Nella mattinata di ieri si è svolta la cerimonia di intitolazione dello stadio di Via Turati, casa dei villans, all’indimenticato Gianluca Carotti. Un percorso cominciato un paio d’anni fa, con l’avvallo dell’Amministrazione Comunale di Recanati, fortemente voluto dalla società gialloblù e, dopo il rallentamento a causa delle restrizioni covid, si è finalmente arrivati alla conclusione di questo iter per ricordare il nostro caro Gianluca tragicamente scomparso insieme alla compagna Elisa del Vicario.
Un evento a cui non sono mancati tutti coloro che hanno conosciuto Gianluca dentro e fuori dal campo, in una cerimonia partecipata e allo stesso tempo gioiosa. Dopo l’introduzione del presidente del Villa Musone Gianluca Camilletti, che ha ricordato il grande entusiasmo e soprattutto quell’essere un allenatore ma anche un educatore da parte di Gianluca, è toccato agli amici con cui è cresciuto rivivere i ricordi della loro infanzia. Simone Stortoni, allenatore da diversi anni del settore giovanile gialloblu, ha ricordato i periodi trascorsi insieme all’interno del vivaio dei villans.
Toccante il pensiero letto da un piccolo atleta gialloblu classe 2009 a cui è seguito il saluto di Roberto Ascani, sindaco di Castelfidardo. Poi è toccato alle autorità con il Sindaco di Recanati Antonio Bravi, il quale ha rimarcato come l’Amministrazione Comunale leopardiana abbia fin da subito sposato questa idea grazie anche all’interesse di Francesco Fiordomo e Mirco Scorcelli.
Settimio Carotti, padre di Gianluca, ha ringraziato tutti per questa sentita iniziativa e poi si è passati allo scoprire la targa realizzata dall’artista Mario Palma, posta all’ingresso dell’impianto, oltre ad un'altra targa vicina che recita: “L’esempio per i compagni, L’educatore per i più giovani, Amico insostituibile per tutti, Gianluca sempre con noi!”. Si è proseguito con un momento festoso in mezzo al campo con i giovani atleti del settore giovanile che si sono esibiti in alcuni giochi. “Una giornata da ricordare per il Villa Musone perché si è concretizzato finalmente un sogno e Gianluca continuerà a vivere tra noi”, ha concluso la società.
Prosegue il calo di ricoveri per Covid-19 nelle Marche nonostante l'incidenza di casi ogni 100mila abitanti abbia ampiamente superato quota 500 nell'ultima giornata (da 496,94 a 533,78): attualmente, fa sapere la Regione, i degenti sono 73 (-6 rispetto a ieri), di cui tre in Terapia intensiva (invariato), quattro in Semintensiva (-1) e 66 in reparti non intensivi (-5). Sono 21 le persone in osservazione nei pronto soccorso e 19 quelle in strutture territoriali per post-critici.
Rilevati nelle ultime 24 ore 1.283 casi (in tutto sono stati eseguiti 3.305 tamponi), mentre non si è registrato alcun decesso: il totale regionale di vittime resta fermo a 3.932. Inoltre, per quanto riguarda le percentuali di occupazione di pazienti Covid, resta invariata nelle terapie intensive (3 su 230 posti letto; 1,7%) e risulta in diminuzione quella in Area medica (70 su 983 posti letto; 7,1%). Registrati quasi 11mila isolamenti domiciliari (10.834).
(fonte ANSA)
Ieri sera i militari della Compagnia Carabinieri di Civitanova sono stati impegnati in un servizio straordinario di controllo del territorio nell’ambito del Comune di Porto Recanati, in armonia con le disposizioni impartite dal Prefetto di Macerata, dott. Flavio Ferdani.
Il dispositivo ha visto impegnato personale delle Stazioni Carabinieri di Porto Recanati, Montecosaro, Civitanova Marche, Macerata, il Nucleo Operativo e Radiomobile, assistiti dai colleghi dei comparti di specialità del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Ancona, il Nucleo Ispettorato del Lavoro di Macerata ed il Nucleo Cinofili di Pesaro. L’azione è stata principalmente finalizzato al controllo di esercizi pubblici, la circolazione stradale, il contrasto dei reati contro la persona ed il patrimonio, lo spaccio ed il consumo di sostanze stupefacenti nell’ottica di massima tutela dell’ordine e sicurezza pubblica, con particolare riferimento alle numerose presenze sul litorale portorecanatese nelle ore serali, specie nei confronti della popolazione giovanile interessata al fenomeno della movida.
Sono state controllati diverse attività commerciali sul Lungomare Lepanto e Corso Matteotti di Porto Recanati, facendo riscontrare irregolarità in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e requisiti igienico sanitari. In particolare, sono stati adottati due provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale ex art. 14 d.lgs. 81/2008 e s.m.i. nei confronti di uno stabilimento balneare e di un bar gelateria poiché, all’esito della verifica, sono emerse violazioni relative al collocamento e la formazione in materia di sicurezza dei dipendenti, omessa sorveglianza sanitaria, mancata redazione del documento valutazione dei rischi, omesse procedure Haccp nel processo di congelamento di prodotti freschi, carenze igienico sanitarie, e contestate violazioni amministrative per complessivi euro 25.000,00 (venticinquemila).
Contemporaneamente, i controlli alla circolazione stradale sviluppati nei punti nevralgici di aggregazione e sulle arterie ad alta intensità di circolazione stradale, hanno consentito ai carabinieri di individuare quattro persone alla guida dei rispettivi veicoli in stato di evidente ebbrezza alcolica: un ventinovenne della provincia di Ancona è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per la violazione dell’articolo 186 del Codice della Strada, poiché è risultato positivo con tasso di alcolemia pari a 0,90 g/l. Per gli altri tre che avevano alcolemia inferiore a 0,80 g/l è scattata la sanzione amministrativa pari ad euro 543,00, oltre all’immediato ed ovvio ritiro della patente per tutti.
Nell’ambito dell’intero dispositivo sono state controllate complessivamente 85 autovetture ed identificate 121 persone, nei confronti delle quali sono state accertate 16 violazioni amministrative al codice della strada, principalmente per mancato uso delle cinture, uso dei telefoni cellulari, sorpassi vietati e mancata revisione e/o copertura assicurativa.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avvocato Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”. Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente la tematica riguardante i rapporti tra i coniugi oltre all’istituto della donazione. Ecco la risposta dell’avvocato Oberdan Pantana, alla domanda posta da una lettrice di Porto Recanati che chiede: “È possibile revocare una donazione della moglie al marito che la tradisce?
A tal proposito risulta utile portare la recente vicenda risolta poi in Cassazione la quale è stata chiamata a pronunciarsi sulla revoca di più donazioni indirette mobiliari ed immobiliari effettuate dalla moglie nei confronti del marito che nel frattempo la tradiva con la propria cognata (la moglie del fratello di lei) mettendo in crisi non solo la coppia ma le intere famiglie coinvolte ed infine anche l’azienda di famiglia della donna tradita nella quale però lavorava tutti i protagonisti della vicenda adulterina.
Nei primi due gradi di giudizio veniva confermata la revoca di tali donazioni fatte in quanto dall’istruttoria erano emersi comportamenti posti in essere dal donatario direttamente nei confronti della donante, che confermavano l’evidenza di un sentimento di disistima ed irrispettosità del marito nei confronti della moglie. Tenuto conto del principio oramai consolidato giurisprudenziale secondo il quale, « l'ingiuria grave richiesta dall'art. 801 c.c. quale presupposto necessario per la revocabilità di una donazione per ingratitudine, pur mutuando dal diritto penale la sua natura di offesa all'onore ed al decoro della persona, si caratterizza per la manifestazione esteriorizzata, ossia resa palese ai terzi, mediante il comportamento del donatario, di un durevole sentimento di disistima delle qualità morali e di irrispettosità della dignità del donante, contrastanti con il senso di riconoscenza che, secondo la coscienza comune, dovrebbero invece improntarne l'atteggiamento, a prescindere, peraltro, dalla legittimità del comportamento del donatario» (Cass. civ., n. 20722/2018).
Di fatti tali comportamenti erano qualificabili, ai fini previsti dall'art. 801 c.c., come una grave ingiuria, trattandosi, in effetti, di "una pluralità di comportamenti strettamente connessi e rivolti verso la persona della domante e tale non poter essere tollerati secondo un sentire ed una valutazione di normalità". In effetti, l'ingiuria grave richiesta dall'art. 801 c.c. quale presupposto necessario per la revocabilità di una donazione per ingratitudine, si caratterizza per la manifestazione esteriorizzata, ossia resa palese ai terzi, mediante il comportamento del donatario, a prescindere, peraltro, dalla legittimità del comportamento del donatario (Cass. n. 22013 del 2016).
Pertanto, in risposta alla domanda della nostra lettrice si può affermare che: “La donazione va incontro alla revocabilità in presenza di una ingiuria grave del marito donatario consistente in un durevole sentimento di disistima delle qualità morali e nell’irrispettosità della dignità della moglie donante se il marito tradisce la consorte addirittura con la cognata con relativa messa in crisi non solo della coppia ma anche delle famiglie coinvolte oltre all'azienda di famiglia” (Cass. Civ., Sez. III, Ordinanza del 20.06.2022, n. 19816). Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
Ha preso il via, a Pieve Torina, il centro estivo per bambini e ragazzi, dai 6 ai 13 anni, con una serie di attività e laboratori didattici che si tengono tra la piscina e il centro sportivo, tutte le mattine, da lunedì al venerdì nell’orario 8.30/12.30.
Sotto la supervisione di personale specializzato si potrà giocare a tennis, a calcetto e nuotare in piscina oltre a sperimentare percorsi ludico creativi. Dal 4 luglio sarà possibile iscrivere anche bambini più piccoli, a partire dai 3 anni compiuti.
“Un servizio apprezzato dalle famiglie residenti e non solo - sottolinea il sindaco, Alessandro Gentilucci - perché offriamo l’opportunità per i bambini e i ragazzi di fare esperienze in vari ambiti, e di farle insieme, in uno spirito solidale e di gioco, in un contesto bello e stimolante qual è la piscina e il centro sportivo, perfettamente attrezzati”.
Una nuova vita per Villa Spada a Treia che, grazie al progetto presentato nei mesi scorsi, riceverà un finanziamento di 2 milioni di euro per la valorizzazione e il restyling. Il Comune di Treia è risultato, infatti, primo in graduatoria per la Regione Marche e uno tra i migliori progetti italiani del bando Pnrr relativi ai Parchi storici conseguendo l’ammissione del Parco di Villa Spada, conosciuta anche come Villa La Quiete, al finanziamento per i Giardini storici proposti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Un progetto da 2 milioni di euro che consentirà di rivalorizzare e restaurare l’intero parco della Villa che conta una superficie di oltre 27mila metri quadrati. Un giardino unico per bellezza ed eleganza che può vantare alberi secolari, costruzioni, viali e vialetti in un percorso che diventa incantato e meraviglioso. «Sarà il Parco della Città, il parco di tutti - commenta soddisfatto il sindaco Franco Capponi - Rappresenterà un grande valore per Treia, ma anche un grande motivo di attrazione turistica.
Questo sarà possibile grazie al grande e incessante lavoro svolto in questi mesi in cui abbiamo cercato, come amministratori, di adoperarci su tanti e diversi fronti, con il prezioso e imprescindibile aiuto e lavoro degli uffici comunale, dei tecnici e dei professionisti incaricati proprio per stilare progetti che fossero validi.
È un riconoscimento importante che ci consente di accedere al contributo per il quale ringrazio le tante persone che ci hanno dato una mano. Ora con forza cercheremo l’ultimo traguardo: portare al rifunzionamento di Villa De Medici-Spada».
"La situazione è critica, costantemente sotto controllo, ma non ancora da dover dichiarare lo stato di emergenza". Sono queste le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Assm Graziano Natali in merito alla siccità che sta interessando tutto il territorio nazionale, quindi anche provinciale, al termine del vertice convocato ieri dall’Aato 3 (leggi qui).
Nel monitoraggio che riguarda la portata delle sorgenti d’acqua, Assm Spa è uno dei principali protagonisti, in quanto ente gestore di quasi tutti i comuni in cui nascono le fonti di approvvigionamento.
"Come detto la situazione è preoccupante perché a fine giugno ci troviamo ai livelli dell’agosto 2021, quindi la siccità si sta presentando con un discreto anticipo, ma rispetto alle altre zone delle Marche, come ad esempio l’ascolano, possiamo ancora contare su un discreto afflusso di acqua", aggiunge Natali.
"Ciò non significa che ci si possa permettere di sprecarne nemmeno una goccia perché una volta esaurita una sorgente non si può in nessun modo recuperare, l’invito è quindi quanto mai pressante a non utilizzare l’acquedotto per lavare le auto o annaffiare le piante, soprattutto nelle ore più calde", prosegue l'ad di Assm.
"Di concerto con l’Aato chiederemo a tutti i Comuni di sensibilizzare i cittadini ad un uso consapevole di questo bene sempre più prezioso: docce brevi, chiudere l’acqua quando ci si insapona o si lavano i denti, utilizzare, se nelle proprie disponibilità, i serbatoi privati. Anche i Comuni sono chiamati a fare la loro parte, quando vengono annaffiate le aree verdi pubbliche devono farlo nelle ore più fresche, utilizzando le autobotti rifornite di acqua non potabile. Tutto ciò per scongiurare un possibile razionamento" conclude Natali.
Primo passo concreto verso la realizzazione di un hub per i giovani a Castelraimondo. Il Comune, infatti, con atto notarile dello scorso 14 giugno, ha acquistato dalla proprietà della cartiera l’area limitrofa alla SP361, in uscita da Castelraimondo direzione San Severino Marche, in cui sorgono degli immobili da ristrutturare. L’acquisto è costato 285mila euro ed è finalizzato all’accesso a un bando Pnrr da 1,2 milioni di euro per la rigenerazione urbana che il Comune di Castelraimondo ha vinto per trasformare un’ex area industriale degradata con un progetto sociale.
L’intento dell’ente, infatti, è quello di recuperare l’immobile per trasformarlo in un hub giovanile di comunità con spazi adeguati ad attività sociali e ricreative. Un’area strategica che diventa di proprietà del Comune e che in ottica futura potrà tornare utile in diversi modi, considerando anche che si trova a pochi metri di distanza in linea d’aria dalla stazione e da piazzale Della Vittoria.
«Acquisiamo un immobile di grande valore strategico grazie a un bando che ci permetterà di bonificare e dare valore a un’area attualmente abbandonata e in stato di degrado – spiega il sindaco Patrizio Leonelli – centriamo in pieno l’obiettivo del bando PNRR e lo scopo è quello di mettere a disposizione della cittadinanza uno spazio importante, soprattutto per la fascia di popolazione più giovane, che avrà dei locali nuovi e adatti a svolgere diverse attività. Diamo un futuro e una prospettiva in più a chi vive a Castelraimondo, la creazione di un hub giovanile era uno dei punti del nostro programma elettorale e siamo soddisfatti di aver compiuto questo primo passo. Concluso l’iter di acquisto dell’area ora passeremo alla fase progettuale».
Il respiro torrido dell’anticiclone Caronte ha ufficialmente effettuato il suo pieno ingresso nella stagione estiva marchigiana, risvegliando l’attenzione anche sulle criticità da tempo segnalate nel settore della produzione agricola a livello nazionale. Già nel mese di marzo, infatti, i dati Assam evidenziavano un forte calo delle piogge invernali (85% in meno rispetto alla media degli ultimi decenni), con conseguenze ben visibili oggi in ogni parte della regione.
Nella provincia di Macerata, ad esempio, la siccità ha iniziato a suscitare serie preoccupazioni fra gli agricoltori, giustificate da un repentino prosciugamento sia delle falde freatiche sia di quelle artesiane (quindi anche pozzi, fiumi e sorgenti). Basta una rapida incursione nella Contrada Campogiano (Corridonia), a pochi metri da un fiume Fiastra pericolosamente in secca, per entrare in contatto con chi la terra la lavora da almeno 40 anni e comprendere la gravità di una situazione che, in mancanza di interventi mirati e lungimiranti, rischia solo di peggiorare.
E’ il caso di Lauro Carducci (56 anni, agricoltore da sempre) e di suo figlio Francesco (27 anni, dedito al mestiere sin dal conseguimento del diploma di liceo), oggi impegnati nella raccolta del grano suglli oltre 100 ettari di terreno di loro proprietà. E che, trascorsa la stagione estiva, proveranno a concentrarsi sulla semina delle altre colture a ciclo corto e medio-corto. Qualora nel frattempo (appunto) la crisi idrica non sia andata ulteriormente peggiorando.
“Una siccità come quella di quest’anno onestamente non me la ricordo”, confessa Lauro. “Con questo caldo stiamo producendo il 35% del raccolto in meno, e questo condizionerà anche foraggio, mais e altre colture. Ci troviamo in uno stato di profonda incertezza: l’intero settore agricolo è in forte rischio anche per l’aumento dei costi delle materie prime, come gasolio, energia elettrica e concimi. Non so quanto potremo resistere”.
“E’ un problema grave che affligge un po’ tutta l’Italia”, aggiunge Francesco. “Le piogge scarseggiavano già nel periodo invernale, segno dei cambiamenti climatici in corso. La nostra produzione di grano è ai minimi storici: in un ipotetico futuro, i costi di irrigazione aumenteranno e, di conseguenza, le derrate alimentari ne risentiranno sensibilmente. Le soluzioni migliori oggi sono evitare gli sprechi, adottare sistemi di recupero dell’acqua, passare all’irrigazione a goccia e ad altri metodi che tutelino le falde e i depositi di acqua dolce. Non ultimo, puntare maggiormente sulle energie rinnovabili per ridurre l’impatto ambientale”.
"La varianti Omicron BA.4 e BA.5 nelle Marche hanno raggiunto una prevalenza attorno al 50%". Lo fa sapere il virologo Stefano Menzo, direttore Laboratorio di Virologia agli Ospedali Riuniti di Ancona. Una evoluzione rapida, quella della diffusione delle due varianti Omicron, che il virologo definisce "prevedibile".
"Entro metà luglio l'ondata di casi positivi alle varianti Omicron BA.4 e BA.5 potrebbe raggiungere il picco ed entrare nella fase di regressione" spiega l'esperto, sottolineando che si tratta di ipotesi che andranno poi confermate in base all'evoluzione delle pandemia, in ogni caso le due varianti andranno a "sostituire Omicron BA.2. L'ondata - precisa - non avrà la stessa durata di quella generata da Omicron BA.1 e BA.2".
Nell'ultima giornata è salito a 83 (+3) il numero di ricoverati con Covid-19 nelle Marche: invariata la situazione nelle Terapie intensive (3 pazienti), +4 nelle Semintensive (ora i degenti sono 7) e 73 in reparti non intensivi (-1). In Intensiva il tasso di occupazione dei posti letto è fermo all'1,3% (230 posti in tutto) e in Area medica aumenta all'8,1% (80 ricoverati su 983 posti disponibili). In 24 ore 1.323 positivi rilevati nella regione e l'incidenza è salita da 435,44 a 468,62). Nessun decesso registrato in 24ore e il bilancio regionale di vittime resta a 3.932. I dati emergono dall'aggiornamento diffuso dalla Regione Marche.
In occasione della conferenza stampa Stati Generali delle Costruzioni organizzata dalle rappresentanze regionali di Confartigianato e CNA e ospitata dalla Regione Marche presso Palazzo Raffaello, l’assessore alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici Francesco Baldelli è intervenuto sul problema bonus edilizi: “Le incertezze normative sulle cessioni dei crediti per i bonus edilizi stanno bloccando preventivi, progetti e lavori e con essi le aspettative e le speranze di migliaia di imprese e famiglie”.
“Una norma, quella sul superbonus, scritta male e contraddistinta da un’incertezza normativa, ben sette cambiamenti in due anni, che ha finito con minare la fiducia e la certezza dell’intero sistema – continua l’assessore Baldelli – Una misura nata con regole sbagliate che ha creato anomalie di mercato contribuendo all'aumento incontrollato dei costi e con il rischio, per il futuro, di numerosi contenziosi giudiziari e crisi delle imprese. La stessa norma che avrebbe dovuto far ripartire il settore edilizio sta, invece, rischiando di affossarlo”. Da ultime stime si parla, infatti, di 5,4 mld € di crediti bloccati, di cui 3,7 miliardi da superbonus 110 e 1,7 miliardi di euro da altri bonus edilizi.
“A seguito della stretta al numero delle cessioni, decisa cambiando le regole del gioco nel corso della partita, alcune nostre imprese si sono ritrovate, da una parte, con in mano crediti senza valore perché inutilizzabili e, dall’altra parte, con spese già sostenute e da liquidare – conclude l’assessore Baldelli – . La Regione Marche chiede a Governo e Parlamento di: garantire un fondo adeguato per i crediti maturati e maturandi da famiglie, imprese e operatori finanziari; intervenire con una riforma organica dei bonus edilizi che garantisca il loro utilizzo a medio e lungo termine attraverso una proroga sensibile dei tempi di utilizzabilità, compatibile con le reali tempistiche di progettazione e realizzazione dei lavori, anche con la rimodulazione delle aliquote; spalmare la deducibilità Irpef per i redditi capienti a 10 anni.
“Fra le azioni di breve termine è di indubbia necessità l’emanazione di un’ordinanza sindacale che limiti i consumi superflui di acqua, perlomeno durante il periodo estivo, introducendo divieti all’utilizzo di acqua potabile quali: limitare alle ore notturne l’innaffiamento di orti e vietare quello dei giardini, il lavaggio di automezzi e ogni altro utilizzo che si può posticipare nel tempo o sostituire con risorsa idrica meno pregiata (acqua già utilizzata per altri usi)”. Così il presidente della Provincia, Sandro Parcaroli, interviene in merito alla questione siccità che sta interessando anche il Maceratese.
“L’aspetto importante è che tutti, nel loro piccolo, facciano la loro parte, spiega Parcaroli. Un piccolo disagio per i singoli a fronte di un grande vantaggio per tutti. L’ordinanza dovrebbe coprire il periodo attuale fino ad almeno la metà di ottobre e ne dovrebbe essere garantita l’efficacia introducendo controlli della Polizia Locale e sanzioni da comminare in caso di trasgressioni accertate”.
“Si segnala, inoltre, la necessità di adottare comportamenti virtuosi da parte degli utenti, volti a non sprecare acqua, allo stesso modo in cui non si spreca energia elettrica o benzina. In tal senso è importante che i cittadini controllino l’efficienza del funzionamento del sistema idrico e, periodicamente, la presenza di eventuali perdite occulte verificando che il contatore non giri quando tutti i rubinetti di casa sono chiusi”.
“I gestori attiveranno campagne informative per la cittadinanza con l’obiettivo di sensibilizzarla all’adozione di tali comportamenti. Prosegue, da parte dei gestori, la ricerca di perdite o di tratti di rete che potrebbero presentare problemi nel breve termine. A tale scopo l’installazione dei contatori in molte utenze che ne sono ancora sprovviste contribuisce a segnalare tempestivamente consumi anomali (dovuti a perdite o a utilizzi non opportuni in questo periodo)”.
Il presidente della Provincia ribadisce, inoltre, che “contrariamente ad altre zone d’Italia, l’attuale stato del sistema idrico del maceratese non è di emergenza, ma da sottoporre ad attento monitoraggio e a comportamenti consapevoli e corretti da parte della cittadinanza. A fronte di questo complesso quadro in evoluzione, a seguito del monitoraggio periodico della situazione, sarà possibile attivare tempestivamente fonti di approvvigionamento ulteriori rispetto a quelle attualmente utilizzate, quali ad esempio il pozzo di Crevalcore a Cingoli e l’aumento temporaneo (se in emergenza) della captazione dell’Acquedotto del Nera”.
Nel frattempo proprio nel capoluogo Il vice sindaco Francesca D’Alessandro ha firmato un’ordinanza per la salvaguardia della risorsa idrica sul territorio comunale a seguito della specifica richiesta pervenuta da Apm e rilevato il permanere di una situazione di scarsa piovosità e di temperature superiori alla media stagionale che hanno determinato un abbassamento significativo dei livelli delle falde acquifere di approvvigionamento tale da comportare ripercussioni negative sulla capacità di soddisfacimento dei fabbisogni idrici della popolazione.
Da oggi e fino al 15 ottobre, sarà quindi vietato il prelievo e il consumo di acqua in distribuzione dal pubblico acquedotto per l’irrigazione agricola e dei giardini, per il lavaggio di automezzi, per il riempimento di piscine non a uso pubblico oltre a ogni altro utilizzo non indispensabile e ingiustificato diverso da quello alimentare. È limitato inoltre alle ore notturne l’innaffiamento di orti. “Si invita quindi la cittadinanza a un uso razionale e corretto dell’acqua per evitare inutili sprechi e si chiede la massima collaborazione. Ai trasgressori sarà applicata una sanzione amministrativa dai 25 ai 500 euro”.
"Non possiamo accettare da cittadini e rappresentanti dei cittadini un riassetto che ha visto prima il taglio dell'ambulanza h12 diurna a San Severino Marche, poi la notturna a Matelica e ora anche a Camerino, con un'unica postazione notturna di 118 con medico centrale a Castelraimondo che deve servire tutto l'alto maceratese". A dichiararlo, in una nota, è Cristina Marcucci, presidente dell'Associazione Help S.o.S. Salute e Famiglia Odv.
"Ci chiediamo come sia possibile che l'unico medico ipoteticamente impegnato, ad esempio in un intervento a Visso, possa poi essere prontamente a San Severino Marche o a Matelica?" aggiunge la presidente, che conclude: "Ci auguriamo che questa situazione si protragga soltanto per una settimana, perchè non è possibile gestire l'emergenza del nostro territorio in questo modo".
"Non si tratta di una riorganizzazione - puntualizza Ermanno Zamponi, direttore della centrale operativa del 118 di Macerata -. Abbiamo adottato questa soluzione, a livello locale, a seguito di uno stato di necessità temporaneo. Con 7 medici non si riesce a coprire quello che dovrebbero fare 12 medici. Dopo un anno non possiamo impedire loro di andare in ferie".
"Abbiamo già sottoscritto un accordo con l'Università per poter avere a disposizione medici specializzandi in Anestesia e Rianimazione - chiarisce Zamponi -. Appena sarà possibile inserirli in servizio, il problema sarà risolto".
Sabato scorso, 18 giugno, si è tenuta l’inaugurazione delle due comunità educative per minori “Il Fiordaliso” e “Il Melograno”, gestite dalla cooperativa sociale onlus Pars. Le due comunità sono attive in realtà ormai da tempo, ma l’evento inaugurale era stato rimandato più volte, fino a quando la pandemia covid-19 non l’ha messa di fatto in soffitta. Con la fine dell’emergenza, però, la cooperativa Pars ha pensato di riproporre questo momento di incontro e conoscenza di un servizio di cruciale importanza per tutto il territorio.
“Il Melograno” ha iniziato le sue attività nell’ottobre 2018, ospita nove minori con possibilità di accoglienza di una mamma. La comunità educativa “Il Fiordaliso” invece è attiva da marzo 2020 e ospita 10 minori con possibilità di accoglienza di tre mamme. Entrambe le comunità si pongono lo scopo di offrire un servizio educativo, rivolto a minori in difficoltà, all’interno di un ambiente il più possibile conforme ad un equilibrato sviluppo/benessere psicofisico dell’ospite stesso favorendone il riavvicinamento, e quando possibile, il reinserimento nel contesto familiare di origine. Il fine del servizio è quello di sostituire temporaneamente la famiglia di origine per il tempo necessario al superamento delle difficoltà dei genitori e al raggiungimento di un’autonomia della persona.
«Sono qui a Morrovalle come educatore da quando è stata aperta la struttura e pochi mesi fa la cooperativa mi ha proposto il coordinamento delle due comunità – ha raccontato Daniele Sforzini, referente operativo delle due comunità – qui accogliamo ragazzi con problemi familiari. Per ciò che un minore ha vissuto e assorbito di negativo nel corso della sua vita capita che appaia iroso, che abbia comportamenti delinquenziali, che sembri cattivo.
Questo tipo di qualità negative non sono innate ma si costruiscono piano piano, giorno dopo giorno e soprattutto all’interno di dinamiche familiari o amicali disfunzionali. Servono perciò esempi e personalità in grado di coinvolgere i ragazzi in esperienze positive. Questo è ciò a cui noi miriamo affinché questi ragazzi possano crescere per diventare donne e uomini liberi e anche loro esempi positivi e di riscatto per la società.
Qui accogliamo anche mamme con i loro figli: anche in questo caso cerchiamo di supportare questi genitori che per diverse problematiche familiari oggi si trovano qui con i loro figli. Il rapporto con le istituzioni è fondamentale per fornire un messaggio chiaro e univoco a chi è nella fase più delicata di crescita e di formazione della coscienza.
Ma per noi è fondamentale anche il rapporto con tutte le varie realtà e associazioni del territorio, con le famiglie, con ogni singola persona per aiutarci a trasmettere ai nostri ragazzi il senso di appartenenza ad un territorio e il significato e l’importanza delle relazioni sociali. Le comunità educative “Il melograno” e “Il fiordaliso” fanno ormai parte della grande comunità cittadina di Morrovalle e, al suo interno, noi e i ragazzi vorremo essere sempre più partecipi e promotori di iniziative e collaborazioni».
Presenti in rappresentanza dell’amministrazione comunale il sindaco Andrea Staffolani e il vicesindaco e assessore ai servizi sociali Fabiana Scarpetta, oltre al parroco don Luigi Marchionni, che ha benedetto la struttura, alla dirigente dell’istituto comprensivo Via Piave Arianna Simonetti. «La collaborazione tra Comune e Pars è consolidata da diversi anni e siamo molto grati alla cooperativa per il fondamentale ruolo che svolge in sinergia proprio con il nostro Ufficio servizi sociali – sottolineato Staffolani e Scarpetta – ci sono tantissime situazioni difficili con le quali i nostri uffici si relazionano ogni giorno, molte riguardanti proprio mamme e bambini in difficoltà. Intervenire in prima persona non è sempre possibile, per cui l’opera che portano avanti comunità come “Il Melograno” e “Il Fiordaliso” è importantissima».
“Fai un salto nelle Marche”. Questo lo slogan scelto per la campagna social di promozione della Regione al via da oggi sui canali social. La Regione, infatti, ha deciso di affidare al campione anconetano di salto in alto, Gianmarco Tamberi, oro olimpico a Tokyo 2020, la sfida di promuovere il territorio marchigiano attraverso una mirata campagna che sarà veicolata sui social. Tra la natura incontaminata, i centri storici, i musei e i monumenti più conosciuti, il campione invita tutti a fare “un salto” nelle Marche.
L’obiettivo è quello di allargare l’attrattività e la riconoscibilità del territorio marchigiano e delle sue peculiarità anche attraverso un pubblico più giovane e un target più trasversale. Le riprese si sono svolte in cinque località marchigiane, coprendo tutte le province. E così Gianmarco è riuscito a raccontare le Marche a modo suo, con la sua vivacità e la sua inconfondibile impronta, così come si potrà vedere nei video che gireranno sui social nei prossimi mesi.
“Un’azione mirata sui nuovi mezzi di comunicazione social – così il presidente Francesco Acquaroli, assessore al Turismo – che si aggiunge alla campagna promozionale tradizionale e rafforza la presenza e la riconoscibilità delle Marche. La scelta di questo slogan è stata naturale, e Gianmarco ha saputo coniugare perfettamente la sua abilità cà che vorremmo fossero la spinta di ogni turista a visitare le Marche, che sono sempre una scoperta.on la vivacità e la curiosit
Gianmarco conosce le Marche, qui è nato e cresciuto e ha scelto di vivere e ad allenarsi, per raggiungere nuovi traguardi sportivi. Le Marche sono una terra di campioni che qui trovano gli stimoli e le motivazioni per crescere e migliorarsi. Eccelliamo in tanti sport e in tanti settori, dove i marchigiani nel corso del tempo hanno saputo distinguersi.
Le Marche sono una fucina di eccellenze che insieme dobbiamo riscoprire e rilanciare, per affermarci sui mercati nazionali e internazionali come una grande unica destinazione “tutta da scoprire”. Ringrazio Gianmarco per aver voluto far parte della ambiziosa sfida per il futuro della nostra regione”.
S’inaugura domenica prossima, 26 giugno, una nuova stagione per “le Saline” di Penna San Giovanni: «tornerà ad essere un punto di riferimento, almeno per questa stagione estiva, per chi ama la natura, divertirsi all’aria aperta, degustare prodotti tipici e scoprire l’assoluta originalità di questo lembo di terra che presenta una caratteristica unica non solo per le Marche: la salinità del torrente che l’attraversa e che, per l’appunto, si chiama Salino».
A parlare è Michela Gasparini, titolare della ditta Sibilla Service che ha ottenuto in convenzione la gestione dell’area dal Comune di Penna San Giovanni. Soddisfatto il sindaco, Stefano Burocchi, per questa riapertura: «è importante trovare interlocutori credibili che possano gestire servizi di qualità in un contesto straordinario come le Saline».
«Abbiamo attivato un comodato d’uso, per tutto il periodo estivo, che comprende anche la piscina che tornerà, dunque, ad essere fruibile per chi vorrà». Punto ristoro con attività di merenderia, sentieri da scoprire guidati da accompagnatori che racconteranno la storia del luogo, attività benessere come il forest bathing, presentazioni di libri, degustazioni di vini e prodotti del territorio e tante altre le iniziative in programma al “Giardino Sentimento – Le Saline”, questo il nome scelto per la struttura.
Ad inaugurarla, domenica mattina alle ore 11, ci sarà il sindaco «per rimarcare l’importanza e la specificità di questo luogo nel territorio di Penna e non solo» sottolinea Burocchi. «Abbiamo patrocinato anche il primo evento di rilievo, la presentazione del libro “Il colore del tuo sangue”, un giallo scritto da Paolo Restuccia, regista della trasmissione cult di Radio2 RAI “Il ruggito del coniglio” per dare un ulteriore segno di vicinanza a chi ha deciso di investire qui». L’appuntamento con Restuccia è per giovedì 30 giugno alle ore 19.
Richiesta dello stato di emergenza al Governo, ordinanza ai Comuni per il divieto di spreco di acqua ed avvio di una strategia che porti alla creazione di nuovi invasi e alla pulizia di quelli esistenti.
Questi tre indirizzi riassumono la posizione della Regione Marche dopo la riunione di ieri a Roma della Conferenza Stato Regioni, riunita per affrontare il tema di grande attualità riguardante la crisi idrica che sta investendo la Penisola, in particolare la Pianura Padana, ma anche le Marche.
Al tavolo, insieme con tutti gli assessori delle Regioni e delle Province autonome, anche il responsabile nazionale della Protezione civile, Fabrizio Curcio, il quale ha tracciato il quadro d’insieme da cui poi sono emerse tutte le criticità, illustrate nel dettaglio dai rappresentanti regionali.
“Anche le Marche – afferma l’assessore Stefano Aguzzi, intervenuto all’incontro – stanno soffrendo per il protrarsi di questo periodo di siccità, sia per l'approvvigionamento idrico in agricoltura, sia per quello di uso civile, che si prevede imminente, specialmente nel nord delle Marche. Ad esempio, le città di Fano e Pesaro prelevano l'acqua dal fiume Metauro, la potabilizzano e poi la immettono nelle case. Questo fiume è quasi a secco e non si prevedono imminenti piogge e ciò costituisce una seria emergenza”. Nei prossimi giorni, il Governo comincerà ad accogliere le richieste di stato d'emergenza da parte delle Regioni, sulla base di criteri stabiliti a livello centrale.
“Questi criteri – spiega Aguzzi – si può presumere riguardino l’emergenza in agricoltura, nella zootecnica, di fronte a mancanza di acqua per gli animali, ed emergenza a uso potabile civile. Ritengo che nelle Marche vi siano le condizioni per rispettare questi criteri già ora, e ancora di più nel prossimo futuro. Perciò faremo richiesta dello stato di emergenza ma questo non risolverà il problema”.
“La dichiarazione di emergenza – continua Aguzzi - potrà avere benefici in termini di ristoro per eventuali danni o spese aggiuntive ma non in termini approvvigionamento idrico. Ieri ho posto all’attenzione della Conferenza Stato Regioni la necessità di immagazzinare l'acqua in invasi durante i mesi invernali per poi utilizzarla in estate sia in agricoltura che per l'uso idropotabile. Servono dunque nuovi invasi o, dove ve ne siano presenti, serve un’accurata opera di pulizia. Sempre nel caso del fiume Metauro, sono presenti 3 invasi che, a causa dei fanghi che vi si sono depositati nel corso degli anni e mai ripuliti, di fatto oggi sono a meno di un terzo della loro capacità di contenimento.
La Regione Marche si muoverà dunque in questa direzione, cercando anche di superare gli ostacoli burocratici che spesso impediscono queste attività di. Nei prossimi giorni incontrerò Enel e Green Power che gestiscono diversi invasi nelle Marche, in particolare nel Pesarese, per cominciare a ragionare su come poter mettere in atto la pulizia di questi invasi”.
“Nel frattempo – conclude Aguzzi - la Regione, in coordinamento con le Prefetture, emetterà la prossima settimana una ordinanza da recepire da parte di tutti i Comuni delle Marche per evitare lo spreco idrico.
Il Comune di San Severino Marche, con la compartecipazione di sedici proprietari di fabbricati e terreni serviti dalla strada comunale che conduce alla frazione di Barbiato, ha provveduto all’asfaltatura di un tratto della ex strada bianca, per una lunghezza di 1 chilometro e 150 metri, eliminando così una serie di disagi per la circolazione sia degli stessi residenti che degli utenti.
Oltre al rifacimento del fondo, con la posa in opera di misto granulometrico, si è provveduto anche alla asfaltatura con conglomerato bituminoso tipo binder. Il progetto dei lavori è stato interamente redatto e seguito dai tecnici dell’Area Manuntezioni del Comune mentre le opere sono state affidate all’impresa settempedana Gatti e Purini.
Il clamore scaturito dalla notizia sulla carenza di personale di un noto chalet presso Civitanova, ha provocato la reazione e suscitato l'attenzione di alcuni lettori di Picchio news, che inaspriti dall’ennesimo scarica-barile sui giovani e la loro presunta “poca voglia di lavorare”, hanno deciso di condividere la loro testimonianza, raccontando il proprio punto di vista.
Vere e proprie denunce che scoperchiano un vaso di Pandora tutt’altro che segreto, evidenziando come i contratti stagionali vengano raramente onorati così come sono proposti: non di rado, ai dipendenti vengono richiesti turni di lavoro ben più lunghi del previsto, e retribuiti nel più dei casi in nero. Un modus operandi che ha fatto scuola anche nel settore della ristorazione, e finendo col rappresentare spesso e volentieri la norma per i lavoratori stagionali.
Naturalmente, e per fortuna, esistono le eccezioni: locali e datori di lavoro che garantiscono ancora contratti trasparenti e remunerazioni oneste e regolari, ma qui l'intento è di denunciare una tendenza oramai inconciliabile con le condizioni perseguite dai lavoratori oggi.
"Sono stato impiegato per anni presso varie realtà di Civitanova durante le stagioni estive e, nell’ormai lontano 2011, ho lavorato nello chalet in questione", racconta Enrico, impegato navigato nel settore, in una lettera inviata alla redazione. "Per quanto riguarda il rispetto nei confronti del dipendente, la voglia di trasmettere e, in generale, la bontà dell'ambiente di lavoro, nulla da eccepire. Tuttavia, le condizioni contrattuali non sono - o sarebbe meglio dire ‘non erano’ - quelle descritte".
"In primo luogo - spiega - nonostante il contratto di lavoro fosse stato regolarmente stipulato, va evidenziato come non ci fosse reale corrispondenza tra ore 'effettive' e ore 'dichiarate'. Basti pensare che nel mio estratto conto previdenziale INPS, per il periodo 27-02-2011/31-08-2011, la retribuzione totale ammontava a 228 euro. In secondo luogo, i doppi turni (pranzo e cena) diventavano una necessità durante l'alta stagione, pur rimanendo debitamente retribuiti. In ultimo, devo dire che il compenso al tempo era inferiore a quello dichiarato, ma su questo possono aver influito parecchi fattori e non mi sento di accusare nessuno".
Ciò detto - continua Enrico - la mia non è una critica diretta al ristoratore, ma piuttosto al sistema ristorazione e, in particolare, al periodo delle stagioni estive. Forse la mancanza di personale non è dovuta al reddito di cittadinanza, misura che in modo assoluto non condivido e vorrei fosse abolita. Ma se ci fosse più rispetto delle regole, degli obblighi contributivi e, in generale, di tutti i diritti che la legislazione prevede per il lavoratore, la ‘voglia di lavorare’ tornerebbe".
Si sta parlando qui nello specifico di attività che per loro stessa natura navigano in un mare torbido a livello normativo: stando al rapporto rilasciato dalla Corte dei Conti a fine 2021, la separazione tra le competenze degli enti locali nel rilascio delle concessioni e la diretta attribuzione delle risorse che ne derivano, riservata allo Stato, sarebbe alla base delle criticità relative all’efficace gestione degli stabilimenti, delle entrate e del loro controllo. Basti pensare che l'indagine qui presa in esame tiene considerazione circa 12mila stabilimenti registrati, contro i 30mila stimati in tutto il paese.
Le concessioni balneari in Italia si discostano inoltre dalle disposizioni volute dall’Unione Europea - delineate nella famigerata “Direttiva Bolkenstein” - arrivando a costare allo Stato milioni di euro ogni anno: da un punto di vista prettamente numerico, per quanto riguarda il periodo compreso fra il 2016 e il 2020, “la media dei versamenti totali rilevata, pari a 101,7 milioni di euro, risulta inferiore a quella delle previsioni definitive di competenza pari a 111 milioni di euro”.
Se si considera poi che l’Italia è fanalino di coda in Europa per la crescita di stipendi medi negli ultimi 30 anni (Dati OCSE), registrando l'unico dato in calo fra i paesi UE, ecco che il quadro comincia a prendere forma e a delineare una situazione ben più complessa del semplicistico “i giovani d'oggi non hanno voglia di fare niente".
“Non solo capita spesso che le ore previste dal contratto vengano ampiamente sforate, ma è diventata proprio la norma", racconta Leonardo, cuoco maceratese di 25 anni impiegato in un ristorante stellato in Trentino Alto Adige. "Le poche eccezioni sono quei locali dove i proprietari sono particolarmente noti e/o benestanti, come per i grandi marchi di moda: in quel caso possono permettersi una doppia brigata che si dà il cambio fra mattina e pomeriggio, evitando il turno unico. Al momento del contratto è quasi un tacito accordo fra dipendente e datore di lavoro: se l'accordo prevede una singola brigata e 8 ore di lavoro, è chiaro che quelle ore non potranno essere rispettate, non è proprio possibile".
"A livello di paga ormai - prosegue - è difficile trovare qualcuno che non rispetti gli accordi contrattuali, a patto che siano persone serie. Può capitare che parte dello stipendio venga percepita in nero, ma in questi casi solitamente anche il contratto prevede meno di otto ore e ci si basa più su un patto verbale e una remunerazione a giornata. Certo, è necessario che il datore di lavoro mantenga rapporti seri, altrimenti lo sfruttamento è dietro l'angolo".
"Per quanto possa risultare veritiero che la mentalità del “tutto e subito” rappresenti una caratteristica tipicamente giovanile, non ha senso fare di tutta l’erba un fascio", aggiunge Leonardo. "Magari all’inizio si fa fatica ad abituarcisi, specialmente in un lavoro come il mio dove si sta tantissime ore in piedi con pochi momenti di pausa, ma non sono l’unico ragazzo che con passione si impegna per realizzare il suo sogno. Ce ne sono tanti come me.
Devo essere onesto nel dire che invece dall’altra parte manca spesso una retribuzione seria e un atteggiamento più rispettoso del lavoratore: è la consuetudine che ammazza questo mestiere. Sono anni che nella ristorazione si va avanti in questo modo e ormai la gente si è abituata ad aspettarsi quel trattamento. Prima magari c’era più offerta di lavoro, ora le persone non sono più così disposte a questo tipo di situazioni lavorative e preferiscono, magari, contratti completamente regolari, con ore di lavoro più dignitose e paghe più alte.
Anche la pandemia ha aiutato a risvegliare un po’ le coscienze dei lavoratori: perché lavorare ai tavoli per 14 ore venendo pagato poco e in nero, quando posso avere una paga altrettanto decente, regolare e magari esercitando da casa in smart working? Qualità della vita, tempo libero e orari flessibili sono elementi che oggigiorno occupano posizioni di rilievo nelle priorità di chi si affaccia al mondo del lavoro".
"Leggendo di questi imprenditori che lamentano carenza di personale - conclude Leonardo - mi viene sempre da storcere il naso, poi quando si parla di stagioni estive è ancora peggio: molti non fanno nemmeno la giornata di pausa e si trovano a lavorare per mesi interi 13/14 ore al giorno, senza mai fermarsi. Si aggiunga che spesso la retribuzione non è adeguata a quel tipo di orari ed ecco che la passione non basta più a sostenere questa situazione. La passione, tanto decantata da chi lamenta vuoti nell’effettivo, non ti permette di superare la stanchezza".
Allarme siccità. A causa del persistente stato di scarsità idrica, il sindaco di Appignano, Mariano Calamita, ha emesso due ordinanze per limitarne l’uso. Divieto di utilizzo dell’acqua domestica per usi che non siano quelli relativi alle utenze e divieto di utilizzo per innaffiare orti e giardini o usi non indispensabili. Per quanto concerne l’acqua pubblica, invece, il prelievo massimo pro-capite dalle fontanelle, può essere di 5 litri al giorno e solo per uso potabile.
L’amministrazione comunale invita tutta la cittadinanza al rispetto e all’uso responsabile di un bene così prezioso. Un provvedimento simile è stato emesso in giornata anche nel Comune di Morrovalle (leggi qui).