Dopo varie promesse, annunci e smentite finalmente questa mattina è arrivato all'ospedale Bartolomeo Eustachio di San Severino il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, invitato per l'inaugurazione della nuova tisaneria dell'hospice. Ad attenderlo, tra gli altri, il sindaco uscente Cesare Martini, il dottor Felicioli, il direttore dell'Area Vasta Alessandro Maccioni insieme alla dottoressa Giovanna Faccenda ed il candidato sindaco Pietro Cruciani, oltre a diversi candidati consiglieri. All'ingresso dell'ospedale però lo attendevano anche le mamme a sostegno di pediatria con tanto di maglie e striscioni, insieme ad alcuni membri del comitato per la salvaguardia del Bartolomeo Eustachio, per manifestare apertamente contro i tagli ed il nuovo assetto dell'ospedale. Le prime scintille ci sono state proprio quando le mamme hanno provato ad aprire i loro striscioni proprio di fronte all'ingresso, ma sono state fatte spostare dalla dottoressa Faccenda perché sul “suolo dell'ospedale che è di proprietà dell'azienda”.
Appena arrivato, il Presidente si è fermato per rispondere alle mamme che, agguerrite, hanno chiesto come sia possibile avere solo 18 ore di pediatria totali (anche se il Presidente non sembrava sapere che questo fosse il numero di ore di ambulatorio pediatrico a San Severino). “Andando avanti alla fine di punto nascita in provincia ce ne sarà uno. – ha affermato Ceriscioli – Tre ore di pediatria è tanto, per le emergenze c'è sempre il 118 che prende il malato e lo porta dove deve andare” (servizio che però al momento a San Severino non c'è) “comunque queste 18 ore possiamo monitorarle e, se non bastano, si aumentano. Per le emergenze inoltre nelle Marche abbiamo due elicotteri che volano di giorno ed uno la notte per arrivare in venti minuti dove serve”. Alle preoccupazioni delle mamme Ceriscioli ha risposto “non voglio avere sulla coscienza nessuno, non voglio tenere aperti dei presidi con medici validi ma carenti di strutture che li rendano sicuri. Qui si faceva oltre il 40% di parti cesarei, ben sopra la media nazionale” . Dal pubblico presente è arrivata anche la domanda sul perché il punto nascita di Fabriano, che doveva chiudere insieme a San Severino ed Osimo, sia invece ancora aperto: “A Fabriano stiamo portando avanti una sperimentazione sul modello umbro, che si chiama FOI, perché Fabriano aveva tutto tranne la numerosità. Era diversa come situazione. Poi infondo, se la metà dei parti che avvenivano qui veniva da Civitanova, è altrettanto possibile da qui andare a Civitanova o a Macerata a partorire”.
“Perché non è venuto a dircelo la Vigilia di Natale a dircelo presidente?” ha chiesto Simona Barbini del comitato a difesa dell'ospedale, alla quale Ceriscioli ha risposto: “la decisione era di tre anni prima, gli atti della Regione erano noti da almeno due anni prima che andassi in Regione”. Per quanto riguarda il punto di primo intervento: “La struttura di San Severino Camerino, ad oggi, è come fosse un solo ospedale, per le emergenze c'è il 118. Far diventare quello di San Severino un pronto soccorso significa toglierlo a Camerino, andando contro alla decisione presa nel 1994 in cui si decise che il nosocomio settempedano dovesse essere un polo specialistico”, risposta un po' diversa da quella che diede in occasione dell'incontro con la popolazione a Tolentino qualche mese fa. A colloquio con Samuela Rotili, altro membro del comitato, il Presidente ha però "promesso" un aumento dei posti letto nel nosocomio settempedano, cosa possibile grazie ai numeri raggiunti come confermato anche dalla Faccenda. Toni accesi poi anche tra Cesare Martini e Cristina Marcucci.
Dopo questo veloce faccia a faccia il Presidente della Regione è stato accompagnato in un tour dell'ospedale, visitando l'ala del quarto piano dove si stanno ultimando i lavori per il reparto che ospiterà la week surgery, ha visitato gli altri reparti, la radiologia e per concludere si è recato all'Hospice, punta di diamante del nosocomio settempedano, dove insieme al sindaco uscente Martini ha provveduto al taglio del nastro della zona tisaneria.
Presenti all'inaugurazione il dottor Giorgetti e Francesco Rapaccioni per la fondazione L'anello della vita. “Il primo pensiero alla fondazione che ci sostiene, tutto quello che si vede qui dentro senza la fondazione non sarebbe possibile, tra l'altro non si mantiene con le banche ma esclusivamente attraverso la gente del luogo. – ha affermato Giorgetti – Abbiamo la volontà di usare la medicina più umana, dove non esiste più il “letto 5” ma esiste il paziente, per questo abbiamo voluto questa sala da tè, per poter condividere questo spazio con parenti, amici e renderlo aperto.”
Intervento seguito da quello di Francesco Rapaccioni: “La fondazione forse riesce a rendersi presente e a fare tanto proprio perché agisce in un piccolo territorio. E' un cammino che stiamo facendo insieme da 12 anni, e che dobbiamo continuare a fare”. “Presidente si è reso conto che questa è una struttura di riferimento di questo territorio – le parole di Cesare Martini - Le proteste cui assistiamo da tempo danno l'idea del senso di appartenenza della popolazione a questo ospedale. L'appello che ti faccio come sindaco, e mi permetto come amico, di tenere nella giusta considerazione questa struttura e il suo futuro, che non venga banalizzato e valutato solo in base ai numeri perché è qualcosa di più”.
“ L'inaugurazione che facciamo oggi copre l'altra metà del cielo – sono state infine le parole di Ceriscioli – perché prima parlavamo di macchinari e tecnologia, qui parliamo di cura della persona come oggetto integrale. C'è un'umanità che si respira, che si tocca, un luogo che si trasforma in un ambiente familiare perché quel rapporto non sia puramente istituzionale ma possa diventare un percorso che si fa insieme”.
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