Sono giorni campali quelli che sta vivendo l’amministrazione comunale di Macerata. In particolare all’assessorato alla cultura, non si dorme la notte per la grande mole di iniziative che sono state messe in piedi, affinché le volgari, umane genti vengano erudite alla bisogna. Peccato però che io stesso, sul sito web del Comune abbia letto – come direbbe un personaggio di Camilleri – una sulenne minchiata. Tanto grande che, per espiarla ci sarebbe da sotterrarsi adesso e venire fuori non prima della metà di settembre. Ha scritto infatti l’assessorato alla cultura che il musicista Goran Bregovic è di nazionalità serba. La cosa non sarebbe apparentemente tanto grave se non fosse che, in totale buona fede, qualche organo di stampa ha preso per buona la notizia e l’ha rilanciata così come scritta, inducendo in errore l’ignaro lettore. C’è da aggiungere, inoltre, che per ragioni di etnie e di confini, poco più di venti anni fa, proprio da quelle parti, venne combattuta una sanguinosa guerra civile con migliaia di morti. Bregovic, in realtà è nato a Sarajevo, città che, sia detto per inciso, sarebbe pure la capitale della Bosnia. Per questa volta perdoniamo l’assessora Monteverde, che tanto si prodiga per promuovere la lettura dei libri, ma la invitiamo anche a leggerne qualcuno ogni tanto. Segnatamente quelli di geografia, così da evitare in futuro ulteriori scivoloni.
Il fatto è che in questo periodo il sindaco Carancini è preso da ben altri pensieri e non vigila come dovrebbe. Si dà il caso infatti che il presidente della provincia Pettinari abbia indetto le elezioni per il rinnovo dell’ente per il 28 di agosto. Ciò significa che entro la prima settimana di quel mese devono essere definite le candidature e chiuse le liste. Carancini, se con un occhio frigge il pesce, con l’altro controlla il gatto. Nel senso che pur essendo preso dalla mondanità delle serate alle prime dello Sferisterio, un pensierino alla futura presidenza della Provincia lo sta facendo ancora. Della sua agitazione in questo senso, avevamo parlato in un’altra occasione. In seguito gli avevo personalmente chiesto di rispondere ad alcune domande in proposito. Carancini all’inizio mi aveva dato la massima disponibilità, poi, all’improvviso non si è fatto più sentire. Non nascondo di aver pensato ad gesto di scortesia nei confronti miei e del giornale, ma quando ho visto le cose con più distacco e maggiore lucidità ho capito meglio il tutto e, in tutta onestà, mi sono ricreduto. Cosa era successo? E’ accaduto che il 23 di giugno (giorno tra l’altro del mio ultimo contatto con Romano) a Carancini il PD ha dato l’avviso di cacciata. Pubblico. Perentorio. Inappellabile. Lo ha fatto Maurizio Saiu, componente del direttivo comunale tramite un comunicato stampa, ma risultava chiaro a tutti che dietro di lui vi fosse in realtà la voce del padrone. Padrone che con altre, più misurate parole aveva già escluso un’eventuale candidatura di Carancini, motivandola con il fatto che Macerata città avesse già un parlamentare in carica. Il sindaco del capoluogo, a questo punto, ha capito la gravità del messaggio e si è ritirato in buon ordine nelle sue stanze. Quindi, di frac vestito, si è dedicato anima e corpo alla stagione lirica staccando la spina con la politica e con il suo partito. Però siccome è uomo che difficilmente si arrende e men che meno si fa comandare a bacchetta dal primo capetto che passa, un pensiero alla presidenza della Provincia lo sta facendo ancora. Tra un Otello e una Norma prova a prendere tutte le misure possibili valutando i pro e considerando i contro. In realtà le opzioni sono solo due: obbedir tacendo agli ordini impartiti dal “Comitato Centrale”, oppure rompere definitivamente con il Partito Democratico e bruciarsi alle spalle ogni nave.
Nel primo caso avrà garantita per il 2020 una candidatura al Consiglio Regionale e, con essa, molto verosimilmente anche una sicura elezione. Se invece dovesse consumare un irreparabile strappo con il PD, tutto per lui, sin da domani, diventerebbe incerto e precario.
Sbaglierebbe però chi pensasse alla strada più comoda e più indolore. Carancini dà il meglio di sé nei momenti di maggiore difficoltà. Le sfide impossibili lo attraggono e lo esaltano. E, come ha ampiamente dimostrato in passato, queste sfide le ha vinte ogni volta.
Con lui non c’è niente di scontato e di prevedibile, se non che i giorni passano e una decisione, prima o poi, la dovrà prendere.
Stavolta Hic Rhodus, hic salta …
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