Sanità, la Cisl all'attacco: "Bisogna riformare il sistema dell'AV3"
La Cisl provinciale questa mattina in conferenza stampa ha presentato un'analisi dei dati sulla sanità dell'Area Vasta 3 mettendo in luce tre problematiche di assoluta priorità: il piano ferie e la carenza di personale, la mobilità passiva e, come terzo punto, la riconversione dei piccoli ospedali nei cosiddetti Ospedali di Comunità.
La Cisl ha riavviato il confronto con l’AV3 e vorrebbe che il prossimo incontro sia di fronte ad un tavolo ricco di contenuti e di linee guida per entrare nel merito dei problemi sollevati, rafforzando la qualità di tale confronto in cui tutti i diretti interessati (personale medico, sindacati, istituzioni) possano collaborare per risolvere le questioni.
Per ciò che concerne il piano ferie, anche quest’anno, come tutti gli anni nel periodo estivo, ci si trova ad affrontare l’emergenza della carenza di personale, come se le ferie fossero un evento non programmato e che l’unica soluzione sia l’accorpamento del personale, la chiusura delle sale operatorie dall'1 agosto all’11 settembre e, quindi, disservizi per gli utenti. Eppure, come spesso si è detto, la malattia non va in vacanza. Così da una parte, i pazienti che hanno bisogno di cure devono rivolgersi ad altre strutture, dall’altro lato il personale che rimane a lavoro si sobbarca dei turni altrui, spesso diminuendo il riposo. Tutto ciò porta ad un peggioramento delle condizioni di lavoro e della qualità dei servizi offerti. Ancora più pressante è la situazione in una città come Civitanova, in cui la popolazione durante il periodo estivo raddoppia e il personale si dimezza, il pronto soccorso si affolla, i reparti esplodono e la nuova ala rimane ancora chiusa per motivi ancora non chiari.
Un altro problema riguarda i lunghi tempi di attesa sia per le prestazioni specialistiche ambulatorie e diagnostiche sia per i ricoveri. Spesso i pazienti di fronte a mesi e mesi di attesa per accedere al servizio decidono di rivolgersi altrove e andare fuori regione. Di questo problema se ne è parlato tanto in campagna elettorale, ma sembra che sia stata solo una propaganda per accaparrarsi i voti piuttosto che una reale motivazione a risolverli. Il DGr 808/15, cioè il piano regionale per il governo dei tempi di attesa, prevede una serie azioni per garantire i tempi massimi di attesa previsti dal piano nazionale al 90% dei richiedenti. Quest’obiettivo doveva essere raggiunto entro il 30 aprile del 2016, ma il confronto sullo stato dell’attuazione del programma non c’è mai stato e la percezione è che non si sia risolto nulla.
Altra data da ricordare è quella del 31 dicembre 2016, termine ultimo per la riconversione in Ospedali di Comunità per i centri di Tolentino, Recanati, Treia e Matelica. Una operazione di per sé positiva ma che pone dei quesiti ai quali la Cisl vorrebbe una risposta dalla direzione dell’AV3. Dovrebbero, inoltre, essere attivate almeno tre Case della Salute di tipo A, per assicurare le cure primarie e l’assistenza territoriale, ma non si sa dove verranno realizzate, in che tempi e con quali servizi. Gli ospedali riconvertiti invece avranno tra le varie funzioni quelle di occuparsi dell’erogazione delle cure intermedie e di garantire l’assistenza notturna, senza però un vero piano di organizzazione.
Dall’analisi della CISL ne risulta una sanità malata che deve essere rifondata, non solo nelle parole ma soprattutto nei fatti. L’Area Vasta 3 è in un momento critico, c’è bisogno dell’apporto di tutti per migliorare sia la qualità dei servizi per i pazienti sia per i lavoratori, questo è il messaggio emerso.
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