Editoriale - Macerata e l'attacco ai gay, perché Parcaroli non si dissocia da Fratelli D'Italia?
EDITORIALE. C’è una città in Italia nella quale esiste un sindaco che governa a sua insaputa. Un sindaco che non si cura minimamente degli effetti che alcune cadute di stile di esponenti politici a lui vicini possono produrre: che si chiami ieri fascismo e oggi omofobia. Oggi, nella Giornata internazionale contro l’omotransfobia. Quel sindaco si chiama Sandro Parcaroli ed è il primo cittadino di Macerata.
Sandro Parcaroli è un sindaco a sua insaputa, forse rapito dai troppi incarichi ricoperti, come quello da presidente della Provincia di Macerata assunto lo scorso 19 dicembre, oltre a quello di sindaco della città e quindi - in teoria - di rappresentante di tutta la popolazione.
Quanto accaduto a Macerata è non solo disdicevole ma anche vergognoso. E il fatto che a quasi 24 ore di distanza un sindaco ligio al dovere come Sandro Parcaroli non abbia sentito l’esigenza di dissociarsi da quelle dichiarazioni, lo è ancora di più. Ma facciamo un passo indietro e spieghiamo quanto accaduto.
Il 30 marzo scorso il consigliere di maggioranza in quota Lega in Consiglio comunale, Roberto Fabiani, diffondeva a mezzo social un post nel quale definiva ritardati coloro i quali avrebbero festeggiato l’anniversario del 25 aprile, giorno della Liberazione dai nazifascisti. Un post per il quale Fabiani fu costretto a scusarsi e la Lega di Macerata ad emettere un comunicato nel quale condannava il gesto dello stesso consigliere.
In occasione della querelle che vide Fabiani protagonista, il sindaco Parcaroli decise di trincerarsi dietro un “No comment” per l’accaduto. “La Lega farà uscire un comunicato di scuse e si chiude qui” le uniche parole che Parcaroli sentì di esprimere. Nessuna di vicinanza, invece, per le parti offese dalle dichiarazioni di Fabiani, ANPI compresa.
Arriviamo al 16 maggio. La redazione di Picchio News riceve un comunicato stampa firmato da Fratelli d’Italia Macerata. Nel comunicato si condanna la circolare del Ministero dell’Istruzione che invita le scuole di ogni ordine e grado ad organizzare per questa giornata iniziative contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia.
Per Fratelli d’Italia è troppo: “No alla giornata contro l’omotransfobia: nelle scuole pubbliche non possono trovare posto insegnamenti su tematiche così delicate, che riguardano posizioni particolari. La natura istituzionale della scuola non consente di affrontare questi delicatissimi argomenti”, scrive la sezione FdI di Macerata cui fa eco a poche ore di distanza l’assessore all’Istruzione della Regione Marche, Giorgia Latini.
"Il timore fondato di tante famiglie, condiviso dalla Lega e dal Sottosegretario Rossano Sasso, è che dietro la lotta contro le discriminazioni si nasconda in realtà la volontà di propagandare la teoria gender tra bambini e ragazzi”, scrive la Latini, che non perde occasione per esporre le proprie idee solo se in netto contrasto col Governo: gestione Covid e insegnanti dissidenti docet.
Il messaggio che filtra è che il Governo ci vorrebbe far diventare tutti froci. Non gay: proprio froci. Un messaggio di inclusione sociale - quello della lotta alla discriminazione per genere e sesso - che rappresenta uno dei fondamenti dell’istituzione scolastica nel nostro Paese. Ma che secondo la Latini e Fratelli d’Italia Macerata, non va bene.
Fa specie pensare che proprio a Macerata, nella Giunta Parcaroli, sia vicesindaca in quota FdI Francesca D’Alessandro, insegnante in aspettativa di Italiano, Storia, Geografia al liceo classico e linguistico della città. E’ strano non abbia sentito l’esigenza di smarcarsi da simili posizioni. Proprio lei che nella vita fa l’insegnante.
Paolo Renna è l’altro esponente della Giunta Parcaroli in quota Fratelli d’Italia con il ruolo di assessore alla Sicurezza e al decoro. Se non fossero trascorsi 100 anni dalla Marcia su Roma, potremmo forse rispolverare l’albo fotografico del Minculpop. Ma perché il sindaco Sandro Parcaroli non si è dissociato da Fabiani? E perché non si dissocia adesso da Fratelli d’Italia? Lui, che dovrebbe essere il sindaco di tutti, si è già dimenticato cosa significhi essere primo cittadino di Macerata?
O forse è più interessato agli equilibri politici interni alla sua maggioranza o a quella della Provincia? La lotta contro le discriminazioni sociali è roba seria: da inizio anno sono già stati 15 gli episodi denunciati, quindi molti di più quelli realmente accaduti - e registrati dal sito omofobia.org - che hanno condotto a molestie, minacce o alla morte di uomini e donne gay in Italia. Di cos’altro ha bisogno il sindaco Parcaroli per dissociarsi da tutto questo?
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