I bianconeri hanno nutrito il sogno playoff per diversi mesi per poi arrendersi alla dura realtà di un campionato lungo e pieno di insidie, dove le squadre migliori sono uscite alla distanza. Terminato il campionato, l’Ascoli si ritrova al quattordicesimo posto, appena due punti sopra la zona “calda” della retrocessione.
46 punti e troppi goal subiti
Se volessimo andare a ricercare la motivazione per un piazzamento finale non del tutto positivo, la prima indiziata è la continuità. Se diamo un occhio alla classifica finale del girone di ritorno, oltre al Benevento saldamente al primo posto già dopo sole 19 partite, vediamo che l’Ascoli era assolutamente all’interno della zona playoff, occupando l’ottavo posto, ultimo utile per accedere alla fase eliminatoria per giocarsi la Serie A.
In realtà anche addetti ai lavori del calcio e le quote delle scommesse online si erano resi conto che a gennaio l’Ascoli aveva avuto un calo fisico e psicologico, dovuto soprattutto a una mancanza di ricambi dalla panchina, cosa che invece altre squadre hanno avuto e nel finale di campionato questo ha fatto la differenza.
Se analizziamo ad esempio il campionato di Scamacca, giovane talento del calcio italiano e capace di farsi apprezzare sia per le sue doti realizzative che di manovra, il ragazzo romano ha segnato il 70% delle sue reti nel 2019, realizzandone soltanto tre nel 2020. La stagione dell’Ascoli ha di conseguenza cambiato volto, facendo diventare la salvezza l’obiettivo stagionale, raggiunta poi dagli uomini di Dionigi.
Poca continuità in panchina e incertezza in società
Paolo Zanetti, poi Abascal, poi Roberto Stellone, poi ancora Abascal e infine Dionigi. Certo, quando la situazione è difficile un presidente cerca di porre rimedio cambiando in primis l’allenatore e questo ha senso soprattutto quando l’ambiente perde di motivazione e i calciatori hanno bisogno di una strigliata.
Ma agli occhi di molti addetti ai lavori e appassionati dei colori bianconeri, cinque cambi in panchina su un campionato sono sembrano molti, forse troppi, per dare continuità sia tecnica che di serenità. Pulcinelli ha però confermato che si andrà avanti con Dionigi nel prossimo campionato di Serie B, mettendo così a tacere non poche polemiche sul futuro tecnico della società, che ripartirà quindi sotto la guida tecnica dell’ex attaccante goleador di Reggina e Napoli fra le altre.
Un altro argomento che ha preoccupato i tifosi del “Picchio” e continua a farlo è la situazione societaria che nel maggio scorso sembrava completamente nel caos, anche se è poi rientrato tutto forse anche per permettere un finale di stagione tranquillo alla squadra e allo staff tecnico. In ballo c’erano questi fantomatici sette milioni di euro di bilancio in rosso, cosa che il Cda aveva prontamente smentito con un comunicato ufficiale.
I numeri dell’Ascoli sono comunque in negativo a livello di bilancio, ma non così gravi: c’è un meno 400 mila euro per ciò che concerne i trasferimenti di mercato, ma anche questa cifra è “facilmente” aggiustabile con piccoli movimenti intelligenti.
L’Ascoli dovrà ripartire dalle certezze che ha, in realtà neanche poi così poche: Scamacca, l’allenatore Dionigi, il proprio pubblico e la passione e la tradizione che fanno dell’Ascoli il club in 35a posizione nella classifica perpetua della Serie A. Ma innanzitutto ciò che serve all’Ascoli sia come società che come squadra è la continuità; senza di questa nessun risultato potrà mai arrivare.
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