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Macerata, dà del pezzente a un articolista sui social. Don Felice si difende: "Non si tratta di ingiuria"

Macerata, dà del pezzente a un articolista sui social. Don Felice si difende: "Non si tratta di ingiuria"

Il sacerdote della Diocesi di Macerata, Don Felice Prosperi, risponde ad Alessandro Giacomini che qualche giorno fa ci aveva raccontato la storia del diverbio nato sui social in seguito a dei commenti di Don Felice, apparsi dopo il suo articolo pubblicato sulla rivista MicroMega. Lo stesso Giacomini si era poi riservato di procedere con un denuncia per un epiteto ("pezzente") che gli aveva rivolto il sacerdote. 

Ora Don Felice dice la sua attraverso una lettera, scritta in modo ironico come se fosse una missiva firmata da un avvocato, e diretta allo stesso Alessandro Giacomini.

La lettera in questione, facendo fede al diritto di replica, viene pubblicata in maniera integrale, tuttavia la redazione di Picchio News si discosta da quanto espresso dal reverendo nella parte conclusiva del testo. La riportiamo di seguito: 

"Il nostro sacerdote, Don Felice Prosperi, è stato incriminato dal signor Alessandro Giacomini di offesa personale aggravata, per avere rivolto a questi l’epiteto di “pezzente”, dopo la lettura di un articolo, apparso sul sito web MicroMega, in cui si sostiene che la Chiesa Cattolica impone la propria religione ai bambini battezzati in tenera età, suggerendo, anzi intimando alla stessa di non farlo prima del compimento dei dodici anni. 

Non è stato difficile ottenere dal nostro assistito di ritirare quel termine usato nei confronti del Giacomini, e di chiedergli perdono per l’offesa arrecata alla sua persona, nello spirito del Santo Vangelo, insegnato dalla Chiesa a lui e a tutti i bambini molto prima dei dodici anni, se non altro nel Catechismo in preparazione alla Prima Santa Comunione, che in genere si riceve all’età di 8 – 10 anni, cosa che dovrà essere riveduta per venire incontro ai desiderata di Giacomini. 

Si suggerisce all’avvocato del signor Giacomini di lasciar perdere la causa intentata contro il reverendo Don Felice Prosperi, in quanto la Cassazione ha già emesso sentenza, la numero 31.824  del 2009, per la quale l’epiteto “pezzente” non costituisce ingiuria per nessuno, e tenuto conto che i fatti, cioè la petizione teologica dell’ateo in questione e la reazione zelante del nostro cliente, fra l’altro sacerdote a noi consacrato, si sono svolti un anno e mezzo fa, ben altro il limite legale di tre mesi, previsto per sporgere denuncia.

Non temiamo di sostituire nella nostra pratica difensiva di Don Felice il temine “pezzente”, che ha fatto tanto soffrire il signor Alessandro Giacomini, con quello di “Saccente”, più consono e stilisticamente appropriato da attribuire allo stesso, in quanto evidenzia la sua oltraggiosa pretesa di intromettersi nella vita della Chiesa Cattolica, andando oltre le prerogative di Dio, che l’ha fondata. 

Nel contempo si merita Giacomini il titolo assoluto, preciso, corretto e da record mondiale di 'ipocrita', perché mentre sputa veleno contro la Chiesa Cattolica, la unica al quale interessa nel suo odio sviscerato per Lei, si guarda bene e non fa menzione, nella sua tesi sconclusionata e maniacale, delle religioni cosiddette monoteistiche degli islamici e degli ebrei, le quali praticano la circoncisione ai piccoli maschi a pochi giorni di vita, quale segno di appartenenza indiscussa e inconcussa alla loro comunità".

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