Aggiornato alle: 20:02 Giovedì, 21 Novembre 2024 cielo coperto (MC)
Attualità Corridonia

"Tu che ci fai qui?" Una giornata con i pazienti psichiatrici della Comunità di San Claudio (FOTO e VIDEO)

"Tu che ci fai qui?" Una giornata con i pazienti psichiatrici della Comunità di San Claudio (FOTO e VIDEO)

Fuori il cancello lasciamo tutte le idee e i pregiudizi, qualora ve ne fossero. Una volta entrati, salutiamo le responsabili della struttura e i suoi operatori: siamo ben accolti nella Comunità di San Claudio (leggi qui). Fra i primi ‘ospiti’ troviamo Claudio, che ci regala una poesia estemporanea e canta 'Hanno ucciso l'uomo ragno' degli 883.

Ogni tanto si sente qualche urlo provenire dalle varie stanze, ma nulla di cui preoccuparsi: “è normale”, ci dicono. Troviamo molti pazienti stazionare in una sorta di sala ricreativa, fra i tavoli e le librerie: attendono l’attività del giorno. Il lunedì è riservato al nordic walking o ‘passeggiata nordica’, condotto dal 2014 da Daniela (presidente dell’ASD di Macerata) e Gabriella (istruttrice). Quel giorno i più intraprendenti saranno Loris, Luca e Giammario.

Il freddo all’aperto si fa sentire, decidiamo di rientrare. Addobbi e decorazioni varie predispongono l’atmosfera natalizia, e noi cominciamo a conoscerLi meglio. Parliamo con Loro e ci scambiamo sorrisi, senza badare troppo alla sensatezza di certe frasi. “Lo sai che scroccavo la colazione a Maurizio Costanzo?”, “So’ boni i carciofi”, “Sono stato a letto con tutte le mejo pornostar”. Oppure, “Soffro di bipolarismo, non lo so che vuol dire”, “I miei familiari non vengono mai a trovarmi”, “Qui si sta bene, ma vorrei andare via”.

C’è anche chi non pronuncia alcuna parola, o la sibila al punto che siamo costretti a fargliela ripetere. I più silenziosi si limitano a gesticolare, mentre continuano a studiarci con i Loro occhi. Come essere sottoposti a una lastra. C’è anche chi si presenta con un nome che non è il suo all’anagrafe: è il biglietto da visita del disturbo dissociativo dell’identità. Tutti, comunque, sono accomunati dalla stessa patologia: la schizofrenia. Capiamo che un conto è leggere della follia sui libri: gli scritti accademici, i saggi, i romanzi. E un altro è scovarla proprio lì, nei Loro occhi. Alcuni sembrano vispi e reattivi. Altri appaiono più vacui e opachi, quasi grigi.

In certi momenti, viene spontaneo soffermarsi su questo o quel dettaglio del Loro aspetto, su questa o quella dismorfia: un naso fuori misura e gocciolante, una bocca con dentatura scomposta o un rivolo di bava, una mano troppo esile e tremolante. Come essere saliti su un carrozzone di “freaks”, fenomeni da baraccone. L’apparenza gioca brutti scherzi.

Luisa è l’anima rock della Comunità: le piace ascoltare Litfiba e Maneskin. Ci mostra tutta contenta la sua stanza, “Arredata da me personalmente” dice. “E sono nata sotto una buona stella”, aggiunge. Le chiediamo quale sia il suo disturbo, ma non ne è sicura nemmeno lei. “Gli psichiatri so’ tutti matti”, conlude accompagnando con il gesto avvitato verso l’alto della mano.

Ottavio è il più sboccato e senza filtri della Comunità, a giudicare dalla spontaneità di certe parolacce ed espressioni maschiliste. Dicono che prima avesse il vizio di andare in giro a scoprire i propri genitali in pubblico. Rosella, invece, accenna al suo bipolarismo, racconta della sua vita prima della Comunità: lavoro, amori, gioie e delusioni. Confessa che non le sta molto simpatica la sua coinquilina di stanza, “parla troppo”. E che le manca il suo Massimo, un ex paziente deceduto con il quale “passavamo del bel tempo insieme”.

La mattinata scivola senza che ce ne accorgiamo fino al momento del pranzo: eccoci, tutti insieme a condividere la tavola. Alessandra, cuoca ‘per caso’ da un anno, ha preparato spaghetti al tonno, sgombro con salsa verde e verza in padella. “Io faccio sempre il tifo per Alessandra - dice Claudio - perché sono convinto che mangiare bene fa guarire dalle malattie”.

Tutti e venti gli ospiti di San Claudio sembrano aver gradito i manicaretti di Alessandra (Ottavio ha persino inforchettato il mio piatto, non contento!), e insieme a loro continuiamo a parlare in attesa del caffè. Ci rimane giusto il tempo di soddisfare qualche altra curiosità grazie a Martina (direttrice) e Stefania (psicologa), e di scambiare le ultime battute con gli operatori Tony, Filomena, Adriano, Stefano e Serena. Fino al momento dei saluti.

Con il video servizio che segue, si chiude un cerchio: quello dedicato alla malattia mentale. E a chi se ne occupa o la vive tutti i giorni, nel Maceratese (leggi qui). Noi di Picchio News abbiamo cercato di muoverci al meglio e con tutta la naturalezza possibile, allo scopo di restituire una realtà silenziosa. Di quelle che, se fosse una fetta di dolce alla fine del pasto, troppo spesso verrebbe lasciata o dimenticata sul vassoio. Non sai nemmeno se te la mangerai quella fetta, tanto sei pieno. O se magari farai uno sforzo piuttosto che cederla a qualcun altro con lo stomaco più allenato del tuo. Forse alla fine la butterai via, perché "dopo qualche giorno non è più buona". Un po’ come le nostre vite, che riempiamo ogni giorno con storie e realtà che scegliamo in base al nostro gusto e abitudine.

All’informazione, che ci compete per dovere, abbiamo voluto accompagnare un altro gesto: quello di raccontare, con l'augurio che possa (davvero!) tornare utile. A coloro che conducono una vita ‘normale’ e non sanno, innanzitutto. In secondo, alle persone che ogni giorno varcano il cancello della Comunità di San Claudio e si mettono al lavoro. E infine a Loro, che a tutto questo continuano a dare un senso.

Di seguito, il servizio:

Commenti

Copyright © 2020 Picchio News s.r.l.s | P.IVA 01914260433
Registrazione al Tribunale di Macerata n. 4235/2019 R.G.N.C. - n. 642/2020 Reg. Pubbl. - n. 91 Cron.
Registration Login
Sign in with social account
or
Lost your Password?
Registration Login
Registration
Comuni