Omicidio Civitanova, la vedova di Alika: "L'assassino non è un pazzo, voleva uccidere"
"Non lasciatemi sola": lo chiede, attraverso l'Ansa, Charity Oriakhi, la moglie di Alika Ogochukwu, l'ambulante nigeriano di 39 anni ucciso di botte, lo scorso venerdì 29 luglio, a Civitanova Marche dal 32enne salernitano Filippo Ferlazzo dopo che Alika aveva chiesto l'elemosina.
Charity è una donna distrutta che non si rassegna alla morte di suo marito e come un mantra ripete: "Voglio giustizia". Le poche lacrime rimaste le solcano il viso e si mescolano al sudore, gli occhi a volte si perdono nel vuoto della piccola stanza dove fa un caldo infernale. "Non dormo dal giorno in cui Alika è stato ucciso, mio figlio Emmanuel non si dà pace e chiede sempre di papà", racconta con un filo di voce.
Per poi alzare il tono quando deve sottolineare che "quel Filippo non è matto, è sano e ha voluto uccidere mio marito". Nel frattempo è emerso che il gip avanzerà la richiesta per valutare se Filippo Ferlazzo fosse capace di intendere e volere al momento dell'aggressione. Inoltre verrà acquisita anche tutta la documentazione sul suo stato di salute mentale.
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