Il Gores ha comunicato che oggi si registrano zero malati Covid in terapia intensiva nella Regione Marche. "Dopo lo zero raggiunto nei decessi e nei tamponi positivi - afferma il presidente Luca Ceriscioli - è arrivata finalmente la buona notizia dello zero Covid nei reparti di terapia intensiva, simbolo della fase più acuta della malattia. La buona notizia di oggi è il segno di un ulteriore passo in avanti verso la ritrovata normalità".
In totale i ricoverati nella nostra regione sono 23, di cui sei all'ospedale di Macerata.
Ecco, nel dettaglio, i dati resi noti dal Gores:
Erano chiusi dallo scorso mese di marzo, per motivi di sicurezza a causa dell’epidemia da Covid-19 e in ottemperanza alle disposizioni Ministeriali.
Ora i 13 Centri ambulatoriali del Santo Stefano dislocati nel territorio marchigiano (da Ascoli a Pesaro, passando per San Benedetto, Civitanova, Macerata, Tolentino, San Severino, Camerino, Matelica, Fabriano, Filottrano, Jesi, e Porto Potenza Picena) riaprono e ripartono con le attività in presenza, seguendo le indicazioni della delibera della Giunta Regione Marche n. 523/2020. Una riapertura necessariamente graduale e rigorosamente rispettosa di tutte le opportune misure di sicurezza; al momento dell’accesso presso la struttura, che sarà possibile dopo l’effettuazione di un triage telefonico di idoneità, verrà misurata la temperatura e si ripeterà il triage in presenza, con la compilazione di un apposito questionario.
Tutto il personale e' stato adeguatamente formato all'uso degli idonei dispositivi di protezione individuale.
“Durante il periodo di chiusura - dice la Direzione Centri Ambulatoriali del Santo Stefano – abbiamo messo a punto attività in teleriabilitazione che hanno consentito a tutti i pazienti percorsi ed esercizi alternativi per poter continuare la terapia ed il proprio recupero. In riabilitazione, infatti, non si può rimanere fermi a lungo, si rischia di vanificare i recuperi e tutto il percorso terapeutico svolto fino a quel momento”.
“La novità – conclude la Direzione - è che ora le attività in teleriabilitazione sono diventate parte integrante del progetto
riabilitativo individuale dei nostri pazienti e pertanto continueremo ad utilizzare, accanto alle nostre tradizionali tecniche e modalità terapeutiche, anche le innovazioni tecniche e tecnologiche sperimentate in periodo Covid.
Tutto servirà per accrescere ulteriormente i servizi a disposizione della nostra utenza”.
Nella fase della graduale ripresa delle normali attività sanitarie nelle Marche, dopo i lunghi e difficili mesi della pandemia, l'obiettivo del sistema sanitario è quello di limitare al massimo i disagi per gli utenti che devono accedere alle prestazioni finora sospese e che comprensibilmente sono in difficoltà di fronte ad alcune criticità che si verificano nei primi giorni della ripartenza.
In questo primo periodo di ritorno alla normalità è altissima l’attenzione verso tutte le difficoltà che si possono manifestare e quindi il sistema si sta predisponendo per ripristinare velocemente gli spazi e le prestazioni, con l’ulteriore imprescindibile onere di riorganizzare tutti i percorsi all’interno delle strutture per garantire la massima sicurezza sanitaria ai cittadini utenti e agli operatori: accessi verificati, percorsi separati, sale di attesa con presenze ridotte, sanificazione.
Come in pandemia, anche per il ritorno alla normalità il metodo è quello di anticipare i bisogni, per dotarsi nel minor tempo possibile dei migliori strumenti disponibili. In quest'ottica è in programma per i prossimi giorni la messa a punto di misure straordinarie, un ulteriore sforzo, per velocizzare l’intero percorso.
A partire dalla flessione della curva dei contagi, da fine aprile, l’impegno delle aziende del Servizio sanitario regionale si è concentrato sul ripristino delle agende (prenotazioni e presa in carico) e sulla rimessa in opera delle liste di garanzia che in questi giorni si sta sperimentando sul campo. Si è scelto di non procedere in modo burocratico con la semplice “rimessa in coda” delle richieste, ma di rivalutare le singole situazioni per garantire a ciascuno il servizio nei tempi e nelle modalità più appropriati.
Nel corso dell’emergenza COVID la Regione ha garantito a tutti i cittadini gli accessi alle prime visite ed esami diagnostici strumentali urgenti (categoria U, da eseguire in 72 ore) e brevi (B, 10 giorni), mentre erano state sospese le prestazioni di tipo D (30 giorni per le visite e 60 giorni per gli esami diagnostici) e le P (visite ed esami da effettuare entro 180 giorni).
A fine aprile si è stabilito di riattivare a partire da giugno le prestazioni di tipo D e P, insieme con il percorso di presa in carico previsto dalle delibere di giunta regionale per le patologie croniche. Si è quindi richiesto ai professionisti (cardiologi, oncologi, neurologi, ecc.), di richiamare i propri pazienti i cui follow-up, se non urgenti, erano stati sospesi nella riprogettazione dei servizi attuata per far fronte all’emergenza. La decisione è stata assunta dai tecnici della sanità e dal Gores di concerto con le direzioni generali aziendali degli enti del Servizio sanitario regionale e con le principali organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale.
“Tutto ciò – afferma la dirigente del servizio Sanità della Regione Marche, Lucia Di Furia - comporta un necessario rodaggio delle nuove agende, che potrà protrarsi ancora per alcune settimane. Nulla è più come in era pre Covid. Le scelte relative ai tempi di ripartenza e alle misure organizzative, effettuate con i principali prescrittori ed unici interlocutori a mio avviso competenti, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, sono state compiute con la finalità di evitare un atteggiamento burocratico ed automatico di rimessa in coda delle situazioni sospese, valutando caso per caso i pazienti per verificare se nel periodo Covid le necessità assistenziali fossero cambiate. Ci si poteva infatti trovare di fronte a diverse situazioni: pazienti le cui indagini cliniche erano state comunque evase nei tre mesi precedenti, registrate al CUP come D o P, ma che poi, per il lungo trascorrere del tempo ed il bisogno assistenziale emergente si sono trasformate in urgenti (U) o brevi (B); pazienti COVID 19 positivi che hanno avuto bisogno di ricoverarsi ed i cui approfondimenti diagnostici anche non direttamente legati al COVID sono stati effettuati nel corso del ricovero; pazienti non COVID 19 che hanno avuto bisogno di ricoverarsi per problemi clinici di emergenti e urgenti, anche legati al motivo per cui era stata richiesta la prestazione ambulatoriale; pazienti che, precedentemente prenotati come P, oggi potrebbero avere la necessità di essere riclassificati diversamente in termini di priorità. I cittadini della nostra regione hanno testimoniato grande capacità di collaborazione nei mesi difficili e possono comprendere che al momento visite e diagnostica strumentale, condotte in sicurezza, possono risentire di una tempistica diversa”.
“ il tempo di soluzioni avanzate e innovative - aggiunge Massimo Magi, Segretario Regionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) Marche - di maggiore modernità e prossimità dell’assistenza, come ad esempio la prescrizione e la immediata prenotazione delle prestazioni nello studio del medico di famiglia, che garantisce al cittadino di avere tempestivamente e senza ulteriori attese, o spesso inutili passaggi, l’appuntamento per le necessarie visite ed esami diagnostici prescritti dal proprio medico. Questa soluzione è già presente nei programmi informatici dei medici di famiglia e potrà essere applicata a breve, poiché è imminente l’avvio della sperimentazione sulla prenotazione nei loro studi”.
“Oggi sicuramente è una giornata particolare e unica in quanto abbiamo il piacere di ospitare il sig. Massimo Oddo, di cui conosciamo molto bene i trascorsi da calciatore - con queste parole ha esordito l'Amministratore Unico del Gruppo Associati Fisiomed Enrico Falistocco, che oggi ha aperto le porte della sua struttura situata a Sforzacosta, frazione di Macerata, ad uno degli eroi sportivi del Mondiale di Calcio giocati nel 2006 in Germania -. E’ un personaggio che nel corso della sua carriera ha dimostrato delle grandi qualità umane, al di là poi di quelli che sono stati i meriti agonistici, e la sua presenza non può che renderci onorati".
Oddo si è sottoposto, in mattinata, a un delicato intervento oculistico, durato circa mezz’ora ed eseguito a Morrovalle, dal dott. Vincenzo Ramovecchi e dal dott. Cristian Pollio.
“Il fatto di avere un campione del mondo, oltre a farci un immenso piacere come Centro Associati Fisiomed, ci da una grande carica per fare ancora meglio considerando anche che operiamo nella provincia di Macerata e non in una metropoli - ha spiegato Falistocco -. Siamo presenti nel mondo dello sport da sempre e non a caso siamo anche promotori, attraverso delle sponsorizzazioni di discipline minori – e poi ha precisato -. Quella di oggi è un'occasione importante per la nostra realtà, ma ci teniamo a precisare come qualsiasi cittadino varchi la porta di Fisiomed venga preso in massima considerazione e trattato con la cordialità e gentilezza che merita ogni paziente".
“Abbiamo vissuto un periodo difficile come quello dell’emergenza Coronavirus ma noi siamo rimasti in piedi, continuando ad offrire tutti i nostri servizi anche per via telematica cercando di mettere a disposizione della collettività, non solo locale, tutta la nostra professionalità – ha concluso l'Amministrato del Gruppo Associati Fisiomed -. Così come il calcio il nostro, è un lavoro di squadra dove le capacità dei singoli sono molto importanti".
Prima dell'intervento chirurgico, quella di oggi è stata una giornata di controlli per l'ex calciatore di Lazio e Milan, che è stato seguito passo passo dal responsabile della sezione oculistica di Associati Fisiomed, il dottor Cristian Pollio: “Per me è un gran piacere ritrovare Massimo ma ci tengo a dire che ogni paziente ha una sua dignità indipendentemente dall’importanza sociale che ricopre - ha dichiarato il dottore che ha poi spiegato il problema specifico del suo speciale paziente di giornata - Oddo presenta una patologia importante che, nonostante possa essere minimizzata come un piccolo arrossamento oculare, in realtà ha un’alta incidenza di recidività e per questo deve essere eradicata attraverso un’operazione corretta".
"Io sono stato con Massimo e l’ex presidente Abodi a lavorare per dei protocolli in serie B – ha ricordato Pollio che ha poi conluso - per me è stata una bella esperienza stare al suo fianco in quanto ritengo che, oltre ad avere un’importante passato come calciatore, sia anche un grande comunicatore e quindi sono sicuro che avrà le sue belle soddisfazioni anche nelle vesti di allenatore".
E' stata poi la volta del Campione del Mondo Massimo Oddo che si è subito reso disponibile a rispondere alle domande e fare foto con i presenti nel centro: “E’ un po’ di tempo che avevo in programma di fare questo intervento e mi sono rivolto a questa realta in quanto oltre ad essere un bel centro, so che al suo interno ci lavorano delle persone competenti - ha esordito Oddo -, poi ne ho anche approfittato per venire qui per salutare degli amici".
Oddo ha poi illustrato la sua personale visione sulla ripartenza del calcio si serie A e B che è stata fissata tra appena due settimane: “La ripartenza del calcio è certa ma poi non si sa se durerà anche se ce lo auguriamo tutti – chiosa - tutto il movimento calcistico deve essere visto come un’azienda e credo che deve essere analizzato in tutti i suoi interpreti . E' un movimento che muove 7 miliardi di euro all’anno e alle cui spalle lavorano tantissime persone con famiglie a seguito, quindi va trattato e tutelato come qualsiasi azienda d’Italia per cercare di non farla implodere”.
“Bisognerà imparare a convivere con questo brutto virus, perché non possiamo pensare di fermarci ancora – ha infine affermato - lo abbiamo fatto per un po’ e tutti noi cittadini ci siamo impegnati duramente perché all’inizio era giusto così, però ora bisogna andare avanti con tutte le dovute precauzioni”.
Via libera alla prenotazione di visite specialistiche ed esami nelle farmacie delle Marche, che diventano così sempre di più un un punto di accesso al servizio sanitario regionale. Lo prevede un accordo firmato oggi da Regione, Federfarma e Confservizi Assofarm Marche, illustrato nel corso di una videoconferenza stampa dal presidente Luca Ceriscioli, dal presidente Anci Marche Maurizio Mangialardi, dai rappresentanti di Federfarma Stefano Golinelli e Assofarm Luca Pieri.
"La pandemia ha interrotto il grande lavoro fatto per la riduzione delle liste di attesa - ha detto Ceriscioli -. Contiamo di riallineare tutto il sistema entro luglio, recuperando l'efficacia dimostrata". L'accordo con le organizzazioni dei farmacisti va nella direzione della "semplificazione, mettendo a disposizione dei cittadini le farmacie", un vero e proprio sportello "sempre aperto durante l'emergenza coronavirus". L'accordo è immediatamente operativo e dovrebbe entrare a regime a luglio.
(Fonte: ANSA)
E’ entrata in funzione nel picco della pandemia da Covid-19 per supportare la sanità marchigiana e arrivando a ricoverare dagli ospedali pubblici fino a 28 pazienti positivi al virus. Poi le prime guarigioni e le prime dimissioni.
Ora sono appena 5 i positivi ancora ricoverati presso la Clinica Santo Stefano Riabilitazione di Villa Fastiggi di Pesaro.
Di questo passo, la struttura di Piazza Tarquinio Provini tra pochi giorni sarà “Covid free” e pertanto, una volta effettuati tutti gli interventi di sanificazione, pronta per quello che è la sua attività caratteristica, dopo il periodo a supporto della sanità pubblica nella fase di piena emergenza: riabilitare.
Sarà un momento simbolico ma davvero importante, quello dell’ultima dimissione: “Da quel momento per noi sarà come 'un nuovo inizio' – dice il Direttore della Struttura, Paolo Lazzari - e, dopo due mesi in cui abbiamo supportato la sanità marchigiana in un momento critico, saremo pronti per attivare tutte le nostre professionalità e competenze nella riabilitazione”.
La Struttura Socio Sanitaria di Piazza Tarquinio Provini è autorizzata e accreditata per ospitare 170 posti letto, 80 dei quali gestiti dal Santo Stefano Riabilitazione con servizi di riabilitazione intensiva, una parte dei quali destinati anche a persone in coma, stato vegetativo o di minima coscienza, in fase post acuta o lungodegenza e a persone con gravissime disabilità (ad es. Sclerosi Laterale Amiotrofica).
E’ stato ratificato questa mattina dalla giunta regionale l’accordo con le rappresentanze sindacali per l’assegnazione dei 20 milioni di premi ai sanitari che hanno seguito nei mesi scorsi l’emergenza Coronavirus.
L’accordo, concordato con le organizzazioni sindacali del comparto e della dirigenza, prevede tre fasce per il comparto e due per la dirigenza. Per il comparto si distingue tra: personale impegnato in aree Covid; personale impegnato in supporto diretto e interazione con le aree Covid; personale impegnato in altri servizi ai fini dell’emergenza Covid.
Per la dirigenza si distingue tra: dirigenti che hanno svolto attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza Covid prevalentemente impegnati in assistenza, emergenza, diagnostica e attività territoriali a favore di pazienti Covid, sulla base di certificazione della direzione aziendale; dirigenti che hanno svolto attività prevalentemente in altre tipologie di assistenza, diagnostica e attività territoriali a favore dell’emergenza Covid.
Nei prossimi giorni le Aziende, alle quali il presidente Luca Ceriscioli ha chiesto di erogare le risorse nel minore tempo possibile, saranno impegnate con i rispettivi tavoli sindacali per l’assegnazione concreta al personale impegnato in emergenza.
Donato all'ospedale di Macerata un sistema di sanificazione ambientale composto d 2 aerosolizzatori: il gesto di generosità della famiglia Raponi.
"La Direzione dell’Area Vasta 3 porge un sentito ringraziamento per il gesto di generosità e di vicinanza alla sanità da parte degli eredi della famiglia Raponi per la donazione di un sistema per la sanificazione ambientale Felmar 100 prodotto dalla ditta Medical Jet da destinare all’Ospedale di Macerata" - scrive in una nota il direttore Alessandro Maccioni - .
"Una donazione per l’emergenza COVID 19 effettuata in memoria del Commendatore Benito Raponi dai figli Ernesto ed Elisabetta.
Il sistema è composto da 2 aerosolizzatori Felmar100: si tratta di generatori di aerosol secco che immettono nell’aria sostanze opportunamente veicolate per rendere sterile l’ambiente.
Il sistema funziona con l’utilizzo della soluzione base che deve essere attivata con il disinfettante in polvere prima di essere introdotta nell’apparecchio. Poi è sufficiente accendere l’aerosolizzatore ed impostare il timer (il tempo di funzionamento necessario per ottenere la disinfezione dipende dal volume dell’ambiente da trattare).
Insieme agli apparecchi sono stati forniti la soluzione base e la polvere disinfettante ad ampio spettro, che garantisce disinfezione di alto livello contro un gran numero di virus (tra cui il Coronavirus) e batteri.
Tale sistema trova valida applicazione nelle sale operatorie, nei reparti di terapia intensiva ed in tutti i reparti di degenza ospedaliera e nei pronto soccorso. In particolare al momento i sanificatori sono a disposizione della Direzione Medica Ospedaliera e saranno utilizzati in tutti i reparti o servizi che ne faranno richiesta, in base alle criticità - conclude - .
Un grande e caloroso ringraziamento alla famiglia Raponi da parte del Direttore AV3 Maccioni e del personale sanitario dell’Ospedale di Macerata".
“Quelle che doneremo al Reparto Dialisi dell’Ospedale di Macerata saranno delle mascherine ffp2 che sono commercializzate in quanto sono certificate per uso medico” - Massimiliano Balducci ha spiegato così l'iniziativa solidale dell'azienda C.B.F. Balducci che attraverso questo gesto ha voluto dimostrare la propria vicinanza nei confronti di chi da inizio marzo sta affrontando in prima linea l'emergenza Coronvirus.
Un impegno quello dell'azienda di Montecassiano che è iniziato con la parziale riconversione della propria produzione all'indomani di tutte le limitazioni per la tutela della salute e contenimento del contagio emanate dal Governo : “I dispositivi che noi produciamo sono quelle per uso civile ovvero realizzate secondo le disposizioni dell’articolo 16 relativo dpcm del 17 Marzo – illustra Balducci - abbiamo operato una riconversione parziale della produzione anche se per noi è stato un cambiamento semplice considerando che la nostra azienda si occupa di abbigliamento da lavoro - e poi ha sottolineato -. La riconversione è iniziata il 26 marzo dopo due settimane di chiusura di tutte le aziende sia qui in Italia che in Albania poi in questo periodo siamo usciti come codice Ateco principale quindi abbiamo potuto ripartire da fine marzo”.
"Essendo un’azienda leader del settore ci siamo sentiti in dovere di dare un contributo importante a questa lotta contro il Coronavirus – ha concluso Balducci - abbiamo donato una parte al Comune di Montecassino e il resto lo abbiamo venduto ai clienti della nostra azienda o ad altri utenti fuori dal nostro territorio”.
Grande soddisfazione all’Ospedale di Civitanova Marche per la ripartenza del Reparto di Ostetricia e Ginecologia di oggi 1 giugno. A darne l’annuncio ufficiale è il Direttore dell’Area Vasta 3 Alessandro Maccioni.
Nel marzo scorso, nel pieno dell’emergenza pandemica, l’Ostetricia di Civitanova era stato designata dalla Regione Marche come struttura di riferimento per le donne Covid-19 positive ed ora dopo l’impegno dei mesi scorsi ed il subentro sul fronte Coronavirus dell’Ostetricia di Pesaro (Ospedali Riuniti Marche Nord) è il momento di tornare alle sue funzioni “normali”.
Siamo orgogliosi per quello che abbiamo fatto in questi mesi, afferma il Dott. Filiberto Di Prospero, Responsabile del reparto, che in questi mesi con i propri collaboratori ha dovuto completamente ridisegnare i profili assistenziali in funzione della nuova minaccia ed aggiunge appunto che si è trattato di un grande lavoro al quale hanno collaborato tutte le professionalità della nostra Area Vasta 3; un grande lavoro per l’intera comunità marchigiana del quale possiamo essere fieri.
Ora per l’Ostetricia di Civitanova Marche è il momento di guardare al futuro e negli operatori c’è tanto ottimismo; nuovi protocolli assistenziali per le gravidanze fisiologiche sono in studio anche alla luce delle nuove regole sul distanziamento sempre comunque rispettosi di una tradizione che del rispetto della naturalità della gravidanza e del parto ha trovato i suoi punti di forza.
Il Reparto avrà dotazioni tecnologiche ancora più moderne, sia sul fronte della sicurezza che della diagnostica, acquisite proprio durante l’esperienza Covid19; fra queste anche un sofisticato Ecografo donato dal Comm. Germano Ercoli e una innovativa postazione di Telemedicina.
La Coordinatrice Ostetrica Mirella Buccioni parla dei mesi trascorsi con il Covid 19 ricordando i momenti che rimarranno nella memoria di tutti: la nascita della piccola Eva, la prima nata a Civitanova da donna Covid19 positiva, che ha dato forza ed entusiasmo a tutti gli operatori.
Fino a quel momento la letteratura scientifica cinese riportava un gran numero di Tagli Cesarei in queste pazienti. Dall’esperienza di Civitanova Marche e da quella degli altri punti nascita italiani coinvolti nell’emergenza Covid 19 è iniziata invece una netta inversione di tendenza, poi confermata nei mesi seguenti anche a livello europeo. Gran parte delle donne assistite (circa 90%) ha infatti partorito in modo del tutto naturale potendo anche allattare il proprio neonato con enorme soddisfazione delle mamme e di tutte le professionalità impegnate in questi mesi nel percorso nascita.
Nel frattempo grazie alla collaborazione dei Servizi Territoriali sono state riavviate le visite ostetriche ed i corsi di preparazione al parto.
Le prenotazioni per visite ostetriche e corsi di preparazione al parto possono essere fatte al tel. 0733823054 attivo tutti i giorni dalle 8 alle 20.
Al momento di scrivere il presente comunicato stampa si da notizia che alle ore 16,30 da parto spontaneo è nata, nel reparto appena riaperto, una splendida bambina di nome Sofia del peso di 3200gr.
Verranno consegnati in settimana presso il laboratorio di Urbino e di Jesi i 10 mila kit di reagenti per tamponi Covid-19 e i due dispositivi diagnostici donati dal Gruppo Kos ad Asur Marche.
“Per ripartire in sicurezza in questa delicatissima fase due, in cui gradualmente tutte le strutture sanitarie stanno riprendendo le loro attività ordinarie, a mio avviso è assolutamente prioritario tenere molto alto il livello di guardia e tamponare a tappeto personale e pazienti alla ricerca degli asintomatici per evitare che si creino nuovi focolai”.
L’appello è di Enrico Brizioli, AD di Kos Care, società del Gruppo Kos.
Ma per i tamponi sono indispensabili i reagenti i quali, a loro volta, oggigiorno sono difficilmente reperibili sul mercato.
“Il problema dei reagenti – continua Brizioli - è diffuso in tutta Italia e sta rallentando il monitoraggio delle strutture più a rischio. Per questo motivo abbiamo ritenuto giusto donare ad Asur 10.000 reagenti per tamponi al fine di supportare il sistema per favorire una più rapida mappatura di tutto il personale sanitario degli ospedali pubblici: la donazione si completa con la fornitura di un ultracongelatore a -80° per la conservazione dei tamponi al centro di riferimento regionale dell’ospedale Torrette. Riteniamo fondamentale, infatti, che nella fase due, a vantaggio di tutta la collettività, sia potenziata la capacità di tutto il sistema di esecuzione di tamponi in tutte le realtà sanitarie più sensibili dove il distanziamento sociale non sempre è possibile e dove gli asintomatici possono trasmettere inconsapevolmente il virus e innescare nuovi focolai. Dal canto nostro, per supportare l’azione di mappatura nelle nostre strutture, ci siamo dotati in autonomia di strumentazioni per test anticorpali e tamponi e siamo riusciti a dotarci anche di adeguati quantitativi di reagenti per tamponi grazie alla collaborazione con una importante azienda marchigiana che produce diagnostici”.
Kos Care è uno dei principali gruppi sanitari italiani cui fanno capo strutture (della Riabilitazione Santo Stefano, RSA di Anni Azzurri, cliniche psichiatriche di Neomesia, la Casa di Cura Villa dei Pini di Civitanova Marche e numerosi ambulatori come il Myolab di Jesi, ndr) delicate e potenzialmente esposte ad un ritorno dell’epidemia. Quest’ultima si può contrastare solo con un sistematico utilizzo dei dispositivi di protezione ed una tracciatura continua del personale e dei nuovi ricoveri.
“Nelle nostre strutture marchigiane – continua Brizioli - abbiamo già effettuato 3 mila tamponi e test anticorpali e arriveremo nel giro di pochi giorni a circa 20 mila. L’obiettivo è quello di mettere a regime una media di 15 mila tamponi e test al mese nel solo perimetro Marche per i nostri pazienti e personale. Su scala nazionale abbiamo in previsione circa 60-70 mila tra tamponi e test al mese.
I nostri laboratori interni di riferimento accreditati per i tamponi sono quello di Villa dei Pini di Civitanova Marche per il Centro Italia e quello dell’Ospedale di Suzzara per il Nord Italia, che ora sono anche attrezzati per fornire lo stesso servizio alle altre aziende”.
La protezione di pazienti, ospiti e collaboratori è stato un punto assolutamente prioritario del Gruppo Kos da quando è iniziata l’emergenza da Covid-19 con immediate azioni di chiusura delle visite alle strutture, l’attivazione di specifiche procedure di regolamentazione e sanificazione per la gestione dell’epidemia, l’acquisto massivo in tutto il mondo di mascherine ed altri dispositivi di protezione individuale per tutti gli operatori e i pazienti ed ora anche l’acquisizione di strumentazioni per eseguire test e tamponi per condurre screening su pazienti, ospiti ed operatori
E' stato siglato, nel pomeriggio di oggi, l'accordo tra la Regione Marche e tutti i sindacati della dirigenza sanitaria, per l'erogazione dei compensi al personale che si è impegnato nell'emergenza Coronavirus, per un totale di 20 milioni, suddivisi tra comparto e dirigenza.
Per la dirigenza sono state create due fasce: dirigenti che hanno svolto attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza Covid prevalentemente impegnati in assistenza, emergenza, diagnostica e attività territoriali a favore di pazienti Covid, sulla base di certificazione della direzione aziendale; dirigenti che hanno svolto attività prevalentemente in altre tipologie di assistenza, diagnostica e attività territoriali a favore dell’emergenza Covid.
Dopo la preintesa raggiunta martedì 26 maggio con i sindacati del comparto (leggi qui), ora l’accordo sarà ratificato nella prossima riunione di giunta.
Soddisfatto il presidente Luca Ceriscioli: “A questo punto chiediamo alle Aziende il massimo impegno perché il nostro desiderio è che i premi siano distribuiti il prima possibile".
E' stata siglata dalle organizzazioni sindacali dell'area del comparto del Servizio sanitario regionale una preintesa rispetto al protocollo firmato con le organizzazioni confederali il 20 aprile, per l'erogazione dei compensi al personale che si è impegnato nell'emergenza Coronavirus, per un totale di 20 milioni, suddivisi tra comparto e dirigenza.
La preintesa raggiunta oggi per il comparto sarà ratificata nei prossimi giorni dalla giunta. Sono previste tre fasce differenziate: personale impegnato in aree Covid; personale impegnato in supporto diretto e interazione con le aree Covid; personale impegnato in altri servizi ai fini dell’emergenza Covid.
“E’ un risultato importante – ha detto il presidente Luca Ceriscioli, che nei giorni scorsi aveva sollecitato le sigle per una rapida chiusura degli accordi (leggi qui) – e siamo soddisfatti di essere in condizione, a questo punto, di procedere velocemente alla distribuzione delle risorse ai lavoratori del comparto. Ora ci aspettiamo che nell’incontro previsto per giovedì pomeriggio si raggiunga anche l’accordo relativo alla dirigenza. L’auspicio resta quello, già espresso, di chiudere nel minore tempo possibile e, quindi, di distribuire finalmente tutte le risorse messe a disposizione”.
“Inaccettabile che da 14 anni i lavoratori della sanità privata, nelle Marche sono oltre 4.000, siano senza contratto nazionale” . Così, in una nota, Luca Talevi Segretario generale della Cisl Fp Marche che chiede il rinnovo del contratto nazionale per gli operatori della sanità privata.
“I soggetti che operano in convenzione, accreditamento o concessione con il sistema pubblico devono operare nel rispetto dei diritti dei lavoratori tra cui il primario è il rinnovo del contratto nazionale alla sua scadenza naturale, prosegue il Segretario Cisl Fp Marche .
Purtroppo le associazioni datoriali Aris ed Aiop mettono in discussione la sostenibilità del rinnovo contrattuale dopo aver sottoscritto, a livello nazionale, un verbale presso il Ministero con le Regioni ed il Governo, ottenendo conferme sull'impegno delle Regioni per agevolare lo sblocco della trattativa.
Lavoratori che hanno garantito servizi essenziali e di qualità in tutta le Marche anche durante l'emergenza Covid, dando anche la disponibilità ad operare nei reparti Covid creati all'interno di alcune strutture private, e mettendo quotidianamente a rischio la propria incolumità fisica, meritano di veder riconosciuta la loro dignità e professionalità almeno con il rinnovo del contratto nazionale.
Il 18 giugno le segreterie nazionali confederali di categoria hanno indetto lo sciopero nazionale dei lavoratori della Sanita Privata e si chiede al Presidente Ceriscioli, al quale è stata mandata nei giorni scorsi apposita comunicazione, di adoperarsi, nell'ambito delle sue competenze, per lo sblocco di una situazione senza precedenti.
La Cisl Fp Marche, in linea con le azioni di mobilitazione e sensibilizzazione della vertenza organizzate con Fp Cgil e Fpl Uil , ritiene fondamentale un apposito incontro organizzato dalla Regione , con le rappresentanze datoriali regionali Aris ed Aiop, per verificare tutte le azioni atte ad agevolare la sottoscrizione del CCNL prima del 18 giugno .
La dignità agli "eroi" della sanità privata va riconosciuta con fatti concreti e non solo a parole”, conclude.
"Aiutiamoli ad aiutare" : consegnati questa mattina all’ospedale di Camerino i tre ecografi frutto della raccolta fondi lanciata all’indomani della riconversione del presidio in centro Covid. Sono stati consegnati nella mattinata di oggi all’U.O.C. Terapia Intensiva dell’ospedale di Camerino i tre ecografi che è stato possibile acquistare e donare al reparto grazie all’enorme ondata di solidarietà arrivata da centinaia di persone ed anche diverse attività economiche che hanno voluto contribuire alla raccolta fondi “Aiutiamoli per aiutare”, lanciata da tre ragazzi del territorio, Chiara Antonelli, insieme a Manuel Bernardini ed Eleonora Conforti, in collaborazione con Adua Rossi e l’Associazione Lulù e il paese del sorriso di Matelica. L’iniziativa ha permesso di raccogliere 28.344,73 euro grazie ai quali sono stati acquistati i tre ecografi, diverse forniture di mascherine e dispositivi di protezione individuale e, con la collaborazione di due privati, di Contram e di Zighe Servizi di Camerino, si sono potuti donare all’ospedale anche due tablet che hanno permesso ai pazienti di comunicare con le proprie famiglie e un cellulare per la comunicazione tra reparti.
“Ringraziamo con il cuore tutti coloro che hanno voluto dare il proprio contributo per questa iniziativa che ha accomunato il desiderio di tantissime persone di voler fare qualcosa per l’ospedale di Camerino all’indomani della sua riconversione a centro Covid – hanno affermato i promotori dell’iniziativa – questo ha permesso ad una intera comunità di poter dotare la terapia intensiva del presidio camerte di alcune apparecchiature utili anche per il futuro. Vogliamo ringraziare il direttore dell’AV3 Alessandro Maccioni, la dottoressa Nadia Mosca e in particolare il dottor Daniele Elisei che ha seguito tutte le fasi della donazione assieme alla caposala Samantha Bartolucci e tramite loro tutti i medici, gli infermieri, gli operatori che a vario titolo lavorano all’ospedale, i dipendenti amministrativi per tutto il lavoro portato avanti in questi mesi e la tenacia con la quale stanno affrontando giorno dopo giorno questa sfida, rappresentano una certezza per la nostra comunità”.
“È stato davvero un gesto eccezionale – ha affermato il dottor Elisei dell’U.O. di Anestesisa e Rianimazione dell’ospedale di Macerata –. Ai promotori, i volontari dell’associazione e soprattutto a tutti i cittadini che hanno partecipato con le loro donazioni va un grande grazie! Una così grande testimonianza ricevuta da un territorio ancora ferito e provato dal terremoto assume ancor più valore. Un sincero grazie da parte mia e da parte di tutto il personale medico della Terapia Intensiva dell’Ospedale di Camerino coordinata dal dott. Angelo Leo e di quello infermieristico ed ausiliario coordinato da Samantha Bartolucci. Le due equipes di Camerino e Macerata, infatti, coordinate dalla direzione medica dei due presidi ospedalieri, hanno affrontato questa drammatica emergenza sanitaria unendo le forze e lavorando insieme con abnegazione e spirito di sacrificio. Le strumentazioni che siamo riusciti ad acquistare con il ricavato delle donazioni sono ecografi di ultima generazione, molto maneggevoli, portatili con tecnologia wireless indispensabili per il confezionamento dell’accesso vascolare ideale, necessario al paziente per ricevere tutte le terapie endovenose prescritte. Saranno apparecchi utili per il paziente COVID positivo laddove questa infezione dovesse ripresentare un picco epidemiologico ma rimarranno comunque a disposizione delle nostre unità operative per ottimizzare le cure di tutti i pazienti anche quelli non COVID. Davvero tante – conclude il dott. Elisei – le testimonianze di riconoscimento ricevute durante queste settimane una tra tutte la solennità dell’inno di Mameli che ha risuonato davanti l’ospedale con tutte le forze dell’ordine radunate nel renderci omaggio”.
Il direttore Franco Sopranzi della UOC Nefrologia e Dialisi dell'Ospedale di Macerata e del Centro Dialisi Decentrato di Tolentino ringrazia l'organizzazione di volontariato R.E.MA.RE. Onlus (Ricerca Etica Malattie Renali di Macerata), che ieri ha donato 160 mascherine FFP2 certificate al Centro Dialisi di Macerata e al Centro Decentrato Dialisi Tolentino Asur Marche AV3.
"È la testimonianza di una particolare vicinanza e sensibilità verso il nostro lavoro - dice il dott.Sopranzi -. Il ringraziamento e la riconoscenza dell'associazione R.E.MA.RE. ci stimola ad essere sempre più vicini ai pazienti per aiutarli in un momento in cui la serenità è venuta meno. Infatti, la loro condizione di fragilità può renderli più esposti a una malattia come il Covid-19".
ll Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha inviato oggi un deciso messaggio alle sigle sindacali che partecipano ai tavoli per la definizione dei criteri per la distribuzione dei 20 milioni di premi ai sanitari. (Leggi qui le motivazioni dei sindacati)
"Esattamente un mese fa – evidenzia il Presidente - la Regione firmava un accordo con i sindacati stanziando 20 milioni di euro a favore di tutti coloro che hanno lavorato nell’emergenza COVID dentro le strutture sanitarie. Una scelta forte, molto chiara, di sostegno in termini materiali rispetto alle persone che hanno vissuto in prima linea questa emergenza, con un valore di circa 1000 euro per addetto che ovviamente vanno distribuiti secondo dei criteri. A distanza di un mese questi fondi non sono stati ancora erogati perché serve per il loro utilizzo l’accordo con i sindacati. L’accordo sindacale sta avendo questi giorni, spero, le ultime riunioni e quindi mi sembra importante dopo un mese, fare un appello a tutte le sigle che partecipano a queste trattative, perché si possa andare rapidamente a conclusione ed erogare quelle risorse. Il tempo non è una variabile indipendente, non possiamo farne passare troppo, non è giusto nei confronti di tutte queste persone. L’auspicio è che si chiuda velocemente l’accordo e che si possa attraverso le aziende distribuire finalmente queste risorse”.
“A costo di fare una trattiva ad oltranza – conclude Ceriscioli - in cui ci alza quando è finita, è arrivato il momento di concludere per garantire ciò che è stato stabilito ai destinatari delle risorse”.
“Fondamentale incontro venerdì 22 maggio con la Regione Marche per comprendere se vi è l'intenzione di riconoscere economicamente l'enorme sforzo compiuto, ed ancora in corso, da coloro denominati "eroi" a parole ma che in busta paga non hanno visto neanche un centesimo di riconoscimento .
L'accordo confederale è rimasto, dal 20 aprile scorso, sulla carta nonostante molte altre regioni hanno nel frattempo trovato l'intesa per valorizzare concretamente il lavoro compiuto da infermieri, oos, tecnici, che hanno lavorato senza soste rischiando spesso la propria incolumità fisica, operando in condizioni estreme, pur di dare risposte ai pazienti” . Così, in una nota, Luca Talevi Segretario Generale Cisl Fp Marche, che chiede incentivi per il personale sanitario impegnato nei reparti Covid.
“Chiediamo il riconoscimento delle dovute indennità, dei tempi di vestizione, oltre che di risorse aggiuntive atte a valorizzare concretamente l’attività svolta” – prosegue Talevi - .
“Qualora non si giunga ad un accordo, durante l’incontro in Regione venerdì prossimo, i sindacati confederali di categoria avvieranno iniziative immediate di mobilitazione a supporto della vertenza.
Massima vigilanza altresì su come verrà organizzato l'ospedale Covid di Civitanova. Si è ribadito al Presidente della Regione Marche ed all'Asur che il personale a tempo indeterminato coinvolto dovrà essere composto da coloro che volontariamente chiedono la mobilità da altra struttura ospedaliera garantendo la sostituzione dello stesso personale per il periodo ove sarà coinvolto nell'ospedale Covid. Le altre patologie infatti non sono andate in "ferie" durante l'emergenza e lunghe sono le attese da smaltire in tutte le strutture ospedaliere. Necessita personale anche per garantire almeno il periodo di ferie estive a personale stremato dopo tre mesi di lavoro senza sosta ed anche psicologicamente pesantissimo”.
“La Cisl, insieme alle altre sigle, chiede poi alla Regione che deliberi quanto prima il piano delle stabilizzazioni 2020/2022, alla luce anche dei tanti precari che in questo periodo si sono messi a disposizione per supportare le azioni tese a contrastare l'emergenza Covid.
Alla Regione verrà inoltre chiesto un chiaro intervento a favore dei lavoratori della sanità privata, senza contratto nazionale da oltre tredici anni. Non è accettabile che oltre 4000 lavoratori marchigiani di strutture aderenti ad Aris ed Aiop operino con salari fermi dal 2007. Il 18 giugno è stato indetto lo sciopero nazionale della sanità privata, ma chiediamo alla Regione – conclude il sindacato - di farsi parte attiva con le associazioni datoriali per definire quanto prima l'annosa questione”.
La giunta regionale riunita oggi a Palazzo Raffaello ha approvato il Piano territoriale per la riapertura graduale dei centri semiresidenziali sanitari e sociosanitari nella fase 2 dell’emergenza covid-19, per garantire la graduale ripresa delle attività delle strutture, che accolgono persone disabili, anziane e affette da disturbi mentali, nell’osservanza delle misure per la prevenzione del contagio da COVID-19.
Il documento è stato concordato con Asur, enti gestori, organizzazioni sindacali e Anci e contiene le misure per la prevenzione del contagio, le procedure per l’accesso graduale ai centri semiresidenziali sanitari e sociosanitari per persone disabili, anziane e affette da disturbi mentali, le nuove modalità di funzionamento dei centri, i servizi alternativi.
“L’attenzione ai servizi dedicati alle persone più deboli è sempre stata una nostra priorità” afferma il presidente della Regione Luca Ceriscioli. “Riapriamo dunque – prosegue - ma garantendo tutte le condizioni di sicurezza per i pazienti, per gli operatori e per le famiglie. I nostri servizi hanno curato i protocolli nei più minimi dettagli, dimensionando tutte le procedure sia in relazione agli utenti, compresi i casi e le situazioni che necessitano di trattamenti particolari e individuali considerata, sia in relazione alle strutture che li accolgono”.
Impegnate nella gestione di questi protocolli saranno le Unità operative sociali e sanitarie (Uoses), a cui afferiscono in coprogettazione i servizi dei distretti sanitari e dei Servizi sociali degli Ats.
In via prioritaria, e fino alla completa riattivazione dei percorsi per tutti i pazienti, saranno verificati e autorizzati i progetti individuali urgenti e indifferibili, sulla base della condizione clinica della persona o sulla base delle effettive condizioni di sostenibilità del tessuto familiare di riferimento. Quanto alle indicazioni operative da adottare per contrastare la diffusione dell’epidemia, al fine di consentire la ripresa delle attività dei Centri semiresidenziali, i responsabili delle strutture o i loro coordinatori dovranno attenersi a una serie di misure per la prevenzione del contagio e la riorganizzazione dei servizi, che comprendono le verifiche preliminari sullo stato di salute dei pazienti, la regolamentazione degli accessi, l’uso obbligatorio dei dispositivi di protezione (minimo mascherine e guanti), l’attivazione di spazi per la vestizione e svestizione degli operatori, la costante disponibilità di gel disinfettanti o idralcolici a disposizione dell’utenza e degli operatori, la formazione degli assistiti sulle norme di igiene da tenere. Prima della riattivazione del servizio, inoltre, gli operatori e gli assistiti dovranno essere sottoposti a screening per accertamento della positività da COVID-19 da parte dell'Area Vasta competente per territorio e per gli stessi dovrà essere programmato uno screening periodico con cadenza almeno mensile.
Per la graduale riapertura dei Centri, la struttura erogatrice dei servizi semiresidenziali dovrà presentare un Progetto di Struttura, in cui siano esplicitate le modalità di attivazione delle misure di sicurezza per la prevenzione del contagio. Il progetto complessivo presentato dalle strutture erogatrici dovrà essere preliminarmente condiviso con i Dipartimenti della Prevenzione territorialmente competenti.
Gli assistiti che non possono frequentare il Centro o cui è stata ridotta la frequenza per osservare le misure di contrasto al contagio da COVID-19 o che decidono di non voler frequentare, potranno fruire di forme alternative di trattamento, da garantire attraverso la costituzione di Gruppi Operativi Territoriali e l’assistenza individuale domiciliare, per cui sono previste norme speciali di prevenzione del contagio.
I Centri diurni sanitari e sociosanitari potranno attivare anche interventi a distanza per diverse finalità: ascolto, sostegno, counseling, monitoraggio dello stato di salute della persona assistita e dei suoi familiari; proseguimento degli interventi in corso con le modalità telematiche più idonee nonché il supporto ai caregiver per l’organizzazione della giornata e per la scelta delle attività opportune di parent training.
Dopo oltre 16 settimane chiude la rianimazione di Marche Nord.
Michele Tempesta, capo dipartimento DEA: “Oggi abbiamo trasferito l’ultimo paziente. Ovviamente restiamo pronti ad accogliere eventualmente nuovi degenti Covid, ma ci auguriamo di poter tenere chiuso il reparto per molto tempo. Marche Nord nei due mesi di emergenza Coronavirus è passata da un decina di posti letto di rianimazione, raggiungendo 40 posti letto, accogliendo 131 pazienti. L’organizzazione è cambiata costantemente con il crescere dell’epidemia ma siamo riusciti a dare a tutti i pazienti il massimo e il meglio delle cure possibili. Sono stati giorni duri e molto complicati, ma oggi tiriamo un sospiro di sollievo. L’attenzione resta comunque massima.
Al momento registriamo, da diversi giorni, zero casi di pazienti che necessitano di cure in rianimazione. Siamo sempre pronti a cambiare l’organizzazione, qualora ce ne fosse bisogno, ma al momento i pazienti che avranno bisogno di queste cure saranno trasferiti nella nuova struttura di Civitanova, cosi da permettere all’azienda ospedaliera di tornare alla quasi normalità dei percorsi”.