In seguito al completamento della nuova superstrada Foligno – Civitanova Marche, la vecchia S.S. 77 ormai poco utilizzata e trafficata, presenta elevate caratteristiche di sicurezza per ciclisti e pedoni.
Il numero dei cicloturisti, soprattutto umbri, sono in continuo aumento e il percorso offre numerosi e rilevanti siti attrattivi dal punto di vista culturale, ambientale ed enogastronomico;
”L’idea di realizzare una ciclovia – evidenziano i consiglieri regionali Sandro Bisonni e Boris Rapa – anziché una vera propria pista ciclabile, comporta numerosi aspetti vantaggiosi, primo tra tutti la possibilità di rilanciare i territori dell’entroterra attraverso il cosiddetto turismo lento, un turismo ecosostenibile e sempre più presente negli ultimi anni. Si consideri poi il risparmio economico con consumo di suolo pari a zero e praticamente nessun impatto ambientale”.
Il progetto era stato presentato nella conferenza stampa di sabato 9 marzo presso l’abbazia di Fiastra. La mozione presentata dai consiglieri Bisonni e Rapa impegna la Giunta ad istituire un tavolo tecnico tra tutti gli enti interessati per la gestione e il controllo della ciclovia, a reperire le risorse necessarie ed a realizzare quanto prima possibile questo ambizioso progetto che realizzerà un collegamento ciclabile tra l’Umbria e le Marche.
Durante lo scorso fine settimana si sono tenute le Giornate dell’Immateriale organizzate da Tocatì-AGA, volte alla promozione dei giochi e sport tradizionali italiani e al loro riconoscimento da parte dell’UNESCO a patrimonio dell’umanità. Il progetto prevede una stretta cooperazione tra l’Associazione Giochi Antichi, l’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia – ICDE (MiBACT), la Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici – SIMBDEA, l’Associazione Nazionale Beni Patrimonio Unesco, l’UNPLI, L’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari, la Regione Veneto, il Comune di Verona e una rete di Università e cattedre Unesco italiane.
Dopo gli incontri di Verona, Roma e Mede, nei giorni 14 e 15 giugno le Giornate dell’Immateriale sono arrivate questa volta in Toscana, a Santa Fiora, antico borgo immerso nell’area del Monte Amiata: qui 8 comunità ludiche si sono confrontate sui giochi tradizionali delle proprie località, tracciando una mappa della ‘ludodiversità’ dell’Italia centrale.
La Rete italiana per la salvaguardia dei giochi e sport tradizionali è nata nel novembre del 2017 a Verona, allo scopo di consolidare e dare nuova linfa ad un movimento che ha avuto inizio nei primi anni 2000, con la fondazione dell’Associazione Giochi Antichi (AGA) e la nascita di Tocatì, Festival internazionale dei giochi in strada. Nel 2017, il Manifesto di AGA è stato il primo gesto di consapevolezza di una comunità ludica tradizionale.
Il secondo incontro della rete è avvenuto nella primavera del 2018 a Roma, presso l’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia – ICDe (MiBACT): un momento ricco di racconti, riflessioni e messa in pratica dei giochi.
Nell’inverno del 2018 a Mede, in provincia di Pavia, si è svolto invece il primo incontro realizzato fuori dal contesto urbano delle grandi città.
Il recente appuntamento a Santa Fiora ha rinsaldato l’ormai consuetudinario ciclo di incontri, consentendo altresì di riscoprire non solo gli antichi sport, ma anche territori italiani costituiti da suggestivi paesi e campagne incantevoli. A fare gli onori di casa il Presidente dell’Associazione Giochi Antichi Paolo Avigo – insignito lo scorso anno del Premio ‘Carlo Didimi’, in occasione della XL Disfida del Bracciale a Treia – che ha introdotto i lavori presentando le 8 comunità ludiche presenti.
In rappresentanza della comunità ludica, Treia Gioco del Pallone col Bracciale, ha partecipato agli incontri l’attuale neopresidente dell’Ente Disfida Alessandro Verdicchio, che ha già iniziato a collaborare con l’Amministrazione comunale di Treia e con l’ASD Carlo Didimi nell’organizzazione della XLI disfida, che avrà il suo apice la prima domenica di agosto.
Il fatto è accaduto sabato mattina in Via Brigata Macerata e a denunciarlo è una cittadina arrabbiata che ci ha contattato.
"Due operai che si occupavano di tagliare l'erba ai bordi delle strade - ci racconta la signora - si sono fermati con i loro mezzi sotto casa mia e sono scesi per parlare, lasciando i mezzi fumanti e rumorosi accesi. Con il passare dei minuti, vedendo che la cosa andava avanti, ho tolto i panni stesi ad asciugare ed ho pensato di scendere e chiedere, un po' scherzando: 'avete paura che non vi ripartano se li spegnete?' Ricevendo come risposta la rassicurazione di andare via subito".
"Nel frattempo - continua il racconto della donna - arriva anche una macchina del Comune di Macerata e scende una donna, probabilmente ad impartire disposizioni o a fare il punto della situazione, e la cosa va avanti ancora per parecchio tempo. Alla fine, persa la pazienza, ho deciso di chiudere le finestre ed uscire a fare una passeggiata con il cane ma mentre scendevo per le scale i tre se n'erano andati".
"La cosa che più mi fa arrabbiare - conclude la cittadina indignata - non è tanto lo spreco di tenere dei mezzi accesi quando non serve ma l'assoluta mancanza di buon senso che ha provocato, senza motivo, inquinamento acustico e ambientale del tutto evitabili".
"Ho avuto modo di leggere l’Ordinanza n. 76 del 23/05/2019 griffata dal Prof. Geol. Piero Farabollini nella sua qualità di Commissario del Governo per la ricostruzione. Dalla stessa emerge una prima impressione: il Governo centrale, ha necessità di stringere la cinghia risparmiando sulla ricostruzione nei territori colpiti dal terremoto. Dal perentorio contenuto del documento, però, emergono l’incapacità di leggere la realtà in cui sono immerse le nostre genti, l’assoluta inutilità della misura adottata e la mancanza del coraggio di essere forti con i forti. Il succo dell’Ordinanza, infatti, è tutta qua: pur di racimolare un pugno di euro (perché di ciò si tratta) viene tagliato del 50% il compenso spettante agli amministratori di condominio che operano nellaricostruzione" così l'avvocato tolentinate Marco Romagnoli, in rappresentanza di una decina di condomini della Città, al Commissario di Governo Piero Farabollini
"Il succo dell’Ordinanza, infatti, è tutta qua: pur di racimolare un pugno di euro (perché di ciò si tratta) viene tagliato del 50% il compenso spettante agli amministratori di condominio che operano nella ricostruzione - prosegue il legale -. Davvero si pensa di risparmiare pubblico denaro colpendo coloro che nell’ambito della ricostruzione guadagnano le briciole e sono i professionisti di fiducia dei cittadini che hanno subito danni alle proprie abitazioni? Chi ha elaborato l’atto è a conoscenza che la minor spesa di questo pesante taglio equivale, più o meno, a quanto si potrebbe risparmiare tagliando il 3% ai tecnici incaricati (ingegneri, architetti, geologi, geometri, ecc…) o lo 0,50% alle imprese appaltatrici?"
"Con tutta probabilità, il risparmio per le casse dello Stato si trasformerà in un esborso per le vittime del sisma, visto che gli accordi tra amministratore ed amministrati è mediamente iniziato almeno due anni or sono, nella vigenza delle precedenti tariffe? Per quale motivo, poi, gli amministratori di condominio di Marche, Umbria, Lazio ed Abruzzo dovranno percepire meno dei loro colleghi de l’Aquila e dell’Emilia? - si chiede Romagnoli -. Dalle comode poltrone su cui lor signori siedono evidentemente sfugge il ruolo che gli amministratori di condominio in concreto hanno svolto e svolgono: oltre ad avere pesanti responsabilità procedurali ed un carico di lavoro di sicuro non secondario, gli amministratori sono il primo punto di riferimento per chi è ha subito danni dal sisma. Sono stati gli amministratori ad occuparsi e preoccuparsi dello stato degli immobili (non pensando al proprio compenso ma all’incolumità dei propri clienti) negli istanti successivi al sisma sino all’avvio dei primi controlli, per continuare con l’adozione delle misure di messa in sicurezza. Hanno mediato tra i cittadini e le Istituzioni, spiegando ai primi come funzionasse il CAS, le procedure per la ricostruzione. Il tutto, intervallato da ore di coda per farsi notificare le varie ordinanze sindacali. Hanno reso possibile l’avvio della ricostruzione mediando tra le varie esigenze dei condomini, spiegando loro la necessità di trovare soluzioni condivise. Hanno svolto e svolgono il lavoro sporco, senza essersi lamentati quando il precedente Commissario riservò loro compensi ben al di sotto di quelli normalmente riconosciuti in caso di realizzazione di lavori di straordinaria manutenzione di immobili condominiali."
"Cambiare le regole in corso d’opera e penalizzarli ulteriormente, senza un minimo di concertazione, è inaccettabile; pare che vi sia nei confronti di medesimi un accanimento di natura ideologica. Non vi è dubbio che il sig. Farabollini sia un brillante Professore ed un valente Geologo; sta di fatto che da quando siede sulla poltrona di Commissario (a compenso fisso), la ricostruzione nei nostri territori non ha fatto registrare alcun tipo di accelerazione - ha concluso il legale -. Le uniche due volte in cui il Commissario è balzato agli onori della cronaca sono da ricollegarsi al suo “odio” verso gli amministratori di condominio, ai quali sembra aver dichiarato una vera e propria guerra: prima bloccandone il pagamento dei compensi ed, ora, decurtando gli stessi del 50%. Mi scuso con il Prof. Geol. Farabollini, ma mi sento veramente a disagio nell’essere commissariato dal medesimo."
Durante la visita a Camerino Papa Francesco ha lasciato un segno importante per la comunità terremotata, in particolare per quella di Ussita. Per voce dell’Arcivescovo Francesco Massara, il Santo Padre ha espresso la volontà di donare ai terremotati un centro di comunità da realizzare a Ussita, paese duramente colpito dai sismi dell’ottobre 2016 e ancora senza spazi sociali.
“Il gesto di Papa Francesco - ha dichiarato Remo Conti, Vicesindaco di Ussita presente all’incontro con il Santo Padre – oltre ad essere un atto di generosità è un segnale religioso ed ideologico: la persona e la comunità vengono prima della ricostruzione materiale degli edifici che, anzi, ne divengono una conseguenza ed una manifestazione”.
L’Amministrazione Comunale e la comunità di Ussita ringraziano il Santo Padre e l’Arcivescovo Francesco Massara per il nobile gesto.
Ridare identità e dignità a via Lauro Rossi, arteria che segna da un lato il confine nord del Borgo Marinaro, cuore della città di Civitanova Marche e nel contempo funge da linea di unione tra il fronte-mare ed il corso principale. La richiesta è arrivata all’Amministrazione comunale tramite lettera firmata dai commercianti presenti lungo questo tratto di strada lungo circa 400 metri, con tanto di progetto preliminare di riqualificazione urbana allegato e redatto dallo studio Valle progetti di Sant’Elpidio a Mare.
I commercianti, titolari dei negozi Barbieri e Officina Castellana, evidenziano nella missiva come via Lauro Rossi si trovi da anni in uno stato di degrado rispetto ad altre vie centrali, situazione che fa emergere anche una questione sicurezza a causa della fatiscenza della pubblica illuminazione, che favorisce episodi di microcriminalità. Inoltre, la sosta delle auto avviene il più delle volte in maniera indisciplinata e ostruisce l’ingresso ai tanti residenti.
L’idea dei privati prende spunto dalla recente riqualificazione di via Duca degli Abruzzi, presa a modello di quanto vorrebbero venisse realizzato accanto al fosso del Castellaro. Il progetto preliminare mira ad una riqualificazione che tenga conto di tutti gli aspetti, a partire dall’adeguamento dei marciapiedi, attualmente di ridotte dimensioni e con la presenza di barriere architettoniche che rendono difficile il transito a pedoni e disabili, e la realizzazione di una linea di pubblica illuminazione con nuovi arredi urbani quali panchine, cestini, rastrelliere per biciclette e di un sistema di videosorveglianza che sia da deterrente a furti e altri episodi di microcriminalità. In definitiva, il progetto delinea una continuità d’immagine tra via Lauro Rossi, viale Matteotti e corso Umberto I in modo da creare un anello omogeneo utile a incentivare dinamiche di sviluppo che favoriscano anche l’insediarsi di nuove attività economiche.
L’intervento previsto va però a sacrificare la possibilità di parcheggio delle auto per permettere l’allargamento dei marciapiedi esistenti, ma su questo punto i commercianti concordano con il beneficio legato ad una maggiore fruibilità nonché estetica degli spazi.
“L’atteggiamento propositivo dei privati è sicuramente da elogiare – ha commentato l’assessore ai Lavori Pubblici Ermanno Carassai dopo aver ricevuto i tecnici Valle in Comune – L’obiettivo di questa Giunta è di procedere con la riqualificazione del Borgo Marinaro per favorire lo sviluppo commerciale e turistico della nostra città che è sempre più meta di investitori che aprono locali e di turisti che arrivano da fuori Regione. E’ chiaro che le risorse dell’Ente pubblico sono limitate, ma apprezziamo che i commercianti si rivolgano a noi proponendo anche una compartecipazione quando si tratta di realizzare migliorie che vadano a beneficio delle loro attività. Il rendering del progetto è molto bello, si andrebbe anche a riqualificare il muretto lungo il fosso che versa da anni in stato di abbandono. Ne parleremo in Giunta in modo da capire se possano essere accantonate risorse il prossimo anno per veder risorgere anche questa via”.
Giornata intensa, quella di ieri, domenica 16 giugno, per i Vigili del fuoco di Macerata, in occasione della visita di Papa Francesco a Camerino. Il Santo Padre, che nel corso della mattinata ha fatto visita alle Sae “Le Cortine Ovest”, ha celebrato una Messa in piazza Cavour e successivamente l’Angelus. Il Pontefice è stato seguito lungo tutto il percorso effettuato nella zona rossa camerte dai Vigili del fuoco.
Per l’occasione è stato predisposto un servizio ben articolato anche con personale C.B.N.R. (chimico, biologico, nucleare, radiologico) in grado di intervenire in tempi strettissimi per qualsiasi evenienza. Il Santo Padre ha poi visitato la Basilica, la Cattedrale di Santa Maria Annunziata, gravemente danneggiata dagli eventi sismici del 2016. All’interno dell’edificio Sacro è stato accompagnato dal Direttore Regionale e dal Comandante che hanno consegnato a Papa Francesco un elmo dei Vigili del fuoco di color bianco, appositamente realizzato per l’occasione.
Sua Santità nella circostanza non ha mancato di rimarcare tutto il suo apprezzamento per il lavoro dei pompieri sia nella tragica circostanza del terremoto che nella quotidianità.
Nato da un idea di Domenico Bevilacqua, presidente dell'Associazione Controllo del Vicinato di Civitanova e in collaborazione con il circolo di Legambiente Sibilla Aleramo, si è svolto questa mattina l'evento "Ripuliamo la spiaggia", che ha riguardato il tratto di spiaggia libera a ridosso del molo sud. Originariamente proposto nel mese di aprile, a causa del maltempo si è riusciti finalmente a farlo nella giornata odierna.
"Alla pulizia eravamo in tre - ci confida con rammarico Bevilacqua -, ennesimo esempio della mancanza di cittadinanza. La spiaggia pare una discarica tanto a cielo aperto quanto coperta. Abbiamo chiamato i Carabinieri che ci hanno suggerito di chiamare la Polizia Locale che si è subito attivata con il Commissario Micucci, il geometra Antonio Frappicini e Paolo Ragagnini che verificheranno domani, lunedì".
L'idea originale era quella di rimuovere l'enorme quantità di plastica avvistata tra gli scogli del molo nord ma per una difficolà nell'ottenere i permessi, si è optato per il tratto di spiaggia libera a nord dello stabilimento Il Brigantino.
Sono stati molti i rifiuti trovati, ma quello che preoccupa maggiormente è che ce ne potrebbero essere altri interrati, come ad esempio la tavoletta del water rinvenuta semicoperta. E' questo il motivo che ha spinto a chiedere l'intervento delle autorità e che, nei prossimi giorni, vedrà Bevilacqua e la responsabile del circolo di Legambiente, Belforte, presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Macerata.
"La visita del Papa ci impegna un po' tutti a far sì che questa ricostruzione parta veloce perché abbiamo un nemico contro il quale combattere che è il tempo. Quindi dobbiamo assolutamente sbrigarci" - il commento del Sindaco Sandro Sgorgia dopo l'incontro con il Pontefice nel piazzale antistante la Chiesa di Santa Maria in Via, nella zona rossa di Camerino.
"La visita del Papa richiama tutti coloro che hanno un ruolo di responsabilità a rimettere al centro dell'attenzione tutto il cratere: Camerino può essere il simbolo di ciò che è successo ma c'è un intero territorio colpito che è vasto e che aspetta di rinascere - ha proseguito Sborgia -. Spesso gli sguardi dicono più di tante parole: con il Papa non ci siamo detti nulla di particolare ma ci siamo guardati. È stato uno sguardo di intesa e ci siamo capiti immediatamente: i problemi sono sotto gli occhi di tutti e bisogna affrontari e risolverli."
"Non ci servono promesse, c'è solo da lavorare - ha concluso il primo cittadino -. C'è bisogno di ripartire perché c'è una comunità che aspetta da tre anni di poter avere la speranza di rientrare dentro casa e quindi dobbiamo muoverci in fretta."
FOTO TV2000
Papa Francesco, dopo l'omelia, ha visitato la zona rossa di Camerino scortato dai Vigili del Fuoco. Case puntellate, crepe ben visibili e un silenzio tombale: questo lo scenario che il Pontefice si è trovato davanti percorrendo quelle vie che ormai da tre anni, tanti camerinesi, non percorrono più.
Il Pontefice, alle 11:44, ha varcato la soglia d'ingresso del Santuario mariano della Città, quello di Santa Maria in Via, l'emblema del sisma e della comunità di Camerino. È rimasto all'interno della Chiesa, con lo sguardo rivolto verso l'alto osservando nel dettaglio tutti i segni visibili del terremoto, per circa quattro minuti.
Una volta all'esterno ha salutato i rappresentanti dei Vigili del Fuoco, dell'Esercito, della Protezione Civile oltre al Sindaco di Camerino Sandro Sborgia e all'Ingegnere Carlo Morosi.
Dopo questa visita, il Santo Padre si è diretto presso il Centro di Comunità San Paolo dove pranzerà con i sacerdoti della diocesi (60 ospiti). Il Pontefice mangerà piatti tipici locali: tagliatele al ragù, arrosto con verdure, macedonia e gelato.
Dopo il momento privato del pranzo, il Pontefice ha salutato, presso il Palasport di Camerino, i bambini della Prima Comunione per poi ripartire alla volta del Vaticano alle 14:30, in anticipo rispetto al previsto.
FOTO DI TV2000
IL VIDEO DEL MOMENTO PRECEDENTE ALL'INGRESSO NELLA ZONA ROSSA
Gabicce Mare in festa per le Bandiere blu delle Marche. La cerimonia, condotta da Alvin Crescini, è iniziata sulle note dell’Inno nazionale suonato dalla Fisorchestra marchigiana con la Piazza del Municipio piena dei 15 gonfaloni dei Comuni detentori del vessillo che la FEE (Foundation for Environmental Education - Fondazione per l'Educazione Ambientale) assegna ogni anno per la qualità ambientale delle spiagge.
“Una festa voluta dalla Regione che premia l’ impegno deli amministratori – ha detto Claudio Mazza, presidente della FEE Italia – e che per le Marche significa testimoniare una realtà consolidata da tempo. Quindici bandiere sono un grande riconoscimento e questa festa diventa un momento di condivisione delle buone esperienze, sempre utile quando si parla di futuro sostenibile. E Gabicce Mare ne è un esempio avendo giustamente riconquistato la Bandiera blu e seguendo ottimi parametri di sostenibilità nei servizi di accoglienza turistica. A tutti l’augurio che le Marche possano mantenere e accrescere questi livelli. “
Come è noto, le spiagge marchigiane premiate quest’anno dalla FEE l’ organizzazione internazionale non governativa e non-profit, con sede in Danimarca e presente in più di 73 paesi nel mondo, sono 15: Gabicce – Lido (PU); Pesaro – Sottomonte, Ponente/Levante (PU); Fano – Nord, Sassonia Nord, Torrette (PU);Marotta – Mondolfo (PU);Senigallia – Spiaggia di Levante, Spiaggia di Ponente (AN);Ancona – Portonovo (AN);Sirolo – Sassi Neri/San Michele/Urbani (AN); Numana – Numana Bassa/Marcelli Nord, Numana Alta (AN);Potenza Picena – Lido Nord, Lido Sud (MC);Civitanova Marche – Lungomare Sud, Lungomare Nord (MC);Fermo – Lido di Fermo Casabianca, Marina Palmense (FM);Pedaso – Lungomare dei Cantautori (FM);Cupra Marittima – Lido (AP);Grottammare – Spiaggia Nord, Spiaggia Sud (AP);San Benedetto del Tronto – Riviera delle Palme (AP).
“Un bel momento di allegria e aggregazione – ha detto l’assessore regionale al Turismo-Cultura, Moreno Pieroni - ma anche di festa dell’orgoglio. 15 bandiere per una regione piccola come la nostra sono un numero rilevante che altre regioni, di grande tradizione marittima e più grandi come la Puglia e la Sardegna, non possono vantare. La Regione ha voluto questa festa per premiare l’impegno degli amministratori locali, in una fase in cui è sempre più difficile mantenere e applicare certi parametri stringenti. Per questo il traguardo è ancora più ambito che per noi significa premiare anche tutto il sistema turistico marchigiano del Cluster Mare, dell’accoglienza e dei servizi. “
A tale proposito l’assessore ha ricordato anche la recente attuazione del progetto WIFI sulle spiagge marchigiane che già conta 4000 utenti al giorno e molto apprezzato dai turisti già presenti nella nostra regione. “ Siamo impegnati tutti insieme ad accrescere il numero delle bandiere blu – ha concluso Pieroni - rimaniamo nel top della classifica nazionale con un risultato di assoluto prestigio per il turismo balneare delle Marche, che anche per il 2019 testimonierà la grande qualità del mare nei nostri 180 km di costa con 26 località balneari attrezzate e 9 porti turistici. Questa festa è il simbolo della nostra capacità di accoglienza e del saper far squadra . Fra pochi giorni festeggeremo anche le Bandiere Arancioni per la qualità anche dell’entroterra e poi un’altra festa dell’accoglienza con la Notte dei Desideri il 26 luglio.”
Quindi l’assessore regionale nel corso della cerimonia ha parlato anche di collegamento con l’entroterra e dei progetti di ciclovie che caratterizzeranno le Marche. Che puntano con il progetto Marche Outodoor a farsi conoscere anche come regione interamente ciclabile. Un testimonial d’eccezione per il Bike Marche legherà per due anni la sua immagine alla nostra regione: il campione di ciclismo Vincenzo Nibali.
“Siamo orgogliosi di ospitare per la prima volta la grande Festa delle bandiere Blu della Regione- ha spiegato il sindaco di Gabicce Mare, Domenico Pascuzzi-Siamo la Baia Verde e Blu, porta nord delle Marche, una meta di qualità ad elevato livello professionale di tutti gli operatori turistici. Con le nuove sedie da mare in dotazione alla nostra spiaggia, che facilitano l’accesso sulla sabbia e, soprattutto, permettono di fare il bagno in mare, Gabicce diventa ancora più accogliente e senza barriere. Nel 2018 abbiamo fatto un gran lavoro che ci ha permesso di ottenere un punteggio molto alto e soprattutto di riprenderci meritatamente la nostra Bandiera Blu, che si va ad aggiungere alla bandiera Verde dei pediatri , sinonimo di spiaggia a misura di bambino e alle tre vele di Lega Ambiente. Insomma ancora una volta Gabicce Mare diversa per natura”.
"Cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi? Durante il salmo mi sono venute in mente queste parole pensando a voi davanti a ciò che avete visto e sofferto. Davanti a case crollate ed edifici ridotti in macerie. Questa la domanda: "Che cosa è mai l'uomo se quello che innalza può crollare in un attimo? Cos'è se la sua speranza può finire in polvere? Cosa è mai l'uomo? - questa l'omelia di Papa Francesco in Piazza Cavour a Camerino -. La risposta a questa domanda sembra arrivare nel proseguio della frase "Perché di lui ti ricordi". Dio si ricorda di noi così come siamo, con le nostre fragilità. Mentre quaggiù troppe cose si dimenticano in fredda, Dio invece non ci lascia nel dimenticatoio perché ognuno ha un valore infito. Siamo piccoli e impotenti sotto al cielo quando la terra trema ma per Dio siamo più preziosi di qualsiasi altra cosa. Ricordare Dio ci dà la forza di non arrenderci davanti alle difficoltà della vita. Ricordiamoci chi siamo quando rinvanghiamo quel peggio che sembra non avere mai fine."
"Serve qualcuno che ci aiuti a portare i resti che abbiamo dentro - ha proseguito il Santo Padre -. Gesù ci dà lo Spirito Santo per portare il peso della nostra debolezza. Abbiamo bisogno di lui perché è il nostrio consolatore, colui che non ci lascia soli sotto al peso della vita e che trasforma la memoria schiava in libera, le ferite del passato in ricordi di saggezza. L'amore di Dio ci rialza e di fa risorgere, unge tutti i brutti ricordi con il balsamo della speranza: anche lo Spirito Santo è ricostruttore di speranza. Non è però la speranza terrena perché quella è passeggera e ha gli ingrdienti che scadono. Questa è la speranza dello Spirito, quella a lunga conservazione e che non scade: è quella speranza che ci dà la forza di superare ogni tribulazione. Inviatiamo quindi lo spirito consolatore che ci fa risuscitare, ci risolleva e ricostruisce. Chi si avvicina a Dio non si abbatte ma ricomincia e riprova."
"Sono venuto oggi per starvi vicino e per pregare con voi perché nessuno si scordi di chi è in difficoltà - ha concluso il Pontefice -. Sono passati quasi tre anni e il rischio è che dopo il primo coinvolgimento emotivo la tensione cali e le promesse vadano a finire nel dimenticatoio, alimentando la frustrazione di chi vede il territorio spopolarsi sempre di più. Dobbiamo riparare e ricostruire insieme senza che nessuno soffra. Dio ci aiuta a essere costruttori di bene e consolatori di cuore: ognuno può fare del bene senza che siano gli altri a cominciare. Signore fa che noi ci ricordiamo di essere al mondo per dare speranza e vicinanza perché siamo figlio tuoi, Dio si ogni consolazione."
Il Santo Padre nell'Angelus ha poi rivolto un pensiero ai rifugiati e infine ha salutato gli abitanti di San Severino Marche: "vi saluterà dall'alto quando sorvolerò la vostra Città con l'elicottero."
FOTO DI LUCIA MONTECCHIARI
C’era (e forse c’è ancora) un detto. Quando le forze dell’ordine ti fermano e ti chiedono “chi ti ha dato la patente”, la risposta, a Macerata, è solo una: “Lanciani”. Inutile dire che sono tantissimi i maceratesi che in questi anni hanno frequentato la Scuola Guida in via Giuseppe Garibaldi e che si sono patentati lì.
80 anni di passione non solo per il mondo dei motori ma soprattutto per quello della formazione, professionale e umana. Abbiamo incontrato Gianluca Lanciani, titolare della Scuola Guida che prende il cognome della sua famiglia, per farci raccontare la storia della realtà che lui, oggi, rappresenta.
“La passione per la guida di mio nonno Luigi nasce nel 1939 – ci spiega Gianluca Lanciani -. Lui fece moltissimi mestieri finché non iniziò a guidare camion di una certa grandezza, come quelli del trasporto merci: conducendo l’automezzo gli venne voglia di insegnarlo anche agli altri. In quell’anno Luigi ottenne dal Ministero delle Comunicazioni, ferrovie, tranvie e automobili l’abilitazione a svolgere l’attività di istruttore di guida e aprì la sua prima Scuola guida in Corso Garibaldi a Macerata.”
“Dopo Luigi arrivano i figli, Oddone (mio padre) e suo fratello Gildo – ci racconta -. Da quel momento abbiamo aperto delle nuovi sedi – oggi contiamo, oltre a quella di Macerata, anche le strutture di Civitanova Marche, Montefano e Recanati -, abbiamo provveduto all’ampliamento del parco macchine e ci siamo aggiornati sulle tecniche di guida che sono notevolmente cambiate.”
“Io mi sono appassionato al lavoro da subito e ho sempre cercato di rispettare le impostazioni di mio padre, cercando di portare dei miglioramenti e degli ammodernamenti per riuscire a rispondere alle esigenze dei giovani – ha continuato Gianluca -. Le stesse categorie delle patenti sono notevolmente aumentate, passando da 4 a 17. Proprio per questo facciamo degli aggiornamenti continui obbligatori ogni due anni, per mantenere la nostra qualifica. Ho voluto ammodernare la struttura anche dotandoci di nuove strumentazioni e tecnologie come ad esempio l’App per i quiz. Allo stesso tempo ho deciso di mantenere le vecchie strumentazioni che rappresentano la storia della Scuola Guida Lanciani.”
“Sulla strada, come nella vita, le regole sono fondamentali e tutti noi, al giorno d’oggi, dovremmo essere più rispettosi verso il prossimo – ha spiegato -. I giovani degli anni 2000, quelli con i quali attualmente mi interfaccio quotidianamente, hanno una preparazione migliore perché, oggi, ci sono le ore minime di insegnamento, ma nonostante ciò, nella pratica, hanno molta meno manualità. Hanno sì molta destrezza nel mondo digitale ma poca in quello manuale. Le strade oggi non sono cambiate molto come dimensioni, ma il traffico è decuplicato: bisogna abbattere il rischio con una buona formazione ed è nostro compito farla per evitare di coinvolgere persone innocenti. Ciò che è certo è che c’è sicuramente bisogno di più responsabilizzazione.”
“La stessa introduzione della patente a punti, della guida in stato di ebrezza e dell’eccesso della velocità ci hanno mostrato che gli automobilisti sono soggetti a questo non rispetto delle regole, soprattutto i più giovani – ha continuato Gianluca -. Tutto ciò fa riflettere su delle abitudini che sembrano essere superficiali: c’è un calo dei valori e della responsabilità e c’è l’abitudine a guidare in maniera nervosa e solerte, che rispecchia il mondo in cui viviamo che è sempre più tecnologico e quindi veloce. Spesso, e mi dispiace dirlo, ci sono anche prepotenza e poco rispetto per il prossimo: credo che dovremmo fermarci a pensare un po’ di più, non solo alla capacità di guidare il mezzo ma anche all’aspetto umano.”
“Negli anni, nello specifico nel 2013, ci siamo dovuti anche adeguare alla normativa europea subendo un vero e proprio ampliamento anche in materia – ci ha spiegato Lanciani, che è anche dirigente delle Autoscuole Consorziate Maceratesi (ACM), con sede a Piediripa -. Il Consorzio si occupa delle categorie professionali e ha riunito le autoscuole e i centri di istruzione automobilistici della Provincia. Questo perché molte cose non potevano essere fatte in maniera individuale e sono state fatte meglio in maniera collettiva: ciò ci ha permesso di crescere professionalmente e di dare dei servizi che singolarmente non riuscivamo a dare. Lo stesso ampliamento del parco veicolare con l’auto per i disabili, donataci dalla Provincia, ne è un esempio.”
“Ciò che la Scuola Guida Lanciani vuole continuare a mantenere nel tempo è senza dubbio la sua struttura di tradizione. È un orgoglio vedere oggi i nonni o i genitori dei ragazzi che vengono da me e si ricordano di mio padre o di mio nonno: è sicuramente qualcosa che mi ripaga enormemente del grande lavoro. Abbiamo sicuramente fatto tanto ma abbiamo ancora tanto da imparare, a noi stessi e ai giovani.”
Nel corso della sua visita a Camerino, Papa Francesco ha scelto di incontrare i sindaci dei comuni feriti dal sisma del 2016, accompagnato dall'arcivescovo Francesco Massara. Sua Santità ha stretto la mano ai primi cittadini presenti all'interno del cortile del Palazzo Ducale, incoraggiandoli con la sua presenza a continuare nella difficile opera di ricostruzione.
Ecco la fotogallery:
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”.
Questa settimana, le numerose mail arrivate, hanno interessato principalmente la tematica relativa alla preclusione di nullità del licenziamento della lavoratrice, entro i dodici mesi successivi al matrimonio. Ecco la risposta dell’avv. Oberdan Pantana alla domanda posta da una lettrice di Porto Recanati che chiede: “Si può impugnare il licenziamento di una dipendente, comunicato prima che sia trascorso un anno dalle nozze?”.
Il caso di specie ci offre la possibilità di far chiarezza sulla previsione normativa contenuta all’art. 35 del d.lgs n. 198/2006, c.d. Codice delle pari opportunità, il quale prevede una rigida disciplina in tema di licenziamento posto in essere nei confronti di una donna lavoratrice, sposatasi da meno di un anno, stabilendo un’importante presunzione al comma 3° dello stesso, secondo cui: “Salvo quanto previsto dal comma 5, si presume che il licenziamento della dipendente nel periodo intercorrente dal giorno della richiesta delle pubblicazioni di matrimonio, in quanto segua la celebrazione, a un anno dopo la celebrazione stessa, sia stato disposto per causa di matrimonio.” Tale presunzione di nullità, difatti, può essere superata dal datore di lavoro, esclusivamente con la prova che tale massima sanzione, sia stata comminata alla dipendente, a prescindere dalle recenti nozze, per l’avveramento di una delle circostanze espressamente elencate al comma 5° di suddetta norma, che prevede:“Al datore di lavoro è data facoltà di provare che il licenziamento della lavoratrice, avvenuto nel periodo di cui al comma 3, è stato effettuato non a causa di matrimonio, ma per una delle seguenti ipotesi:
a) colpa grave da parte della lavoratrice, costituente giusta causa per la risoluzione del rapporto di lavoro;
b) cessazione dell'attività dell'azienda cui essa è addetta;
c) ultimazione della prestazione per la quale la lavoratrice è stata assunta o di risoluzione del rapporto di lavoro per la scadenza del termine.”
La ratio alla base di una così stringente previsione normativa sta proprio nella volontà di riservare un certo grado di tutela alla dipendente donna, alla quale sia stato comunicato il licenziamento a causa del matrimonio o prima che siano trascorsi dodici mesi dallo stesso, nel contesto di un complessivo rinnovamento dell’ambiente lavorativo, più attento alle necessità e peculiarità delle lavoratrici di sesso femminile, in virtù di innegabili diversità che se non valorizzate, rappresenterebbero il vero elemento discriminante.
Pertanto, alla luce di tali argomentazioni ed in risposta alla domanda della nostra lettrice, si può affermare la legittima impugnabilità del licenziamento della donna dipendente, prima che sia trascorso un anno dal matrimonio e in assenza di comprovate giuste cause di licenziamento in quanto illegittimo, ed in aggiunta, in riferimento alla presunta discriminazione realizzata con l’applicazione di tale normativa, è opportuno citare l’autorevole orientamento della Suprema Corte, secondo il quale: “In tema di divieto di licenziamento per causa di matrimonio, la limitazione alle sole lavoratrici madri della nullità prevista dall'art. 35 del d.lg. n. 198 del 2006, non ha natura discriminatoria, in quanto la diversità di trattamento non trova la sua giustificazione nel genere del soggetto che presta l'attività lavorativa, ma è coerente con la realtà sociale, che ha reso necessarie misure legislative volte a garantire la donna,la quale, pur essendo titolare degli stessi diritti dei lavoratori uomini, adempie ad un’essenziale funzione familiare, soprattutto nel periodo della gravidanza e del puerperio, la possibilità di coniugare il diritto al lavoro con la propria vita coniugale e familiare, ed è fondata su una pluralità di principi costituzionali posti a tutela dei diritti della donna lavoratrice” (Cass. Civ, Sez. Lav., Sent. n. 28926/2018).
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
Dopo la visita alle SAE, Papa Francesco ha mosso verso Piazza Cavour, dove si terrà la Santa Messa. Arrivato nel cuore del centro storico, il Pontefice si è diretto all'ingresso della Cattedrale di Camerino.
Una visita di appena cinque minuti all'interno del luogo simbolo del terremoto e di una comunità intera. Una Cattedrale inagibile dallo scorso 2016, all'interno della quale il Pontefice è voluto fortemente entrare.
All'estero Bergoglio, dopo il saluto della Piazza, è stato dotato del caschetto di protezione bianco e giallo dal Comandante dei Vigili del Fuoco e dagli altri funzionari del Corpo nazionale. Accompagnato da loro e dal Vescovo Francesco Massara, Papa Francesco, una volta dentro alla Cattedrale, non ha nascosto il suo stupore alla vista di tanta distruzione.
Calcinacci a terra, crepe profonde sulle mura e la statua di Maria mutilata di una parte della testa e delle braccia. Questo lo scenario che il Pontefice si è trovato davanti. Dopo aver deposto un mazzo di fiori proprio davanti alla Statua della Vergine, Papa Francesco ha pregato all'interno del Duomo ed è poi uscito dalla Cattedrale per dirigersi presso il cortile e salutare i sindaci dei comuni del cratere.
Foto Lucia Montecchiari e TV2000
Tutti i riflettori questa mattina si sono accesi su Camerino e su Piazza Cavour. Se si visita il centro della Città, in qualsiasi giorno della settimana, il silenzio è spettrale, quasi angosciante. Oggi invece Camerino è in festa per la visita di Papa Francesco.
Il Pontefice, prima di atterrare presso il campo sportivo Le Calvie, con qualche minuto di anticipo come è suo solito, è passato con il suo elicottero sopra al campo sportivo di Sarnano e si è abbassato per salutare i circa 100 fedeli che lo stavano aspettando.
Arrivato all'Area Cortine Ovest, il Pontefice ha salutato i terremotati delle SAE che non hanno nascosto la loro emozione per l'incontro. "Santo Padre gradisce qualcosa?": tutti gli abitanti delle casette hanno offerto qualcosa a Papa Francesco che però ha preferito osservare con i propri occhi ciò che aveva intorno, cercando di dare una parola di conforto agli abitanti di Camerino rimasti senza casa.
"Buongiorno a tutti voi, avrei voluto visitare tutte le casette, ogni casa. Ma non è possibile e per questo vi saluto da qua e vi do la mia benedizione - così il Santo Padre ha salutato i presenti -. Sono vicino a ognuno di voi e prego per voi perché questa situazione di risolva il più presto possibile. Grazie per la vostra pazienza e per il vostro coraggio. Voi pregate per me."
Il Papa ha poi salutato, uno a uno, tutti i fedeli giunti nell'Area Cortine Ovest non risparmiando saluti, benedizioni, baci e selfie.
Il Santo Padre si è poi diretto presso Piazza Cavour dove lo attendono circa 1000 persone giunte da ogni parte del mondo: tra i presenti, oltre ai cittadini di Camerino, ci sono anche studenti dall'America, dal Brasile e dall'Argentina.
FOTO TV2000
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L’amore vince su tutto. È questo il leit motiv che esprime il matrimonio tra il marò Massimiliano Latorre e Paola Moschetti. Ricordate la vicenda del 15 febbraio 2012? La morte di quei due pescatori indiani scambiati per pirati al largo della costa del Kerala, nel sud dell'India.
Beh, mentre cresce l' attesa che venga chiarito di chi sia la giurisdizione sulle indagini legate alla loro morte, Latorre ha deciso di sposarsi.
Dopo sette anni il caso è ancora aperto e sarà il prossimo 7 luglio la data in cui la Corte permanente di arbitrato dell’Aja stabilirà se spetta all’India o all’Italia la competenza a processare i due marò.
“Da una parte c’è tanta felicità per ciò che accadrà domani, il grandegiorno, – racconta all’Adnkronos la futura sposa Paola Moschetti – nello stesso tempo però c’è tanta ansia per ciò che ci attende il mese prossimo. Precisamente il 7 luglio c’è l’udienza all’Aja”.
Purtroppo il compagno di disavventure di Massimiliano, Salvatore Girone, non potrà essere presente, in quanto da ordini precisi i due non possono avere contatti di alcun tipo fino al verdetto.
“La cerimonia sarà sicuramente ricca di commozione, sarà vissuta con grande e profonda intensità. – conclude Paola Moschetti – Viaggio di nozze? No non si può. Trascorreremo qualche giorno di relax da qualche parte vicino Roma, prima dell’udienza all’Aja”.
Il 7 luglio 2019, per Massimiliano e Salvatore, sarà una data decisiva.
“Un vero onore aver ricevuto aggi in visita l’Ammiraglio Ispettore Capo e Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto, Giovanni Pettorino. Ringrazio il Comandante della Capitaneria di Porto della nostra Città, il Tenente di Vascello Patrizio Piacentini per aver facilitato l’incontro a Palazzo Sforza insieme all’Ammiraglio Enrico Moretti, Comandante degli Uffici Marittimi delle Marche. L’Ammiraglio Pettorino torna sul nostro territorio a distanza di sei anni, dove ha vissuto dal 2010 al 2013 ricoprendo la carica di Direttore Marittimo delle Marche. Grazie Ammiraglio Pettorino per la Sua presenza a Civitanova Marche”. Così il Sindaco, Fabrizio Ciarapica ricevendo l’Ammiraglio in Municipio questa mattina.
Un curriculum straordinario quello dell’'Ammiraglio Ispettore Capo Giovanni PETTORINO, classe 1956. Con Decreto del Presidente della Repubblica in data 8 gennaio 2018, vista la delibera del consiglio dei Ministri del 29 dicembre 2017, è stato nominato, a decorrere dal 10 febbraio 2018, Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto con contestuale conferimento del grado di Ammiraglio Ispettore Capo.
È insignito dell'onorificenza di Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, della medaglia Mauriziana, della Croce d'oro per anzianità di servizio militare, Croce Commemorativa per attività di soccorso internazionale in Albania svolta dalle Forze Armate Italiane e di Croce di Cavaliere con Spade dell'Ordine al Merito Melitense. E' insignito, inoltre, dell' onorificenza di Cavaliere di merito con placca del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.
L’Ispettore Capo e Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, dal 2010 al 2013 ha ricoperto il ruolo di Direttore Marittimo delle Marche.
Il Generale di Corpo d'Arma Ilio Ciceri, vice comandante generale dell'Arma dei carabinieri e comandante interregionale "Podgora", ha consegnato le Medaglie Mauriziane ai militari insigniti nelle Marche in una cerimonia solenne nella sede del Comando Legione Carabinieri "Marche". L'onorificenza viene concessa dal Capo dello Stato a Ufficiali e Sottufficiali delle Forze Armate e Corpi Armati dello Stato, al compimento di 50 anni di servizio utile lodevolmente prestato.Sono stati insigniti del riconoscimento 19 ufficiali e 40 Sottufficiali in servizio e in congedo. Tra loro il Generale B. Fernando Nazzaro, comandante Legione "Marche", i Colonnelli Carlo Carrozzo (capo di stato maggiore) e Cristian Carrozza (comandante provinciale di Ancona), il Tenente Colonnello Luciano Ricciardi (comandante provinciale Pesaro e Urbino), il Maggiore Enzo Marinelli (comandante della Compagnia Civitanova Marche) e 22 comandanti di stazione nelle cinque province marchigiane.
Fonte ANSA Marche