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Politica Treia

Approvata la Legge sui piccoli comuni, il Sindaco di Treia: "Un passo fondamentale per l’Italia intera"

Approvata la Legge sui piccoli comuni, il Sindaco di Treia: "Un passo fondamentale per l’Italia intera"

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa del Sindaco di Treia Franco Capponi

"E’senza dubbio una notizia positiva l’approvazione, a larga maggioranza, della Legge sui piccoli comuni - che ha iniziato il suo percorso alla Camera con un progetto a prima firma di Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola – e che rappresenta un passo fondamentale non solo per i tanti piccoli borghi che punteggiano il Paese, ma per l’Italia intera.

Legge che corona l’impegno quasi ventennale di Legambiente e quello di Realacci (che presentò la prima proposta nel 2001), e riconosce l’importanza, per l’identità e per il futuro dell’Italia, dei tanti piccoli comuni dove passato, presente e futuro si incontrano: la storia, la cultura, la manifattura, l’innovazione, la qualità della vita e la bellezza per cui l’Italia è apprezzata nel mondo hanno infatti lì le loro radici. Questa legge, inoltre, sarà importantissima in particolare per i comuni colpiti dal terremoto, che sono quasi tutti piccoli centri, cui darà un contributo ulteriore per una ricostruzione fatta di qualità e sostenibilità.

Questo è un “piccolo grande Orgoglio” anche per l’importanza del Festival di Symbola che si svolge da anni nella Città di Treia, perché proprio qui alcuni anni fa ci fu un forte impulso all’accelerazione dell’iter legislativo e che vide il Presidente Realacci raccogliere la sollecitazione e rinnovare l’impegno dopo lo stop di un decennio dalla prima proposta presentata da Legambiente e dallo stesso Realacci nel 2001. Il Comune di Treia non rientra tra i piccoli comuni, dal momento che la definizione riguarda i Comuni con meno di 5.000 abitanti, ma tutti siamo convinti che la dimensione demografica non è un difetto; lo sono invece, lo spopolamento e il calo di offerta di lavoro e reddito per i cittadini che qui abitano.

Ma lo spopolamento non è una sorte ineluttabile. Con l’approvazione di questa legge finalmente si sancisce la specificità dei piccoli Comuni, si fissa il principio basilare che questi centri hanno bisogno di politiche differenziate e di sostegno specifico rispetto alle loro peculiarità. E si mette a segno un passo fondamentale per invertire la tendenza.

Anche l’Anci, acronimo di Associazione dei Comuni Italiani, ha lanciato durante i lavori dell’Assemblea del 30 giugno a San Benedetto del Tronto “l’agenda controesodo” che ricomprende circa 5.591 su 8003 e rappresentano il 69,9% dei Comuni italiani.Questi occupano il 54% del territorio nazionale, e sono il luogo in cui vivono 11 milioni di persone. Dal 1971 al 2015 in quasi 2.000 piccoli Comuni la popolazione è diminuita di più del 20%. E in più di tremila comuni si riscontrano problemi gravi legati allo spopolamento.

Un’inversione di tendenza, anche sulla base di un’analisi statistica condotta da Anci, è però possibile: 581 piccoli Comuni hanno fatto registrare un trend demografico positivo del 9 per cento circa tra il 2008 e il 2015. Dove si registra questo “controesodo” il reddito imponibile medio cresce più velocemente. Per consolidare questa controtendenza, occorre “un finanziamento stabile, un bando destinato alle aree interne, sul modello del bando periferie, in sintesi serve uno strumento di sviluppo affidato ai Comuni”.

In qualità di vice Presidente del GAL Sibilla ritengo fondamentale anche l’utilizzo di risorse comunitarie in una logica sempre più pregnante della cooperazione e collaborazione tra territori e tra piccoli comuni come la proposta dei P.I.L. (Piani Integrati Locali). Di contro non credo sia limitante oggi la “dimensione” del Comune,  ma gli elementi che possono fare la differenza vanno colti negli stimoli che questa Legge offre,  e soprattutto nelle strategie che le politiche che il Paese saprà offrire e prospettare alle Comunità sempre più impegnate nello sviluppo di “un’economia, sostenibile e Circolare”, nella salvaguardia della Biodiversità e nello sfruttamento delle risorse naturali quali il bosco, l’energia rinnovabile e  le produzione agroalimentari di qualità e veramente biologiche."

 

 

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