“Il Governo Pd-Cinquestelle lascia di nuovo a bocca asciutta i terremotati delle Marche e del centro Italia assetati di rinascita. Aveva detto di rinviare al Milleproroghe le tante risposte chieste dalla Lega e invece non c’è nulla. È evidente che accogliere in aula tra gli applausi gli ordini del giorno è come parlare di tori senza scendere nell’arena”.
L’onorevole leghista Tullio Patassini, primo firmatario di emendamenti con il commissario regionale della Lega onorevole Riccardo Augusto Marchetti a partire dal DL Liquidità di inizio 2020 fino alla legge di Bilancio, denuncia che, nonostante le rassicurazioni, non è stato previsto nulla per i terremotati del 2016 nemmeno nel Milleproroghe. La sospensione dell’Imu e dei mutui sugli immobili inagibili sono le uniche due risposte arrivate grazie all’intenso lavoro della Lega in commissione Bilancio. Su tutto il resto, che non è poco, anche col Milleproroghe resta buio fitto.
“È troppo tempo che il Governo giallorosso continua a rimandare dicendo che il prossimo decreto legge sarà quello buono con tanto di rassicurazioni dei parlamentari PD e Cinquestelle del territorio – spiega Patassini – Finora si tratta di una presa in giro: persino le promesse sull’ impignorabilità per le somme destinate alla ricostruzione sono disattese”.
Niente in vista dunque per le esenzioni fiscali IRPEF IRES ed ISEE sugli immobili inagibili e niente proroghe vitali per la ripresa dei territori delle aree interne come:
- credito d'imposta per i beni strumentali delle imprese
- sospensione cartelle esattoriali ed avvisi di pagamento (che è stato fatto invece per Ischia in legge di bilancio)
- esenzione dell'imposta per le insegne commerciali e della tassa di occupazione di suolo pubblico per le attività commerciali e di ristorazione
- sospensione canone rai
- proroga bollette per immobili inagibili e rateizzazione più lunga
E come se non bastasse si è arrivati al paradosso di far scoppiare una guerra tra poveri sui territori terremotati.
“Perché il Governo giallorosso ha concesso solo all’Abruzzo la decontribuzione Sud, cioè gli sconti sui contributi previdenziali? – si chiedono i due onorevoli leghisti dicendosi pronti a ripresentare le istanze del territorio nella discussione del Milleproroghe – Il PD, nonostante una sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo sia marchigiana, continua ad indirizzare altrove la propria attenzione facendo orecchie da mercante sulla decontribuzione e la Zes che sarebbero, invece, la chiave di volta della ripresa del cratere e delle crisi aree di crisi industriale complessa, in particolare nelle Marche”.
Avete appena ritirato la macchina dal meccanico oppure ottenuto la patente e quindi per festeggiare organizzate una piccola gita fuori porta. Tutto d’un tratto però sentite che c’è qualcosa che non va e poi, all’improvviso, l’auto si ferma: cosa fare in questi casi? Sicuramente, la prima cosa è aprire gli occhi, perché le sensazioni di stress e di smarrimento erano dovute solo alla vostra immaginazione.
Pensare a una situazione del genere ci è servito per farvi immergere in quello che può capitare a chiunque, in qualsiasi momento. Questo vale soltanto se, prima di partire, non avete effettuato un controllo accurato di tutte le impostazioni della vettura. Sono molte le persone che sottovalutano la revisione, che oggi più che mai è diventata obbligatoria e fondamentale per poter circolare liberamente in Italia. Considerate che, se in caso di controlli della Polizia uscisse che non ne avete ancora effettuata una, la multa da pagare è salatissima: a partire da 2.000 €.
Anche se, come anticipato, può capitare in ogni momento di rimanere a terra con la batteria della macchina, magari proprio quando siete in ritardo per il lavoro o per un appuntamento importante. Salite sulla vettura, inserite le chiavi nel cruscotto, le girate ed ecco che non accade proprio nulla, l’auto non parte. Il più delle volte la causa è la batteria scarica, ma può capitare che il problema invece sia dovuto a problematiche un po’ più importanti.
Ma se non sapete come rendervi conto di quale sia la difficoltà e quindi di cosa fare per capirlo, allora seguiteci con la lettura di questo articolo.
Niente accensione
Quanto vi stiamo per dire potrebbe apparire banale agli occhi di chi ha già vissuto una situazione simile. Ciò nonostante, uno dei segnali più esplicativi e oggettivi che ci permettono di capire se la batteria è ormai fuori uso è quando la macchina non parte. Per potersi mettere in moto è fondamentale impiegare quell’energia elettrica generata dall’alternatore mentre il motore gira.
Quindi, se quest’ultimo è fermo perché la batteria è difettosa oppure è ormai scarica e da sostituire, con estrema probabilità riscontrerete questo problema. Per evitare di sprecare soldi è bene ricordarsi di effettuare sempre una manutenzione, controllando lo stato di tutti i componenti e richiedere una sostituzione immediata qualora sia giunto il momento.
Lentezza da lumaca
Ora, mettiamo il caso che avete inserito la chiave nel cruscotto, e girandola la macchina sia riuscita finalmente a mettersi in moto. Ecco, un altro dei sintomi tipici della batteria scarica è la difficoltà però ad accendere il veicolo. Questo potrebbe tramutarsi in 5/10 minuti di imprecazioni perché mezz’ora dopo avete un incontro importante.
Normalmente, la chiave inserita, dovrebbe mettere in funzione tutti i componenti dell’auto, tra cui anche le candele e il motorino d’avviamento. Se questa operazione impiega diversi secondi, allora è quasi certamente un problema legato alla batteria difettosa, quindi che magari non mantiene la carica oppure è scarica. Quindi, anche se siete dei principianti e non avete dimestichezza con questo tipo di situazioni, questo sintomo è uno di quelli che non potrà passare inosservato.
Spie accese
Altro indizio importantissimo e che sicuramente avrete subito sotto gli occhi se la batteria dell’auto non funziona è la presenza di spie accese. Una di quelle più note è rappresentata dal simbolo dell’alternatore, e potrà rimanere fissa oppure lampeggiare. Chiaramente questo indizio deve sempre essere verificato, anche tramite tester per batteria auto, perché potrebbe essere anche causato da problemi ai cablaggi. In ogni caso, è bene distinguere le due situazioni che più spesso possono capitare: in caso di spia lampeggiante o che si accende appena girate la chiave, allora è al 99% tempo di ricarica.
Fari deboli
D’accordo, mettiamo il caso che siete riusciti ad accendere la macchina, e sembra che vada tutto bene. Tutto d’un tratto però vi accorgete che il raggio di luce dei fari è sia meno intenso sia poco profondo rispetto al solito. Questo potrebbe essere un segnale importante che vi comunica di controllare lo stato della batteria. Se quest’ultima è scarica o difettosa potrebbe fornire meno energia del solito al sistema di illuminazione. Per questo motivo è bene prevenire prima di dover curare d’urgenza.
Azzeramento dell’orologio
Ultimo possibile segnale ma non meno importante è la mancanza di un conteggio delle ore sul cruscotto. Per esempio, se avete acceso l’auto e l’orologio si è azzerato automaticamente, questo potrebbe essere un piccolo indizio che dovrà accendere la lampadina del “controlliamo la batteria”. Perciò, mai tralasciare alcun dettaglio, ma cercare sempre di capire qual è la causa scatenante e agire di conseguenza per evitare situazioni spiacevoli.
Sono molti gli accessori da tenere in considerazione se vi dilettate a suonare questo popolare e amatissimo strumento.
Se siete appassionati di musica probabilmente avrete visto i vostri chitarristi preferiti usare una serie di dispositivi per controllare il suono e per cambiare effetti. La pedaliera in molti casi è la migliore amica del rocker, così come lo sono tantissimi altri articoli che ogni chitarrista dovrebbe conoscere. In realtà ci sono tantissimi ‘attrezzi del mestiere’ molto utili che possono fare la differenza nella pratica, nella composizione e nell’esecuzione di brani dal vivo. In questo articolo scopriremo quali sono quelli più utilizzati, in modo da potervi aiutare a decidere se può valerne la pena acquistarne uno.
La loop station
Le loop station sono strumenti davvero utili che vi permettono di allenarvi e improvvisare sui vostri stessi riff, inoltre si rivelano ideali per la composizione di brani in quanto potrete provare armonie diverse e modulazioni. Le loop station per chitarra si presentano come pedali da collegare a un amplificatore valvolare con pre-amp o transistor, in modo da poter riprodurre e ascoltare quanto registrato. Il loro funzionamento è elementare, basta schiacciare il tasto per far partire la registrazione e fermarla, per poi premere il tasto play in modo da riprodurla.
Una buona loop station può davvero fare la differenza per la crescita musicale di ogni chitarrista, in quanto permette di registrare giri di chitarra e parti di assoli inedite oppure di studiare con più precisione quelle di altri artisti. Dal vivo le loop station tornano molto utili nella musica pop o rock sperimentale, in quanto consentono di creare armonizzazioni, oppure di eseguire un assolo su una ritmica senza la presenza di un’altra chitarra sul palco.
Accordatore elettronico
Molti lo ritengono un oggetto superfluo e preferiscono accordare lo strumento ad orecchio, ma in realtà quando si registra e si suona in sala prove o dal vivo è estremamente importante avere l’accordatura quanto più preciso possibile. Di norma è bene accordare lo strumento al termine di ogni brano, in modo da tenere i toni stabili e precisi, a meno che non abbiate il cosiddetto orecchio assoluto.
Un accordatore elettronico quindi può tornare davvero utile, inoltre trattandosi di un oggetto molto compatto potrete facilmente portarlo con voi. I modelli più utilizzati sono quelli con clip da applicare alla paletta dello strumento, molto apprezzati in quanto pratici e versatili. Per una maggiore precisione però è consigliabile puntare su un modello con entrata jack al quale collegare lo strumento tramite l’apposito cavo.
Pedaliera
Non tutti i chitarristi amano usare la pedaliera, ma questo spesso dipende molto dal genere che si suona. Nei generi più ‘diretti’ come l’hard rock e l’heavy metal i chitarristi ritmici solitamente non usano pedali, a meno che non vogliano ‘potenziare’ il suono con un distorsore. Nella chitarra solista invece si tende a utilizzare più effetti, in modo da dare profondità al suono o creare particolari atmosfere. Il pedale per delay, per il riverbero e il classico ‘wah-wah’ non possono mancare in quanto permettono di esprimersi in assoli fantasiosi e personalizzare il proprio tocco.
Per la pedaliera potete optare per due opzioni diverse: costruirne una con pedali singoli, oppure comprarne una digitale. Il vantaggio della prima opzione sta nel poter personalizzare il proprio suono con pedali di alta qualità prodotti da diverse marche, quello della seconda invece sta nella compattezza. Le pedaliere digitali sono più pratiche da portare con voi e inoltre si possono collegare facilmente ad un PC per poter registrare, così come ad una cassa e usarle come pre-amplificatore.
Custodia
Se state pensando di acquistare la vostra prima chitarra elettrica, allora è bene mettere in preventivo la spesa per una buona custodia. Di solito questa è inclusa nei kit per principianti, mentre le chitarre più costose come le Gibson e le Fender spesso vengono vendute senza la custodia. Un modello rigido vi darà sicuramente più sicurezza durante il trasporto dello strumento, ma allo stesso tempo sarà più ingombrante e scomodo. Le custodie morbide si possono portare a tracolla e sono dotate di diverse tasche dove tenere tutto il necessario come cavi, corde di ricambio e accordatore.
Amplificatore o testata valvolare?
Una delle grandi domande che ogni chitarrista alle prime armi spesso si pone. La scelta tra queste due opzioni deve ricadere sulle vostre esigenze. Fondamentalmente per cominciare è molto meglio optare per un amplificatore transistor di dimensioni ridotte, sufficiente per suonare la chitarra elettrica a casa ed esercitarvi senza disturbare i vicini o gli inquilini.
Le testate valvolari o ‘pre-amplificatori’ per chitarra si utilizzano con una cassa passiva e occupano molto spazio. Allo stesso modo è alquanto inutile acquistare una combo pre-amp + cassa per suonare in casa, in quanto non è possibile sfruttare al massimo la loro potenza a meno che non si abbia una ambiente insonorizzato a regola d’arte. Meglio acquistare una testata valvolare una volta entrati in una band, nel caso cominciate a fare concerti dal vivo dove è necessaria una notevole potenza di suono.
Cari lettori rieccoci al nostro primo appuntamento del 2021, purtroppo non comincia certo nel migliore dei modi. Proprio ieri le Marche hanno riportato il record di decessi nella seconda ondata; nella puntata del 14 Dicembre avevo sottolineato che nella nostra regione qualcosa non tornasse, poi recentemente abbiamo saputo dell'esistenza della cosiddetta variante inglese e di un caso isolato di contagio proprio a Loreto e che non ha avuto contatti diretti con l'Inghilterra. Questo significa che la cosiddetta variante stia già circolando nel nostro territorio e ciò potrebbe spiegare il perchè i contagi, dai primi giorni di dicembre, hanno iniziato ad andare evidentemente peggio della media nazionale.Notiamo un generale rialzo dei casi di positività nella scorsa settimana: in parte dovuto ai pochi tamponi fatti durante le festività natalizie e quello che vediamo per ora è l'effetto dello shopping e riaperture. Analizzando il dato dei sintomatici, in una settimana, abbiamo avuto un rialzo del 30% con le nuove regole e sembra profilarsi un incremento simile sui sintomatici che rischiano di collocare la Regione Marche non in zona arancione ma in quella rossa.Una cosa che notiamo inoltre è che i sintomatici rispetto ai positivi stanno scendendo. Le spiegazioni sono 2: o lo screening sta migliorando costantemente oppure alla maggiore contagiosità del virus si è associata una minore aggressività. Il problema è che aumentando allo stesso tempo di molto la platea di infetti si ha comunque un aumento di casi gravi e come sembra anche decessi.Se le Marche piangono il resto d'Italia certamente non ride. Abbiamo un evidente ed insolito rialzo dei decessi che si slega dall'andamento dei contagi , probabilmente significa che durante le feste sono sfuggiti molti contagi allo screening di concerto terapie intensive e ricoveri hanno smesso di scendere.Nella classifica delle regioni scendiamo ancora superando i 300 contagi giornalieri di media per milione di abitanti con rialzo di ricoveri e terapie intensive. La Valle d'Aosta da maglia nera che era si sta avvicinando al primo posto. Il Veneto rimane fanalino di coda anche se ha una situazione stabile mentre nelle altre regioni il peggioramento è diffuso.Parentesi sul vaccino ad oggi risultano 158.000 persone vaccinate , ma dobbiamo ricordare che la copertura arriva dopo oltre un mese quindi ci vorranno varie settimane per iniziare a vedere qualcosa sui contagi . Per ora il virus sta correndo molto più velocemente del vaccino.
E' uno scontro quasi all'arma bianca, segno della profonda tensione di questi giorni, quello che ha luogo nel Consiglio dei ministri notturno chiamato a dare il via libera al nuovo decreto anti-Covid che entrerà in vigore il 7 gennaio. E' la scuola, ancora una volta, il terreno dello scontro
Dopo una giornata di tensione tra governo e Regioni sulla data del 7 gennaio il capodelegazione del Pd, Dario Franceschini, propone di rinviare l'apertura almeno a partire dal 15 gennaio. Le ministre di Italia Viva non ci stanno così come la titolare dell'Istruzione Lucia Azzolina. E nel mirino del M5S, ad un certo punto, finisce anche il ministro dei Trasporti Paola De Micheli. La riunione dura quasi tre ore: ha inizio poco prima delle 22, sebbene diversi ministri giungano a Palazzo Chigi alle 21. Il decreto sulle restrizioni in vigore dal 7 al 15 gennaio - con il weekend del 9-10 "arancione" e una fascia "gialla rafforzata" negli altri giorni - era ormai pronto.Ma il Pd, al tavolo del Cdm, esprime una linea già emersa nel pomeriggio dal segretario Nicola Zingaretti: sulla scuola è necessario un rinvio. Franceschini pone il tema come una "questione politica". E la data più adeguata per riaprire le superiori in presenza (al 50%), secondo i Dem, sarebbe quella del 18. "Il rinvio è segno di un caos inaccettabile. Non si doveva arrivare a questo punto quando lo abbiamo detto da mesi che le scuole avrebbero riaperto a gennaio", sbottano le ministre renziane Teresa Bellanova e Elena Bonetti proprio mentre in tv Matteo Renzi torna ad attaccare frontalmente il premier Giuseppe Conte. Il clima si fa tesissimo. E il M5S se la prende anche con De Micheli. "L'organizzazione dei trasporti è stata totalmente assente", sottolinea una fonte di governo pentastellata.Alla fine la mediazione cade sull'11 gennaio. Anche se alcune Regioni come Veneto, Friuli Venezia Giulia e Marche hanno optato per un ulteriorie slittamento al 31 gennaio (leggi l'articolo)
Il Cdm dà il via libera al decreto che dal 7 gennaio entrerà in vigore introducendo, tra l'altro, un Rt più rigido per la classificazione di rischio regionali. E anche sui vaccini il decreto introduce una norma secondo cui, qualora un paziente non in condizione di esprimere il consenso libero alla somministrazione sia privo di un tutore legale, sarà il giudice tutelare a rinviare al direttore sanitario o responsabile medico la decisione della somministrazione. Ma lo scontro sulla scuola rischia di essere un'ulteriore coda velenosa dell'aria di pre-crisi che si respira nel governo.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 4838 tamponi: 3248 nel percorso nuove diagnosi (di cui 1650 nello screening con percorso Antigenico) e 1590 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 14,1%).I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 458 (92 in provincia di Macerata, 106 in provincia di Ancona, 127 in provincia di Pesaro-Urbino, 52 in provincia di Fermo, 64 in provincia di Ascoli Piceno e 17 fuori regione).Questi casi comprendono soggetti sintomatici (57 casi rilevati), contatti in setting domestico (98 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (156 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (18 casi rilevati), contatti in ambienti di vita/socialità (7 casi rilevati), contatti in setting assistenziale (4 casi rilevati), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (13 casi rilevati), screening percorso sanitario (7 casi rilevati) e 1 rientro dall'estero. Per altri 97 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche.
Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 1650 test e sono stati riscontrati 103 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 6%.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si evidenzia un decremento rispetto alla giornata precedente: incidenza al 14,1% oggi, contro il 15,29% di ieri. In aumento di 8 unità, rispetto alle ultime 24 ore, il numero di persone ricoverate nelle strutture sanitarie regionali che ad oggi sono 560, di cui 65 in terapia intensiva (dato stabile). Sono, invece, 25 le persone dimesse ieri dagli ospedali regionali. Nel Maceratese sono accolti 118 pazienti: 51 all'ospedale di Macerata, 51al Covid Hospital e 16 a Camerino.
Il numero complessivo di contagiati nella Regione Marche dall'inizio dell'emergenza sanitaria è di 43.787 per un totale di 326.877 campioni testati.
Di seguito, nel dettaglio, i dati rilasciati dal Servizio sanitario regionale:
"Questi che stiamo vivendo sono giorni molto complessi. Le scelte devono essere dettate da un forte senso di responsabilità - dichiara il Governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli che ha anche spiegato la scelta della Giunta Regionale di far proseguire la didattica a distanza al 100% per le scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie, fino al 31 gennaio - Quella di rinviare la riapertura delle scuole superiori in presenza è stata difficile e combattuta perché avremmo voluto dare un senso di ritorno alla normalità. Ma purtroppo ci sono due ostacoli insormontabili".
"Il primo è inerente alla tenuta delle strutture ospedaliere - sottolinea Acquaroli - dopo due mesi di restrizioni abbiamo oltre 550 ricoveri e 65 persone in terapia intensiva. Numeri preoccupanti davanti all’ipotesi di una terza ondata - e aggiunge - Dall’altra parte abbiamo purtroppo la necessità di limitare l’avanzata del contagio e con esso le misure restrittive che stanno producendo danni economici enormi. Con l’ipotesi del Governo che riduce il parametro per cui con l’indice RT superiore a 1 si diventerebbe “arancioni” e a 1,25 “rossi”, il rischio di passare anche le prossime settimane “chiusi” diventa elevatissimo.
"In questo senso la mole di persone che si rimetterebbe in movimento con la riapertura delle scuole superiori, anche al 50 %, è molto importante in un momento così delicato - spiega il Presidente della Regione Marche - Per questo non possiamo far altro che mettere in campo tutte le misure per cercare di evitare scenari sanitari e socioeconomici peggiori. Non è una situazione semplice ma ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, noi ci stiamo provando".
Continua l’impegno di Anas (Gruppo FS Italiane) nell’ambito della manutenzione programmata sulla propria rete di strade e autostrade con un bando di 80 milioni di euro per l’esecuzione di servizi di progettazione esecutiva, indagini diagnostiche e rilievi strutturali relativi a ponti, viadotti e gallerie artificiali.
Il bando è suddiviso in 16 lotti per il valore di 5 milioni di euro ciascuno. Nel dettaglio: Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria (lotto 1); Lombardia (lotto 2); Veneto e Friuli Venezia Giulia (lotto 3); Emilia Romagna e Toscana (lotto 4); Umbria (lotto 5); Marche (lotto 6); Lazio (lotto 7); Abruzzo e Molise (lotto 8); Puglia (lotto 9); Campania (lotto 10); Basilicata (lotto 11); Calabria (lotti 12 e 13); Sicilia (lotti 14 e 15); Sardegna (lotto 16).
Gli affidamenti, di durata quadriennale, saranno attivati mediante Accordo Quadro che garantisce la possibilità di avviare le attività di progettazione e delle relative indagini con la massima tempestività in relazione alla programmazione della manutenzione delle strade.
La giunta regionale si è confrontata questo pomeriggio in merito all’andamento epidemiologico nelle Marche e, anche a seguito della concertazione avuta dall’assessore all’istruzione con il mondo della scuola, ha deciso di far proseguire la didattica a distanza per le scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie, al 100% fino al 31 gennaio.
Per questo il Presidente della giunta regionale, Francesco Acquaroli, emanerà domani, martedì 5, un’ordinanza che formalizza questa decisione, assunta allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus e garantire quanto più possibile la salute e la sicurezza dei cittadini e la tenuta delle strutture ospedaliere. Il provvedimento entrerà in vigore il 7 gennaio e disporrà che le istituzioni scolastiche di secondo grado continuino a svolgere le lezioni tramite il ricorso alla didattica a distanza al 100%. Restano garantite in presenza le attività laboratoriali e quelle per alunni con disabilità o bisogni educativi speciali. La giunta si riserva comunque la possibilità di revoca o modifiche del provvedimento sulla base dell’andamento della situazione epidemiologica regionale.
L’assessore regionale all’Istruzione Giorgia Latini ha convocato per questo pomeriggio una riunione urgente con la Direzione scolastica regionale per discutere l’ evoluzione delle disposizioni per la didattica in presenza al 50% dal 7 gennaio per le scuole secondarie, in considerazione degli aggiornamenti dei dati pandemici. Era presente anche l’assessore ai Trasporti, Guido Castelli.
“Un’occasione utilissima di confronto e condivisione –ha rimarcato l’assessore Latini – anche alla luce delle decisioni che la giunta regionale dovrà prendere in tempi rapidissimi su questo argomento che coinvolge tante famiglie e lavoratori della Scuola. Certo i dati non sono propriamente confortanti anche a livello nazionale e per di più da ieri sera sono stati ristretti ulteriormente i parametri che stabiliscono l’ingresso nelle zone arancioni o rosse: si passa ad arancione con un Rt di 1,00 e in rossa da 1,25. Modifiche assurde fatte a 4 giorni dalla riapertura mentre avevamo lavorato insieme al mondo della Scuola per garantire la riapertura al 50% in presenza sulla base dei parametri precedenti. E avremo un elemento certo sulla collocazione della nostra regione in zona arancione o gialla non prima di venerdì prossimo. Il nostro obiettivo è raggiungere una riapertura delle scuole in continuità e in sicurezza, evitando continue ordinanze di chiusura e riapertura: un’altalena che produrrebbe ulteriore incertezza e non servirebbe a nessuno . Il mio orientamento è quello di seguire altre regioni che hanno richiesto un posticipo della riapertura al 31 gennaio. Data che ci permetterebbe di avere tempi utili per consolidare i dati più favorevoli in termini epidemiologici, mantenendo le attività laboratoriali in presenza così come quelle dedicate ai disabili e una didattica a distanza al 100%. Nulla toglie che se la situazione migliorerà prima, potremo aggiornare le disposizioni per la riapertura. “ Una decisione che riguarderebbe quindi solo le scuole secondarie , mentre per le primarie resta tutto come prima delle festività natalizie.
Hanno partecipato alla riunione, oltre al Direttore scolastico Marco Ugo Filisetti, anche i rappresentanti dei dirigenti scolastici, dei sindacati degli insegnanti e rappresentanti della consulta degli studenti e dei genitori. In maggioranza hanno convenuto di aspettare, per la riapertura al 100% delle scuole, un dato certo sul collocamento della regione se in zona gialla o arancione. Anche il 50% non garantirebbe una sicurezza dal rischio sanitario, secondo alcuni dirigenti scolastici.
Mettere a disposizione della comunità e in particolare delle giovani generazioni, la propria competenza, esperienza formativa, cognitiva, professionale ed umana per la realizzazione di attività progettuali finalizzate a dare concrete risposte ai fabbisogni sociali, culturali, artistici e della tradizione locale presenti sul territorio: in sostanza un vero e proprio Servizio Civile per gli Anziani.
E’ quanto si propone la deliberazione, approvata nella scorsa seduta dalla giunta regionale che ha stanziato complessivamente per l’intervento 60 mila euro e indicato i criteri di riparto dei fondi agli Ambiti Territoriali Sociali.
“Si tratta della prima volta – ha spiegato l’assessore alla Sanità e Servizi Sociali, Filippo Saltamartini - in cui la Regione Marche dà concreta attuazione a una normativa del 2018 per promuovere iniziative finalizzate a valorizzare l’esperienza e la competenza delle persone anziane maturate nel corso della vita professionale, sociale e culturale
Vogliamo valorizzare la persona anziana come “risorsa” per accrescere il benessere della collettività anche attraverso il sostegno di azioni che agevolino la collaborazione tra gli enti pubblici, il mondo del volontariato e gli stessi anziani.”
Il Servizio civile volontario degli anziani è un intervento destinato a coloro che hanno compiuto sessant’anni di età e che sono titolari di pensioni ovvero non sono lavoratori. Può essere svolto in differenti ambiti di intervento (culturale, sociale, ecologico, musicale, etc.) in attività, tra le altre, attività di tutoraggio ed integrazione all’insegnamento nei corsi professionali e nei percorsi formativi; assistenza agli studenti presso le mense, le biblioteche scolastiche, gli scuolabus e gli edifici scolastici ; animazione, gestione e supporto alle attività che si svolgono durante mostre e manifestazioni nonché nei musei, biblioteche, parchi pubblici, sale ricreative e di aggregazione ; conduzione di appezzamenti di terreno di proprietà o di uso pubblico; iniziative dedicate a far conoscere e perpetuare le tradizioni locali artigianali, artistico-musicali, del folclore e del vernacolo; sostegno alle famiglie con minori o disabili ; assistenza culturale e sociale nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie, sociali, educative e nelle carceri, in modo particolare in quelle minorili; attività di sensibilizzazione per la prevenzione delle dipendenze; interventi di carattere ecologico e campagne e progetti di solidarietà sociale.
La gestione del servizio è affidata agli Ambiti Territoriali Sociali che redigeranno un avviso pubblico per la presentazione di progetti di servizio civile volontario degli anziani specificando in particolare gli ambiti di intervento selezionati e i relativi fabbisogni di servizi e di persone anziane.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che purtroppo nelle ultime 24 ore si sono verificati diciannove decessi correlati al Covid-19.
Nelle strutture ospedaliere della provincia di Macerata si sono verificati tre decessi all'Ospedale di Civitanova Marche dove hanno perso la vita un 71enne di Caldarola insieme ad una 90enne e un 76enne, entrambi di Potenza Picena. Al nosocomio di San Benedetto del Tronto invece si è spenta una 99enne originaria di Monte San Giusto.
Nell' Anconetano si sono registrati nove decessi: si tratta di una 94enne di Falconara Marittima che si è spenta all'INRCA di Ancona mentre un 79enne di Monsampolo del Tronto, una 73enne di Falconara Marittima, un 55enne di Roccafulvione e un 84enne di Arcevia sono deceduti nel presidio dorico di 'Torrette'. Quattro invece sono le vittime anche all'Ospedale di Senigallia dove si sono registrati i decessi di una 88enne e un 88enne del posto congiuntamente ad una 61enne di Trecastelli e una 59enne di Arcevia.
Cinque vittime al nosocomio di Pesaro: si tratta di una 91enne di Mercatello sul Metauro e una 45enne di Mondolfo mentre, tutti originari della città del capoluogo, si sono spenti una 93enne, una 84enne e un 79enne. Un decesso anche all'Ospedale di Fossombrone dove si è spento un 89enne originario di Porto Sant'Elpidio.
Dall'inizio della pandemia nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19 1634 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (692), mentre sono 275 quelle totali nella provincia di Macerata.
Secondo i dati complessivi, nel 95,5% dei casi le vittime presentavano patologie pregresse e la loro età media è di 81 anni.
Di seguito i dati resi noti dal Servizio Sanità della Regione Marche:
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che, nelle ultime 24 ore, sono stati testati 2575 tamponi: 1400 nel percorso nuove diagnosi (di cui 262 nello screening con percorso Antigenico) e 1175 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 26,6%).
I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 372: 49 in provincia di Macerata, 77 in provincia di Ancona, 167 in provincia di Pesaro-Urbino, 43 in provincia di Fermo, 29 in provincia di Ascoli Piceno e 7 fuori regione.
Questi casi comprendono soggetti sintomatici (42 casi rilevati), contatti in ambito domestico (83 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (98 casi rilevati), contatti in ambito lavorativo (14 casi rilevati), contatti in ambienti di vita/socialità (13 casi rilevati), contatti in ambito assistenziale (6 casi rilevati), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (15 casi rilevati), screening percorso sanitario (8 casi rilevati) e 1 rientro dall'estero.
Per altri 92 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 262 test e sono stati riscontrati 11 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 4%.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si evidenzia un incremento rispetto alla giornata precedente: incidenza al 26,57% oggi, contro il 20,07% di ieri.
In aumento di 2 unità, rispetto alle ultime 24 ore, il numero di persone ricoverate nelle strutture sanitarie regionali che ad oggi sono 546, di cui 67 in terapia intensiva (+2 rispetto a ieri). Sono, invece, 17 le persone dimesse ieri dagli ospedali regionali. Nel Maceratese sono accolti 115 pazienti: 50 all'ospedale di Macerata, 49 al Covid Hospital e 16 a Camerino.
Di seguito, nel dettaglio, i dati rilasciati dal Servizio sanitario regionale:
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”.
Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato l’argomento del momento e precisamente se il vaccino contro il coronavirus può essere reso obbligatorio dallo Stato. Di seguito l’analisi dell’avv. Oberdan Pantana.
Per comprendere se il vaccino Covid può essere reso obbligatorio è fondamentale partire dalla Costituzione, in particolare dall’art. 32, il quale afferma, al primo comma, che, “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.
Tale disposizione, quindi, valorizza il bene della salute sotto un duplice punto di vista, e, precisamente il diritto all’individuo e l’interesse della collettività. Proprio per tale secondo aspetto potrebbe venire in rilievo la scelta di rendere obbligatoria la somministrazione di un vaccino, cosa che del resto già accade con riferimento a numerose malattie; si pensi ai vaccini obbligatori nella prima infanzia, la cui somministrazione è requisito imprescindibile per l’ammissione a scuola.
Lo stesso art. 32 della Costituzione, oltretutto, al secondo comma, sancisce che, “Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
Il che vuol dire che, rispettando la persona che vi soggiace, la legge può imporre un trattamento sanitario, e quindi anche un vaccino, purché, chiaramente, sussistano valide ragioni di tutela del bene salute.
A tale ultimo proposito, particolarmente chiarificatrice è la sentenza n. 5/2018 della Corte Costituzionale, che, proprio con riferimento all’obbligo vaccinale, ha precisato che la legge impositiva di un trattamento sanitario non è incompatibile con l’art. 32 Cost., purché, tuttavia, ricorrano le seguenti condizioni:
- il trattamento deve sia migliorare o preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, sia preservare lo stato di salute degli altri;
- deve prevedersi che il trattamento non incida negativamente sullo stato di salute di colui che vi è sottoposto, ad eccezione delle conseguenze che appaiono normali e, quindi, tollerabili;
- nell’ipotesi di danno ulteriore, deve essere prevista la corresponsione di un’equa indennità in favore del danneggiato, a prescindere dalla parallela tutela risarcitoria.
Tutto ciò considerato e data la portata straordinaria ed eccezionalmente grave della pandemia da coronavirus, possiamo affermare che lo Stato è astrattamente legittimato ad imporre il vaccino contro il Covid-19, ma in che modo?
Nell’escludere ragionevolmente il TSO (trattamento sanitario obbligatorio) che di certo si caratterizza per essere una misura eccessiva e nel complesso non in grado di assicurare un adeguato bilanciamento di tutti i molteplici interessi costituzionalmente protetti che vengono in rilievo nel caso di specie, a questo punto rimangono le alternative individuate dalla Corte Costituzionale nella medesima pronuncia n. 5/2018.
In particolare la Consulta, ribadendo la discrezionalità del legislatore nella scelta delle modalità con le quali assicurare una prevenzione efficace delle malattie infettive, ha rilevato che la legge può “selezionare talora la tecnica della raccomandazione, talaltra quella dell’obbligo, nonché, nel secondo caso, calibrare variamente le misure, anche sanzionatorie, volte a garantire l’effettività dell’obbligo”.
Pertanto, la scelta più verosimile è quella di realizzare un piano differenziato che preveda delle imposizioni solo per talune categorie di soggetti, che sono vicine a persone particolarmente a rischio, che operano in contesti delicati o che vengano quotidianamente in contatto con un numero elevato di persone (si pensi a medici, infermieri, personale che presta servizio nelle RSA, personale docente, e così via).
Per tutti gli altri, potrebbero essere imposti oneri se non ci si vaccina ed incentivi se lo si fa: ad esempio si potrebbe decidere di limitare l’accesso agli uffici pubblici se non si è vaccinati o consentire di andare al cinema o negli stadi solo a chi si è sottoposto a vaccinazione; il tutto sotto l’ombrello del principio di solidarietà sociale che ispira tutto il testo costituzionale.
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che purtroppo nelle ultime 24 ore si sono verificati tredici decessi correlati al Covid-19.
Nelle strutture ospedaliere della provincia di Macerata si sono verificati tre decessi: due all'Ospedale Civile del Capoluogo Marche dove hanno perso la vita una 89 enne di Sarnano e una 91enne civitanovese mentre un 75enne di Potenza Picena è spirato al nosocomio di Civitanova Marche
Nell' Anconetano si sono registrati due decessi: si tratta di una 84enne di Osimo che si è spenta all'INRCA di Ancona e un 84enne di Senigallia è deceduto nel presidio dorico di 'Torrette'. Due vittime anche all'Ospedale di San Benedetto del Tronto dove si sono registrati i decessi di un 90enne di Acquaviva Picena un 82enne sambendettese.
Quattro vittime al noscomio di Pesaro: si tratta di un 91enne di Mondavio, una 75enne di Tavullia, una 82enne di Urbania e un 84enne pesarese. Un decesso anche al "A.Murri" di Fermo dove si è spenta una 92enne del posto mentre sempre nella provincia fermano è spirato, presso la sua abitazione un 84enne di Monte Urano.
Dall'inizio della pandemia nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19 1607 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (682), mentre sono 272 quelle totali nella provincia di Macerata.
Secondo i dati complessivi, nel 95,5% dei casi le vittime presentavano patologie pregresse e la loro età media è di 81 anni.
Di seguito i dati resi noti dal Servizio Sanità della Regione Marche:
L’ex attaccante Nicola Ventola ha esordito molto presto in Serie A, a soli 16 anni con la maglia del Bari. Una lunga carriera che lo ha portato anche un anno in Premier League, al Crystal Palace, un’esperienza incredibile ma sfortunata per il bomber.
In una lunga intervista rilasciata al blog di Betway, L’Insider, Ventola ha ripercorso le fasi principali della sua carriera calcistica, analizzando anche l’attuale situazione del campionato italiano.
Si è soffermato anche sulla lotta allo scudetto che in questa stagione che sta a dir poco stupendo gli appassionati di scommesse calcio. Cliccando sopra le 9 icone sullo smartphone è possibile ascoltare l’intervista completa all’attuale opinionista sportivo, che attualmente si sta dedicando alla Bobo Tv, quell’avventura digital messa in piedi dall’amico Christian Vieri e ora sbarcata su Twitch.
“La Juventus in Champions League farà fatica”
Anno complicato per la Juventus, che dopo aver dominato la classifica negli scorsi dieci anni, si ritrova a inseguire. Ventola ha speso buone parole per le intenzioni di Pirlo che “è arrivato con delle idee innovative, anche lui come l’Atalanta vuole giocare a calcio di qualità, attaccare in tanti e fare tanti movimenti con la palla”, ma ha le idee chiare sul perché non gli stia riuscendo questo processo di trasformazione: “Ha cambiato tantissimo come rosa e giocatori, a centrocampo è normale, in difesa punti cardine come Chiellini cominciano a giocare un po' di meno. Non c’è più la qualità di un tempo quando avevi un centrocampo con Pogba, Pirlo e Vidal. In Champions League farà fatica a vincere”.
L’Inter vincerà lo scudetto?
Ventola, al contrario di Fulvio Collovati, non convinto dei nuovi innesti dell’Inter, pensa invece che Hakimi, Vidal e Kolarov siano tutti e tre acquisti di grande qualità e di esperienza. Secondo l’ex centravanti Hakimi è “uno dei terzini destri più forti che ci sono in questo momento nel suo ruolo e va solo fatto ambientare. Come qualità è indiscutibile”, mentre Kolarov è normale che abbia delle difficoltà giocando in un ruolo non suo, ma è un uomo di esperienza. Su Vidal ha invece detto: “C’era bisogno nella squadra di un po' di esperienza e chi meglio di Vidal? In un po' di partite è vero non ha fatto bene, ma io lo terrei sempre e lo farei sempre giocare”.
Può essere l’anno giusto per vedere trionfare l’Inter? Secondo Ventola sì: “In questo campionato stranissimo con la rosa al completo secondo me può vincere lo scudetto perché è migliorata con uomini di esperienza e di qualità”.
Cosa pensa Ventola di Atalanta e Torino?
La Dea per Ventola è la squadra che più di tutte in Italia rappresenta una mentalità vincente: “Non mi sorprende più…Ha gente di qualità in rosa e fisicamente sta bene. Mi piace tantissimo”.
Altro discorso per un’altra squadra in cui ha militato, il Torino, che però secondo lui alla fine, nonostante le difficoltà e le brutte partite, non avrà difficoltà a salvarsi. Cosa deve fare però Giampaolo? “Sappiamo come Giampaolo vuole giocare, ma a volte ti devi adattare alla rosa. Come rosa però non è una squadra che può retrocedere. Se Giampaolo sarà più aperto con i moduli, non avrà difficoltà nel salvarsi”.
“Ibrahimovic con le sue qualità può giocare fino a 50 anni”
Ventola si è detto stupito dall’ottima partenza del Milan in questo campionato, ma non da Ibrahimovic che “con le sue qualità può giocare fino a 50 anno; è così prestante fisicamente e forte tecnicamente, gioca per la squadra e in area si farà sentire sempre. In più ha dato quella mentalità vincente anche a una rosa quella del Milan che comunque non era male”.
L’esperienza in Premier League
Nel 2004-2005 Ventola ha indossato la maglia del Crystal Palace, vivendo un’esperienza che definisce incredibile in Premier League perché “c’è un altro modo di vedere il calcio. La mentalità era quella di attaccare e quindi se eri un attaccante intelligente potevi sempre far gol”.
L’ex attaccante pugliese ha raccontato anche di aver segnato un gol che poteva diventare storico, “ quel 2 a 1 al Southampton che però poi pareggiò e retrocedemmo tutte e due”. Un grande rammarico per Ventola che aveva già firmato il rinnovo qualora fossero rimasti in Premier.
Quali sono i ricordi più belli di Ventola?
Per l’attuale opinionista sportivo “già andare all’Inter, dove c’erano Ronaldo e Baggio, è un bellissimo ricordo. Poi giocare con loro in Champions League contro lo Spartak Mosca dove mi hanno fatto tirare la punizione, ho fatto gol e vincemmo 2 a 1con gol mio e assist mio per Ronaldo”.
Il ricordo più brutto
Sicuramente il ricordo più brutto è quel Lazio Inter 4 a 2 del 5 maggio, quel “giorno maledetto, perché non vinsi lo scudetto, me lo sarei sentito mio”.
E la Bobo Tv?
La Bobo Tv, progetto social del grande amico Vieri, in cui oltre a Ventola, figurano anche Cassano e Adani, è ora approdata su Twitch. L’idea è nata durante la quarantena “con semplici dirette perché la gente aveva bisogna in quel momento e vedeva in noi persone che parlavano di calcio in maniera competente e raccontando tanti aneddoti”.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che, nelle ultime 24 ore, sono stati testati 2091 tamponi: 1420 nel percorso nuove diagnosi (di cui 725 nello screening con percorso Antigenico) e 671 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 20,1%).
I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 285: 48 in provincia di Macerata, 125 in provincia di Ancona, 88 in provincia di Pesaro-Urbino, 3 in provincia di Fermo, 9 in provincia di Ascoli Piceno e 12 fuori regione.
Questi casi comprendono soggetti sintomatici (32 casi rilevati), contatti in ambito domestico (67 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (88 casi rilevati), contatti in ambito lavorativo (7 casi rilevati), contatti in ambienti di vita/socialità (9 casi rilevati), contatti in ambito assistenziale (3 casi rilevati), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (8 casi rilevati), screening percorso sanitario (2 casi rilevati).
Per altri 69 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 725 test e sono stati riscontrati 64 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari all'9%.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si evidenzia una stabilità rispetto alla giornata precedente: incidenza al 20,07% oggi, contro il 21,86% di ieri.
In aumento di 4 unità, rispetto alle ultime 24 ore, il numero di persone ricoverate nelle strutture sanitarie regionali che ad oggi sono 544, di cui 65 in terapia intensiva (+4rispetto a ieri). Sono, invece, 12 le persone dimesse ieri dagli ospedali regionali. Nel Maceratese sono accolti 116 pazienti: 50 all'ospedale di Macerata, 51 al Covid Hospital e 15 a Camerino.
Di seguito, nel dettaglio, i dati rilasciati dal Servizio sanitario regionale:
Torna l'appuntamento con la rubrica settimanale "La Strada delle Vittime".
"In epoca di controlli rigorosi da parte delle forze dell’ordine affinchè le normative anticovid vengano rispettate, i Carabinieri in pattuglia a Imola nella notte del 30 novembre non immaginavano certamente che, grazie ad una routinaria richiesta di autocertificazione, avrebbero salvato la vita ad una famiglia intera: padre, madre, la loro figlia ed il suo novo fidanzato.
Sono le due di notte ed i militari si avvicinano ad un’autovettura Fiat Panda rossa, nel cui abitacolo individuano tre uomini italiani, 37,25 e 45 anni.
L’auto è ferma, con il motore accesso, davanti ad un condominio.
Dopo le prime verifiche qualcosa non torna: i tre uomini asseriscono di essere operai fermi a fare quattro chiacchiere dopo aver da poco ultimato il turno di lavoro, ma le verifiche dei Carabinieri presso l’azienda indicata non trovano riscontro al racconto.
Procedono pertanto a perquisizione, dopo l’arrivo dei rinforzi, ed i ritrovamenti nel portabagagli sono quantomeno inquietanti: vengono rinvenuti un borsone con tre passamontagna, un paio di manette, un bastone,un coltello da macellaio, forbici, lacci emostatici e guanti.
Trasferiti in caserma, i tre uomini, dopo le prime resistenze, hanno confessato: avevano un terribile piano criminale da attuare quella notte: narcotizzare la ex fidanzata ventitrenne di uno di loro, l’uomo di 45 anni; ciò al fine di costringerla a tornare con lui ed andare a convivere. Per ottenere ciò erano pronti ad uccidere entrambi i genitori di lei ed il suo attuale nuovo compagno. Follia.
Un piano omicidiario in cui la vittima, come spesso accade, non viene vista come persona, nella sua individualità; non viene riconosciuta dignità alla sua volontà, alla sua indipendenza decisionale. La vittima viene vista , invece, come un oggetto, strumentalizzata per giungere alla propria soddisfazione personale, come un mezzo per la realizzazione dei propri scopi e per l’ affarmazione del potere maschile sulla donna.
In questa vicenda, tale intento è stato perseguito non solo dal diretto interessato, ma anche dai suoi amici, che hanno perso l’occasione di comportarsi da amici “sani” riportando nel soggetto un barlume di buon senso; al contrario hanno condiviso con lui il piano scellerato, dando in tal modo forza al suo proposito, sintomo di una violenza inaudita e di un egoismo patologico, tipico di chi certamente nel rapporto di coppia non vive una relazione ed una progettualità ma un delirio di possesso e di onnipotenza sull’oggetto
Ma siccome viviamo il tempo del Natale e si ha la propensione a vedere, nonostante tutto, un pò di bene in questo nostro mondo, ci piace pensare che questa famiglia sia stata oggetto di un miracolo ed i Carabinieri possiamo vederli come angeli che l’hanno salvata".
La Regione Marche ha adottato il Piano strategico regionale per la vaccinazione anti Sars CoV-2. Nel corso dell’ultima seduta di Giunta del 2020 (quella del 31 dicembre), su proposta dell’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, l’esecutivo ha recepito il Piano strategico nazionale e approvato quello regionale, con l’articolazione territoriale delle indicazioni ministeriali.
Ha anche approvato l’accordo con le organizzazioni sindacali di categoria: i medici di medicina generale effettueranno le vaccinazioni nelle strutture residenziali per anziani.
"L'accordo con i medici di famiglia per la somministrazione dei vaccini - afferma l'assessore Filippo Saltamartini - è un ulteriore passo in avanti per potenziare la medicina del territorio, indispensabile per affrontare i prossimi mesi di pandemia".
In sintonia con le indicazioni nazionali, la campagna di vaccinazione inizierà nel gennaio 2021 e si articolerà in tre fasi. La prima coinvolgerà gli operatori sanitari e sociosanitari, gli ospiti e il personale delle residenze per anziani, le persone in età avanzata: una platea di 176.036 potenziali interessati che, se vorrà, potrà vaccinarsi (23.306 operatori sanitari e sociosanitari, 16.319 tra personale e ospiti delle Rsa, 133.411 anziani ultra ottantenni).
La seconda fase riguarderà, le persone di età superiore a 60 anni, quelle di ogni età con “comorbilità”, gli insegnanti e il personale scolastico. Coinvolgerà anche i lavoratori dei servizi essenziali e dei settori a rischio (carceri, luoghi di comunità).
La terza e ultima fase sarà riservata alla popolazione rimanente. Tutte gli stadi del piano saranno calibrati alle effettive necessità che si manifesteranno, come la quantità di vaccino disponibile, l’adesione delle categorie coinvolte, gli aspetti logistici legati alla catena del freddo per il trasporto e lo stoccaggio del vaccino Pfizer/BioNTech (commercializzato con denominazione Comirnaty).
Nella prima fase la somministrazione del vaccino avverrà direttamente nelle strutture ospedaliere e, tramite unità mobili, nei presidi residenziali per anziani (con il coinvolgimento dei medici di medicina generale).
I punti di stoccaggio regionali dei vaccini (Hub) sono già stati individuati. Sono sette, coincideranno con il punto di somministrazione, oppure funzioneranno da smistamento per gli altri presidi di somministrazione (come presidi sanitari e Rsa), preservando la catena del freddo.
Si stima che i sette Hub potranno vaccinare (tra personale coinvolto e strutture per anziani da raggiungere) 42.625 persone, utilizzando equipe vaccinali formate da 42 unità di personale sanitario e 43 di supporto. A Fossombrone si presume che si vaccineranno 8.200 persone, all’Inrca di Ancona 5.538, l’Hub di Jesi ne prenderà in carico 11.445, quello di Civitanova Marche 4.275, Camerino 4.305, Fermo 3.812, Ascoli Piceno 5.050.
Ogni Hub è fornito di due frigoriferi a basse temperature. Insieme ai sette Hub regionali, il Piano prevede un’ulteriore articolazione territoriale rispetto ai centri vaccinali già esistenti e normalmente utilizzati dagli utenti. Questo per far fronte a un numero di vaccinazioni che si attende superiore allo standard.
Verranno attivati, oltre ai Punti vaccinali ospedalieri pubblici e privati (per gli operatori sanitari e sociosanitari), vaccinali territoriali (per operatori sanitari extra ospedalieri), in struttura residenziale (per dipendenti e ospiti), i Punti vaccinali di popolazione nella terza fase: in pratica quelli di “massa” già sperimentati nella nostra regione durante lo screening.
Il Piano prevede, poi, il monitoraggio degli eventuali effetti avversi, la valutazione della risposta immunitaria indotta dal vaccino, l’avvio di una campagna di informazione (nazionale, ma supportata a livello regionale).
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che purtroppo nelle ultime 24 ore si sono verificati dieci decessi correlati al Covid-19.
Nelle strutture ospedaliere della provincia di Macerata si è verificato un decesso all'Ospedale del Civitanova Marche dove è spirato un 79 enne di Sarnano.
Nell' Anconetano si sono registrati due decessi entrambi al nosocomio di Jesi dove si sono spente una 87enne di Fermo e un 80enne jesino. Un decesso invece all'Ospedale di San Benedetto del Tronto dove si registra il decesso di una 99enne originaria di Sarnano.
Sette vittime all'Ospedale del Capoluogo pesarese: si tratta di un 62enne di San Lorenzo in Campo, una 87enne e una 89enne di Mondolfo, una 96enne di Mercatello sul Metauro e infine: una 82enne, una 80enne, e una 88enne originare di Pesaro.
Due decessi al "A.Murri" di Fermo dove sono registrati i decessi di una 86enne di Civitanova Marche e un 68enne fermano.
Dall'inizio della pandemia nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19 1594 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (678), mentre sono 269 quelle totali nella provincia di Macerata.
Secondo i dati complessivi, nel 95,5% dei casi le vittime presentavano patologie pregresse e la loro età media è di 81 anni.
Di seguito i dati resi noti dal Servizio Sanità della Regione Marche:
La "zona rossa" imposta dal Governo durante le festività invernali, mirata al contenimento del contagio da Coronavirus, non ha fermato in molti casi la voglia di salutare l'arrivo del nuovo anno con i tradizionali fuochi artificiali.
In occasione dei festeggiamenti questo Capodanno versione 'lockdown' non sono mancati i danni causati da artifici pirotecnici come è accaduto a Montegranaro in provincia di Fermo dove due auto sono state avvolte dalle fiamme proprio a causa di un 'botto di fine anno'.
Il rogo si è sviluppato poco la dopo la mezzanotte nel parcheggio di una abitazione sita in via Anna Kuliscioff e subito è stato lanciato l'allarme da parte dei residenti. Immediato è stato l'arrivo sul posto dei Vigili del Fuoco che, non in poco tempo, sono riusciti a domare l'incendio ma per le due autovetture (una Renault Clio e una Peugeot 206) c'è stato bene poco da fare in quanto completamente consumate dalle fiamme.
L'incendio divampato non ha risparmiato nemmeno la palazzina attigua al parcheggio che è stata anch'essa danneggiata sulla facciata esterna
Sul posto sono intervenuti gli uomini della locale stazione dei Carabinieri che hanno svolto i rilievi di rito per ricostruire la dinamica di quanto accaduto.
Non si registrano persone intossicate o ferite.