Sanità

Coronavirus: "Per 1 oncologo su 3 mancano informazioni per gestire l'emergenza"

Coronavirus: "Per 1 oncologo su 3 mancano informazioni per gestire l'emergenza"

L’emergenza coronavirus ha rappresentato un vero e proprio tsunami per le oncologie del nostro Paese, come emerge dai risultati del sondaggio condotto su circa 400 oncologi in tutte le Regioni italiane, promosso dall’Università Politecnica delle Marche e dagli Ospedali Riuniti di Ancona. Ben il 93,5% dei centri è stato costretto a ripensare l’attività clinica. L’organizzazione complessiva ha retto l’urto della pandemia, visto che per il 63,7% degli oncologi gli ospedali hanno garantito la continuità terapeutica (ad esempio con canali comunicativi alternativi come videochiamate) e, per il 58%, i centri hanno saputo gestire le risorse disponibili in maniera efficiente. Preoccupa, però, che il 35% degli oncologi non sia stato informato o abbia ricevuto poche indicazioni sulle procedure e sulle raccomandazioni da seguire per affrontare l’emergenza. Anche la formazione su questi aspetti è stata assente o scarsa, come affermato dal 55% degli specialisti. Con una chiara conseguenza: il 56% degli oncologi ritiene che il percorso terapeutico dei pazienti, in questa fase, sia qualitativamente inferiore rispetto al periodo precedente alla pandemia.  “La nostra specialità è stata profondamente segnata dall’emergenza COVID-19, anche perché i pazienti colpiti da tumore sono fragili e rischiano di subire più danni in caso di infezione. Pertanto continuiamo a seguire i malati oncologici positivi che sono in cura nei reparti COVID-19 – spiega la prof.ssa Rossana Berardi, Ordinario di Oncologia Medica presso l’Università Politecnica delle Marche e Direttore della Clinica Oncologica Ospedali Riuniti di Ancona -. Vi sono aree di miglioramento. Innanzitutto, vanno differenziati i percorsi di cura tra pazienti contagiati e non infetti. Inoltre, a un mese dall’inizio della pandemia, cambiano le prospettive e ogni paziente va considerato positivo, fino a prova contraria. Per questo tutti gli operatori devono essere dotati di protezioni”. Dal sondaggio però, emergono forti lacune sul fronte della tutela dei sanitari. Il 21% afferma di non aver ricevuto dispositivi di protezione adeguati e tempestivi rispetto alle necessità cliniche e per il 55% la fornitura di questi device è stata solo parziale. “Non vi sono ancora linee guida che ci indichino quali trattamenti possano essere considerati differibili e come posticipare le cure, senza porre i pazienti a rischio di non ricevere un’adeguata terapia anticancro – afferma la prof.ssa Berardi -. L’assenza di raccomandazioni specifiche in questo senso si riflette anche nello stato d’animo degli specialisti: il 60% afferma di essersi sentito preoccupato al momento di rinviare un trattamento oncologico o un esame strumentale, anche se il 90% ritiene che il paziente abbia ben compreso le motivazioni della scelta. La condivisione delle decisioni è fondamentale, soprattutto in questa fase. Un recente articolo pubblicato su Nature Reviews Clinical Oncology dà alcuni suggerimenti: nelle patologie neoplastiche evolutive non si possono procrastinare i trattamenti. Scelta che va, invece, adottata in casi di tumori stabili o in caso di terapie con finalità palliative che non dimostrano efficacia”. “Così come i percorsi di cura, vanno separati anche i team di lavoro – continua la prof.ssa Berardi -. Oggi però non è sempre così, perché spesso i professionisti sono impegnati in equipe diverse per sopperire alla mancanza di personale. Se un operatore è contagiato dal virus, l’intero gruppo diventa a rischio di infezione. Inoltre, vanno sottoposti a tampone tutti gli operatori sanitari, inclusi coloro che non presentano sintomi”. Dal sondaggio emergono forti criticità sullo screening: il 28,9% degli oncologi non è stato sottoposto a tampone, il 21,1% lo ha eseguito solo se sintomatico, il 34,3% se asintomatico in seguito a contatto con casi noti e solo il 15,7% almeno una volta indipendentemente da sintomi o contatti. L’82% è preoccupato di essere a maggior rischio di contagio rispetto alla popolazione generale e il 93% teme di poter trasmettere il virus ai familiari. Gravi anche le conseguenze psicologiche determinate da una condizione lavorativa ad alta probabilità di esposizione al contagio: per il 62% degli specialisti la qualità del sonno è peggiorata (il 58% dorme meno), per il 49% la capacità di concentrazione è inferiore e per un oncologo su tre (35%) il livello di preoccupazione e stress si ripercuote sulla qualità dell’assistenza ai pazienti". “I test sierologici ci permetteranno di capire se un operatore sanitario è entrato in contatto con il virus e se ha sviluppato anticorpi– continua la prof.ssa Berardi - e possono rappresentare un’arma in più per uno screening epidemiologico. Ringrazio il prof. Gian Luca Gregori, Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, e il dott. Michele Caporossi, direttore generale degli Ospedali Riuniti di Ancona, per il supporto nella realizzazione di questa indagine che offre una fotografia dello stato attuale dell’oncologia nella lotta al coronavirus. L’equipe che dirigo ha offerto un contributo importante, in particolare Zelmira Ballatore, Filippo Merloni, Nicoletta Ranallo e Lucia Bastianelli”.  

07/04/2020 17:00
Cingoli, cioccolato e caramelle per il personale sanitario dell'Ospedale e 118: la dolcezza di Caffarel

Cingoli, cioccolato e caramelle per il personale sanitario dell'Ospedale e 118: la dolcezza di Caffarel

La Caffarel, ditta italia che produce cremini, tavolette di cioccolato, creme da spalmare, panettoni, pandori, caramelle e altri prodotti come semilavorati per pasticcerie e gelaterie, ha deciso di donare una parte della sua produzione al personale della sanità impegnato in questa durissima lotta contro il Covid-19. I prodotti sono stati consegnati dall'Associazione Carabinieri di Filottrano ai medici, infermieri e operatori sanitari presenti ieri presso l'Ospedale di Cingoli. A riceverli è stata una significativa rappresentanza del fronte anti-Coronavirus, con la dottoressa Carla Urbani, la dottoressa Alessandra Pioli ,che alterna i turni di servizio in corsia con quelli all'interno della Casa di Riposo, e tutto il nuovo Reparto per acuti da Covid-19 di Cingoli, nonchè i dipendenti del 118 di turno. Dopo la scomparsa del dottor Francesco Foltrani e la contrazione della patologia da tanti operatori del settore, questo gesto, così semplice ma ricco di significati evocativi, speriamo che possa segnare la fine di questo incubo per tante persone e famiglie.

07/04/2020 14:30
Matelica, il Sindaco Baldini sul piano sanitario regionale: "le strutture periferiche sono fondamentali"

Matelica, il Sindaco Baldini sul piano sanitario regionale: "le strutture periferiche sono fondamentali"

"Stiamo vivendo un’emergenza sanitaria mondiale senza precedenti, la nostra vita sicuramente cambierà, le nostre abitudini, i nostri modi di fare - chiosa il sindaco di Matelica Massimo Baldini - Cambieranno le nostre necessità e le esigenze non saranno più le stesse; avremo bisogno di più sicurezze e maggiori garanzie. Sto parlando del servizio sanitario nazionale che in Italia è già migliore rispetto a tante altre parti del mondo - poi precisa - Nonostante tutto c’è necessità di rimodularlo alla luce di quanto sta accadendo" "C’è bisogno di un servizio sanitario vicino alla gente organizzato in maniera tale che possa sopportare ogni eventualità, che sia in grado di garantire ogni tipo di servizio. Ciò che sta accadendo ce lo insegna, sarebbe illogico concentrare tutti i servizi sanitari in un unico ospedale provinciale, ma sarebbe logico  distribuire servizi in più plessi sanitari, come  già abbiamo- e aggiunge -Tutto ciò farebbe spendere meno danaro pubblico. Sarebbe opportuno adeguare  le strutture già esistenti, alcune delle quali non sono costate nulla allo stato, ed adattarle a specifici servizi. "Investire sulla sanità affinché possa essere presente e funzionale su tutti i territori anche quelli con meno popolazione. Presidi ospedalieri con reparti idonei e specialistici a garantire servizi eccellenti come c’erano una volta - spiega il pimo cittadinio -. L’attuale emergenza sta dimostrando quanto siano fondamentali le strutture periferiche, qualcuna ancora da sistemare dopo il terremoto del 2016 come quella di Matelica e che oggi poteva essere più funzionale. "Alla luce di tutto questo penso sia necessario rivedere il piano sanitario regionale e costruirlo  in maniera organica pensando alle esigenze di tutto il territorio regionale. Le zone interne hanno le stesse necessità delle altre parti della regione - sottolinea - Non dimentichiamo che ci sono tanti comuni nel cratere sismico del 2016 e tanti cittadini che non possono “restare a casa” perché le case ancora non le hanno" "Mi associo a quanto sostenuto da altri Sindaci della Provincia di Macerata, Civitanova Marche, Camerino, Tolentino, e penso che tanti altri sono d’accordo con noi".

06/04/2020 16:04
Stipendio di marzo senza incentivi per il personale medico: "26 milioni bloccati da trattativa coi sindacati"

Stipendio di marzo senza incentivi per il personale medico: "26 milioni bloccati da trattativa coi sindacati"

L'Asur Marche, in piena emergenza coronavirus, intende fare in modo che venga riconosciuto rapidamente ai propri operatori sanitari quanto consentito dalle norme e dai contratti di lavoro.  Il personale non dirigente, con lo stipendio di marzo, ha ricevuto una prima somma di incentivi legati alla performance 2019 e con lo stipendio di aprile riceverà il "premio" di 100 euro previsto dal d.l. 18/2020.  "Con grande dispiacere non è stato ancora possibile fare altrettanto con il personale medico - sottolinea la dirigente generale dell'Asur Marche Nadia Storti -. La trattativa con le organizzazioni sindacali di categoria per la definizione dei contratti integrativi di Area Vasta, avviata all'agosto 2018, non si è ancora conclusa anche per questioni pregiudiziali alle quali la direzione ha dato disponibilità di trattamento in fasi successive. Uno stallo che, fra competenze annuali e residui, tiene bloccate risorse contrattuali di oltre 26 milioni di euro".  "Con la nota 1334 del primo aprile - sottolinea Storti -, la direzione ha invitato a una rapida sottoscrizione degli accordi tutte le sigle sindacali, quale estremo tentativo di chiudere la trattative secondo corrette relazioni sindacali". Un invito che non è stato raccolto da alcune sigle sindacali che - secondo Asur Marche - hanno "ignorato le tante attese dei medici impegnati sul campo".  Una situazione che l'Asur promette di sbloccare ponendo in atto "quanto in suo potere per consentire l'adozione provvisoria dei contratti integrativi, se necessario in forma unilaterale".  Nel frattempo la dirigenza Asur Marche, al fine di onorare i propri impegni e rimuovere le pregiudiziali sindacali, ha dato attuazione agli istituti economici del nuovo Contratto Nazionale dei medici, sottoscritto il 19 febbraio, provvedendo a corrispondere gli incrementi contrattuali, gli arretrati e ad aggiornare le voci contrattuali della retribuzione di posizione con decorrenza dal primo gennaio 2020 (passaggio che vede la valorizzazione economica dei medici neoassunti con un incremento di 1500 euro e l'adeguamento della retribuzione di posizione dei medici con 5 anni di esperienza al valore minimo di 5000 euro).  Per lo stesso scopo, con determina adottata in data odierna si è provveduto a sospendere gli effetti della determina 742/2019 (revisione dell'assetto organizzativo degli incarichi della dirigenza sanitaria), al fine di favorire un proficuo confronto sull'argomento. "Mi preme anche evidenziare - conclude la direttrice Storti - che stiamo valutando tutti gli elementi utili che consentano di riconoscere al personale sanitario impegnato nei covid-hospital retribuzione aggiuntiva, come ad esempio l'indennità di malattie infettive, lo straordinario e altre misure in via di definizione. È in corso la fase di studio, con i competenti uffici regionali, per la stabilizzazione del personale sanitario".   

06/04/2020 14:59
Civitanova, Forza Italia sull'Ospedale Unico: "No a una struttura posta a 30 km dalla costa"

Civitanova, Forza Italia sull'Ospedale Unico: "No a una struttura posta a 30 km dalla costa"

Il Dipartimento di Programmazione Economica della Regione Marche  ha approvato il piano economico relativo all'Ospedale Unico da realizzare alla Pieve. Forza Italia Civitanova non ci sta e interviene sull’argomento. “Sarà contento Ceriscioli, il grande protagonista dell'operazione, e lo saranno anche l'assessore maceratese Sciapichetti che l'ha sempre esaltata, e il consigliere regionale civitanovese Micucci, al quale, interessa sempre avallare a scatola chiusa qualsiasi decisione venga calata dall'alto, anche se irrazionale e poco rispondente alle dinamiche socio-demografiche del territorio” – spiega Paolo Giannoni, commissario di Forza Italia a Civitanova Marche. “Ribadiamo la nostra totale contrarietà al fatto che un grande ospedale venga costruito a 30 chilometri dalla costa, in un’area di collina da espropriare e da bonificare e con tutte le infrastrutture di servizio da realizzare e i costi conseguenti che si impennano in modo esponenziale. Forza Italia ribadisce la sua contrarietà ad una scelta più costosa e per locazione del tutto inadeguata rispetto ad un'area vicina all'uscita dell'A-14, servita da un sistema stradale adeguato e facilmente raggiungibile sia da sud-nord che da ovest-est”. “Sorprende soprattutto la scelta della location – prosegue Giannoni -  lasciata ad un algoritmo e non a razionali valutazioni socio-politiche, metodo che lascia aperto il sospetto che l'algoritmo sia solo un pretesto in mano a chi ha il potere di decidere non in base alla reale domanda del territorio ma ai giochetti di parte. Forza Italia prende anche atto e sostiene senza riserve l'iniziativa congiunta dei sindaci Ciarapica e Sborgia che chiedono alla Regione di pensare più all'emergenza in atto che non a un assetto sanitario deciso in fretta e senza le doverose valutazioni, e di rivisitare tutta la programmazione una volta cessata l'emergenza. Quello che resta incomprensibile per Forza Italia e per la stragrande maggioranza dei civitanovesi è il motivo per Il quale Ceriscioli, Sciapichetti e Micucci esaltino la centralità di Civitanova solo quando c'è da ospitare un grande hospital-Covid 19 e la stessa centralità invece per loro non conta niente quando si tratta di realizzare un ospedale unico. È la politica dei furbetti che continua a prevalere con la compiacenza di troppi “yesman”, con tutte le conseguenze del caso, sia in termini di costi che di funzionalità. Ma questo per loro poco importa, importante è che il DIPE dia il placet al piano economico dell'ospedale unico alla Pieve e che a Civitanova converga il più alto numero possibile di COVID 19 per curarsi e non morire”.  

06/04/2020 11:47
Tolentino, il Sindaco Pezzanesi sull'Ospedale Unico: "fuori luogo parlarne ora, le priorità sono altre"

Tolentino, il Sindaco Pezzanesi sull'Ospedale Unico: "fuori luogo parlarne ora, le priorità sono altre"

"Alla luce di quanto affermato dai colleghi Sindaci di Civitanova Marche e Camerino, convenendo che alla luce di quanto di tragico sta accadendo e che ha visto il sacrificio con la predisposizione per i malati di Covid 19 sia della strutture di Civitanova Marche che di Camerino - esorisce il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi - è fuori luogo o perlomeno incomprensibilmente precipitoso accelerare la pratica della costruzione dell'Ospedale Unico alla Pieve di Macerata, dal momento in cui, proprio questa pandemia ha dimostrato, seppur ve ne fosse ancora bisogno, come è quanto siano risultate fondamentali le strutture periferiche del sistema sanitario, alcune delle quali debilitate o chiuse.ì" Inoltre sottolinea: "Il Covid 19 dice chiaramente ai nostri Amministratori Regionali e Nazionali di quanto ci sia bisogno di investire sulla Sanità pubblica e quanto la stessa con le sue strutture possa e debba essere presente e funzionale nei territori tutti, anche quelli demograficamente meno importanti. "Ci sarà la indubbia necessità di diffondere ospedali efficienti e presidi medici sui territori e predisporre come nel caso del costruendo Ospedale di Tolentino - continua Pezzanesi -non solo tutti i servizi eccellenti che c’erano prima, con la assoluta permanenza del Punto di Primo Intervento, ma anche la predisposizione impiantistica a poter trasformare all'occorrenza i 50-70 posti letto di lungodegenza e riabilitazione a centro di rianimazione con tutti gli impianti già predisposti - e conclude affermando-  Insomma una Sanità ancora più forte e più presente sul territorio come bene imprescindibile dell'umanità e delle nostre popolazioni"  

05/04/2020 17:20
San Severino, Mario Chirielli: "Ospedale unico provinciale? ora solo pensarlo è una follia"

San Severino, Mario Chirielli: "Ospedale unico provinciale? ora solo pensarlo è una follia"

«Pensare a realizzare l'ospedale unico provinciale in giornate drammatiche come queste è una follia. Bene fanno i sindaci di Camerino e Civitanova a puntare il dito, contro questa scelta sciagurata del governatore regionale Luca Ceriscioli». A dirlo è Mario Chirielli, segretario del comitato per la difesa e la tutela dell'ospedale di San Severino. «Abbiamo appreso del parere favorevole del Dipe (dipartimento della programmazione economica del consiglio dei ministri) - continua Chirielli - quindi l'iter per la realizzazione dell'ospedale unico alla Pieve di Macerata ha fatto un passo avanti, con soddisfazione della Regione. Da chi siamo amministrati? Questi non hanno rispetto per i cittadini in queste drammatiche giornate. Sono degli irresponsabili che offendono i morti e le loro famiglie. Possibile che non si rendano conto della drammatica stuazione del nostro sistema sanitario, dei danni alla nostra economia che avrà un crollo del Pil, del debito pubblico ormai insostenibile. La sanità nella nostra Regione va rivista e programmata secondo le esigenze dei territori, come dicono i sindaci di Camerino Sandro Sborgia e di Civitanova Fabrizio Ciarapica, dopo la fine dell'emergenza Coronavirus». Conclude Chirielli: «Siamo totalmente contrari all'ospedale unico e speriamo che in futuro si ripensi questa scelta, mettendo da parte questa idea scellerata. Si dovrà valutare un'organizzazione diversa del sistema sanitario regionale, adeguata alle sfide del futuro, come la terribile crisi sanitaria ed economica che stiamo affrontando in questo periodo. Sono necessari senso di responsabilità e unità d’intenti con chi opera sul territorio, basta con le decisioni calate dall’alto! Mancano persino i soldi per comprare i tamponi: dove andiamo di questo passo? Fermiamo tutto, per rispetto se non altro, delle tante vittime da Coronavirus e di chi ogni giorno va in corsia a combattere in prima linea un nemico invisibile, con la speranza di salvare vite umane».

05/04/2020 16:31
Coronavirus: giunti in Italia medici e infermieri ucraini, 17 lavoreranno nelle Marche

Coronavirus: giunti in Italia medici e infermieri ucraini, 17 lavoreranno nelle Marche

L’assessore alla Protezione Civile Angelo Sciapichetti ha accolto ieri a Pratica di Mare il volo arrivato dall’Ucraina con a bordo 30 medici e infermieri specializzati in rianimazione. Sciapichetti ha fatto parte della delegazione di accoglienza guidata dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, con l’ambasciatore ucraino Yevhen Perelygin. Per le Marche era presente con Sciapichetti il dottor Gabriele Galli di ARES Marche con funzione di Liaison officer. In seguito alle richieste presentate dalla Regione, alle Marche sono stati destinati 13 medici (7 anestesisti, un infettivologo, 5 internisti) e 7 infermieri (3 di terapia intensiva, 4 non intensiva). Questo contingente di professionisti sarà inviato nella provincia di Pesaro, a supporto degli ospedali di Marche Nord e di Urbino. Sciapichetti ha portato il ringraziamento del presidente Ceriscioli e di tutta la regione Marche al ministro degli Esteri Di Maio, all’Ucraina e alla delegazione arrivata in Italia questa mattina.

05/04/2020 09:54
Macerata, il dottor Marco Sigona: "Ho avuto paura, ma sono guarito dal coronavirus"

Macerata, il dottor Marco Sigona: "Ho avuto paura, ma sono guarito dal coronavirus"

Attraverso una lettera indirizzata a tutti gli organi di stampa il dottor Marco Sigona, medico dell'ospedale di Macerata risultato positivo al Coronavirus lo scorso 6 marzo, ha comunicato la sua guarigione dopo ben 30 giorni di isolamento fiduciario obbligatorio.  Ecco le sue parole: "Non so se sono il paziente 0 a Macerata ma sicuramente, in questo particolare momento , sono un paziente come tanti altri che si trovano nella mia stessa situazione in Italia…” Cominciava così la lettera che inviavo il giorno 7 marzo agli Organi di Stampa dopo essere venuto a conoscenza di aver contratto il Virus Covid 19, lettera che, forse perché esprimeva  in forma sincera la realtà di uno dei primi casi della nostra Provincia, in cui ancora poco si sapeva degli effetti di  questo Coronavirus, ha scatenato nei giorni successivi un clamore giornalistico e televisivo di livello nazionale al quale ho voluto sottrarmi per poter vivere in forma privata la mia malattia e non come un fenomeno mediatico. Oggi sono guarito. La conferma della negativà dei due tamponi naso-faringei ripetuti a distanza di 24 ore può finalmente farmi dire di esserne fuori. Dopo circa 30 giorni d’isolamento fiduciario obbligatorio, ricordo che la mia vicenda è iniziata il 27 febbraio ed ho scoperto la mia positività il 6 marzo, posso dire di essere stato fortunato. Il virus, come nel film Sliding Doors, probabilmente con me ha imboccato la porta sbagliata ma mi ha costretto a casa a  due settimane di febbre ricorrente, raffreddore, una modesta tosse, un lieve affanno respiratorio che ho sempre monitorato attraverso l’utilizzo di un saturimetro ed in stretto contatto con i Colleghi della Pneumologia di Macerata. A metà del percorso, non recedendo la febbre, si era prospettata l’ipotesi di farmi sottoporre ad una Tac toracica ed ad un eventuale ricovero presso l’Ospedale di Camerino. Ho avuto paura, prevedevo l’inizio di un calvario,  ma ho tenuto duro, rispettato le indicazioni terapeutiche e questa ipotesi giorno dopo giorno si è allontanata sempre di più. Sentivo che clinicamente andava sempre meglio e il mio umore migliorava. Dopo 14 giorni dal primo tampone sono stato sottoposto ad un nuovo accertamento che purtroppo risultava ancora positivo. Sono ricaduto nello sconforto più totale. Mi sentivo bene ma quel virus era ancora li dentro, non mi mollava, iniziava il mio calo psicologico che ho superato soltanto grazie alla vicinanza dei familiari e di tante e tante  persone amiche e conoscenti che mi hanno sempre telefonato, inviato messaggi, scritto mail, fatto videochiamate e  che voglio qui ringraziare perché in certi momenti si sente proprio il bisogno di essere uniti. Le notizie che leggevo sui giornali ed ascoltavo in televisione di migliaia di contagiati, di morti tra cui tanti, troppi colleghi sanitari, dell’impegno che tutti stavano dando per lottare contro questo nemico che viveva ancora in me, mi spingevano ogni giorno a ripetermi mentalmente che ce l’avrei fatta e sarei tornato anche io nel mondo a combattere questa assurda guerra.  E si perché è una guerra assurda ma è la guerra che d’ora in poi ci dobbiamo aspettare perché i nemici non arrivano più con i carri armati e i mitragliatori, come ci insegnavano durante il servizio militare, ma arrivano in forma invisibile, ma anche prevedibile. E noi possiamo prepararci a riceverli con un sistema sanitario più forte, più organizzato, dove vengano investite più risorse, reclutati più soldati attraverso accessi più semplici alla professione, fatti piani di prevenzione perché abbiamo gli strumenti per farli, la prevenzione non è una spesa ma un investimento, non concerderci più il lusso di far scappare i nostri cervelli e i nostri ricercatori, dare la giusta importanza ai servizi territoriali,  abbiamo visto quanto fondamentali in questo tipo di sanità.   Non siamo eroi ma facciamo solo il nostro mestiere cercando di farlo nella maniera migliore e per farlo  vogliamo avere le armi giuste. Questo virus ha colpito trasversalmente tutti, non ha risparmiato nessuno , dalla persona comune all’operatore  sanitario, dal personaggio televisivo a quello dello sport, dall’amministratore pubblico al politico. Mi auguro che la lezione che ci lascerà faccia riflettere sul fatto che non potremmo più permetterci di tagliare in continuazione su certi servizi e che dovremmo riapprociarci di alcune priorità. A breve  avremo sicuramente bisogno di ritrovare quell’unità tra le persone che sono state costrette per troppo tempo a distanziarsi socialmente ed emotivamente e avremo bisogno ancora di tanta solidarietà per programmare già da subito il da farsi,  non aspettando la fine dell’emergenza. Oggi abbiamo bisogno di rispetto delle regole e di mantenere alto l’impegno fin qui messo, restando a casa e osservando le indicazioni che ci vengono date.  Solo cosi ce la faremo come ce l’ho fatta io. Non so se le cose torneranno mai come prima ma quello che so è che tutto ciò è solo in mano nostra. Grazie di cuore a tutti coloro che mi sono stati affianco in questo cammino".    

04/04/2020 20:00
Ospedale Unico, Sborgia e Ciarapica chiedono lo stop: "No a decisioni frettolose"

Ospedale Unico, Sborgia e Ciarapica chiedono lo stop: "No a decisioni frettolose"

“Fermare le decisioni in campo sanitario nella nostra regione e avviare, dopo l’emergenza coronavirus, una riflessione seria e condivisa su come riordinare gli ospedali sul territorio”. Così il Sindaco di Civitanova Marche, Fabrizio Ciarapica, e il Sindaco di Camerino, Sandro Sborgia, intervengono sul passo avanti fatto ieri dal Dipe in merito alla realizzazione dell’Ospedale Unico alla Pieve. ”Stiamo assistendo all’impotenza totale del nostro sistema sanitario di fronte ad un’emergenza che ha messo in ginocchio ogni struttura ospedaliera da Nord a Sud - sottolineano i sindaci - . La sanità tutta e anche la nostra, è allo stremo e oramai si regge solo sul grande senso di responsabilità dei singoli operatori sanitari – medici, infermieri e oss -  che sono in prima linea e che non dormono, non mangiano e non possono andare neppure in bagno (a causa dei complicati dispositivi di sicurezza che devono adottare) per salvare vite umane. Siamo alle corde e questo anche a causa dei tagli messi in atto in nome dell’austerità.  "Crediamo che questa emergenza sia l’occasione storica per riaprire un ragionamento sul modello di sanità che sia scevro da condizionamenti di partito - chiedono con forza Sborgia e Ciarapica - . La salute non è né di destra né di sinistra, non ci sono malati di serie A o di serie B, e oggi purtroppo lo abbiamo capito bene. In ballo ci sono le vite delle persone. Allora chiediamo ai decisori regionali uno stop, una pausa su quanto programmato sin qui". "Ora appare necessario che ogni risorsa, sia economica sia progettuale, sia indirizzata a sconfiggere il grave problema attuale rappresentato dal Covid 19 - aggiungono i sindaci - . Solo dopo che si sia superata l’emergenza, si potrà pensare a una riprogrammazione di un modello sanitario adeguato alle nuove sfide che la società del nostro tempo ci pone dinanzi. Questo non è il momento di decisioni avventate dalle quali poi sarà difficile, se non impossibile tornare indietro. Questo è, piuttosto, il momento della responsabilità e dell’unità". "Tutta la sanità, a nostro avviso, andrà ridisegnata con criteri diversi. L’assunzione di responsabilità che ha visto le comunità di Civitanova e Camerino coprire un’intera area dal mare alle montagne e rispondere alle esigenze gravi della pandemia che sta falcidiando la nostra popolazione deve fare’scuola’ e dare l’esempio a tutta la politica che questo non è più il tempo delle decisioni solitarie e frettolose. L’invito che rivolgiamo al governo regionale è di incentrare ora tutta l’attenzione possibile all’emergenza COVID 19. L’Ospedale Unico può attendere" concludono Sborgia e Ciarapica.         

04/04/2020 19:24
Villa Pini, Brizioli: "In arrivo 15mila test rapidi anticorpali per dipendenti e pazienti"

Villa Pini, Brizioli: "In arrivo 15mila test rapidi anticorpali per dipendenti e pazienti"

Saluto delle Forze dell’Ordine, questa mattina, anche a Villa Pini, così come in altri presidi sanitari della provincia, come disposto dal Questore Antonio Pignataro per rendere omaggio e ringraziare medici e personale sanitario per il lavoro che stanno svolgendo in questo periodo così complicato. E, dopo l’Inno Nazionale con le forze dell’ordine schierate nel piazzale della clinica, sono scrosciati gli applausi del personale e dei pazienti affacciati dalle finestre e dai terrazzi.  “Una cerimonia sobria e intensa – dice l’AD di Kos Care e di Villa dei Pini, Enrico Brizioli – che tutti i presenti hanno molto apprezzato e che ha avuto senza dubbio anche un effetto in qualche modo gratificante per il nostro personale che sta svolgendo un compito encomiabile con abnegazione e motivazioni”.  D’altronde la Clinica Villa Pini è scesa in campo a pieno regime a supporto della sanità pubblica in questa fase emergenziale e, da 16 giorni, opera come struttura Covid con 70 posti letto acuti a pieno utilizzo, di cui 12 di sub-intensivi, con 6 Anestesisti in turno.  Da ieri, poi, sono iniziate le prime dimissioni di pazienti post-critici da Villa Pini verso la struttura Residenza Anni Azzurri Valdaso di Campofilone, attivata a seguito dell’accordo siglato ieri stesso con Asur e Regione Marche che impegnerà la struttura progressivamente fino a 100 posti letto. “In questo modo – continua Brizioli - viene assicurato il necessario turn over per l’invio di nuovi pazienti da tutti gli ospedali marchigiani. Nel frattempo stiamo alzando il livello di protezione delle nostre strutture (in cui, fin dal primo momento dell’emergenza, abbiamo seguito le disposizioni e i protocolli di sicurezza e precauzionali dettati dagli organismi preposti, Oms, Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute e Regione Marche), anche alla luce della progressiva evoluzione delle linee guida e delle conoscenze su come mitigare l’epidemia. E, sempre in coerenza con la costante evoluzione del dibattito scientifico sui sistemi di prevenzione della diffusione del Covid19, abbiamo deciso di acquistare direttamente 15.000 test anticorpali IgM/IgG che dalla prossima settimana utilizzeremo per mappare tutti i nostri pazienti e i nostri dipendenti". "E' auspicabile - conclude Brizioli - che in questa fase vengano adottate misure sempre più forti di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, di igienizzazione e di controllo dei percorsi, di controllo delle dimissioni sul territorio solo a tampone negativo e di mappatura costante dei pazienti e degli operatori attraverso tamponi e test anticorpali”.    

04/04/2020 18:20
Nuovo reparto Covid all'ospedale di Macerata grazie al contributo della Andrea Bocelli Foundation

Nuovo reparto Covid all'ospedale di Macerata grazie al contributo della Andrea Bocelli Foundation

Macerata, Camerino, Muccia, Cingoli, ma anche Firenze, Massa, Pontedera, e anche le Case Famiglie Ronald della Fondazione Ronald McDonald, tanti sono i luoghi raggiunti in questi giorni dall’Andrea Bocelli Foundation che si è messa subito al servizio per offrire il proprio contributo in questa fase di emergenza Covid-19. Dopo aver raggiunto in pochi giorni l’obiettivo dei primi 100.00 euro per aiutare il Covid Hospital di Camerino, nelle Marche, la Andrea Bocelli Foundation ha continuato a portare avanti la raccolta fondi con al suo fianco la voce e la forza del suo fondatore: “Sono fondamentali la “prudenza” e l’“audacia”. Il periodo della prudenza in Italia, e non solo, l’abbiamo vissuto e rispettato; adesso viene il momento dell’audacia, che significa essere in prima linea senza paura e con la voglia di fare. È per questo che la Fondazione che porta il mio nome vede tante persone impegnate concretamente, attivamente e con coraggio in quello che ora è importante fare” – ha dichiarato Andrea Bocelli. L’invito a tutti a unire le forze, a stringersi intorno al Paese affinché presto si possa tornare ad abbracciarsi realmente, era partito dai canali social ufficiali, anche Chiara Ferragni e Fedez, Fabio Fazio, Mara Venier e tanti altri amici si sono attivati per dare voce alla raccolta fondi. E tante, tante donazioni e messaggi di vicinanza e speranza arrivati dagli italiani, ma anche dall’estero “Saluti dalla Slovacchia”, “Vi siamo vicini i vostri fratelli Americani” si legge sulla pagina dedicata alla campagna. E tanti i messaggi e le foto arrivate dai reparti, da coloro che tutti i giorni fronteggiano il virus e l’emergenza. Da Camerino all’Italia, il passo è stato naturale. A Camerino la ABF aveva inaugurato a gennaio il terzo cantiere di ricostruzione post-sisma 2016, poi a marzo lo stop ai lavori ma non alla attività perché subito la scelta è stata quella di rimanere al fianco della comunità e dell’Ospedale nominato centro Covid. “Da sempre siamo convinti aver cura del nostro prossimo, della persona che ci è accanto, dell’attenzione e tempo dedicato anche ad un solo singolo possa fare la differenza per la vita di quella persona, ma anche della sua intera comunità. – dice il Direttore Generale Laura Biancalani - È per questo che lavoriamo ogni giorno per cercare di abbattere quelle barriere imposte da situazioni quali povertà, disagio sociale, o l’emergenza stessa che stiamo vivendo, con il fine di permettere ad ogni individuo di poter esprimere al meglio il proprio potenziale ristabilendo una condizione di dignità che passa attraverso l’accesso ad elementi basilari quali la salute, l’istruzione ad esempio”. Fondamentale come sempre è stata la costruzione della rete e del dialogo con le istituzioni, dalla Regione con il Presidente Ceriscioli al Direttore dell’Area Vasta Maccioni. “Tra l’otto marzo è il quindici marzo abbiamo riorganizzato due ospedali per poter salvare più vite possibili delle persone colpite da questo tremendo virus. Da subito abbiamo avuto l’incredibile sostegno della fondazione Bocelli che  ci ha fatto dono di dispositivi per Camerino città da sempre nel cuore del grande Maestro Andrea Bocelli che tutto il mondo ci invidia. Questo ci ha fatto capire che stavamo percorrendo una strada piena di difficoltà ma che era l’unica percorribile”.– racconta Maccioni stesso – “Il 18 marzo purtroppo abbiamo dovuto dare il via ai lavori per in una struttura denominata “ex palazzina malattie infettive” situata all’interno del perimetro ospedaliero di Macerata per rendere disponibili ulteriori 45 posti letto di Medicina Covid-19. La struttura, sede di due importanti unità operative Hospice e Salute Mentale, che abbiamo dovuto dislocare in altre sedi, è stata oggetto di notevoli lavori soprattutto di adeguamento impiantistico. Anche in questo caso la Fondazione Bocelli, che ogni giorno mi contattava per chiedere quali necessità avesse la nostra Area Vasta, non ha esitato ancora una ad aiutarci provvedendo all’acquisto diretto di 30 letti di degenza. La donazione è stata fondamentale per poter aprire il reparto lunedì prossimo. Cosa dire? Solo un grande e sincero grazie al Maestro Bocelli e alla fondazione che porta il suo nome. Un’organizzazione efficiente e veloce nell’azione che fa la differenza quando si deve dare risposta ad una emergenza di queste dimensioni”.  Per contribuire basta andare su https://www.gofundme.com/f/wk67wc-abfxcamerino ABF è vicina a Camerino poiché il 17 gennaio scorso, grazie a una raccolta fondi aperta nel 2019, ha avviato ha avviato i lavori di costruzione della nuova Accademia di Musica di Camerino, suggestivo borgo marchigiano tra i più colpiti dal terremoto del 2016. Questo è il terzo intervento di ricostruzione in cui ABF ha deciso di operare. L’inaugurazione dell’Accademia è prevista per questa estate a beneficio di 160 studenti, che dopo il terremoto sono stati costretti a fare lezioni in un container. Il nuovo reparto Covid di Macerata La palazzina che accoglieva l’Hospice “Il Glicine” – trasferito con la sua attività in una analoga struttura di accoglienza a Montecassiano - è stata destinata come area di degenza per pazienti COVID-19 positivi che necessitano di monitoraggio ed il personale dell’hospice è stato chiamato a sostenere le attività dell’emergenza pandemica. Obiettivo è di poter ospitare 50 pazienti degenti. Attualmente le stanze sono state allestite con le trenta postazioni donate e allestite in tempi brevissimi dalla Andrea Bocelli Foundation.  

04/04/2020 09:21
Camerino, "Eroi in prima linea": parte la campagna crowdfunding degli studenti per medici e infermieri

Camerino, "Eroi in prima linea": parte la campagna crowdfunding degli studenti per medici e infermieri

L'iniziativa parte all'interno del Corso Universitario "Business Angels & Crowdfunding": gli studenti hanno chiesto ed ottenuto di poter applicare immediatamente le competenze acquisite nel mondo della finanza alternativa, e i docenti hanno voluto "accettare" la sfida. È iniziata una corsa contro il tempo per organizzare questa raccolta fondi che vede impegnati 49 “studenti intraprendenti” guidati dal docente, il professor Filippo Cossetti (fundraiser professionista). L'obiettivo è di realizzare una raccolta fondi pronta a supportare CRI, ANPAS, Ordine dei Medici ed Ordine delle professioni infermieristiche... tutti insieme contro il Coronavirus.   Il crowdfunding è uno strumento di finanza alternativa che ricalca al meglio l’obiettivo del progetto e lo spirito dell’iniziativa (crowd=folla, funding=finanziamento). Uno strumento “democratico” che permette a chiunque di contribuire, anche con una quota minima. Dalle ore 16.00 di oggi (3 Aprile) è possibile contribuire direttamente al progetto attraverso il seguente link:https://www.eppela.com/eroiinprimalinea Eroi In Prima Linea è un’iniziativa che, attraverso il Crowdfunding, chiede a tutti il supporto per riuscire ad aiutare CRI, ANPAS, Ordine dei medici ed Ordine delle professioni infermieristiche che, in questo momento di grande difficoltà per tutti, ogni giorno e ogni notte sono impegnati fino allo stremo per combattere una delle peggiori crisi che l'Italia sta affrontando dal dopoguerra ad oggi. Il nostro esercito di medici, infermieri e volontari è composto di “persone come noi”: padri di famiglia, madri, ragazzi e ragazze, che rispondono "presente" 24 ore su 24. La raccolta fondi ha l’obiettivo di potenziare l'azione dei nostri "eroi", dare loro l'opportunità di fare il massimo, continuando a stare accanto a chi ha più bisogno, in particolare alle persone più fragili. Il modello utilizzato per raggiungere l’obiettivo minimo (15.000 euro) è quello del Reward Crowdfunding, ovvero, per ogni donazione c’è una ricompensa simbolica creata e voluta dai ragazzi promotori dell’iniziativa. Il massimo supporto al team arriva dal prof. Filippo Cossetti, docente Accademico, esperto in ambito Crowdfunding e Fundraising e co-fondatore di una delle prime piattaforme di Equity Crowdfunding in Italia. “L'iniziativa è partita all'interno del Corso Universitario "Business Angels & Crowdfunding" - spiega il professor Cossetti - .  I miei studenti hanno voluto mettersi in gioco... e sono stato felice di rappresentarli in questa sfida, questa corsa contro il tempo per rispondere alla richiesta di aiuto di volontari, medici ed infermieri. Il crowdfunding è uno strumento democratico e meritocratico: chiunque può realizzare una propria iniziativa, tutti possiamo contribuire al successo di un’altra… anche con una piccolissima donazione. È questa la “forza” della folla (crowd)”. “Il poter intraprendere una iniziativa concreta di aiuto e sostegno a chi è in prima linea nella battaglia contro il coronavirus  mitiga il senso di impotenza che ci pervade in questi giorni - afferma Paola studentessa - . Conosciamo personalmente i beneficiari dell’iniziativa, abbiamo sentito i loro racconti e credo che ciò renda tutto più tangibile; il coraggio quanto il bisogno. In tempi di isolamento sociale, la condivisione di questa iniziativa, tra noi promotori, è una esperienza che ci fortifica”  . 

03/04/2020 21:39
Coronavirus, sottosegretaria Morani: "In arrivo nelle Marche 13 medici dall'Ucraina"

Coronavirus, sottosegretaria Morani: "In arrivo nelle Marche 13 medici dall'Ucraina"

Arriverà domani in Italia un volo umanitario dall'Ucraina con a bordo 13 medici e 7 paramedici ucraini specializzati in terapia intensiva e rianimazione ed andranno ad operare negli ospedali della regione Marche. Per la nostra regione è un aiuto importantissimo e voglio ringraziare il ministro Di Maio per  la sensibilità dimostrata verso la nostra comunità". Lo scrive sui social Alessia Morani (Pd), sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo economico. "Intanto - ricorda - a Jesi è stato completato l'allestimento dell'ospedale da campo della Marina Militare, che assicura 40 posti letto di degenza e 4 di terapia intensiva. Un aiuto importante ottenuto grazie alla disponibilità del ministro della Difesa Lorenzo Guerini".

03/04/2020 20:19
Screening sierologico per il Covid-19: "In partenza la prossima settimana nelle Marche"

Screening sierologico per il Covid-19: "In partenza la prossima settimana nelle Marche"

Dalla prossima settimana partirà uno screening sierologico per il Covid 19  a cominciare dalle Aziende ospedaliere di Torrette e Marche Nord. “La macchina organizzativa sanitaria si sta muovendo con tutte le forze  in molteplici direzioni  - afferma il presidente della Regione , Luca Ceriscioli - per consentire di velocizzare e aumentare le analisi di laboratorio per l’individuazione e l’isolamento del maggior numero possibile di casi positivi di Coronavirus, nonostante le difficoltà determinate dalla necessità dei reagenti.”  I due principali poli ospedalieri della regione dunque – Ospedali Riuniti di Torrette e Marche Nord - stanno approntando tutte le misure più idonee a far partire entro la prossima settimana  i test sierologici, cioè quelli che rivelano se un individuo sano, senza sintomi, è stato contagiato dal virus SARS-CoV-2 e ha sviluppato gli anticorpi che lo difenderanno dall’infezione e parallelamente si procede all’effettuazione e monitoraggio di tamponi .  “La dimensione di questa epidemia è molto ampia – aggiunge Ceriscioli - e occorre adeguare molto, molto velocemente la risposta sanitaria all'evoluzione delle condizioni. Dobbiamo restare  estremamente flessibili al mutare delle situazioni e cercare soluzioni e risposte rapide per fronteggiare un nemico invisibile. Accanto alle squadre di medici e infermieri che hanno proprio il compito di assistere a domicilio e di tenere sotto controllo le persone che non necessitano di essere ricoverate e, se necessario, di fare anche i tamponi , anche con la modalità del drive through , ora  lo screening sierologico a tutto il personale sanitario , per strutturare man mano in tutta la regione un sistema di rilevazione sempre più attendibile". Agli Ospedali Riuniti di Ancona lo screening partirà nei primi giorni della prossima settimana perché il macchinario specifico è già arrivato e sarà effettuato il test a tappeto su tutti i dipendenti permettendo, così, di individuare la presenza di anticorpi che segnalano il passaggio del virus e lo stadio di guarigione. "L’Azienda Ospedali Riuniti - spiega il Dg Michele Caporossi - è impegnata in questo screening anche ai fini della ricerca scientifica applicata, attraverso l’Università Politecnica, per assumere indicazioni scientifiche che saranno poi diffuse e trasmesse anche a livello internazionale e trasferite in protocolli per percorsi diagnostici e quindi terapeutici. Una raccolta dati che farà da apripista dunque, insieme all’Università di Modena e Bologna,  per utilizzare, a fini di ricerca  e condivisione di informazioni, i risultati ottenuti dall’interazione complessa delle varie discipline coinvolte“.  Partirà a brevissimo anche all’Azienda ospedaliera Marche Nord lo screening per la ricerca di anticorpi anti covid al personale dipendente . Sarà quindi attivata presso il laboratorio di analisi la diagnostica sierologica mediante test di chemiluminescenza per la ricerca di anticorpi Sars-COV-2. La diagnostica sierologica si affianca  a quella molecolare già attivata da Marche Nord in questa settimana e permetterà di offrire la possibilità di effettuare uno screening diffuso a tutti i dipendenti

03/04/2020 19:26
Camerino, il Lions Club Matelica dona all'ospedale confezioni di gel disinfettante

Camerino, il Lions Club Matelica dona all'ospedale confezioni di gel disinfettante

In questo momento di emergenza mondiale, in cui l'ospedale di Camerino ed il personale tutto sono impegnati in prima linea, nella lotta contro il Coronavirus, il Lions Club di Matelica ha voluto  dare un contributo allo sforzo dei sanitari, con un piccolo gesto volto ad agevolare il loro lavoro. I soci del Lions Club Matelica, con un service frutto dell'impegno e della volontà di tutto il club, hanno donato all'ospedale di Camerino confezioni di gel disinfettante. La presidente e tutti i soci Lions Matelica, ringraziano il socio Lion Maurizio Dini, titolare della Midor di Fermignano, che ha messo a disposizione il materiale, consegnato ieri nelle mani dei sanitari che prestano servizio al Covid hospital di Camerino. Il sodalizio matelicese sta seguendo anche le iniziative a livello nazionale, con i Lions italiani che doneranno nel giro di breve tempo ventilatori polmonari destinati alla cura dei contagiati da coronavirus, utilizzando un primo contributo di 350.000 dollari della Lions Clubs International Foundation. Le attrezzature saranno messe a disposizione degli ospedali delle aree maggiormente colpite dall'epidemia, seguendo le indicazioni delle autorità sanitarie nazionali.

03/04/2020 18:20
Civitanova, ufficiale il nuovo ospedale Covid alla Fiera: "Concesso alla Regione in comodato gratuito"

Civitanova, ufficiale il nuovo ospedale Covid alla Fiera: "Concesso alla Regione in comodato gratuito"

“Con grande senso di responsabilità e con estrema rapidità abbiamo risposto alla richiesta ufficiale (pervenuta in mattinata presso i nostri uffici), da parte della Regione di trasformare la Fiera di Civitanova Marche in un ospedale temporaneo per la cura dei pazienti gravi affetti da coronavirus”. Così il Sindaco di Civitanova Marche, Fabrizio Ciarapica in merito alla richiesta della Regione sull’utilizzo della Fiera. “L’abbiamo fatto con una Giunta riunita in mezz’ora per poter deliberare in fretta e dare il via libera all’immediato utilizzo dei nostri spazi fieristici. Ancora una volta, Civitanova Marche mostra collaborazione per i bene di tutti i cittadini marchigiani in difficoltà. Non potevamo far finta di nulla e girarci dall’altra parte in questo momento. Se i nostri spazi fieristici sono risultati idonei - dopo gli studi di fattibilità realizzati da parte dello staff del Commissario straordinario per l’emergenza Covid 19 della nostra Regione, Guido Bertolaso  - per l’allestimento della struttura, noi ci siamo. Civitanova c’è”. Ha continuato Ciarapica. “Questo, a mio avviso, è il tempo della collaborazione e del senso alto delle istituzioni che insieme, al di là degli schieramenti politici, devono agire per un unico obiettivo, la salute dei nostri corregionali. Le Marche, purtroppo, ad oggi risultano essere la seconda regione più colpita d’Italia in proporzione al numero di abitanti, dopo la Lombardia”.  “Ora ci auguriamo che non ci siano intralci e che la Regione possa procedere rapidamente alla realizzazione del polo ospedaliero. Polo, che ci tengo a sottolineare, non sarà indispensabile solo per l’emergenza di oggi, ma servirà anche nell’immediato futuro – quando l’emergenza speriamo andrà a diminuire – per raccogliere i malati Covid 19 e permettere alle altre strutture ospedaliere di riprendere velocemente il lavoro ordinario, che ricordo in questo momento è stato sospeso e posticipato. Ma sappiamo bene che ci sono malattie e gravi patologie che non possono aspettare di essere curate e che non possono attendere il diminuire della pandemia.  Questa tragica emergenza deve insegnare a tutti che non ci possono essere divisioni politiche, né campanilismi di sorta. Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte per salvare vite umane. Ora il compito dell’Azienda Sanitaria Unica Regionale è di poter portare avanti il progetto in tutta celerità”. “Certi – ha concluso il Sindaco - di avere fatto il nostro dovere fino in fondo ci auguriamo di aver contribuito fattivamente al superamento del grave momento sanitario”.

03/04/2020 17:16
100 posti letto di terapia intensiva a Civitanova, Merlini tuona contro Ceriscioli: "scelta sciagurata"

100 posti letto di terapia intensiva a Civitanova, Merlini tuona contro Ceriscioli: "scelta sciagurata"

“È ufficiale: Ceriscioli ha scherzato sui 100 posti di intensiva alla Fiera di Civitanova e ne faranno le spese i malati gravi di Covid19. Dopo la Lega e i medici in prima linea, lo confermano, minacciando di ritirarsi dal progetto, anche gli imprenditori finanziatori e l’Ordine di Malta che raccoglie e gestisce le donazioni per conto della regione. In otto giorni nella Fiera hanno solo smontato un palco. Si vergogni: ha fatto spot sul web sproloquiando sulla sua preveggenza ed efficienza ed ora perde, per una delibera, quel tempo contro cui diceva di dover correre per salvare vite umane. La verità, cari Ceriscioli e assessore Sciapichetti che ci avete accusato di sciacallaggio politico, è che ci sono spese che dovreste sostenere voi o il comune e non riuscite a giustificare fondi pubblici da spendere in lavori a perdere: un problema che non avreste avuto con la palazzina dell’ospedale civitanovese visto che sarebbe stata riutilizzabile in ogni periodo e con ogni finalità.”. Simone Merlini, responsabile provinciale della Lega di Macerata, non le manda a dire al presidente della regione e all’assessore Sciapichetti che, nei giorni scorsi avevano liquidato come sterili polemiche politiche il suggerimento della Lega che, con il consigliere civitanovese Beruschi, aveva suggerito di prendere in considerazione la palazzina nuova dell’ospedale. “I tempi di realizzazione si stanno allungando quanto l’elenco di coloro che denunciano il pressappochismo della giunta regionale PD – continua Merlini - Perché a Bertolaso non è stato prospettato il potenziamento dell’ospedale che avrebbe garantito la filiera sanitaria (radiologia, laboratorio analisi, farmacia, ecc.) con le stesse protezioni della fiera? Persino i finanziatori privati e i collaboratori di Bertolaso oggi sono del parere che sarebbe stato funzionale e avrebbe rappresentato una continuità operativa nel malaugurato caso si ripresentasse l’epidemia come più di uno scienziato ipotizza”. Per Merlini l’uso della fiera è giustificato a Milano e a Bergamo, città con molti ospedali pienamente operativi e stracolmi, ma andava ponderato a Civitanova dove l’ospedale, presidio di riferimento per un bacino d’utenza di 100 mila persone, è stato svuotato per essere riservato ai soli malati Covid-19. “La Regione, che in questi anni ha sciaguratamente chiuso tanti ospedali che oggi sarebbero stati provvidenziali, sta facendo poco o nulla per garantire la continuità e la sicurezza delle cure fondamentali, in particolare quelle oncologiche. Si affida al senso di responsabilità di medici e personale che, peraltro, vengono lasciati con scarsi dispositivi di protezione individuale. Le istanze di quanti chiedono di non abbassare la guardia sulla gestione ordinaria delle patologie devono essere al più presto accolte”.

03/04/2020 16:31
Ventilatori polmonari per gli ospedali del Maceratese: la generosità della ditta Edif di Corridonia

Ventilatori polmonari per gli ospedali del Maceratese: la generosità della ditta Edif di Corridonia

Un  ulteriore importante gesto di generosità nei confronti degli ospedali del territorio e dei pazienti, che in questi giorni stanno lottando contro il Covid 19, viene dalla ditta EDIF S.p.a. presieduta dalla Sigora Umbertina Verdicchio. La Società, con sede a Corridonia, ha donato ad ogni Rianimazione degli ospedali di Macerata, Civitanova e Camerino  un ventilatore polmonare prodotto dalla Vitalaire spa Mod. VEMO 150. Le attrezzature sono già state consegnate ai tre reparti ospedalieri per essere messe in funzione. La direzione dell' Area Vasta 3 ha ringraziato la EDIF S.p.a. per la sensibilità dimostrata anche nei confronti degli operatori della Rianimazione che stanno affrontando in prima linea questa grave emergenza che tante criticità sta provocando al sistema sanitario nazionale. "Se in parte ciò si può risolvere aprendo nuovi reparti medici per i pazienti COVID, tuttavia, quando la situazione peggiora e si ha bisogno del trattamento intensivo, le attrezzature, come quelle ricevute in dotazione, diventano indispensabili", affermano.

03/04/2020 14:59
Ospedale di San Severino, emergenza Covid-19: il Sindaco chiede la riattivazione del Pronto Soccorso

Ospedale di San Severino, emergenza Covid-19: il Sindaco chiede la riattivazione del Pronto Soccorso

“La riattivazione del Pronto Soccorso all’ospedale “Bartolomeo Eustachio” di San Severino Marche è un imperativo categorico d’obbligo. E’ assurdo che ancora non si sia proceduto in tale direzione in piena emergenza pandemia visto che questo è, ormai, l’unico ospedale No-Covid19 di tutta la provincia di Macerata. Mi chiedo perché non l’abbiano già fatto. A me sembra scontato farlo, ne vale la vita di tutti”. Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, è tornata a scrivere ai vertici della sanità regionale ma anche al ministro della Salute, Roberto Speranza, e al capo della Protezione Civile nazionale, Angelo Borrelli, per chiedere un provvedimento urgente per la struttura ospedaliera cittadina. “In questo particolare momento legato alla pandemia Covid-19, credo si debba pensare con la massima attenzione e celerità alla popolazione con un’attenzione dedicata anche alle altre emergenze, altrettanto gravi, che essa vive – scrive il primo cittadino settempedano, sottolineando nella sua missiva - Queste emergenze sono ancor più amplificate dall’assoluta mancanza di una viabilità adeguata, dalla presenza di persone molto anziane e spesso sole, colpite da malattie che richiedono un’alta ospedalizzazione. Tempo fa è stata presa per l’ospedale “Bartolomeo Eustachio” di San Severino Marche, oggi unico presidio ospedaliero No-Covid dell’intera provincia di Macerata dove vengono trasferiti tutti i pazienti di diverse Unità Operative dai presidi di Camerino, Civitanova Marche e Macerata; l’assurda decisione di chiudere il Pronto Soccorso per trasformarlo in Punto di primo intervento. Quella che stiamo vivendo oggi, è una vera e propria emergenza nell’emergenza e richiede di rivedere questa organizzazione disponendo l’immediata riapertura del Pronto Soccorso con dotazione del personale necessario e di un’ambulanza medicalizzata H24. Una Unità Operativa – spiega ancora il sindaco nella sua richiesta - che sarebbe dedicata ai casi di emergenza e con spazi per la breve osservazione, con percorso “sporco” – “pulito”, dove verrebbero prestate le prime cure in tutti i casi di urgenza ed emergenza (traumi, infarti, ecc.) e dove si dovrebbe accedere in modalità di "ricovero urgente". L’ospedale “Bartolomeo Eustachio” - si chiude così la lettera appello del sindaco Piermattei - diventerebbe così un presidio No Covid-19 completo dove ricevere la necessaria assistenza”.

03/04/2020 12:54
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