Il sindaco Sandro Parcaroli, insieme all’assessore Riccardo Sacchi, ha incontrato ieri pomeriggio il dottore Matteo Tallè, urologo maceratese 36enne che ha ricevuto negli Stati Uniti, a Chicago, dall’American Urological Association, un premio internazionale.
Tallè, residente a Macerata, lavora da tre anni a Villa Igea, ad Ancona, dove ha realizzato un lavoro scientifico relativo a una tecnica mininvasiva per la cura dell’ipertrofia della prostata.
“Abbiamo deciso di conferire un riconoscimento al dottor Tallè per l’alto contributo scientifico donato con generosità e grande spirito di servizio alla ricerca in campo medico-scientifico innalzando e dando lustro alla città di Macerata” , ha commentato il sindaco Sandro Parcaroli.
“Sono molto onorato e grato al sindaco Parcaroli e all’assessore Sacchi per questo generoso riconoscimento – ha detto Tallè -. Per me, da maceratese, è un piacere e un privilegio poter rappresentare la città che amo, dove sono nato e cresciuto”.
Sabato 20 maggio in piazza della Libertà a Macerata, dalle 8:30 alle 13, l’Associazione italiana pazienti anticoagulati (A.i.p.a) tramite il suo presidente Giovanni Di Geronimo organizza una giornata dedicata allo screening gratuito per la prevenzione della fibrillazione atriale, in collaborazione con l’Unità Operativa Complessa di Cardiologia dell'ospedale maceratese, con il centro Tao e la Croce Rossa Italiana, comitato locale.
L’iniziativa, giunta alla sua terza edizione dopo le prime due svoltesi con successo prima del Covid, offre liopportunità ai cittadini di effettuare la visita medica con controllo dell’E.C.G. e con misurazione della pressione all’interno degli allestimenti curati dalla Croce Rossa Italiana. Per conoscere meglio la patologia, abbiamo intervistato il direttore dell’U.O.C. di Cardiologia del nosocomio maceratese Mario Luzi.
1) Dottore, cos'è la fibrillazione atriale?
"La fibrillazione atriale è l'aritmia di più frequente riscontro clinico, caratterizzata da ritmo cardiaco irregolare e spesso con frequenza cardiaca elevata. Le manifestazioni cliniche sono caratterizzate da assenza di sintomi fino a quadri conclamati di scompenso cardiaco; inoltre, a parte il quadro clinico iniziale, la fibrillazione atriale comporta un aumentato rischio di fenomeni tromboembolici soprattutto nei pazienti con età superiore a 65 anni, pazienti affetti da ipertensione arteriosa, diabete mellito o con storia di scompenso cardiaco oppure con già precedenti eventi ischemici tromboembolici".
2) Quali i fattori di rischio?
"Tra i fattori di rischio principali si annovera la presenza di patologie quali l’ipertensione arteriosa, il diabete, l’obesità, le apnee notturne. Da non sottovalutare poi il ruolo che assume l’età, il fumo e la sedentarietà".
3) Quanto è importante la prevenzione in questi casi?
"Intercettare la fibrillazione, in particolare le forme asintomatiche, consente di instaurare una adeguata terapia anticoagulante orale in grado di prevenire la complicanza più temibile, ovvero l'ictus. La campagna di screening si rivolge alle persone con più di 65 anni che non sanno di avere la fibrillazione atriale, poichè l'età di per sé è già un fattore di rischio per questa aritmia.
La giornata di sabato è importante perché attraverso lo screening si ricevono informazioni che possono essere utilizzate per ridurre il rischio di ictus di un individuo, aiutandolo così a vivere più a lungo con una buona qualità della vita".
Ogni anno è la stessa storia; se l’arrivo della primavera è generalmente accolto con favore, per una categoria di persone la bella stagione è foriera di disagi più o meno gravi.
Parliamo di chi soffre di allergie stagionali, anche dette impropriamente "febbre da fieno". Difatti le graminacee - il fieno, appunto - sono solo una categoria di piante in grado di sensibilizzare una buona fetta di popolazione: si stima infatti che gli italiani coinvolti da questo problema siano circa 10 milioni.
Altri allergeni sono nocciolo, betulla, artemisia, ambrosia, ontano, pioppo, cipresso, olivo e parietaria, solo per citare i più conosciuti. La loro impollinazione non è affidata al lavoro degli insetti, come nel caso delle piante da fiore, ma alle correnti d’aria che trasportano i pollini anche a molti chilometri di distanza.
Va da sé che l’incidenza delle allergie varii notevolmente in base alla zona e al periodo, come evidenziano i calendari pollinici, dove viene riportata la concentrazione dell’allergene nelle diverse aree climatiche (in Italia se ne contano sette) in ogni mese dell’anno.
Il calendario pollinico è uno strumento utile a chi soffre di rinite allergica, a cui si affiancano dei veri e propri bollettini meteo-pollini stilati quotidianamente dall’apposito centro di monitoraggio. à
Ma evitare totalmente il contatto con l’allergene è decisamente difficile, se non impossibile…e allora che fare? Abbiamo affrontato l’argomento con la dottoressa Simonetta Calamita, otorinolaringoiatra e medico esperto in malattie allergiche e disturbi respiratori del sonno, consulente a Macerata del centro medico "Associati Fisiomed".
Come e perché si manifestano le allergie stagionali?
"L’allergia è un’eccessiva risposta del nostro sistema immunitario verso alcune sostanze chiamate allergeni. Esiste una predisposizione familiare che, insieme alla frequente esposizione a sostanze allergizzanti, nel corso della vita può portare a sviluppare un’allergia. Tra le cause principali troviamo i pollini, ma in questo periodo possono acuirsi i fastidi anche delle persone allergiche agli acari della polvere o ai peli di animali domestici.
L’esposizione può avvenire per via inalatoria, per via iniettiva, per ingestione o per contatto. I sintomi tipici di un’allergia sono riniti ricorrenti, tosse, difficoltà respiratoria, congiuntivite, prurito diffuso o localizzato al cavo orale, edemi ed eritemi, ma, nei casi più gravi, si può arrivare allo shock anafilattico".
Come si identifica precisamente l’allergene incriminato?
"Si può ricorrere a test cutanei. I Prick test, in particolare, consentono di testare in un’unica seduta i principali allergeni, specialmente gli inalanti e gli alimenti. Si può anche procede a un test allergene-specifico con dosaggio delle immunoglobuline (IgE), per il quale va prelevato un campione di sangue del paziente".
Una volta individuato l’allergene, come si procede?
"Ovviamente bisogna evitare il più possibile l’esposizione alla sostanza allergizzante e, qualora ciò non fosse pienamente realizzabile, intraprendere una terapia specifica per alleviare i sintomi. Risultano generalmente efficaci spray nasali a base di corticosteroidi, a cui possono associarsi (o essere utilizzati come alternativa) farmaci antistaminici e decongestionanti.
È necessaria la prescrizione medica. In casi particolarmente delicati, si può ricorrere all’immunoterapia specifica, con l’obiettivo di ridurre la reattività del soggetto verso l’allergene. Inizialmente viene somministrata al paziente una dose di allergene talmente minima da non provocare reazioni, poi si prosegue aumentando leggermente le dosi, in modo che il sistema immunitario possa gradualmente abituarsi all’allergene.
L’immunoterapia per le allergie stagionali prevede la somministrazione dell’allergene nella formulazione sublinguale o attraverso iniezioni. Va però sottolineato che, nel caso specifico della rinite allergica, l’immunoterapia va fatta dopo questo periodo dell’anno, così che possa essere efficace l’anno successivo".
Fino al 15 maggio sono aperti degli spazi utili alla prevenzione e alla diagnosi della salute femminile. Si tratta di una iniziativa promossa da Fondazione Onda e il partner Amica delle donne di Prodeco Pharma.
L’iniziativa ha avuto origine il 15 aprile e si conclude il prossimo 15 maggio. L’obiettivo è quello di sensibilizzare la cura del sé attraverso una ricerca di benessere a 360 gradi, nonché a una maggiore attenzione dell’ambiente in ordine di sostenibilità sociale.
Ma soprattutto coinvolgere l’universo femminile a fare presa con maggiore consapevolezza nei confronti delle tematiche istituzionali, sanitarie e assistenziali, sociali e scientifiche-accademiche.
Un obiettivo audace che mira a elargire dei Bollini Rosa ai nosocomi che si distinguono per il loro virtuosismo in ottica della salute al femminile. Sebbene,questo sia solo un punto di inizio a cui seguiranno altre iniziative.
In che cosa consiste l’iniziativa e perché va seguita
L’iniziativa non è solo di ordine didattico e informativo, bensì mira a coinvolgere le donne attraverso un piano ben strutturato di servizi gratuiti di tipo clinico e diagnostici.
All’interno vengono conteggiati esami e visite nei sopracitati ospedali che vantano i Bollini Rosa. Si tratta perlopiù di esami strumentali, di visite specialistiche e altri servizi gratuiti, i quali vengono sostenuti da un'offerta più generalizzata.
Inparticolare, attività quali farmacie, parafarmacie ed erboristerie Amica delle Donne, sempre in collaborazione con Prodeco Pharma, offrono delle promozioni mirate. In tal senso le utenti potranno richiedere esami, indagini cliniche, consulenze alimentari e altre attività diagnostiche.
nfine, non manca un programma di scontistica riservata all’iniziativa. Difatti, presso i vari punti vendita dislocati sul territorio si può godere di molteplici promozioni, nonché di uno sconto pari al 20% per quanto riguarda l’acquisto di un protocollo di prevenzione.
Prevenzione e la diagnosi: un impegno lungo una vita
Oltre all’iniziativa valida fino al 15 maggio, nei prossimi mesi sono già fissati altri appuntamenti degni di nota. Per esempio, durante i mesi di giugno e di luglio, avrà luogo la campagna informativa “Serena d’Estate”.
La finalità è quella di sensibilizzare le donne nei confronti di quelle problematiche stagionali che si manifestano all’insorgere del periodo estivo. Con l’occasione verranno forniti degli utili suggerimenti e verranno fatte delle promozioni speciali per acquistare dei prodotti sostenibili ed efficaci.
Invece a novembre, sempre in collaborazione con la Fondazione Onda si terrà un altro H-Open Week incentrato sulla Giornata contro la violenza sulle donne. Prodeco Pharma si dispone come sempre al fronte, manifestando i suoi intenti sul network di Amica delle donne.
Anche in questa occasione si avrà la possibilità di discutere e di fare dibattito intorno a un problema di ordine sociale, che pare essere sempre più diffuso. Proprio per questo motivo è necessario ampliare l’attenzione nei confronti dell’argomento.
Fondazione Onda, Prodeco Pharma e il network Amica delle donne contribuiscono a formare una rete di interazioni nel mondo femminile, al fine di promuovere convegni, info point e luoghi di riferimento in cui le donne possano essere ascoltate e soprattutto essere sostenute. Un mondo ideale in cui tutti vorremmo farne parte, non solo alcune volte all’anno, bensì lungo tutta la nostra esistenza.
"Una giornata importante per Camerino e tutto il suo territorio, per l’area montana e per la sanità delle Marche che vuole rispondere alle esigenze di salute dei cittadini". È il commento condiviso dai presenti, oggi a Camerino, per la cerimonia di inaugurazione del nuovo reparto dialisi al primo piano dell’ospedale Santa Maria della Pietà.
Al taglio del nastro, in presenza delle autorità civili, militari e religiose e personale sanitario, sono intervenuti il vicepresidente e assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini, insieme a Gianluca Pasqui, vice presidente del Consiglio regionale e membro della Quarta Commissione e il sindaco di Camerino, Roberto Lucarelli, il capo dipartimento Salute, Antonio Draisci; Daniela Corsi, sub commissario sanitario e Franco Sopranzi, direttore U.o.c Nefrologia e Dialisi.
"L’ospedale di Tolentino - ha spiegato l’assessore Saltamartini - dopo il sisma va demolito e ricostruito. Una parte dei pazienti viene seguita da Macerata e l’altra parte ora verrà accolta in questi nuovi spazi appositamente predisposti per garantire tutti gli standard di sicurezza imprescindibili. Otteniamo così il duplice obiettivo di valorizzare ulteriormente l’ospedale e portare servizi in una zona interna ferita dal sisma del 2016 che va preservata dallo spopolamento. Non bisogna dimenticare che molti pazienti di Camerino erano costretti a spostarsi a Tolentino, cosa che ora non sarà più necessaria".
"Consideriamo che la malattia renale rappresenta una vera e propria emergenza sociale - ha dichiarato Armando Marco Gozzini, commissario straordinario AST Macerata che non ha potuto presenziare all’inaugurazione per sopraggiunti impegni istituzionali - ne soffre circa il 7/8% della popolazione italiana, e si parla di una patologia quasi completamente asintomatica, se non negli stadi più gravi".
"Fatta questa premessa, vorrei sottolineare l’importanza per i pazienti dializzati della zona montana di avere un reparto dialisi vicino, all’interno dell’ospedale di Camerino, dove riceveranno le cure di cui hanno bisogno da personale altamente qualificato, sia medico che infermieristico, in un reparto nuovo e funzionale".
Per Daniela Corsi: "È un grande traguardo quello di oggi, perché contrariamente alle paure di ridimensionamento dei servizi nelle zone montane, l’apertura della dialisi è la prova di come la nostra Azienda sanitaria sia vicina ai bisogni della popolazione".
"Abbiamo, infatti, potenziato un’attività che coinvolge i cittadini dell’area montana con la finalità di evitare loro il disagio di doversi spostare lontano dal luogo di residenza per effettuare la dialisi. La giornata di oggi ha un duplice impatto: sociale e sanitario".
Per l’allestimento del Centro Dialisi ad Assistenza Limitata (C.a.l.) sono stai eseguiti lavori di riorganizzazione degli ambulatori del Piano terra dell’ospedale di Camerino e realizzate opere strutturali ed impiantistiche di una certa rilevanza, che hanno comportato la demolizione e il rifacimento di pareti e pavimenti, l’adeguamento degli impianti elettrici, l’ampliamento dell’impianto di gas medicali e l’installazione di attrezzature per la dialisi.
La nuova C.a.l. prevede 6 postazioni, più una dedicata esclusivamente ai pazienti critici, con annessi locali di supporto (centrale di osmosi, locale monitor, magazzini) e quelli a servizio del personale.
È stato ufficializzato il nuovo Cda che dirigerà le Terme di Sarnano per i prossimi tre anni. Dopo l'ottimo lavoro svolto, resta in carica il presidente Marco Nacciarriti che sarà affiancato da due vicepresidenti: Alessandro Rocchetti, già presente nella compagine uscente, e la novità Enrico Brizioli.
Vice Presidente del gruppo Kos, Brizioli è stato amministratore delegato di Kos Care e del gruppo Santo Stefano dal 2002 al 2022. In precedenza, ha diretto il laboratorio di Programmazione e Organizzazione Sanitaria dell’Inrca ed è stato direttore sanitario di diverse aziende pubbliche e membro della Commissione Lea del Ministero della Salute.
Ha svolto lunga attività di ricerca sui sistemi sanitari ed è consulente esperto di Agenas. È professore a contratto di programmazione sanitaria all’Università di Ancona e docente al MBA & Executive Education della Luiss Business School.
"La sanità pubblica del sistema nazionale italiano è in grado di offrire un servizio di livello altissimo (nel mio caso salvavita), ancora gratuito e per tutti, ultimo baluardo di un servizio democratico a disposizioni di cittadini e non".
Luigi Zingaretti ha affidato ad una lettera aperta inviata alla nostra redazione la sua gratitudine per il personale sanitario dell'ospedale di Macerata, grazie al quale è stata salvata la vita al padre Angelo, portato al pronto soccorso nel mezzo di un'ischemia neurologica. Un messaggio colmo di gratitudine per chi, ogni giorno, si impegna per trattare professionalmente ed umanamente ogni utente. Di seguito il testo integrale:
"Questa non vuole solo essere la solita lettera di ringraziamento alla Sanità Pubblica, ma vorrebbe essere anche uno spunto di riflessione per tutti noi cittadini. Nella mattinata dello scorso 4 maggio, mio padre 80enne e in perfetta salute ha improvvisamente manifestato alcuni dei sintomi tipici di un attacco ischemico neurologico (ictus cerebrale), non riuscendo a coordinare gli arti della parte sinistra. Arrivati al pronto soccorso di Macerata, siamo stati subito accolti con la professionalità e la rapidità che il caso (codice rosso) richiedeva.
Nel giro di un'ora mio padre, dopo un esame Tac di diagnostica, è stato sottoposto al protocollo terapeutico previsto per questi delicati casi (fibrinolisi). Questo trattamento è realmente da applicare in urgenza (lo si può fare solo entro le 4 ore circa dall’insorgenza dei sintomi), altrimenti tutte gli sforzi sono inutili e si resta menomati a vita dalle disabilità manifestate.
Durante lo stesso trattamento tutti i principali sintomi manifestati da mio padre due ore prima, si erano già dileguati in larga parte. A distanza di 24 ore dalla sua insorgenza, l'ictus che lo aveva colpito era quasi completamente rientrato.
Tutto ciò apre alle seguenti riflessioni:
Un grande ringraziamento di cuore a tutto il personale (Medici, infermieri e O.S.S.) del 118 Emergenza Territoriale, Pronto Soccorso, della Medicina di Urgenza, della Radiologia d’Urgenza e della Neurologia dell’Ospedale di Macerata, che si è prodigato sia professionalmente che umanamente ad assistere mio padre.
La Sanità Pubblica del sistema nazionale italiano è in grado di offrire un servizio di livello altissimo (nel mio caso salvavita), ancora gratuito e per tutti, ultimo baluardo di un servizio democratico a disposizioni dei cittadini e non. Bisogna fare tesoro di questo Servizio Gratuito, aumentando i fondi disponibili da parte della Regione Marche, ma anche evitando gli sprechi!
Molte volte gli "sprechi" sono dovuti a noi cittadini che abusiamo dei servizi del pronto soccorso, accedendo con patologie e situazioni di malessere che potrebbero essere gestite benissimo dal nostro Medico di Medicina di Base, esami preventivi oppure non essere trascurate per giorni o mesi, prima di “correre” al Pronto Soccorso. Questi comportamenti poco “civici” inducono ad intasare il Pronto Soccorso e le sue risorse (personale, ambulatori emergenza, Tac, analisi) con richieste non appropriate per tempi e modalità, creando inevitabili attese snervanti per tutti, anche per chi ne avrebbe realmente necessità.
In ultimo, una riflessione per un maggior rispetto verso l’infermiere, il medico o l'operatore di turno, i quali si impegnano ogni giorno a trattare in modo "personalizzato" sia tecnicamente che umanamente ogni utente, compatibilmente con le reali necessità e priorità medico-sanitarie sue e di tutti gli altri pazienti contemporanei. Urlare, insultare, mugugnare, chiedere costantemente tutto a tutti non aiuta di certo il personale presente a snellire le varie procedure, che le maggior parte delle volte richiedono tempi tecnici non immaginabili a chi non è del settore.
E ancora una volta ribadisco che in questi reparti si salvano (quando si può) realmente vite umane in pochi minuti-ore facendo la differenza tra la vita e la morte o migliorando la qualità della vita a seguire. Concludo ancora con un grazie, a nome di mio padre e del sottoscritto, sia al personale sanitario e sia a quanti cittadini-utenti, faranno tesoro delle mie riflessioni".
“La buona sanità la fanno i medici che con competenza e passione esercitano la loro professione, anche in quegli ospedali cosiddetti minori che spesso raggiungono gli onori della cronaca per il rischio di tagli e di chiusure”. Lo scrive, in una lettera inviata alla nostra redazione, Nella Svampa, cittadina di San Severino Marche.
Operata nei giorni all’ospedale di Camerino, la signora desidera ringraziare il dottor Alessandro Paoloni e tutto lo staff medico e paramedico dell’Unità operativa del reparto di Chirurgia dello stesso nosocomio.
"L'intervento tempestivo del dottor Paoloni è stato provvidenziale per la mia salute" - scrive - e tutto il personale in servizio, con professionalità e umanità, ha alleviato la mia sofferenza durante i giorni di permanenza in reparto".
Questa primavera ballerina finora non ci ha regalato grandi soddisfazioni dal punto di vista meteorologico ma, nelle poche occasioni in cui il sole maggiolino si è palesato in tutto il suo splendore, ci ha fatto ben capire che l’estate è all’orizzonte.
C’è chi sta molto all’aria aperta per lavoro, chi lo fa per praticare sport, chi ama passeggiare nella natura, chi si dedica alla cura di orti e giardini e poi ci sono loro, gli appassionati della tintarella, che già non perdono tempo per infilare il costume e godere della tranquillità della spiaggia fuori stagione.
Qualunque sia il vostro modo di rapportarvi a lui, è sempre bene ricordare che il sole può essere un grande alleato della salute, purché si mettano in pratica già da ora tutte le regole valide per una corretta esposizione solare. Regole ormai note, certo, ma vale la pena di ricordarle per evitare pericolose scottature.
È infatti il caso di ribadire che le ustioni solari non provocano solo un semplice fastidio passeggero: la pelle ha buona memoria e prima o poi presenta il conto con antiestetiche rughe o macchie (nella migliore delle ipotesi) o sviluppando patologie ben più serie.
Cosa fare quindi? Innanzitutto possiamo iniziare dalla tavola a predisporre la cute alla stagione estiva, idratandola e fornendole le sostanze necessarie per difendersi dalle aggressioni dei raggi UV. È dunque importante bere molta acqua e consumare quotidianamente alimenti ricchi di vitamine, sali minerali e sostanze antiossidanti.
Tra questi spiccano sicuramente gli ortaggi, in particolare quelli ricchi di betacarotene, che stimola la formazione della melanina: carote, zucca, pesche, albicocche, melone e, in generale, frutta e verdura di colore giallo o arancio.
Ma anche il rosso e il verde devono andare di moda nei nostri piatti: consumiamo gli ultimi broccoli, kiwi e agrumi per il loro contenuto di vitamina C e facciamo il pieno di rucola, pomodori, peperoni, fragole, ciliegie e anguria.
Infine, è sempre bene assumere la giusta quantità di grassi "buoni" dalle spiccate proprietà antiossidanti, mangiando regolarmente pesce azzurro, frutta secca e privilegiando come condimento olio extravergine di oliva di qualità.
Qualora non sia possibile introdurre regolarmente queste sostanze attraverso l’alimentazione, il medico potrà consigliarci uno specifico integratore (ne esistono molti in commercio) da iniziare ad assumere almeno un paio di mesi prima dell'esposizione solare.
Seguire i suddetti consigli alimentari non è però sufficiente a preservare l’integrità della pelle quando l’azione dei raggi UV è particolarmente intensa. Ce lo conferma il dottor Massimo Cioccolini specialista in dermatologia, consulente a Macerata del gruppo medico "Associati Fisiomed".
Dott. Cioccolini, come e perché proteggere la pelle dal sole?
"I raggi ultravioletti provocano dei danni quali disidratazione, invecchiamento precoce, eritemi, ustioni e, soprattutto, possono essere causa di fenomeni degenerativi che producono lesioni precancerose e tumori cutanei veri e propri.
È pertanto molto importante adottare delle misure di protezione se ci si vuole esporre al sole in maniera adeguata; è bene esporsi nelle prime ore del mattino o del tardo pomeriggio, evitando le ore centrali della giornata in cui i raggi UV sono più aggressivi. Un ulteriore accorgimento è la protezione attraverso filtri solari di adeguata gradazione tenendo conto del proprio fototipo (colore di pelle, occhi e capelli).
Per legge vengono considerati prodotti solari tutti quelli in grado di fornire una protezione dai raggi UVB e UVA superiori a 6, ma in estate anche chi ha la pelle tendenzialmente scura dovrebbe adottare un fattore di protezione tra 20 e 30, mentre per gli incarnati chiari l’SPF più adeguato non si colloca sotto 50.
Va inoltre ricordato che la protezione solare va applicata generosamente dopo ogni bagno o doccia e anche in caso di cielo lievemente coperto o se si staziona prevalentemente all’ombra, poiché tali condizioni non annullano totalmente l’azione dei raggi solari".
Ci parli dei nei. Quando va eseguito il controllo?
"Per i nei va fatto un discorso a parte. Sono lesioni estremamente delicate in quanto la radiazione solare può innescare importanti fenomeni degenerativi ed essere una delle cause della trasformazione dei nei in tumori estremamente aggressivi: i melanomi.
È pertanto consigliabile una visita dermatologica di controllo dei nei in cui lo specialista li prende in esame singolarmente con il dermoscopio, uno strumento in grado di valutare con una buona precisione caratteristiche ed eventuale pericolosità di ciascun neo.
Sarà poi il dermatologo a stabilire la periodicità dei successivi controlli; in genere una volta l’anno o più frequentemente, ogni 3/6 mesi, se il paziente presenta nei a rischio di degenerazione".
“Ottanta euro per 12 mensilità al personale operante nei servizi di Pronto Soccorso e di Emergenza Urgenza, nello specifico personale infermieristico, ausiliari, oss, tecnici di radiologia”: Lo comunica il vice Presidente e assessore alla Sanità Filippo Saltamartini.
Si tratta dell’accordo raggiunto dalla Regione con tutte le organizzazioni sindacali del Comparto Sanità e le Aziende del Sistema Sanitario Regionale per il riconoscimento dell’indennità prevista per il personale operante nei servizi di Pronto Soccorso e di Emergenza Urgenza, come previsto dall’art. 107 comma 4 del Ccln del Comparto Sanità sottoscritto in data 2 novembre 2022.
“Le risorse messe a disposizione per la Regione Marche sono di 1.278.078 euro, ripartite tra le aziende in base al numero dei dipendenti di tutte le aree e di tutti i ruoli dei servizi dell’Emergenza. Saranno ben 1520 i dipendenti che ne potranno beneficiare” prosegue l’assessore.
“Fin dalla Giornata delle Marche, incentrata sulla tema della Sanità e della riforma sanitaria regionale, insieme al Presidente Acquaroli abbiamo voluto sottolineare l'importanza di adeguare i trattamenti del personale alla professionalità e all'impegno richiesto e lo stesso Governo - ricorda Saltamartini- ha emanato recentemente il decreto legge 30 marzo 2023, n.34 riconoscendo ulteriori emolumenti al personale del servizio di emergenza urgenza”.
Nelle Marche si stima una carenza di 21 pediatri di libera scelta, ipotizzando una media di 800 assistiti (ovvero il tetto massimo di assistiti). È il quadro delineato dalla Fondazione Gimbe.
La media regionale è di 906 assistiti per pediatra di libera scelta, sopra la media nazionale (896 assistiti per Pls) oltreché al di sopra del massimale senza deroghe (ovvero 800 assistiti per Pls). Gimbe lancia un allarme a livello nazionale, dove mancano "almeno 840" pediatri di libera scelta, "-5,5% tra 2019 e 2021", con "famiglie in difficoltà: per ogni pediatra ci sono in media quasi 100 bambini in più rispetto al tetto massimo, con notevoli differenze regionali.
“Da molto tempo denunciamo la carenza di medici e pediatri – dice la dottoressa Arcangela Guerrieri, pediatra, segretario Omceo Ancona e componente del Gruppo tecnico vaccinale Marche -; da quest’anno sono state istituite 20 borse di studio in più per i pediatri, ma gli specializzandi non arriveranno prima di cinque anni, per cui il gap è destinato a crescere ancora nei prossimi anni, a causa dei pensionamenti che non saranno bilanciati dal numero dei giovani che si specializzano”.
Quanto sia fondamentale respirare bene per vivere meglio tutti lo sanno, in particolare chi soffre di apnee nel sonno conosce tutte le invalidanti conseguenze che questa tipologia di disturbi comportano.
Il tema è oggetto di un interessante convegno intitolato "Disturbi respiratori nel sonno – OSAS e dintorni", che si svolgerà questo fine settimana, a partire da venerdì 5 maggio dalle ore 14 e proseguirà fino a sabato 6 alle ore 13:30, presso l’Auditorium Banca Marche dell’Università degli Studi di Macerata.
Organizzato dalla dottoressa Francesca Marchesani, Direttore della U.O.C. di Pneumologia dell’Ospedale di Macerata, in collaborazione con le colleghe degli Ospedali Riuniti di Torrette Antonina Re e Alessia Resedi della Pneumologia dell’Ospedale Carlo Urbani di Jesi, il qualificato incontro formativo è patrocinato dell’Aipo, l’Associazione italiana degli pneumologi ospedalieri.
"L’apnea ostruttiva nel sonno (OSA), purtroppo, è ancora una patologia sottostimata e sotto-diagnosticata, - spiega la dottoressa Marchesani – in Italia si stima ne siano affette circa 7.5 milioni di persone, di cui 4 milioni con un quadro moderato-grave. È un disturbo respiratorio caratterizzato da episodi ricorrenti di ostruzione completa o parziale delle alte vie aeree durante il sonno, con ripetuti casi di ipossiemia e frammentazione del riposo per il ripetersi di brevi risvegli, con conseguente sonno non ristoratore, sintomi notturni e diurni, sequele cardiovascolari e neuro-comportamentali”.
"Nelle Marche sono attivi dei Centri di Medicina del Sonno – sottolinea l'assessore alla Sanità Filippo Saltamartini - a cui i cittadini possono rivolgersi: queste problematiche colpiscono molte persone, pregiudicano la qualità della vita e spesso non è dato sapere come affrontarle né tanto meno come risolverle. L'aiuto di uno specialista diventa quindi essenziale quando la persona capisce che questi disturbi si prolungano nel tempo".
Il Convegno, rivolto ai medici specialisti e a quelli di medicina generale, prevede tre sessioni di lavori in cui parteciperanno come relatori i più importanti specialisti in materia a livello nazionale, oltre a numerosi e qualificati professionisti dell’Ast di Macerata, che si confronteranno sui principali aspetti fisiopatologici, clinici, diagnostici e terapeutici di questa malattia.
L'Osa è oggi riconosciuta come una delle cause più frequenti di eccessiva sonnolenza diurna, individuata di conseguenza come fattore determinante in un rilevante numero di incidenti stradali e lavorativi, ma anche come responsabile di perdita di produttività lavorativa sia come performance che come assenza dal lavoro.
L’incontro convegnistico di questo fine settimana sulle apnee ostruttive nel sonno rappresenta un'occasione importante per porre sotto i riflettori una malattia che è di interesse multidisciplinare, e che necessita di azioni diagnostiche e terapeutiche coordinate tra diversi specialisti per garantire un intervento ottimale e completo per le persone di tutte le età.
L’endocrinologia è la specialità della medicina che si occupa di una varietà di funzioni del nostro corpo legate alle nostre ghiandole, così ampia da poter riguardare uomini e donne di qualsiasi età e riguarda la funzione di organi dei più disparati comparti anatomo-fisiologici.
Gli ormoni rappresentano i motori propulsori dell’attività del nostro corpo, essi sono l’oggetto principale di studio dell’endocrinologia che viene chiamata anche a rilevarne il cattivo funzionamento, una eccessiva produzione o una carenza con tutte le conseguenze. L’endocrinologia si occupa quindi dei rimedi terapeutici per ovviare importanti disfunzioni ed implicanze nella nostra salute.
Il testosterone è sicuramente l’ormone che caratterizza lo sviluppo e la vita dell’uomo maschio. Esso non ha però solo implicazioni nello sviluppo e nelle funzioni sessuali, può interferire anche sul funzionamento del nostro sistema cardiovascolare.
Nel maschio, a partire dalla pubertà, i testicoli iniziano a produrre testosterone, è lo sviluppo della funzione sessuale. Il testosterone comunque non ha solo questa funzione, ha anche importanti ruoli in particolare a livello osseo, muscolare e metabolico.
A partire dai 40 anni di età il livello di testosterone circolante nell’uomo può andare incontro ad un progressivo decremento. La realtà clinica associata ad una condizione di deficit androgenico o ipogonadismo correlato all’età, può presentarsi in maniera molto variegata: possono infatti essere presenti un calo del desiderio sessuale, difficoltà nel raggiungere o mantenere l’erezione, osteoporosi, depressione, disturbi del sonno, riduzione della massa muscolare e aumento del grasso addominale con un rischio di sviluppare una sindrome metabolica che comporta un aumento del rischio cardiovascolare.
Nell’ultimo ventennio l’andrologia ha rivolto il suo interesse verso la relazione tra carenza di testosterone e malattie cardiovascolari, che continuano a detenere ormai da tempo un triste primato come causa di morte a livello mondiale.
Chiediamo informazioni su questo segmento della ricerca medica al professor Giancarlo Balercia, direttore della Clinica di Endocrinologia dell’Università Politecnica delle Marche.
Prof. Balercia, ci può parlare di come l’ormone testosterone può interferire nella nostra funzione cardiovascolare?
"Allo stato attuale la conoscenza del ruolo degli ormoni androgeni nella fisiopatologia cardiovascolare è ancora in via di sviluppo; tuttavia il sistema cardiovascolare è di sicuro un importante target dell’azione androgenica e le evidenze suggeriscono un effetto benefico dell’ormone su tale apparato.
Negli anni, diversi lavori scientifici hanno dimostrato una correlazione tra bassi livelli di testosterone e malattia cardiovascolare e si è visto come la terapia sostitutiva con testosterone migliori i valori pressori e la rigidità dei piccoli e grandi vasi arteriosi. Bassi livelli di testosterone si associano anche ad un profilo lipidico peggiore, con aumento del colesterolo totale e dei trigliceridi e con un aumentato rischio di diabete mellito di tipo 2. La terapia sostitutiva con testosterone si è mostrata efficace nel migliorare queste condizioni cliniche".
Occhio quindi al livello di testosterone?
"È ormai fuori di dubbio che il testosterone non è più soltanto l’ormone del desiderio, ma anzitutto quanto evidenziato ci mostra come questo sia associato alle malattie cardiovascolari quando i livelli circolanti dell’ormone si riducono al di sotto della soglia di normalità. È anche uno strumento per identificare eventuali malattie cardiovascolari ancora silenti.
Il testosterone non serve solo quindi a migliorare la qualità di vita di relazione ed affettiva, ma a volte può essere un elemento essenziale per allungarla. Controllare il suo dosaggio è un’ottima occasione di prevenzione".
L’Azienda Sanitaria Territoriale di Macerata ha prorogato tutti i contratti di lavoro a tempo determinato, prossimi alla scadenza, che riguardano diversi profili dal personale del ruolo sanitario e socio-sanitario, al ruolo tecnico e amministrativo.
“Si tratta di una proroga temporanea in vista del futuro insediamento dei direttori Generali delle Ast – sottolinea il commissario straordinario dell’azienda maceratese dottor Armando Marco Gozzini - ai quali spetterà la completa attuazione del Piano occupazionale 2023".
Nello specifico, parlando di numeri, si tratta di cinquantaquattro infermieri, trentaquattro operatori socio sanitari, nove fisioterapisti, quattro ostetriche e due logopedisti per il ruolo sanitario.
"Considerato il rilevante numero di rapporti di lavoro che giungeva a scadenza tra i mesi di aprile e maggio, la proroga al 30 giugno 2023 del personale in questione assicurerà il regolare svolgimento dei turni di lavoro, la continuità nell’erogazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie richieste, garantendo in questo modo il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza", prosegue Gozzini.
"Per il ruolo amministrativo - continua -la proroga riguarda cinque assistenti e sette coadiutori amministrativi, che permetteranno lo svolgimento delle attività istituzionali, in particolare quelle di front-office".
"Infine, nella fattispecie dei contratti di lavoro a tempo determinato che interessano il ruolo tecnico, sono stati prorogati nove operatori tecnici addetti a servizi manutentivi di strutture, impianti ed apparecchiature, due assistenti informatici, due autisti, due operatori tecnici centralinisti, due magazzinieri, tre operatori addetti all’accoglienza e tredici operatori tecnici videoterminalisti, questi ultimi in grado di assicurare funzioni di front-office o segreteria di servizi sanitari".
"Le suddette proroghe rientrano sia nella programmazione economica del fabbisogno triennale 2022-2024, adottato con determina DGASUR n. 988/2022 e approvato con DGRM n.119 del 10/02/2023, che nel tetto di spesa per il personale assegnato con il medesimo atto".
Si calcola che l’incidenza media, in Italia, di Herpes Zoster, comunemente chiamata "Fuoco di Sant’Antonio", è pari a 7 casi circa su 1000 abitanti, di cui 2/3 si manifestano in persone oltre i 50 anni di età. Esami di screening rivelano, addirittura la presenza di anticorpi anti-Herpes Zoster nel 95% circa della popolazione.
Dopo la risoluzione clinica dell’infezione primaria, peraltro, il virus rimane quiescente nelle terminazioni nervose dei gangli sensitivi delle radici dorsali del midollo spinale e/o dei nervi cranici, dove dà luogo all’infezione latente che, in seguito alla riattivazione del virus, determina un'eruzione cutanea molto dolorosa.
La polmonite pneumococcica, al contempo, è una infezione dei polmoni che può causare una malattia grave e fortemente invalidante. Le persone con più di 65 anni presentano un rischio particolarmente elevato di svilupparla (e in forma più grave) rispetto alla popolazione sana.
Un rischio corrispondente a 8,02 volte nei casi di Broncopneumopatia cronico ostruttiva, 5,9 volte in caso di asma, 3,9 in caso di fumo di sigaretta, 2,8 superiore nel diabete mellito, 3,8 in caso di patologie cardiovascolari e 4,9 nei casi di sistema immunitario compromesso.
Non solo. Nel 15-30% dei casi di infezione da pneumococco, si manifestano fenomeni di resistenza agli antibiotici e questo può complicare la gestione della polmonite stessa. Si tratta di situazioni che possono essere evitate con la vaccinazione, eppure, in Italia, nel 2021, le coperture vaccinali per alcune delle principali malattie infettive sono fortemente calate rispetto al periodo pre-Covid e sono ben lontane dagli obiettivi di copertura del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (Pnpv).
Anche quest’anno, infatti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità celebra la Settimana Mondiale dell’Immunizzazione (World Immunization Week) dal 23 al 29 aprile con la campagna "Il Grande recupero" ("The Big Catch-up"), per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione delle malattie infettive, mantenendo alta l’attenzione sulle vaccinazioni di routine tra i gruppi vulnerabili, nei bambini, negli adolescenti e negli anziani.
L’Azienda Sanitaria Territoriale di Ancona aderisce a questa campagna con molte iniziative e continua, soprattutto, ad invitare i 65 enn per la vaccinazione anti herpes zoster e anti pneumococcica offerte gratuitamente presso gli ambulatori vaccinali ubicati in tutto il territorio di propria competenza. L’invito attivo, tramite lettera, è rivolto particolarmente in questo periodo ai nati nell'anno 1958.
"Non solo in occasione della settimana mondiale della Immunizzazione" precisa il Commissario Straordinario dell’Azienda Sanitaria Territoriale di Ancona, Nadia Storti, "ma è bene ribadire sempre l’importanza delle vaccinazioni come strumento di sanità pubblica e di salvaguardia per il singolo e per il benessere comune".
Avanza la procedura concorsuale per la copertura di 46 posti di personale medico specializzato in Emergenza Urgenza. Si tratta di un concorso unificato per gli enti del Servizio Sanitario nazionale. I posti messi a concorso sono previsti nella programmazione del fabbisogno del personale 2020-2022.
La Giunta regionale ha nominato nei giorni scorsi i due componenti (titolare e supplente) di sua competenza che faranno parte della commissione esaminatrice.
“La carenza di personale medico è un problema che pesa sul sistema sanitario di tutta Italia, soprattutto nel settore dell'emergenza urgenza - così il presidente Francesco Acquaroli - In questo periodo in cui stiamo discutendo la Proposta del nuovo Piano sanitario regionale, dopo la riforma delle AST, la Regione pone alta l’attenzione verso questo ambito di specializzazione.
L’Emergenza Urgenza è un settore fondamentale e una migliore efficienza dei Pronto Soccorso è obiettivo prioritario per offrire una risposta adeguata alle esigenze dei cittadini”.
“Il bando unificato che abbiamo pubblicato – sostiene l’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini - è testimonianza di come la Regione senta pressante il bisogno di potenziare un servizio altamente professionalizzante e di grande impatto sulla popolazione”.
Le prove del concorso si svolgeranno nella seconda metà di maggio mentre la graduatoria finale con le relative assunzioni sono previste per i primi di giugno.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sancito che la salute dell’uomo non è da ricondurre solo all’assenza di malattia o alla sconfitta della stessa, ma risiede anche nel raggiungimento di un benessere psicofisico che migliori la qualità della vita di uomini e donne.
Perché ciò avvenga, c’è bisogno anzitutto di condizioni sociali favorevoli e, tra esse, fondamentale è la libertà, che, per essere raggiunta, deve avvalersi di un clima di tolleranza fra le persone, in nome dell’aiuto reciproco nella ricerca del benessere ambito.
La Storia che stiamo vivendo non passerà certo senza lasciare un segno sulle generazioni future. Enormemente stimolata da web e social network, la globalizzazione porta ad interfacciarci ogni giorno con notizie, gruppi sociali, giudizi, commenti provenienti da tutto il mondo.
Ci costringe infine a fare i conti con noi stessi, con la certezza che, con un inesorabile meccanismo a caduta libera, siamo sottoposti direttamente o indirettamente al giudizio di tutti, ma, a nostra volta e per lo stesso principio, capaci di poter incidere nei comportamenti altrui.
Azioni e pensieri non sono più protetti nell’intimità del nostro piccolo habitat; chiunque ci ascolti o ci guardi, conoscenti o sconosciuti, amici o avversari, con un semplice smartphone può proiettarci in un istante in tutto il mondo.
Questa specie di miracolo della moderna tecnologia tende naturalmente a svilire le singole storie individuali e collettive, le tradizioni, i comportamenti legati ad antiche radici, puntando invece i riflettori su valori (e disvalori) che razionalmente dovrebbero essere riconosciuti globalmente.
La libertà è un valore insito nella natura dell’uomo. Ognuno di noi, consciamente o inconsciamente, la insegue, ne percepisce la mancanza, la sente nelle futili cose di tutti i giorni e nelle grandi scelte.
Essa consiste nella possibilità di compiere liberamente le proprie azioni senza però ledere la possibilità altrui di fare altrettanto. La libertà, quindi, come valore soggettivo, ma anche oggettivo: parte della nostra libertà risiede proprio nella capacità di saper proteggere quella degli altri, è un valore reciproco!
Andando a scalare, nell’organizzazione sociale il concetto di libertà si traduce in democrazia, nei comportamenti collettivi e, soprattutto, individuali essa sposa l’idea di tolleranza.
Le radici etimologiche e storiche della democrazia affondano nella Grecia antica; sono passati millenni, eppure sono ancora molte le realtà in cui fatica ad imporsi sulla sopraffazione e la violenza, come unica condizione di convivenza in grado di garantire il rispetto dell’individuo.
Nel mondo troppi sono ancora gli spazi in cui la vita di tutti è assoggettata alla forza e all’arroganza di pochi, se non addirittura di una sola persona. Nel corso della Storia, molti sono stati i mezzi utilizzati per contrastare il desiderio di libertà, perfino il timore di Dio, oltre alle tante torture corporali e psicologiche.
La globalizzazione aiuterà l’estendersi dappertutto della democrazia? Verrebbe da dire che non può essere altrimenti, ma, dall’Ucraina all’Iran (solo per citare le situazioni più note dal punto di vista mediatico), sono sotto gli occhi di tutti le reazioni contrarie sempre più violente e radicali.
Forse la via più sicura per la tutela della libertà e per il consolidamento della democrazia sta proprio nel principio di tolleranza che dovrebbe risiedere nei singoli individui. Tolleranza è saper riconoscere i diritti di tutti a tutto tondo, la promiscuità di idee e comportamenti quando essi non ostacolano la facoltà di scelta degli altri.
Le categorie morali che, in un buio passato, sono state inserite ad arte nelle varie culture (eresia, peccato, offesa della morale pubblica ecc…) dovrebbero essere rifondate a partire dal concetto di libertà, intesa come tutela per tutti del diritto di scegliere. Questo dovrebbe poi scivolare naturalmente nel rispetto degli altri, nel reciproco aiuto, in quella società perfetta che, però, forse resterà per sempre un’utopia.
Ma pensate ai benefici per la salute in un contesto del genere! Sparirebbero tante ansie e dolori generati in molte persone dal continuo confronto del proprio modo di essere con il giudizio spesso crudele degli altri; non ci sarebbero più desideri frustrati perché non riconosciuti come diritti dalla società. Una vasta gamma di malattie e disturbi psicosomatici non avrebbe più ragione di esistere.
Che sia rivolta ad etnie e culture diverse, comunità LGBTQ+, diversamente abili, persone fisicamente poco conformi ai classici canoni estetici o, come purtroppo ancora avviene, donne…per ogni società la discriminazione può essere più tossica di alcool, droga e tabacco.
Allora, in vista della Festa della Liberazione, affermiamo la tolleranza come diritto all’uguaglianza nelle rispettive e legittime diversità, come fondamento della giustizia umana, come medicina di una società con tanti mali da estirpare e come forma di prevenzione del disagio, per la salute di tutti gli individui liberi.
Il Consiglio di Stato ha fissato al 18 maggio prossimo la discussione congiunta dei due ricorsi, presentati dal Comune di San Severino Marche e dal Comitato per la tutela e la difesa dell’ospedale “Bartolomeo Eustachio”, contro la chiusura del Punto nascite settempedano.
Il sindaco della città di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha già preannunciato che presenzierà all’udienza che sarà pubblica.
La comparizione dinnanzi al Consiglio di Stato rappresenta l’appello dopo la pronuncia, nel maggio 2022, del Tar, il Tribunale Amministrativo regionale delle Marche, con la quale erano stati respinti i ricorsi, sempre di Comune e Comitato, volti a chiedere l’annullamento delle determine con cui l’Asur regionale, nel marzo del 2016, bloccò di fatto l’attività del reparto di Ostetricia del “Bartolomeo Eustachio”.
“La chiusura del nostro Punto nascite – spiega il primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei – come ho sempre detto fu, e resta, una gravissima ingiustizia verso il diritto alla salute dei cittadini, un diritto fondamentale che è riconosciuto dalla nostra Costituzione”.
“Nonostante i numeri fossero dalla nostra parte, con oltre 500 nascite l’anno, continua Piermattei, e nonostante una legislazione speciale ci desse ragione, con un colpo di spugna una delle eccellenze del territorio venne cancellata da un atto amministrativo”.
“Avere dei servizi di prossimità, soprattutto quando si parla di sanità, è però indispensabile e questo lo abbiamo compreso bene sia durante l’emergenza terremoto che, ancora di più, durante l’emergenza sanitaria da Covid-19. Noi continueremo a batterci perché questo diritto sia rispettato e speriamo che il Consiglio di Stato ne prenda atto”.
A rappresentare il Comune di San Severino Marche in aula sarà l’avvocato Marco Massei che, congiuntamente con l’avvocato Stefano Filippetti, rappresenterà anche il Comitato.
Un’offerta formativa ampia che risponde alle esigenze del territorio in considerazione dei bisogni della popolazione la cui aspettativa di vita è aumentata e della necessità di garantire occupazione con alta professionalità e specializzazione degli operatori”: è la premessa dell’assessore al Lavoro e Formazione professionale, Stefano Aguzzi, che questa mattina nella sede regionale ha illustrato l’offerta formativa regionale relativa al conseguimento della qualifica di Operatore socio-sanitario (OSS).
Le istituzioni scolastiche che possono realizzare questi progetti formativi sono gli Istituti Professionali di Stato ad indirizzo Socio-Sanitario distribuiti sul territorio: San Benedetto del Tronto, Porto Sant’Elpidio, Corridonia, Civitanova Marche, Ancona, Senigallia, Sassocorvaro Auditore e Fossombrone.
Il percorso di istruzione dell’Istituto Professionale di Stato a indirizzo ‘Servizi Socio-Sanitari’ consente il conseguimento di una serie importante di competenze e conoscenze funzionali utili ad acquisire anche la qualifica professionale di ‘operatore socio-sanitario’.
Per le annualità 2022/2023 e 2023/2024 sono previsti 12 corsi per ciascuna edizione, di cui due riservati alla formazione degli adulti (corsi serali). Sono complessivamente 480 gli studenti che possono acquisire la qualifica, di cui 80 adulti.
L’avviso pubblico rivolto agli Istituti Professionali di Stato, “uno dei primi proposti dall’ assessorato Formazione e Lavoro che si sta muovendo molto celermente utilizzando risorse europee” ha ricordato con soddisfazione l’assessore, scade venerdì 21 aprile 2023. Ammontano complessivamente a 739.200 euro le risorse impegnate per questa linea di attività per gli anni formativi che intercorrono dal 2022 al 2024.
“Rilevando fenomeni di abbandono del percorso scolastico nella scuola superiore di II grado dopo il terzo anno, per contrastare il fenomeno e consolidare la motivazione degli studenti al conseguimento del diploma di maturità, la Regione Marche attraverso finanziamenti dedicati, annualmente permette agli studenti del IV e V anno degli Istituti Professionali di Stato la possibilità di frequentare un percorso formativo integrato contestualmente a quello curriculare di istruzione – ha poi spiegato Aguzzi -.
Questo intervento garantisce agli studenti di acquisire la qualifica di Operatore Socio-Sanitario in corrispondenza del percorso di studi ordinamentale così da vedere ampliate le possibilità di un futuro inserimento nel mercato del lavoro”.
L’emergenza sanitaria che ha investito l’Italia per l’epidemia da Covid, è stato sottolineato, ha reso ancora più attuale la necessità di strutturare specifici percorsi finalizzati alla formazione di figure professionali che operino nei settori socio-sanitari del sistema pubblico e privato.
Considerando gli obiettivi del PR Marche FSE+ 2021/2027, per facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro di persone interessate con attitudine all’esercizio della professione di operatore socio-sanitario (OSS), la Regione Marche, anche per gli scolastici 2022/23 e 2023/24 ha ritenuto opportuno sostenere un’offerta formativa adeguata, con le risorse finanziarie dello stesso PR, nell’ambito dell’Obiettivo Specifico dell’Asse Istruzione e Formazione che prevede il finanziamento di moduli professionalizzanti all’interno dei percorsi di istruzione.
Si è tenuto al Cinema Italia di Macerata l'incontro pubblico sul tema della riforma sanitaria regionale, con tanti professionisti del settore socio-sanitario e cittadini che hanno potuto ascoltare le iniziative messe in campo per assicurare ai marchigiani una sanità sempre più attenta alle esigenze dei pazienti.
Il presidente della regione Marche Francesco Acquaroli ha illustrato nello specifico i passaggi che trasformeranno la sanità regionale e gli interventi della senatrice Elena Leonardi e dei consiglieri regionali Pierpaolo Borroni e Simone Livi "dimostrano come la sanità sia un tema cruciale per Fratelli d'Italia, sfruttando la sinergia della filiera istituzionale per garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati, coniugando le esigenze dei territori con le risorse a disposizione della Regione e dello Stato".
"In particolar modo la sanità delle Marche dovrà vedere una maggior prossimità di servizi sul territorio - si legge nella nota firmata da Leonardi e Belvederesi - integrando la rete ospedaliera senza appesantimenti della struttura amministrativa. In questo senso vanno interpretati i forti investimenti avviati per la formazione del personale sanitario, come le borse di studio per la creazione di nuovi medici, contrastando efficacemente la mobilità passiva. Una riforma regionale che si inserisce perfettamente nell'ottica del Governo Meloni di ricavare nuove risorse per il servizio sanitario nazionale, dopo troppi anni di tagli".