Il gruppo medico Associati Fisiomed manterrà aperti i suoi centri ad agosto. Non è una novità, anzi è ormai una consuetudine dal 2017. "La novità quest’anno sarà data dalla possibilità di giovarsi dei macchinari all’avanguardia (come la nuova risonanza magnetica ad alto campo, la nuova Tac) - spiega il gruppo medico - e del confort della nuova sede inaugurata ad ottobre a Sforzacosta in via Giovanni XXIII.
Il gruppo medico Fisiomed sarà operativo pertanto nei due poli di Sforzacosta, a Tolentino, Corridonia e Civitanova, e ribadisce l’impegno e il ruolo assunti da anni nel territorio maceratese. "Un esempio virtuoso davvero vicino alle esigenze dei cittadini. D’altronde l’attività qui non è mai stata interrotta, nemmeno nel periodo più critico della pandemia, fornendo invece prestazioni preziose per molti pazienti, nonché risposte veloci a chi ne aveva bisogno. Specialisti medici e il personale hanno deciso di spalmare le loro ferie negli altri periodi dell’anno: per noi la protezione della salute dei pazienti viene prima di tutto", conclude.
"Dopo un infarto e tre arresti cardiaci sono viva e sto bene grazie al perfetto funzionamento della macchina del soccorso. Un grazie di cuore a tutti gli operatori sanitari del 118, del pronto soccorso, del servizio di emodinamica, delle unità operative di rianimazione, Utic e cardiologia dell'ospedale di Macerata".
Bianca Maria Gentilozzi ha affidato ad una lettera aperta inviata alla nostra redazione la sua gratitudine per il personale sanitario del nosocomio cittadino. "Se oggi sono qui a raccontare la mia storia a lieto fine - scrive - è grazie a tutti gli operatori dei servizi di emergenza che, con efficacia ed efficienza, sono intervenuti con grande professionalità, senza perdere tempo prezioso".
"Grazie di cuore alla mia cara amica Simona Porzi che ha avuto l'intuizione di chiamare i soccorsi, nonostante la mia reticenza, il 3 luglio scorso mentre eravamo impegnate in un'attività di volontariato presso la Parrocchia Santa Madre di Dio. Grazie alla mia famiglia, agli amici, conoscenti e tutti coloro che mi sono stati vicini. Viva la vita", conclude nella commossa lettera Bianca Maria, che potrà riabbracciare le sue tre figlie dopo la grande paura.
È stato effettuato nel reparto di urologia dell'ospedale di Macerata, diretto dalla dottoressa Lucilla Servi, un intervento innovativo e mininvasivo di chirurgia endoscopica per trattare una stenosi uretrale.
Si tratta di una patologia molto diffusa, prevalentemente nella popolazione giovane, caratterizzata da una costrizione progressiva dell'uretra che può sviluppare un’ostruzione della stessa, sviluppando dei sintomi immediati o conseguenze secondarie quali cistiti e prostatiti.
È più frequente nell'uomo e rara nella donna, ma può interessare l'uretra in qualsiasi tratto. La stenosi uretrale storicamente era associata alle infezioni dovute a malattie trasmesse sessualmente, ma può dipendere anche da traumi, ad esempio caduta su ringhiere, da bici o per patologie congenite (valvole uretrali) o acquisite (procedure mediche o chirurgiche).
Molti pazienti si presentano con varie tipologie di disturbi che vanno dall'esitazione minzionale ad un flusso ridotto, al gocciolamento post-minzionale oppure ad una sensazione di incompleto svuotamento.
"L'intervento è stato eseguito utilizzando un dispositivo di recente concezione, innovativo e mininvasivo - spiega la dottoressa Servi - che, grazie alla farmaco-cinesi e alla dilatazione atraumatica operata da un palloncino gonfiabile in grado di dilatare il tratto di uretra ristretto, può risolvere il problema della stenosi uretrale".
"La rapidità della procedura, eseguita in circa 12 minuti, con una sedo analgesia predisposta dall'equipe di Anestesia e Rianimazione - aggiunge la direttrice dell'unità operativa dell'urologia maceratese - consente di non impegnare tempo prezioso di sala operatoria, il cui risparmio agevola nella gestione dello smaltimento delle liste di attesa".
"La mininvasività dell'intervento effettuato è stata resa possibile anche grazie alla strumentazione endoscopica in dotazione al reparto. Sono circa 50 i pazienti l’anno che noi trattiamo con questa patologia di età variabile, tra i 20 e i 65 anni", conclude Servi.
"Un’ulteriore dimostrazione di come nell'azienda sanitaria territoriale di Macerata il personale sia capace di coniugare innovazione tecnologica con elevate competenze professionali per garantire risposte di salute rapide ed efficaci ai pazienti", dichiara il direttore generale dell'Ast Marco Ricci.
"La Giunta regionale dal suo insediamento sta investendo molto in dotazioni tecnologiche - dichiara il vicepresidente della giunta e assessore alla sanità della regione Marche, Filippo Saltamartini - e questo consente alle Aziende Sanitarie Territoriali di poter esprimere al meglio le potenzialità del personale per offrire ai cittadini marchigiani trattamenti sempre più all’avanguardia. Continuiamo a lavorare per rendere la sanità sempre più efficiente e tempestiva, e per garantire il potenziamento degli organici".
L’appalto dei lavori di realizzazione della casa di comunità e residenza protetta per anziani non autosufficienti nel comune di Civitanova, è stato aggiudicato per un finanziamento di importo totale di 3.800.000 euro, di cui 1.050.000 euro con fondi Pnrr e con fondi regionali per 2.750.000 euro.
L’aggiudicazione riguarda la costruzione di un nuovo fabbricato, sito in via Abruzzo, nelle immediate vicinanze del poliambulatorio esistente. La nuova struttura prevede all’interno ambulatori specialistici, dei medici di medicina generale e della guardia medica, oltre alla residenza protetta per anziani non autosufficienti con 20 posti letto in totale.
"Nella nostra Ast di Macerata saranno realizzate sette Case di Comunità, questo appalto è il sesto dopo quelli già aggiudicati e che riguardano Camerino, San Severino, Recanati, Macerata, Corridonia. – dichiara il direttore generale dell’azienda sanitaria territoriale di Macerata, Marco Ricci - Partiranno a breve i lavori del Primo Lotto, parliamo di una struttura che va a potenziare i servizi sanitari erogati nei confronti della comunità costiera e che si trova in una zona facilmente raggiungibile dai cittadini".
"Con questa nuova organizzazione potenziamo la sanità territoriale, alleviando la pressione sulle strutture ospedaliere causata dalla carenza di medici. Stiamo lavorando per dare vita ad un nuovo modello di sanità, più vicina alla popolazione e ai bisogni sanitari e socio-sanitari, e più tempestiva nelle risposte”, dichiara il vicepresidente della Giunta e assessore alla sanità della regione Marche, Filippo Saltamartini.
La realizzazione della casa di comunità è suddivisa in due lotti e ora è stato aggiudicato l'appalto per il lotto 1. L'edificio ospiterà al primo piano gli ambulatori specialistici, dei medici di medicina generale e della guardia medica con relativi servizi di supporto per un totale di circa 395 metri quadrati, mentre al piano terra si troveranno parte degli ambienti di servizio per la fruizione del primo piano.
La porzione di fabbricato a due piani si svilupperà parallelamente al poliambulatorio esistente, in prossimità del parcheggio esistente e gli ambulatori che si realizzeranno saranno a completamento di quelli già presenti nel poliambulatorio.
Nello specifico, dal punto di vista distributivo, l’intervento è caratterizzato, al piano terra, da una bussola di ingresso, un locale accoglienza/informazioni, due servizi igienici con antibagno, un disimpegno che dà accesso sia alla residenza Protetta che alla scala e all’ascensore che portano al primo piano degli ambulatori.
Al primo piano sono previsti: una sala di attesa con affaccio sulla terrazza esterna, una zona accettazione, amministrazione, archivio, due servizi igienici per il pubblico con antibagno, due sale per l’esecuzione delle prestazioni sanitarie con doppio accesso (sia dal corridoio di distribuzione degli ambulatori che dalla zona di accettazione e attesa), sette sale per l’esecuzione delle prestazioni sanitarie, locali di servizio e due spogliatoi per il personale con servizi igienici e docce, separati in maschile e femminile.
Il lotto 2, invece, comprenderà, al piano terra, la realizzazione della residenza protetta per anziani non autosufficienti, il completamento delle aree lasciate al grezzo in fase di lotto 1 e la finitura delle aree esterne destinate a parcheggio e a verde.
E’ stata eseguita con successo nell'unità operativa di ginecologia e ostetricia dell'ospedale di Civitanova, diretta dal dottor Filiberto Di Prospero, e per la prima volta nella Regione Marche una tecnica chirurgica innovativa su due pazienti affette da grave prolasso genitale.
La metodologia introdotta comporta numerosi vantaggi per le pazienti, perchè oltre ad essere mini-invasiva, riduce i tempi operatori e di ospedalizzazione e non necessita di anestesia generale, quindi comporta rapidi tempi di recupero e una maggiore sicurezza per la donna.
“Si utilizza una particolare protesi titanizzata altamente biocompatibile, che viene introdotta per via vaginale senza necessità di punti di ancoraggio, – spiega il primario Di Prospero – che spesso sono causa di temibili sanguinamenti intra-operatori e dolori cronici. Il tutto avviene nell’assoluto rispetto della fisiologia e dell’anatomia, condizione indispensabile per abbattere complicanze e garantire un’ottima qualità di vita futura. La paziente si alimenta la sera stessa dell’operazione e viene dimessa dopo due giorni, con un veloce ritorno alla normalità”.
Da anni il reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale di Civitanova è punto di riferimento in questo tipo di interventi di chirurgia vaginale, in particolare nel trattamento del prolasso vescicale, uterino e dell’incontinenza urinaria nella donna.
Vengono effettuati circa mille interventi chirurgici l’anno, dei quali almeno 90 sono quelli maggiori condotti per via vaginale per queste problematiche, con una domanda crescente di assistenza, sia a livello territoriale che da fuori Regione.
"Questa tecnica protesica è indicata in donne che presentano gravi recidive di prolasso genitale vescicale e uterino dopo precedenti tentativi chirurgici - precisa il Filiberto Di Prospero -, e per quelle che hanno un completo cedimento strutturale del pavimento pelvico (prolasso della cupola vaginale) dopo una precedente asportazione dell'utero. Si tratta di situazioni particolarmente gravi e invalidanti, che determinano un impedimento non solo nelle normali attività quotidiane, ma anche difficoltà nella minzione, nella defecazione e nella sessualità. Trattiamo questi problemi sia nei nostri ambulatori ospedalieri, ma anche a livello territoriale dove particolare attenzione è rivolta alla prevenzione e riabilitazione nei principali momenti di rischio come la gravidanza, il parto, la menopausa e la post-menopausa".
"Ringrazio il dottor Di Prospero e la sua equipe perché questa innovativa tecnica utilizzata nella nostra Azienda sanitaria contribuisce a migliorare le prestazioni che eroghiamo ai cittadini, garantendo una maggiore sicurezza delle cure e indubbi benefici sulla qualità di vita delle pazienti", afferma il direttore generale dell’Ast di Macerata Marco Ricci. Lo scorso 10 giugno è stato organizzato dalla U.O.C. di Ginecologia e Ostetricia di Civitanova anche un convegno su prolasso genitale e incontinenza urinaria.
In quell’occasione se ne è parlato in termini di problema sociale proprio per l’alta incidenza fra la popolazione femminile e per i costi sanitari. L’ equipe presente all’intervento chirurgico era composta dal direttore dell’Unità Filiberto Di Prospero, dai ginecologi Silvia Battistoni e Elisabetta Garbati, l’anestesista Francesco Antolini, gli infermieri Alessio Olivieri, Pierini Rossella ed Esmeralda Isopi.
"Desidero ringraziare tutte le figure professionali coinvolte in questo progetto - conclude il dottor Di Prospero - a cominciare dalle coordinatrici Infermieristiche della nostra U.O.C. Laura Pompini e del Blocco Operatorio Stefania Laici per il grande lavoro organizzativo svolto in questi giorni".
Esprime orgoglio e apprezzamento il vice presidente della Giunta e assessore alla sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini, che parla di "una sanità", quella marchigiana, "moderna e in grado di compiere ogni giorno un lavoro straordinario, grazie alle grandi professionalità che fanno parte del sistema. Questa tecnica chirurgica innovativa, che permette alle pazienti di tornare a casa dopo due giorni, è l’espressione di un costante impegno volto al miglioramento dei servizi sanitari erogati ai marchigiani e i progressi si registrano costantemente. Come Giunta stiamo lavorando al potenziamento dei servizi, per rendere la sanità più efficiente e vicina ai bisogni di cura dei cittadini".
Sabato 20 luglio, il principe Emanuele Filiberto di Savoia, XXVII duca di Savoia, ha voluto visitare il Centro Orizzonte della Cooperativa sociale Il Faro di Macerata e conoscere chi vive quotidianamente la disabilità.
Durante la visita c’è stato anche il saluto della vicesindaco e assessore alle Politiche Sociali del Comune di Macerata, Francesca D’Alessandro, e del presidente della Cooperativa Sociale Il Faro, Marcello Naldini: una doppia presenza che conferma e ribadisce la forte collaborazione tra l’amministrazione comunale e la Cooperativa.
La visita è avvenuta a seguito della cena, con ospiti illustri e personaggi di rilievo, voluta dal principe stesso per raccogliere fondi a sostegno dei progetti educativi destinati ai 50 bambini e bambine che seguono il Centro.
Della Cooperativa Il Faro hanno presenziato Beatrice Pini, responsabile Centro Servizi del Centro Orizzonte di Macerata, il dottor Marco Gentili, psicologo, neuropsicologo e direttore sanitario del Centro Servizi Orizzonte di Macerata, e Ilaria Gallucci, coordinatrice del Centro.
“Al Cento Orizzonte, centro ambulatoriale e riabilitativo accreditato a livello di eccellenza dalla Regione Marche ci occupiamo della prevenzione, della diagnosi e dei trattamenti dei disturbi del neurosviluppo in età evolutiva”, si legge in una nota della cooperativa. Dietro i bambini e le bambine seguiti, 50 famiglie, hanno ricevuto una doccia fredda di fronte alla diagnosi, e si sono rivolte al nostro Centro”.
“Alcune di queste famiglie hanno più figli o figlie che rientrano nello spettro autistico. In Italia, i dati dell’Osservatorio nazionale parlano di 1 diagnosi di autismo su 77 (età 7-9 anni), con una prevalenza maggiore nei maschi, che sono colpiti 4,4 volte in più rispetto alle bambine”.
“Attraverso la cena solidale avvenuta il 19 luglio, a San Benedetto del Tronto, il principe Emanuele Filiberto ha fornito un sostegno importante al nostro Centro, riuscendo inoltre a creare un importante momento di sensibilizzazione su questa tematica”.
Ancora un gesto di grande generosità da parte dell’imprenditore Niccola Rossi dell’Azienda agricola Troticultura di Sefro a favore dell’Ospedale di Camerino.
Stamattina la Conferenza stampa si è svolta nel nosocomio alla presenza del direttore generale dell’Ast di Macerata Marco Ricci, del direttore sanitario Daniela Corsi, di tutti i Primari dell’ospedale e di numerose autorità militari e civili intervenute, tra cui il consigliere regionale Renzo Marinelli, i sindaci di Camerino Roberto Lucarelli, di Matelica Denis Cingolani, di Visso Rosella Sensi e il presidente dell’associazione di Volontario IoNonCrollo Claudio Cingolani.
Non è la prima volta che il noto imprenditore dimostra concretamente il suo attaccamento al territorio montano dove svolge la sua attività imprenditoriale, in particolare contribuendo con cospicue donazioni all’acquisto di attrezzature sanitarie per rendere più attrattivi i servizi sanitari erogati nell’entroterra.
Stavolta Lino Rossi ha elargito un finanziamento all’Associazione di volontariato camerte IoNonCrollo che sono serviti ad acquistare un ecografo digitale carrellato per l’Unità Operativa di Medicina Interna della struttura ospedaliera montana, diretta dalla dottoressa Anna Maria Schimizzi.
“L’ecografo Logiq Totus è uno strumento multifunzione dal design leggero e portatile, in grado di ottenere immagini di alta risoluzione in una gamma completa di applicazioni, dal sistema cardiovascolare agli organi parenchimatosi, articolazioni, cute e sottocute. – spiega Schimizzi – E’ dotato di strumenti avanzati quali l’elastografia 2D Shear Wave e l’Ultrasound Attenuation Parameter (UGAP) per gestire casi clinici complessi”.
“Ogni donazione dei privati alla sanità pubblica è un riconoscimento del nostro impegno quotidiano come Azienda Sanitaria per garantire risposta ai bisogni di salute della popolazione – dichiara Marco Ricci - e ringraziamo l’imprenditore Lino Rossi per la fiducia accordataci e per la volontà concreta di migliorare l’offerta dei servizi erogati dal nostro Ospedale di Camerino, che può contare su personale medico e sanitario competente e motivato”.
Commosse le parole di Lino Rossi presente alla Conferenza insieme alla moglie Luisa e al figlio Roberto: “Per me è un piacere donare, lo faccio con tutto il cuore verso l’Ospedale di Camerino, cui sono molto legato. Ho avuto una grande disgrazia nella vita perché ho perso una figlia in giovane età e quando la accompagnavo a curarsi in giro nelle varie strutture, è stata lei ad esprimere il desiderio di fare donazioni agli Ospedali. Per me significa mettere in atto la sua volontà, dando il mio contributo al territorio in cui vivo e lavoro”.
"Stiamo lavorando per rendere la sanità più efficiente in questo territorio - ha detto il vice presidente della Giunta e Assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini - e l'Ospedale di Camerino deve diventare una 'Ferrari', solo così potremo garantire il diritto alla salute dei cittadini di questa area". Saltamartini ha sottolineato l'importanza dell'azione di potenziamento del personale, che sta portando avanti l'attuale giunta regionale di centrodestra, attraverso nuove assunzioni e un incremento importante del numero di borse di studio" azioni che puntano a colmare la cronica carenza di personale legata "alle scelte errate in termini di programmazione compiute nell'ultimo decennio dai governi Pd".
"Il Partito Democratico - ha aggiunto - aveva programmato e formato un numero insufficiente di medici: ne ha programmati circa 10mila e specializzati solo 6mila, ma ne sono andati in pensione 15mila. E' paradossale che il Pd, che ha tagliato il fondo sanitario nazionale dal 2012 in poi, ora critichi noi del centrodestra lamentando una carenza dei servizi sanitari che è stata causata proprio dalle conseguenze delle scelte errate compiute dai loro governi". Saltamartini ha sottolineato che il Governo nazionale attualmente in carica è l'unico ad aver aumentato il tetto di spesa per l'assunzione di nuovo personale e ad aver incrementato il fondo sanitario nazionale per la prima volta dopo anni, questi sono fatti concreti, non chiacchiere. La sanità pubblica era stata abbandonata dai governi Pd, sia a livello nazionale che a livello regionale, nelle Marche, dove sono stati chiusi 13 ospedali".
La cataratta è una patologia che interviene pesantemente sulla funzionalità del senso della vista con progressiva riduzione della percezione e della qualità delle immagini. Da studi eseguiti soprattutto negli Stati Uniti è stato rilevato che senza differenza di genere circa 1 persona su 5 dai 65 ai 75 anni può essere colpita da cataratta, addirittura 1 su 2 dai 75 anni in poi. Negli ultimi decenni, soprattutto nel mondo occidentale, la cataratta è stata molto studiata e si sono individuati trattamenti terapeutici chirurgici molto efficaci.
Nelle parti del mondo dove ancora non è possibile avere servizi di questo tipo, secondo le osservazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la cataratta è la prima causa di cecità.
Il dottor Cristian Pollio, direttore del “Centro Oculistico Pollio” di Chieti e responsabile del servizio oculistico del centro medico Associati Fisiomed di Sforzacosta di Macerata ci ha fornito alcune informazioni sull’argomento.
Dr. Pollio, che cos’è la cataratta?
La cataratta è l’opacizzazione di una lente (il cristallino) che si trova all’interno dell’occhio. Il cristallino è una lente che permette di mettere a fuoco le immagini sulla retina, con il tempo il cristallino si opacizza e viene la cataratta.
Quali sono le cause e quali i sintomi ?
Tra le cause della cataratta vanno annoverate la familiarità e poi una serie di fattori specifici quali:
- L’età
- L’esposizione non protetta ai raggi ultravioletti
- I traumi agli occhi
- L’uso di farmaci come i cortisonici
- Malattie sistemiche quali il diabete
- Malattie oculari quali il glaucoma e la miopia elevata possono predisporre al formarsi della cataratta.
Il sintomo più importante è una progressiva perdita della vista. Inizialmente i disagi visivi sono modesti perché l’opacizzazione del cristallino può essere circoscritta a piccole aree, ma con il passare del tempo compaiono i seguenti sintomi:
- Vista appannata
- Elevata sensibilità alla luce con sensazioni di abbagliamento (gli oggetti illuminati sembrano circondati da aloni, fastidio alla luce solare)
- Riduzione della visibilità di notte
- Diminuzione del contrasto delle immagini (i colori appaiono sbiaditi)
- Variazione di miopia, astigmatismo o ipermetropia
Qual è la terapia di elezione?
La terapia è esclusivamente chirurgica e consiste nella sostituzione del cristallino con una lente intraoculare equivalente. L’intervento non è doloroso e viene effettuato con tecnologie innovative. E’ da sottolineare che l’informazione comune sull’intervento di cataratta lo descrive molto semplice, di breve durata e con un risultato quasi sempre positivo.
La mia esperienza di chirurgo oculista che ha a che fare con questa patologia da molto tempo mi suggerisce di dire che nella maggioranza dei casi è così, ma possono esserci anche degli interventi complicati e difficili soprattutto quando non si è intervenuti nei tempi giusti appena evidenziata la diagnosi e quando il paziente ha delle patologie coesistenti che possono creare complicanze. Un esempio abbastanza emblematico e per certi versi anche difficilmente comprensibile dai non addetti è l’utilizzo di una categoria di farmaci (Alfalitici) utilizzati nella terapia dell’ipertrofia prostatica, in quanto non permettono un’efficace dilatazione della pupilla, rendendo più problematiche le pratiche chirurgiche.
Quali le attenzioni e quali i benefici dopo l’intervento?
L’intervento di breve durata viene eseguito in anestesia locale, il paziente torna a casa circa un’ora dopo e deve osservare delle semplici precauzioni:
- non sollevare pesi per una settimana
- astenersi dalla pratica dello sport per un mese è consigliabile
- non toccare l’occhio operato per una settimana è fondamentale
- è buona norma non dormire dal lato dell’occhio operato per qualche giorno
- fare la doccia, lavare i capelli, prestando attenzione a non far penetrare sapone o shampoo negli occhi è possibile dopo i primi due giorni
- seguire attentamente la terapia prescritta.
I benefici possono essere così sintetizzati:
- si comincia a vedere meglio già dopo 4-5 ore
- il primo giorno seguente si vede bene e non si ha nessun fastidio
- guardare la televisione, usare il computer e guidare è possibile già dal giorno seguente l’intervento di cataratta. Conviene sempre chiedere al proprio oculista al controllo che viene eseguito il giorno dopo l’intervento.
Se non si interviene, quali sono i rischi?
La perdita progressiva della vista, fino ad arrivare in certi casi alla cecità o all’accentuazione dei deficit visivi e progressivo aumento della difficoltà chirurgiva. Nei Paesi in cui questo tipo di intervento è molto raro la cataratta rappresenta la prima causa di cecità.
Dr. Pollio, la sua cultura specialistica e la sua esperienza hanno acquisito nei centri dove opera un’autorevolezza riscontrabile anche in pazienti conosciuti che l’hanno ringraziata pubblicamente
E’ vero, lo dico solo perché ne hanno parlato loro stessi ringraziandomi. Proprio la settimana scorsa nel nostro centro oculistico di Chieti è stato operato di cataratta Vittorio Sgarbi con esito positivo, un intervento abbastanza complesso perché per sua ammissione aveva trascurato a lungo il problema. Nel centro Associati Fisiomed di Macerata ho avuto l’occasione di curare per problematiche diverse, ma impegnative un campione del mondo di calcio, Massimo Oddo e una personalità molto conosciuta ed apprezzata nelle Marche, il Cardinale Edoardo Menichelli entrambi successivamente operati.
Il distretto di Civitanova Marche dell’Ast di Macerata ha un nuovo direttore dopo il pensionamento del dottor Gianni Turchetti e dopo la reggenza come facente funzioni del dottor Lorenzo Mazzanti, anche lui prossimo ormai alla quiescenza.
È stato conferito l’incarico quinquennale di direttore di struttura complessa dell’Unità Operativa Organizzazione dei servizi sanitari di base per il distretto costiero al dottor Pier Daniel Ruggiero, primo della graduatoria del concorso appena espletato. Il dottor Ruggiero, classe 1976, proviene dalla Regione Umbria dove svolgeva l’incarico di responsabile del Centro di Salute di Gubbio.
“Sul fronte del personale, con la finalità di garantire l’erogazione dei livelli essenziali delle prestazioni e anche la copertura dei turni di lavoro nel periodo delle ferie estive, si registrano le assunzioni a tempo determinato e a titolo straordinario di 12 infermieri, 8 operatori Socio sanitari e un’ostetrica”, si legge in una nota dell’Ast.
“Ulteriori 9 infermieri, invece, sono stati assunti a tempo determinato e a titolo straordinario per implementare le Centrali Operative Territoriali (COT), di cui al Pnrr Missione 6C1”.
“Stiamo continuando ad investire nella sanità del maceratese – evidenzia il vicepresidente della Giunta e assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini -: le nuove assunzioni di personale rappresentano una boccata di ossigeno per fronteggiare una carenza cronica, che è alla base delle problematiche presenti nella sanità delle Marche e nel resto del Paese, come le liste di attesa. Questi sono risultati concreti che segnano un cambio di passo rispetto al passato, nell’ottica di un potenziamento dei servizi sanitari erogati ai marchigiani”.
Immagini migliori in tempi più brevi. Da qualche giorno il Gruppo Medico Fisiomed, cinque sedi distribuite in provincia di Macerata, utilizza il nuovo software che incrementa considerevolmente le prestazioni della Risonanza Magnetica ad alto campo, peraltro già all'avanguardia.
Si chiama Compressed Sense e si tratta dell'applicazione del principio di Compressed Sensing abbinato a dS SENSE, il metodo di Philips dell’imaging parallelo. Una nuova risorsa garantita dall'algoritmo dell’intelligenza artificiale applicata ad ogni tipologia di Risonanza Magnetica.
L'applicazione di tale tecnica innovativa permette di accelerare le singole sequenze RM, una velocità di scansione maggiore che significa riduzione sensibile dei tempi dell’esame stesso. Il tempo risparmiato con Compressed SENSE permette di aumentare la produttività e l'affidabilità diagnostica, migliorando al contempo il comfort per il paziente. Chi deve sottoporsi a una risonanza magnetica, infatti, può provare ansia e nervosismo a causa del suono prodotto dallo scanner di RM e del tempo da trascorrere all'interno di uno spazio chiuso.
Abbreviando le scansioni, il software Compressed SENSE AI, libera e crea oltre il 67% di tempo in più.La tecnologia basata sull’intelligenza artificiale, sempre più presente nel mondo della medicina, è stata sperimentata da Fisiomed riscontrando altri benefici. Il nuovo software è in grado di fornire scansioni nettamente migliori, più accurate e nitide, poiché riesce a selezionare in anticipo le immagini capendo automaticamente quali sono quelle più utili e imposta il formato più congeniale.
Nelle tecniche di scansione RM convenzionali, l'imaging ad alta risoluzione richiede tempi di scansione maggiori. Compressed SENSE invece consente di ottenere rapidamente, in meno di 5 minuti, immagini isotropiche in 3D inferiori al millimetro (0,7), agevolando così la diagnosi delle parti anatomiche e dei pazienti impegnativi.
Nella scansione della mammella, ad esempio, l'alta risoluzione è importante perché consente di identificare lesioni mammarie molto piccole. Il tutto naturalmente avviene sotto la supervisione, il controllo e la competenza dei migliori specialisti e professionisti sanitari che rappresentano la grande famiglia Fisiomed.
Questa mattina, presso la sala convegni dell'Ospedale di Macerata, si è tenuta una conferenza stampa in occasione della donazione di attrezzature sanitarie all’Unità Operativa di Diabetologia dell’Ospedale di Macerata, diretta dal dottor Gabriele Brandoni, da parte dell’azienda CO.BO. di Montelupone e di alcuni generosi cittadini facenti capo al dottor Stefano Quarchioni. Sono intervenuti l'assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, la direttrice sanitaria Daniela Corsi, il direttore generale della Ast 3 Macerata Marco Ricci, il presidente dell'Associazione dei diabetici di Loreto Sauro Galassi.
Nel corso della conferenza Saltamartini ha colto l'occasione per fare un riepilogo sulla questione sanità: "Uno dei problemi cardine è il processo di aziendalizzazione. Il medico quando cura un paziente deve verificare in prima analisi il rispetto del bilancio, il direttore generale deve rispettare il pareggio del bilancio; in generale occorre vedere se la somma stanziata come tetto di spesa può essere superata o meno".
"Questa è una gabbia in cui noi siamo tenuti a operare e che, a mio avviso, va rimossa. Se arriva un paziente che ha bisogno di determinate cure e dobbiamo vedere la spese, il sistema non funziona. L'altro tema drammatico del nostro Paese è che il numero dei medici a disposizione quando bandiamo un concorso è il numero dei medici che in Italia sono stati pensati e previsti nel 2015: ossia 10mila. L'aggravante è che quest'anno andranno in pensione 15 mila medici e sui 10 mila medici, che erano stati previsti dieci anni fa, le borse di specializzazione sono state solo 6mila per cui se cerchiamo un oculista, un dermatologo non li troviamo perché non sono stati specializzati".
"Si tratta di un lettino elettrico, particolarmente utile nelle persone che hanno difficoltà di deambulazione, e di uno strumento sanitario per la prevenzione delle complicanze del diabete", spiega Saltamartini riguardo le attrezzature donate all'unità di Diabetologia .
“Nello specifico si tratta di uno strumento diagnostico che nei soggetti diabetici permette di valutare la presenza di arteriopatia a carico degli arti inferiori, prevenendo eventuali complicanze come l’arteriopatia cronica ostruttiva con un intervento rapido per l’attivazione del percorso arteriografico ed eventuale rivascolarizzazione - precisa Brandoni, primario della Diabetologia - . Riduce, inoltre, il rischio di ulcera delle estremità inferiori evitando, di conseguenza, l’amputazione. Lo strumento donato è un predittore affidabile per il rilevamento dell’arteriopatia periferica, di fondamentale importanza se consideriamo che il 70% dei pazienti è asintomatico".
"Permette, infatti, di calcolare l’indice caviglia –braccio (ABI), una comparazione della pressione sanguigna nelle gambe e nelle braccia, in modo non invasivo e indolore. Le linee guida sulla prevenzione del piede diabetico ci esortano a seguire lo screening dell’indice ABI (caviglia - braccio) già al primo accesso al Centro Antidiabetico, nel paziente diabetico di tipo 2”.
"Per il paziente si tratta di un test che può essere eseguito di routine sia nell’assistenza primaria che in quella specialistica, attraverso una procedura rapida e facile.L’arteriopatia periferica (AOP) è una condizione frequente, ma sottodiagnostica, con conseguenze spesso gravi tra le quali ci sono decesso, ictus, malattie coronariche, amputazioni e disordini cognitivi".
"Data l’elevata corrispondenza dell’AOP con altre malattie, i pazienti diagnosticati hanno grande possibilità di diagnosi precoce anche di altre patologie come: malattia coronarica (CAD) e/o cerebrovascolare (CVD) 32%, insufficienza Renale (RI) 39,7%, diabete 49,7%, sindrome metabolica 63%, ipertensione 55% e ipercolesterolemia 60%".
Sono partiti i lavori per la trasformazione e l’ampliamento del centro diurno Alzheimer “Tempo alle famiglie” di Camerino che potrà così ospitare fino a venti posti per persone affette da demenza. “Grazie ad un percorso virtuoso che ha consentito all’Unione Montana Marca di Camerino di intercettare e vincere un bando del Psr e di usufruire di un significativo contributo della Federazione Nazionale Pensionati Cgil,Cisl, Uil, potenzieremo un servizio fondamentale che qualifica il nostro territorio tra i più attenti alle problematiche sociosanitarie della popolazione anziana dell’area camerte”.
A parlare è il coordinatore dell’ambito territoriale sociale XVIII, Valerio Valeriani. L’intervento, per complessivi 365.000 euro, riguarderà anche il centro diurno “Millecolori” per persone disabili, con un miglioramento funzionale delle strutture.
“Voglio ringraziare il presidente dell’Unione, Alessandro Gentilucci, per aver creduto in questo percorso che ci ha portato a vincere il bando regionale, e i sindaci, in particolare il sindaco di Camerino, Roberto Lucarelli, per aver messo a disposizione, nelle more dell’iter realizzativo, due Sae grandi e opportunamente attrezzate come avevamo richiesto e che, grazie al personale qualificato di cui disponiamo, renderanno il periodo dei lavori gestibile e sostenibile per gli ospiti”.
“Ricordiamo prosegue Valeriani che si tratta di una soluzione temporanea per la durata prevista dei lavori pari a 245 giorni, e che i tecnici comunali hanno individuato, su richiesta dei coordinatori delle due strutture, non solo le Sae ma anche altri spazi idonei per le attività laboratoriali programmate, in modo da ridurre al minimo il disagio e consentire la normale operatività dei centri”.
Nel nostro percorso di osservazioni e consigli per individuare un’alimentazione idonea ci siamo imbattuti nelle considerazioni su una particolare reazione del nostro corpo: lo stress. Quante volte nell’arco della tua giornata ti sei ritrovato a pronunciare questa frase? “Mamma mia… questo caldo mi stressa proprio!” “Questo lavoro è stressante, non vedo l’ora di andare in vacanza” o ancora “Questa situazione mi stressa!” Ma esattamente, sappiamo cosa sia questo stress? Lo stress secondo l’ OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non è altro che una risposta naturale del corpo e della mente a situazioni percepite come minaccia o eccessivamente impegnative, in altre parole è una risposta ad una richiesta di adattamento.
Ci rivolgiamo ad una biologa nutrizionista la dottoressa Nazeda Kastha, consulente presso Associati Fisiomed, che proprio per il suo lavoro in ambito alimentare ha ben individuato gli elementi inerenti allo stress, comprese le difficoltà in ambito nutrizionale.
Dottoressa Kastha, esiste un’età dove lo stress è maggiore?
"Secondo il mio parere la risposta è no. Lo stress è proporzionale all’età in cui ci troviamo. Provate a dire ad un bambino che lo stress che sta provando per affrontare la verifica di matematica è minore rispetto a quello che dovrà affrontare per l’esame di maturità, oppure provate a dire ad un adolescente che i motivi che ora lo stressano, tra qualche anno gli risulteranno futili… Quale sarà secondo voi la risposta? Ecco perché secondo me, ogni età ha il suo stress". Ma lo stress può essere solo negativo?
"In realtà no, esistono due tipi di stress, lo stress positivo, (anche detto eustress) è quello che ci aiuta a generare maggiore attenzione e concentrazione, dandoci la carica per affrontare una prestazione sportiva o per dare il nostro meglio a quel lavoro che il capo ci ha assegnato ed è uno stress detto anti- aging perché ci mantiene giovanili ed attivi. Poi abbiamo lo stress negativo, detto distress, che è quello che ci genera ansia ed angoscia e questo è detto pro- aging perché stimola l’invecchiamento.La differenza principale tra i due tipi di stress è che quello definito positivo ha una durata a breve termine mentre quello negativo, oltre allo stato d’animo che ci altera, ha una durata molto più lunga e cronica". Quali sono i principali sintomi del distress?
"I principali sintomi del distress sono: innanzitutto ansia ed angoscia, due emozioni che entrano in gioco non più per incoraggiarci a fare del nostro meglio ma per produrre in noi quelle emozioni di inadeguatezza. A livello fisico quindi si manifesta come depressione, irritabilità, cefalea, insonnia e fatica muscolare".
C’è correlazione tra stress e alimentazione?"Assolutamente sì, perché cervello ed intestino sono collegati e quest’ultimo prende il nome di secondo cervello, cosi quello che viene percepito a livello di cervello, si riversa a livello intestinale, portando a problematiche come difficoltà digestiva, bruciore di stomaco, gonfiore addominale, stitichezza e diarrea. Queste problematiche a lungo andare possono portare a uno stato di malattia". Esiste un rimedio contro lo stress?
"Uno dei rimedi migliori contro lo stress è l’attività fisica perché questa oltre a ridurre il rischio di malattie metaboliche e cardiovascolari genera uno stato di benessere esaltando e migliorando l’umore per la secrezione di beta-endorfine. Anche la dieta potrebbe essere usata come un fattore anti stress perché quando cuciniamo per chi amiamo si producono ormoni del benessere e del piacere quali dopamina e serotonina".
Sostenitori diversi ma con lo stesso obiettivo: innalzare il livello di consapevolezza dei cittadini sul tema della prevenzione delle neoplasie. Questa mattina, la Sala della Giunta del Comune di Civitanova Marche ha ospitato la conferenza stampa di presentazione del progetto La prevenzione oncologica in piazza che vede attivi Fondazione Ant con il sostegno di Comune di Civitanova Marche, Direzione Medica di Presidio Ospedaliero, Banco Marchigiano Credito Cooperativo Italiano, Eurosuole SpA e Atac Civitanova SpA.
Presenti il sindaco Fabrizio Ciarapica e l’assessore Barbara Capponi, insieme alla presidente nazionale Ant Raffaella Pannuti e all’omologa della sezione Civitanova Fiorenza Paffetti Perugini, i dottori Marco Boccaccini e Maria Solipaca, Raffaela Ercoli dell’Eurosuole e Daniela Milano, responsabile marketing Banco Marchigiano.
A Civitanova saranno cinque le giornate dedicate alla prevenzione oncologica, dall’8 al 12 luglio, per un totale di circa 120 controlli gratuiti, già al completo, messi a disposizione della cittadinanza, che avranno luogo per mezzo dell’ambulatorio mobile di Fondazione ANT. Il Bus della Prevenzione sosterà in Piazza XX Settembre per 5 giorni: lunedì dedicato ai controlli diagnostici del ‘Progetto Mammella’, per proseguire martedì 9 col ‘Progetto Testicolo’ e da mercoledì 10 a venerdì 12 luglio col ‘Progetto Tiroide’. Venerdì si concluderà con la consueta cena di beneficenza organizzata dalla delegazione Ant di Civitanova Marche cui è possibile prenotarsi.
“Presentiamo un’iniziativa molto importante, un’intera settimana dedicata alla prevenzione oncologica – ha detto in apertura il sindaco Fabrizio Ciarapica – e siamo onorati di avere qui con noi oggi la presidente Pannuti. L’Amministrazione dà il suo contributo e vuole essere da esempio e da traino anche per i privati; ciascuno può dare il proprio supporto in occasioni di grande rilevanza come accade per questo progetto. Ringraziamo Ant, le aziende e i tanti volontari che ogni giorno con tanta passione si mettono a disposizione degli altri”.
Fondazione Ant ha un bacino di utenza delle attività di diagnosi precoce che, dal 2004 a oggi, ha raggiunto quota 264.041 pazienti, di cui 3.569 nelle Marche. “Le visite di prevenzione sono uno strumento fondamentale nella lotta contro il cancro e la partecipazione di così tanti cittadini dimostra quanto sia sentita questa necessità – ha spiegato la presidente Raffaella Pannuti - Ringraziamo ancora una volta le realtà, socialmente attive e responsabili, che grazie al loro sostegno, hanno reso possibile questo importante evento. Il Comune di Civitanova Marche ha messo già in atto quelle che sono le linee guida della Legge 117, e sono felice di essere qui per il lancio di queste giornate che sono un fiore all’occhiello per tutta la comunità nella consapevolezza che i controlli di prevenzione oncologica restano la chiave per evitare 180mila decessi per tumore nel nostro Paese nei prossimi due anni”.
“Collaboriamo da anni con l’Ant, che è parte anche della nostra Consulta – ha dichiarato l’assessore Barbara Capponi - . È un grande piacere incontrarsi di persona, ci eravamo conosciuti via zoom durante la pandemia per portare aiuto alle persone in emergenza. Da soli non si va da nessuna parte, abbiamo formato una bella rete con ricadute concrete e risposte ai bisogni reali dei cittadini”.
“Ringrazio tutti coloro che credono in noi – ha sottolineato la presidente Fiorenza Paffetti Perugini – sono certa che chi è al nostro fianco sia consapevole del grande servizio svolto dall’Ant per la cittadinanza. Grazie a tutti i nostri sostenitori”.
“Noi ci siamo era lo slogan durante la pandemia, quando eravamo in pochi a portare aiuto ai malati di Covid – ha raccontato il dottor Marco Boccaccini - Noi ci siamo anche oggi, con una nuova scommessa sulla prevenzione di prossimità, perché un bus con medici nel salotto buono della nostra città, conta più di mille parole. La prevenzione fa la differenza per la guarigione, invitiamo gli uomini che purtroppo sono poco abituati a farla, ad iniziare anche in giovane età con visite programmate. Grazie a tutti per essere a fianco dell’Ant”.
“Cerchiamo di rispondere sempre in maniera positiva alle iniziative di solidarietà – ha detto Raffaella Ercoli – la nostra è un’azienda del territorio che sostiene le iniziative con finalità sociali e questo progetto sulla prevenzione è fondamentale”. “Da anni siamo partner dell’Ant – ha sottolineato Daniela Milano per conto del Banco Marchigiano. Quest’anno ci siamo impegnati sul fronte del progetto tiroide e sosteniamo la campagna della prevenzione sotto diversi aspetti che sono tutti di grande rilevanza per le famiglie”.
IL CALENDARIO:
lunedì 8 luglio 2024: n.16 controlli ‘Progetto Mammella’ ANT
martedì 9 luglio 2024: n.24 controlli ‘Progetto Testicolo’ ANT
mercoledì 10, giovedì 11 e venerdì 12 luglio 2024: n.72 controlli ‘Progetto Tiroide’ ANT
L’azienda sanitaria territoriale di Macerata, in linea con le disposizioni dell’assessore regionale alla sanità, potenzia i servizi dell’emergenza territoriale nei mesi estivi di luglio e agosto, caratterizzati da un maggiore afflusso di turisti e residenti fuori regione, per rispondere alle necessità di salute della popolazione del proprio territorio di riferimento.
Da sabato 6 luglio nelle aree interne sarà attiva una Potes turistica aggiuntiva rispetto agli attuali mezzi di soccorso, che sarà presente sia nei giorni festivi che pre festivi, con orario dalle ore 10 alle 18.
Nello specifico l’ambulanza infermieristica nella zona montana sarà itinerante e nel mese di luglio sarà collocata sabato 6 ad Esanatoglia, domenica 7 a Castelsantangelo sul Nera, sabato 13 a Bolognola, domenica 14 a Frontignano, sabato 20 a Montecavallo, domenica 21 a Valfornace, sabato 27 a Sefro e domenica 28 a Gagliole.
Una postazione infermieristica estiva sarà presente presso il Lago di Fiastra e un’altra nel comune di Porto Potenza Picena. A Civitanova Marche sarà, invece, attiva una postazione infermieristica estiva presso l’area portuale, Largo Donatori di sangue, mentre presso il Pronto Soccorso dell’ospedale ci sarà un ulteriore ambulatorio dedicato ai codici minori (bianco, verde e azzurro) attivo nei giorni festivi, dalle 8 alle 20, che garantirà le risposte agli accessi che prevedono bassa intensità di cura, evitando le liste d’attesa e il sovraffollamento dei pronto soccorsi.
"Potenziamo l’assistenza sanitaria in vista dell’afflusso di turisti che trascorreranno le vacanze nelle Marche - dichiara il vicepresidente della Giunta e assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini -, con l’obiettivo di fornire una risposta immediata ai bisogni di salute e di garantire un’estate sicura ai marchigiani e ai vacanzieri che soggiornano sulla costa e nelle aree interne e montane della regione. Una strategia di risposta al problema del sovraffollamento nei pronto soccorso, che in estate si fa intenso, e agli accessi impropri di codici a bassa intensità".
Ben 100 ragazzi e ragazze dai 18 ai 28 anni della regione hanno partecipato con successo al Servizio Civile Universale nei 6 progetti presentati dall'Anpas Marche, (Pubbliche Assistenze delle Marche): 'Adriaticum 2022', 'Aesis 2022', 'Conero 2022', 'SoS Trasporto Sanitario 2022', 'Un anno per la vita 2022', 'Picenum 2022' e dalla 'Confederazione Nazionale delle Misericordie d'Italia: Insieme per donare Pace e Amore'.
I giovani volontari sono stati impegnati nel contesto del trasporto e dell’assistenza socio sanitaria in tutta la regione Marche, raggiungendo l’obiettivo di circa 70.000 servizi tra trasporti sociali, sanitari, assistenze a manifestazioni e attività sociali varie, che si inseriscono nel più ampio numero di 226.614 servizi effettuati nello stesso periodo di riferimento dalle Associazioni ospitanti.
I 100 ragazzi e ragazze, dopo una serie di fondamentali percorsi di formazione, hanno svolto, prima in affiancamento al personale esperto e poi sempre più in autonomia le diverse attività con l’obiettivo di rafforzare la risposta di assistenza sociale e sanitaria sul territorio verso la comunità e verso le persone più in difficoltà.
"Ragazzi e ragazze che, sempre più esposti alle tensioni di un futuro incerto, e nonostante la frenesia, tipica della giovane età, di raggiungere presto una meta, hanno portato a termine il compito che gli era stato assegnato - ha dichiarato Andrea Sbaffo, presidente Anpas Marche –. Un compito che tradotto in termini pratici ha significato un impegno quasi quotidiano nei trasporti sanitari non urgenti e trasporti sociali, nei trasporti in collaborazione con il 118 ed in tutta una serie di attività a complemento, necessarie al corretto svolgimento delle attività primarie. A tutti e tutte loro va il nostro plauso e il migliore augurio per il prosieguo nel percorso da Cittadini attivi".
"E’ stata un'esperienza appagante, che ci ha fatto crescere molto, sia nella parte pratica che nella parte morale; abbiamo imparato tante cose nuove: come aiutare gente che ne ha la necessità, ad interagire con persone diverse da noi. Dopo questo percorso siamo maturati, siamo diventati più responsabili, e ora ci rendiamo conto di come risolvere e affrontare i problemi. Ci porteremo dietro un baule di esperienza indimenticabile, grazie anche a persone che ci hanno insegnato, appoggiato e soprattutto aiutato quando ci siamo trovati in situazioni difficili", hanno affermato Gabriela Jara, Michele De Luca, Aron Masella e Catalin Neaga, giovani volontari impegnati con la Croce Gialla di Recanati.
Nella nostra rubrica dedicata alla salute abbiamo più volte parlato di un elemento essenziale: l’alimentazione. Se ancora in molte parti del mondo la salute è minata da una mancanza di alimentazione, nel nostro mondo occidentale e di avanzamento economico il problema per la salute è diventato l’iperalimentazione, con la diretta conseguenza di una grande incidenza di obesità. Questa, è dimostrato, è fonte di tante malattie raccolte nella definizione di sindrome metabolica (ipertensione, diabete ecc…).
Oggi, sempre parlando di alimentazione, vogliamo occuparci di un aspetto particolare, il rapporto psicologico con il cibo che a volte può sconfinare in gravi patologie, i cosiddetti disturbi alimentari. Ne parliamo con una biologa nutrizionista specializzata in DCA (disturbi comportamentali alimentari), la dottoressa Valentina Bernacchini, consulente presso il centro medico Associati Fisiomed.
Dott.ssa Bernacchini, quali sono i disturbi alimentari e quali sono le persone più a rischio?
" I disturbi dell’alimentazione più diffusi sono Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa e Disturbo da alimentazione incontrollata (BED). Negli ultimi anni i disturbi del comportamento alimentare sono aumentati, in particolare nel mondo occidentale, dove l’ideale di magrezza e di un corpo ‘perfetto’ sulla base degli standard sociali è sempre più diffuso.
Colpiscono prevalentemente il sesso femminile e insorgono generalmente nell’adolescenza, ma sono in aumento anche i casi di bambini ed adulti diagnosticati con questa tipologia di disturbo, rappresentano un importante problema di salute pubblica. Purtroppo, visto che negli ultimi decenni c’è stato un progressivo abbassamento dell’età di insorgenza, sono sempre più frequenti diagnosi in età preadolescenziale e nell’infanzia, con conseguenze molto più gravi sullo sviluppo.
Un esordio precoce può infatti comportare un rischio maggiore di danni permanenti secondari alla malnutrizione, soprattutto a carico dei tessuti che non hanno ancora raggiunto una piena maturazione, come le ossa e il sistema nervoso centrale, e danneggiare lo sviluppo cognitivo".
Che cosa accomuna i disturbi alimentari?
"Tra i segnali più comuni vi è il pensiero ossessivo del cibo, un controllo spasmodico del peso e la paura costante di ingrassare. Un’altra sintomatologia comune è l’alterazione della propria immagine corporea, ossia una percezione alterata del corpo e dell’immagine vista allo specchio che influenza in modo negativo gli atteggiamenti e pensieri.
Un disturbo del comportamento alimentare compromette drasticamente la qualità della vita di chi ne soffre, ne limita le capacità relazionali, scolastiche, lavorative e sociali: tutto infatti sembra ruotare intorno al cibo e alla percezione corporea. Questi pensieri sono talmente presenti nel corso della giornata che la loro intensità e intrusività compromette tutte le attività giornaliere, portando a comportamenti asociali e di isolamento, tanto da evitare per esempio eventi sociali e pasti fuori casa (ristorante, mensa, compleanni, ecc.)".
Quali sono i segnali che possono aiutare ad identificare un disturbo alimentare?
"Raramente le persone che soffrono di un disturbo dell’alimentazione chiedono aiuto, soprattutto in una fase iniziale della patologia, per questo è importante che i familiari o gli amici intorno alle persone che soffrono di DCA siano capaci di cogliere alcuni segnali che possano portare al riconoscimento della patologia e ad una richiesta di aiuto. Un trattamento tempestivo e veloce è fondamentale perché più si interviene precocemente, tanto più è facile trattare il disturbo e in tempi più brevi. I possibili segnali da tenere in considerazione possono essere:
- Alterazioni veloci del peso;
- Riduzione delle porzioni dei pasti;
- Atteggiamento fobico verso alcuni alimenti e gruppi alimentari, ad esempio evitamento dei dolci, della pizza, dell’olio, della pasta, ecc;
- Identificazione di momenti in cui la persona mente riguardo a quanto e quando ha mangiato;
- Episodi continuati in cui la persona va sempre in bagno subito dopo aver mangiato e quando ritorna sembra rossastra in volto;
- Allenamento eccessivo;
- Evitamento di pasti condivisi (anche con i membri della famiglia) e delle situazioni sociali in cui è previsto il cibo;
- Presenza di rituali del pasto alterati come: taglia il cibo in pezzi molto piccoli o mangia estremamente lentamente;
- Cambia il modo di vivere il proprio corpo, es. indossa vestiti larghi per nascondere la perdita di peso;
- Aumento dell'uso dei social e di pagine inerenti il cibo (es. Nutrizionisti, ricette) e il corpo (Influencer, modelle);
- Aumenta il controllo ossessivo del peso e effettua controlli ripetuti allo specchio (check corporei);
- Aumenta l’asocialità e l’isolamento;
- Presenta sbalzi di umore, scatti di rabbia o irritabilità;
Manifesta alterazioni fisiologiche come stitichezza, insonnia, stanchezza cronica, ecc.
Ricordate che le persone con un disturbo alimentare sono spesso difensive riguardo al loro modo di mangiare ed il loro peso, possono negare di star male e minimizzare il problema. Difatti, è raro che nelle fasi iniziali riescano a capire da soli di avere un disturbo e che chiedano la consulenza di un terapeuta, quindi il vostro ruolo sarà determinante per aiutarle".
Quali sono i trattamenti possibili in caso di DCA?
"L’approccio terapeutico multidisciplinare è essenziale in questi casi perché permette di lavorare sia sull’aspetto psicologico che nutrizionale, consentendo la gestione dei sintomi, il recupero del peso e il riacquisto di un rapporto sano con il cibo.
Tipicamente il percorso di trattamento include una combinazione tra terapia psicologica, educazione alimentare, monitoraggio medico ed alcune volte assunzione di medicinali o integratori. Spesso i disturbi alimentari sono associati talvolta ad altri disturbi psichiatrici, come la depressione, i disturbi di personalità, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo d’ansia. Sono quindi diverse le figure professionali che entrano in gioco: Nutrizionista, Psicologo, Medico di base /Pediatra, Psichiatra/Neuropsichiatra, Endocrinologo.
Di norma il primo approccio di intervento è un approccio multidisciplinare ambulatoriale, che in caso di fallimento della terapia prosegue verso un approccio residenziale o semi-residenziale in strutture specializzate che si occupano del recupero e del trattamento di persone affette da disturbi alimentari".
È arrivata l'estate, sembra già piuttosto calda. Le nostre abitudini quotidiane sono condizionate dalle alte temperature, ma anche dal desiderio di andare a trovare refrigerio al mare, in montagna, di fare gite e scampagnate. Come alimentarsi? Ne parliamo con la dottoressa Annalisa Potenza, biologa nutrizionista consulente presso Associati Fisiomed di Sforzacosta e Fisiomedlab di Civitanova Marche.
Dott.ssa Potenza si sente dire che in estate anche un bel gelato può sostituire un pasto. È vero? Quali gli altri suoi consigli per l'alimentazione estiva?
"Possiamo dire che il gelato può essere considerato un equivalente del pasto solamente dal punto di vista chilocalorico, dipende ovviamente dalla grandezza, ma non può sostituire un intero pasto principale perchè non è equilibrato in tutti i nutrienti.
Infatti i gusti alle creme hanno zuccheri semplici e grassi, con una piccola quota di proteine date dal latte e dalle uova, ma mancano completamente di fibra e di micronutrienti; i gusti alla frutta hanno solo acqua e zuccheri e mancano completamente di proteine. Optare solamente per un gelato a pranzo significherà pertanto avvertire un senso di fame poco dopo, essendo un alimento poco saziante perchè non completo.
Inoltre bisogna fare attenzione ai picchi glicemico e insulinemico che ne conseguono. L’alto quantitativo di zuccheri semplici presenti nel gelato causa un innalzamento repentino della glicemia e di conseguenza anche dell’insulina, ormone prodotto dalle cellule del pancreas in risposta all’innalzamento del glucosio nel sangue che permette il suo ingresso nelle cellule.
Inoltre anche il latte direttamente darà un picco di insulina. L’eccesso di glucosio prima nel sangue e poi nelle cellule fa si che questo venga trasformato in grasso di riserva e non più in energia.
Pertanto possiamo affermare che dal punto di vista nutrizionale il gelato non è un valido sostituto del pasto ma, nell’ambito di una dieta quanto più equilibrata possibile nel quotidiano, si puo’ occasionalmente inserire il gelato a pranzo o a cena, purché non diventi un’abitudine, e cercando di bilanciarlo consumando prima una porzione di verdura cruda di stagione.
Cosa sarebbe più opportuno scegliere pertanto per un pranzo fresco al mare, da mangiare sotto l’ombrellone?
"La scelta migliore ricade su un piatto unico che sia completo e ben bilanciato: il cosiddetto “piatto sano”. Che cosa intendiamo? Un piatto bilanciato sarà composto da un insieme di alimenti che apportano tutti i macronutrienti (carboidrati complessi e fibre, proteine, lipidi) e i micronutrienti (vitamine e sali minerali) di cui ha bisogno il nostro corpo per essere nutrito correttamente e svolgere tutte le sue funzioni.
Possiamo optare pertanto per delle insalate di cereali in chicco o pseudocereali, per esempio insalata di riso integrale, di farro, di orzo o di quinoa, associando un alimento che apporti maggiormente proteine come per esempio del tonno, del petto di pollo o di tacchino, una porzione di legumi o delle uova e un buon quantitativo di verdure crude di stagione, fonte di vitamine e minerali, il tutto condito con dell’olio extravergine di oliva, fonte di grassi. In questo modo il senso di sazietà durerà più a lungo.
Come evitare la disidratazione con il caldo estivo?
"Le linee guida per una sana alimentazione del Crea ci ricordano di bere ogni giorno acqua in abbondanza, questa regola vale tutto l’anno ma è da tenere a mente soprattutto nella stagione più calda. Bisognerebbe sempre assecondare il senso di sete e anzi tentare di anticiparlo.
Mi preme sottolineare però che bevande diverse dall’acqua, zuccherate e/o gassate, come aranciate, succhi di frutta, bibite di tipo cola, apportano anche alti quantitativi di zuccheri semplici, che andrebbero invece limitati nell’arco della giornata, pertanto non sono una valida alternativa all’acqua.
Attenzione poi alle bevande alcoliche, come birra e vino, hanno sì un alto contenuto di acqua ma, nonostante sembrino essere molto dissetanti, facilitano al contrario la disidratazione.
Possiamo assumere acqua anche dagli alimenti che consumiamo quotidianamente, come frutta e verdura. Si può optare per degli spuntini con frutta fresca di stagione che ci reidratano e ci permettono di reintegrare vitamine, sali minerali e antiossidanti.
Una buona idea potrebbe essere quella di preparare dei coloratissimi frullati di frutta fresca (ma sono da evitare centrifugati e estratti in cui si perde completamente la parte fibrosa della frutta) aggiungendo acqua o una bevanda vegetale fredda".
“Un costante terrorismo psicologico da parte del consigliere regionale del Pd, Romano Carancini, che continua a dimostrarsi politicamente ossessionato dalla figura professionale di Daniela Corsi, direttrice sanitaria dell’Ast 3”. Sono le parole del consigliere regionale FdI, Pierpaolo Borroni, in replica a Romano Carancini, il quale era tornato ad attaccare la direttrice sanitaria dopo il trasferimento di un ginecologo dall’ospedale di Macerata a quello di Civitanova Marche (leggi qui).
“È assolutamente lampante come il suo modo di fare politica si connoti nella ricerca spasmodica di un nemico da abbattere non certo nei contenuti”, dichiara Borroni in riferimento a Carancini.
“I suoi strali non sono sui fatti, ma piuttosto spinti da un campanilismo con il quale si cimenta in un vano tentativo di accreditarsi agli occhi dei maceratesi, si badi bene non nel loro interesse, ma nel cercare di alimentare i suoi soli scopi politici, considerando i maceratesi alla stregua di semplici portatori di voti”.
“Insomma, li considera persone sciocche pronte a bersi tutte le sue parole prive di fondamenta. Come detto, la sua cifra politica si sta connotando solo ed esclusivamente da facili allarmismi e dall’alimentare divisioni territoriali. In pratica, vuole rendere plasticamente evidenti le divisioni interne al suo partito, calandole in provincia di Macerata”.
“Ebbene, non ci riuscirà perché sono i fatti a smentirlo. Nessuno depaupera nessuno, tanto meno la direttrice sanitaria. Si metta l’anima in pace e recuperi un minimo di equilibrio politico, forse così riuscirebbe a recuperare una credibilità che, intervento dopo intervento, continua a perdere”.
“Noi del centrodestra vogliamo continuare a far crescere organicamente e complessivamente la sanità in tutta la Regione. Non siamo spinti dai favoritismi politici tipici del Pd, di cui Carancini è stato sempre maestro”.
“Siamo guidati dall’interesse dei marchigiani e vogliamo che tutti, sottolineo tutti, possano contare su servizi sanitari adeguati a prescindere dal loro luogo di residenza. Una rivoluzione che stiamo portando avanti con azioni concrete attraverso riforme coraggiose, mantenendo le promesse fatte nel 2020 e in base alle quali abbiamo ottenuto il mandato dai cittadini. Non saranno certo le parole vuote e politicamente cattive del consigliere regionale del Pd a impedirci di portarle avanti”.
“Spetterà, poi, ai marchigiani confermarci o meno alla guida della Regione, giudicando positivamente o negativamente le nostre azioni politiche”.
Il consigliere regionale Romano Carancini del Partito Democratico ha lanciato un appello in difesa della sanità maceratese, esprimendo preoccupazione per alcune decisioni prese dalla direttrice sanitaria dell’Ast 3 Macerata, Daniela Corsi, che a suo avviso potrebbero indebolire l'offerta sanitaria nel capoluogo e nelle aree interne a favore di Civitanova Marche.
La preoccupazione più recente riguarda la decisione di trasferire un medico specializzato in patologia ostetrica da Macerata a Civitanova Marche. "Questo spostamento, secondo Carancini, priva Macerata di una figura chiave per la gestione delle gravidanze a rischio, lasciando scoperta un'unità operativa di eccellenza dell'ospedale, a guida del dottor Pelagalli".
Carancini sottolinea come questo trasferimento comporti disagi per le pazienti che necessitano di cure specialistiche. Il consigliere dem evidenzia che questa scelta "potrebbe indebolire i consultori del capoluogo e delle aree interne, lasciando interi comuni senza un punto di riferimento per la prevenzione, diagnosi e cura delle problematiche legate alle gravidanze a rischio. Le pazienti potrebbero essere costrette a recarsi in ospedale o a rivolgersi a strutture private per esami fondamentali, come l’ecografia morfologica".
Nonostante il reparto di ginecologia e ostetricia di Civitanova Marche sia in crescita, Carancini sottolinea che esso tratta solo gravidanze fisiologiche e non a rischio, registrando un numero di parti pari alla metà di quelli effettuati a Macerata. Il consigliere esprime la sua perplessità sulla scelta di "trasferire una figura specializzata che ha contribuito significativamente alla qualità delle cure a Macerata, piuttosto che individuare un altro ginecologo per Civitanova Marche".
Carancini critica poi la mancanza di confronto e l'adozione di decisioni che potrebbero apparire autoritarie. Esprime preoccupazione per un clima di rassegnazione e paura che potrebbe pervadere la gestione sanitaria. Secondo il consigliere, "queste scelte dovrebbero essere motivate da logica, efficienza, sicurezza sanitaria e appropriatezza clinica. Si rivolge infine al sindaco di Macerata Sandro Parcaroli e alle autorità locali, chiedendo un intervento che rassicuri i cittadini sulla qualità e l'efficienza della sanità pubblica".