Sanità

Il cuore del Gruppo Kos: donati 10mila reagenti per tamponi Covid-19 ai laboratori Asur di Urbino e Jesi

Il cuore del Gruppo Kos: donati 10mila reagenti per tamponi Covid-19 ai laboratori Asur di Urbino e Jesi

Verranno consegnati in settimana presso il laboratorio di Urbino e di Jesi i 10 mila kit di reagenti per tamponi Covid-19 e i due dispositivi diagnostici donati dal Gruppo Kos ad Asur Marche. “Per ripartire in sicurezza in questa delicatissima fase due, in cui gradualmente tutte le strutture sanitarie stanno riprendendo le loro attività ordinarie, a mio avviso è assolutamente prioritario tenere molto alto il livello di guardia e tamponare a tappeto personale e pazienti alla ricerca degli asintomatici per evitare che si creino nuovi focolai”. L’appello è di Enrico Brizioli, AD di Kos Care, società del Gruppo Kos. Ma per i tamponi sono indispensabili i reagenti i quali, a loro volta, oggigiorno sono difficilmente reperibili sul mercato. “Il problema dei reagenti – continua Brizioli - è diffuso in tutta Italia e sta rallentando il monitoraggio delle strutture più a rischio. Per questo motivo abbiamo ritenuto giusto donare ad Asur 10.000 reagenti per tamponi al fine di supportare il sistema per favorire una più rapida mappatura di tutto il personale sanitario degli ospedali pubblici: la donazione si completa con la fornitura di un ultracongelatore a -80° per la conservazione dei tamponi al centro di riferimento regionale dell’ospedale Torrette. Riteniamo fondamentale, infatti, che nella fase due, a vantaggio di tutta la collettività, sia potenziata la capacità di tutto il sistema di esecuzione di tamponi in tutte le realtà sanitarie più sensibili dove il distanziamento sociale non sempre è possibile e dove gli asintomatici possono trasmettere inconsapevolmente il virus e innescare nuovi focolai. Dal canto nostro, per supportare l’azione di mappatura nelle nostre strutture, ci siamo dotati in autonomia di strumentazioni per test anticorpali e tamponi e siamo riusciti a dotarci anche di adeguati quantitativi di reagenti per tamponi grazie alla collaborazione con una importante azienda marchigiana che produce diagnostici”. Kos Care è uno dei principali gruppi sanitari italiani cui fanno capo strutture (della Riabilitazione Santo Stefano, RSA di Anni Azzurri, cliniche psichiatriche di Neomesia, la Casa di Cura Villa dei Pini di Civitanova Marche e numerosi ambulatori come il Myolab di Jesi, ndr) delicate e potenzialmente esposte ad un ritorno dell’epidemia. Quest’ultima si può contrastare solo con un sistematico utilizzo dei dispositivi di protezione ed una tracciatura continua del personale e dei nuovi ricoveri. “Nelle nostre strutture marchigiane – continua Brizioli - abbiamo già effettuato 3 mila tamponi e test anticorpali e arriveremo nel giro di pochi giorni a circa 20 mila. L’obiettivo è quello di mettere a regime una media di 15 mila tamponi e test al mese nel solo perimetro Marche per i nostri pazienti e personale. Su scala nazionale abbiamo in previsione circa 60-70 mila tra tamponi e test al mese. I nostri laboratori interni di riferimento accreditati per i tamponi sono quello di Villa dei Pini di Civitanova Marche per il Centro Italia e quello dell’Ospedale di Suzzara per il Nord Italia, che ora sono anche attrezzati per fornire lo stesso servizio alle altre aziende”. La protezione di pazienti, ospiti e collaboratori è stato un punto assolutamente prioritario del Gruppo Kos da quando è iniziata l’emergenza da Covid-19 con immediate azioni di chiusura delle visite alle strutture, l’attivazione di specifiche procedure di regolamentazione e sanificazione per la gestione dell’epidemia, l’acquisto massivo in tutto il mondo di mascherine ed altri dispositivi di protezione individuale per tutti gli operatori e i pazienti ed ora anche l’acquisizione di strumentazioni per eseguire test e tamponi per condurre screening su pazienti, ospiti ed operatori

29/05/2020 11:18
Marche, premi ai dirigenti sanitari impegnati nell'emergenza Covid-19: raggiunto l'accordo

Marche, premi ai dirigenti sanitari impegnati nell'emergenza Covid-19: raggiunto l'accordo

E' stato siglato, nel pomeriggio di oggi, l'accordo tra la Regione Marche e tutti i sindacati della dirigenza sanitaria, per l'erogazione dei compensi al personale che si è impegnato nell'emergenza Coronavirus, per un totale di 20 milioni, suddivisi tra comparto e dirigenza.  Per la dirigenza sono state create due fasce: dirigenti che hanno svolto attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza Covid prevalentemente impegnati in assistenza, emergenza, diagnostica e attività territoriali a favore di pazienti Covid, sulla base di certificazione della direzione aziendale; dirigenti che hanno svolto attività prevalentemente in altre tipologie di assistenza, diagnostica e attività territoriali a favore dell’emergenza Covid. Dopo la preintesa raggiunta martedì 26 maggio con i sindacati del comparto (leggi qui), ora l’accordo sarà ratificato nella prossima riunione di giunta. Soddisfatto il presidente Luca Ceriscioli: “A questo punto chiediamo alle Aziende il massimo impegno perché il nostro desiderio è che i premi siano distribuiti il prima possibile".

28/05/2020 19:58
Marche, premi agli operatori sanitari impegnati nell'emergenza coronavirus: firmata preintesa

Marche, premi agli operatori sanitari impegnati nell'emergenza coronavirus: firmata preintesa

E' stata siglata dalle organizzazioni sindacali dell'area del comparto del Servizio sanitario regionale una preintesa rispetto al protocollo firmato con le organizzazioni confederali il 20 aprile, per l'erogazione dei compensi al personale che si è impegnato nell'emergenza Coronavirus, per un totale di 20 milioni, suddivisi tra comparto e dirigenza.  La preintesa raggiunta oggi per il comparto sarà ratificata nei prossimi giorni dalla giunta. Sono previste tre fasce differenziate: personale impegnato in aree Covid; personale impegnato in supporto diretto e interazione con le aree Covid; personale impegnato in altri servizi ai fini dell’emergenza Covid.  “E’ un risultato importante – ha detto il presidente Luca Ceriscioli, che nei giorni scorsi aveva sollecitato le sigle per una rapida chiusura degli accordi (leggi qui) – e siamo soddisfatti di essere in condizione, a questo punto, di procedere velocemente alla distribuzione delle risorse ai lavoratori del comparto. Ora ci aspettiamo che nell’incontro previsto per giovedì pomeriggio si raggiunga anche l’accordo relativo alla dirigenza.  L’auspicio resta quello, già espresso, di chiudere nel minore tempo possibile e, quindi, di distribuire finalmente tutte le risorse messe a disposizione”.

26/05/2020 20:13
Sciopero dei lavoratori della sanità privata: "Si attende il rinnovo del contratto da 14 anni"

Sciopero dei lavoratori della sanità privata: "Si attende il rinnovo del contratto da 14 anni"

“Inaccettabile che da 14 anni i lavoratori della sanità privata,  nelle Marche sono oltre 4.000, siano senza contratto nazionale” . Così, in una nota, Luca Talevi Segretario generale della Cisl Fp Marche che chiede il rinnovo del contratto nazionale per gli operatori della sanità privata. “I soggetti che operano in convenzione, accreditamento o concessione con il sistema pubblico devono operare nel rispetto dei diritti dei lavoratori tra cui il primario è il rinnovo del contratto nazionale alla sua scadenza naturale, prosegue il Segretario Cisl Fp Marche . Purtroppo le associazioni datoriali Aris ed Aiop mettono in discussione la sostenibilità del rinnovo contrattuale dopo aver sottoscritto, a livello nazionale, un verbale presso il Ministero con le Regioni ed il Governo, ottenendo conferme sull'impegno delle Regioni per agevolare lo sblocco della trattativa.   Lavoratori che hanno garantito servizi essenziali e di qualità  in tutta le Marche anche durante l'emergenza Covid, dando anche la disponibilità ad operare nei reparti Covid creati all'interno di alcune strutture private, e mettendo quotidianamente a rischio la propria incolumità fisica, meritano di veder riconosciuta la loro dignità e professionalità almeno con il rinnovo del contratto nazionale. Il 18 giugno le segreterie nazionali confederali di  categoria hanno indetto lo sciopero nazionale dei lavoratori della Sanita Privata e si chiede al Presidente Ceriscioli, al quale è stata mandata nei giorni scorsi apposita comunicazione, di adoperarsi, nell'ambito delle sue competenze, per lo sblocco di una situazione senza precedenti. La  Cisl Fp Marche, in linea con le azioni di mobilitazione e sensibilizzazione della vertenza organizzate con  Fp Cgil e Fpl Uil , ritiene fondamentale un apposito incontro organizzato dalla Regione ,  con le rappresentanze datoriali regionali Aris ed Aiop, per verificare tutte le azioni atte ad agevolare la sottoscrizione del CCNL prima del 18 giugno .   La dignità agli "eroi" della sanità privata va riconosciuta con fatti concreti e non solo a parole”, conclude.

25/05/2020 13:32
"Aiutiamoli ad aiutare",  consegnati all'ospedale di Camerino i tre ecografi frutto della raccolta fondi

"Aiutiamoli ad aiutare", consegnati all'ospedale di Camerino i tre ecografi frutto della raccolta fondi

"Aiutiamoli ad aiutare" : consegnati questa mattina all’ospedale di Camerino i tre ecografi frutto della raccolta fondi lanciata all’indomani della riconversione del presidio in centro Covid. Sono stati consegnati nella mattinata di oggi all’U.O.C. Terapia Intensiva dell’ospedale di Camerino i tre ecografi che è stato possibile acquistare e donare al reparto grazie all’enorme ondata di solidarietà arrivata da centinaia di persone ed anche diverse attività economiche che hanno voluto contribuire alla raccolta fondi “Aiutiamoli per aiutare”, lanciata da tre ragazzi del territorio, Chiara Antonelli, insieme a Manuel Bernardini ed Eleonora Conforti, in collaborazione con Adua Rossi e l’Associazione Lulù e il paese del sorriso di Matelica. L’iniziativa ha permesso di raccogliere 28.344,73 euro grazie ai quali sono stati acquistati i tre ecografi, diverse forniture di mascherine e dispositivi di protezione individuale e, con la collaborazione di due privati, di Contram e di Zighe Servizi di Camerino, si sono potuti donare all’ospedale anche due tablet che hanno permesso ai pazienti di comunicare con le proprie famiglie e un cellulare per la comunicazione tra reparti. “Ringraziamo con il cuore tutti coloro che hanno voluto dare il proprio contributo per questa iniziativa che ha accomunato il desiderio di tantissime persone di voler fare qualcosa per l’ospedale di Camerino all’indomani della sua riconversione a centro Covid – hanno affermato i promotori dell’iniziativa – questo ha permesso ad una intera comunità di poter dotare la terapia intensiva del presidio camerte di alcune apparecchiature utili anche per il futuro. Vogliamo ringraziare il direttore dell’AV3 Alessandro Maccioni, la dottoressa Nadia Mosca e in particolare il dottor Daniele Elisei che ha seguito tutte le fasi della donazione assieme alla caposala Samantha Bartolucci e tramite loro tutti i medici, gli infermieri, gli operatori che a vario titolo lavorano all’ospedale, i dipendenti amministrativi per tutto il lavoro portato avanti in questi mesi e la tenacia con la quale stanno affrontando giorno dopo giorno questa sfida, rappresentano una certezza per la nostra comunità”. “È stato davvero un gesto eccezionale – ha affermato il dottor Elisei dell’U.O. di Anestesisa e Rianimazione dell’ospedale di Macerata –. Ai promotori, i volontari dell’associazione e soprattutto a tutti i cittadini che hanno partecipato con le loro donazioni va un grande grazie! Una così grande testimonianza ricevuta da un territorio ancora ferito e provato dal terremoto assume ancor più valore. Un sincero grazie da parte mia  e da parte di tutto il personale medico della Terapia Intensiva dell’Ospedale di Camerino coordinata dal dott. Angelo Leo e di quello infermieristico ed ausiliario coordinato da Samantha Bartolucci. Le due equipes di Camerino e Macerata, infatti, coordinate dalla direzione medica dei due presidi ospedalieri, hanno affrontato questa drammatica emergenza sanitaria unendo le forze e lavorando insieme con abnegazione e spirito di sacrificio. Le strumentazioni che siamo riusciti ad acquistare con il ricavato delle donazioni sono ecografi di ultima generazione, molto maneggevoli, portatili con tecnologia wireless indispensabili per il confezionamento dell’accesso vascolare ideale, necessario al paziente per ricevere tutte le terapie endovenose prescritte. Saranno apparecchi utili per il paziente COVID positivo laddove questa infezione dovesse ripresentare un picco epidemiologico ma rimarranno comunque a disposizione delle nostre unità operative per ottimizzare le cure di tutti i pazienti anche quelli non COVID. Davvero tante – conclude il dott. Elisei – le testimonianze di riconoscimento ricevute durante queste settimane una tra tutte la solennità dell’inno di Mameli che ha risuonato davanti l’ospedale con tutte le forze dell’ordine radunate nel renderci omaggio”.

24/05/2020 16:08
L'associazione Remare Onlus dona 160 mascherine ai Centri Dialisi di Macerata e Tolentino (VIDEO)

L'associazione Remare Onlus dona 160 mascherine ai Centri Dialisi di Macerata e Tolentino (VIDEO)

Il direttore Franco Sopranzi della UOC Nefrologia e Dialisi dell'Ospedale di Macerata e del Centro Dialisi Decentrato di Tolentino ringrazia l'organizzazione di volontariato R.E.MA.RE. Onlus (Ricerca Etica Malattie Renali di Macerata), che ieri ha donato 160 mascherine FFP2 certificate al Centro Dialisi di Macerata e al Centro Decentrato Dialisi Tolentino Asur Marche AV3.  "È la testimonianza di una particolare vicinanza e sensibilità verso il nostro lavoro - dice il dott.Sopranzi -. Il ringraziamento e la riconoscenza dell'associazione R.E.MA.RE. ci stimola ad essere sempre più vicini ai pazienti per aiutarli in un momento in cui la serenità è venuta meno. Infatti, la loro condizione di fragilità può renderli più esposti a una malattia come il Covid-19". 

23/05/2020 10:59
Ceriscioli: "20 milioni di incentivi per il personale sanitario bloccati causa mancato accordo con i sindacati" (VIDEO)

Ceriscioli: "20 milioni di incentivi per il personale sanitario bloccati causa mancato accordo con i sindacati" (VIDEO)

ll Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha inviato oggi un deciso messaggio alle sigle sindacali che partecipano ai tavoli per la definizione dei criteri per la distribuzione dei 20 milioni di premi ai sanitari. (Leggi qui le motivazioni dei sindacati) "Esattamente un mese fa – evidenzia il Presidente - la Regione firmava un accordo con i sindacati stanziando 20 milioni di euro a favore di tutti coloro che hanno lavorato nell’emergenza COVID dentro le strutture sanitarie. Una scelta forte, molto chiara, di sostegno in termini materiali rispetto alle persone che hanno vissuto in prima linea questa emergenza, con un valore di circa 1000 euro per addetto che ovviamente vanno distribuiti secondo dei criteri. A distanza di un mese questi fondi non sono stati ancora erogati perché serve per il loro utilizzo l’accordo con i sindacati. L’accordo sindacale sta avendo questi giorni, spero, le ultime riunioni e quindi mi sembra importante dopo un mese, fare un appello a tutte le sigle che partecipano a queste trattative, perché si possa andare rapidamente a conclusione ed erogare quelle risorse. Il tempo non è una variabile indipendente, non possiamo farne passare troppo, non è giusto nei confronti di tutte queste persone. L’auspicio è che si chiuda velocemente l’accordo e che si possa attraverso le aziende distribuire finalmente queste risorse”. “A costo di fare una trattiva ad oltranza – conclude Ceriscioli - in cui ci alza quando è finita, è arrivato il momento di concludere per garantire ciò che è stato stabilito ai destinatari delle risorse”.

20/05/2020 13:54
"Subito incentivi per il personale sanitario impegnato nei reparti Covid": sindacati pronti alla mobilitazione

"Subito incentivi per il personale sanitario impegnato nei reparti Covid": sindacati pronti alla mobilitazione

“Fondamentale incontro venerdì 22 maggio con la Regione Marche per comprendere se vi è l'intenzione di riconoscere economicamente l'enorme sforzo compiuto, ed ancora in corso, da coloro denominati "eroi" a parole ma che in busta paga non hanno visto neanche un centesimo di riconoscimento . L'accordo confederale è rimasto, dal 20 aprile scorso, sulla carta nonostante molte altre regioni hanno nel frattempo trovato l'intesa per valorizzare concretamente il lavoro compiuto da infermieri, oos, tecnici, che hanno lavorato senza soste rischiando spesso la propria incolumità fisica,  operando in condizioni estreme, pur di dare risposte ai pazienti” . Così, in una nota, Luca Talevi Segretario Generale Cisl Fp Marche, che chiede incentivi per il personale sanitario impegnato nei reparti Covid. “Chiediamo il riconoscimento delle dovute indennità, dei tempi di vestizione, oltre che di risorse aggiuntive atte a valorizzare concretamente l’attività svolta” – prosegue Talevi - . “Qualora non si giunga ad un accordo, durante l’incontro in Regione venerdì prossimo, i sindacati confederali di categoria avvieranno iniziative immediate di mobilitazione a supporto della vertenza. Massima vigilanza altresì su come verrà organizzato l'ospedale Covid di Civitanova. Si è ribadito al Presidente della Regione Marche ed all'Asur che il personale a tempo indeterminato coinvolto dovrà essere composto  da coloro che volontariamente chiedono la mobilità da altra struttura ospedaliera garantendo la sostituzione dello stesso personale per il periodo ove sarà coinvolto nell'ospedale Covid. Le altre patologie infatti non sono andate in "ferie" durante l'emergenza e lunghe sono le attese da smaltire in tutte le strutture ospedaliere. Necessita personale anche per garantire almeno il periodo di ferie estive a personale stremato dopo tre mesi di lavoro senza sosta ed anche psicologicamente pesantissimo”. “La Cisl, insieme alle altre sigle, chiede poi alla Regione che deliberi quanto prima il piano delle stabilizzazioni 2020/2022, alla luce anche dei tanti precari che in questo periodo si sono messi a disposizione per supportare le azioni tese a contrastare l'emergenza Covid. Alla Regione verrà inoltre chiesto un chiaro intervento a favore dei lavoratori della sanità privata, senza contratto nazionale da oltre tredici anni. Non è accettabile che oltre 4000 lavoratori marchigiani di strutture aderenti ad Aris ed Aiop operino con salari fermi dal 2007. Il 18 giugno è stato indetto lo sciopero nazionale della sanità privata, ma chiediamo alla Regione – conclude il sindacato -  di farsi parte attiva con le associazioni datoriali per definire quanto prima l'annosa questione”.    

20/05/2020 12:20
Fase 2, la Regione Marche approva la riapertura graduale dei centri semiresidenziali sanitari

Fase 2, la Regione Marche approva la riapertura graduale dei centri semiresidenziali sanitari

La giunta regionale riunita oggi a Palazzo Raffaello ha approvato il Piano territoriale per la riapertura graduale dei centri semiresidenziali sanitari e sociosanitari nella fase 2 dell’emergenza covid-19, per garantire la graduale ripresa delle attività delle strutture, che accolgono persone disabili, anziane e affette da disturbi mentali, nell’osservanza delle misure per la prevenzione del contagio da COVID-19. Il documento è stato concordato con Asur, enti gestori, organizzazioni sindacali e Anci e contiene le misure per la prevenzione del contagio, le procedure per l’accesso graduale ai centri semiresidenziali sanitari e sociosanitari per persone disabili, anziane e affette da disturbi mentali, le nuove modalità di funzionamento dei centri, i servizi alternativi.   “L’attenzione ai servizi dedicati alle persone più deboli è sempre stata una nostra priorità” afferma il presidente della Regione Luca Ceriscioli. “Riapriamo dunque – prosegue - ma garantendo tutte le condizioni di sicurezza per i pazienti, per gli operatori e per le famiglie. I nostri servizi hanno curato i protocolli nei più minimi dettagli, dimensionando tutte le procedure sia in relazione agli utenti, compresi i casi e le situazioni che necessitano di trattamenti particolari e individuali considerata, sia in relazione alle strutture che li accolgono”.  Impegnate nella gestione di questi protocolli saranno le Unità operative sociali e sanitarie (Uoses), a cui afferiscono in coprogettazione i servizi dei distretti sanitari e dei Servizi sociali degli Ats. In via prioritaria, e fino alla completa riattivazione dei percorsi per tutti i pazienti, saranno verificati e autorizzati i progetti individuali urgenti e indifferibili, sulla base della condizione clinica della persona o sulla base delle effettive condizioni di sostenibilità del tessuto familiare di riferimento. Quanto alle indicazioni operative da adottare per contrastare la diffusione dell’epidemia, al fine di consentire la ripresa delle attività dei Centri semiresidenziali, i responsabili delle strutture o i loro coordinatori dovranno attenersi a una serie di misure per la prevenzione del contagio e la riorganizzazione dei servizi, che comprendono le verifiche preliminari sullo stato di salute dei pazienti, la regolamentazione degli accessi, l’uso obbligatorio dei dispositivi di protezione (minimo mascherine e guanti), l’attivazione di spazi per la vestizione e svestizione degli operatori, la costante disponibilità di gel disinfettanti o idralcolici a disposizione dell’utenza e degli operatori, la formazione degli assistiti sulle norme di igiene da tenere. Prima della riattivazione del servizio, inoltre, gli operatori e gli assistiti dovranno essere sottoposti a screening per accertamento della positività da COVID-19 da parte dell'Area Vasta competente per territorio e per gli stessi dovrà essere programmato uno screening periodico con cadenza almeno mensile. Per la graduale riapertura dei Centri, la struttura erogatrice dei servizi semiresidenziali dovrà presentare un Progetto di Struttura, in cui siano esplicitate le modalità di attivazione delle misure di sicurezza per la prevenzione del contagio. Il progetto complessivo presentato dalle strutture erogatrici dovrà essere preliminarmente condiviso con i Dipartimenti della Prevenzione territorialmente competenti. Gli assistiti che non possono frequentare il Centro o cui è stata ridotta la frequenza per osservare le misure di contrasto al contagio da COVID-19 o che decidono di non voler frequentare, potranno fruire di forme alternative di trattamento, da garantire attraverso la costituzione di Gruppi Operativi Territoriali e l’assistenza individuale domiciliare, per cui sono previste norme speciali di prevenzione del contagio. I Centri diurni sanitari e sociosanitari potranno attivare anche interventi a distanza per diverse finalità: ascolto, sostegno, counseling, monitoraggio dello stato di salute della persona assistita e dei suoi familiari; proseguimento degli interventi in corso con le modalità telematiche più idonee nonché il supporto ai caregiver per l’organizzazione della giornata e per la scelta delle attività opportune di parent training.

18/05/2020 20:00
Coronavirus, chiude la rianimazione di Marche Nord: "I pazienti Covid saranno trasferiti a Civitanova"

Coronavirus, chiude la rianimazione di Marche Nord: "I pazienti Covid saranno trasferiti a Civitanova"

Dopo oltre 16 settimane chiude la rianimazione di Marche Nord. Michele Tempesta, capo dipartimento DEA: “Oggi abbiamo trasferito l’ultimo paziente. Ovviamente restiamo pronti ad accogliere eventualmente nuovi degenti Covid, ma ci auguriamo di poter tenere chiuso il reparto per molto tempo. Marche Nord nei due mesi di emergenza Coronavirus è passata da un decina di posti letto di rianimazione, raggiungendo 40 posti letto, accogliendo 131 pazienti. L’organizzazione è cambiata costantemente con il crescere dell’epidemia ma siamo riusciti a dare a tutti i pazienti il massimo e il meglio delle cure possibili. Sono stati giorni duri e molto complicati, ma oggi tiriamo un sospiro di sollievo. L’attenzione resta comunque massima. Al momento registriamo, da diversi giorni, zero casi di pazienti che necessitano di cure in rianimazione. Siamo sempre pronti a cambiare l’organizzazione, qualora ce ne fosse bisogno, ma al momento i pazienti che avranno bisogno di queste cure saranno trasferiti nella nuova struttura di Civitanova, cosi da permettere all’azienda ospedaliera di tornare alla quasi normalità dei percorsi”.

18/05/2020 16:57
Porto Potenza, Clinica dentale e Polo diagnostico Santo Stefano: si riparte."Presto anche test sierologici e tamponi"

Porto Potenza, Clinica dentale e Polo diagnostico Santo Stefano: si riparte."Presto anche test sierologici e tamponi"

Si riparte. Con cautela, rispettando tutte le norme di distanziamento e con tutti gli accorgimenti per garantire il massimo della sicurezza, ma si riparte. Il Polo diagnostico e la Clinica dentale Santo Stefano di Porto Potenza lunedì mattina riapriranno i battenti, dopo due mesi di sospensione delle attività, con unica eccezione delle situazioni inderogabili, in ottemperanza alle disposizioni del Consiglio dei Ministri e alle raccomandazioni del Ministero della sanità mirate al contrasto e contenimento del virus. L’organizzazione della riapertura sarà impostata nel rispetto più rigoroso delle norme di sicurezza, del distanziamento sociale, dell’igiene, dei dispositivi di protezione individuale. “Abbiamo deciso di riaprire per tornare a dare un servizio prezioso alla cittadinanza – dice Enrico Brizioli, Amministratore Delegato del Gruppo – ma è proprio adesso che non bisogna abbassare la guardia, cercando tutti di tornare ad una quotidianità più sociale ma nel più totale rispetto delle norme di sicurezza e prevenzione”. “Si riparte dunque nelle condizioni di massima sicurezza, con igienizzazione continua sia delle sale di terapia che degli spazi comuni, mediante soluzioni sanificanti ed ozono. In futuro ci sarà anche l’opportunità per i pazienti, su richiesta, di effettuare esami diagnostici con test sierologici e tamponi”. In queste ore la Direzione e gli uffici stanno lavorando per allestire percorsi ad hoc per gli accessi in sicurezza, mentre il distanziamento sociale sarà garantito dagli accessi contingentati e dalla dilatazione dei tempi tra una visita e l’altra, meccanismo che sarà agevolato anche dall’apertura del Polo diagnostico tutti i giorni della settimana, proprio per tenere distanziate le visite, una dall’altra. Massima attenzione anche nella dotazione di dispositivi di protezione individuale per tutti, sia per il personale che per i pazienti.  

15/05/2020 19:10
Civitanova, 2500 mascherine donate alla Croce Verde: il gesto dei ragazzi dell'Atletica Ama

Civitanova, 2500 mascherine donate alla Croce Verde: il gesto dei ragazzi dell'Atletica Ama

Nei giorni scorsi i vertici dell'Atletica Ama Civitanova Marche hanno consegnato alla presidente delle Croce Verde Elisabetta Biagiola 2.500 mascherine acquistate grazie alla raccolta fondi da noi promossa e sostenuta dai tesserati della società. "Abbiamo voluto così ringraziare i volontari della Croce Verde che ogni giorno si prodigano per assistere la nostra Comunità - scrivono i componenti della società Civitanova in un post sulla loro pagina facebook - soprattutto in un momento difficile come quello attuale. Grazie di cuore a tutti"

15/05/2020 09:59
Test sierologici, Ceriscioli: "dal 18 maggio saranno attivati  per molte imprese,dalla ristorazione ai bar"

Test sierologici, Ceriscioli: "dal 18 maggio saranno attivati per molte imprese,dalla ristorazione ai bar"

Il presidente Luca Ceriscioli è intervenuto questa mattina alla videoconferenza stampa dell’Azienda ospedaliero universitaria Ospedali riuniti di Ancona, convocata per presentare i risultati del percorso diagnostico integrato sieromolecolare clinico applicato ai sanitari dipendenti. I prelievi pervenuti ed eseguiti sono stati 3.885 (90,4% di adesione). Di questi 221 (il 5,7%) sono risultati positivi e, successivamente, negativi al tampone. Dal 9 aprile, dunque, nessun contagio tra gli operatori di Torrette, a testimonianza del funzionamento delle misure di prevenzione. “La Regione Marche – ha detto il presidente Ceriscioli - ha compreso l’importanza dei test sierologici in termini concreti e non solo con gli annunci. L’azienda di Torrette è stata la prima a mettersi in moto e a fare gli atti amministrativi necessari per poter attivare la procedura e oggi possiamo raccogliere un primo risultato di questo lavoro. Il dato dei tamponi tutti negativi è stato sorprendente ed è un risultato importante”. Il presidente ha poi ricordato che questo percorso è stato attivato dalla Regione all’interno di una strategia diagnostica complessa, che prevede non solo l’istantanea del tampone, ma anche esami, come quello sierologico, che permettono di ottenere una serie di importanti indicazioni mediche, scientifiche e di prevenzione. "Al contempo – ha detto Ceriscioli – abbiamo voluto allargare la tutela di tutti coloro che lavorano in prima linea. Non a caso la delibera di giunta individua come primi soggetti su cui applicare il sierologico i dipendenti della sanità pubblica e gli operatori delle forze dell’ordine, che non hanno mai smesso di stare a contatto con i cittadini in queste settimane. Per la terza fase sanitaria – ha aggiunto Ceriscioli - è prevista una specifica delibera che regolamenterà una serie di attività più diffuse sul territorio, compreso l’uso su larga scala dei test sierologici. Prezioso per l’elaborazione di questa terza fase sarà il contributo dell’azienda di Torrette, per affinare strumenti e percorsi, che ora diventano fondamentali. Dal 18 maggio, infatti, saranno attive molte imprese, legate ai servizi alla persona, alla ristorazione e ai bar, e dal 29 anche gli stabilimenti balneari. Anche da questi settori arrivano le richieste di poter seguire il percorso del test sierologico e sarà nostra cura renderlo più semplice e accessibile. Come Regione siamo molto attenti anche a questo e sappiamo di poter contare su punti di riferimento importanti.  Ieri nel corso di una conferenza mi hanno ricordato quante figure eminenti della sanità marchigiana sono una risorsa per il nostro territorio. Abbiamo come riferimento un quadro di professionisti ampio e diffuso di altissimo livello e spessore nazionale. Grazie a loro oggi possiamo vantare di essere diventati la regione con i dati epidemiologici tra i migliori in Italia, dopo essere stati per diverse settimane la seconda/terza regione per numero di contagi in rapporto alla popolazione. In mezzo c’è stato il lavoro e il contributo di tanti. Ci sono state le competenze e le professionalità che ci hanno permesso di gestire al meglio questo passaggio”.  

14/05/2020 18:03
Macerata, la testimonianza di un amore oltre la malattia: nasce Carlo

Macerata, la testimonianza di un amore oltre la malattia: nasce Carlo

E’ nato Carlo. Ieri presso l’U.O. Ostetricia dell’ospedale di Macerata una nuova vita è venuta alla luce. Quale migliore occasione, se non nel mese dedicato alle mamme, per sancire la forza di una giovane donna che, con coraggio, ha vinto la malattia. Marta, colpita da una neoplasia al seno all’età di 29 anni, mentre allattava il primo figlio, ha trovato la forza per affrontare percorsi complessi non privi di dolore fisico ed interiore, non arrendendosi ma dimostrando quanto l’amore materno sia tenace e vince su tutto.  Questa storia ha avuto inizio quando il primo bambino era poco più che neonato. Allattando Marta si accorge di una tumefazione al seno che le appare anomala spingendola a contattare il suo medico di fiducia per fare chiarezza. Da lì la terribile diagnosi. Il percorso è iniziato con la chemioterapia e successivamente l’intervento al seno, seguendo un iter che riguarda migliaia di donne ogni anno che vengono colpite da questa malattia. Terapie stancanti e dolorose sia a livello fisico che psicologico, a maggior ragione in una giovane mamma. Marta non si è persa d’animo, ha curato il suo bimbo e la sua malattia e piano piano la routine familiare è tornata a fare capolino. Terminati i controlli è riemerso fortissimo il desiderio di una nuova maternità e cosicché, fatti i dovuti accertamenti, è ripartita una nuova gravidanza. La gravidanza è stata portata avanti serenamente con la sua grande forza d’animo. “Era un mio grande desiderio e non ho voluto fermarmi di fronte alla malattia, fiduciosa in chi mi è stato accanto” ha confidato Marta.  “La gravidanza si è instaurata ed ha presentato un decorso regolare - precisa il dott. Pelagalli -, caratterizzato da controlli ultraspecialistici ai quali abbiamo sottoposto Marta” . Il parto è avvenuto nel modo più spontaneo e sereno, assistita dall’equipe dell’U.O. Coordinatrice Ost. Cirilli: "Grazie alla serenità data durante il percorso della gravidanza, nonostante i serrati controlli necessari, si è concluso portando un buon inizio di vita a Carlo”. Questo evento, che Marta e il marito Giorgio vogliono condividere con tutti, dimostra come sia possibile riappropriarsi della propria vita quando la forza d’animo di una mamma, la sua tenacia ed un pizzico di fortuna fanno da cornice al momento più importante di una donna. Un messaggio di incoraggiamento alle migliaia di donne che, in giovane età, vengono colpite da questa malattia e - se non adeguatamente supportate - possono perdere la visione ottimistica della vita sul loro futuro di donne e di madri. È fondamentale, quindi, fornire alla pazienti un supporto medico, scientifico, sociale e assistenziale fatto da professionisti adeguatamente preparati e umanamente disposti a dedicarsi totalmente all’intera famiglia. A Carlo, Marta e Giorgio i migliori auguri da parte del Direttore dell’Area Vasta Alessandro Maccioni e dell’equipe Ostetrico Neonatologica del Dipartimento Materno Infantile dell’AV3.  

14/05/2020 17:44
San Severino, dall'ospedale spariscono scatoloni di guanti e mascherine: indagini in corso

San Severino, dall'ospedale spariscono scatoloni di guanti e mascherine: indagini in corso

L'ospedale "Bartolomeo Eustachio" di San Severino Marche bersaglio di furti e atti vandalici. Dalla struttura, negli ultimi giorni, sono spariti diversi scatoloni di guanti e mascherine oltre a un saturimetro. A ciò si aggiunga come, due giorni fa, le pareti di un bagno siano state imbrattate con escrementi, finiti anche sul pavimento.  Particolarmente grave è la sparizione del saturimentro dal reparto di radiologia. Si tratta di uno strumento utilizzato con frequenza in piena emergenza coronavirus, in quanto consente di verificare l'ossigenazione del sangue dei pazienti che accusano sintomi come febbre e tosse, riconducibili all'aver contratto il Covid-19. Il saturimetro permette di comprendere se i polmoni riescono ad assumere in quantità sufficiente l'aria che si respira.  Sono tuttora in corso le indagini da parte dei carabinieri, attraverso la consultazione delle immagini di videosorveglianza. 

14/05/2020 12:05
Cura plasma, sperimentazione al via nelle Marche. Ceriscioli: "Non c'è mai stato un vero stop"

Cura plasma, sperimentazione al via nelle Marche. Ceriscioli: "Non c'è mai stato un vero stop"

Anche le Marche sperimenteranno la terapia del plasma iperimmune. È d ieri il parere positivo del comitato etico della Regione Marche, presieduto dal dott. Paolo Pelaia, al protocollo presentato e poi integrato con i correttivi chiesti dalla commissione l'8 maggio. In tutti i centri trasfusionali della regione sarà possibile, per i guariti, donare il plasma contenente un certo numero di anticorpi ritenuti necessari per la cura. I correttivi erano stati eseguiti due giorni fa dal primario della clinica di Malattie Infettive di Torrette, Andrea Giacometti, coordinatore per le Marche del protocollo, e Giovanna Salvoni, responsabile del Centro Regionale Sangue. Il presidente della Regione Luca Ceriscioli ha ribadito: "Nessuno stop, i fatti dimostrano la verità, è stato creato un allarme inutile, generando preoccupazioni infondate per i cittadini e soprattutto approfittando della fragilità delle persone malate".  Le Marche partecipano a uno studio multicentrico che ha come capofila la Regione Toscana e che coinvolge anche la Campania, il Lazio, l’Umbria e la Sanità militare.  I Poli di reclutamento marchigiano coprono l’intero territorio marchigiano: saranno il Servizio di Medicina trasfusionale di Ancona, di Pesaro e di Fermo, perché qui sono agganciate le unità operative di Malattie infettive. Per agevolare i candidati donatori sarà possibile recarsi anche in uno dei dodici servizi trasfusionali regionali per un prearruolamento e successivo invio degli idonei ai tre Poli di riferimento. Il punto della situazione è stato comunicato nel corso di una videoconferenza stampa alla quale hanno partecipato il presidente Luca Ceriscioli, la dirigente del servizio Sanità Lucia Di Furia, il direttore del Dipartimento interaziendale regionale di medicina trasfusionale Daniela Spadini, il direttore della Clinica universitaria di Malattie infettive Andrea Giacometti, il rappresentante del Comitato etico regionale Massimiliano Marinelli. “La Regione Marche – ha detto il presidente Ceriscioli - prosegue il percorso della buona informazione a servizio della comunità. Abbiamo sempre garantito Informazioni tempestive, nella massima trasparenza, combattendo le fake news, che generano disperazione nelle persone più deboli e vane speranze. Oggi abbiamo reso comprensibile, con cura e semplicità, ascoltando questi professionisti, un percorso scientifico e tecnico di grande qualità, rivolto alla salute delle persone. Non abbiamo descritto cure miracolose, ma opportunità suffragate da rigore scientifico. L’atteggiamento della Regione è sempre stato quello di aprirsi a qualunque opportunità e soluzione positiva, per metterle a disposizione del sistema sanitario. Se oggi siamo, in Italia, la migliore regione come dato epidemiologico, quando all’inizio della pandemia eravamo fra le peggiori, abbiamo dimostrato che questo atteggiamento paga. Un’informazione corretta è quella che ha permesso a tanti cittadini di comportarsi bene e aiutare il sistema sanitario, consentendogli di gestire al meglio i propri percorsi”.  Nel percorso del protocollo la Medicina trasfusionale gestirà donatore, donazione e assegnazione, operando con due tipi di candidati: i donatori abituali, con un percorso molto più snello, e i pazienti donatori nuovi, che dovranno essere sottoposti a un percorso di arruolamento più dettagliato dettagliatamente previsto all’interno del protocollo. Per tutti, il requisito fondamentale è quello di avere superato la malattia e, quindi, di essere in regola con il percorso tamponi, e avere un numero di anticorpi sufficienti.  Per il donatore abituale il tramite rimane l’Avis, deputata a prenotare la donazione presso il centro trasfusionale di riferimento. Per agevolare i candidati donatori sarà possibile recarsi anche in uno dei dodici servizi trasfusionali regionali per un pre-arruolamento e successivo invio degli idonei ai tre Poli di riferimento. I soggetti ricoverati sono già stati informati di questa possibilità e sono stati messi in contatto con il trasfusionale. Per motivi di sicurezza, il protocollo prevede che il paziente ricoverato attenda 14 giorni dopo la dimissione. Il paziente ricevente sarà invece gestito dalla parte clinica. I criteri base per l’applicazione della terapia sono: la maggiore età, la condizione di Covid positivo e la fase precoce dell’infezione. Gli anticorpi sono infatti maggiormente efficaci nella prima fase della malattia. “Si tratta – ha sottolineato la dirigente del servizio Sanità Lucia di Furia – di uno studio che può dare grandi risposte in termini di migliori cure rispetto alle attuali. Le forme terapeutiche oggi riconosciute valide sono poche e questo studio può aprire spazi importanti”.  “Riteniamo – ha detto il rappresentante del Comitato etico Massimo Marinelli - che il protocollo marchigiano sia migliorato in tutte e tre le linee di riferimento a quale si deve attenere: salvaguardia della salute dei soggetti interessati, scientificità dello studio, tutela della sanità regionale”.  “La parte donazione è centrale in questo protocollo – ha detto la dottoressa Spadini – ed è normale che in presenza di un evento catastrofico l’emotività porti a slanci solidaristici molto importanti della popolazione. In questo le Marche sono sempre molto avanti. Ma queste situazioni vanno governate, perché la donazione rappresenta un momento molto delicato in cui sono centrali sia la tutela della salute del donatore, sia quella del paziente. Da questi due pilastri non si può derogare. Avremo di fronte due popolazioni di candidati donatori di plasma iperimmune – tra i 18 e i 60 anni compiuti - gestite dal Trasfusionale. Il donatore abituale, già arruolato, avrà un percorso agevolato tramite l’Avis, perché normalmente sottoposto ai controlli clinici previsti per scongiurare la trasmissione ematica delle malattie. Il candidato paziente non ancora arruolato in un protocollo di donazione dovrà essere invece sottoposto a indagini preliminari”. Queste due popolazioni dunque hanno in comune che entrambe devono avere avuto la malattia del Coronavirus e devono averla superata, in regola con il percorso dei tamponi e con un numero di anticorpi sufficienti. Nel caso del nuovo candidato donatore il percorso prevede la verifica preliminare dell’idoneità alla donazione, la negatività ai test sierologici per epatite B, epatite C ed HIV e il superamento di un periodo di 15 giorni prima della donazione. Dopo la donazione saranno effettuati anche ulteriori test. L’efficacia della terapia si vedrà al termine del protocollo che ha una durata di sei mesi. “Ringrazio le colleghe del trafusionale e i colleghi del Comitato etico, perché ci hanno aiutato lavorando insieme con noi per migliorare questo protocollo, che ora è inattaccabile. Ci siamo già attivati e stiamo spiegando ai pazienti il progetto. Qualcuno già si è dimostrato disponibile” ha detto il professor Giacometti, che ha descritto dettagliatamente il profilo dei pazienti destinati a ricevere la cura e ha affrontato anche il tema del congelamento del plasma, che potrà essere riutilizzato in eventuali fasi successive di riacutizzazione del virus. Infine un appello, anche a nome di Avis regionale: “Non ci scordiamo – ha detto la dottoressa Spadini - che nei nostri reparti e nelle nostre sale operatorie ci sono pazienti con patologie diverse dal Covid che hanno bisogno di unità trasfusionali, di sangue e di piastrine o di emoderivati e, quindi della generosità dei donatori, che nelle Marche è sempre stata grandissima”.  

13/05/2020 10:00
Macerata, una dolce carezza agli infermieri di Villa Cozza: l'omaggio dell'Osteria dei Fiori

Macerata, una dolce carezza agli infermieri di Villa Cozza: l'omaggio dell'Osteria dei Fiori

In occasione della Giornata Internazionale dell’Infermiere Iginia, Letizia e Paolo Carducci, storici ristoratori maceratesi, hanno scelto di ringraziare tutti i professionisti che quotidianamente svolgono il proprio operato, in particolare nella Casa di Cura e Riposo di Villa Cozza, gestita dall’Azienda Pubblica Servizi alla Persona IRCR Macerata. Per riconoscere un lavoro di enorme valore per l'intera comunità e rendere speciale la tavola di tutti i giorni in famiglia, oggi l’Osteria dei Fiori ha omaggiato gli operatori di Villa Cozza con preparazioni artigianali e dolci peccati di gola, auspicando di incontrarli di persona, magari ai tavoli della ristorazione tradizionale, al più presto. "Il loro lavoro è stato prezioso in questi tempi difficili, hanno sostenuto con dedizione, forza e competenza soggetti molto fragili e con patologie croniche, persone che hanno bisogno di cure sanitarie ma anche di relazione, affettività e ascolto" hanno sottolineato Iginia, Letizia e Paolo Carducci. (In foto: Paolo Carducci Osteria dei Fiori, Eleonora Morelli Responsabile Servizi Residenziali e Semiresidenziali IRCR Macerata, Lorenzo Pennacchetti Coordinatore Infermieristico, Francesca Bottalico, Erica Canzonetta e Cecilia Menghini Infermiere)   

12/05/2020 18:04
Nuove attrezzature sanitarie per Anpas e Croce Rossa Marche: il sostegno del Gruppo Gabrielli

Nuove attrezzature sanitarie per Anpas e Croce Rossa Marche: il sostegno del Gruppo Gabrielli

Il Gruppo Gabrielli conferma la propria disponibilità a donare un milione di euro per venire incontro alle tante esigenze del sistema sanitario. L'emergenza legata alla pandemia da Coronavirus ha fatto aumentare da parte dell'azienda leader nella grande distribuzione organizzata l'impegno a supportare le strutture sanitarie del territorio nel quale opera. Dopo aver fatto, con la Regione Marche, un’approfondita  analisi delle possibili esigenze , l’azienda Gabrielli e il Presidente Ceriscioli hanno concordato che un messaggio tangibile a tutto il mondo del volontariato fosse un giusto e doveroso riconoscimento: per questo motivo hanno condiviso di dirottare la disponibilità finanziaria del Gruppo Gabrielli (in un primo momento indirizzata alla partecipazione della realizzazione dell’ospedale Covid in Civitanova)  all’acquisto di attrezzature fondamentali per diminuire il rischio di contagio dei volontari che si adoperano quotidianamente al trasporto sanitario di persone contagiate. “Un modo concreto di dimostrare la nostra resilienza per aiutare il volontariato che tanto si è adoperato nel corso di questa emergenza nel supportare il Servizio Sanitario Regionale ed aiutarlo a far fronte all’aumento e complessità degli interventi di emergenza e trasporto sanitario – ha detto Giancarlo Gabrielli presidente della Holding del Gruppo Gabrielli – nonché per enfatizzare anche le attività che i volontari hanno svolto fuori dagli ospedali, ma sempre nell’ottica di aiutare le persone in difficoltà per tutte le loro necessità quotidiane, anche solo per la consegna di farmaci o altri generi di prima necessità a domicilio, oppure per un semplice contatto umano.” Proprio per supportare il sistema sanitario regionale anche dopo l'emergenza Covid il Gruppo Gabrielli ha deciso di acquistare per l'Anpas e la Croce Rossa delle Marche importanti attrezzature. Nel dettaglio, verranno acquistati sanificatori particolarmente utili anche in questo periodo di lotta alla pandemia da Coronavirus, per igienizzare le autoambulanze per il trasporto e la gestione dei malati. Inoltre, verranno acquistate  “sedie portantine pieghevoli” con cingoli per salita e discesa scale per aumentare le distanze di sicurezza. “La nostra intenzione – ha aggiunto Giancarlo Gabrielli presidente della Holding del  Gruppo Gabrielli - è quella di supportare il sistema sanitario nel nostro territorio di riferimento anche per la gestione delle future cure “ordinarie”. Infatti, con questo contributo intendiamo aiutare il sistema sanitario regionale anche dopo l'emergenza legata al Coronavirus, contribuendo a rendere maggiormente efficienti le necessarie movimentazioni di pazienti con attrezzature adeguate ed in ambienti senza rischio di contaminazioni di alcun tipo”. Il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha detto: “L'iniziativa del Gruppo Gabrielli costituisce un esempio di come la collaborazione tra le istituzioni pubbliche e le aziende genera quel circolo virtuoso che in un periodo come questo permette alla nostra comunità di disporre di adeguati strumenti necessari a fronteggiare la pandemia da coronavirus. I fondi donati dalla famiglia Gabrielli dapprima destinati a contribuire alla realizzazione dell'ospedale Covid di Civitanova ed ora impiegati nell'acquisto di importanti attrezzature, come concordato anche con la Regione Marche,  a favore dell'Anpas e della Croce Rossa delle Marche è anche un riconoscimento all'encomiabile  lavoro svolto dai tantissimi volontari impegnati in questi giorni nella lotta alla diffusione del  coronavirus”. Il presidente del Comitato Regionale ANPAS Marche Andrea Sbaffo ed il presidente del Comitato Regionale Marche della Croce Rossa Italiana Andrea Galvagno hanno così commentato il contributo del Gruppo Gabrielli: “Esprimiamo tutta la nostra soddisfazione anche a nome delle migliaia di volontari di ANPAS e Croce Rossa Italiana, di cui siamo semplicemente portavoce, per l’importante sostegno dimostrato dal Gruppo Gabrielli. I volontari sono ormai impegnati da tempo e senza riposo vista l’aumentata necessità di aiuto al prossimo nelle più svariate attività; essi prestano la propria opera disinteressatamente e non si aspettano nulla in cambio: ma è altrettanto vero che un semplice “grazie” oppure un aiuto concreto e utile nella propria opera quotidiana è quanto di più apprezzabile essi possano aspettarsi”.

12/05/2020 16:21
Giornata internazionale dell'infermiere: "Tutti hanno compreso l'importanza di questi professionisti"

Giornata internazionale dell'infermiere: "Tutti hanno compreso l'importanza di questi professionisti"

Ogni anno il 12 maggio si festeggia  la figura dell’infermiere con la sua giornata internazionale. Il 2020 è anche l’anno dell’infermiere, come anche definito dall’OMS, perché coincide con il bicentenario della nascita di Florence Nightingale (12 maggio 1820) madre dell’infermieristica moderna. “Un anno in cui si erano fatti grandi programmi e si prevedevano grandi festeggiamenti in tutto il mondo. L’epidemia mondiale impedisce di festeggiare come si voleva ma sicuramente ha avuto il suo aspetto anche positivo. Infatti proprio nell’anno a lei dedicato, la figura dell’ infermiere è stata la protagonista della gestione dell’emergenza”, afferma Sandro Di Tuccio, Presidente dell’ordine degli infermieri di Macerata. “Tutti si sono resi conto dell’importanza di questi professionisti, si è presa coscienza del loro valore assoluto in tutti gli ambiti della sanità. C’è chi ha definito l’infermiere un eroe, chi un angelo, chi un martire, anche se in realtà è un professionista che fa il suo dovere fino alla fine senza se e senza ma da sempre non solo oggi. Comunque la gente ha capito il reale ruolo dell’infermiere. È già questo è un grande motivo di festeggiamento. Si è passati dallo status di paramedico, come spesso lo si è definito, a vero professionista con una sua ben precisa identità professionale, con ruoli e competenze ben delineate e con valori etici e morali sanciti da un proprio codice deontologico. Speriamo che il tempo valorizzi ancora di più la reale capacità dell’infermiere e possa sempre di più svolgere il suo lavoro in tutti gli ambiti dove è competente ma che speso gli sono preclusi. In ogni caso onorare questa figura è d’obbligo, sopratutto per quello che sta facendo in questi giorni bui”.

12/05/2020 09:59
Civitanova, dimesso l'ultimo paziente Covid a Villa Pini

Civitanova, dimesso l'ultimo paziente Covid a Villa Pini

Dopo due mesi in prima linea nella lotta contro il coronavirus, da ieri la Clinica Villa dei Pini di Civitanova Marche non ha più pazienti positivi al virus.  L’ultimo è stato dimesso a seguito di doppio tampone negativo, come da prassi ministeriale in tutti i casi di dimissione. Non sono mancati i composti, ma sentiti festeggiamenti attorno al paziente da parte del personale sanitario che l'ha seguito. Un momento simbolico, ma molto importante per la Clinica civitanovese che ha dato un supporto molto significativo alla sanità regionale proprio nel picco della pandemia. Villa dei Pini ha dato la propria disponibilità al Sistema Sanitario Regionale mettendo a disposizione posti letto per consentire il trasferimento di pazienti dalle strutture pubbliche liberandole per i crescenti casi emergenziali di pazienti affetti da Covid-19 che necessitano delle cure in fase acuta.  Un impegno e una disponibilità da parte della Clinica civitanovese che sono progressivamente cresciuti in modo imponente nel giro di poco tempo, con il crescere dei contorni emergenziali che la pandemia stava assumendo in regione. Cosicché dai primi 8 posti letto previsti, la Clinica ha aumentato gradualmente la propria disponibilità fino ad arrivare ad un picco di oltre 70 pazienti ricoverati in fase post-critica, stabilizzati dal punto di vista della respirazione autonoma ma ancora bisognosi di uno stretto monitoraggio clinico e di una adeguata assistenza che una Clinica multiprofessionale come Villa Pini ha saputo garantire.  LEGGI ANCHE: LA NOSTRA INTERVISTA ALL'A.D. DI VILLA PINI ENRICO BRIZIOLI Per ottemperare a questa nuovo ruolo di Covid-Hospital, Villa dei Pini ha messo a disposizione l’intero piano 1 della propria struttura, sospendendo momentaneamente tutte le proprie attività tradizionali.  “Ma a breve torneremo a fare quello per cui tutti ci conoscono - dice Enrico Brizioli, Amministratore Delegato di Villa dei Pini - e a dare al nostro territorio tutti quei servizi e quelle prestazioni sanitarie per le quali la Clinica è da decenni un punto di riferimento. Ora provvederemo al più presto, già nei prossimi giorni, a sanificare l’intera struttura per poi ripartire, con rinnovate motivazioni. Un grande ringraziamento va a tutto il personale della Clinica che è stato davvero meraviglioso sotto tutti i punti di vista, non solo per quelle competenze e professionalità per le quali siamo riconosciuti ma andando oltre e mettendoci abnegazione e tanta passione”.  “La grande esperienza maturata in questo periodo così unico nel suo genere – dice la dottoressa Nicoletta Damiani, direttore sanitario della Clinica – non sarà fine a sé stessa e non finirà con questa parentesi ma, una volta tornati alla normalità, ne faremo tesoro per progettare percorsi sicuri per le cure dei nostri pazienti”.   

11/05/2020 16:20
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