"Un nuovo inizio dalle aree interne": a Colli del Tronto il Festival della Restanza e della Tornanza (FOTO e VIDEO)
È cominciato sotto il segno dell’emozione e dell’impegno collettivo il Festival della Restanza e della Tornanza, che dal 20 al 22 giugno trasforma Colli del Tronto in un crocevia di idee, storie e prospettive per il rilancio delle aree interne dell’Appennino centrale. Un appuntamento unico nel suo genere, pensato per restituire voce, centralità e futuro a quei territori troppo spesso considerati ai margini, ma ricchi di identità, forza e visione.
Al Parco della Pace, centinaia di persone hanno preso parte alla cerimonia di apertura, introdotta dal sindaco di Colli del Tronto Andrea Cardilli, dal presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini, dal presidente di ANCI Marche e Sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti e dal sottosegretario di Stato al MEF Lucia Albano. Presente anche il commissario straordinario alla ricostruzione sisma 2016, Guido Castelli, tra i principali promotori del Festival.
“Il Festival nasce intorno all’idea che il futuro delle aree interne è, per noi, l’asse portante della nostra identità e la culla dell’autenticità che contraddistingue la nostra regione. Quella della ricostruzione post-sisma era una delle più grandi sfide aperte. In questi anni, le abbiamo riservato l’attenzione che era dovuta e necessaria, mettendo al centro della nostra agenda non solo il ripristino materiale dei territori colpiti così duramente, ma anche e soprattutto il rinsaldare le comunità e rilanciare l’economia e la sfera sociale del cuore del nostro Appennino”, ha dichiarato Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche, che ha aggiunto: “Ospitare nelle Marche la prima edizione del Festival della Restanza e della Tornanza assume un valore speciale. Quello della testimonianza, della tenacia e della determinazione di chi come noi continua a credere nei nostri territori e lavora, giorno dopo giorno, con l’unico obiettivo senza il quale non ci sarebbe ragione né di restare né di tornare: il futuro".
La giornata è proseguita con due momenti di riflessione ad alta intensità: l’intervista a Francesco Chelli, presidente ISTAT, e a Carlo Buttaroni, presidente dell’Istituto di ricerca Tecnè, sull’inverno demografico e le sfide legate allo spopolamento, seguita dal dialogo tra Vito Teti, antropologo e scrittore (in collegamento), Guido Castelli ed Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, su come costruire un ecosistema favorevole alla restanza e alla tornanza.
"Questo Festival è la prova che dalle macerie non nascono solo edifici, ma visioni, legami e opportunità. La Restanza e la Tornanza non sono solo parole, ma strumenti concreti per dare ai giovani un ruolo attivo nella rinascita. Non si ricostruisce solo il costruito, ma soprattutto il senso di appartenenza, la vitalità di un territorio - ha dichiarato Guido Castelli commissario Straordinario per la Ricostruzione 2016 - . Abbiamo voluto questo appuntamento perché la rigenerazione non è compito di pochi tecnici, ma di intere generazioni. I giovani del cratere sismico rappresentano il cuore di una nuova idea di futuro: fatta di innovazione, radicamento e partecipazione. Qui, la ricostruzione diventa anche culturale, sociale ed economica. E il futuro, finalmente, mette radici.”
“Si parla tanto, soprattutto a livello europeo, della transizione ecologica e della transizione digitale, mentre la transizione più impattante di tutte è quella demografica. La denatalità incide non solo sull’economia, sul welfare, sulla sanità, ma anche sull’innovazione a causa dell’assottigliarsi del numero di giovani, e sull’ambiente, perché il vero nemico dell’ambiente non è l’uomo ma lo spopolamento. Ha dichiarato Eugenia Roccella Ministra per le pari opportunità e la famiglia in collegamento video - Il nostro governo ha messo il tema della natalità al centro della propria azione politica, promuovendo una grande alleanza con il territorio. Le Marche e l’Appennino centrale possono e devono diventare un modello in questo senso, non solo per la ricostruzione materiale e sociale dei luoghi e delle comunità colpiti dal sisma, ma anche e soprattutto per l’esempio di vitalismo che rende questo territorio un laboratorio di attrattività, di rinascita, di futuro”.
Al tramonto, la poesia civile di Franco Arminio ha incantato il pubblico con il reading “Cedi la strada agli alberi”, accompagnato dagli interventi musicali di Livio e Manfredi Arminio. A chiudere la serata, balli popolari e socialità a cura di VeraTV, dopo l’apertura degli stand gastronomici, a testimonianza di un legame profondo tra cultura, tradizione e comunità.
Il Festival intende costruire un ponte tra passato e futuro, tra costa ed entroterra, tra chi è rimasto e chi ha voglia di tornare. Un progetto condiviso che vuole ridare centralità ai piccoli comuni, non come periferie da assistere, ma come territori da cui ripartire.
Andrea Cardilli, Sindaco di Colli del Tronto - "Siamo molto felici che Colli del Tronto sia il cuore di questo Festival perché crediamo che una realtà territoriale come la nostra possa accendere grandi riflessioni. Restanza e tornanza non sono solo parole, ma scelte di vita che riguardano la nostra comunità ogni giorno. Questo territorio ha conosciuto la fatica, lo spopolamento, ma anche la forza di rialzarsi. Oggi, con i giovani al centro, possiamo costruire un futuro che valorizzi le nostre radici e trasformi l'entroterra in un luogo di possibilità, non di rinunce".
Il ricco programma proseguirà anche nei prossimi giorni con talk, laboratori, mostre, concerti e degustazioni, dando voce a imprenditori, artisti, studenti e rappresentanti delle istituzioni. Tra gli ospiti attesi: il Ministro Andrea Abodi, il celebre imprenditore Brunello Cucinelli, il divulgatore Vincenzo Schettini, il poeta Davide Rondoni, il direttore Rai Angelo Mellone e molti altri.
Il Festival della Restanza e della Tornanza è a ingresso libero e vuole essere, prima di tutto, uno spazio collettivo di visione, ascolto e azione: un laboratorio civico per generare valore nei luoghi che oggi sembrano marginali, ma che custodiscono le chiavi di un’Italia più giusta, coesa e sostenibile.
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