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Sex toy e benessere: com'è cambiato il mercato del piacere dopo la pandemia

Sex toy e benessere: com'è cambiato il mercato del piacere dopo la pandemia

Da oggetti tabù a strumenti di benessere: l’evoluzione del mercato dei sex toy racconta un cambiamento culturale profondo. Dati, analisi e la testimonianza di un imprenditore marchigiano attivo nel settore dal 1988.

 


 

Dallo stigma alla normalità: i numeri di un settore in crescita

Fino a qualche anno fa, parlare apertamente di sex toy era ancora considerato un tabù. Nascosti lontano da occhi indiscreti, nelle vetrine oscurate dei sexy shop, erano visti soprattutto come prodotti per un pubblico maschile e legati a un consumo di natura pornografica. Oggi, invece, questi oggetti sono entrati a far parte del lessico quotidiano sul tema del benessere e delle relazioni di coppia.

Secondo i dati raccolti dal Sole 24 Ore nella seconda puntata del podcast “Sex & the Economy”, intitolata Il gioco è la miglior medicina, il mercato globale dei sex toy è quadruplicato in pochi anni: da 10 miliardi di dollari nel 2016 a oltre 40,6 miliardi nel 2023. Non si tratta più di una nicchia, ma di un’industria in piena espansione: come riporta il podcast sopra citato, nel mondo almeno 3 persone su 10 comprano vibratori e altri attrezzi erotici.

Un cambiamento che non riguarda solo i numeri, ma anche le motivazioni. Il sex toy oggi non è più percepito come un oggetto da usare in solitudine o per trasgredire, ma sempre più come uno strumento per esplorare il proprio corpo, migliorare la complicità di coppia, coltivare la sfera intima con consapevolezza.

La svolta culturale (e locale): la testimonianza di chi lavora nel settore

Lo conferma anche Armando Sparapani, titolare del Sexy Shop Number One, un'attività nata ad Ancona nel 1988 e che da poco si è espansa anche online, entrando con successo nel mondo dell'e-commerce.
 «All’inizio vendevamo quasi esclusivamente a uomini, e i prodotti più richiesti erano i DVD o comunque articoli legati alle fantasie maschili», racconta. «Negli ultimi anni, invece, abbiamo assistito a una svolta: sempre più clienti cercano oggetti pensati per il piacere femminile, come ovetti vibranti, stimolatori per il punto G e succhia clitoride. La pandemia ha segnato un passaggio fondamentale: trascorrere più tempo in casa ha spinto le coppie a riscoprire la propria sessualità e a viverla come parte del benessere personale. Oggi il sex toy è visto come uno strumento di self-care, non come qualcosa da nascondere.». Chi vuole approfondire può trovare il sito internet dell’azienda a questo link.   

Consapevolezza, informazione e desiderio: come cambiano le abitudini di consumo

A sostenere questa trasformazione ci sono anche i dati italiani. La Stampa, in un articolo pubblicato nel 2021, ha riportato un aumento del 148% nelle vendite di sex toy nel nostro Paese durante il primo anno della pandemia, citando dati raccolti dall'azienda Lelo, uno tra i leader internazionali del settore (fonte).

Il profilo dei consumatori è cambiato insieme al mercato: sempre più donne, spesso in coppia, acquistano questi prodotti senza imbarazzo, sia online che offline. Crescono l’attenzione alla qualità e sicurezza dei materiali, e la domanda di funzioni hi-tech, come il controllo delle vibrazioni tramite smartphone. E cresce anche l’informazione: blog, podcast e social network affrontano il tema con un linguaggio nuovo, più aperto, meno giudicante.

Oggi il piacere fa parte della quotidianità ed è sempre più riconosciuto come un aspetto naturale della cura di sé e del proprio benessere. In questo contesto, l’industria dei giocattoli erotici non è solo un settore in espansione, ma anche lo specchio di un cambiamento culturale profondo, che riguarda tutti.  

 

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