Una nuova struttura socio sanitaria da realizzare a Camerino (MC) nelle Marche, capace di ospitare fino a 35 anziani non autosufficienti. È il cuore del progetto ‘Casa Amica’, firmato oggi nella sede della Croce Rossa Italiana a Roma da Francesco Rocca, Presidente CRI e Gianluca Pasqui, Sindaco di Camerino, alla presenza del Presidente del Comitato Regionale CRI Marche Fabio Cecconi e del Presidente del Comitato Territoriale di Camerino Gianfranco Broglia.
Il centro inizialmente destinato agli anziani, in questo momento senza strutture che possano accoglierli, sarà in grado di rispondere alle diverse esigenze che arriveranno nel tempo dal territorio, trasformandosi superata la fase della post-emergenza, in un centro polivalente rivolto a persone di tutte le età con spazi di formazione e per attività culturali, educative e ludiche. Un luogo dove aggregarsi e cercare di ricostruire il tessuto sociale delle comunità colpite dal sisma.
“Iniziative come quella di oggi sono l’esempio del grande cuore dell’Italia di cui Croce Rossa è un vero e proprio simbolo. Un esempio dell’Italia che aiuta. È il primo vero passo verso un nuovo inizio. Il nuovo centro di Camerino non servirà solo per il nostro Comune ma per tutto l’entroterra della provincia di Macerata”, ha commentato il Sindaco Pasqui.
Un momento importante, quello di oggi, anche per il Presidente di Croce Rossa Italiana Francesco Rocca: “La firma di questo protocollo rappresenta un importantissimo segnale , di cui siamo felici- ha commentato-. Voglio però ricordare che attività come questa non sarebbero possibili senza le donazioni di tantissime persone che ripongono in noi la loro fiducia”.
“L’impegno della Croce Rossa - ha aggiunto il Presidente Rocca- è quello di mettersi a disposizione non solo per le grandi opere ma anche per rispondere alle piccole grandi necessità che arrivano dai territori in difficoltà. La nostra idea di ricostruzione parte dall’ascolto costante del territorio”
Abbiamo ricevuto la segnalazione di un nostro lettore che ci ha fatto presente come nel parcheggio della Castellara, dietro alla concessionaria di auto, siano fermi da prima di Pasqua un paio di camper, ora diventati tre. Il bello è che Civitanova è già dotata di un'aera camper ma non è quella e a dire il vero, quel parcheggio sarebbe ad uso esclusivo di automobili e non certo per tali mezzi ingombranti, come indica chiaramente il cartello posto all'ingresso.
Essendo passate più di due settimane senza che sia successo ancora niente, si vuole rendere pubblica questa segnalazione affinché chi di dovere si presenti a chiedere conto di quel parcheggio e a prendere i relativi provvedimenti.
Verrà benedetta domani mattina, 29 aprile, alle ore 9 da don Andrea Leonesi la nuova ala del cimitero comunale di Tolentino.
“In questi giorni - ha detto il sindaco Giuseppe Pezzanesi – riusciamo a concretizzare un altro obiettivo che ci eravamo prefissati e che copriva un aspetto fondamentale del nostro programma elettorale. Ben sappiamo quanto la cittadinanza tenga ai propri cari e quanto sia necessario l’aumento dei loculi e degli spazi cimiteriali. Con questa nuova ala del cimitero riusciamo ad andare incontro alle tante richieste dei cittadini che da anni aspettano di vedere collocate al meglio le salme dei propri familiari.”
La nuova ala, realizzata nella parte più alta della collina che ospita il cimitero monumentale, è costituita da 2 blocchi da 10 gallerie per un totale di 1.120 loculi e 360 ossari. I lavori, durati circa 5 anni, hanno consentito di portare a termine un’opera molto importante per una spesa complessiva di circa 2 milioni di euro. Sistemata anche l’intera area circostante con piantumazioni e con la realizzazione di una strada e di un piccolo parcheggio che consentono di raggiungere la nuova ala in modo agevole abbattendo ogni tipo di barriera per i diversamente abili.
A breve tutte le famiglie che hanno già stipulato la convenzione per i nuovi loculi e che temporaneamente hanno sistemato le salme dei propri cari in altre zone del cimitero potranno recarsi presso gli Uffici di palazzo Europa per concordare il trasferimento. La nuova ala del cimitero consentirà anche lo spostamento di tutte le salme della Galleria di Ponente del cimitero storico, gravemente danneggiata dal sisma.
Il trasferimento, con tutta probabilità, avrà inizio già a partire dai prossimi mesi. “Quest’amministrazione – ha ribadito il sindaco – ha dimostrato con i fatti che l’impegno e la responsabilità delle scelte pagano tutta la popolazione. In questi cinque anni abbiamo portato a termine tantissime opere pubbliche, molte delle quali incompiute da anni, riuscendo laddove chi ci ha preceduto ha miseramente fallito”.
"A seguito all'incontro tenutosi ieri con i rappresentati dei comitati delle persone attualmente ospitate nelle strutture ricettive della costa, si è convenuto che nessuno sarà forzosamente spostato dal luogo dove attualmente è ospitato". Così in una nota l'assessore regionale al Turismo Moreno Pieroni.
"La Regione Marche - aggiunge - si attiverà per sensibilizzare ulteriormente i titolari delle strutture, che ringrazio per quanto assicurato sinora, sui disagi fisici e psicologici che subirebbero coloro che dovessero riallocarsi in altro luogo. E' stato ribadito altresì che, come programmato, l'attività di sensibilizzazione allo spostamento volontario proseguirà nelle strutture con le persone ospitate". (Ansa)
Scuola e lavoro sono "priorità assolute" per la rinascita delle zone colpite dal terremoto. Lo ha ribadito il Commissario per la ricostruzione Vasco Errani al Forum ANSA sottolineando che entro settembre saranno costruite "21 nuove scuole" nei territori colpiti. Inoltre, ha aggiunto, "lavoriamo per promuovere l'economia: se non teniamo scuola e lavoro il tema dello spopolamento di quelle aree, già in essere prima del terremoto, continuerà".
"Il commissario non può essere per sempre. Ora è necessario per definire l'impianto della ricostruzione, ma, gettate le basi degli interventi, arriverà un momento in cui non ci sarà più bisogno di un commissario" ha aggiunto Errani. "La vera sfida è affrontare una situazione così grave non sempre con un sistema parallelo e straordinario, ma dotare il Paese di strumenti ordinari, senza burocrazia e con un efficace controllo di legalità".
"La ricostruzione c'è e gli strumenti anche: noi dobbiamo costruire un livello di comunicazione e conoscenza per poter utilizzare al meglio questi strumenti". Il commissario ha poi risposto ai sindaci del maceratese che ieri hanno scritto al premier lamentando ritardi, per sottolineare come i cittadini siano i primi attori del processo di ricostruzione, assieme a tutti gli altri soggetti preposti. "I sindaci sono i primi protagonisti - ha sottolineato - le critiche sono benvenute e con loro discutiamo costantemente, dialogare è un elemento importante per costruire la spinta per andare avanti. Ma l'incontro con i comitati è stato un incontro di informazione, non di contrattazione. Ciascuno deve fare il proprio mestiere". Errani ha poi definito di vitale importanza anche il dialogo con i professionisti, "che sono i protagonisti fondamentali della ricostruzione".
"Stiamo lavorando alla riduzione delle zone rosse" nei centri terremotati: i sindaci e tutti gli altri soggetti, dai vigili del fuoco ai volontari, "hanno strappato metro per metro" strade e piazze alle macerie. Lo ha detto il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, ricordando però che non sarà possibile eliminare del tutto le zone vietate: "Un nocciolo duro rimarrà e non sarà riducibile fin quando non ci sarà la pianificazione strategica per la ricostruzione".
Il sindaco di Ussita Marco Rinaldi ha scritto alla Regione Marche e al prefetto di Macerata per comunicare che "i cittadini del Comune di Ussita il cui territorio è stato in zona epicentrale, alla luce dello stress fisico e psicologico a cui sono esposti a far data dal 24 agosto 2016 non possono essere spostati dalla strutture ricettive che li ospitano alla data odierna".
Il primo cittadino di Ussita si riferisce alla riallocazione degli sfollati, che hanno le case inagibili ospitati in camping, hotel e altre strutture ricettive, oggetto di una nota del Regione del 26 aprile. La risposta di Rinaldi è indirizzata anche al presidente della Regione, e agli assessori regionali al Turismo e alla Protezione civile. (Ansa)
Dopo le ultime scosse avvertite nella tarda serata di ieri, l’alto maceratese ha passato un’altra notte con la paura di ciò che poteva accadere. Nonostante sismologi e geologi parlano di aftershocks gli abitanti rimasti di queste zone continuano a vivere con l’ansia di ciò che può accadere.
"La scorsa notte abbiamo avuto compagnia..." ironizza il sindaco di Visso Pazzaglini ai microfoni dell’Ansa “Non ho completato ancora tutte le verifiche ma credo di potere escludere che ci siano stati ulteriori danni”
Anche il sindaco di Pieve Torina Gentilucci rassicura “"Le scosse della scorsa notte? Altroché se le abbiamo sentite. Ho fatto un paio di giri in paese e non mi sembra che ci siano altri gravi danni" poi aggiunge “Qui il problema vero è che su circa 1500 abitanti, ne ho 300 che vivono in roulotte, container, camper o in abitazioni di fortuna, gli altri sono sfollati lungo la costa”.
Anche gli abitanti di Visso, dai 1100 che erano prima del terremoto, sono rimasti in circa 200 e vivono in camper, roulotte e sistemazioni di fortuna.
"Hanno sentito il terremoto tutti gli 11 abitanti rimasti a Ussita", per lo più nelle frazioni, racconta il sindaco Rinaldi "Paura? Qui la terra trema ancora, ma il problema è che la pazienza è agli sgoccioli". Come altri primi cittadini, Rinaldi lamenta ritardi, soprattutto per quello che riguarda le Sae (casette). "E poi - aggiunge - abbiamo anche il problema degli sfollati", alcuni dei quali dovranno essere riallocati per liberare le strutture ricettive dove sono ospitati con l'arrivo dell'estate".
Una situazione che non può più essere sostenuta. Non solo per le continue scosse ma soprattutto per la mancanza di progettazione per un futuro sicuro nel proprio paese.
''La ricostruzione non c'è, e non ci sono neanche i presupposti perché ci sia in futuro, se le premesse continueranno a essere queste''. E' quanto 13 sindaci del maceratese scrivono in una mail inviata al premier Paolo Gentiloni. L'hanno firmata i sindaci di Camerino, Castelsantangelo sul Nera, Ussita, Bolognola, Camporotondo, Caldarola, Castelraimondo, Esanatoglia, Fiastra, Fiuminata, Pieve Torina, San Severino, Serravalle del Chienti.
Nella lettera i sindaci affermano che ''la questione riveste carattere di particolare urgenza. Si confida - dicono - in un tempestivo riscontro, necessario per un corretto e rispettoso rapporto tra le istituzioni''. Oltre ai ritardi e a quelle che definiscono ''inefficienze'' nella gestione dell'emergenza, i primi cittadini mettono l'accento sui servizi che ancora mancano, le macerie che restano dove stanno. Spiega all'ANSA il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci: il territorio sta morendo. Non siamo più disposti ad accettare contentini o mediazioni''.
C’era una volta e adesso non c’è più. Questa è la storia di un gruppo di speleologi e alpinisti che ha saputo fare della passione di una vita un lavoro: amanti della natura, hanno messo su una cooperativa – la Forestalp – e strutture ricettive nell’appennino marchigiano per insegnare ai turisti di ogni età a rispettarla, facendone conoscere e apprezzare le meraviglie. È una storia iniziata nel 1984, interrotta bruscamente dal terremoto. Per tornare a scriverne nuove pagine hanno bisogno dell’aiuto di tutti ed è per questo che hanno lanciato un appello di solidarietà, che noi condividiamo.
“Era l’estate del 1979 quando – raccontano – partecipammo a un campo speleologico nel massiccio del Vercors. In quell’occasione, una visita a Grenoble a La Maison de la spéléologie ci fece scoprire che l’arrampicata, l’escursionismo, la speleologia, potevano essere proposte da rivolgere alle scuole per far conoscere ai più giovani ciò che ci appassionava e che poteva diventare un lavoro. L’idea era nata e iniziò una lunga storia di lavoro, di amicizia, di passioni che ci portò a gestire tante strutture ricettive nell’appennino marchigiano facendone dei centri per l’educazione e il turismo ambientali”.
“Tanti anni di investimenti e di formazione durante i quali siamo diventati tour operator, ente di formazione, centro di educazione ambientale, lavorando a fianco di insegnanti e scuole di tutta Italia” proseguono. Finalmente, nel 2004, la nascita del Centro dei Due Parchi ad Arquata del Tronto, che è la realizzazione di un sogno. “Troviamo il posto che avevamo sempre cercato, nel cuore dell’Italia, nel punto di unione tra due parchi nazionali, un posto unico in Europa, nella valle dove si incontrano i monti Sibillini e i monti della Laga. Occorrono vari anni di sacrifici per far conoscere e apprezzare la struttura e i luoghi circostanti e a giugno 2016 finalmente vediamo i frutti di tanto lavoro: il primo anno con una primavera al completo per i soggiorni verdi scolastici, l’estate con tantissime prenotazioni e tante scuole prenotate anche per l’autunno”.
Frutti spazzati via dal terremoto. Già provata dalla scossa del 24 agosto, la struttura Centro dei Due Parchi non sopravvive al 30 ottobre.
Dopo un lungo inverno, il ritorno della primavera e delle prenotazioni non basta a rimettere in piedi l’attività. “La perdita del lavoro è tanta, il 70% del fatturato veniva dal Centro dei due Parchi e quel lavoro non c’è più. Il problema più grosso – fanno sapere – è che a settembre, ripartirà un mutuo che avevamo in corso e che il decreto ha sospeso per un anno. I 100.000 euro che chiediamo corrispondono a quel mutuo che avevamo preso per investire sul Centro dei Due Parchi per acquistare attrezzature, mobili, mountain bike, ma anche per fare tanti lavori di miglioramento della struttura. Quel mutuo, lo stavamo pagando con i proventi della struttura che ora non c’è più e con il lavoro che svolgevamo in quel territorio che avrà bisogno di tempo per risollevarsi dopo il terremoto, e non siamo più in grado di ripagarlo”.
“Nessun ente pubblico ci ha aiutato e ci aiuterà e neanche lo Stato può fare nulla perché noi non siamo proprietari ma eravamo gestori, che hanno investito a spese proprie nella struttura. Abbiamo già rinunciato a tutto quello che potevamo, compresi tutti i mesi di stipendio da allora fino a oggi per pagare i fornitori avendo perso gran parte del lavoro dell'autunno e della primavera”.
“Noi ce la stiamo mettendo tutta, ma per andare avanti abbiamo bisogno del vostro aiuto, del vostro sostegno. Vi chiediamo – è il loro appello – di essere protagonisti insieme a noi di questo grande sogno, di poter continuare un progetto di lavoro nato dall'amore per la natura e dal desiderio di farla conoscere ai più giovani, attraverso tante modalità creative e formative. Aiutateci a condividere e donate se potete: qualsiasi cifra aiuterà! ...e poi ci incontreremo il 9 luglio per una passeggiata nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Per stare insieme e fare festa con chi ha condiviso il nostro appello, con chi ci ha sostenuto con il pensiero o con chi semplicemente vuole conoscerci. Cammineremo insieme in quello che viene chiamato il "Piccolo Tibet" d'Italia. Pranzeremo insieme stendendo le nostre tovaglie una accanto all'altra per creare una lunghissima tovagliata sul prato in mezzo ai fiori. Condivideremo il cibo e chi vorrà, potrà suonare e ballare”.
Si sentono abbandonati dall’amministrazione comunale, come se le loro esigenze e i loro disagi non contassero. Hanno tanta voglia di far sentire la loro voce, proposte da suggerire e un unico obiettivo: trovare soluzioni ai problemi di tutti i giorni, diventati ormai insopportabili. Sono gli abitanti del centro storico di Macerata che questa mattina, giovedì 27 aprile, hanno preso parte alla conferenza stampa organizzata dal Comitato dei residenti del centro storico “La Grondaia” al Romcaffè di via Gramsci proprio allo scopo di pungolare le istituzioni perché intervengano in loro soccorso.
“Abbiamo convocato questa conferenza stampa – spiega la presidente de “La Grondaia” Patrizia Sagretti – per ottenere una serie di obiettivi. Il primo è ricordare all’amministrazione che noi esistiamo. Tra momenti di entusiasmo e altri di scoramento, abbiamo sempre lavorato per gli interessi di chi abita il centro storico. Date le ultime cose successe, abbiamo ritrovato l’energia per tornare ad essere operativi. Secondo noi, il centro storico è un quartiere – va avanti Sagretti – normale, in cui può vivere la gente normale e dove condurre una vita normale. E per valutarne la qualità della vita si deve guardare a dei parametri semplicissimi: qualità dell’aria, possibilità di raggiungere le proprie abitazioni, presenza di servizi, rumori, pulizia, decoro, assenza di atti vandalici”.
“C’è gente che perde le nottate per telefonare a carabinieri e polizia. Gente che non riesce a entrare nel portone perché ha macchine parcheggiate davanti all’ingresso. Gente che trova il portone imbrattato da vomito o escrementi. C’è gente che, se ha potuto vendere o affittare, è scappata. La gente vive male e la situazione è sotto gli occhi di tutti” commenta Sagretti, secondo la quale "i problemi più grossi sono parcheggi e movida molesta". “La cosa principale da fare – propone – è far rispettare le regole che esistono e poi rivedere le tariffe dei parcheggi per i residenti, perché noi oggi ci troviamo ad avere meno possibilità di parcheggio con costi più che raddoppiati”.
Soluzioni pratiche, per l’immediato, quelle suggerite dai residenti presenti all’incontro. E insieme parte di un progetto che immaginano più ampio. “Al momento vivono nel centro storico di Macerata 2150 persone, non siamo quattro gatti, abbiamo diritto di formulare proposte” dice Adelelmo Mataloni, che aggiunge: “Il problema della movida è diventato un mostro e sta scoppiando. Serve trovare un’altra indicazione per il futuro di Macerata”. “Ci batteremo – è l’intervento di Maria Teresa Carloni – per la pedonalizzazione di tutto il centro storico. L’amministrazione deve ragionare sulla mobilità di tutta la città”. “A volte mi sento come imprigionato, perché con l’aumento degli arrivi in città in occasione dei grandi eventi il parcheggio non si trova e non so se uscire oppure rimanere in casa per non spostare la macchina” racconta Sauer.
“Invieremo richieste scritte all’amministrazione” anticipa al termine della conferenza stampa Patrizia Sagretti, che invita chiunque abbia proposte ad unirsi al Comitato.
Nell'ambito del convegno "Ricostruzione pesante e nuove agevolazioni", promosso a Tolentino dal Partito Democratico alla presenza del candidato sindaco Gianni Corvatta, il dottor Fulvio Riccio, responsabile area tariffe AATO3, ha spiegato il programma di agevolazioni tariffarie per le popolazioni colpite dal sisma stabilito dall'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico (AEEGSI) con delibera n. 252 del 18 aprile 2017 (www.autorita.energia.it).
Il tema è particolarmente importante e c'è bisogno della massima informazione verso i cittadini. La spiegazione fornita dal dottor Riccio, anche con l'ausilio di chiarissime slides, è stata certamente efficace e ne riportiamo i passaggi più importanti
I cittadini interessati potranno beneficiare, oltre alla sospensione di 6 mesi del pagamento delle bollette di energia elettrica gas e acqua decisa subito dopo gli eventi sismici, di nuove importanti agevolazioni.
Il nuovo provvedimento AEEGSI disciplina: le agevolazioni (non sospensioni) tariffarie per le popolazioni colpite dagli eventi sismici; le modalità di rateizzazione degli importi eventualmente non pagati in quanto soggetti a sospensione; altre disposizioni (esempio riattivazione procedura per la morosità, ecc.)
Soggetti beneficiari: Utenze ricadenti nel cratere sismico, attive alla data del terremoto; utenze fuori dal cratere ed inagibili a causa del terremoto (nesso causale con perizia asseverata); utenze dentro o fuori dal cratere trasferite a seguito di inagibilità della propria abitazione di residenza; utenze site nelle strutture abitative di emergenza (SAE) e nei moduli abitativi provvisori rurali di emergenza (MAPRE); site nei MAP e destinate ai soggetti colpiti dagli eventi sismici; le forniture temporanee ad uso abitativo, quali ad esempio roulotte e camper.
L’Autorità ha infatti stabilito che a partire dalla data degli eventi sismici, per 3 anni siano azzerate tutte le componenti tariffarie delle bollette di energia elettrica e gas. Questo vuol dire che non si pagheranno i costi relativi al trasporto e misura dell’energia e quelli per gli oneri generali di sistema; ugualmente per le utenze del servizio idrico non verranno applicati i corrispettivi tariffari per acquedotto, fognatura, depurazione e le componenti tariffarie UI di perequazione.
Inoltre, gli importi relativi agli eventuali consumi dovranno essere rateizzati per un periodo minimo di 24 mesi, senza interessi. Per tutte le forniture (elettricità, gas naturale, gas diversi dal naturale distribuito a mezzo di reti canalizzate, acquedotto, fognatura e depurazione) verranno eliminati tutti i costi per nuove connessioni, disattivazioni, riattivazioni e/o volture.
Quindi, le agevolazioni saranno applicate in modo automatico a tutte le utenze che già esistevano nei comuni colpiti dal sisma e anche a quelle delle strutture abitative di emergenza (SAE) e sono cumulabili con il bonus elettrico e gas o con eventuali meccanismi di sostegno locali per la fornitura idrica. Mentre per le altre utenze è necessaria un’istanza di parte. In caso di inagibilità l’utente può godere delle agevolazioni sia per l’utenza inagibile, sia per l’utenza in cui abbia stabilito la residenza/domicilio successivamente all’evento sismico. Le agevolazioni sono cumulabili con il bonus elettrico e il bonus gas e con il voucher idrico dell’AAto 3. La richiesta dovrà essere effettuata presentando un’apposita documentazione che attesti l’inagibilità parziale o totale degli immobili e il nesso di causalità con gli eventi sismici.
Le agevolazioni sono valide indipendentemente dalla localizzazione dell’utenza, garantendo il principio della loro portabilità: potranno infatti essere riconosciute a chi si è trovato con la propria abitazione inagibile ed è stato costretto a trasferirsi in altre località, anche in comuni diversi da quelli coinvolti dagli eventi sismici e sia in grado di produrre la documentazione che attesti l’inagibilità della propria abitazione e il nesso di causalità con gli eventi sismici.
Il venditore che ha sospeso la fatturazione dovrà provvedere alla contabilizzazione degli importi non fatturati e da rateizzare inviando un’unica bolletta, entro il 31 dicembre 2017 per i clienti il cui periodo di sospensione (determinato in 6 mesi dai provvedimenti legislativi) termini entro il 30 aprile 2017, o entro la fine del sesto mese successivo al termine del periodo di sospensione per gli altri clienti. La rateizzazione dovrà essere applicata anche da parte del venditore che ha sospeso i soli termini di pagamento pur avendo continuato a fatturare. Quest’ultimo dovrà provvedere all’emissione di un’unica fattura di conguaglio degli importi fatturati che tenga conto delle agevolazioni previste e degli importi eventualmente già pagati dal cliente finale (potendo provvedere, attraverso modalità alternative, all’accredito di tali importi al cliente finale).
La dilazione avrà, in generale, durata di 24 mesi, con periodicità pari a quella di fatturazione; avverrà senza interessi e decorrerà dal momento di emissione della fattura unica. Non è prevista la rateizzazione per importi inferiori a 50 euro per singola fornitura. Il cliente potrà comunque optare anche per un periodo inferiore di rateizzazione o scegliere di pagare l'importo dovuto in un'unica soluzione. Il venditore del mercato libero potrà offrire condizioni migliorative rispetto a quelle minime previste. I clienti interessati dovranno essere informati di tutte le agevolazioni previste e della loro durata - comprese le modalità di rateizzazione - attraverso le bollette (nel caso di servizio idrico) e dovrà essere prevista un'apposita informativa da pubblicare sui siti internet delle società di vendita di energia elettrica e gas e sul sito del gestore del servizio idrico. I minori ricavi delle imprese, generati dall’applicazione delle agevolazioni, saranno compensati ripartendo la spese nell’ambito della perequazione generale degli utenti non agevolati.
E' stato positivo secondo i comitati dei terremotati l'incontro svoltosi ieri a Roma fra una delegazione dei comitati, i presidenti delle 4 Regioni colpite dal sisma, il Commissario Errani e il sottosegretario all'Economia Paola De Micheli.
La delegazione ha avuto assicurazione che la prossima settimana verranno sbloccati i pagamenti per gli incentivi alle imprese attualmente fermi all'Inps, e che entro una decina di giorni sarà emanata un'ordinanza di Protezione civile per il ripristino del decoro dei cimiteri dei paesi terremotati.
A fine giugno-primi di luglio verrà riaperta la strada per Castelluccio dal versante di Norcia. I comitati hanno ottenuto informazioni sullo smaltimento delle macerie, e la promessa che ogni 15 giorni verrà fatto il punto con le Regioni (ogni mese con Errani) sulla situazione di allevamenti e stalle. A giorni le Regioni forniranno dati sul numero delle casette consegnate e indicazioni sulle successive assegnazioni di aree e Sae. (Ansa)
Ad 8 mesi dal terremoto ''non è stata data ancora nessuna risposta concreta alle nostre popolazioni, alle attività produttive, agli artigiani e agli allevatori'', ma ''dai social apprendiamo che il Governo e le Regioni queste risposte le hanno date ieri al coordinamento di 50 Comitati dei terremotati, non ai sindaci''.
Il sindaco di Castelsantangelo sul Nera (Macerata) Mauro Falcucci non ci sta: ''se noi sindaci - dice in una lunga nota - siamo inadempienti o incapaci di gestire l'emergenza ci commissarino, altrimenti lo stesso provvedimento venga applicato ad altri, ma quanto prima!''. ''La nostra comunità - continua - non merita di essere strumentalizzata e piegata a esigenze politico elettorali''. Falcucci aveva chiesto un incontro urgente all'assessore regionale alla Protezione civile delle Marche per fare il punto della situazione, ma la convocazione non c'è stata, al contrario di quanto accordato ai Comitati.
Sale la protesta di alcuni cittadini del quartiere Pace di Macerata che stanchi della situazione in cui vivono hanno voluto far sentire la loro voce denunciando, in un primo momento al Comune e successivamente al nostro giornale, il degrado che li circonda.
Si tratta soprattutto del parco per bambini con tutti giochi nuovissimi ma impraticabili a causa della mancata manutenzione. Sembra quasi essere abbandonato, così, altalena, scivoli e panchine si distruggono nel tempo senza essere sfruttate dalle famiglie dei più piccoli. Quella che dovrebbe essere uno spazio verde nel centro abitato assomiglia di più invece ad un luogo dove star lontano, con l’erba alta e sporcizia.
L’altro luogo lasciato al degrado è lo sgambatoio per cani, in cui manca il cancello, quindi i cani non possono essere lasciati liberi di correre, e dove l’erba alta la fa da padrona. Come ha suggerito sarcasticamente uno degli abitanti della zona: “Dovrei raccogliere i bisogni del cane, ma a volte non riesco neanche a vedere dove è il mio cane”.
Qualcuno ha anche fatto presente all’amministrazione della situazione in cui si trovano i due spazi verdi. Poco prima di Pasqua gli operatori comunali hanno tagliato l’erba nel parco giochi ma purtroppo è stato un lavoro estemporaneo e che non si è più ripetuto.
I residenti del quartiere, inoltre, lamentano problemi alla viabilità in via della Pace. Una via stretta e con il limite di 30 all’ora che nessuno rispetta e nessuno fa rispettare. In questo caso è il senso civico a venire meno: l’appello dovrebbe essere fatto non al Comune, ma agli automobilisti che percorrono quella strada e sfrecciano incauti senza pensare alla possibile presenza di pedoni lungo la carreggiata.
Nella notte tra il 26 e il 27 aprile militanti del comitato Macerata ai Maceratesi hanno effettuato un flash mob davanti all'ingresso della Caritas in via Zara, esponendo uno striscione all'ingresso dell'ente con scritto "Macerata ai Maceratesi" e depositando all'ingresso del centro dei volantini di protesta.
Sui fogli appesi si può leggere: "La morsa fiscale è in continuo aumento, così come il degrado delle infrastrutture urbane. La frase più gettonata di tanti amministratori è che non ci sono i soldi, quando si tratta di rattoppare un manto stradale oppure di provvedere alla semplice manutenzione dei parchi e delle aree verdi ormai in stato di perenne incuria. L'unico settore che sembra non conoscere crisi in città è quello dell'accoglienza di sedicenti profughi (in seguito agli accertamenti delle autorità competenti sembra che neanche il 7% dei richiedenti asilo ottenga lo status di rifugiato poltiico, il resto sono semplici clandestini) a cui vengono garantiti vitto, alloggio, ricariche telefoniche, sigarette, pocket money e altri diritti e assistenze che molti cittadini in questo momento storico possono solo sognarsi, ingrassando un business conclamato che paradossalmente potrebbe anche lucrare sulla loro pelle. Se sei stanco di questa situazione unisciti al comitato cittadino Macerata ai Maceratesi, formato da residenti stanchi di essere messi in secondo piano dalle istituzioni, e inizia a far valere i tuoi diritti di cittadino!"
Operai al lavoro da questa mattina in Via Marche per i lavori di scavo per la posa della fibra. Il tratto interessato è quello iniziale e va dall'incrocio con Via Roma a quello con Via della Fornace.
E' proprio la gestione del traffico in questi due incroci a lasciare sbalorditi, per il modo disinvolto in cui è svolta. In mattinata è stato visto un operaio a regolare il passaggio delle auto ma nel pomeriggio, al nostro passaggio, la classica paletta bicolore rossa e verde, era infilata all'interno di un cono stradale e gli operai erano tranquillamente a lavorare come se niente fosse, come se non fosse compito loro governare il passaggio dei veicoli nella zona. Area che occupava completamente una corsia e per immettersi da Via Marche in Via Roma, bisognava passare per la corsia sinistra, senza considerare che in quel punto la visibilità è quasi sempre compromessa dalle auto parcheggiate sopra il marciapiede davanti alla tabaccheria.
Poco dopo il nostro passaggio abbiamo visto fermarsi l'auto della polizia municipale e dopo qualche battuta, uno degli operai ha ripreso la paletta in mano e si è messo a fare correttamente il suo dovere.
Chiusa la buca all'inizio della via, i lavori si sono quindi spostati di qualche decina di metri e nell'incrocio con Via della Fornace abbiano riscontrato la stessa deplorevole situazione: camion ed escavatori in mezzo alla strada e nessuno a coadiuvare il passaggio dei veicoli. Le auto che uscivano dalla via del supermercato, molto affollato a quell'ora, per immettersi in Via Marche dovevano affidarsi alla fortuna e sperare che non venisse giù nessuno.
Lasciatecelo dire, si tratta di un modo di lavorare veramente scandaloso e soprattutto molto pericoloso.
Dal Piano strategico regionale dello sviluppo economico e del lavoro alla sanità (compresa l'applicazione della legge n. 194 del 1978), da Aerdorica all'allargamento del campo di reclutamento delle cariche apicali della Regione Marche, dalla sanità alla Commissioni Pari Opportunità, fino a turismo, ambiente, rifiuti, acqua, vitalizi e, infine, l'ennesima proroga del regime di gestione della pesca delle vongole. E' il contenuto della pdl n. 130 "omnibus", la prima di questo tipo esaminata e approvata dal Consiglio Regionale delle Marche, dopo una lungo dibattito, contrassegnato dalle critiche feroci delle opposizioni e dai malumori, più volte lasciati trapelare da vari esponenti della maggioranza e che sono stati annunciati da un ritardo di due ore dell'inizio dei lavori, ufficialmente per esaminare i 50 emendamenti presentati, in realtà per una lungo vertice di maggioranza. Durante i lavori ci sono state poi varie interruzioni per mettere a punto il provvedimento (ANSA).
Sabato primo Aprile 2017, la XXVII Assemblea dei soci Infioritalia, che si è svolta nella magnifica cornice dell’Oratorio della carità di Fabriano, ha visto come partecipanti ufficialmente riconosciuti i membri del direttivo dell’ “Associazione Maestri Infioratori” di Castelraimondo.
Tale Associazione si è costituita da poco per volontà di un gruppo di appassionati, che hanno deciso di dedicare il proprio tempo, ma soprattutto la propria dedizione ed esperienza, a quest’arte magnifica e molto particolare. Scopo del gruppo, infatti, è quello di far conoscere e tramandare l’antica tradizione dell’Infiorata, che nel centro Italia è legata ad importanti momenti religiosi, come quello della festività del Corpus Domini.
Essere inseriti nel circuito nazionale dell’”Associazione Nazionale Infiorate Artistiche” offre l’opportunità di scambi proficui sia dal punto di vista delle tecniche, che dei materiali, ma soprattutto di quello culturale: i Maestri Infioratori sono quindi pronti a diffondere per l’Italia e non solo il nome dell’Infiorata di Castelraimondo.
È con un post su Facebook che Franco Ceregioli, sindaco di Sarnano, annuncia: "Il primo colpo di "piccone".
Oggi infatti è iniziata la demolizione della vecchia struttura scolastica e si è avviata ufficialmente quella che sarà la ricostruzione della nuova scuola materna di Sarnano. "Dalle ceneri (... o meglio, dalle polveri) - continua Ceregioli su Facebook - di questo edificio che tutti abbiamo nel cuore sorgerà la nuova scuola materna di Sarnano, bella e sicura".
"Questo Documento di Economia e Finanza 2017 è una delusione completa. Non affronta e dunque non risolve alcuno dei problemi del Paese. Altro che elargire bonus. Bisognava sostenere gli investimenti, operare la riforma della giustizia civile, ridurre il costo dell'energia per tutte le aziende, facilitare il credito, defiscalizzare le assunzioni per favorire l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, ridurre il cuneo fiscale, le tasse sulla casa, l'Irpef per i nuclei familiari piu' numerosi, valorizzando il ruolo e la centralita' della famiglia attraverso un nuovo sistema degli assegni familiari". Lo afferma in una nota il senatore Remigio Ceroni, coordinatore di Forza Italia nelle Marche. "Mi chiedo poi quanto durera' la ricostruzione post-terremoto, visto che allo scopo viene stanziato un miliardo all'anno e i danni ammontano a 23,5 miliardi - aggiunge -. Senza dimenticare che ad oggi non e' stato posato nemmeno un mattone. Insomma, siamo di fronte all'ennesima occasione perduta e all'inizio della fine. Specie se, come e' purtroppo gia' previsto per il 2018, l'IVA aumentera' al 25 per cento, dando la mazzata definitiva all'economia del Paese e stroncando le ultime speranze di ripresa"