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Politica Recanati

Recanati, "Leopardi era sovranista?" Sit-in di Democrazia Sovrana e Popolare nella piazza dedicata al poeta

Recanati, "Leopardi era sovranista?" Sit-in di Democrazia Sovrana e Popolare nella piazza dedicata al poeta

Francesco Toscano, leader nazionale di Democrazia Sovrana e Popolare, martedì 4 giugno a partire dalle 18, sarà in piazza Giacomo Leopardi per un'iniziativa su pace e diritto dei popoli ad autodeterminarsi. Al comizio sarà presente anche il politico recanatese Massimilano Grufi, già assessore e presidente del consiglio comunale.

"La patria moderna dev'essere abbastanza grande, ma non tanto che la comunione d’interessi non vi si possa trovare, non tanto che non vi si possa trovare la concordia, come chi ci volesse dare per patria l’Europa". Sono le parole di un sovranista ante litteram? Difficile dirlo. Eppure il contenuto di questo estratto proveniente da Lo Zibaldone di Giacomo Leopardi, sarà lo spunto per un'iniziativa  dal titolo: "Sovranità, No Guerra. Contro l'Unione senza pace", un sit in vicino alla statua del poeta recanatese, nella piazza a lui dedicata, martedì 4 giugno, a partire dalle 18, con il presidente nazionale di Democrazia Sovrana e Popolare, cofondatore del movimento popolare e sovranista insieme a Marco Rizzo, Francesco Toscano. "In una democrazia liberale sempre più svuotata di senso e trasformata in un fronte di guerra multicolore, che ha come braccio operativo degli interessi geopolitici statunitensi la Nato e come strumento di pressione a stelle e strisce sulle economie europee l'UE, serve imprimere un'accelerazione nella rottura della già decadente costruzione di Bruxelles, vogliamo il ritorno della politica contro il predominio dell'economia e della finanza", spiega Toscano.

All'iniziativa, oltre alla candidata civitanovese Marianella Fioravanti, leader marchigiana di Dsp e in corsa per le consultazioni europee dell'8 e 9 maggio, parteciperà anche il noto politico recanatese Massimiliano Grufi, leader della Lista Civica Grufi e in lizza per un posto da consigliere comunale a Recanati che condivide la piattaforma antibellicista ed euroscettica di Democrazia Sovrana e Popolare "I partiti nazionali in Italia hanno da tempo perso il ruolo storico che avevano nella prima repubblica - spiega Grufi - Oggi la politica è subordinata all'alta finanza. Lo stato democratico è in crisi e gli Stati non hanno più alcuna sovranità monetaria. La pace e la guerra sono determinate altrove. I partiti fanno finta di litigare per conservare il potere acquistato, esistono per la loro sopravvivenza. È necessaria una battaglia culturale se davvero intendiamo cambiare le cose".

"L'impegno di Dsp spiega la leader regionale del partito - è rivolto a un concreto recupero della sovranità da parte del popolo italiano, sempre più impoverito e schiacciato da sciagurate politiche neoliberiste e da una pericolosa svolta bellicista. Questa Europa è espressione delle élites del capitale internazionale che vive di rendita finanziaria contro chi vive del proprio lavoro. Il nostro obiettivo è rovesciare questo rapporto di forza a favore dei lavoratori e dei piccoli imprenditori. Occorre impedire che si distrugga la ricchezza sociale, culturale ed economica del Paese e  che se ne metta a repentaglio la sicurezza per sottostare al volere di multinazionali senza scrupoli".

"Le loro rendite non possono valere più della vita dei cittadini. Il governo - continua la coordinatrice regionale- in accordo con l’opposizione, insegue una folle guerra di proporzioni mondiali e i cittadini che la rifiutano finiscono in strane liste di proscrizione. I diktat dell’Unione Europea e della Nato stanno procedendo a desertificare l’economia reale degli stati come dimostrano le centinaia di migliaia di licenziamenti. Sul fronte interno, UE e BCE  hanno dettato i voleri dei grandi  monopolisti tramite tutti i partiti di governo degli ultimi decenni, anche al livello degli enti locali. Questi ultimi, sottoposti all’imposizione del pareggio di bilancio e legittimati da un’interpretazione estensiva del principio di sussidiarietà, entrambi inseriti in Costituzione con riforme bipartisan, hanno proceduto a privatizzare i settori economici pubblici ed i servizi essenziali, come quello sanitario, di fatto rendendo il diritto di cura un privilegio di pochissimi”.

 

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