La stagione 2025 del Macerata Opera Festival segna il ritorno di uno dei titoli più potenti del catalogo verdiano: Macbeth, nella fortunata e acclamata messinscena firmata da Emma Dante del 2019, che ebbe un grande successo di pubblico e critica.
Questa ripresa si intreccia con un anniversario particolarmente significativo per il territorio: i 150 anni dalla morte del basso marchigiano Nicola Benedetti (1821–1875), nativo di Pollenza, interprete di ruoli verdiani in numerosi teatri italiani e internazionali, e protagonista della prima assoluta del Macbeth nel ruolo di Banco, andata in scena il 14 marzo 1847 al Teatro della Pergola di Firenze. L’opera fu commissionata a Verdi da uno dei più influenti impresari italiani dell’epoca – anche lui di origini marchigiane - Alessandro Lanari.
Fu un debutto leggendario. Secondo le cronache dell’epoca, il compositore nel corso dell’opera fu richiamato sul palcoscenico 27 volte, mentre il pubblico tributava applausi scroscianti a tutta la compagnia, riconoscendo il valore innovativo e drammatico di un’opera destinata a segnare la storia.
Verdi guardava alla tragedia di Shakespeare come a una vetta assoluta dell’ingegno umano. In una celebre lettera del luglio 1846 scriveva al librettista Francesco Maria Piave: Questa tragedia è una delle più grandi creazioni umane! Se non possiamo farne una cosa grande, cerchiamo almeno di farla con onore».
Fu con questo spirito che affrontò la composizione, ponendo una particolare attenzione all’atmosfera e alla resa scenica. Tra le altre, diede indicazioni dettagliate sull’apparizione dell’Ombra di Banco, ispirandosi – come racconta in una lettera del 1846 – a uno spettacolo londinese. In un’altra missiva, tuttavia, si lamenta con Lanari per l’indisponibilità di alcuni cantanti a interpretare la scena come comparsa muta. Non sappiamo con certezza se tra questi vi fosse anche Benedetti. Quel che è certo è che il basso di Pollenza fu scritturato in una fase successiva rispetto ad altri interpreti principali, come Felice Varesi (Macbeth), a cui Verdi affidò il ruolo sin dall’inizio.
Dopo averlo ascoltato durante le prove, il compositore rimase tanto colpito dalla sua voce – che le cronache descrivono come “vibrata e poderosa, capace di intensità che evocavano il ruggito del leone” – da decidere di aggiungere per il personaggio di Banco l’aria Come dal ciel precipita, inizialmente non prevista nella prima stesura dell’opera. La decisione è confermata anche dalla numerazione autografa dei pezzi musicali.
Figlio di una famiglia che lo destinava alla vita ecclesiastica – scelta già intrapresa da due suoi fratelli maggiori – Benedetti mostrò fin da giovane una forte vocazione per la musica. A sedici anni intraprese lo studio della musica sacra, mettendo in luce una voce di basso già promettente, e si perfezionò a Bologna sotto la guida del maestro Luigi Ronzi.
Cantante solido, con un repertorio centrato in particolare su Bellini, Donizetti e Verdi, Benedetti calcò, tra il 1843 e il 1868, i palcoscenici più importanti: Firenze, Roma, Torino, Venezia, Bologna, Verona, Lisbona, Bucarest, Madrid, Costantinopoli, interpretando soprattutto molti dei grandi ruoli verdiani di basso del tempo: Attila, Zaccaria, Oberto, Silva e altri ancora.
A Nicola Benedetti – in occasione del bicentenario della nascita nel 2021 – lo studioso Fabio Sileoni ha dedicato un’approfondita biografia dal titolo Nicola Benedetti, celebre basso verdiano. Il volume, edito da Andrea Livi Editore, ricostruisce con accuratezza la carriera del cantante pollentino e il contesto musicale del suo tempo, restituendo rilievo a una voce che contribuì al successo di diverse opere del repertorio romantico. Molti sono infatti gli artisti nati nelle Marche interpreti di ruoli primari nelle opere dell’epoca e protagonisti sulle scene dei principali teatri italiani ed europei.
Nel foyer del teatro di Pollenza, intitolato a Giuseppe Verdi, è presente un pannello commemorativo dedicato a Nicola Benedetti, dipinto dal pittore Giuseppe Fammilume, che ne celebra la memoria e l’importante contributo alla storia del melodramma.
L’Associazione Amici dello Sferisterio, in collaborazione con il Comune di Pollenza, lavora ormai da alcuni anni alla valorizzazione dei personaggi pollentini legati al mondo del melodramma e, dal 2022, nei giorni attorno al 10 ottobre – data di nascita di Giuseppe Verdi – organizza proprio a Pollenza l’iniziativa “Buon Compleanno Maestro”, un appuntamento di approfondimento e racconto che intreccia la storia locale con quella del grande compositore.
Lui, lei (o chi vuoi tu), tramonto, mojito in mano. Sguardi intensi, frase tipo “Io & Te, punto”, musica in sottofondo e coreografia da reel. Sembra amore. Ma è anche… contenuto. Perché oggi le coppie nascono, crescono e a volte muoiono dentro un social.E l’estate, con la sua luce perfetta e i corpi rilassati, è il palcoscenico ideale. Ma la domanda resta: ci amiamo davvero… o ci stiamo solo piacendo online?
Love story o social story?
Le nuove coppie sono: coordinate nei look; affiatate nei contenuti; romantiche nelle caption e perfette nei commenti reciproci sotto ogni post.
Eppure… basta uscire dai reel per chiedersi: cosa c’è davvero dietro a quella complicità da copertina? Uno shooting? Un’idea editoriale condivisa? O forse solo… la stagione estiva?
L’amore ai tempi degli insights
Perché oggi l’amore è anche questo: fare foto insieme = contenuto; pubblicarle = visibilità; non farlo = crisi?E c’è pure chi misura l’intensità di un legame con la frequenza dei tag. “Non mi ha messo nelle storie = non mi ama abbastanza”.
Ma quindi è tutto finto? No. Ma non è tutto vero.
L’amore esiste anche tra un selfie e l’altro. Ma l’amore vero: non ha bisogno di essere postato ogni giorno, non si racconta solo a colpi di reel, non svanisce se il telefono resta in modalità aereo. Se vuoi mostrarlo, fallo. Ma non per farlo sembrare perfetto. Solo per condividerlo.
E se sei single? Nessun dramma, anzi.
Nessun confronto, nessuna recita forzata, nessun “facciamo il reel della vacanza” con finta spontaneità. Solo libertà, ironia, e magari qualche storia divertente con te come protagonista. A volte il miglior amore estivo è… con te stesso (e il gelato alla nocciola). E tu? Hai mai vissuto un amore più da social che da realtà?
Hai mai visto una coppia perfetta online… che poi era in crisi appena tolti i filtri? Raccontamelo nei commenti — anche in forma anonima, giuriamo! Nel prossimo episodio di Chic & Social affrontiamo un mito estivo: Tutti parlano di detox, ma nessuno si disconnette. Quante volte abbiamo detto: “Quest’anno mollo tutto, solo mare e pace”? Spoiler: spoiler già fatto. Non succede mai. E forse, non vogliamo davvero che succeda. Ne parliamo presto.
Tredici diocesi coinvolte e oltre novecento giovani pronti all’appello del Giubileo. Questi i numeri diffusi dalla Pastorale Giovanile delle Marche che, dal 28 luglio al 3 agosto 2025, parteciperà al Giubileo dei Giovani a Roma. Due le proposte fatte frutto di un intenso lavoro di squadra e di scelte di comunione: il viaggio e la permanenza a Roma (dal 28.07 al 3.08) e il pellegrinaggio a piedi, percorrendo una parte della Via Lauretana, antica via di collegamento da Loreto a Roma, con arrivo a Roma il 1° agosto.
L’esperienza del Giubileo avrà inizio lunedì 28 luglio, con una messa di inizio nella Basilica della Santa Casa di Loreto, Casa del Sì, Casa dei Giovani. Tutti i giovani saranno presenti, accompagnati dai rispettivi vescovi, per vivere un momento unico di inizio pellegrinaggio. Terminata la messa e fatta la foto di rito, i giovani si divideranno in due gruppi: 334 pellegrini partiranno in pullman alla volta di Roma; 300 pellegrini si metteranno in cammino per raggiungere la prima meta del percorso a piedi.
I giorni successivi, a Roma o lungo il cammino, saranno caratterizzati da momenti di preghiera, confronto, dialogo, catechesi e confessioni, senza differenza di Diocesi, Giovani insieme per l’incontro con Cristo. Chi sarà a Roma vivrà momenti regionali e avrà modo di partecipare alle Catechesi, alle esperienze di prossimità e alla Veglia dei Giovani Italiani “Tu sei Pietro” in piazza San Pietro con Papa Leone XIV, tutte promosse dalla CEI, unite alle tante proposte fatte dal Dicastero di dialogo con la città.
Chi vivrà il pellegrinaggio, avrà modo di vivere una esperienza di essenzialità e di ospitalità lungo questo importante cammino della nostra Regione. Il percorso individuato, in collaborazione con il Tavolo di Concertazione per i “Cammini Lauretani”, prevede quattro tappe per un totale di circa 62 km da Loreto a Tolentino. I Comuni attraversati saranno: Loreto, Recanati, Macerata, Urbisaglia e Tolentino, con passaggio presso luoghi significativi come l’Abbazia di San Firmano e l’Abbadia di Fiastra.
Le tappe sono: 28 luglio: Loreto – Recanati; 29 luglio: Recanati - Abbazia San Firmano – Macerata; 30 luglio: Macerata - Abbadia di Fiastra – Urbisaglia; 31 luglio: Urbisaglia – Tolentino; 1° agosto: Roma.
Emozionante e di profonda comunione sarà il momento pensato per il tardo pomeriggio di venerdì 1 agosto quando i pellegrini “a piedi” arriveranno a Roma e si ritroveranno con gli altri già presenti da giorni nella capitale. Un momento per ritrovarsi, raccontarsi le esperienze, pregare insieme. Il 2 agosto sarà il giorno del cammino verso Tor Vergata, dove si svolgerà la Veglia la sera stessa e la messa col Santo Padre il giorno successivo, alle ore 9. A Tor Vergata confluiranno anche 160 giovani iscritti soltanto per il weekend e 125 giovani partecipanti al Campo Ecumenico.
Un altro importante tassello si aggiunge alla ricostruzione post-sisma nel cuore del centro storico della Città di San Severino Marche: sono stati infatti completati i lavori di recupero di Palazzo Crivelli, storico edificio risalente al XIV-XV secolo, che in passato ha ospitato l'asilo nido delle Suore Convittrici del Bambin Gesù.
L'immobile, gravemente danneggiato dal terremoto, è stato interessato da un complesso intervento di riparazione del danno sismico con rafforzamento localizzato della struttura. Un lavoro meticoloso che ha permesso di coniugare la necessità di messa in sicurezza con la salvaguardia delle preziose caratteristiche architettoniche originali dell'edificio.
Il progetto di recupero ha potuto contare su un contributo fondamentale da parte dell'Ufficio Speciale per la Ricostruzione della Regione Marche, per un importo complessivo di circa 1 milione di euro. Questo finanziamento ha permesso di restituire un bene di grande valore storico e culturale.
Palazzo Crivelli non è solo un edificio ma è parte integrante della identità settempedana, custode di secoli di storia e di ricordi. L’edificio, oltre che per la sua bellezza, si distingue per le sue peculiarità architettoniche tra cui spiccano gli originali stemmi gentilizi ornati da festoni vegetali che campeggiano sulle trabeazioni delle finestre poste alle estremità. Questi elementi, scrupolosamente restaurati, sono un esempio prezioso dell'arte e della storia che il palazzo racchiude.
Con la riconsegna di Palazzo Crivelli, prosegue con determinazione l'opera di ricostruzione del patrimonio edilizio e culturale di San Severino Marche, ridando vita e vitalità al centro storico della città.
Un passo decisivo per lo sviluppo turistico e sociale di Fiastra: con la firma del contratto con i partner privati, l’amministrazione comunale ha sbloccato ufficialmente il progetto "I Lake", un piano strategico da oltre 5 milioni di euro che punta a trasformare l’area del lago in un polo attrattivo all’insegna della sostenibilità, dell’innovazione e della cultura.
"Grazie a una nuova analisi economica curata da professionisti esperti, è stato possibile ridefinire le condizioni della concessione - sottolinea in una nota l'amministrazione -: il canone annuo è passato da 3.500 euro a circa 40.000 euro, mentre la durata della concessione è stata ridotta da 25 a 9 anni, assicurando maggiore controllo pubblico sul progetto".
Protagonista della svolta è la società "La Catasta" di Michele Serafini, già noto per il Montelago Celtic Festival, "che ha creduto fortemente nel rilancio del progetto, confermando un cofinanziamento privato di circa 40.000 euro - prosegue la nota -. A Serafini spetterà anche l’organizzazione, per almeno cinque anni, di un grande evento culturale sul lago, contribuendo alla valorizzazione dell’are"a.
Con la firma del contratto, si apre ora la fase operativa, che prevede una serie di interventi strutturali di grande impatto. Sarà realizzato un bar ristorante panoramico, ricavato nel sottosuolo della strada e affacciato direttamente sulla spiaggia. La nuova struttura ospiterà anche un locale infermeria, un rimessaggio e servizi igienici per turisti, per un totale di circa 500 mq.
Si procederà inoltre alla ricostruzione del ponticello che conduce al “Sentiero per tutti”, che costeggia il lago, e all’ampliamento del parcheggio della piazza del mercato, dove saranno installati nuovi servizi igienici autopulenti.
Il progetto “I Lake” non si limita alle opere edilizie: punta a un rinnovamento complessivo dell’identità turistica di Fiastra, grazie anche all’integrazione di fondi Pnrr e regionali. È prevista la realizzazione di un nuovo sito web turistico e di una webapp interattiva, per migliorare l’esperienza dei visitatori. Saranno finanziati anche gli studi per un piano di sviluppo turistico e per la creazione di un locale per il noleggio di e-bike, già in fase di completamento presso i giardini di San Lorenzo al Lago.
È inoltre previsto un intervento per la nuova segnaletica turistica, per rendere l’area più fruibile e attrattiva, e la redazione di un piano di sviluppo economico e sociale, volto a individuare i settori strategici su cui concentrare gli investimenti futuri.
L’amministrazione comunale esprime soddisfazione per il risultato raggiunto e ringrazia tutti i soggetti coinvolti: la società La Catasta, la Struttura Commissariale, Unioncamere, i dipendenti comunali e i consulenti esterni: "Questo progetto rappresenta una visione di sviluppo sostenibile, inclusivo e orientato al futuro - si legge nella nota - che valorizza le risorse naturali e culturali di Fiastra, creando nuove opportunità per residenti, turisti e imprese locali".
Prosegue a ritmo sostenuto il cantiere di rigenerazione urbana del Comparto Trieste, uno dei più significativi interventi strutturali inseriti nel vasto piano di trasformazione della città. A oggi, è stato completato circa un terzo dei lavori, confermando la tabella di marcia che prevede la conclusione dell’opera nel 2026. Il sindaco Fabrizio Ciarapica, insieme ai tecnici del Comune e ai rappresentanti dell’impresa esecutrice, ha effettuato un sopralluogo per verificare lo stato di avanzamento dell’intervento, finanziato anche grazie a fondi statali e risorse comunali. Il progetto rientra nell’ambito della Missione 5 - Componente 2 - Investimento 2.1 del Pnrr (Rigenerazione Urbana), seppur fuoriuscito formalmente dal piano, e ora sostenuto da fondi ministeriali, mutuo dell’Ente e Fondo Opere Indifferibili 2023, per un importo complessivo di oltre 8,9 milioni di euro.
“Una città in movimento - ha dichiarato il sindaco - con molti cantieri aperti. Qualche giorno fa ho visitato quello nella ex area Micheletti dove sorgerà un nuovo asilo oltre alla strada, con annessa pista ciclabile, che collegherà via Zavatti e via Nelson Mandela. Oggi sono al Comparto Trieste, uno straordinario intervento di recupero, ma anche un tassello strategico della più ampia visione di rigenerazione urbana che stiamo portando avanti. Restituiremo questo spazio storico alla cittadinanza, in chiave moderna, sicura e accessibile, che accoglierà, nel cuore della città, servizi pubblici”.
L’intervento ha l’obiettivo di recuperare e rifunzionalizzare un bene tutelato ai sensi della L.42/2004, salvaguardandone il valore storico e culturale, ma dotandolo delle caratteristiche tecniche e funzionali necessarie per un riutilizzo pubblico sicuro ed efficiente. I lavori prevedono infatti il miglioramento sismico delle strutture, il massimo efficientamento energetico compatibile con la storicità del sito, e l’adeguamento a tutte le normative di sicurezza, comprese le vie di esodo, la prevenzione incendi e il superamento delle barriere architettoniche.
Il Comparto si estende su oltre 4.200 mq distribuiti su quattro livelli, con una corte interna di circa 250 mq e un volume complessivo di 18.000 mc. L’intervento è seguito dal Responsabile Unico del Procedimento, ingegner Marco Orioli. L’impresa appaltatrice è la A.D. Restauri & Costruzioni S.r.l. La direzione dei lavori è affidata al raggruppamento temporaneo di professionisti formato dalla società S.P.M. S.r.l. e dalla restauratrice Silvia Ulizio. Il ruolo di direttore dell’esecuzione del contratto è ricoperto dall’ingegner Simone Salciccia, mentre il collaudo tecnico-amministrativo è a cura della società Acale S.r.l.
Scattano modifiche alla viabilità per consentire l’esecuzione di lavori legati al progetto del nuovo sottovia ferroviario in via Roma, a Macerata. La polizia locale ha emanato una nuova ordinanza che dispone la chiusura temporanea del tratto di via Roma compreso tra via Bartolini e via Pirandello, in direzione periferia (verso Sforzacosta), dal 28 al 31 luglio.
L’intervento riguarda lo spostamento dell’infrastruttura dei sottoservizi, propedeutico alla realizzazione del sottovia. Durante i quattro giorni di cantiere, il tratto interessato sarà chiuso al traffico con sbarramento fisico e sarà istituito un senso vietato, con direzione obbligatoria a destra per i veicoli provenienti da via Roma, ad eccezione dei mezzi da cantiere.
La nuova viabilità coinvolgerà anche via Ungaretti, che sarà a senso unico da via Cardarelli fino alla biforcazione all’altezza dei civici 70-72, lato zona commerciale. I veicoli in uscita da quest’area avranno l’obbligo di svolta a destra verso via Verga.
Per chi si dirige verso la periferia (Sforzacosta, Tolentino, Foligno e zone limitrofe), la deviazione consigliata sarà la seguente: via Bartolini – via Cardarelli – via Ungaretti – via Verga – via Montale – via Pirandello – via Roma.
L’ordinanza comporterà anche una rimodulazione delle linee del trasporto pubblico urbano gestito da APM, che dovranno essere adeguate temporaneamente alle modifiche stradali previste. L’azienda provvederà a comunicare eventuali variazioni e fermate alternative.
È stata completata nei giorni scorsi la realizzazione di una nuova area giochi nel prato sottostante la Faggeta di Sassotetto, grazie a un finanziamento della Regione Marche. Un intervento semplice ma fortemente voluto dall’Amministrazione comunale, con l’obiettivo di restituire attenzione a una zona di montagna che per troppo tempo è rimasta ai margini.
La scelta di installare giochi, panche e tavoli in legno si inserisce in un contesto di riqualificazione più ampio. La zona di Sassotetto è infatti attualmente interessata da un importante cantiere per la realizzazione di un bacino idrico interrato, che comporterà nei prossimi mesi l’inaccessibilità quasi totale dell’area parcheggio. A seguire, partiranno anche i lavori di sistemazione stradale e della viabilità.
"Considerata la presenza di numerose abitazioni private e strutture ricettive," si legge nella nota del Comune, "abbiamo ritenuto fondamentale offrire alle famiglie un punto di ritrovo, dove poter trascorrere tempo all’aria aperta in sicurezza, anche durante i mesi dei cantieri".
L’area giochi è stata progettata con elementi che si integrano al meglio nel paesaggio naturalistico, in linea con la volontà di tutelare e valorizzare l’identità ambientale del luogo.
L’iniziativa si inserisce inoltre in una visione più ampia di rilancio della montagna e del turismo locale. Non a caso, nel prossimo weekend, Sassotetto sarà nuovamente protagonista con l’arrivo delle auto in gara per il Trofeo Scarfiotti Sarnano–Sassotetto, evento attesissimo da appassionati di motori e visitatori.
"Vogliamo che la montagna torni a vivere – conclude l’Amministrazione – e questo tipo di interventi, pur contenuti, sono fondamentali per tenere viva la presenza di famiglie, turisti e attività economiche in quota".
La Life Support, nave di soccorso della ong Emergency, ha portato in salvo altre 21 persone nelle acque internazionali della zona SAR (Search and Rescue) libica. Il salvataggio è avvenuto nelle ultime ore, e il porto sicuro assegnato dalle autorità italiane è quello di Ancona, dove la nave è attesa per sabato 26 luglio intorno alle ore 13.
Tra le persone soccorse ci sono due donne, di cui una al nono mese di gravidanza, e 15 minori non accompagnati. Con questo nuovo salvataggio, il totale delle persone a bordo sale a 71, tutte in condizioni di forte affaticamento, ma senza al momento criticità cliniche evidenti.
A bordo della Life Support è la dottoressa Serena Buzzetti a guidare il team medico. In una nota diffusa da Emergency ha dichiarato:
“Tutti sono molto provati dal viaggio, ma fortunatamente in condizioni cliniche stabili. Tuttavia, prolungare la permanenza a bordo comporta ulteriore stress e disagio, specialmente per i soggetti più vulnerabili, come la donna incinta. È fondamentale che le persone salvate possano ricevere assistenza sanitaria e psicologica il prima possibile, a terra”.
Emergency ha ribadito come, in situazioni simili, la tempestività dello sbarco rappresenti un elemento cruciale per la tutela dei diritti fondamentali delle persone salvate in mare.
L'arrivo della nave nel porto marchigiano riporta l’attenzione sul tema delle politiche di accoglienza e sulla necessità di risposte rapide e coordinate in materia di soccorso umanitario in mare.
(Credit Photo Emergency)
Il Comune di Tolentino, su iniziativa dell’Assessorato alle Politiche Sociali, attiverà un servizio sperimentale di trasporto serale verso Civitanova Marche, pensato per offrire ai giovani un’opportunità di svago in totale sicurezza. L’idea nasce da una proposta avanzata da alcuni ragazzi del territorio e accolta con favore sia dalla Consulta Giovani che dal consigliere comunale Mirko Angelelli.
"Un ringraziamento – ha dichiarato l’assessore Benedetta Lancioni – va al consigliere Angelelli per il prezioso supporto. L’iniziativa nasce per dare ascolto a molte richieste dei giovani, che desiderano vivere la serata in riviera con la tranquillità di un rientro sicuro a casa".
Il servizio sarà attivo in due serate: sabato 26 luglio e sabato 2 agosto 2025. La partenza da Tolentino è prevista alle ore 22:30 dal parcheggio dell’ex ospedale, in via Nicola Ciarapica. Il ritorno da Civitanova Marche avverrà alle ore 2:30, con partenza dal capolinea presso il parcheggio Cristo Re, in via Matteotti.
Per poter usufruire del servizio è necessario acquistare anticipatamente il biglietto, al costo di 8 euro. Il pagamento può essere effettuato presso la tesoreria comunale – Banca Intesa, oppure tramite bonifico bancario all’IBAN IT89Q0306969200100000046009, indicando nella causale “trasporto Civitanova” e specificando nome e cognome del partecipante.
Una volta effettuato il pagamento, l’iscrizione va formalizzata presso l’Ufficio Informagiovani, in via Tambroni 4, il martedì e il mercoledì dalle ore 15 alle ore 18, compilando l’apposito modulo di adesione.
Si ricorda che, qualora il partecipante sia minorenne, sarà necessario che venga accompagnato da una persona maggiorenne. Con questa iniziativa, l’Amministrazione comunale conferma l’impegno nel promuovere il benessere e la sicurezza dei giovani, favorendo occasioni di svago in un contesto controllato e organizzato.
Il turismo nelle Marche continua a crescere, ma a passo ridotto rispetto al resto d’Italia. A trainare questa espansione non sono tanto i turisti stranieri, quanto i viaggiatori italiani, che costituiscono la stragrande maggioranza dei visitatori della regione. Parallelamente, si assiste a un’evoluzione importante dell’offerta ricettiva, sempre più orientata verso soluzioni extra-alberghiere e private. È quanto emerge dall’analisi condotta da Mara Cerquetti, docente di Management dei beni culturali e del turismo all’Università di Macerata, presentata ad Ancona durante il convegno “Il modello Marche. Quali strategie per il futuro”.
Nel 2024 le Marche hanno raggiunto 2,7 milioni di arrivi e 11,4 milioni di presenze turistiche, superando i livelli del 2019, anno di riferimento pre-pandemico. Tuttavia, se si guarda al ritmo di crescita, il confronto con il resto del Paese è meno favorevole: l’incremento delle presenze rispetto al 2019 è appena dello 0,6%, un dato nettamente inferiore alla media italiana (+8,5%). Solo la Sardegna fa peggio (-3,4%). In compenso, rispetto al 2022, le Marche mostrano un leggero recupero, con un +2,8% di presenze, in linea con la ripresa nazionale (+2,4%).
Turismo domestico dominante
Un tratto distintivo del turismo marchigiano è l’elevata incidenza di visitatori italiani. Ben l’83,8% delle presenze nel 2024 è stato generato da residenti in Italia, contro una media nazionale del 47,6%. Solo il 16,2% dei turisti proviene dall’estero. Questo conferma le Marche come una destinazione ancora fortemente legata al turismo interno, più che a quello internazionale.
Meno alberghi, più case vacanza
Negli ultimi anni, il panorama ricettivo della regione ha subito una trasformazione significativa. Tra il 2019 e il 2023, le strutture extra-alberghiere – come campeggi, agriturismi e B&B – sono aumentate del 41%, passando da 7.254 a 10.243 unità. Ancora più impressionante è stato il boom degli alloggi privati destinati all’accoglienza turistica, schizzati da appena 14 nel 2019 a 5.746 nel 2023, con un’offerta complessiva salita da 741 a 27.347 posti letto.
Questo aumento è stato favorito da fattori come la diffusione delle piattaforme digitali di prenotazione e la normativa introdotta dal Ministero del Turismo, che dal 2024 impone l’utilizzo del codice identificativo nazionale (Cin) per gli affitti brevi.
Al contrario, il settore alberghiero ha visto una leggera flessione: in quattro anni le strutture alberghiere sono diminuite di 38 unità (-4,68%) e i posti letto disponibili si sono ridotti di 3.468 (-6,21%).
Sfide da affrontare: stagionalità e permanenza in calo
Un altro nodo critico riguarda la stagionalità. Le presenze turistiche si concentrano ancora prevalentemente nei mesi estivi, limitando le opportunità di crescita durante il resto dell’anno. Inoltre, la durata media del soggiorno è diminuita sensibilmente: tra il 2017 e il 2021 è scesa da 5,34 a 4,38 giorni, con un calo del 17,98%.
Strategie per un turismo più sostenibile e diffuso
Per rendere il turismo nelle Marche più sostenibile, meno legato alla stagionalità e maggiormente competitivo a livello nazionale e internazionale, la ricerca propone una serie di strategie mirate. Innanzitutto, viene sottolineata l'importanza di rafforzare le collaborazioni tra i diversi settori economici del territorio: un'alleanza che potrebbe contribuire ad allungare la stagione turistica e a garantire una maggiore stabilità occupazionale per gli operatori del settore.
Un altro aspetto centrale riguarda la valorizzazione dell’entroterra, spesso trascurato rispetto alla costa, ma sempre più apprezzato dai visitatori in cerca di esperienze autentiche, meno affollate e in armonia con l’ambiente. In parallelo, si insiste sull’urgenza di migliorare la visibilità della regione attraverso un uso più efficace degli strumenti digitali, come il portale nazionale Italia.it e il Destination Management System (DMS), fondamentali per una promozione coordinata e moderna.
Infine, viene evidenziata la necessità di sintonizzarsi con l’evoluzione della domanda turistica, che oggi si orienta sempre di più verso soluzioni che offrano un buon rapporto qualità-prezzo e propongano mete alternative ai circuiti più battuti, capaci di unire tranquillità, bellezza e autenticità.
Si va imponendo una nuova curiosa tendenza, direi quasi una moda: riguarda studenti che, all'orale della maturità, scelgono di stare in silenzio, rifiutandosi di sostenere l'esame e mettendo magari anche in discussione lo stesso sistema dei voti. Già diversi casi si sono registrati in questo senso.
In questo modo, l'esame di maturità si capovolge in esame di immaturità: più precisamente, nell'incapacità di affrontare una prova, nella volontà di sottrarsi al primo dei tanti esami a cui la vita ci sottoporrà. Perfino il ministro Valditara è dovuto intervenire, precisando che chi si rifiuta di sostenere l'orario della maturità sarà bocciato.
Non possiamo certo generalizzare, considerato il fatto che la massima parte dei giovani continua a studiare con serietà e a sottoporsi con rigore all'esame di maturità. Tuttavia, questa nuova tendenza, per quanto marginale, chiede di essere analizzata criticamente in relazione con il nostro tempo: le nuove generazioni, native a capitalismo integrale e vissute nell'epoca dell'evaporazione del padre, hanno già in parte metabolizzato lo spirito del nostro tempo e il suo abbattimento di ogni legge, di ogni confine e di ogni tabù.
Si è, a questo proposito, parlato di snowflake generation, ossia di generazione fragile come i fiocchi di neve che, come è noto, si sciolgono appena toccano il suolo. Si va dunque verso l'abolizione dell'esame di maturità e del sistema dei voti? Riteniamo che ciò sarebbe profondamente sbagliato, considerato il fatto che è bene fin da giovani abituarsi alle prove e agli ostacoli che la vita ci pone dinanzi.
La prova di maturità è una prima piccola sfida che incontriamo nella nostra vita e che richiede serietà e rigore, studio e dedizione. Ci educa a metterci alla prova e a prendere coscienza del fatto che la vita è fatta anche di questo. Siamo passati da un'epoca in cui la legge soffocava il desiderio, com'era prima del '68, a un tempo in cui il desiderio tende a sovrastare la legge e a ergersi a unica legge possibile, abbattendo ogni regola e ogni norma, come si conviene alla società della deregolamentazione economica e antropologica che stiamo, nostro malgrado, già da tempo sperimentando.
Senza esagerazioni, la società del turbocapitalismo è una società senza maturità: o si è giovani o si è anziani, ma non si è mai maturi. Più precisamente, si è giovani fino a 60 anni. Poi si è improvvisamente anziani e si continua goffamente a imitare il lifestyle dei giovani, cancellando in ogni guisa i segni lasciati sul nostro corpo dal tempo che incede irreversibilmente.
Ma non esiste più - questo il punto - la fase della maturità, quella della stabilizzazione professionale e sentimentale, in una parola della "eticità" (Sittlichkeit) in senso hegeliano: si è sempre precari della vita, apolidi dell'esistenza, salvo poi trovarsi repentinamente anziani, senza mai essere stati maturi.
Eppure, secondo natura, le stagioni della vita umana sono tre: giovinezza, maturità e anzianità. Che fine ha fatto, dunque, la maturità nel nostro tempo della miseria? L'odierna battaglia pittoresca contro l'esame di maturità - che diventa, con il silenzio e la scelta di non sostenerlo, esame di immaturità - sancisce simbolicamente questa fase dell'immaturità generalizzata per una società di atomi giovanilistici e gaudenti, che non pensano se non a godere (life is now!) e, con ciò, assecondano i moduli del nuovo capitalismo della seduzione e del godimento merciforme.
Il giovane e, più precisamente, l'eterno giovane è il soggetto ideale del sistema turbocapitalistico: il giovane è sedotto dai desideri (gaudeamus igitur!) e vive precariamente in attesa di una stabilizzazione che, in regime capitalistico, non giungerà mai.
Come sempre, l'ordine dominante produce l'intollerabile e, a un solo parto, soggetti disposti ad accettarlo con ebete euforia. Il capitale nega ai suoi sudditi la maturità ed essi non solo non oppongono resistenza, ma si battono a spada tratta contro ogni figura possibile della maturità. È questo l'identikit dei nuovi abitatori postmoderni dell'antro caliginoso delineato da Platone nella "Repubblica". Schiavi che non sanno di esserlo.
Estate: tempo di selfie, pose strategiche e sorrisi abbaglianti. Ma sotto la superficie luccicante, c’è un fenomeno che colpisce (quasi) tutti: la sindrome da like estivo. Sì, proprio quella sensazione che ti spinge a controllare il telefono dopo ogni post per vedere chi ha messo cuore, chi ha visualizzato, chi ha ricondiviso. Il sole scalda la pelle, ma è l’attenzione degli altri che scalda l’autostima. O almeno così crediamo.
Selfie, fragilità e bisogno di conferma
Perché lo facciamo? Perché l’estate mette in mostra tutto. Anche le insicurezze. Se posti un selfie e nessuno commenta… ti senti invisibile. Se il costume nuovo non fa il boom di reazioni… ti viene il dubbio: “Mi starà male?” Se non pubblichi nulla per un giorno… pensi che il mondo si dimenticherà di te.
Non è solo vanità. È un po’ di fragilità. Chi dice che è solo narcisismo… mente.
O non ha mai provato quel micro-brivido da “vediamo chi ha guardato le mie storie”. I social d’estate funzionano così: si mostrano i corpi, ma si nascondono le paure. Eppure, sotto ogni reel da spiaggia e ogni boomerang con l’aperitivo, c’è un bisogno più profondo: quello di sentirsi visti.
E se ci rilassassimo (davvero)?
L’estate dovrebbe essere leggerezza, non ansia da performance. I social possono raccontare i momenti belli, senza diventare un termometro dell’autostima. Se posti un selfie, fallo per piacere tuo, non per aspettare like. Se ricevi meno reazioni, ricorda: non sei un algoritmo, sei una persona. Se hai bisogno di conferme… magari prova a cercarle fuori dallo schermo.
Il like non fa l’estate. Né la bellezza. Né la felicità.
Ci piace raccontare la versione migliore di noi, soprattutto quando siamo in vacanza. Ma ricordiamoci che la vera estate si vive, non si misura in numeri. Chi ti vuole bene, ti guarda anche senza schiacciare un cuore.
E se non lo fa… non importa. Il mare non conta i like. E tu? Ti è mai capitato di vivere una giornata bellissima e rovinarla controllando i like ogni cinque minuti? Parliamone, stavolta senza filtri (ma con l’SPF30 sempre).
Nel prossimo episodio di Chic & Social parliamo di un altro grande classico dell’estate: “Amori social d’estate: reali o solo da feed?” Le nuove coppie sembrano nate per i reel, non per la vita. Quanto conta l’estetica rispetto alla realtà? Scoprilo con me, anche se sei single.
C’è un’elettricità speciale nell’aria di Macerata, una vibrazione elegante che si percepisce già fuori dallo Sferisterio, tra abiti da sera, sorrisi emozionati e sguardi curiosi. È il fascino ineguagliabile dell’attesa, quel fremito che precede il sipario e che fa del debutto un momento quasi sacro. Questa sera, venerdì 18 luglio, si alza ufficialmente il sipario sulla 61ª edizione del Macerata Opera Festival, con l’attesissima prima de “La Vedova Allegra”, per la prima volta nella storia rappresentata nello straordinario scenario dello Sferisterio.
Una serata che segna molte “prime volte”: non solo quella dell’operetta di Lehár nello Sferisterio, ma anche quella del duo Marco Vinco e Lucia Chiatti, rispettivamente direttore artistico e sovrintendente del festival, entrambi al loro debutto in questi prestigiosi ruoli.
«È la prima per me, per la sovrintendente e per lo Sferisterio con La Vedova Allegra – ha dichiarato Marco Vinco –. Non è mai stata messa in scena quest’opera all’interno di questo meraviglioso spazio. Sarà una versione italiana, nel solco della grande tradizione, con un allestimento elegantissimo e una cura dei dettagli anche dal punto di vista musicale. Il teatro è pieno. Non vediamo l’ora di cominciare».
Al suo fianco, Lucia Chiatti ha sottolineato la passione e l’intensità di questo esordio: «È il debutto anche per me in questo ruolo. Sono molto emozionata, ma anche felice del lavoro che abbiamo fatto. La passione è il nostro motore e la nostra vita. Desideriamo che questa energia vitale che l’opera ci trasmette arrivi al cuore di tutti e diventi una calamita per tutta la città di Macerata, e non solo. L’opera ha una forza universale che può raggiungere chiunque, a prescindere da cultura e sensibilità».
E il pubblico ha risposto con entusiasmo: fin dal tardo pomeriggio, le vie attorno allo Sferisterio si sono animate di un’atmosfera internazionale. A confermarlo anche le parole di una coppia di inglesi, intervistata da Picchio News: «È uno dei nostri luoghi preferiti. Siamo venuti lo scorso anno e abbiamo visto tre opere di fila che ci hanno colpito molto, e per questo abbiamo deciso di tornare anche quest’anno per due spettacoli». La moglie aggiunge, sorridendo: «Cosa ci piace di più del Macerata Opera Festival? Gli abiti delle donne, trovo meraviglioso il modo in cui li indossano, oltre ovviamente all’atmosfera, al palco e alla musica. Ho visto La Vedova Allegra un mese fa a Londra, all’Opera Holland Park, quindi alla fine comparerò quella versione con il Macerata Opera Festival… e poi vi farò sapere quale mi è piaciuta di più».
Tra gli ospiti istituzionali, anche il Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha voluto sottolineare l’importanza della manifestazione: «Una grande emozione vedere tutta questa gente. È la certezza che sarà una grande stagione, non solo per il Macerata Opera Festival ma per tutta la città e per la nostra Regione. Lo Sferisterio è ormai un punto di riferimento nel panorama nazionale e internazionale. Siamo orgogliosi di quanto è stato fatto e vogliamo continuare su questa strada: attraverso la cultura cresce anche il turismo e l’immagine delle Marche».
Un valore culturale riconosciuto anche dal Ministero della Cultura, come ha ricordato Mariagrazia Longoni, rappresentante del MiC nel cda dello Sferisterio: «Lo Sferisterio è un attrattore straordinario per il territorio. Il fatto che oggi sia secondo per qualità artistica ministeriale su 27 teatri di tradizione è una dimostrazione del valore del lavoro svolto. Questo risultato ci stimola a fare ancora di più, per un territorio che merita il meglio».
Dopo la trepidazione dell’attesa, ognuno prende posto in un’arena al limite del sold out. Le luci si spengono. Il brusio si ferma. E la magia, finalmente, ha inizio.
Avvicendamento al comando del Gruppo della Guardia di Finanza di Macerata: il maggiore Francesca Campanaro subentra al tenente colonnello Giuseppe Perrone, che lascia la città dopo quattro anni di intenso servizio per assumere un nuovo incarico a Palermo.
Il tenente colonnello Perrone è stato destinato al nucleo di polizia economico-finanziaria del capoluogo siciliano, dove guiderà il gruppo tutela mercato capitali, reparto specializzato nell’analisi delle operazioni sospette, nella prevenzione del riciclaggio e nell’indagine su reati societari e fallimentari.
Durante il suo mandato a Macerata, Perrone ha diretto numerose operazioni di rilievo che hanno portato a risultati significativi in materia di lotta all’evasione fiscale, contrasto al riciclaggio, tutela della spesa pubblica, sequestri di sostanze stupefacenti e repressione del commercio di prodotti contraffatti o pericolosi.
Tra le inchieste più rilevanti si ricordano “China Style”, indagine che ha coinvolto 33 imprese e portato all’accertamento di circa 20 milioni di euro di basi imponibili evase e alla denuncia di 19 imprenditori. L’operazione “Arredi No Tax” ha permesso di smascherare una maxi frode fiscale da 175 milioni di euro, legata alla commercializzazione di mobili, materie plastiche e materiale informatico, con sei persone denunciate.
Con “China Black” è stato scoperto un complesso meccanismo evasivo basato su triangolazioni e cessioni intracomunitarie tra società create ad hoc in Bulgaria e Grecia, attraverso il quale sono stati sottratti al fisco circa 200 milioni di euro di ricavi. L’operazione “Amnesia & Blueberry” ha portato all’arresto di uno dei principali fornitori di sostanze stupefacenti, con il sequestro di 36 kg di droga e 340 sigarette elettroniche contenenti olio di cannabis ad alto contenuto di THC. Infine, con “Smoking Tax Free” è stata smantellata una rete di commercio illegale di prodotti da fumo, con oltre 537.000 articoli sequestrati, sanzioni per 57 operatori commerciali e la segnalazione di 4 acquirenti.
A prendere il comando del Gruppo di Macerata è il maggiore Francesca Campanaro, 43 anni, originaria del Lazio e laureata in Giurisprudenza presso l’Università La Sapienza di Roma. Arruolata nel Corpo nel 2009, ha maturato un’importante esperienza operativa in diversi incarichi, tra cui comandante della Sezione Imposte Dirette e IVA del Nucleo di Genova, comandante della Tenenza di Fossano (CN), della Compagnia di Ancona e, più recentemente, della Sezione Accertamento Danni Erariali del Nucleo di Ancona.
Il passaggio di consegne è avvenuto nel corso di una cerimonia interna alla presenza del comandante provinciale colonnello Ferdinando Mazzacuva, che ha rivolto un sentito ringraziamento a entrambi gli Ufficiali per l’impegno e la professionalità dimostrati, augurando loro ulteriori successi nei nuovi incarichi.
L'Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Civitanova Marche e il Centro sociale ricreativo anziani di via Carnia attiveranno anche quest’anno una serie di interventi rivolti ad anziani e persone fragili per fronteggiare i rischi dovuti all’ondata di caldo.
Tutte le misure necessarie ad affrontare le diverse problematiche legate all’emergenza climatica saranno comunicate attraverso la campagna informativa per la cittadinanza con i numeri a cui rivolgersi in caso di necessità realizzata in collaborazione con l’Ast Macerata e le Farmacie comunali. Inoltre, dal 20 luglio al 31 agosto, l’Amministrazione comunale supporta il servizio offerto dal Centro di via Carnia richiedendo di accogliere nei propri locali anche i non soci, consentendo così agli anziani di trovare ristoro nelle ore più calde in ambienti freschi e favorendo al tempo stesso la socializzazione.
Il Centro accoglie gli anziani e mette a disposizione di coloro che ne faranno richiesta (minimo tre persone) un servizio di trasporto, con esclusione della domenica, dalla propria residenza al Centro andata e ritorno. "Prosegue questa iniziativa dell'assessorato, di prevenzione e aggregazione che consente ai nostri anziani di stare in sicurezza e in compagnia. Ringraziamo il centro di via Carnia per la consueta collaborazione proattiva, e invitiamo tutti gli anziani ad aderire" - ha dichiarato l’assessore ai Servizi sociali Barbara Capponi.
Due insegne del Maceratese entrano ufficialmente nella prestigiosa guida 50 Top Pizza Italia, che ogni anno seleziona le migliori pizzerie del Paese. Si tratta di Alto Bordo e Duca, entrambe con sede a Civitanova Marche, inserite nella categoria delle "Pizzerie Eccellenti d’Italia".
A firmare la proposta di Alto Bordo è Angelo Mondello, che porta nel centro cittadino una pizza napoletana rivisitata in chiave contemporanea. Il locale si distingue per un impasto disponibile sia in versione classica che senza glutine, lavorato con farine selezionate. Le pizze si presentano soffici e declinate in diverse varianti – tradizionali, speciali e creative – con tre tipologie di cottura e un’offerta che abbraccia più fasce di prezzo.
Diversa ma altrettanto curata l’identità di Duca, a due passi dal lungomare. Qui l’attenzione si concentra sulla qualità delle materie prime e sulla particolarità dell’impasto, composto per il 70% da farina di farro. Due le proposte principali: il padellino a doppia lievitazione e la napoletana contemporanea. A completare l’offerta, accostamenti di ingredienti che uniscono sapori di mare e di montagna, oltre a una selezione di antipasti da forno, tra cui spicca una originale versione salata del maritozzo. Un doppio riconoscimento che premia la qualità dell’offerta gastronomica civitanovese e conferma la crescente attenzione verso la pizza d’autore anche nelle Marche.
Si sono tenuti questa mattina, nella cornice dell'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, i funerali di Franco Moschini, figura emblematica dell'imprenditoria marchigiana e mondiale, pilastro della storica azienda Poltrona Frau. Un addio composto e dignitoso, che ha riunito centinaia di persone, testimonianza del profondo impatto che Moschini ha avuto non solo nel mondo dell'industria, ma anche nella vita sociale e culturale del territorio.
La chiesa abbaziale, intrisa di storia e spiritualità, ha accolto la bara sulla quale, in un gesto di commovente sobrietà, era poggiato il panama color panna che da sempre lo contraddistingueva, simbolo di un'eleganza discreta e inconfondibile. Accanto al cappello, tre rose bianche e una rossa, un tocco di intimo affetto in un contesto di solenne mestizia.
A stringersi nel dolore più profondo, le figlie Erika e Melania e il nipote, circondati da un'ampia rappresentanza del mondo civile, istituzionale e imprenditoriale. Tra i banchi, volti noti e figure di spicco si sono uniti nel ricordo di un uomo che ha saputo lasciare un segno indelebile.
Presenti il sindaco di Tolentino, Mauro Sclavi, il presidente dell'Unione Montana dei Monti Azzurri Giampiero Feliciotti, il presidente del consiglio comunale, Alessandro Massi Gentiloni Silverj, il presidente della Provincia Sandro Parcaroli, l'assessore regionale Filippo Saltamartini, il consigliere regionale Romano Carancini, e l'ex presidente della Regione Marche Adriano Ciaffi e l'ex senatore Mario Baldassarri. Presente anche il Maggiore Giulia Maggi, comandante dei carabinieri della stazione di Tolentino.
Il mondo dell'industria, al quale Moschini ha dedicato gran parte della sua vita, ha visto la partecipazione di figure di spicco come Domenico Guzzini, Germano Ercoli, Umberto Antonelli, Fiorella Tombolini e Nando Ottavi. Accanto a loro, amici di una vita e numerosi dipendenti di Poltrona Frau, a testimonianza del legame profondo e rispettoso che Moschini aveva saputo instaurare con le persone che con lui hanno condiviso anni di lavoro e di successi.
L'omelia ha ricordato la figura di Franco Moschini non solo come imprenditore illuminato, capace di guidare Poltrona Frau a livelli di eccellenza internazionale, ma anche come uomo di grande visione e generosità.
A sottolineare l'importanza della sua figura per la comunità e il territorio, le parole pronunciate dal sindaco di Tolentino, Mauro Sclavi: "Franco Moschini nasce a Macerata, vive, cresce, si sviluppa e muore a Tolentino. Muore ma non finisce, muore ma lascia un grande segnale, una grande traccia. Lui ha scelto di essere una sorgente mite, silenziosa con una caratteristica: la semplicità come può essere semplice un reticolo cristallino di carbonio, ossia il diamante".
"Pensiamo a questa semplicità che lui ci ha lasciato e questa semplicità si vede anche nella scelta che la famiglia ha fatto. Se venti secoli fa i greci hanno inventato il 'kalòs kai agathos', venti secoli più tardi Moschini ha sviluppato il bello, il buono e il ben fatto. Vorrei condividere con voi un pensiero: io ritengo che il Politeama a Tolentino sia corta come dicitura: il Politeama dovrebbe chiamarsi il Politeama Franco Moschini, grazie a tutti voi", conclude Sclavi.
E' da oggi disponibile in tutti i digital store "Fiumi di Sorelle", il nuovo singolo di Laragosta, pseudonimo della cantautrice maceratese Lara Grillini. Il brano è prodotto da Andrea Mei presso Potemkin Studio di Macerata e pubblicato da Terzo Millennio Records.
Laragosta torna con un brano profondo e militante, capace di unire scrittura poetica e visione politica, sonorità evocative e radici emozionali. Fiumi di Sorelle è una canzone di resistenza, rivoluzione e cura transfemminista. È la voce di chi ha attraversato il dolore e lo trasforma in forza collettiva, di chi si riconosce nello sguardo dell’altra e ritrova coraggio.
Il brano parla di survivors, di storie diverse ma segnate dallo stesso male sistemico, e di corpi che resistono, che camminano, che rivendicano la libertà di esistere senza paura.
Il ritornello – “Camminando e in cuffia musica” - diventa un mantra, un atto di quotidiana autodeterminazione, mentre la ripetizione di “Fiumi di sorelle invadono” è giustizia poetica: una dichiarazione politica e insieme intima, che rifiuta la marginalizzazione e rivendica lo spazio pubblico e simbolico delle soggettività non conformi.
Il brano immagina una notte più libera, una strada percorsa a tempo di Nancy Sinatra, una possibilità concreta di guarigione attraverso la sorellanza.
Con questo nuovo lavoro, Laragosta si conferma una voce originale e potente nella scena indipendente italiana, capace di tenere insieme ricerca musicale e militanza, urgenza sociale e delicatezza emotiva.
Lavori precedenti
“Fiumi di Sorelle” arriva dopo tre brani che hanno segnato l’ingresso di Laragosta nel panorama musicale nazionale. Il primo, Giammaria Funk (2022), ha rilevato al pubblico il suo approccio ironico, visionario e personale alla scrittura. Il secondo, E mi respiri forte (2023), ha affrontato il tema della violenza patriarcale attraverso un videoclip ispirato all’opera di Artemisia Gentileschi, dimostrando una chiara volontà di coniugare espressione artistica e impegno civile.
Il terzo Sulla mia pelle (2024) racconta la propria esperienza di violenza subita. I singoli hanno attirato l’attenzione di una crescente comunità di ascoltatrici e ascoltatori sensibili alle tematiche transfemministe e LGTBTQIA+.
Si finge corriere per ritirare merce, ma trova i carabinieri: denunciato 53enne campano nel Fermano. Si è presentato al magazzino di un maglificio del Fermano fingendosi un corriere incaricato del ritiro di alcuni colli, ma ad attenderlo ha trovato non solo la titolare dell’azienda, bensì anche i carabinieri di Fermo, pronti a smascherarlo.
Protagonista dell’episodio è un 53enne, ora denunciato a piede libero per tentata truffa e possesso di materiale contraffatto. A far scattare il controllo è stata la prudenza della titolare del maglificio, insospettita dalla telefonata ricevuta nei giorni precedenti, durante la quale l’uomo aveva annunciato il ritiro della merce.
I militari, allertati dalla donna, hanno organizzato un servizio di monitoraggio e sono intervenuti sul posto proprio nel momento in cui il falso corriere arrivava per il presunto ritiro. L’uomo è stato trovato alla guida di un furgone con targhe adesive false, e all’interno del veicolo aveva diverse polo con loghi contraffatti di note aziende di trasporto, oltre ad altre dieci targhe adesive plastificate, pronte all’uso.
Tutto il materiale, compreso il mezzo utilizzato, è stato sottoposto a sequestro. L’episodio conferma l’importanza della collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine nel contrasto alle truffe e alla contraffazione.