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Studenti in fuga dalle Marche: le ferite del sisma

Studenti in fuga dalle Marche: le ferite del sisma

Le tragedie portano con sé ricordi indelebili che mai si cancelleranno, mai si dimenticheranno. Un evento naturale come quello di un terremoto ricorda quanto in questa terra l’umano è un ospite più che abitante.

Una frazione di secondo può demolire tutto quello che di bello è stato costruito. Lo sanno bene i tanti marchigiani travolti, feriti e segnati da quel terribile sisma che dalla notte del 24 agosto 2016 non ha abbandonato la loro terra per più di un anno.

Numerose e frequenti le scosse verificatisi in quel lasso di tempo: una scia, un ripetuto e continuo succedersi di movimenti sussultori che hanno purtroppo sbalzato via ogni cosa che appartenesse a quel territorio e a quella gente.

La storia di un popolo ridotto in macerie

Tante, troppe vittime innocenti, sotto quell’accumulo di calcinacci. Una tragedia nella tragedia, perché un evento catastrofico non fa che innescare altre numerose, piccole ma profonde catastrofi; a pezzi cascano non solo le mura di una casa, ma i pilastri dell’economia di una fiorente regione.

Nelle rovine di una città rasa al suolo sono custoditi i sacrifici di una intera generazione andati ormai perduti, le lezioni di vita rinchiuse tra le quattro mura di una scuola andata in frantumi. Sotto quella nube di rovine c’è il peso di una adolescenza che porta il peso di un qualcosa che ha reso questa giovinezza meno spensierata, meno giovane; il peso di un ricordo che nessuno vorrebbe mai poter raccontare.

E che ne sarà di questi ragazzi?

Molti hanno preferito trasferirsi e iniziare altrove, forse per dimenticare e per ricominciare. Le scuole fanno fatica a ripartire perché i numeri degli iscritti non sono abbastanza: ad Amandola, un istituto alberghiero nuovo di zecca, forse non aprirà mai.

Da una tragedia ci si può rialzare

Il dolce paesaggio marchigiano, bagnato ad est dal mare ed incorniciato da verdi e rigogliosi territori montuosi, ha tutte le possibilità di farcela, di sopravvivere.

E a sopravvivere sono tutte le attività economiche della regione, impegnata nell’agricoltura, nella pesca, nell’industria e nel turismo: questo enorme potenziale che sta mano mano riprendendo a carburare può spingere i giovani a non abbandonare questi luoghi da cartolina che possono ancora loro garantire un futuro.

Se è vero che un evento naturale sconvolge quella che è la natura non solo dei luoghi, ma anche e soprattutto della sua gente e della sua ricchezza, una tragedia deve essere in grado di ricolorare tutto quel nero…

Da chi bisogna ripartire?

Dalle generazioni che vengono e che verranno, che decidono e decideranno di non abbandonare la loro regione. E se tutto va in frantumi, se le scuole hanno difficoltà ad ingranare la marcia, una valida alternativa è data loro dallo strumento della formazione a distanza: atenei come l’Università telematica Cusano offrono la possibilità di frequentare corsi di laurea online e consentono, quindi, ai giovani marchigiani di ripartire esattamente lì dove tutto è andato perso.

Se, allora, ancora ci vuole del tempo per ricostruire scuole ed università, le generazioni del domani non possono perdere questa splendida occasione per ridipingere a colori il loro futuro.

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