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Samara Challenge, "Riflesso di un'epoca di regressione e infantilismo emotivo": parola alla psicologa Sellitti

Samara Challenge, "Riflesso di un'epoca di regressione e infantilismo emotivo": parola alla psicologa Sellitti

L'analisi di Maria Sellitti, psicologa e psicoterapeuta di Macerata, sul fenomeno che da alcuni giorni sta spopolando in tutta Italia e che è stato registrato anche nella nostra Provincia, a Civitanova Marche.

"Il fenomeno “Samara” è una tipica “challenge”, ovvero una “sfida” che viene lanciata in rete e che ha lo scopo di spingere alla diffusione di modelli di azione per produrre video, foto e meme, da condividere sui social. Di solito le “challenge” di questo tipo mostrano una diffusione piuttosto rapida nelle prime settimane, per poi ridimensionarsi in maniera graduale - spiega la psicologa -.

È verosimilmente un fenomeno passeggero, come il “Blue Whale”. Tuttavia è doveroso chiedersi come mai il fenomeno “Samara” sia divenuto così dilagante su tutto il territorio nazionale, esteso a luoghi e contesti tra loro anche molto diversi, dalla grande metropoli al paesino di montagna".

"Attraversiamo un momento storico di grande incertezza, disorientamento e crisi d’identità - osserva l'esperta -. Non solo l’adolescente ma anche l’adulto si interrogano rispetto a se stessi ed ai propri confini, rispetto alla possibilità di aderire al sistema della società (necessario per la sopravvivenza materiale e relazionale) pur “sfidandone” le regole. Potremmo definirla, quella attuale, un’epoca di regressione e di discreto infantilismo emotivo, nella quale le pulsioni ludiche e di sperimentazione si mescolano - proprio come nel bambino - ad impulsi provocatori e talora potenzialmente distruttivi".

"Il fenomeno “Samara” esprime il bisogno degli individui di sfidare le regole, sotto lo scudo di una dimensione ludica e di un meccanismo di imitazione diffusi che sembrano legittimare l’azione anche allorché estremizzata (pare che in alcuni casi gli individui travestiti avessero con loro un coltello)" - spiega la Dottoressa Sellitti.

"Il fenomeno esprime anche il bisogno di sperimentare emozioni forti e soprattutto il senso di potere derivante dalla possibilità di “spaventare l’altro” o quantomeno di allertare l’attenzione altrui, con una valenza verosimilmente compensatoria, rispetto ad un fondamentale vissuto di piccolezza ed impotenza - conclude l'esperta -. Di converso, la reazione collettiva talora esasperata della “caccia a Samara” nelle strade, sia pure giustificata dall’esigenza oggettiva che siano garantiti ordine pubblico, sicurezza e quiete, sembra rimandare ad un’istanza di controllo del tipo “fai da te” che pure conferma l’attuale dimensione sociale di incertezza, senso di precarietà e sfiducia".

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