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Regionali, approvata la modifica alla legge elettorale: Bisonni ripercorre l'iter della vicenda

Regionali, approvata la modifica alla legge elettorale: Bisonni ripercorre l'iter della vicenda

"E' giusto poter giocare due partite quando tutti gli altri ne possono giocare solo una? - a porre il quesito è il capogruppo regionale dei Verdi, Sandro Bisonni che intevenuto sulla proposta, che esclude la possibilità di una doppia candidatura sia a Presidente che a consigliere per la Regione Marche - La modifica alla legge elettorale é stata pensata per eliminare alcuni inaccettabili privilegi. In passato si sono create delle listarelle con l'unico ed esclusivo scopo di creare la poltrona al candidato presidente di quella stessa listarella".

"E' evidente, infatti, che il candidato presidente gode di una visibilità che gli altri 30 candidati consiglieri non hanno - puntualizza - Se al singolo si concede il vantaggio di candidarsi anche a consigliere regionale, la partita è tutta a  suo favore. La proposta, quindi, nasce da un principio di giustizia, volto ad eliminare un privilegio. Chi si è detto contrario, di fatto ha difeso i privilegi dei soliti politici che non vivono d’altro e che impediscono il ricambio generazionale e  il rinnovamento - afferma Bisonni  - Altro obiettivo dell’atto approvato, quello di incoraggiare (senza costringere nessuno) le coalizioni,  perché venendo meno la garanzia della poltrona il candidato presidente della listarella non ha più interesse a correre in solitaria".

"Sono quindi molto soddisfatto che l'aula abbia riconosciuto, approvando la legge, la validità di questa proposta, quello che è assurdo per non dire ipocrita, è l'averla approvata con applicazione fra 5 anni - evidenzia  - Se la proposta fosse stata antidemocratica, come gridavano, non doveva essere approvata, ma se così non è, come non è, che senso ha approvarla fra 5 anni  quando chi verrà dopo avrà tutto il tempo e il diritto di modificare la legge a suo piacimento? Ma si sa che la sinistra molto spesso è autolesionista ed è alla continua ricerca della “scissione dell'atomo” - risponde il capogruppo della Regione Marche dei Verdi - Bocciando la proposta conferma questa volontà e fa tramontare definitivamente anche l'estremo tentativo  che era alla base di quest’ultima, cioè quello di recuperare un'alleanza con i 5S - e prosegue - Privati, infatti, del desiderio sfrenato del loro candidato di sedersi in Regione (il 5S locale era riuscito a far bocciare l'alleanza su Longhi, inizialmente benedetta da Di Maio), sarebbero stati liberi di valutare, magari con un voto sulla piattaforma Rousseau (possibilità già richiesta da Maggi, ma negata), se allearsi con il centro sinistra o far vincere la destra".

"Su questa vicenda sono state dette molte bugie, cerchiamo di fare ordine - chiosa Bisonni - Prima di tutto i tempi. Questa proposta, in forma leggermente diversa   ma basata sulla stessa logica,  fu avanzata dal sottoscritto ad aprile del 2019 in tempi  non sospetti, ma non trovò condivisione e fu fermata; nel 2020 si pensò alla modifica di cui discutiamo oggi. Solo chi non capisce nulla, ma proprio nulla, di politica può immaginare che una modifica alla legge elettorale possa andare avanti per la volontà di un singolo consigliere, tra l’altro di un piccolo partito come il mio. La verità invece è che certe cose non vanno avanti se non c'è, da parte del partito di maggioranza, la precisa volontà e l'interesse a portarla avanti - e aggiunge - La proposta trovò il favore di numerose forze politiche (PD, Verdi, Socialisti, +Europa e Civici) e con il loro consenso approdò in commissione, dove fu votata e approvata una prima volta, poi andò in Aula il 6 giugno e fu rispedita nuovamente in commissione per un ulteriore approfondimento".

"Il 12 giugno si riunirono tutte le forze di coalizione del centro sinistra alla presenza del candidato Mangialardi, che ascoltate le diverse posizioni (contrarietà di Art. 1 e astensione di Italia Viva oltre alle già citate posizioni degli altri) stabilì di andare avanti con la proposta ,invitando chi aveva delle perplessità a superarle - e prosegue - Il 19 giugno si riunì il gruppo PD, che preso atto della posizione dei più, decise di portare nuovamente in commissione la proposta per una sua ripresentazione in Aula. Cosa che avvenne il 22 giugno e proprio in commissione fu approvata con il voto favorevole di PD, M5S e con l'astensione della Lega, mentre Italia Viva e Forza Italia preferirono non votare"

"Quindi, come si vede, la proposta è partita in tempi non sospetti ed è stata condivisa dalla maggioranza delle forze politiche. Al di là di talune esternazioni pubbliche spesso ambigue - precisa Sandro Bisonni - Un'idea grezza del 2019 e sviluppata successivamente, senza nessun bliz e tutto alla luce del sole che è andata per le lunghe solo perché questi sono i tempi dei passaggi democratici - e spiega - In merito alla ipotetica penalizzazione del M5S, anche questa è priva di fondamento, infatti i seggi che gli spettano dipenderanno esclusivamente dai voti a favore di tale partito e non da altro. Pertanto le critiche del pentastellato Mercorelli dimostrano semplicemente il suo attaccamento alla poltrona (altro che servizio altruistico e uno vale uno!) e che non crede non solo di poter vincere, ma neanche di arrivare secondo (in tal caso diventerebbe, come previsto dalla legge, consigliere regionale) e la paura di perdere la tanto agognata poltrona lo terrorizza e  gli fa lanciare pesanti accuse in tutte le direzioni,  usando anche parole che non gli appartengono.

"La verità è che il voto verso i 5S è inutile, sia perché il suo candidato presidente dimostra che non hanno nessuna possibilità di vittoria, sia perché tutti i principi fondanti (vedi ad esempio la doppia candidatura, considerato che lui è già al terzo mandato) sono stati gettati nella spazzatura - tuona -Il M5s non esiste più - per concludere - Approvando questa norma, oggi eliminiamo un privilegio, favoriamo le alleanze e contemporaneamente un ricambio generazionale. Sono pronto a scommettere che tutti coloro che fino a ieri si strappavano i capelli gridando allo scandalo e al furto di democrazia, annunciando ricorsi o azioni legali, da domani se ne disinteresseranno e questo semplicemente perché con l'applicazione fra 5 anni, inutile ipocrisia, non si va più ad incidere sul loro privilegio e sulla loro poltrona.Unica cosa di loro esclusivo interesse!".

 

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