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Legge elettorale, approvata in Consiglio regionale la parità di genere

Legge elettorale, approvata in Consiglio regionale la parità di genere

Un applauso ha accolto nell'aula del Consiglio regionale delle Marche l'approvazione all'unanimità dell'art. 7 delle modifiche alla legge elettorale del 2004, che introduce la parità di genere nel voto per le elezioni regionali. Al voto ha assistito un gruppo di donne di varie associazioni, con magliette di colore fucsia. In tailleur pantaloni fucsia anche l'assessore alle Pari Opportunità Manuela Bora, che si è particolarmente battuta per l'inserimento della doppia preferenza di genere. Tra le donne anche Silvana Amati, ex presidente dell'Assemblea legislativa regionale ed ex senatrice Pd.

“È una bella giornata per le Marche e storica per le marchigiane che difenderemo sempre. C’è chi vuole riportare i diritti all’età della pietra e chi come noi vuole fare passi avanti per favorire la partecipazione delle donne nella vita democratica delle istituzioni. È questo il senso dell’approvazione della “doppia preferenza” nella legge per le elezioni regionali” – il commento del Segretario Pd Marche Giovanni Gostoli.

“Siamo passati dalle parole ai fatti – ha continuato Gostoli -  grazie al lavoro di tanti per riportare il dibattito sul giusto binario. Desidero ringraziare chi ha dato una mano per costruire ponti di dialogo e non polemiche, gli uomini e le donne del Pd, gli alleati, le tante associazioni che si sono mobilitate e soprattutto chi ha votato a favore in Consiglio regionale".

"Dopo la doppia preferenza di genere nei consigli comunali e la tripla per il parlamento europeo, se oggi ciò è possibile anche nei consigli regionali è merito del Partito democratico e di una legge nazionale (n. 20 del 2016) approvata dal parlamento italiano volta a garantire l'equilibrio nella rappresentanza tra donne e uomini nei consigli regionali" - ha concluso - .

"La nostra proposta di legge elettorale, la seconda delle 10 presentate, come tradizione del Movimento 5 Stelle, prevede la doppia preferenza di genere – le parole di Gianni Maggi, capogruppo del Movimento 5 Stelle Marche -. Relativamente all'innalzamento del premio di maggioranza, il 40% votato oggi in aula è la percentuale suggerita dalla Corte Costituzionale per l'Italicum, nonché la percentuale già prevista da altre regioni, anche governate dal centrodestra: la Lombardia, ad esempio. Vanno a votare la metà degli aventi diritto e il 34% dell'attuale premio di maggioranza significa che meno del 20% dei marchigiani decidono il governo della regione. Altro che scippo della democrazia! Invogliare i cittadini a una maggiore e più responsabile partecipazione al voto, e garantire loro che la volontà di un numero attendibile di essi indicherà chi dovrà governare la regione, significa rafforzare il fondamento della partecipazione democratica. Chi parla di inciucio confonde le pratiche che è solito fare sottobanco con il confronto tra forze politiche, alla luce del sole, per arrivare a cambiare una proposta di legge promulgata in un contesto di bipolarismo e diversa partecipazione elettorale".

Tutti i consiglieri regionali di centrodestra Zaffiri, Malaigia, Zura Puntaroni (LEGA), Carloni (Marche2020-AP), Marcozzi e Celani (Forza Italia), Leonardi (Fratelli d'Italia) hanno abbandonato per protesta il consiglio regionale dopo aver votato la doppia preferenza di genere. In una nota congiunta i consiglieri regionali hanno spiegato le ragioni di tale gesto.

“Abbiamo votato la doppia preferenza di genere, rispettando con coerenza gli impegni assunti nei confronti dei cittadini marchigiani, ma siamo usciti dall'aula del consiglio regionale per protestare contro una modifica della legge elettorale sbagliata, fatta solo per favorire l'inciucio in atto tra PD - M5S fatto senza alcuna trasparenza, che aumenterà i costi della politica di 600.000 euro ogni anno - spiegano -. I consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno dimostrato la loro incoerenza, smentendo quanto fatto in questi anni. I pentastellati per anni hanno fatto a tutti la morale, predicando l'importanza dei tagli ai costi della politica, e oggi, solo per favorire l'accordo con il PD, hanno votato una legge che aumenta il numero delle poltrone e i costi di ben 600.000 euro l'anno. Una scelta sconcertante ed incoerente con quanto predicato fino ad oggi che evidenzia solo la voglia di spartizione delle poltrone con il Partito Democratico. Il Centrodestra, coerentemente con gli impegni presi con i cittadini marchigiani ha votato la doppia preferenza di genere, ritenendo giusto allineare la legge elettorale regionale delle Marche alla legge nazionale favorendo cosi' la giusta rappresentanza di genere", ha concluso l'opposizione.

 

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