“A una prima fase di gestione dell’emergenza affrontata con modalità e risorse adeguate è seguito una ricostruzione post-sisma che è molto lontana dalla sua conclusione”. A tre anni dal sisma del 24 agosto Maurizio Mangialardi, Presidente di Anci Marche e coordinatore nazionale dei presidenti delle Anci Regionali non nasconde l’indignazione per un quadro normativo mai semplificato e una serie di impegni presi e non mantenuti dal governo e dal Parlamento a fronte di un stanziamento in termini di risorse finanziarie invece non marginale.
“Il pensiero in questi tre anni - ha aggiunto Mangialardi - è sempre stato volto a ridare dignità ad un territorio che necessitava della massima attenzione da parte delle istituzioni dello Stato”. “Aver ridotto il ruolo delle Regioni a semplice organo consultivo, aver bypassato i sindaci puntando su un centralismo che non ha previsto le necessarie risorse umane per affrontare tutte le situazioni riconducibili alla ricostruzione pubblica e privata, al mantenimento dei servizi e all’adeguamento infrastrutturale, ha fatto perdere a molti cittadini la fiducia nelle istituzioni”. “Personalmente non posso biasimarli ma, come Presidente dell’Anci regionale con incarichi nazionali, posso garantire che in tutti i contesti nazionali, riunioni, convegni, assemblee, coordinamenti e tavoli ai quali sono stato chiamato in questi 3 anni, ho sempre fatto riferimento alla necessità di far sì che la ricostruzione fosse al centro dell’agenda politica”.
“Oggi le prime pagine dei giornali sono tutte dedicate alla crisi di governo e ogni altro argomento diventa secondario” – ricorda Mangialardi. “Forse anche parte dei media nazionali rischiano di dimenticarci. Il mio appello è quello di risolvere le questioni politiche al più presto e legittimare un governo che torni ad occuparsi finalmente di questo tema. Da tre anni aspettiamo risposte: abbiamo atteso abbastanza”.
Rientro dalle vacanze con più controlli per gli automobilisti, soprattutto quelli abituati a schiacciare troppo il pedale dell’acceleratore. Sul famigerato controesodo, infatti, atteso per il prossimo fine settimana, tornerà a vigilare il sistema Tutor, un insieme di telecamere ad alta risoluzione che rileva la velocità media di un’auto su un certo tratto di autostrada, segnalando alla Polizia il superamento dei limiti (normalmente 130km all’ora), facendo partire automaticamente le multe.
Nell’aprile del 2018, in seguito a un contenzioso giudiziario partito una decina di anni fa, la Corte di appello di Roma aveva stabilito che Autostrade aveva violato un brevetto di una società toscana e costretto il gruppo a spegnere i Tutor. Su alcune tratte l’azienda aveva però mantenuto i controlli utilizzando un altro sistema di monitoraggio. Poi invece la settimana scorsa la Cassazione ha ribaltato il giudizio e dato definitivamente ragione all’azienda della famiglia Benetton che ha subito avviato le procedure per riaccendere le telecamere nei punti dove erano state spente. Oltre al traffico che si prospetta come al solito molto intenso, ai probabili forti temporali in molte zone d'Italia, ci sarà dunque anche questa tegola sui vacanzieri al ritorno e se ciò non bastasse, nella giornata di domenica è stato confermato lo sciopero del personale delle autostrade, che avverrà dalle 10 alle 14 e dalle 18 alle 22, per proseguire dalle 22 alle 2 di lunedì 26.
È stata inaugurata nel parco giochi di via Weiden, la 15^ Pinturetta di San Giuliano opera delle artiste Marisa Cesanelli, Gabriella Cesca, Maria Teresa Pancella e Lucia Spagnuolo nell’ambito di una tradizione che vede la città arricchirsi ogni anno di una edicola sacra dedicata al santo patrono e donata alla città dal CIF (Centro Italiano Femminile).
Un’opera a quattro mani con tema i fiori stilizzati creati dalle artiste maceratesi e magistralmente assemblati da Silvio Craia in una scultura realizzata dal fabbro Paolo Mengoni, L’iniziativa si deve al Centro Italiano Femminile san Giuliano di Macerata (Cif) per onorare il patrono con un segno tangibile attraverso l’arte della pinturetta o edicola sacra, simbolo che richiama all’interiorità, all’elevazione e alla preghiera, com’è stato sottolineato durate la cerimonia di inaugurazione dalla presidente Franca Fusco Paciarelli.
“Con le 15 opere d’arte dedicate a San Giuliano patrono di Macerata che in questi anni sono state collocate in città abbiamo rinnovato l’antica tradizione delle pinturette votive che segnavano lungo le strade un momento per fermarsi, pregare, pensare” ha sottolineato l’assessore alla Cultura e vicesindaco Stefania Monteverde “Siamo grati a Silvio Craia che con la sua sensibilità artistica ha rinnovato una così bella tradizione. E grati alle volontarie del Cif che insieme al Comune si stanno prendendo cura di un progetto culturale che sta creando un nuovo itinerario artistico sulla città, l’itinerario delle pinturette. L’impegno è valorizzarlo ancora di più e farlo conoscere con nuove iniziative.”
Le pinturette maceratesi sono state firmate da artisti come Umberto Peschi e Egidio del Bianco (2004 - quartiere Pace), Sandro Piermarini (2005 -Villa Potenza), Agostino Cartuccia (2006 - viale Diomede Pantaleoni), Carlo Bruzzesi (2007 - Atrio Comune piazza Libertà), Silvio Craia (2008 – parco Villa Cozza), Vittorio Amadio (2009 Fonte le Vergini), Guido Veroi e Silvio Craia (2010 – via Panfilo), Egidio del Bianco (2012 – Piaggia dell’Erta), Salvatore D’Addario ( 2013 – vicolo del Casarino), Silvio Craia (2015 – piazzale Peschi), Valeri (2016 – Collevario), Egidio del Bianco (2017 – Corneto), Egidio Del Bianco (2018 – Santa Croce).
Nel solco della tradizione tante le iniziative per San Giuliano organizzate anche quest’anno dal Cif come I giochi dei nonni, un momento per riscoprire creatività, relazioni e divertimento all’aria aperta, in programma mercoledì 28 agosto ore 17 nel cortile di palazzo Conventati (piaggia della Torre 8). L’animazione è a cura dei volontari dell’Ecomuseo di Villa Ficana arricchita dall’esposizione di giocattoli antichi. Sabato 24 nelle vetrine dei negozi del centro storico Mostra del fischietto in terracotta e alle 17, in piazza della Libertà, tradizionale Passeggiata alla scoperta delle fontanelle del sindaco Perugini. Domenica 25 appuntamento con Dialettando insieme e merenda tradizionale maceratese nel cortile di Palazzo Conventati (piaggia della Torre 8) alle 17.00. Una rassegna di poesie dialettali e degustazione di prodotti tipici. Venerdì 30 agosto al via la Fiera di san Giuliano e alle 17 in piazza della Libertà tradizionale bancarella del fischio di san Giuliano.
Civitanova sotto i riflettori dei media internazionali. Nel mese di agosto, la Città è stata selezionata, assieme alla Riviera del Conero e a quella delle Palme, come meta del seguitissimo blogger turistico parigino Henri Yadan del “Magazines Belles Demeures and Vins & Gastronomie”, che per l'intero litorale marchigiano ha individuato queste tre località come le più affascinanti e cariche di irrinunciabili richiami turistico-culturali. A settembre si attende la pubblicazione sulla rivista di riferimento dell’articolo preparato dal giornalista francese, terminato il press tour.
I contatti sono arrivati in Comune tramite la regione Marche e l’associazione Noi Marche. Il giornalista ha visitato il nostro territorio gustandone sia le tipicità enogastronomiche, sia scoprendo alcuni tra i suoi più importanti beni culturali e paesaggi turistici, potendo apprezzare anche l'ospitalità della rete ricettiva locale.
In particolare, sotto la guida della direttrice della Pinacoteca civica, Enrica Bruni e accompagnato dall'assessore alla Crescita culturale Maika Gabellieri, si è immerso nella storia cinquecentesca civitanovese, entrando nella casa natale di Annibal Caro (oggi sede proprio della galleria d'arte e della connessa sala Ciarrocchi) ed ascoltando la narrazione che gli ha svelato anche gli aspetti umani del letterato oltre a quelli, più noti, associati ai suoi molti talenti.
Il giornalista è stato guidato in anteprima assoluta alla scoperta della mostra "Storie sacre e divine visioni", inaugurata poi ufficialmente sabato 17 agosto, che raccoglie capolavori del Cinquecento e Settecento, esempi magistrali di pittura a carattere sacro destinati prevalentemente all'educazione morale e religiosa dei devoti. La mostra chiuderà i battenti i 30 novembre.
«Una esposizione di opere dal carattere forte, anche cruento, violentemente affascinanti per la carica di significato iconico e l'immediatezza del messaggio morale che le tele sottendono mediante il forte impatto empatico che le caratterizza», ha commentato Yadan. «Mi sento onorato di aver potuto visitare questa splendida mostra in anteprima», ha proseguito, «in compagnia dell'assessore e della direttrice, che mi hanno accompagnato magistralmente in questa immersione a tutto tondo nella Città di Civitanova Marche, di cui ho apprezzato il carattere, l'ospitalità, la bellezza e la vocazione turistica».
L'assessore Gabellieri ha evidenziato come per la nostra città rivierasca siano «importanti le occasioni di scambio interculturale e di accoglienza, pertanto questa iniziativa di promozione territoriale, in virtù soprattutto della selezione delle mete avvenuta a monte da parte del giornalista stesso mediante contatto con la Regione Marche, rappresenta una gradita conferma e un motivo di orgoglio per la Città di Civitanova Marche».
Questo incontro ha rappresentato anche l'occasione per omaggiare il blogger della nuova guida cittadina, una pubblicazione bilingue (italiano e inglese) dalla grafica rinnovata dopo il lancio del nuovo brand della città, che conduce il turista alla scoperta del nostro territorio.
La guida è stata ristampata proprio in questo periodo estivo, con contenuti aggiornati, in una tiratura di 5.000 copie. Sarà utilizzata dall'Amministrazione comunale nelle occasioni di promozione territoriale (fiere nazionali e internazionali, appuntamenti divulgativi, etc.) ed è comunque disponibile gratuitamente per cittadini e turisti presso l'Ufficio Informazioni Turistiche di Piazza XX Settembre.
“Che i riflettori sulle zone terremotate si fossero spenti ormai da tempo è cosa nota, purtroppo però le ultime vicende politiche fanno pensare a periodo ancora difficili per i nostri territori.”
È questa l'amara constatazione del sindaco di Caldarola Luca Maria Giuseppetti alla vigilia del terzo anniversario del sisma che il 24 agosto 2016 ha irrimediabilmente stravolto le vite di migliaia di persone e devastato un gioiello di paese come Caldarola.
Pochissimo è cambiato in questi 36 mesi: la ricostruzione ferma al palo e le poche promesse che nel tempo gli amministratori erano riusciti a strappare sono rimaste in molta parte disattese. Ciliegina sulla torta, con totale disinteresse verso il territorio, in questo periodo di ferie anche gli uffici preposti hanno ridotto il personale, lasciando pagamenti e liquidazioni fermi nei già polverosi cassetti con diverse ditte che attendono il risarcimento dei lavori di messa in sicurezza già eseguiti da tempo.
“È così che si vuole aiutare la micro economia locale? – Domanda il sindaco- .
Per rendere la situazione sempre più difficile – continua- vengono a volte cambiate le normative in corso d'opera, alcune con valore retroattivo, per creare confusione e ulteriori lungaggini.
In tema di rendicontazione si sente spesso dire che i Comuni devono accelerare la presentazione delle domande perché i soldi ci sono, ma ogni volta viene cambiato qualcosa, le domande rigettate e vengono richiesti sempre più dettagli e cavilli che praticamente rendono impossibile il già articolato lavoro degli uffici comunali. A tale riguardo il personale più volte richiesto dai piccoli comuni per sopperire alle esigenze post sisma è tutt’ora sottostimato per la mole di lavoro che hanno dovuto affrontare a causa alle numerose certificazioni richieste, burocrazia molto più complessa del terremoto del ‘97”.
“Inoltre - incalza Giuseppetti - la famosa “zona franca “sarà prolungata per 5 o meglio 10 anni nei comuni colpiti dal sisma, o dobbiamo rimanere in questo stato di incertezza che sicuramente non ci aiuta?
Per riportare Caldarola al suo antico splendore, uno tra i borghi più belli ed importanti delle Marche per patrimonio storico, artistico e culturale, occorrerà aspettare decenni?
Non è concepibile che in una società così evoluta ed innovativa non si riesca a ricostruire un piccolo tesoro di meno di 2000 abitanti (attualmente causa sisma scesi a poco più di 1600) e aspettare tempi biblici. E’ una vergogna per un paese che si chiama Italia.
Ogni giorni sono i Sindaci a metterci la faccia e le responsabilità personali, ma non tutti i cittadini sono consapevoli che abbiamo le mani legate e purtroppo questa situazione di incertezza politica mette ancora di più in secondo piano i territori terremotati”.
"Queste incognite sconfortano le persone – conclude il sindaco- ma non mi stancherò mai di sottolineare che le Marche hanno delle perle rare di inestimabile valore, soprattutto nell'entroterra, noi siamo il cuore dell'Italia e non meritiamo di essere gettati via come un giocattolo rotto.
Concludo, di contro, con un grazie di cuore alle tante persone, associazioni e Comuni che con affetto e senso di solidarietà, grazie alle numerose donazioni, ci hanno permesso di ripartire con le più elementari attività, fino a giungere alla costruzione di strutture essenziali ed importanti per la ripresa della vita sociale, come la nuova scuola, la sala polifunzionale Tonelli, il municipio e diverse strutture aggregative, tutte frutto del cuore delle tante persone. È questa la vera Italia”.
“A tre anni dal primo evento sismico del 2016, la macchina della ricostruzione procede a singhiozzi e cammina troppo lentamente. Tanta, inoltre, la confusione. Oltre a continue polemiche, rimpalli di responsabilità e inefficienze tra livelli istituzionali, strutture commissariali e professioni tecniche, il numero dei progetti presentati dai cittadini per ricevere il contributo testimonia che il cambio di passo promesso dal governo giallo-verde non c’è stato. Dati impietosi, che riflettono più la scarsa fiducia delle popolazioni nella ricostruzione che la lentezza della burocrazia: su circa 73 mila edifici dichiarati inagibili, le domande dei cittadini per il contributo sono circa 10 mila (poco più del 13%) e presso le Casse Edili i cantieri avviati negli ultimi mesi sono poche centinaia”. Ad affermarlo, in una nota, è il presidente di Legambiente Stefano Ciafani.
“Le Regioni – continua Ciafani- non hanno provveduto a elaborare il provvedimento per disciplinare la partecipazione delle popolazioni al processo di ricostruzione come previsto dal DL 189/2016 e dall’Ordinanza n.36 del 2017. Per fortuna qualche Comune volenteroso ha provveduto a dotarsi di un Regolamento.
Tanta responsabilità - commenta il presidente di Legambiente Stefano Ciafani - non è della burocrazia ma della volontà politica; e con la crisi di governo si rischia un ulteriore stallo. È necessario che il prossimo esecutivo abbia in agenda l’accelerazione di una ricostruzione di qualità, innovativa, trasparente, rispettosa dell’ambiente, del territorio e del lavoro.
Non esiste ancora un monitoraggio complessivo della ricostruzione né della raccolta e gestione delle macerie. Per avere le informazioni bisogna contare sulla disponibilità dei funzionari regionali e ogni Regione usa metodi di elaborazione diversi”.
“Nonostante la sovrabbondanza di decreti e ordinanze – incalza il Presidente di Legambiente - alcuni sacrosanti altri contraddittori o fatti per sanare situazioni alla meno peggio, il quadro normativo viene ritenuto ancora insufficiente. Siamo caduti in un circolo vizioso: la ricostruzione fa fatica a partire, i progetti presentati sono pochi, quindi si concedono le proroghe - dell’emergenza, dei termini di presentazione delle domande di contributo - che non fanno che alimentare la richiesta e l’attesa di un’altra proroga o di un altro intervento normativo. Da qui lo stallo e la confusione, a cui fanno seguito polemiche e rimpallo delle responsabilità tra le diverse istituzioni. Si compensa con l’assistenza e le proroghe il mancato avvio della ricostruzione.
Il ritardo rischia di alimentare lo spopolamento di tanti piccoli comuni dell’Appennino centrale oltre a far lievitare enormemente il costo per l’assistenza della popolazione priva di casa, si pensi alle centinaia di milioni spesi per pagare l’affitto a migliaia di famiglie con la casa inagibile (Contributo di Autonoma Sistemazione).
Senza una visione di futuro, è probabile che fra due o tre decenni le case siano di nuovo in piedi ma nella desertificazione sociale ed economica. Servono pianificazione e programmazione, finora grandi assenti. Continua a mancare un’idea di futuro di quelle aree interne, accompagnata da un progetto di sviluppo di economia locale che sappia coniugare le tante risorse naturali e culturali con la necessaria innovazione per rendere quelle terre attrattive per i giovani, offrendo loro opportunità di lavoro e di studio. Sono tante le criticità da affrontare: l’economia, il lavoro, la sicurezza, la legalità, la qualità della ricostruzione, le zone rosse ancora con le macerie, la gestione delle macerie private.
Inoltre, vanno garantite trasparenza e fruibilità delle informazioni. È stata per lo più disattesa la normativa del 2012 e 2013 sugli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni. Disattesa anche la norma (L. 89 del 24 luglio 2018) che prevede che entro il 7 settembre 2018 (con aggiornamento trimestrale) il Commissario Straordinario predisponga e pubblichi “le linee guida contenenti l’indicazione delle procedure e degli adempimenti connessi agli interventi di ricostruzione”. Linee guida necessarie per i cittadini e per i tecnici per districarsi tra ordinanze e norme, anche contraddittorie.
Trasparenza e macerie: le Marche sono l’unica Regione ad avere un sito dove si può verificare la (sola) raccolta. Eppure, lo Stato italiano ha già finanziato una piattaforma per verificare in tempo reale la rimozione delle macerie pubbliche e private e la loro destinazione per le aree colpite dal terremoto del 2009. Perché non viene utilizzata per gli altri terremoti che si sono succeduti?”
“Problemi anche sulla gestione delle macerie- conclude Ciafani - : le Marche all’inizio di luglio hanno lanciato un allarme pubblico sul rischio di sospendere la raccolta delle macerie per la mancanza di fondi disponibili da parte del governo. Mentre in Umbria sono passati otto mesi in cui la raccolta delle macerie si è fermata per incomprensioni tra il Commissario e la Regione. Con il lento avvio della ricostruzione privata si è già presentato il problema della gestione delle macerie private, che saranno molte di più di quelle pubbliche, e che senza una pianificazione, un indirizzo sia ministeriale che regionale si rischia che non siano gestite correttamente, a danno della salute e dell’ambiente, e che non si avvii una filiera industriale del recupero e riutilizzo degli inerti”.
Sul fronte del lavoro, invece, “è positivo che il Commissario Straordinario abbia confermato, dopo un anno di incertezza, l’utilizzo del Documento Unico di Regolarità Contributiva di Congruità (Durc) e del Settimanale di cantiere, strumenti fondamentali per prevenire il lavoro sommerso e irregolare – sottolinea Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea -. “Abbiamo già visto lavoro nero, irregolare, intermediazione illecita di manodopera, subappalti irregolari, norme di prevenzione e sicurezza sul lavoro non rispettate”. Devono essere rafforzati i controlli e resi accurati, duraturi e frequenti; i fatti dimostrano che solo le cose fatte bene, con la collaborazione di tutti, nel rispetto della legalità e della trasparenza, ci garantiscono tempi di realizzazione certi, qualità del lavoro e delle opere”.
Anche l’ultimo decreto è stato pubblicato in Gazzetta: si apre ufficialmente la procedura di indennizzo per i risparmiatori truffati coinvolti nei crac bancari che hanno coinvolto i due istituti veneti (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca) e le quattro popolari (Carife, Carichieti, Banca Etruria e la nostra Banca Marche).
Da oggi infatti è attiva la piattaforma per la presentazione delle istanze di rimborso. Lo rende noto il deputato osimano in Commissione Finanze del Movimento 5 stelle Paolo Giuliodori, che ha seguito da vicino tutti i delicati passaggi della vicenda. «È tutto pronto: da oggi è ufficialmente attiva la piattaforma per la presentazione delle istanze di rimborso. Finalmente si parte». «Per gli azionisti – ricorda Giuliodori – un ristoro pari al 30% del valore d’acquisto fino ad un massimo di 100.000 euro, per gli obbligazionisti il 95%. I rimborsi saranno automatici per chi ha un reddito imponibile inferiore ai 35.000 euro o un patrimonio mobiliare inferiore ai 100.000 euro, circa il 90% della platea totale. Inoltre nell’erogazione è data precedenza ai pagamenti di importo non superiore a 50.000 euro».
Avranno accesso al Fondo – spiega il deputato 5stelle – i risparmiatori, persone fisiche, imprenditori individuali, anche agricoli o coltivatori diretti, le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e le microimprese che occupano meno di dieci persone e realizzano un fatturato annuo non superiore a 2 milioni di euro, in possesso delle azioni e delle obbligazioni subordinate delle banche tra il 16 novembre 2015 e il 1° gennaio 2018. Gli indennizzi spettano anche ai loro successori: al coniuge, ai conviventi e ai parenti entro il secondo grado».
Da oggi ci sono 180 giorni di tempo per presentare la domanda online.
Oltre 5,3 milioni di euro per la messa in sicurezza e il ripristino della strada provinciale 91 “Pian di Pieca - Monastero - Fiastra”.
L’arteria stradale era stata chiusa a seguito dei sismi del 2016 e sono stati necessari, per la sua riapertura, ben quattro interventi, di cui tre già realizzati e uno in corso, progettati e diretti dall’Anas per conto del soggetto attuatore, la Protezione Civile.
“Si tratta di una strada molto importante per il comprensorio montano - dichiara il presidente della Provincia di Macerata, Antonio Pettinari - che oggi si può percorrere in sicurezza, grazie agli investimenti effettuati per il ripristino della viabilità e alla collaborazione tra i vari enti, ANAS, Protezione Civile, Provincia e Regione”.
I lavori sono stati affidati ad aziende differenti, attraverso quattro appalti. Il primo intervento di 668.734 euro è consistito nella posa di reti e pannelli in maglie di ferro ancorati con chiodature alla roccia e piccole opere di muratura sul muro esistente alla base della scarpata. Il secondo lavoro, dell’importo di 137mila euro, ha riguardato il ripristino delle reti paramassi che, dopo il terremoto, si erano riempite di detriti.
Il terzo intervento, molto corposo con i suoi 4.337.257 euro di spesa, ha permesso di mettere in sicurezza le pareti rocciose con le barriere paramassi e i rafforzamenti corticali, rimuovendo i massi pericolanti e sistemando l’imbocco della galleria. Per queste opere si è reso necessario anche l’utilizzo dell’elicottero per arrivare in quota alle pareti rocciose.
La conclusione degli ultimi lavori, dell’importo di 160mila euro, riguarda la messa in sicurezza di una frana ampliata dal terremoto ed è prevista per la fine del mese di settembre.
Le prime notizie di questa ennesima truffa via web sono di un anno fa ma sembra che sia tutt'ora molto diffusa dalle segnalazioni che abbiamo ricevuto. Molto diffusa via email, la truffa ha già fruttato parecchie decine di migliaia di euro al suo ideatore ma anche se la dinamica sembra verosimile, non c'è motivo di accettare il ricatto e pagare i 2000 euro richiesti.
Denaro, in bitcoin, in cambio del silenzio su presunti video intimi hard: così funziona la truffa-ricatto che recentemente ha ripreso vigore e continua a diffondersi via email. Il meccanismo è molto semplice: nella propria casella di posta elettronica arriva un messaggio in cui si avvisa di un (fantomatico) attacco hacker che avrebbe consentito a uno sconosciuto di accedere alla casella email e alla webcam del computer. Il pirata informatico, a questo punto, avrebbe raccolto dei video della vittima mentre si masturbava e sarebbe pronto a diffonderli a tutti i contatti tramite i gli indirizzi memorizzati nella rubrica. L’unico modo per evitare questa figuraccia sarebbe, come si legge nel messaggio ricevuto, di pagare entro 48 ore un riscatto in Bitcoin, per un importo corrispondente a 2000 euro (ma ci sono altre versioni con altri importi).
Che abbiate la coscienza sporca o meno, non c’è alcun motivo per versare denaro al presunto hacker. L’attacco informatico raccontato nella email, infatti, è ben descritto ma è un’invenzione. Il truffatore non ha davvero "installato un trojan di accesso remoto", come dichiara, ma sta solo portando avanti un buon raggiro, sperando nell’ingenuità delle sue vittime. La cosa migliore da fare, quindi, è ignorare il messaggio (evitando anche di rispondere), non eseguire alcuna transazione e restare sereni.
Di seguito il testo della mail che stanno ricevendo molti utenti.
Ciao, cara vittima.
Ti scrivo perché ho installato un ʍalware sulla pagina web con i siti Ƿorno che hai visitato.
Il mio vίrus ha preso tutte le tue informazioni personali e ha acceso la tua fotocaʍera che ti ha ripreso mentre ti ʍasturbi.
Devo ammettere che sei molto pervertito...
Subito dopo il software ha copiato la lista dei tuoi contatti. Cancellerò questo vίdeo compromettente se mi pagherai 2.000 EUR in Bitcoin. 2.000 EUR = 0.1984793 BTC. Questo l'indirizzo per il pagamento: 36MGGRmHaZ3Y4Ec6NMJM4zXNG85UkRTtAz
Se non invii il pagamento entro 48 ore, invierò questo vίdeo a tutti i tuoi amici e conoscenti. So dove vivi.
Ti do 48 ore di tempo dopo che hai aperto il mio messaggio per effettuare la transazione. Vedrò subito quando apri il messaggio.
Non è necessario che mi dici di aver inviato il denaro. Questo indirizzo è collegato a te, il mio sistema cancellerà tutto automaticamente dopo che avrai eseguito la transazione.
Invia 2.000 EUR = 0.1984793 BTC a questo indirizzo immediatamente: 36MGGRmHaZ3Y4Ec6NMJM4zXNG85UkRTtAz (copialo e incollalo)
1 BTC = 10.130 EUR quindi invia 0.1984793 BTC all'indirizzo qui sopra. Se non sai come inviare bitcoin, cerca su google.
Puoi andare al posto di polizia locale, ma nessuno ti può aiutare. Se cerchi di imbrogliarmi, lo vedrò subito!
Non vivo nel tuo paese. Loro non potranno localizzare la mia ubicazione in meno di 9 mesi.
Addio. Non dimenticarti della vergogna e se ignori questo messaggio la tua vita sarà rovinata.
Hɑcker ɑnonimo
Si è spento questa mattina a Sarnano, Maurizio Montagna, per tutti "Porverò", titolare della nota trattoria del centro del paese, in via della Fonte, aperta dal 1948, che riprende il suo nome.
Maurizio Montagna, dopo aver combattuto contro una lunga malattia, lascia la moglie Alfonsina e la figlia Giorgia.
La sepoltura avrà luogo domani, giovedì 22 agosto, alle ore 10:00, presso il Cimitero di Sarnano.
Sono in corso i lavori della messa in sicurezza del ponte esistente dell’Annunziata, a cui nel 2013 è stato affiancato un nuovo ponte costruito a ridosso. Le due infrastrutture che collegano Montecosaro con Casette d’Ete hanno potenziato la viabilità della zona, servendo la comunità e il distretto calzaturiero, in un tratto ad elevata concentrazione di traffico.
Il nodo rappresenta uno dei più importanti collegamenti dell’intera viabilità provinciale e, anche di recente, sono stati effettuati diversi lavori per la costruzione di due rotatorie che hanno migliorato notevolmente sia la circolazione che la sicurezza stradale.
Con gli interventi attuali previsti dalla Provincia di Macerata vengono ricostituiti e potenziati i vecchi cordoli di entrambi i lati della carreggiata, su cui saranno installate le nuove barriere e la rete di separazione tra i due ponti.
I lavori sono stati affidati all’impresa Pazzaglia di Valfornace. “Per realizzare queste opere, l’impresa si è resa disponibile a eseguirle durante il periodo feriale - afferma il Presidente della Provincia di Macerata, Antonio Pettinari -; per recare minori disagi all'utenza è stato necessario ridurre la carreggiata a una sola corsia. Appena terminato l’intervento inizieranno i lavori, già appaltati, per l’installazione delle nuove barriere”.
"Non c'e' memoria senza ricostruzione" e "Farabollini vattene". Sono i due striscioni di protesta apparsi questa mattina ad Amatrice in concomitanza con il ricordo a tre anni dal sisma. Gli striscioni erano appesi attorno al recinto della zona rossa del comune reatino.
Già l'ex sindaco e ora Presidente della Commissione Terremoto e Grandi Rischi della Regione Lazio Sergio Pirozzi, in più occasioni e specialmente quando Mattarella un mese fa è venuto ad Amatrice ha criticato fortemente non solo l'azione "immobile" del commissario straordinario ma di tutti i governi che si sono succeduti dal 2016 ad oggi.
Da Pieve Torina ad Amatrice, passando per Farindola e Norcia, purtroppo, è tutto fermo. O così sembra, di fronte a una burocrazia dai tempi incerti e lunghi e di cui i residenti non sempre capiscono la complessità. Dalla prima scossa del terremoto che, il 24 agosto 2016, ha devastato una vasta area del centro Italia sono passati tre anni; da allora, nelle quattro regioni colpite, anche dalle scosse successive, il territorio resiste e prova comunque a ripartire.
Alleva la Speranza è la campagna di raccolta fondi, promossa da Legambiente ed Enel, attraverso la piattaforma PlanBee, per aiutare aziende colpite dai sismi del 2016 e 2017 a “coltivare” nuovi progetti di crescita, con l’obiettivo di sostenere venti progetti in due anni. Grazie alle donazioni raccolte, sono stati già assegnati alla prime quattro imprese beneficiarie circa 80.000 euro. Attualmente i destinatari del crowdfunding sono Alba Alessandri, Fabio Fantusi, Arianna Veneri e Pietropaolo Martinelli, allevatori le cui aziende si trovano rispettivamente nelle Marche, nel Lazio, in Umbria e in Abruzzo. È a loro che abbiamo chiesto a che punto è la ricostruzione, alla vigilia del tragico anniversario, e come stanno portando avanti le loro aziende e i progetti per il futuro che, caparbiamente, sono decisi a non abbandonare.
“I controlli servono, ma qui le pratiche sono ferme” dice Fabio Fantusi, titolare di una azienda agricola nella frazione Santa Giusta di Amatrice (Rieti). “Con la mia attività vado avanti, ma qui da noi ormai manca il turismo, che non ha ripreso per niente, perché mancano le strutture per ospitare le persone”. Il suo maneggio ha riaperto a luglio, ma con solo con 5 cavalli, la metà di quelli che aveva, e si è dimezzato anche il numero delle uscite. E mentre prima del sisma la principale fonte di reddito era rappresentata da “Il Destriero”, ora è la vendita dei prodotti, in giro per le fiere. Con i fondi raccolti grazie ad Alleva la Speranza, Fabio (42 anni) vorrebbe realizzare un’area pic-nic con gazebi, bracieri e griglie per tornare ad attrarre le persone che in quei luoghi non vengono più.
A Pieve Torina, la “botta grossa” del sisma per Alba Alessandri (28 anni) e per la sua famiglia è arrivata, invece, a ottobre 2016. Anche lì, la ricostruzione è ferma. “Finora quello che abbiamo aggiustato lo abbiamo fatto da soli, senza contributi per la ricostruzione. La nostra casa non è crollata ma è totalmente inagibile e da buttare giù. Ora stiamo cercando di capire quali sono i criteri edilizi per poter ricostruire”. Per quanto riguarda l’azienda, che conta una quarantina di bovini, vacche da ristallo e da latte, oltre a 6.000 galline ovaiole allevate in modo biologico, “non ci siamo mai fermati perché non potevamo” racconta Alba Alessandri. Sono biologici anche i terreni agricoli coltivati per dare da mangiare agli animali e i fondi raccolti grazie al crowdfunding serviranno a costruire una recinzione, con criteri anti-lupo, per far sì che le sue vacche possano uscire dalla stalla e andare al pascolo, trasformando così tutto l’allevamento da tradizionale a biologico.
L’azienda di Arianna Veneri (23 anni) è stata colpita dalla scossa che ha tramortito Norcia a ottobre 2016. “Stiamo come tre anni fa: per le case, le strutture in genere, ma anche la chiesa di San Benedetto. Le macerie sono state portate via, quello sì, ma le case crollate del tutto non erano tante, più che altro sono numerose quelle rimaste in piedi da demolire e ricostruire” commenta. Il progetto sostenuto dal crowdfunding è la realizzazione di una stalla nuova per le sue pecore: un primo passo verso il progetto di ristrutturazione dell’agriturismo di famiglia e verso il suo sogno di agriasilo. “Rispetto al progetto sostenuto da Alleva la speranza e in parte da un fondo statale, abbiamo iniziato lo sbancamento e ci manca un’ultima carta per avviare i lavori. A giorni dovremmo cominciare la costruzione della struttura, di circa 500 metri quadri. Hanno detto che, tempo permettendo, ci vorrà un mese e mezzo”.
La valutazione di Pietropaolo Martinelli (40 anni) non porta novità: “Siamo a un punto morto, perché la burocrazia è molto complessa e le pratiche rimangono bloccate”. A Farindola (Pescara), dov’è l’azienda, il terremoto è arrivato a gennaio 2017. Ha distrutto le sue stalle e ucciso 450 pecore e agnelli. Il contributo di Alleva la speranza è destinato ad acquistare nuovi capi per tornare a incrementare la produzione del pecorino di Farindola e dare così un contributo alla comunità che si sostiene grazie alla vendita di questo formaggio. “L’intervento per la ricostruzione è bloccato e di conseguenza è fermo anche il rimborso per le scorte vive e morte”. Le pecore morte, il fieno distrutto e il mancato fatturato derivante dalla perdita degli animali. “Nonostante questo, ho mantenuto tutti gli operai al lavoro e, a distanza di nove mesi dai crolli, sono tornato in produzione del formaggio”.
“Serve una ricostruzione di qualità, rispettosa dell’ambiente, del territorio e del lavoro – dichiara il presidente di Legambiente Stefano Ciafani – da coniugare con un’idea di futuro fondato sulla costruzione di comunità. Occorre tenere conto delle specificità e delle peculiarità che caratterizzano i territori e saper valorizzare le vocazioni tradizionali e al contempo offrire ai giovani nuove opportunità. E i fatti dimostrano che solo le cose fatte bene, con la collaborazione di tutti, nel rispetto della legalità e della trasparenza, ci garantiscono tempi di realizzazione certi, qualità del lavoro e delle opere”.
Tutte le storie degli allevatori destinatari dei fondi raccolti con Alleva la Speranza si trovano sulla piattaforma PlanBee.bz, dove si può contribuire con una donazione alla realizzazione dei loro progetti.
Sabato 24 agosto, a tre anni dalla prima scossa che ha colpito il centro Italia, Picchio News inizierà il suo viaggio nei comuni colpiti dal sisma del 2016.
Un viaggio che faremo insieme ai primi cittadini dei Comuni maceratesi maggiormente colpiti dal terremoto e che a partire dal 24 agosto del 2016 hanno dovuto combattere ogni giorno con quello che, alcuni di loro, hanno definito un vero e proprio “mostro”: la burocrazia.
A distanza di tre anni, in molti paesi, la situazione è cambiata di poco e ci sono ancora migliaia di sfollati che non sanno quando potranno fare ritorno nelle loro case. La vita nelle soluzioni abitative di emergenza per molti di loro è “impossibile” e la speranza di poter fare ritorno nella propria abitazione è molto lontana.
Mantenere altra l’attenzione e continuare a tenere accesi i riflettori su queste zone è fondamentale per far sì che, chi di dovere, prenda delle decisioni che possano sbloccare le lungaggini della burocrazia.
Una serata benefica per valorizzare tesori nascosti e raccogliere fondi a sostegno del reparto di Oncologia dell’ospedale civile “Bartolomeo Eustachio” di San Severino Marche. Da un’idea di Giovanni Domizi nasce la proposta che giovedì 5 settembre, alle ore 21, sarà ospitata nello straordinario scenario della Fonte Sette Cannelle.
È possibile prenotarsi fin da adesso presso la Pro Loco tel. 0733638414. Per maggiori informazioni si può contattare anche il numero 3351222646. La serata è patrocinata dal Comune di San Severino Marche e organizzata in collaborazione con la Pro Loco settempedana.
Torna di nuovo agibile, dopo i lavori di riparazione dei danni, una villetta in via Bramante a San Severino Marche colpita dalle scosse di terremoto dell’ottobre 2016. Il sindaco Rosa Piermattei, ha firmato la revoca dell’Ordinanza con la quale aveva dichiarato a suo tempo non utilizzabile l’edificio.
Per il recupero dell’immobile, abitato da una famiglia, sono state necessarie opere finanziate grazie a un contributo dell’ufficio Ricostruzione di 152mila euro.
Per celebrare il 65esimo anno di attività, Nutrix Più, azienda marchigiana leader nel settore dell’alimentazione naturale per cani e gatti, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione alle donazioni, attraverso l’elargizione di 100.000 pasti omaggio, completi e di qualità, ai cani più bisognosi e a quelli in attesa di famiglia.
L’iniziativa è realizzata in collaborazione con la Lega Nazionale per la Difesa del Cane, l’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), e la Fondazione Elisabetta Franchi Onlus, fondata dalla famosa designer di moda per la difesa dei diritti degli animali. Il progetto nasce dall’esigenza concreta di provvedere al sostentamento di cani abbandonati o randagi che ogni anno vengono accolti dalle strutture delle tre associazioni presenti in Italia. Garantire una sana alimentazione rappresenta un aspetto fondamentale per assicurare loro un futuro. Una parte dei pasti omaggio sarà inoltre devoluta anche ai canili e rifugi con cui Nutrix Più collabora da anni.
“Quest’anno festeggiamo il 65esimo anniversario dalla nostra fondazione, un traguardo importante che abbiamo voluto celebrare con questo grande progetto di donazioni – afferma Claudio Cristalli, amministratore dell'azienda di Castelraimondo– Per noi è un orgoglio collaborare con tre associazioni così importanti, che come noi mettono al primo posto la tutela degli animali e dei loro diritti. Siamo certi che questa iniziativa potrà essere da esempio e da stimolo a sostenere le donazioni e a suggerire a ciascuno come contribuire nel modo migliore”.
Chiunque acquisterà i prodotti Nutrix Più contrassegnati col bollino “100.000 Pasti Omaggio” contribuirà direttamente e fattivamente al progetto, donando senza nessun costo aggiuntivo per il cliente 1 pasto per ogni chilo di mangime acquistato: con le confezioni da 10/15 Kg si contribuisce a donare 10 pasti omaggio, con le confezioni da 2/4 kg si contribuisce con 2-4 pasti omaggio.
“Da tantissimi anni aiutiamo i canili e le associazioni di volontari che si occupano dei cani abbandonati – prosegue Eliana Cristalli – Già subito dopo il terremoto che nel 2016 ha colpito la nostra regione ci siamo attivati per sostenere i canili e le associazioni della zona del ‘cratere’ sismico, che versavano in gravi difficoltà, con la donazione di un elevato numero di pasti omaggio, garantendo il nostro sostegno, nonostante i gravissimi danni subiti anche noi alle strutture del nostro stabilimento. Questa campagna si unisce ad altri progetti che da anni sosteniamo a favore dei Cani e Gatti meno fortunati”.
1064 persone controllate, 5 indagate: è il bilancio dell’attività svolta dal Compartimento Polizia Ferroviaria per le Marche, l’Umbria e l’Abruzzo nel periodo di Ferragosto.
I servizi istituzionali sono stati intensificati con l’impiego di 162 pattuglie nelle stazioni ricomprese nella giurisdizione delle 3 regioni e 18 a bordo treno. 42 i convogli ferroviari scortati. 11 i servizi antiborseggio in abiti civili per contrastare, in particolare, i furti in danno dei viaggiatori.
In particolare la mattina del 10 agosto sul litorale di San Benedetto del Tronto poteva consumarsi una tragedia: due bambini di 6 e 4 anni e il papà rischiavano di affogare ma venivano tratti in salvo dal provvidenziale intervento di un poliziotto in forza al Posto di Polizia Ferroviaria di San Benedetto del Tronto, lì presente, libero dal servizio.
Nella stessa mattinata, nella stazione di Senigallia, il personale del Settore Operativo della Polizia Ferroviaria ha denuncito un cittadino italiano sorpreso mentre era in possesso di arnesi atti allo scasso e stava tentando di rubare due biciclette.
La Regione Marche è disponibile a trattare i rifiuti provenienti dal Lazio, ma non ad accoglierli nelle proprie discariche. Ad averlo dichiarato, nella giornata di ieri, è l'assessore all'Ambiente della Regione Marche, Angelo Sciapichetti.
"Dopo aver parlato con il mio omologo della Regione Lazio Massimo Valeriani - afferma l'Assessore regionale - siamo arrivati a una soluzione. La Regione Marche non può permettere la saturazione delle proprie discariche, ma non ha problemi relativi al trattamento dei rifiuti. Per questo motivo siamo disponibili al trattamento che potrà essere effettuato da Piceno Ambiente con l'impegno, da parte della Regione Lazio, che i rifiuti trattati nell'impianto vengano poi immediatamente riportati fuori dalle Marche per l'abbancamento".
Tempo di novità per il settore italiano delle grandi opere delle infrastrutture. L’annuncio definitivo è arrivato solo pochi giorni fa, dopo un’attenta analisi Salini Impregilo S.p.A. è riuscita a porre le basi per costituire un nuovo polo denominato Progetto Italia.
L’iniziativa di riassetto del settore nazionale delle costruzioni ha come scopo quello di dare vita a un nuovo grande gruppo che abbia una dimensione globale e che sia capace di dare nuova spinta al comparto delle grandi opere, così da accrescere la competitività delle aziende nostrane sul mercato internazionale.
Grazie anche al supporto di banche e istituzioni, è stato possibile dare il via a questo progetto volto a rafforzare un campo dell’industria italiana dall’alto potenziale, così da poter concorrere con gli altri player internazionali sul mercato globale, ricco di opportunità.
Progetto Italia pone, dunque, le fondamenta per dare vita ad una nuova realtà industriale capace di fondere insieme le eccellenze italiane del settore che fino ad oggi hanno operato nei diversi segmenti. Uno dei punti fondamentali è infatti la condivisione del know-how specialistico e del capitale umano e di esperienze, che permetterà di operare a livello internazionale su progetti infrastrutturali che hanno un valore superiore ai 250 milioni di euro in un mercato da oltre 630 mld di € di progetti già avviati per i prossimi anni.
Salini Impregilo S.p.A ha concluso due accordi di investimento per fondare Progetto Italia: il primo con l’azionista di controllo Salini Costruttori S.p.A. e con CDP Equity S.p.A., società controllata da Cassa Depositi e Prestiti S.p.A., il secondo con tre istituzioni finanziarie tra le principali italiane.
Inserito all’interno del più ampio “Piano Industriale”, Progetto italia contribuirà allo sviluppo del livello di specializzazione, dando nuovo stimolo all’occupazione di italiani sia in patria che all’estero. Inoltre si andranno finalmente a sbloccare gli oltre 36 miliardi di euro di opere oggi in standby sul nostro territorio, garantendo così la costruzione delle infrastrutture presenti e future di cui l’Italia ha forte bisogno.