Dopo il terremoto del 26 ottobre la parrocchia, le famiglie dei bambini iscritti all’asilo, le maestre, si sono trovati senza una struttura agibile.
Il Parroco, sentiti gli Organi Parrocchiali, dopo diversi mesi di chiusura raccolte le pressanti richieste delle famiglie e di tutta la comunità, accogliendo la generosità di un parrocchiano, ha deciso di continuare l’anno scolastico spostando la scuola in un appartamento di Montagnano: soluzione provvisoria, per sopperire ad una esigenza urgente e contingente agli eventi sismici.
Spronato dalle famiglie dei bambini e dalla voglia di non far morire questa istituzione a servizio della comunità di Camerino (si accolgono bambini non solo della parrocchia di San Venanzio ma anche di tutta la nostra città e dei paesi limitrofi che purtroppo non possono avere il nido per motivi di spopolamento), ha cominciato a cercare probabili benefattori che avrebbero potuto contribuire alla salvezza della scuola.
Così sono cominciate ad arrivare proposte di donazioni da diverse aziende sensibili ai problemi dei terremotati ed in particolare dei bambini che hanno bisogno della scuola pubblica e/o parificata (la loro generosità non fa differenza tra scuola pubblica e scuola parificata).
La prerogativa fondamentale era che la nuova struttura fosse dotata di massima sicurezza in caso di nuovi eventi sismici, anche in caso di alta magnitudo.
"Abbiamo cominciato quindi a cercare un terreno idoneo ad ospitare questa struttura - ha affermato don Marco Gentilucci - e nel frattempo ci sono stati proposti nuovi aiuti anche da altri benefattori.
Dopo una ricerca autonoma che non ha portato alcun risultato abbiamo deciso di interpellare il Comune di Camerino affinché individuasse, all’interno del territorio comunale un’area idonea dove poter edificare la struttura (gennaio 2017), cosa fatta anche da altri Enti e Associazioni. Il Comune di Camerino ci ha chiesto di mostrare un progetto di massima per potersi rendere conto della superficie di cui avevamo bisogno. Così abbiamo impostato il primo progetto della struttura scolastica confrontandoci necessariamente con le varie normative nazionali e regionali per la regolamentazione di tali strutture.
Diverso tempo dopo ci hanno contattati dicendo che solo un’area, nel quartiere di Montagnano, ancora libera e destinata a questo servizio, risultava essere idonea ad ospitare questa struttura (agosto 2017).
Il parroco ha portato a conoscenza della Diocesi la proposta di concessione dell’area fatta dal Comune con la formula del diritto di superficie. Abbiamo quindi cominciato ad avere a che fare con l'ufficio tecnico del Comune per sviluppare in modo concreto il progetto esecutivo della struttura cercando di occupare solo per la minima parte necessaria l’area che la normativa richiedeva".
"Ci viene fatta esplicita richiesta da parte del Comune di mantenere la restante area a servizio del quartiere - ha continuato don Marco Gentilucci - e di fare in modo di mantenere in funzione campetto di gioco. Convinti che purtroppo fosse inevitabile un restringimento del godimento dell’area da parte del quartiere ci siamo proposti di accollarci nel tempo la manutenzione dell’area verde pubblica, il rifacimento completo del campetto che in questo momento si trova in stato di abbandono, ed anche di ridare all’area nuovi giochi oltre a preservare al massimo tutte le alberature presenti. Dopo aver constatato che alcuni abitanti del quartiere, manifestavano contrarietà alla realizzazione della scuola in quel sito siamo tornati in Comune chiedendo nuovamente se ci fossero altre aree disponibili (ottobre 2017).
Alcuni rappresentanti di coloro che si sono detti contrari hanno chiesto al parroco un incontro per poter esporre le loro osservazioni ed in quella sede si sono espressi contro la costruzione della scuola portando come motivazione la necessità di mantenere a verde ogni metro di superficie dell’attuale area. Il parroco, sentite le loro esigenze, ha chiesto se fosse possibile trovare una soluzione condivisa al problema, ed ha interrogato di nuovo il Comune sulla possibilità di avere un’altra area idonea diversa da quella di Montagnano. Purtroppo, il Comune ha risposto che non esiste altra area di sua proprietà con la destinazione urbanistica idonea alla costruzione della scuola".
Il progetto è stato quindi rivisto e studiato in modo da limitare al minimo l’occupazione dell’area (1000 mq su 3500 mq), prevedendo di costruire la copertura con la tecnica del green roof (tetto verde), il quale in parte sarebbe stato anche accessibile dal giardino, ampliando l’area giochi esistente, ed impattando al minimo con la costruzione della struttura di un’altezza di soli 3,50 ml. al livello di gronda; queste soluzioni avrebbero portato inevitabilmente ad un innalzamento dei costi di costruzione ma sono state comunque prese in considerazione per poter trovare una soluzione accettabile per tutti (dicembre 2017).
Dopo l’uscita degli articoli sui giornali locali si è deciso di esporre alla comunità le ragioni sperando di addivenire ad una soluzione ampiamente condivisa.
"Ogni servizio a favore delle future generazioni è un arricchimento per tutta la comunità di Camerino e anche oltre - così ha concluso don Gentilucci - opportunità che non dobbiamo farci sfuggire, anche perché questo terremoto ha minato in modo profondo il futuro di questa nostra piccola realtà, già peraltro a forte rischio di spopolamento per mancanza di servizi alle famiglie e soprattutto a quelle giovani famiglie con bambini. In conclusione vogliamo ribadire la necessità di continuare le attività della storica “Scuola materna Maria Ausiliatrice” con i principali oneri a carico della Parrocchia di San Venanzio, dei donatori e degli Enti vicini, in una nuova sede sicura. Vogliamo confermare la correttezza delle azioni svolte e la ricerca della più completa legalità e legittimità, senza richiedere particolari privilegi.
Siamo aperti al confronto e ad ogni trasparente informazione e al tempo stesso determinati a mantenere una storica istituzione a Camerino, in luogo idoneo, in una struttura sicura e in tempi ragionevoli".
Dopo quasi un anno di lavori, sono finalmente vicini alla conclusione i lavori di ristrutturazione della locale stazione ferroviaria e dopo essere stata ridipinta completamente, è stata smontata l'impalcatura che la teneva imprigionata.
Pressoché completato il tunnel, dove manca solo l'installazione dei display, che offre un effetto scenografico molto bello, con le luci a led che corrono lungo tutta la sua estensione.
Manca veramente poco alla conclusione dei lavori ma non è sfuggito all'occhio vigile di quanti si sono trovati a passare davanti, quella strana scritta che è stata apposta sulla facciata, dove ci sarebbero un paio di errori.
La lettera "A" della parola "stazione", è stata infatti posizionata in modo errato, ruotata di novanta gradi rispetto alla maniera corretta e ci sono dei dubbi anche sulla lettera "O" che a prima vista, sembra di dimensioni più grandi, più allungata, rispetto alle altre lettere. Non vorremmo che sia stata fatta confusione, come a volte accade a chi ha poca dimestichezza con le tastiere dei computer, tra la vocale con il numero 0.
Essendo il caso già finito sui social, speriamo che si rimedi al più presto, prima che la foto diventi virale sulla scia delle famose palme.
La cooperativa sociale Pars onlus promuove la formazione nel Modello Benenzon. Nel mese di febbraio e di marzo saranno attivati due seminari di Musicoterapia didattica nel Modello Benenzon per tutti coloro che vogliano approfondire l’utilizzo della comunicazione non verbale, sia in ambito personale che professionale.
Un’esperienza formativa teorico-pratica che si svilupperà attraverso il lavoro individuale e di gruppo e condotta dai docenti, Laura Faranda e Francesco Amico. Il corso di primo livello dal titolo “Dalla teoria alla pratica della terapia non-verbale Benenzon”, si svolgerà il 2, 3 e 4 febbraio e permetterà di acquisire un livello di conoscenza iniziale nella teoria della comunicazione non verbale e un sistema di allenamento per la comprensione e l’uso degli elementi corporo-sonoro-non verbali.
Il secondo livello, dal titolo ”I testimoni delle risorse non verbali”, si terrà il 23, 24 e 25 marzo al villaggio San Michele Arcangelo a Corridonia. Durante questo secondo percorso si potrà apprendere il linguaggio del non verbale, iniziare a comprendere l’importanza della supervisione, riconoscere i fenomeni della regressione, i rituali e la ripetizione, praticare l’etica del Modello.
“La terapia non-verbale Benenzon è una terapia che utilizza le espressioni corpore-sonore per sviluppare un vincolo relazionale fra il terapeuta e le persone che necessitano di aiuto per migliorare la loro qualità di vita - spiega il docente Francesco Amico. Fare esperienza attraverso questo modello è un’opportunità e una ricchezza per la formazione dei musicoterapeuti, ma anche per altri operatori del campo della salute, dell’educazione e della cultura come psichiatri, psicologi, psicopedagogisti, educatori, artisti, sociologi, psicomotricisti, terapeuti occupazionali e studenti”.
Alla fine del corso sarà rilasciato un attestato riconosciuto in tutti i centri Benenzon del mondo e dalla maggior parte delle scuole professionali di musicoterapia presenti sul territorio nazionale. E’ un corso accreditato dal Miur. Chi desidera portare a termine il percorso di formazione e ottenere anche il titolo di Tecnico Non Verbale Benenzon, può consultare il programma dettagliato sul sito ufficiale http://www.centrobenenzon.org/benenzon/mt-didattica.
Per informazioni e iscrizioni contattare la dott.ssa Daniela Carassai allo 0733.434861 oppure scrivere a formazione.benenzon@pars.it
Riceviamo e pubblichiamo una lettera a firma del Comitato Pedemontana Matelica indirizzata alla presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini
"Preg.ma Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, la contattiamo in qualità di “Comitato Pedemontana Matelica” costituito da un gruppo di associazioni, professionisti ma anche singoli cittadini che hanno iniziato a collaborare a difesa di uno dei comuni delle Marche siti nel cratere del terremoto: Matelica, la cittadina che ha dato le origini alla Sua Famiglia, per ringraziarLa, del fattivo impegno profuso a sostegno dei terremotati e dei luoghi del cratere, una delle aree più belle e operose d’Italia, nota per la connotazione di grandi lavoratori attribuita alle sue genti ma che all’indomani del sisma, questa volta contrariamente a quanto avvenuto dopo il sisma del ‘97,non sono riuscite a reagire. “Cratere”, mai termine così evocativo è stato utilizzato per descrivere all’indomani del sisma la portata di distruzione che oltre 68.000 scosse di terremoto sprigionatesi dal cuore pulsante dell’Appennino hanno inferto a 4 regioni in termini di vittime e danni e, proprio la dimensione enorme dell’area interessata, oltre alla distruzione materiale, ha provocato un effetto domino devastante sul tessuto sociale ed economico del cosiddetto “Modello Marchigiano”; gli interventi di sostegno andavano programmati subito, aiutando a sopravvivere le tantissime microimprese che operano sul territorio e garantendo la funzionalità di stalle, negozi, officine, fienili, scuole e uffici, il vero germe della rinascita. Ma questa volta è diverso, molte le motivazioni o le scuse che possono essere addotte dai nostri amministratori come concause, non ultima la crisi economica che stiamo attraversando, ma proprio per questo andava stilata una rigorosa prioritizzazione degli interventi da eseguire, mettere in sicurezza la popolazione cercando di preservare il tessuto sociale e fornire un supporto immediato alle imprese, invece, assistiamo a decisioni prese dall’alto che oltre a non tener conto dei bisogni della gente sembrano ispirate da una caparbia volontà di proseguire l’opera di distruzione e di avvilire la solidarietà degli italiani.
Ad un anno e mezzo dal sisma le casette destinate a chi ha dovuto abbandonare i propri paesi, tardano ad arrivare, ma in compenso non tardano altri tipi di interventi dove forti sono gli interessi privati, che ora non trovano ostacoli ed opposizione da parte della popolazione disgregata e fiaccata dai tanti problemi.
Inoltre, la gestione centralizzata applicata con l’attuale modello si è dimostrata inefficace e farraginosa, sarebbe stato auspicabile testare invece un nuovo modello di "governance" che attribuisse una responsabilità diretta per la ricostruzione ai Governatori delle Regioni, a Commissari Governativi nominati e alle Assemblee di Comunità dei Sindaci. Proprio la disgregazione dell’intero tessuto sociale e l’eccessiva burocratizzazione degli interventi, hanno causato la nascita di tanti piccoli Comitati disseminati nel territorio, nati spontaneamente dalla condivisione di problemi ed esigenze concrete rimaste inascoltate e che non godono dell’attenzione dei media, abbiamo proprio per questo pensato di raccontarLe per punti le istanze e il dissenso delle popolazioni terremotate a seguito delle decisioni spesso acefale portate avanti dalle nostre amministrazioni.
La stampa locale e i gruppi social si popolano ogni giorno di questioni spinose che finiscono spesso sotto i riflettori delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, Le riportiamo di seguito 8 situazioni, ma ne potremmo elencare decine di altre:
1. le indagini dei NAS svolte in Umbria, tra Cascia e Norcia, riferiscono di «inquietanti indizi» relativi all’esistenza di una associazione a delinquere messa in piedi dalle aziende appaltatrici che, stando agli atti della Procura, avrebbero subappaltato i lavori per la ricostruzione ad aziende facenti capo a soggetti anomali, forse dei prestanome, tutti originari della Campania e pregiudicati.
2. Una serie di indagini e di inchieste giornalistiche hanno fatto emergere quello che è stato definito “il vaso di pandora delle casette”: società importanti del settore delle costruzioni avrebbero fatto ricorso“sistematicamente” ad aziende subappaltatrici che si sarebbero prese anche la premura di falsificare i documenti. Le casette inoltre si sono già dimostrate inadeguate per il clima delle aree in cui sono state collocate e hanno presentato seri problemi di funzionalità; in recenti immagini circolate in rete sono state documentate le esplosioni delle tubature e dei boiler posizionati sul tetto dei moduli abitativi installati a Visso in seguito alle prime gelate occorse nei giorni scorsi, alla fine tra l’altro di un autunno ancora relativamente mite rispetto alle temperature attese nei prossimi mesi invernali, in quei luoghi.
3. Mentre oltre l’80% dei terremotati marchigiani versa in situazioni precarie, l’Amministrazione marchigiana sembra essersi accorta solo della casetta di legno della signora Giuseppina Fattori di 95 anni di Ussita, che secondo i funzionari amministrativi avrebbe fatto un grave abuso edilizio rivendicando il diritto di poter morire in una casetta di legno privata istallata in un’area antistante la vecchia casa crollata, sulla propria terra natia, ci domandiamo se questa signora ultra novantenne possa essere “il caso 1” a seguito del quale tutte le amministrazioni d’Italia inizino a rispondere agli abusi edilizi, non con i condoni ma con lo sfratto coattivo.
4. Nessuno parla poi del gravissimo consumo di suolo causato dalle SAE, dai costi stratosferici (circa € 3.000,00 al mq rispetto alle € 1.600,00 degli immobile acquistati dalla Regione) e posizionate in spregio ad ogni più elementare norma idrogeologica (vedi Castel Sant’Angelo sul Nera a pochi metri dal Nera).
5. Si discute da mesi sulla fine delle donazioni raccolte grazie alla solidarietà degli italiani, mentre l’amministrazione regionale marchigiana fa trapelare l’intenzione di realizzare con quei soldi, una pista ciclabile che dovrebbe unire la costa alla montagna, da Civitanova Marche ai Sibillini (oggettivamente praticabile 3 mesi l’anno)a cui segue una nuova proposta del Commissario Straordinario alla ricostruzione che vorrebbe , con quei soldi, procedere al recupero della grotta sudatoria di Arquata del Tronto (idea subito smentita dalla giunta regionale delle Marche).
6. La scorsa estate era stato lanciato il progetto di recupero del borgo di Castelluccio di Norcia, sito su uno splendido pianoro, famoso nel mondo, grazie al finanziamento della multinazionale Nestlé che però avrebbe finanziato la costruzione di un enorme centro commerciale che avrebbe distrutto l’incanto di quei luoghi, recentemente la Regione Umbria sembra aver smentito la prossima realizzazione del progetto.
7. A fronte dello stallo generale sulla gestione delle macerie (2,4 milioni di tonnellate da smaltire ancora a settembre scorso tra Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio), l’attenzione politica continua ad essere quella per la realizzazione di una strada a “veloce” scorrimento, definita Pedemontana delle Marche, che ha costretto la popolazione terremotata a subire ancor prima dell’arrivo di qualsiasi aiuto per la ricostruzione, la distruzione delle ruspe per un’opera di devastante cementificazione che non tiene in alcuna considerazione le esigenze della popolazione locale residente. La realizzazione della Pedemontana che nasce con un progetto già vecchio (trattasi di strada a due sole corsie e percorribile a velocità non superiore ai 90 km/h), apporterà un impatto ambientale devastante per un territorio pregevole come quello dell’entroterra appenninico, dove si producono prodotti di eccellenza come il Verdicchio DOCG di Matelica, i cereali dell’agricoltura biologica oltre alle piantagioni di zafferano e dove si è sviluppato negli ultimi due decenni il turismo ecosostenibile e ciclabile. Tale opera fortemente voluta dal più grande imprenditore della zona che ne ha rivendicato il tracciato e che negli ultimi anni ha venduto le sue aziende delocalizzando all’estero e mettendo in cassa integrazione quasi 10.000 lavoratori, costerà 220 milioni di euro di cui il 40% dovrà essere pagato attraverso oneri indiretti che graveranno sulla tassazione delle popolazioni e sulle economie già piegate dal sisma e dalla crisi sistemica che dal 2008 ha distrutto il tessuto economico del modello marchigiano. Una nuova Quadrilatero realizzata 40 dopo la sua ideazione, risulta oggi all’indomani del sisma una scelta rivolta al passato: le infrastrutture da sole, senza investimenti, non possono essere considerate un volano di sviluppo del territorio o le aree industriali toccate dalla SS76 e dalla SS77 oramai ultimate avrebbero dovuto far riaprire i battenti a migliaia di aziende, ma non è così. La questione Pedemontana è stata oggetto di tre interrogazioni parlamentari perché questa cementificazione devastante dell’ambiente è stata approvata all’unanimità su tutti i tavoli istituzionali in seguito alla previsione che la strada avrebbe portati 8.000 nuovi posti di lavoro/anno e 90.000 in 10 anni, ma nella risposta del Governo a firma del Vice Ministro Nencini tale argomentazione scompare e l’unico motivo rimasto plausibile risulta essere il “miglioramento dell’ambiente”! Ciò che preoccupa le popolazioni è di cosa vivrà la vallata ad opera compiuta?
8. L’Agenzia delle Entrate, a seguito di una dichiarazione non ufficiale, ma pubblicata l’estate scorsa su quotidiani e stampa di settore, ha espresso seri dubbi sul bonus ricostruzione. In base a tale interpretazione chi effettuerà la ricostruzione nello stesso sedime della demolizione, non avrà diritto al sisma bonus. Questo condannerà alla scomparsa tutti quei borghi presenti da secoli sull’Appennino perché ritenuti incidenti su un’area identificata come pericolosa? Ma secondo tale principio quale sarebbe un’area geologicamente sicura? Non andrebbe forse investito su modalità costruttive innovative e tecnologicamente testate piuttosto che delocalizzare altrove intere comunità? Nella speranza che quanto rappresentato possa essere di interesse delle più alte Cariche dello Stato, ci auguriamo, nell’interesse di una intera Comunità che si trova in grandi difficoltà, che le Istituzioni non si dimentichino del cratere del terremoto e vogliano tener conto delle problematiche che ci siamo permessi di sottoporLe, nel corso delle prossime attività istituzionali.
Desidereremmo infine cogliere l’occasione per invitarLa a Matelica e pregiarci della sua autorevole presenza in occasione di un importante evento sul lavoro che stiamo organizzando per l’inizio del prossimo anno, al fine di cercare di rilanciare la piccola e media impresa del “Modello Marchigiano” e per promuovere un “Modello di rete d’impresa” che possa porre le premesse per far crescere le produzioni di nicchia della vallata, all’insegna della “soft economy” e dell’industrializzazione 4.0. Lungo e difficoltoso sarà il cammino della riconversione di un intero comparto economico e mai come in questo momento Matelica e l’intera area del cratere del terremoto hanno bisogno di segnali forti, della presenza dello Stato. Con rinnovata stima le inviamo i nostri più sentiti ringraziamenti per quanto fatto e ci auguriamo di poterLa avere presto con noi. Auguriamo a Lei e ai Suoi Cari un sereno Natale.
Con osservanza"
Incontro nei giorni scorsi per la struttura di accoglienza per anziani terremotati, “La casa nel bosco” progettata dall'architetto Guendalina Salimei del T Studio di Roma, celebre per aver ispirato con la sua storia il film “Scusate se esisto”, con Raoul Bova e Paola Cortellesi.
Per realizzare l'edificio l'associazione di terremotati “Laterra trema noi no”, sta promuovendo una raccolta fondi. Nel corso dell'incontro, alla presenza di Guendalina Salimei, del sindaco di Valfornace Massimo Citracca, dei componenti del direttivo dell'associazione, dei responsabili dell'ufficio tecnico comunale, è stato compiuto un sopralluogo sul terreno messo a disposizione dal proprietario Macario Aureli, per realizzare il progetto. Sono stati affrontati alcuni punti prioritari per la costruzione della struttura, giungendo ad un progetto condiviso ed ad un coordinamento tra l'associazione, il Comune di Valfornace e la progettista, per seguire gli sviluppi futuri. “Siamo molto soddisfatti del risultato dell'incontro, lanciamo adesso un appello alla solidarietà di tutti, cittadini, associazioni, imprenditori, per contribuire alla nostra raccolta fondi e poter dare una casa a tanti anziani che hanno perso tutto a causa del terremoto”, affermano i componenti del direttivo de “La terra trema noi no”.
“Questo progetto punta a riportare gli anziani nei loro territori di origine, visto che numerose strutture residenziali sono state rese inagibili dal sisma, in modo da creare anche opportunità economiche e occupazionali per il territorio”, concludono i componenti dell'associazione. Chi volesse contribuire alla costruzione della Casa nel bosco ed avere ulteriori informazioni può contattare l'associazione, sia sul sito www.laterratremanoino.it, scrivere alla mail laterratremanoino@libero.it, dando il proprio contributo con l'iban ICRAITCRO0 IT79S 08456 68830 00020 155248.
Più di mille donazioni, esattamente 1075 le sacche di sangue e plasma raccolte nel corso degli ultimi dodici mesi. Sono questi i numeri dell’Avis comunale di San Severino Marche forniti dal presidente, Anelido Appignanesi, nel corso del tradizionale incontro natalizio dei soci che è stato aperto dal saluto del sindaco, Rosa Piermattei, al teatro Italia.
Positivi, insieme a quelli delle donazioni, anche i numeri degli iscritti: l’Avis settempedana è cresciuta, per tesserati, di ben 40 unità nel 2017.
Numerose le iniziative che hanno interessato l’associazione dei donatori di sangue che hanno anche inaugurato, proprio in questi giorni, un nuovo allestimento della rotonda posta davanti alla sede istituzionale che si trova al primo piano dello stabile che ospita il teatro Italia. Alla festa nella festa si sono uniti al primo cittadino Piermattei e al presidente Appignanesi anche il vice presidente onorario Alberto Pancalletti, il vice presidente Dino Marinelli, il cassiere Sergio Massi, il presidente del Consiglio comunale, Sandro Granata, e gli assessori Sara Bianchi, Vanna Bianconi e Tarcisio Antognozzi, il comandante della Polizia Locale, Sinobaldo Capaldi.
In prossimità del Natale ogni anno i soci della sezione Avis di San Severino Marche si ritrovano per ricordare i donatori scomparsi e consegnare una targa ricordo ai loro familiari ma anche per premiare i donatori meritevoli e presentare una relazione sull’andamento dell’attività trasfusionale.
Questa sera (mercoledì 27 dicembre), dalle ore 18 alle 20, in piazza Del Popolo “Aperitivo sotto l’Albero” con le musiche di Max Ruggeri e Kabubi e dj set nell’ambito delle iniziative proposte dal Comune di San Severino Marche e dalla Pro Loco in occasione delle iniziative di “Natale Insieme”.
Per chiudere in bellezza il 2017 domenica 31 dicembre gran veglione al Palasport comunale “Star Dust” con l’animazione di Mas Flow e Free Monkey. Una serata all inclusive con live performance by Andrea Cioli e poi il the big show di Rabiosa con JaynAr. Cena dalle ore 21,30 servita con tavolo dedicato con menù della tradizione, bevande incluse ed estrazione di una lotteria. Disponibile anche servizio bus navetta, su prenotazione, da diverse città del Maceratese. Per salutare il nuovo anno anche brioches del mattino.
Domani (giovedì 28 dicembre), alle ore 19, nell’ex sala udienze del Giudice di Pace, in via Cesare Battisti, torna a riunirsi il Consiglio comunale di San Severino Marche per l’ultima seduta del 2017. All’ordine del giorno dell’Assise, convocata dal presidente del Consiglio, Sandro Granata, le comunicazioni del sindaco, Rosa Piermattei, un’interrogazione dei consiglieri Lampa e Panicari sulla nuova collocazione del centro diurno “Il Girasole”, gli indirizzi in merito all’adeguamento dello statuto della società Acquedotto del Nera, alcune variazioni al bilancio di previsione, la modifica del Regolamento per la disciplina della tassa rifiuti Tari, due mozioni presentate dal consigliere Bompadre aventi ad oggetto la modifica del Regolamento del Consiglio comunale per l’introduzione del “Question time del cittadino” e idee e proposte per il rilancio turistico di San Severino Marche.
Il Consiglio comunale, inoltre, sarà chiamato a discutere la richiesta di approvazione definitiva della variante al Piano regolatore comunale per il potenziamento di un allevamento caprino in località Ugliano, l’alienazione delle aree di due relitti stradali in località Pieve, e la regolarizzazione di alcuni tratti di strade comunali.
"Il senso di responsabilità di alcuni Sindaci dell’entroterra maceratese, dimostrato non consegnando le Sae ai propri cittadini, – ha affermato Renzo Leonori, Presidente Provinciale di Confartigianato Imprese Macerata - è un atto condiviso appieno da questa organizzazione. Tale atteggiamento permette di recuperare il senso di appartenenza ad un territorio ed ad una popolazione, il senso di comunità, fatto di una identità condivisa, e la vicinanza ai cittadini più deboli minacciati non tanto dal sisma, ma da tutte le inefficienze e ritardi che ne sono derivati. Il senso di appartenenza ad una collettività, la nostra collettività, è l’investimento affettivo che persone appartenenti ad una stessa comunità, dimostrano giornalmente".
L'intervento del Presidente Leonori fa seguito alle recenti problematiche sollevate da alcuni Sindaci dei paesi maggiormente colpiti dal sisma che, viste le condizioni delle “Soluzioni Abitative in Emergenza”, le cosiddette casette destinate alle popolazioni terremotate, si sono rifiutati di consegnarle ai propri cittadini.
"Le Sae – prosegue Leonori - sono diventate non più luoghi, ma spazi intesi come contesti distanti dall’esperienza umana, più concetti quantitativi che qualitativi, dove chi ci abita fa fatica a costruire nuovi affetti e a garantirsi una nuova prospettiva sociale, una rinascita identitaria, un nuovo senso del luogo e non dello spazio. Non vogliamo che passi il concetto “meglio consegnarle a malo modo piuttosto che non consegnarle”. Tale distorsione deriva, è evidente a tutti, dall’assegnazione degli incarichi per la realizzazione di tali “incivili” costruzioni, a soggetti che con il nostro territorio non hanno nulla a che fare, e forse sono poco interessati al benessere delle persone".
Sulla stessa lunghezza d'onda, il nuovo Segretario Provinciale di Confartigianato Imprese Macerata, Giorgio Menichelli: "Ci siamo chiesti, se le Sae fossero state realizzate dalle imprese del luogo, i risultati sarebbero stati gli stessi? Siamo convinti di no. Le nostre imprese hanno un rischio reputazionale troppo alto ed un attaccamento al proprio mercato locale fatto di senso di responsabilità sociale. Non darebbero nessuno spazio alla possibilità di diffusione di notizie e luoghi comuni negativi riguardanti la modalità di gestione della propria impresa, o di una realizzazione di un servizio non a regola d’arte, che inevitabilmente sarebbe in grado di compromettere in maniera talvolta irrimediabile, la fiducia, la credibilità sociale, la competitività e l’affidabilità relativa ai prodotti/servizi della propria attività economica. Se questi sono i presupposti, quale sarà la qualità costruttiva della ricostruzione pesante, quando ingredienti come l’appartenenza, l’identità al proprio territorio e il rischio reputazionale non vengono affatto presi in considerazione?"
"Da queste considerazioni – conclude Menichelli - deriva la nostra insistenza affinché le imprese locali diventino protagoniste indiscusse della ricostruzione pesante e affinché sia garantita loro l’opportunità di “sentirsi parte” perché, come diceva Gaber in una sua canzone: “l'appartenenza non è un insieme casuale di persone, non è il consenso a un'apparente aggregazione; l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé".
Natale solidale quello degli iscritti al Milan Club di San Severino Marche che, in occasione delle feste, hanno voluto consegnare al primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, una somma in denaro raccolta con l’aiuto del direttivo dell’Associazione italiana Milan Club della regione Marche e dei club di Fabriano, Ancona, Castelfidardo e Pesaro – Urbino e destinata alla ristrutturazione del teatro Italia.
Alla breve cerimonia, svoltasi nella sede rossonera di viale Matteotti, hanno preso parte il presidente del sodalizio, Raffaella Montedoro, che di recente è stata nominata vice delegato regionale dei Milan Club delle Marche, il vice presidente del Club, Silvano Gianfelici, e alcuni membri del direttivo. Insieme al sindaco di San Severino Marche erano poi presenti il presidente del Consiglio comunale, Sandro Granata, e gli assessori comunali Sara Bianchi, Vanna Bianconi e Tarcisio Antognozzi.
La consegna dell’assegno è avvenuta nella sala dove di solito si siedono una cinquantina di tifosi iscritti al club settempedano per assistere alle partite del Milan e dove campeggia un maxi poster di Giacomo “Jack” Bonaventura, centrocampista rossonero e della Nazionale italiana originario proprio di San Severino Marche.
Salvo maltempo, prenderanno il via domani, giovedì 28 dicembre, per terminare il giorno seguente, venerdì 29 dicembre, i lavori di ripristino della pavimentazione stradale nel tratto di via dei Velini compreso tra i due tornanti prima di Villa Potenza.
Nella giornata di domani verrà effettuata la fresatura del tratto stradale in questione mentre venerdì verrà steso il conglomerato.
I lavori, che verranno effettuati dalla ditta Sandro Porfiri di Corridonia, inizieranno alle ore 7 del mattino e proseguiranno fino alle ore 19.
Per consentire l’intervento, in via dei Velini verrà istituito il senso unico a scendere mentre i flussi del traffico a salire verranno deviati lungo via Ghino Valenti.
Con enorme piacere l'Enoteca di Recanati "AndarperVino" specializzata in vini e prodotti del territorio marchigiano, nel mese di dicembre 2017 ha ricevuto due importanti riconoscimenti che contribuiscono a dare risalto alla città di Recanati e a far conoscere le eccellenze marchigiane a livello nazionale.La nota casa editrice Gambero Rosso, infatti, specializzata in pubblicazioni enogastronomiche, ha inserito l'Enoteca "AndarperVino" nella Guida BereBene 2018 con menzione di qualità, selezionandola tra le migliori enoteche di Italia per la regione Marche.Inoltre la rivista mensile "Giallo Zafferano" con tirature da milioni di copie, esce in edicola nel mese di dicembre con un allegato speciale per Marche ed Emilia Romagna che prende il nome di Mangiar Bene: al suo interno è presente l'Enoteca "AndarperVino" con una breve descrizione e la foto dei titolari, annoverando così "Andarpervino" tra i luoghi di interesse enogastronomico e territoriale delle Marche. Recanati e le sue eccellenze continuano a far parlare di sè e l'Enoteca "AndarperVino", nel proprio piccolo, è fiera di esserne uno dei portavoce.
Le addizionali regionali, una tassazione meno evidente e molto “spalmata”, ma altrettanto gravosa: in dieci anni, secondo lo studio di Confprofessioni, dal 2006 al 2015, l'imposta media per il contribuente marchigiano è aumentata da 196,21 a 312,65 euro. In particolare, dai dati aggregati per provincia, l'incremento è costante nell'ultimo triennio in esame (2012-2015): a partire da Fermo (6,63%), seguita da Pesaro Urbino (5,50%), Macerata (5,48%) e Ancona (5,43%), e infine da Ascoli Piceno (5,15%).
Inoltre, le province di Ancona (330,06 euro) e Pesaro Urbino (314,42 euro) hanno un'imposta media per contribuente superiore alla media regionale (312,65 euro), Macerata e Ascoli Piceno si collocano, per così dire, nel mezzo (rispettivamente, 305,04 e 300,26 euro), mentre risulta più bassa a Fermo (290,23), per quanto la variazione percentuale sia il maggiore di tutte le province delle Marche (6,63%).
“Il taglio dei trasferimenti dallo Stato agli enti locali - dichiara il Presidente di Conprofessioni Marche Gianni Giacobelli – ha prodotto come conseguenza un significativo aumento della tassazione da addizionale regionale. Le Marche non fanno eccezione rispetto a questa tendenza nazionale: nel 2006 ogni contribuente della regione, senza particolari differenze tra le cinque province, ha pagato mediamente 196 euro. Nel 2015, addirittura 312 euro”.
Nell'ultimo decennio analizzato, infatti, l'aumento (59,35%) è in linea con la media nazionale che risulta comunque superiore (64,46%). Il dato, insomma, è più confortante, se raffrontato alle altre regioni italiane: le Marche si collocano al 13° posto dal punto di vista del valore dell'imposta media per contribuente, fuori dalle prime dieci posizioni.
Eppure è altrettanto palese questa crescita “silente” delle addizionali regionali: le Marche, infatti, sono in undicesima posizione se si considera la differenza percentuale, vicina alla metà più “tartassata” della classifica.
Sarnano, area Sae San Cassiano: dopo il dossier che è stato presentato nei giorni scorsi dal sindaco Franco Ceregioli lo stesso sindaco questa mattina ha riconsegnato le chiavi delle 9 Sae all'Erap in accordo con i cittadini in attesa che vengano sistemate tutte le situazioni che non funzionavano nei giorni scorsi.
Le chiavi saranno riprese solo quando tutte le situazioni saranno state sistemate e solo dopo che le casette saranno state rifornite di tutti gli accessori. Prima di far entrare i cittadini verrà fatto un collaudo da parte del Comune.
''Non ci sono le condizioni per la consegna, manca il collaudo finale dell'Erap sulle aree esterne e sulla funzionalità di arredi e impianti di riscaldamento: io così le casette non le consegno''.
Il sindaco di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci si aggiunge all'elenco dei colleghi che hanno protestato per le carenze nei lavori di finitura dell'urbanizzazione delle aree destinate alle casette dei terremotati e per i difetti delle stesse Sae. Per questo, annuncia all'ANSA, rinvierà a data da destinarsi la consegna alle famiglie delle 12 casette della frazione di Nocria, che era prevista prima di Capodanno. ''Ho scritto alla Regione Marche e all'Erap, l'ente preposto al collaudo finale, e aspetto una risposta. A 16 mesi dal terremoto a Castelsantangelo siamo fermi a 11 casette abitate''. Oltre alle 12 di Norcia il paese ne attende altre 40: ''ma con neve e pioggia chissà quando saranno pronte''.
(Fonte Ansa)
Consegnate stamattina le prime casette anche a Caldarola. Tutti gli aventi diritti sono entrati nelle rispettive casette senza particolari polemiche e non si segnalano guasti o problemi di sorta. Qualche piccola rifinitura è stata fatta anche in mattinata dagli addetti.
Grande soddisfazione per chi viveva fino a ieri nei container o dislocati lungo la costa e che finalmente può tornare nella propria terra. È stato registrare qualche piccolo problema logistico che sarà sicuramente risolto con il passare del tempo.
La cerimonia di inaugurazione è avvenuta alla presenza del sindaco Luca Maria Giuseppetti con la benedizione delle Sae da parte di don Vincenzo. Presente anche il comandante dei carabinieri della caserma di Caldarola Patrizio Tosti.
Avrebbero dovuto ricevere le tanto agognate casette proprio oggi, giorno di Santo Stefano, invece per i terremotati di Sarnano c'è stata solo una bruttissima sorpresa che lascia davvero sgomenti.
Come accaduto a Visso la vigilia di Natale, anche a Sarnano le casette dichiarate ultimate e pronte da consegnare, così non erano. La denuncia arriva dal sindaco Franco Ceregioli che con dei video sul proprio profilo social mette in evidenza una serie di problemi davvero scandalosi ed imbarazzanti in quelle casette che la popolazione stava attendendo da 15 mesi.
Il sindaco nel filmato entra in una casetta e la prima cosa che si nota è la sporcizia a terra. Attivato l'impianto elettrico, la brutta sorpresa delle lampadine che non si accendono, né all'ingresso, né in camera e dove invece la luce è presente, nel bagno, la lampadina riesce solamente a lampeggiare. Impossibile anche mettere in funzione la caldaia, dato che alla pressione dell'interruttore non arriva corrente ed il commento di Ceregioli è un laconico: "Anche in questa casetta, la situazione è così", segno evidente che i problemi messi in evidenza, sono comuni ad altre Sae.
Pezzi di sanitari ancora da installare, pensili da appendere, fili volanti ed ancora tanta sporcizia, completano il quadro che il primo cittadino di Sarnano mette in evidenza nella sua video denuncia affermando come in queste condizioni, sia stato impossibile effettuare la consegna programmata.
"In queste condizioni - conclude il sindaco nel suo video - non procederò alla consegna dei moduli ai miei concittadini ed anzi, chiederò di fare chiarezza, dato che qualcuno ha attestato che i lavori erano ultimati ed ultimati non sono. Penso che ci siano delle responsabilità da accertare, su una situazione che ritengo molto grave, soprattutto perché ricade pesantemente sulla testa dei miei concittadini che hanno già sofferto molto per gli effetti del terremoto".
Allerta vento forte per la giornata di domani, mercoledì 27 dicembre, che riguarderà tutta la regione.
La Protezione Civile ha pubblicato un bollettino di avviso di condizioni meteo avverse che durerà dalla mezzanotte di oggi alla mezzanotte di domani.
Particolare attenzione per chi vive nell'entroterra maceratese dove il vento soffierà più forte.
Menù di Natale all'insegna della tradizione per nonna Peppina, che intervistata dal telegiornale di Mediaset, ha confessato essere composto principalmente da cappelletti in brodo.
Un Natale per lei lontano dal suo amato paesino di San Martino di Fiastra, perché con l'arrivo del grande freddo e a causa di un grosso affaticamento i familiari hanno deciso di toglierla dall'angusto e freddo container per portarla a casa della figlia Gabriella, a Castelfidardo, decisamente più confortevole e soprattutto vicina all'affetto dei suoi cari.
Consapevole che per i lunghi tempi della ricostruzione, non andrà più nella sua casa in muratura, la casetta di legno rimane in cima ai suoi pensieri anche a Natale e, nonostante l'emendamento che porta il suo nome sia già stato approvato, si attende la sua attuazione che dovrebbe avvenire a breve ma che purtroppo non è arrivato per Natale, come dice la figlia: "pensavamo che Babbo Natale portasse questo regalo, invece penso che dovremo attendere la Befana".
Ancora pochi giorni di attesa quindi e finalmente, questa storia che ha appassionato tutta l'Italia, vedrà il suo lieto fine.
Da Civitanoi e Civitasvolta riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa riguardante la situazione dei bagni pubblici di Civitanova Marche.
Può capitare di aver bisogno di un bagno, finire in quelli pubblici, sentirsi male e rimanere chiusi dentro tutta la notte. Questo fatto, successo a Civitanova Marche nella notte di Natale, ha dell’incredibile, ma verissimo. I servizi pubblici carenti da almeno un decennio non sono custoditi da nessuno e la manutenzione ordinaria, divenuta un miraggio, non viene effettuata nei tempi e nei modi opportuni.
Alla vecchia amministrazione avevamo inviato un progetto relativamente ai bagni pubblici del lungomare sud (bagni fantasma) con il quale suggerivamo di affidare l’unico esistente a persone che avevano perso il lavoro e avrebbero potuto occuparsene facendo pagare a chi ne avesse avuto bisogno un’offerta che poteva essere incassata dallo stesso custode. Il comune avrebbe dovuto occuparsi di pagare l’assicurazione e basta, ma la città avrebbe avuto servizi efficienti. Lo stesso progetto è replicabile per tutte le zone centrali e periferiche della città, semplice e rivoluzionario. Lo suggeriamo ora alla nuova amministrazione di destra come lo avevamo suggerito (inascoltati) alla precedente amministrazione di sinistra.