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Scuola e università Macerata

Unimc, presentata l'app in grado di far dialogare insegnanti, studenti e famiglie

Unimc, presentata l'app in grado di  far dialogare insegnanti, studenti e famiglie

Un’app inclusiva in grado di sostenere l’insegnante nella progettazione didattica coinvolgendo, allo stesso tempo, gli studenti.

Con questo risultato giunge a conclusione dopo tre anni il Progetto Europeo Depit (Designing for Personalization and Inclusion with Technologies), promosso dall’Università di Macerata sotto il coordinamento di Pier Giuseppe Rossi, in collaborazione con lo University College di Londra, l’Università del Sacro Cuore di Milano, l’Università di Siviglia in Spagna, l’istituto tecnologico Infofactory, la rete di scuole in Friuli-Venezia Giulia e Marche, Centro del professorado di Siviglia, e le due associazioni europee di insegnanti  Aede e Atee.

Nei giorni scorsi si è tenuto l’incontro conclusivo tra i partner internazionali per discutere e analizzare insieme i risultati.

“Dal 2012 – ha ricordato la direttrice del Dipartimento di Scienze della formazione, beni culturali e turismo Lorella Giannandrea - l’Università di Macerata sta sperimentando modalità di progettazione nelle scuole italiane, usando mappe digitali condivise dagli insegnanti con gli studenti in modo che da renderli partecipi. Partendo dai bisogni degli insegnanti e dalla parola chiave sostenibilità, abbiamo pensato a come supportare gli insegnanti nella progettazione attraverso una tecnologia pensata con loro e non solo per loro”.

Il risultato è un’app di facile approccio, inclusiva, che permette di riconoscere il modo diverso in cui gli studenti apprendono così da personalizzare la progettazione didattica. Il programma consente di visualizzare curriculum, moduli e lezioni dove l’insegnante può inserire titolo, durata, tipo di apprendimento, organizzazione del lavoro, descrizione, parole chiave, obiettivi, note, link. L’intuizione del progetto Depit risiede nel permettere agli studenti e alle loro famiglie di conoscere e comprendere il percorso formativo, favorendo orientamento, inclusione e personalizzazione.

Diana Laurillard dello University College di Londra: “Ho lavorato per diverso tempo su strumenti di learning design per insegnanti e così sono entrata in contatto con il professor Pier Giuseppe Rossi e gli altri partner e abbiamo scoperto questo interesse condiviso nel tentare di supportare gli insegnanti, nel dare loro una tecnologia che gli permettesse di progettare il processo di apprendimento desiderato”.

Far conoscere il modello alla comunità di insegnanti attraverso seminari, corsi di aggiornamento e mobilità sarà la prossima fase del progetto.

 

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