Circolare Ministero Istruzione, Latini: "Si vuole propagandare teoria gender a scuola, venga ritirata"
"No al gender nelle scuole, il Ministero ritiri la circolare del 17 maggio". A esporsi in maniera netta è Giorgia Latini, assessore all'istruzione Regione Marche, nel commentare la circolare emessa dal Ministero dell’Istruzione con l'obiettivo di "favorire e costruire una scuola aperta e inclusiva, che valorizzi le singole individualità e educhi alla cultura del rispetto per prevenire e contrastare ogni forma di violenza e discriminazione".
"Poche righe più avanti", spiega Latini - in occasione della 'Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, nonché contro ogni forma di atteggiamento pregiudiziale basato sull’orientamento sessuale', il 17 maggio - "si invitano docenti e scuole di ogni grado, nell’ambito della propria autonomia didattica ed organizzativa a creare occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nell’ambito dei principi nazionali e internazionali".
"Il timore fondato di tante famiglie, condiviso dalla Lega e dal Sottosegretario Rossano Sasso, è che dietro la lotta contro le discriminazioni si nasconda in realtà la volontà di propagandare la teoria gender tra bambini e ragazzi - dichiara l'assessore -. Un timore condiviso da tutti coloro che non vogliono vedere introdotti tra i banchi, surrettiziamente, i principi contenuti nel ddl Zan, peraltro già bocciato in Parlamento".
"La vera discriminata, da parte di chi vuole imporre la propria ideologia agli studenti, è la famiglia. Non risulta la stessa solerzia in occasione della Giornata Internazionale della famiglia - aggiunge Latini -. Evidentemente queste ricorrenze vengono evidenziate soltanto quando vanno d'accordo con certe impostazioni ideologiche".
"Chiediamo pertanto al Ministero di ritirare la circolare - conclude Latini -. All'Ufficio scolastico regionale e ai dirigenti scolastici invece di vigilare affinché la lotta alle discriminazioni non diventi il modo di certa malapolitica di introdurre attraverso canali extraparlamentari ciò che non si è riusciti ad approvare in maniera democratica. Questo tra l'altro violerebbe il consenso informato e la libertà educativa dei genitori. Questo non possiamo permetterlo a nessuno". Dello stesso parere si è mostrato anche il gruppo maceratese di Fratelli d'Italia: leggi qui.
Commenti