Tutti si mobilitano contro i botti di fine anno. Dalle città più grandi ai borghi più piccoli e anche nelle Marche c’è chi dice no ai fuochi d’artificio in difesa delle orecchie degli animali.
“Ogni volta che si avvicinano le feste di fine anno, ed anche quest’anno, eccoci qui pronti ad inviare messaggi di sensibilizzazione per evitare il consumo di carne e per “informare” le amministrazioni sul rischio “botti” di capodanno. - scrive in una nota Paolo D’Arpini del Circolo Vegetariano di Treia - Non che le istituzioni non siano consapevoli di questi rischi, tant’è che ogni anno il bollettino di guerra si arricchisce di qualche morto e ferito in seguito agli scoppi. Ma il problema permane soprattutto per i viventi “passivi”, ossia gli animali.”
Proibire l’uso di petardi e bombe carta per la ricorrenza del capodanno, non solo nei centri urbani, ma anche nelle aeree rurali, montane e suburbane - secondo D’Arpini - serve a “tutelare le orecchie e la salute dei viventi, costretti a sottostare alla sfuriata selvaggia di botti continuati, che spesso iniziano sin dagli ultimi giorni di dicembre e terminano dopo i primi di gennaio.
Ma se anche l’uomo soffre per i rumori molesti figuriamoci quanto soffrono gli animali, soprattutto quelli selvatici.”
Il Circolo chiede “ai sindaci di ogni luogo, ed in particolare alla amministrazione di Treia, a noi più vicina, di interdire l’uso di mortaretti e petardi per la festa di Capodanno.”
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