Ricci rilancia: "Approveremo salario minimo nelle Marche. Meloni impugnerà la nostra legge?"
"Il Governo Meloni ha impugnato la legge della Toscana che introduceva un salario minimo per chi lavora con risorse pubbliche. Una norma semplice, giusta, che avrebbe garantito almeno 9 euro l’ora a chi lavora negli appalti e subappalti pubblici. Un atto di civiltà. Ma per la destra è troppo. Per questo noi diciamo con chiarezza che se vinceremo introdurremo anche nelle Marche una misura semplice e concreta: chi lavora per la Regione Marche, direttamente, in subappalto o ricevendo fondi regionali, dovrà rispettare i contratti collettivi e garantire un salario minimo di almeno 9 euro l’ora. È una questione di giustizia sociale, di rispetto e di dignità". Così Matteo Ricci, europarlamentare PD e candidato alla presidenza della Regione Marche, in occasione della terza tappa del tour ‘Ricci on the beach’ che oggi lo vedrà sulle spiagge di Fano e di Marotta.
"Nelle Marche la povertà è diventata un’emergenza sociale. Il fenomeno è aggravato dal lavoro povero, che colpisce anche tanti marchigiani: persone che, pur lavorando, non riescono a superare la soglia di povertà né a condurre una vita dignitosa. Il rapporto Caritas 2025 posiziona le Marche, in rapporto alla popolazione, come la regione con il più alto tasso di famiglie in Italia che si rivolgono ai loro centri. Davanti a tutto questo, il Governo invece di combattere lo sfruttamento lo protegge. Il Governo difende chi sfrutta. Noi stiamo con chi lavora. E lo faremo sul serio, con il nostro Cambio di Marche", spiega Ricci.
"Riguardo al tema della Zes - attacca ancora Ricci -, il presidente Acquaroli ha fatto anche il parlamentare, per cui dovrebbe conoscere l'iter parlamentare e sapere che se una cosa è urgente si fanno i decreti legge, non i disegni di legge che hanno mesi di discussione per essere approvati. Soprattutto se una cosa è urgente ci si mettono i soldi e invece in questo disegno di legge i soldi non ci sono e, nella migliore delle ipotesi, bisognerà aspettare la prossima legge di bilancio, cioè il 2026, perché nella norma che hanno scritto il provvedimento è ‘ad invarianza di bilancio’. Per questo è una grande presa in giro per i marchigiani, una grande finzione elettorale". Le Marche non sono una Zona economica speciale ma una Zona elettorale speciale".
"Se si vogliono fare le cose allora vanno fatte sul serio e non perché si pensa così di prendere in giro i cittadini - conclude Ricci - Inoltre la Zes conferma ciò che diciamo da mesi e che Bankitalia e Svimez, purtroppo, certificano, ovvero che l'economia marchigiana è ferma nonostante la mole di investimenti pubblici straordinaria che è stata messa in campo in questi anni, i 14 miliardi per il terremoto e i tanti miliardi del PNRR ai quali loro in Europa hanno votato contro. Questi cinque anni di politiche economiche hanno portato zero risultati anzi hanno addirittura portato dei peggioramenti nell'economia marchigiana che ora viene messa ulteriormente alla prova dai dazi dei loro amici sovranisti e protezionisti".
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