"Totale paralisi del sistema nella gestione dei rifiuti in provincia di Macerata"
“La situazione in merito all’individuazione del sito della nuova discarica in provincia di Macerata è di totale paralisi”, denuncia Mario Morgoni, esponente del Partito Democratico, commentando l’assemblea dei sindaci dell’ambito territoriale ambientale della provincia, tenutasi lo scorso 20 ottobre.
“Dopo cinque anni dall’avvio del procedimento e dopo aver condiviso le modalità dell’iter, è stato proprio il Comune capoluogo – che esprime il presidente della provincia – a contestare le conclusioni del lavoro istruttorio svolto dall’Università Politecnica delle Marche. Una situazione veramente imbarazzante”, afferma Morgoni.
Secondo l’esponente dem, “la destra governa la quasi totalità dei Comuni, ha rigettato la proposta di gestione unitaria del Cosmari, pretendendo di governare da sola l’azienda pubblica più importante del territorio, e sta condannando alla totale paralisi il sistema di gestione dei rifiuti. Siamo costretti ad abbancare i rifiuti fuori provincia e lo faremo ancora per anni, visto che il sindaco di Cingoli – che non ha partecipato all’assemblea – ha dichiarato che senza l’individuazione del nuovo sito non ci sarà alcun ampliamento della discarica del suo Comune”.
“E ha ragione di dirlo e di essere conseguente con le sue affermazioni, se non intende perdere clamorosamente la faccia. A pagare i pesantissimi costi di questa inaccettabile condizione di immobilismo sono i cittadini della provincia di Macerata, già sottoposti a gravosi aumenti della tariffa che saranno destinati a lievitare ulteriormente”, continua Morgoni.
“Ma c’è anche un altro aspetto inquietante – sottolinea –: la destra, che in questa provincia ha tutto il potere, dimostra di non avere alcuna idea e di non essere capace di nessuna decisione in un settore strategico come quello ambientale, e sta portando su un binario morto il Cosmari. Buttano la palla in tribuna vagheggiando il termovalorizzatore perché non sanno che pesci pigliare”.
“Non possiamo poi meravigliarci troppo se, di fronte a queste rovinose, furbesche e tragicomiche prove di chi è tenuto a tutelare gli interessi pubblici, gli elettori disertino le urne e cresca la disaffezione verso la politica e le istituzioni”, conclude Morgoni.
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