Comitato Pedemontana Matelica alla Boldrini: "Ritardi e interessi privati. Si fa fatica a ripartire"
Riceviamo e pubblichiamo una lettera a firma del Comitato Pedemontana Matelica indirizzata alla presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini
"Preg.ma Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, la contattiamo in qualità di “Comitato Pedemontana Matelica” costituito da un gruppo di associazioni, professionisti ma anche singoli cittadini che hanno iniziato a collaborare a difesa di uno dei comuni delle Marche siti nel cratere del terremoto: Matelica, la cittadina che ha dato le origini alla Sua Famiglia, per ringraziarLa, del fattivo impegno profuso a sostegno dei terremotati e dei luoghi del cratere, una delle aree più belle e operose d’Italia, nota per la connotazione di grandi lavoratori attribuita alle sue genti ma che all’indomani del sisma, questa volta contrariamente a quanto avvenuto dopo il sisma del ‘97,non sono riuscite a reagire. “Cratere”, mai termine così evocativo è stato utilizzato per descrivere all’indomani del sisma la portata di distruzione che oltre 68.000 scosse di terremoto sprigionatesi dal cuore pulsante dell’Appennino hanno inferto a 4 regioni in termini di vittime e danni e, proprio la dimensione enorme dell’area interessata, oltre alla distruzione materiale, ha provocato un effetto domino devastante sul tessuto sociale ed economico del cosiddetto “Modello Marchigiano”; gli interventi di sostegno andavano programmati subito, aiutando a sopravvivere le tantissime microimprese che operano sul territorio e garantendo la funzionalità di stalle, negozi, officine, fienili, scuole e uffici, il vero germe della rinascita. Ma questa volta è diverso, molte le motivazioni o le scuse che possono essere addotte dai nostri amministratori come concause, non ultima la crisi economica che stiamo attraversando, ma proprio per questo andava stilata una rigorosa prioritizzazione degli interventi da eseguire, mettere in sicurezza la popolazione cercando di preservare il tessuto sociale e fornire un supporto immediato alle imprese, invece, assistiamo a decisioni prese dall’alto che oltre a non tener conto dei bisogni della gente sembrano ispirate da una caparbia volontà di proseguire l’opera di distruzione e di avvilire la solidarietà degli italiani.
Ad un anno e mezzo dal sisma le casette destinate a chi ha dovuto abbandonare i propri paesi, tardano ad arrivare, ma in compenso non tardano altri tipi di interventi dove forti sono gli interessi privati, che ora non trovano ostacoli ed opposizione da parte della popolazione disgregata e fiaccata dai tanti problemi.
Inoltre, la gestione centralizzata applicata con l’attuale modello si è dimostrata inefficace e farraginosa, sarebbe stato auspicabile testare invece un nuovo modello di "governance" che attribuisse una responsabilità diretta per la ricostruzione ai Governatori delle Regioni, a Commissari Governativi nominati e alle Assemblee di Comunità dei Sindaci. Proprio la disgregazione dell’intero tessuto sociale e l’eccessiva burocratizzazione degli interventi, hanno causato la nascita di tanti piccoli Comitati disseminati nel territorio, nati spontaneamente dalla condivisione di problemi ed esigenze concrete rimaste inascoltate e che non godono dell’attenzione dei media, abbiamo proprio per questo pensato di raccontarLe per punti le istanze e il dissenso delle popolazioni terremotate a seguito delle decisioni spesso acefale portate avanti dalle nostre amministrazioni.
La stampa locale e i gruppi social si popolano ogni giorno di questioni spinose che finiscono spesso sotto i riflettori delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, Le riportiamo di seguito 8 situazioni, ma ne potremmo elencare decine di altre:
1. le indagini dei NAS svolte in Umbria, tra Cascia e Norcia, riferiscono di «inquietanti indizi» relativi all’esistenza di una associazione a delinquere messa in piedi dalle aziende appaltatrici che, stando agli atti della Procura, avrebbero subappaltato i lavori per la ricostruzione ad aziende facenti capo a soggetti anomali, forse dei prestanome, tutti originari della Campania e pregiudicati.
2. Una serie di indagini e di inchieste giornalistiche hanno fatto emergere quello che è stato definito “il vaso di pandora delle casette”: società importanti del settore delle costruzioni avrebbero fatto ricorso“sistematicamente” ad aziende subappaltatrici che si sarebbero prese anche la premura di falsificare i documenti. Le casette inoltre si sono già dimostrate inadeguate per il clima delle aree in cui sono state collocate e hanno presentato seri problemi di funzionalità; in recenti immagini circolate in rete sono state documentate le esplosioni delle tubature e dei boiler posizionati sul tetto dei moduli abitativi installati a Visso in seguito alle prime gelate occorse nei giorni scorsi, alla fine tra l’altro di un autunno ancora relativamente mite rispetto alle temperature attese nei prossimi mesi invernali, in quei luoghi.
3. Mentre oltre l’80% dei terremotati marchigiani versa in situazioni precarie, l’Amministrazione marchigiana sembra essersi accorta solo della casetta di legno della signora Giuseppina Fattori di 95 anni di Ussita, che secondo i funzionari amministrativi avrebbe fatto un grave abuso edilizio rivendicando il diritto di poter morire in una casetta di legno privata istallata in un’area antistante la vecchia casa crollata, sulla propria terra natia, ci domandiamo se questa signora ultra novantenne possa essere “il caso 1” a seguito del quale tutte le amministrazioni d’Italia inizino a rispondere agli abusi edilizi, non con i condoni ma con lo sfratto coattivo.
4. Nessuno parla poi del gravissimo consumo di suolo causato dalle SAE, dai costi stratosferici (circa € 3.000,00 al mq rispetto alle € 1.600,00 degli immobile acquistati dalla Regione) e posizionate in spregio ad ogni più elementare norma idrogeologica (vedi Castel Sant’Angelo sul Nera a pochi metri dal Nera).
5. Si discute da mesi sulla fine delle donazioni raccolte grazie alla solidarietà degli italiani, mentre l’amministrazione regionale marchigiana fa trapelare l’intenzione di realizzare con quei soldi, una pista ciclabile che dovrebbe unire la costa alla montagna, da Civitanova Marche ai Sibillini (oggettivamente praticabile 3 mesi l’anno)a cui segue una nuova proposta del Commissario Straordinario alla ricostruzione che vorrebbe , con quei soldi, procedere al recupero della grotta sudatoria di Arquata del Tronto (idea subito smentita dalla giunta regionale delle Marche).
6. La scorsa estate era stato lanciato il progetto di recupero del borgo di Castelluccio di Norcia, sito su uno splendido pianoro, famoso nel mondo, grazie al finanziamento della multinazionale Nestlé che però avrebbe finanziato la costruzione di un enorme centro commerciale che avrebbe distrutto l’incanto di quei luoghi, recentemente la Regione Umbria sembra aver smentito la prossima realizzazione del progetto.
7. A fronte dello stallo generale sulla gestione delle macerie (2,4 milioni di tonnellate da smaltire ancora a settembre scorso tra Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio), l’attenzione politica continua ad essere quella per la realizzazione di una strada a “veloce” scorrimento, definita Pedemontana delle Marche, che ha costretto la popolazione terremotata a subire ancor prima dell’arrivo di qualsiasi aiuto per la ricostruzione, la distruzione delle ruspe per un’opera di devastante cementificazione che non tiene in alcuna considerazione le esigenze della popolazione locale residente. La realizzazione della Pedemontana che nasce con un progetto già vecchio (trattasi di strada a due sole corsie e percorribile a velocità non superiore ai 90 km/h), apporterà un impatto ambientale devastante per un territorio pregevole come quello dell’entroterra appenninico, dove si producono prodotti di eccellenza come il Verdicchio DOCG di Matelica, i cereali dell’agricoltura biologica oltre alle piantagioni di zafferano e dove si è sviluppato negli ultimi due decenni il turismo ecosostenibile e ciclabile. Tale opera fortemente voluta dal più grande imprenditore della zona che ne ha rivendicato il tracciato e che negli ultimi anni ha venduto le sue aziende delocalizzando all’estero e mettendo in cassa integrazione quasi 10.000 lavoratori, costerà 220 milioni di euro di cui il 40% dovrà essere pagato attraverso oneri indiretti che graveranno sulla tassazione delle popolazioni e sulle economie già piegate dal sisma e dalla crisi sistemica che dal 2008 ha distrutto il tessuto economico del modello marchigiano. Una nuova Quadrilatero realizzata 40 dopo la sua ideazione, risulta oggi all’indomani del sisma una scelta rivolta al passato: le infrastrutture da sole, senza investimenti, non possono essere considerate un volano di sviluppo del territorio o le aree industriali toccate dalla SS76 e dalla SS77 oramai ultimate avrebbero dovuto far riaprire i battenti a migliaia di aziende, ma non è così. La questione Pedemontana è stata oggetto di tre interrogazioni parlamentari perché questa cementificazione devastante dell’ambiente è stata approvata all’unanimità su tutti i tavoli istituzionali in seguito alla previsione che la strada avrebbe portati 8.000 nuovi posti di lavoro/anno e 90.000 in 10 anni, ma nella risposta del Governo a firma del Vice Ministro Nencini tale argomentazione scompare e l’unico motivo rimasto plausibile risulta essere il “miglioramento dell’ambiente”! Ciò che preoccupa le popolazioni è di cosa vivrà la vallata ad opera compiuta?
8. L’Agenzia delle Entrate, a seguito di una dichiarazione non ufficiale, ma pubblicata l’estate scorsa su quotidiani e stampa di settore, ha espresso seri dubbi sul bonus ricostruzione. In base a tale interpretazione chi effettuerà la ricostruzione nello stesso sedime della demolizione, non avrà diritto al sisma bonus. Questo condannerà alla scomparsa tutti quei borghi presenti da secoli sull’Appennino perché ritenuti incidenti su un’area identificata come pericolosa? Ma secondo tale principio quale sarebbe un’area geologicamente sicura? Non andrebbe forse investito su modalità costruttive innovative e tecnologicamente testate piuttosto che delocalizzare altrove intere comunità? Nella speranza che quanto rappresentato possa essere di interesse delle più alte Cariche dello Stato, ci auguriamo, nell’interesse di una intera Comunità che si trova in grandi difficoltà, che le Istituzioni non si dimentichino del cratere del terremoto e vogliano tener conto delle problematiche che ci siamo permessi di sottoporLe, nel corso delle prossime attività istituzionali.
Desidereremmo infine cogliere l’occasione per invitarLa a Matelica e pregiarci della sua autorevole presenza in occasione di un importante evento sul lavoro che stiamo organizzando per l’inizio del prossimo anno, al fine di cercare di rilanciare la piccola e media impresa del “Modello Marchigiano” e per promuovere un “Modello di rete d’impresa” che possa porre le premesse per far crescere le produzioni di nicchia della vallata, all’insegna della “soft economy” e dell’industrializzazione 4.0. Lungo e difficoltoso sarà il cammino della riconversione di un intero comparto economico e mai come in questo momento Matelica e l’intera area del cratere del terremoto hanno bisogno di segnali forti, della presenza dello Stato. Con rinnovata stima le inviamo i nostri più sentiti ringraziamenti per quanto fatto e ci auguriamo di poterLa avere presto con noi. Auguriamo a Lei e ai Suoi Cari un sereno Natale.
Con osservanza"
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