Visiere protettive, camici e mascherine destinati ai medici di medicina generale, ai medici della continuità assistenziale e ai pediatri del Distretto di San Severino Marche e Camerino sono stati consegnati dal Banco Farmaceutico, Cdo e Medicina e Persona grazie alla raccolta fondi per far fronte alle necessità delle persone impegnate nell’emergenza Covid-19 “Aiutaci a curare”. La campagna, lanciata durante la fase1, aveva lo scopo di sostenere le strutture sanitarie più in difficoltà.
Ad attivare l’iniziativa il delegato territoriale del Banco Farmaceutico, Pierluigi Monteverde, e il direttore sanitario della Casa di riposo “Lazzarelli”, Giuseppe Tartaglia, che hanno provveduto alla consegna di una cinquantina di pacchi contenenti diversi dispositivi alla presenza del sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, la quale ha voluto sottolineare l’importanza e la vicinanza ai malati, in un momento di grave difficoltà e pericolosità, da parte dei medici di famiglia.
“Rischiando la propria vita questi professionisti – ha ricordato la Piermattei – non hanno mai lasciato soli i propri assistiti dando spesso un volto umano al loro lavoro”.
Soddisfazione per la buona riuscita dell’iniziativa è stata espressa anche dal delegato del Banco Farmaceutico, Pierluigi Monteverde: “Abbiamo deciso di dare un nome a questa nostra operazione chiamandola #fareinsieme. Grazie al Banco abbiamo ricevuto 9mila euro, dei 260mila raccolti in tutta Italia, che ci hanno permesso di dotare il personale di necessari Dpi di cui per giorni e settimane sono stati sprovvisti in una fase comunque delicatissima per il supporto e il soccorso ai pazienti. Questa donazione va a colmare una situazione precaria per tanti sanitari che ora potranno accedere nelle case dei propri assistiti e negli ambulatori in tutta sicurezza”.
La campagna “Aiutaci a curare”, nelle Marche, ha visto anche consegnare all’Asur, l’Azienda sanitaria unica regionale, un ecografo portatile e analoga attrezzature pure all’Azienda ospedaliera universitaria Ospedali Riuniti di Ancona.
Il Banco Farmaceutico ha poi portato avanti, anche in piena emergenza, l’attività della raccolta e del recupero dei farmaci validi, un’attività che dura tutto l’anno e che coinvolge 13 farmacie e 8 enti in provincia di Macerata. Ben 8 di queste realtà si trovano nel territorio tra San Severino Marche e Castelraimondo: 5 sono le farmacie (3 farmacie San Severino Marche, 1 Gagliole e 1 Castelraimondo) e 3 gli enti (le Case di riposo di San Severino Marche, Castelraimondo e Gagliole). Grazie alla raccolta è stato possibile recuperare 15mila farmaci per un valore di 200mila euro capace di raddoppiare se si sommassero a questo i costi per lo smaltimento.
"Non per tutti è la stessa immagine". Questo il titolo della lettera che la giornalista camerte Donatella Pazzelli, ha inviato alla nostra redazione dopo aver appresso dei contributi straordinari che la Regione Marche ha previsto di stanziare in favore delle città di Pesaro e Civitanova Marche, ritenute le due più coinvolte dal coronavirus.
Ecco il contenuto integrale della lettera firmata da Donatella Pazzelli:
"Certe notizie vanno lette, rilette e digerite. Se dopo ciò rimangono ancora sullo stomaco, deve esserci qualcosa di davvero difficile da capire.
Un comunicato stampa datato 15 giugno e pubblicato sul sito della Regione Marche riporta il seguente testo: “La giunta regionale ha approvato oggi 50 misure comprese all’interno della manovra da 210 milioni per il sostegno ai cittadini, alle imprese, ai professionisti colpiti dall’emergenza Covid-19” e parte con l’illustrazione delle varie iniziative.
Quasi in fondo all’articolo si legge: “Tra le misure approvate oggi, anche il finanziamento destinato alla costituzione di posti letto di terapia intensiva e subintensiva per un totale di 39 milioni di euro, e due contributi straordinari alle città di Pesaro, la più colpita dalla pandemia, e di Civitanova. I contributi, che ammontano a 100 mila euro per ognuno dei due Comuni, sono finalizzati al rilancio e al sostegno dell’immagine delle due città marchigiane particolarmente coinvolte.”
Si è parlato in varie testate di danno d’immagine per l’operazione Covid Hospital e in un sito si ipotizza: “Ammissione di colpa o semplice gratitudine alla città e all’amministrazione comunale (di Civitanova Marche) per essersi messi a servizio della comunità regionale intera durante l’emergenza?”.
Non mi risulta però che solo Civitanova Marche e Pesaro si siano messe e disposizione della collettività marchigiana e abbiano avuto a che fare con il coronavirus. Nello specifico ci sono state altre città che hanno visto i loro ospedali divenire strutture Covid Hospital, quindi reputazione compromessa anche per Fano, Fermo, San Benedetto e Camerino.
Mi soffermo sulla mia città, Camerino, perché non solo è stato ritenuto che non abbia subìto un danno d’immagine, ma nei giorni scorsi è stato pure individuato nel suo territorio un possibile sito per la realizzazione di una discarica.
Potrei scrivere mille parole per esprimere il dissenso verso tali decisioni e altre mille per elogiare le potenzialità di un territorio che è da sempre la Cenerentola delle Marche, ma è solo inchiostro sprecato, perché il vero nostro problema è che siamo pochi e votiamo in meno e nessuno ha interesse a “risarcire il danno”.
Tremila e ottanta euro donati all’associazione Come ginestre, partner etico della stagione teatrale. È questo l’ottimo risultato raggiunto dall’Azienda dei Teatri di Civitanova, con lo spettacolo Cuore Matto, che si è svolto il 18 febbraio, in pratica l’ultimo prima dello stop forzato a causa del corona virus.
“Nella settimana che segna la possibilità di riaprire in Italia cinema e teatri - dichiara il presidente TDiC, Aldo Santori - facciamo conoscere la cifra raccolta per questo obiettivo solidale. I Teatri hanno avuto un ricavato netto di 3080 euro che donano al Centro di sostegno alle donne operate di tumore al seno, insieme ad un computer con relativi accessori, e destinati al reparto di oncologia di Civitanova. Abbiamo dovuto sospendere la nostra programmazione, come tutti in Italia, a causa dell’intensificarsi della crisi sanitaria e ora ci auguriamo di riprenderla con altrettanto successo. Dal primo luglio riapriamo il cinema Cecchetti. Questa è l’occasione per ringraziare i medici e tutto il personale sanitario per quello che hanno fatto in questo periodo e un doveroso grazie anche a Maja Matic, che è la direttrice artistica di questi eventi speciali, di cui Cuore Matto fa parte”.
All’incontro erano presenti, oltre Santori, la vice presidente dei Teatri Michela Gattafoni, la direttrice Cristina Gentili, la consigliera Roberta Aggarbati, il primario di oncologia Giovanni Benedetti, la presidente dell’associazione Come ginestre Amerina Orioli insieme alla vice Angela Gattari e a Mariella Ranieri, Maja Matic, la presidente dell’associazione Arte Anna Donati che ha donato un’opera, Alberto Quintabà in rappresentanza dell’azienda Kratos che ha regalato una stampante. All’attività solidale si aggiunge anche Enzo Marinacci delle Grafiche Fioroni, per la fornitura di libri ad uso del reparto di oncologia.
“È stata una stupenda serata a teatro, quella di febbraio, ricca di giovani e molto utile anche per la diffusione della cultura della prevenzione per quanto riguarda il tema dei tumori - afferma Benedetti -. Come ginestre è un’associazione caparbia che ha sempre sostenuto le pazienti e il reparto, offrendo una continuità che ci rassicura molto. Tra pochi mesi dovremmo inaugurare il nuovo reparto e vorremmo che le associazioni di volontariato fossero presenti all’interno, per l’accoglienza. Una persona sorridente renderebbe meno traumatico l’impatto. Un grazie all’Azienda dei Teatri in primis che ci ha individuato come destinatari di attenzione e al Comune”.
Ai 3080 euro dell’Azienda dei Teatri si aggiunge la quota donata dall’associazione Come ginestre. “Con tutto il direttivo abbiamo scelto di metterci anche del nostro - dice Orioli - e a quella cifra aggiungiamo la nostra parte, portando il totale a 5.000 euro. La nostra realtà si paragona alla ginestra, poiché come scrive Leopardi, il fiore rinasce anche nei posti più difficili. E nelle ripartenze, la vita si guarda con occhi diversi”.
In chiusura la direttrice TDiC Gentili ha aggiunto che è stato svolto un grande lavoro di squadra per il bene della città, affiancata da Maja Matic che, ringraziando la grande famiglia di “Disordine, Oltre il Teatro” ha asserito che “con la cultura siamo riusciti anche a fare del bene al sociale”.
L’Ospedale di Comunità Santa Lucia di Recanati verso il totale ripristino delle normali attività e funzionalità dopo l’emergenza sanitaria dovuta al Covid -19.
Dall’inizio di giugno, il nosocomio di Recanati sta progressivamente ritornando alla normalità con i servizi e le attività offerte al territorio per le esigenze sanitarie dei cittadini.
“Si sta finalmente ritornando verso la normalità – ha detto il Sindaco Antonio Bravi - C’è stata una ripresa progressiva delle attività dell’Ospedale con il rispetto delle regole anti Covid, garantendo ai cittadini l’accesso ai servizi in sicurezza e consentendo a tutto il personale sanitario di svolgere il lavoro nel rispetto delle misure preventive raccomandate. Ci auguriamo che quanto prima possano essere superati i disagi sostenuti dai nostri concittadini durante questo lungo periodo”
In particolare, lo ricordiamo, durante i mesi di emergenza, il reparto di dialisi è sempre stato operativo nel fornire le sue attività ai pazienti, sopperendo anche alle esigenze del reparto di dialisi dell’Ospedale di Civitanova che era stato chiuso in quanto divenuto Ospedale Covid-19.
Tra i primi servizi riaperti a giugno dall’Ospedale Santa Lucia e messi a disposizione del pubblico le attività di chirurgia dermatologica, chirurgia oculistica e chirurgia per piccoli interventi.
Continuano normalmente i servizi erogati dagli ambulatori di cardiologia, di diabetologia, di otorinolaringoiatra , di neurologia, di dermatologia, di ortopedia e di oculistica, sempre nel rispetto delle regole di distanziamento sociale.
E’ ripartita anche la terapia del dolore che consente di curare il “sintomo” dolore in tutte le sue espressioni.
Il laboratorio analisi sta lavorando a pieno ritmo, su prenotazione e con il rispetto delle regole di distanziamento, mentre è ancora in atto la verifica delle modalità per il ripristino dell’attività della farmacia dell’Ospedale.
Da lunedì scorso, dopo la sanificazione degli ambienti è stato riaperto anche il reparto di cure intermedie e sono ripresi i normali ricoveri dei pazienti.
Per l’inizio settembre è prevista anche la ripartenza dei ricoveri dei pazienti seguiti dai medici di famiglia, peculiarità degli Ospedali di Comunità che si prendono cura di persone fragili o con patologie croniche, non in condizione di poter essere adeguatamente assistiti a casa.
È marchigiano il primo medico in Italia ad utilizzare un innovativo dispositivo che permette di trattare le patologie legate alle mutazioni della valvola mitrale anche a distanza di anni dalla prima operazione.
Il dott. Alberto Albertini, ora responsabile della Cardiochirurgia a Maria Cecilia Hospital di Cotignola (RA), Ospedale di Alta Specialità accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale, ha eseguito il primo impianto in Italia (il secondo in Europa) di questo nuovo device per la riparazione delle valvole mitrali cardiache danneggiate da infarto miocardico.
“Nei pazienti che vengono operati quando la valvola mitrale è stata danneggiata da infarto miocardico vi può essere la necessità di un nuovo intervento dopo alcuni anni perché la valvola stessa può variare la sua forma nel tempo – spiega il dott. Albertini –. Questo nuovo dispositivo, attraverso un sistema di controllo da remoto, può modificare la sua forma adattandosi alle variazioni della valvola mitrale senza necessità di un nuovo intervento”.
Hub chirurgico della Romagna e polo di Alta Specialità per la Cardiochirurgia, la struttura di Cotignola è uno dei centri a maggior volume nella chirurgia della valvola mitrale con oltre 25 anni di esperienza: ogni anno Maria Cecilia Hospital tratta circa 250 pazienti, provenienti non solo dall’Emilia Romagna ma anche dalle Marche e dall’Umbria, applicando le tecniche più innovative di riparazione valvolare mitralica.
Si stima tuttavia che nel 30% dei pazienti, operati per una insufficienza mitralica dovuta ad un infarto miocardico, vi sia la necessità di intervenire nuovamente sulla medesima valvola cardiaca nel corso dei successivi 10 anni.
Il nuovo dispositivo ideato da un’azienda francese viene innestato durante l’operazione post infartuale con una tecnica mininvasiva: si tratta del primo device per l’annuloplastica della valvola mitrale che può essere modificato in maniera percutanea per adattarsi alla valvola riparata in ogni momento dopo l’impianto, più volte nel corso di mesi e anni a seguire e mentre il cuore batte, evitando così la necessità di reintervento.
“Il dispositivo va a trattare il rigurgito della valvola mitrale nei casi in cui questa sia stata danneggiata da un infarto, una condizione che causa un ritorno parziale del flusso di sangue dal ventricolo sinistro all’atrio sinistro durante la sistole cardiaca. Questo avviene quando i lembi della valvola mitrale non si chiudono propriamente a causa di un inadeguato contatto o coaptazione tra di loro. Quando il cuore viene danneggiato da un’ischemia, la zona di muscolo colpita non si contrae più ed un lembo della mitrale attaccato a quella zona viene tirato verso il basso, determinando l’insufficienza della valvola. Dopo la riparazione, nel corso degli anni, quella zona può andare incontro ad una dilatazione e tirare ancora più in basso il lembo, questo determina la recidiva dell’insufficienza valvolare”, spiega il dott. Albertini.
Nel caso in cui, a distanza di mesi o anni, si manifesti un rigurgito mitralico ricorrente, dopo l’operazione di riparazione della valvola e quando l’impianto è stabile, è possibile adattare il device e implementare la coaptazione di quanto necessario a far combaciare i lembi della valvola mitrale. Lo spazio necessario a farli combaciare viene ridotto grazie all’introduzione di un catetere per via percutanea attraverso una piccola incisione sotto la clavicola dove è stata collocata la fine distale della connessione all’anello del dispositivo. Tramite il catetere vengono inseriti tre “palloncini” nell’anello del dispositivo posto in precedenza sulla valvola mitrale: questi “palloncini” vengono gonfiati quanto necessario in tre zone anatomiche predefinite per fare in modo che i lembi della valvola tornino a combaciare. La procedura viene eseguita grazie ad un’ecografia. L’adattamento può avvenire diverse volte dopo l’operazione alla mitrale, fino alla massima espansione delle tre zone. La riduzione massima dell’area dell’orifizio della valvola, con il massimo adattamento di tutte e tre le zone, è limitato a circa il 15% per prevenire qualsiasi rischio di stenosi (ovvero il restringimento patologico della valvola).
Prepara 90 olive all'ascolana mentre viene operata al cervello. Protagonista dell'impresa una donna di 60 anni, abruzzese, ma residente al confine con le Marche.È l'ultima frontiera della 'awake surgery', metodica per operare al cervello il paziente mentre è sveglio. La 60enne ha preparato circa 90 olive farcite e impanate ieri, mentre veniva sottoposta ad un intervento al lobo frontale sinistro per rimuovere un tumore, nell'Azienda Ospedali Riuniti di Ancona.
"È andato tutto bene" - ha affermato il dott.Roberto Trignani - responsabile del Reparto di Neurochirurgia, al termine dell'operazione durata complessivamente due ore e mezza e che ha coinvolto 11 persone tra neurochirurghi, neuroanestesisti, infermieri, una psicologa, un tecnico. La casistica della 'awake surgery' è ormai ampia: "consente di monitorare il paziente mentre interveniamo sulle funzioni cerebrali e di 'calibrare' la nostra azione". Le olive farcite sono l'ultima di una serie di attività scelte in funzione dell'area del cervello, ma anche delle abitudini dei pazienti: c'è chi ha suonato il violino, ma anche chi ha guardato cartoni animati.
(Foto copyright Ansa)
La Regione Marche sta mettendo a punto in queste ore un progetto per il recupero delle prestazioni sanitarie (visite mediche ed esami diagnostici) che erano state interrotte durante l’emergenza Covid-19.
“Anche durante l’emergenza Covid abbiamo garantito le prestazioni di tipo U (urgente) e B (breve). Per tutte le altre classi di priorità - afferma il presidente Ceriscioli -, a questo punto è importante che sia il medico a rivalutare l’urgenza, per garantire la qualità stessa della prestazione. In questi giorni stiamo riaprendo tutte le agende e i percorsi di presa in carico e, per superare le criticità dovute all’accumulo delle richieste, stiamo mettendo a punto un progetto che ci consentirà di allungare i tempi delle prestazioni: nelle ore serali e anche di sabato e di domenica. E’ nostra intenzione, infatti, tornare ai valori di eccellenza che avevamo raggiunto prima del Covid. Anche il sistema della lista di garanzia sarà ripristinato. In caso di indisponibilità all’interno delle agende, sarà il sistema sanitario a farsi carico di garantire all’utente la prestazione nei tempi dovuti, richiamandolo entro un termine prestabilito per fissare l’appuntamento”.
Si ricorda inoltre che per accorciare i tempi di attesa al telefono per le prenotazioni è attiva l’app Mycup Marche. “Un'opportunità importante – prosegue Ceriscioli – soprattutto dopo un periodo, quello del lockdown, in cui molti cittadini hanno familiarizzato con le operazioni on line”.
L'App è disponibile gratuitamente per Android in Google Play, per IOS nell'App store Apple o su web all'indirizzo https://mycupmarche.it.
Con la App MyCupMarche si possono prenotare visite ed esami sanitari on line, da pc, tablet e smartphone, si possono disdire gli appuntamenti. Le prestazioni prenotabili on line sono quelle contenute nel Piano nazionale gestione liste di attesa (PNGLA). Si può prenotare una prestazione alla volta.
Per accedere occorre dotarsi di credenziali forti (Spid o Cohesion) e si deve avere la ricetta dematerializzata.
COME FARE
- Per ottenere Spid: http://www.spid.gov.it
- Per ottenere le credenziali Cohesion: https://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Salute/Strumenti-di-accesso-a-myCUPMarche
- Per attivare la tessera sanitaria: https://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Salute/Strumenti-di-accesso-a-myCUPMarche#Portale-web-myCUPMarche.it
- Per conoscere l’elenco degli sportelli abilitati ad attivare la tessera sanitaria Carta regionale dei Servizi Ts-Crs e a rilasciare il PIN Cohesion: https://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Salute/Strumenti-di-accesso-a-myCUPMarche#Sportelli-rilascio-credenziali
GUARDA QUI il video tutorial per scaricare e usare l’App MyCupMarche. Il video, disponibile da molti mesi, attribuisce alla classe di priorità P un tempo di risposta di 180 giorni, tempo che è stato ridotto, ora a 120 giorni per rispondere al meglio alle esigenze dell’utenza.
“Entro la settimana dimetteremo l’ultimo paziente positivo al Covid- 19. A quel punto, senza la convenzione della Regione, si prospetta per noi un periodo di inattività, in cui non potremo dare risposte alla forte domanda che viene dal territorio di servizi assistenziali. Per questo, a tutela delle nostre professionalità, dobbiamo richiedere l’attivazione del FIS (Fondo di integrazione salariale). Ma l’auspicio è che la convenzione venga sottoscritta al più presto per poter iniziare la nostra attività”.
L’appello è della Direzione della Clinica Santo Stefano di Villa Fastiggi di Pesaro che, in attesa della definizione della convenzione con la Regione Marche, illustra come sia necessario ricorrere allo strumento integrativo salariale.
L’esame congiunto con le sigle sindacali si terrà in video conferenza nella mattinata di venerdì prossimo (12 giugno) e nel corso dell’incontro il Gruppo Kos, di cui fa parte la Clinica, chiederà il ricorso al FIS per un numero complessivo di 15 lavoratori della Clinica pesarese.
“Allo stato attuale – continua la Direzione della Clinica, inserita tra le progettualità prioritarie della Giunta regionale delle Marche, ai sensi della delibera n. 128 del 2019 e successive – abbiamo accompagnato alla guarigione tutti i pazienti positivi al Covid che ci sono stati assegnati dopo le dimissioni dagli ospedali pubblici. Esaurito questo nostro ruolo a supporto della sanità pubblica regionale, ora siamo in attesa di poter attivate tutte le nostre professionalità e competenze nell’attività originaria per cui la Clinica è sorta, ovvero erogare prestazioni e servizi di riabilitazione intensiva, una parte dei quali destinati anche a persone in coma, stato vegetativo o di minima coscienza”.
“In questa fase stiamo anche attivando dei percorsi di formazione professionale per ottimizzare il periodo e dare ai nostri professionisti strumenti per potenziare ulteriormente le proprie competenze e la propria preparazione”.
L'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Palidoro ha accolto con immensa gratitudine e piacere il gesto solidarietà dell'azienda Tombolini di Colmurano che, dopo aver deciso di convertire una parte produzione per la realizzazione di dispositivi di protezione individuale, nella mattinata di oggi ha consegnato delle mascherine protettive e dei camici medici, a tutto il personale sanitario del reparto.
Parte del materiale è stato poi distribuito dal cappellano Don Felice Riva tra i piccoli ospiti del Bambino Gesù e ai loro genitori. Un gesto di puro amore per il prossimo, soprattutto in un momento così difficile dovuto all'emergenza coronavirus, dove tutti i reparti sono chiamati ad un grande sforzo sia fisico che mentale.
Questi dispositivi di protezione individuale infatti diventano quanto mai fondamentali nono solo nel sostenere il lavoro degli operatori sanitari ma anche per alleviare le sofferenze dei piccoli che lottano contro una malattia e di tutti quei genitori che sono vicini ai loro figli per sostenerli.
Il Gores ha comunicato che oggi si registrano zero malati Covid in terapia intensiva nella Regione Marche. "Dopo lo zero raggiunto nei decessi e nei tamponi positivi - afferma il presidente Luca Ceriscioli - è arrivata finalmente la buona notizia dello zero Covid nei reparti di terapia intensiva, simbolo della fase più acuta della malattia. La buona notizia di oggi è il segno di un ulteriore passo in avanti verso la ritrovata normalità".
In totale i ricoverati nella nostra regione sono 23, di cui sei all'ospedale di Macerata.
Ecco, nel dettaglio, i dati resi noti dal Gores:
Erano chiusi dallo scorso mese di marzo, per motivi di sicurezza a causa dell’epidemia da Covid-19 e in ottemperanza alle disposizioni Ministeriali.
Ora i 13 Centri ambulatoriali del Santo Stefano dislocati nel territorio marchigiano (da Ascoli a Pesaro, passando per San Benedetto, Civitanova, Macerata, Tolentino, San Severino, Camerino, Matelica, Fabriano, Filottrano, Jesi, e Porto Potenza Picena) riaprono e ripartono con le attività in presenza, seguendo le indicazioni della delibera della Giunta Regione Marche n. 523/2020. Una riapertura necessariamente graduale e rigorosamente rispettosa di tutte le opportune misure di sicurezza; al momento dell’accesso presso la struttura, che sarà possibile dopo l’effettuazione di un triage telefonico di idoneità, verrà misurata la temperatura e si ripeterà il triage in presenza, con la compilazione di un apposito questionario.
Tutto il personale e' stato adeguatamente formato all'uso degli idonei dispositivi di protezione individuale.
“Durante il periodo di chiusura - dice la Direzione Centri Ambulatoriali del Santo Stefano – abbiamo messo a punto attività in teleriabilitazione che hanno consentito a tutti i pazienti percorsi ed esercizi alternativi per poter continuare la terapia ed il proprio recupero. In riabilitazione, infatti, non si può rimanere fermi a lungo, si rischia di vanificare i recuperi e tutto il percorso terapeutico svolto fino a quel momento”.
“La novità – conclude la Direzione - è che ora le attività in teleriabilitazione sono diventate parte integrante del progetto
riabilitativo individuale dei nostri pazienti e pertanto continueremo ad utilizzare, accanto alle nostre tradizionali tecniche e modalità terapeutiche, anche le innovazioni tecniche e tecnologiche sperimentate in periodo Covid.
Tutto servirà per accrescere ulteriormente i servizi a disposizione della nostra utenza”.
Nella fase della graduale ripresa delle normali attività sanitarie nelle Marche, dopo i lunghi e difficili mesi della pandemia, l'obiettivo del sistema sanitario è quello di limitare al massimo i disagi per gli utenti che devono accedere alle prestazioni finora sospese e che comprensibilmente sono in difficoltà di fronte ad alcune criticità che si verificano nei primi giorni della ripartenza.
In questo primo periodo di ritorno alla normalità è altissima l’attenzione verso tutte le difficoltà che si possono manifestare e quindi il sistema si sta predisponendo per ripristinare velocemente gli spazi e le prestazioni, con l’ulteriore imprescindibile onere di riorganizzare tutti i percorsi all’interno delle strutture per garantire la massima sicurezza sanitaria ai cittadini utenti e agli operatori: accessi verificati, percorsi separati, sale di attesa con presenze ridotte, sanificazione.
Come in pandemia, anche per il ritorno alla normalità il metodo è quello di anticipare i bisogni, per dotarsi nel minor tempo possibile dei migliori strumenti disponibili. In quest'ottica è in programma per i prossimi giorni la messa a punto di misure straordinarie, un ulteriore sforzo, per velocizzare l’intero percorso.
A partire dalla flessione della curva dei contagi, da fine aprile, l’impegno delle aziende del Servizio sanitario regionale si è concentrato sul ripristino delle agende (prenotazioni e presa in carico) e sulla rimessa in opera delle liste di garanzia che in questi giorni si sta sperimentando sul campo. Si è scelto di non procedere in modo burocratico con la semplice “rimessa in coda” delle richieste, ma di rivalutare le singole situazioni per garantire a ciascuno il servizio nei tempi e nelle modalità più appropriati.
Nel corso dell’emergenza COVID la Regione ha garantito a tutti i cittadini gli accessi alle prime visite ed esami diagnostici strumentali urgenti (categoria U, da eseguire in 72 ore) e brevi (B, 10 giorni), mentre erano state sospese le prestazioni di tipo D (30 giorni per le visite e 60 giorni per gli esami diagnostici) e le P (visite ed esami da effettuare entro 180 giorni).
A fine aprile si è stabilito di riattivare a partire da giugno le prestazioni di tipo D e P, insieme con il percorso di presa in carico previsto dalle delibere di giunta regionale per le patologie croniche. Si è quindi richiesto ai professionisti (cardiologi, oncologi, neurologi, ecc.), di richiamare i propri pazienti i cui follow-up, se non urgenti, erano stati sospesi nella riprogettazione dei servizi attuata per far fronte all’emergenza. La decisione è stata assunta dai tecnici della sanità e dal Gores di concerto con le direzioni generali aziendali degli enti del Servizio sanitario regionale e con le principali organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale.
“Tutto ciò – afferma la dirigente del servizio Sanità della Regione Marche, Lucia Di Furia - comporta un necessario rodaggio delle nuove agende, che potrà protrarsi ancora per alcune settimane. Nulla è più come in era pre Covid. Le scelte relative ai tempi di ripartenza e alle misure organizzative, effettuate con i principali prescrittori ed unici interlocutori a mio avviso competenti, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, sono state compiute con la finalità di evitare un atteggiamento burocratico ed automatico di rimessa in coda delle situazioni sospese, valutando caso per caso i pazienti per verificare se nel periodo Covid le necessità assistenziali fossero cambiate. Ci si poteva infatti trovare di fronte a diverse situazioni: pazienti le cui indagini cliniche erano state comunque evase nei tre mesi precedenti, registrate al CUP come D o P, ma che poi, per il lungo trascorrere del tempo ed il bisogno assistenziale emergente si sono trasformate in urgenti (U) o brevi (B); pazienti COVID 19 positivi che hanno avuto bisogno di ricoverarsi ed i cui approfondimenti diagnostici anche non direttamente legati al COVID sono stati effettuati nel corso del ricovero; pazienti non COVID 19 che hanno avuto bisogno di ricoverarsi per problemi clinici di emergenti e urgenti, anche legati al motivo per cui era stata richiesta la prestazione ambulatoriale; pazienti che, precedentemente prenotati come P, oggi potrebbero avere la necessità di essere riclassificati diversamente in termini di priorità. I cittadini della nostra regione hanno testimoniato grande capacità di collaborazione nei mesi difficili e possono comprendere che al momento visite e diagnostica strumentale, condotte in sicurezza, possono risentire di una tempistica diversa”.
“ il tempo di soluzioni avanzate e innovative - aggiunge Massimo Magi, Segretario Regionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) Marche - di maggiore modernità e prossimità dell’assistenza, come ad esempio la prescrizione e la immediata prenotazione delle prestazioni nello studio del medico di famiglia, che garantisce al cittadino di avere tempestivamente e senza ulteriori attese, o spesso inutili passaggi, l’appuntamento per le necessarie visite ed esami diagnostici prescritti dal proprio medico. Questa soluzione è già presente nei programmi informatici dei medici di famiglia e potrà essere applicata a breve, poiché è imminente l’avvio della sperimentazione sulla prenotazione nei loro studi”.
“Oggi sicuramente è una giornata particolare e unica in quanto abbiamo il piacere di ospitare il sig. Massimo Oddo, di cui conosciamo molto bene i trascorsi da calciatore - con queste parole ha esordito l'Amministratore Unico del Gruppo Associati Fisiomed Enrico Falistocco, che oggi ha aperto le porte della sua struttura situata a Sforzacosta, frazione di Macerata, ad uno degli eroi sportivi del Mondiale di Calcio giocati nel 2006 in Germania -. E’ un personaggio che nel corso della sua carriera ha dimostrato delle grandi qualità umane, al di là poi di quelli che sono stati i meriti agonistici, e la sua presenza non può che renderci onorati".
Oddo si è sottoposto, in mattinata, a un delicato intervento oculistico, durato circa mezz’ora ed eseguito a Morrovalle, dal dott. Vincenzo Ramovecchi e dal dott. Cristian Pollio.
“Il fatto di avere un campione del mondo, oltre a farci un immenso piacere come Centro Associati Fisiomed, ci da una grande carica per fare ancora meglio considerando anche che operiamo nella provincia di Macerata e non in una metropoli - ha spiegato Falistocco -. Siamo presenti nel mondo dello sport da sempre e non a caso siamo anche promotori, attraverso delle sponsorizzazioni di discipline minori – e poi ha precisato -. Quella di oggi è un'occasione importante per la nostra realtà, ma ci teniamo a precisare come qualsiasi cittadino varchi la porta di Fisiomed venga preso in massima considerazione e trattato con la cordialità e gentilezza che merita ogni paziente".
“Abbiamo vissuto un periodo difficile come quello dell’emergenza Coronavirus ma noi siamo rimasti in piedi, continuando ad offrire tutti i nostri servizi anche per via telematica cercando di mettere a disposizione della collettività, non solo locale, tutta la nostra professionalità – ha concluso l'Amministrato del Gruppo Associati Fisiomed -. Così come il calcio il nostro, è un lavoro di squadra dove le capacità dei singoli sono molto importanti".
Prima dell'intervento chirurgico, quella di oggi è stata una giornata di controlli per l'ex calciatore di Lazio e Milan, che è stato seguito passo passo dal responsabile della sezione oculistica di Associati Fisiomed, il dottor Cristian Pollio: “Per me è un gran piacere ritrovare Massimo ma ci tengo a dire che ogni paziente ha una sua dignità indipendentemente dall’importanza sociale che ricopre - ha dichiarato il dottore che ha poi spiegato il problema specifico del suo speciale paziente di giornata - Oddo presenta una patologia importante che, nonostante possa essere minimizzata come un piccolo arrossamento oculare, in realtà ha un’alta incidenza di recidività e per questo deve essere eradicata attraverso un’operazione corretta".
"Io sono stato con Massimo e l’ex presidente Abodi a lavorare per dei protocolli in serie B – ha ricordato Pollio che ha poi conluso - per me è stata una bella esperienza stare al suo fianco in quanto ritengo che, oltre ad avere un’importante passato come calciatore, sia anche un grande comunicatore e quindi sono sicuro che avrà le sue belle soddisfazioni anche nelle vesti di allenatore".
E' stata poi la volta del Campione del Mondo Massimo Oddo che si è subito reso disponibile a rispondere alle domande e fare foto con i presenti nel centro: “E’ un po’ di tempo che avevo in programma di fare questo intervento e mi sono rivolto a questa realta in quanto oltre ad essere un bel centro, so che al suo interno ci lavorano delle persone competenti - ha esordito Oddo -, poi ne ho anche approfittato per venire qui per salutare degli amici".
Oddo ha poi illustrato la sua personale visione sulla ripartenza del calcio si serie A e B che è stata fissata tra appena due settimane: “La ripartenza del calcio è certa ma poi non si sa se durerà anche se ce lo auguriamo tutti – chiosa - tutto il movimento calcistico deve essere visto come un’azienda e credo che deve essere analizzato in tutti i suoi interpreti . E' un movimento che muove 7 miliardi di euro all’anno e alle cui spalle lavorano tantissime persone con famiglie a seguito, quindi va trattato e tutelato come qualsiasi azienda d’Italia per cercare di non farla implodere”.
“Bisognerà imparare a convivere con questo brutto virus, perché non possiamo pensare di fermarci ancora – ha infine affermato - lo abbiamo fatto per un po’ e tutti noi cittadini ci siamo impegnati duramente perché all’inizio era giusto così, però ora bisogna andare avanti con tutte le dovute precauzioni”.
Via libera alla prenotazione di visite specialistiche ed esami nelle farmacie delle Marche, che diventano così sempre di più un un punto di accesso al servizio sanitario regionale. Lo prevede un accordo firmato oggi da Regione, Federfarma e Confservizi Assofarm Marche, illustrato nel corso di una videoconferenza stampa dal presidente Luca Ceriscioli, dal presidente Anci Marche Maurizio Mangialardi, dai rappresentanti di Federfarma Stefano Golinelli e Assofarm Luca Pieri.
"La pandemia ha interrotto il grande lavoro fatto per la riduzione delle liste di attesa - ha detto Ceriscioli -. Contiamo di riallineare tutto il sistema entro luglio, recuperando l'efficacia dimostrata". L'accordo con le organizzazioni dei farmacisti va nella direzione della "semplificazione, mettendo a disposizione dei cittadini le farmacie", un vero e proprio sportello "sempre aperto durante l'emergenza coronavirus". L'accordo è immediatamente operativo e dovrebbe entrare a regime a luglio.
(Fonte: ANSA)
E’ entrata in funzione nel picco della pandemia da Covid-19 per supportare la sanità marchigiana e arrivando a ricoverare dagli ospedali pubblici fino a 28 pazienti positivi al virus. Poi le prime guarigioni e le prime dimissioni.
Ora sono appena 5 i positivi ancora ricoverati presso la Clinica Santo Stefano Riabilitazione di Villa Fastiggi di Pesaro.
Di questo passo, la struttura di Piazza Tarquinio Provini tra pochi giorni sarà “Covid free” e pertanto, una volta effettuati tutti gli interventi di sanificazione, pronta per quello che è la sua attività caratteristica, dopo il periodo a supporto della sanità pubblica nella fase di piena emergenza: riabilitare.
Sarà un momento simbolico ma davvero importante, quello dell’ultima dimissione: “Da quel momento per noi sarà come 'un nuovo inizio' – dice il Direttore della Struttura, Paolo Lazzari - e, dopo due mesi in cui abbiamo supportato la sanità marchigiana in un momento critico, saremo pronti per attivare tutte le nostre professionalità e competenze nella riabilitazione”.
La Struttura Socio Sanitaria di Piazza Tarquinio Provini è autorizzata e accreditata per ospitare 170 posti letto, 80 dei quali gestiti dal Santo Stefano Riabilitazione con servizi di riabilitazione intensiva, una parte dei quali destinati anche a persone in coma, stato vegetativo o di minima coscienza, in fase post acuta o lungodegenza e a persone con gravissime disabilità (ad es. Sclerosi Laterale Amiotrofica).
E’ stato ratificato questa mattina dalla giunta regionale l’accordo con le rappresentanze sindacali per l’assegnazione dei 20 milioni di premi ai sanitari che hanno seguito nei mesi scorsi l’emergenza Coronavirus.
L’accordo, concordato con le organizzazioni sindacali del comparto e della dirigenza, prevede tre fasce per il comparto e due per la dirigenza. Per il comparto si distingue tra: personale impegnato in aree Covid; personale impegnato in supporto diretto e interazione con le aree Covid; personale impegnato in altri servizi ai fini dell’emergenza Covid.
Per la dirigenza si distingue tra: dirigenti che hanno svolto attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza Covid prevalentemente impegnati in assistenza, emergenza, diagnostica e attività territoriali a favore di pazienti Covid, sulla base di certificazione della direzione aziendale; dirigenti che hanno svolto attività prevalentemente in altre tipologie di assistenza, diagnostica e attività territoriali a favore dell’emergenza Covid.
Nei prossimi giorni le Aziende, alle quali il presidente Luca Ceriscioli ha chiesto di erogare le risorse nel minore tempo possibile, saranno impegnate con i rispettivi tavoli sindacali per l’assegnazione concreta al personale impegnato in emergenza.
Donato all'ospedale di Macerata un sistema di sanificazione ambientale composto d 2 aerosolizzatori: il gesto di generosità della famiglia Raponi.
"La Direzione dell’Area Vasta 3 porge un sentito ringraziamento per il gesto di generosità e di vicinanza alla sanità da parte degli eredi della famiglia Raponi per la donazione di un sistema per la sanificazione ambientale Felmar 100 prodotto dalla ditta Medical Jet da destinare all’Ospedale di Macerata" - scrive in una nota il direttore Alessandro Maccioni - .
"Una donazione per l’emergenza COVID 19 effettuata in memoria del Commendatore Benito Raponi dai figli Ernesto ed Elisabetta.
Il sistema è composto da 2 aerosolizzatori Felmar100: si tratta di generatori di aerosol secco che immettono nell’aria sostanze opportunamente veicolate per rendere sterile l’ambiente.
Il sistema funziona con l’utilizzo della soluzione base che deve essere attivata con il disinfettante in polvere prima di essere introdotta nell’apparecchio. Poi è sufficiente accendere l’aerosolizzatore ed impostare il timer (il tempo di funzionamento necessario per ottenere la disinfezione dipende dal volume dell’ambiente da trattare).
Insieme agli apparecchi sono stati forniti la soluzione base e la polvere disinfettante ad ampio spettro, che garantisce disinfezione di alto livello contro un gran numero di virus (tra cui il Coronavirus) e batteri.
Tale sistema trova valida applicazione nelle sale operatorie, nei reparti di terapia intensiva ed in tutti i reparti di degenza ospedaliera e nei pronto soccorso. In particolare al momento i sanificatori sono a disposizione della Direzione Medica Ospedaliera e saranno utilizzati in tutti i reparti o servizi che ne faranno richiesta, in base alle criticità - conclude - .
Un grande e caloroso ringraziamento alla famiglia Raponi da parte del Direttore AV3 Maccioni e del personale sanitario dell’Ospedale di Macerata".
“Quelle che doneremo al Reparto Dialisi dell’Ospedale di Macerata saranno delle mascherine ffp2 che sono commercializzate in quanto sono certificate per uso medico” - Massimiliano Balducci ha spiegato così l'iniziativa solidale dell'azienda C.B.F. Balducci che attraverso questo gesto ha voluto dimostrare la propria vicinanza nei confronti di chi da inizio marzo sta affrontando in prima linea l'emergenza Coronvirus.
Un impegno quello dell'azienda di Montecassiano che è iniziato con la parziale riconversione della propria produzione all'indomani di tutte le limitazioni per la tutela della salute e contenimento del contagio emanate dal Governo : “I dispositivi che noi produciamo sono quelle per uso civile ovvero realizzate secondo le disposizioni dell’articolo 16 relativo dpcm del 17 Marzo – illustra Balducci - abbiamo operato una riconversione parziale della produzione anche se per noi è stato un cambiamento semplice considerando che la nostra azienda si occupa di abbigliamento da lavoro - e poi ha sottolineato -. La riconversione è iniziata il 26 marzo dopo due settimane di chiusura di tutte le aziende sia qui in Italia che in Albania poi in questo periodo siamo usciti come codice Ateco principale quindi abbiamo potuto ripartire da fine marzo”.
"Essendo un’azienda leader del settore ci siamo sentiti in dovere di dare un contributo importante a questa lotta contro il Coronavirus – ha concluso Balducci - abbiamo donato una parte al Comune di Montecassino e il resto lo abbiamo venduto ai clienti della nostra azienda o ad altri utenti fuori dal nostro territorio”.
Grande soddisfazione all’Ospedale di Civitanova Marche per la ripartenza del Reparto di Ostetricia e Ginecologia di oggi 1 giugno. A darne l’annuncio ufficiale è il Direttore dell’Area Vasta 3 Alessandro Maccioni.
Nel marzo scorso, nel pieno dell’emergenza pandemica, l’Ostetricia di Civitanova era stato designata dalla Regione Marche come struttura di riferimento per le donne Covid-19 positive ed ora dopo l’impegno dei mesi scorsi ed il subentro sul fronte Coronavirus dell’Ostetricia di Pesaro (Ospedali Riuniti Marche Nord) è il momento di tornare alle sue funzioni “normali”.
Siamo orgogliosi per quello che abbiamo fatto in questi mesi, afferma il Dott. Filiberto Di Prospero, Responsabile del reparto, che in questi mesi con i propri collaboratori ha dovuto completamente ridisegnare i profili assistenziali in funzione della nuova minaccia ed aggiunge appunto che si è trattato di un grande lavoro al quale hanno collaborato tutte le professionalità della nostra Area Vasta 3; un grande lavoro per l’intera comunità marchigiana del quale possiamo essere fieri.
Ora per l’Ostetricia di Civitanova Marche è il momento di guardare al futuro e negli operatori c’è tanto ottimismo; nuovi protocolli assistenziali per le gravidanze fisiologiche sono in studio anche alla luce delle nuove regole sul distanziamento sempre comunque rispettosi di una tradizione che del rispetto della naturalità della gravidanza e del parto ha trovato i suoi punti di forza.
Il Reparto avrà dotazioni tecnologiche ancora più moderne, sia sul fronte della sicurezza che della diagnostica, acquisite proprio durante l’esperienza Covid19; fra queste anche un sofisticato Ecografo donato dal Comm. Germano Ercoli e una innovativa postazione di Telemedicina.
La Coordinatrice Ostetrica Mirella Buccioni parla dei mesi trascorsi con il Covid 19 ricordando i momenti che rimarranno nella memoria di tutti: la nascita della piccola Eva, la prima nata a Civitanova da donna Covid19 positiva, che ha dato forza ed entusiasmo a tutti gli operatori.
Fino a quel momento la letteratura scientifica cinese riportava un gran numero di Tagli Cesarei in queste pazienti. Dall’esperienza di Civitanova Marche e da quella degli altri punti nascita italiani coinvolti nell’emergenza Covid 19 è iniziata invece una netta inversione di tendenza, poi confermata nei mesi seguenti anche a livello europeo. Gran parte delle donne assistite (circa 90%) ha infatti partorito in modo del tutto naturale potendo anche allattare il proprio neonato con enorme soddisfazione delle mamme e di tutte le professionalità impegnate in questi mesi nel percorso nascita.
Nel frattempo grazie alla collaborazione dei Servizi Territoriali sono state riavviate le visite ostetriche ed i corsi di preparazione al parto.
Le prenotazioni per visite ostetriche e corsi di preparazione al parto possono essere fatte al tel. 0733823054 attivo tutti i giorni dalle 8 alle 20.
Al momento di scrivere il presente comunicato stampa si da notizia che alle ore 16,30 da parto spontaneo è nata, nel reparto appena riaperto, una splendida bambina di nome Sofia del peso di 3200gr.
Verranno consegnati in settimana presso il laboratorio di Urbino e di Jesi i 10 mila kit di reagenti per tamponi Covid-19 e i due dispositivi diagnostici donati dal Gruppo Kos ad Asur Marche.
“Per ripartire in sicurezza in questa delicatissima fase due, in cui gradualmente tutte le strutture sanitarie stanno riprendendo le loro attività ordinarie, a mio avviso è assolutamente prioritario tenere molto alto il livello di guardia e tamponare a tappeto personale e pazienti alla ricerca degli asintomatici per evitare che si creino nuovi focolai”.
L’appello è di Enrico Brizioli, AD di Kos Care, società del Gruppo Kos.
Ma per i tamponi sono indispensabili i reagenti i quali, a loro volta, oggigiorno sono difficilmente reperibili sul mercato.
“Il problema dei reagenti – continua Brizioli - è diffuso in tutta Italia e sta rallentando il monitoraggio delle strutture più a rischio. Per questo motivo abbiamo ritenuto giusto donare ad Asur 10.000 reagenti per tamponi al fine di supportare il sistema per favorire una più rapida mappatura di tutto il personale sanitario degli ospedali pubblici: la donazione si completa con la fornitura di un ultracongelatore a -80° per la conservazione dei tamponi al centro di riferimento regionale dell’ospedale Torrette. Riteniamo fondamentale, infatti, che nella fase due, a vantaggio di tutta la collettività, sia potenziata la capacità di tutto il sistema di esecuzione di tamponi in tutte le realtà sanitarie più sensibili dove il distanziamento sociale non sempre è possibile e dove gli asintomatici possono trasmettere inconsapevolmente il virus e innescare nuovi focolai. Dal canto nostro, per supportare l’azione di mappatura nelle nostre strutture, ci siamo dotati in autonomia di strumentazioni per test anticorpali e tamponi e siamo riusciti a dotarci anche di adeguati quantitativi di reagenti per tamponi grazie alla collaborazione con una importante azienda marchigiana che produce diagnostici”.
Kos Care è uno dei principali gruppi sanitari italiani cui fanno capo strutture (della Riabilitazione Santo Stefano, RSA di Anni Azzurri, cliniche psichiatriche di Neomesia, la Casa di Cura Villa dei Pini di Civitanova Marche e numerosi ambulatori come il Myolab di Jesi, ndr) delicate e potenzialmente esposte ad un ritorno dell’epidemia. Quest’ultima si può contrastare solo con un sistematico utilizzo dei dispositivi di protezione ed una tracciatura continua del personale e dei nuovi ricoveri.
“Nelle nostre strutture marchigiane – continua Brizioli - abbiamo già effettuato 3 mila tamponi e test anticorpali e arriveremo nel giro di pochi giorni a circa 20 mila. L’obiettivo è quello di mettere a regime una media di 15 mila tamponi e test al mese nel solo perimetro Marche per i nostri pazienti e personale. Su scala nazionale abbiamo in previsione circa 60-70 mila tra tamponi e test al mese.
I nostri laboratori interni di riferimento accreditati per i tamponi sono quello di Villa dei Pini di Civitanova Marche per il Centro Italia e quello dell’Ospedale di Suzzara per il Nord Italia, che ora sono anche attrezzati per fornire lo stesso servizio alle altre aziende”.
La protezione di pazienti, ospiti e collaboratori è stato un punto assolutamente prioritario del Gruppo Kos da quando è iniziata l’emergenza da Covid-19 con immediate azioni di chiusura delle visite alle strutture, l’attivazione di specifiche procedure di regolamentazione e sanificazione per la gestione dell’epidemia, l’acquisto massivo in tutto il mondo di mascherine ed altri dispositivi di protezione individuale per tutti gli operatori e i pazienti ed ora anche l’acquisizione di strumentazioni per eseguire test e tamponi per condurre screening su pazienti, ospiti ed operatori