -. Non ci permettiamo di entrare nel merito scientifico della ineluttabilità di una nuova serrata, ma riteniamo sia nostro diritto, avendo subito drastici cali di fatturato, poter beneficiare delle agevolazioni previste dal Decreto Ristori. Il rischio di chiudere è sempre più vicino per molte delle nostre attività”.
Un invito unanime ad usufruire con fiducia dei servizi offerti dalle lavanderie professionali, arriva da tutto il direttivo Pulitintolavanderie di Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo del settore.
Le imprenditrici Jacqueline Mandozzi, Angela Crognoletti, Rossella Rapari, Catia Piergallini, ribadiscono infatti che nelle lavanderie professionali le caratteristiche tecniche dei detergenti e dei macchinari sono superiori a quelli casalinghi, garantendo una sanificazione maggiore dei tessuti, comprovata anche da test microbiologici effettuati, per Confartigianato, da due centri analisi veneti.
I test hanno dimostrato come tutti i principali metodi di lavaggio professionale abbiano una elevata efficacia di abbattimento dei più diffusi ceppi microbici che provocano malattie della pelle. Inoltre, uno studio della Johns Hopkins University, evidenzia come il lavaggio a secco sia in grado di inibire il virus COVID-19 agendo sullo strato lipidico in cui lo stesso è avvolto.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 3842 tamponi: 2185 nel percorso nuove diagnosi e 1657 nel percorso guariti.I positivi sono 697 nel percorso nuove diagnosi: 109 nella provincia di Macerata, 218 nella provincia di Ancona, 51 nella provincia di Pesaro-Urbino, 92 nella provincia di Fermo, 203 nella provincia di Ascoli Piceno e 24 da fuori regione. Questi casi comprendono soggetti sintomatici (112 casi rilevati), contatti in setting domestico (155 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (198 casi rilevati), contatti in ambito lavorativo (17 casi rilevati), contatti in ambienti di vita/divertimento (34 casi rilevati), contatti in ambito assistenziale (8 casi rilevati), contatti in ambito scolastico/formativo (19 casi rilevati), screening percorso sanitario (13 casi rilevati) e 2 rientri da altra regione.
Per altri 139 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche.
Si tratta di dati che sono il linea con la giornata di ieri, quando si è toccato il picco di 698 casi, per quanto riguarda il rapporto percentuale tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati rilevati (incidenza al 31,89% contro il 31% di ieri).
Il numero complessivo di contagiati nella Regione Marche sale a 17.656 per un totale di 199.235 campioni testati. Aumentano i ricoverati nelle strutture sanitarie regionali: sono 504 (+ 27 rispetto a ieri), di cui 60 in terapia intensiva (+4 rispetto a ieri).
Nel Maceratese sono accolti 81 pazienti: 51 all'ospedale di Macerata (dato invariato rispetto a ieri), 8 pazienti al pronto soccorso di Civitanova Marche e 22 al Covid Hospital.
In aumento, inoltre, di 992 unità il numero dei casi in isolamento domiciliare (dagli 14.314 di ieri ai 15.306).