Infortuni sul lavoro, sono 4 mila da inizio anno nelle Marche: 50 in più rispetto al 2020
Oltre 4 mila infortuni sul lavoro dall'inizio dell'anno, 50 in più rispetto al 2020 (+1,2%), con gli aumenti maggiori nel terziario e nell'industria. In crescita soprattutto gli infortuni in occasione di lavoro (+3,3%), in calo quelli in itinere.
Sono Cgil, Cisl e Uil Marche a rendere noti questi "preoccupanti dati marchigiani" in occasione della Giornata di mobilitazione per la sicurezza sul lavoro promossa a livello nazionale per il 20 maggio.
"Una data simbolica: - ricordano i sindacati - proprio in questo giorno, nel 1970, venne approvato lo Statuto dei Lavoratori". Nel ricordare quel passaggio storico Cgil, Cisl e Uil rilanciano oggi con iniziative per chiedere alle Istituzioni e alle altre parti sociali un 'Patto per la salute e la sicurezza' che fermi la lunga scia di tragedie". Previste assemblee unitarie in tutta la regione tra cui alla Fincantieri di Ancona, alla Ifi di Tavullia (Pesaro Urbino), alla Barilla di Ascoli Piceno, alla Loro Piana di Porto Sant'Elpidio (Fermo), alla Fratelli Guzzini di Recanati (Macerata) e tante altre.
Gli infortuni hanno spesso esito mortale: tre i lavoratori deceduti dall'inizio dell'anno, dopo un 2020 con 46 morti sul lavoro e 15mila infortuni complessivi. Ancona è la provincia che ha registrato il maggior numero di infortuni: ben 1.555 contro i 910 di Pesaro Urbino, 838 a Macerata, 408 ad Ascoli e 372 a Fermo. "Una lunga scia di sangue, non più tollerabile, - commentano i sindacati - che si abbatte sugli affetti delle famiglie, sul loro reddito e sul loro futuro"
Numeri freddi ma anche più preoccupanti - affermano Daniela Barbaresi, Sauro Rossi e Claudia Mazzucchelli, rispettivamente segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Marche - se pensiamo che la nostra regione in un anno di Covid hanno perso oltre 14mila posti di lavoro e che in questi primi tre mesi il ricorso alla cassa integrazione ha superato i 21 milioni di ore contro gli appena 1,3 milioni dello stesso periodo pre emergenza pandemica. Ciò significa che l'incidenza è più alta”.
“La sicurezza sul lavoro non deve essere solo uno slogan – concludono Barbaresi, Rossi e Mazzucchelli - le leggi ci sono ma occorre continuare a lavorare alla loro piena applicazione e a un sistema di controlli che sia continuo e puntuale. Di fronte a questi numeri non basta commuoversi e indignarsi, ma occorrono azioni forti e decise da parte di tutti: dalle imprese alle Istituzioni. Alla Regione chiediamo di intervenire subito per garantire le risorse e soprattutto gli organici necessari all’intensificazione dei controlli nelle aziende e nei cantieri e per organizzare un adeguato sistema di prevenzione”.
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