Cena-spettacolo nella serata di ieri al “Bolina” di Civitanova Marche per inaugurare la stagione autunno/inverno e presentare così il nuovo menù del locale. All’evento erano presenti diversi imprenditori calzaturieri, l’“AB Corse” e la “squadra corse Maserati” con la quale l’amministratore del locale, Enrico Vallesi, collabora già da diverso tempo.
Nel rinnovato locale si può ammirare una grande vetrina all’interno della quale - di giorno in giorno - verrà “esposto” il pescato. Il cliente avrà così modo di scegliere quello che preferisce mangiare perché, come sottolineato da Vallesi “sono l’occhio ed il cervello che comandano la fame quindi se il cliente può vedere cosa andrà a mangiare ha più facilità di scelta”.
“Non credo in una cucina elaborata - ha aggiunto -. Grazie alla vetrina posso vedere il pesce e scegliere io quello che preferisco. Poi c’è anche il fattore cameriere, anche lui deve invogliare ed indirizzare il cliente verso la scelta di un piatto piuttosto che di un altro”.
Inoltre l’amministratore ci tiene a menzionare la collaborazione con il pastificio artigianale “Pasta di Aldo” di Monte San Giusto: "Al Bolina ci sarà anche la possibilità di acquistare i loro prodotti" dice.
La serata è stata animata dal Dj Ezio Mancini e dall’artista Giampaolo Carli. Il locale proporrà diverse appuntamenti mensili con l'intrattenimento, curati tra gli altri anche da Radio Arancia.
Altra collaborazione in atto è quella con l’app “Winelivery”. L’applicazione, ideata da due giovani, permette la consegna a domicilio di bevande e, visto il periodo che stiamo vivendo, Vallesi ha deciso di aderire all'iniziativa in quanto la ritiene un modo per espandere gli orizzonti del 'Bolina'.
“C’è bisogno di collaborazione anche con gli altri locali o ristoranti per aumentare l’imprenditoria turistica – sottolinea - . Credo fortemente nel progetto che sto portando avanti e so cosa voglio per il domani, ma ho timore di cosa succederà e di sicuro le restrizioni non aiutano”.
FATTORE COVID-19 - "Chiudere a mezzanotte durante la settimana è abbastanza facile ma il problema resta per il weekend, per questo secondo me ci sarebbe da puntare su un aspetto diverso dalla classica cena - aggiunge Vallesi -. Dovremmo anticipare il servizio sfruttando l’apericena con intrattenimento - precisa -, così si inizia prima, verso le 19, e poi si sceglie se cenare o meno".
Il problema, comparirà in caso di chiusura anticipata alle 22. In quel caso si dovrà fare affidamento sul pranzo e sull’asporto che però viene definito "più una fonte di stress che di guadagno".
(Foto di Lucia Montecchiari)
Si è appena conclusa la fiera dedicata al turismo TTG Travel Experience a cui il Comune di Sarnano ha partecipato con due desk, uno all’interno dello stand della Regione Marche e l’altro nello stand di Itermar, tour operator leader italiano nell’ambito dei viaggi di gruppo.
"Torniamo a casa soddisfatti" commenta il Sindaco Luca Piergentili, presente in fiera insieme al Vicesindaco Franco Ceregioli e all’Assessore Stefania Innamorati. "ill TTG è una fiera B2B rivolta soprattutto agli operatori di settore: un’occasione preziosa per conoscere i trend, approfondire le esigenze dei diversi target e raccogliere contatti che daranno vita a nuove collaborazioni, come quella con Itermar, che sta già commercializzando pacchetti che includono Sarnano, le Terme e le proposte outdoor estive e invernali».
"Ancora una volta abbiamo riscontrato un forte interesse verso l’offerta turistica del nostro territorio, con una predilezione per il turismo esperienziale, in particolare per il benessere, gli itinerari enogastronomici e le attività outdoor" continua il Vicesindaco Franco Ceregioli. "Nell’ultimo anno abbiamo investito molto in questo cluster e l’esperienza fieristica appena conclusa ci conferma la validità della strada intrapresa. Inoltre, rinnoviamo il nostro impegno ad agevolare il dialogo tra gli operatori economici sarnanesi e i grandi tour operator per progettare e vendere prodotti sempre più attrattivi per i diversi target".
Definiti i quattro appuntamenti della trentottesima edizione della Rassegna di Nuova Musica firmata dal direttore artistico Gianluca Gentili. Dal 20 al 23 ottobre 2020 quattro concerti, con inizio alle 21.15, animeranno la vita cittadina con proposte di assoluto interesse che si auspica confermino, sebbene con le limitazioni imposte dall'emergenza COVID, il successo dell’edizione 2019.
Ancora una volta, attraverso la Rassegna di Nuova Musica, a Macerata si incontreranno alcuni dei più importanti esecutori e compositori della scena contemporanea internazionale. La Rassegna è stata presentata questa mattina nel corso di una confrenza stampa alla Sala castigliani della Biblioteca Mozzi Borgetti alla quale hanno partecipato l’assessore alla Cultura Katuscia Cassetta, Gianluca Gentili direttore artistico della rassegna, Carlo Maria Pesaresi, presidente FORM, Fabio Tiberi, direttore artistico FORM e Pamela Lattanzi, docente Unimc delegata all'orientamento.
“Credo che noi non dobbiamo agire ad un solo livello, in un solo modo, ma in tutti i modi che la nostra energia ci permette. [...] Invece di tentare di trovare il 'modo giusto' o il 'modo migliore' e di discutere all'infinito dobbiamo utilizzare tutti i modi che ci vengono in mente".
Con queste parole di John Cage - è intervenuta l’assessore alla Cultura Katuscia Cassetta - mi fa piacere introdurre il mio intervento. Sono felice di essere presente oggi in veste di assessore alla Cultura della città di Macerata, che oggi presenta la 38. rassegna di Nuova musica la cui storia risale al lontano 1983 grazie all'intuito di un nostro importante ed illustre concittadino, Stefano Scodanibbio che per primo ha avuto la capacità di proiettare verso il futuro la nostra città attraverso una rassegna di musica sperimentale che ha accolto negli anni illustri musicisti e compositori. Tale scelta ha permesso alla nostra città di inserirsi in un contesto internazionale e dare lustro a tutta la comunità ed ai giovani musicisti. Siamo pertanto felici come amministrazione di continuare su questa lunghezza d'onda che ha fatto di Macerata il punto di riferimento della cultura musicale internazionale, non solo con l'importante Macerata Opera Festival ma anche attraverso nuove forme di espressione musicale in un festoso clima di dialogo culturale. Una sperimentazione che come aveva intuito Jonh Cage, sapientemente inserito nel programma, va verso un'estetica che va contro ogni aspettativa ed accostamenti improbabili ma alla ricerca di una serenità profonda, "cambiare significa allontanare la mente di pregiudizi e renderla disponibile ad esperienze diverse da ciò che ha imparato ed accettato acriticamente" affermava. Un cambiamento allegro il suo, non sovversivo fonte di ispirazione per le odierne avanguardie.Nella speranza e con l'augurio che le energie di tutti vengano in aiuto per vivere un momento presente difficile e complicato, ringrazio tutti e auguro a tutti buon lavoro!”
“Alle musiche, e a volte anche alla presenza in città, degli ormai leggendari compositori del ‘900 (Cage, Ligeti, Berio, Xenakis, Riley, Reich solo per fare qualche nome – ha sottolineato il direttore artistico Gianluca Gentili illustrando il programma – la Rassegna ha sempre affiancato quelle di giovani compositori i quali hanno la possibilità di presentare nel nostro festival lavori innovativi e di ricerca. Il proposito di condividere questa ricchezza di linguaggi è centrale nel nostro progetto artistico e la presenza crescente di giovani e studenti ai nostri concerti, e in generale l’interesse che suscitano i nostri programmi, ci fa pensare che ci stiamo muovendo nella giusta direzione.”
“Da sempre la FORM, - ha detto il presidente della Forma Carlo Maria Pesaresi – oltre ad essere protagonista nel mondo della musica sinfonica e lirica ha cercato strade che guardano alla contaminazione e alla contemporaneità e l’ha trovate nella Rassegna Nuova Musica. Con gioia sono qua per rendere omaggio al compositore Stefano Scodanibbio e a Macerata, una città che ci è stata vicina e con la quale abbiamo un rapporto positivo.”
A portare i saluti del Rettore dell’Università di Macerata, Pamela Lattanzi docente Unimc delegata all'orientamento: “Sono qui per manifestare e testimoniare l’apprezzamento per la collaborazione con la Rassegna Nuova Musica, un’iniziativa che, da alcuni anni a questa parte, abbiamo condiviso e che va a impreziosire la serie di attività culturali dedicata ai nostri ragazzi. Negli anni scorsi sono stati organizzati alcuni laboratori molto utili per la loro crescita futura ma al momento attuale, a causa delle’emergenza sanitaria, non abbiamo potuto proseguire su questa strada. Non appena possibile riprenderemo i contatti e rafforzeremo questa collaborazione.”
Il concerto inaugurale del festival, martedì 20 ottobre al Teatro Lauro Rossi, è affidato all'Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta da Stefano Pecci e al pianista Fabrizio Ottaviucci. Il programma mette in relazione le musiche di due compositori “storici” della musica moderna e contemporanea: Erik Satie e John Cage.
Sebbene di due generazioni diverse, Satie ha sempre rappresentato per Cage una grande fonte di ispirazione e diverse sue opere derivano dalla sua profonda conoscenza del compositore francese. Partendo da due brani per pianoforte di John Cage, Mysterius Adventure e In A Landscape, l'orchestra eseguirà tre inedite trascrizioni delle celebri Gnossiennes di Satie. A seguire l'esecuzione di 4'33'' l'opera forse più famosa e discussa del compositore americano e, sempre dello stesso compositore, la breve Suite for Toy Piano, una delle rarissime composizioni scritte per pianoforte giocattolo. Ultimo brano in programma Cinéma (Entr’acte symponique de “Relâche”) di Erik Satie affiancato dalla proiezione del film Entr'acte di René Clair.
Secondo appuntamento mercoledì 21 ottobre – sempre al Lauro Rossi - Elio Martusciello e Massimo Pupillo, due dei musicisti più colti e noti della musica “entra-ordinaria” italiana presenteranno un loro progetto originale per il nostro festival: Re-Genesis. Un concerto di musica elettronica definito dagli stessi autori “opera di ricostruzione e invenzione”.
Lo String quartet n.9 del compositore austriaco Georg Friedrich Haas sarà la musica che il Quartetto Maurice (già ospite di altre edizioni della Rassegna) eseguirà la sera di giovedì 22 ottobre sempre in teatro. Il concerto verrà eseguito interamente al buio mettendo così in relazione il suono puro e la sua percezione. Il quartetto è composto da: Georgia Privitera e Laura Bertolino, violino, Francesco Vernero, viola e Aline Privitera, violoncello
Per concludere questo primo ciclo di concerti, venerdì 23 ottobre, la Rassegna si sposta negli spazi dell’Asilo Ricci dove il contrabbassista Giacomo Piermatti eseguirà la versione integrale di Voyage That Never Ends di Stefano Scodanibbio. Un onore per il festival omaggiare ancora una volta il suo fondatore nei locali della Scuola Civica di Musica che porta il suo nome.
La 38. Rassegna di Nuova Musica è realizzata con il contributo del Comune di Macerata e con il supporto logistico/organizzativo dell’Associazione Arena Sferisterio. Si avvale della collaborazione dell’UNIMC e dell’Accademia di Belle Arti di Macerata. Importante presenza è inoltre quella dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana con la quale il Festival ha realizzato negli ultimi anni numerosi progetti originali.
I biglietti, che hanno un costo di 5 euro (intero) e 3 euro (ridotto), non potranno essere acquistati direttamente al Teatro Lauro Rossi o all’Auditorium Asilo Ricci ma saranno venduti solamente in prevendita alla Biglietteria Sferisterio - piazza Mazzini, 10 a Macerata Tel. +39.0733 230735 boxoffice@sferisterio.it dal martedì a sabato dalle 9 alle 12 e i giorni di spettacolo dalle 17 alle 19.30 oppure sul circuito Vivaticket.
Considerato il limitato numeri di posti, si raccomanda l’acquisto del biglietto con anticipo.
Info: www.rassegnanuovamusica.it
È partito il conto alla rovescia: manca una settimana alla 38a edizione rievocativa della 1000 Miglia che arriva nel maceratese venerdì 23 ottobre.
Ai nastri di partenza, dalla tradizionale rampa di Viale Venezia a Brescia, alle ore 14 di giovedì 22 ottobre si lanceranno nella sfida vetture storiche, tutte del periodo 1927-1957 che caratterizzò le edizioni di velocità, ed equipaggi agguerriti determinati a vincere una corsa epica.
Sono mille ottocento i chilometri da percorrere in quattro giorni, dal 22 al 25 ottobre, e le Marche saranno attraversate nella seconda tappa da Cervia-Milano Marittima a Roma.
I colori autunnali di cui si è ammantata la provincia di Macerata faranno eccezionalmente da sfondo venerdì prossimo alla carovana costituita da quattrocento splendide auto e dieci mezzi militari storici, preceduti in avanscoperta dalle cento supercar del Tribute Ferrari e dalle trenta del Tribute Mercedes.
Entreranno nel maceratese, dopo il controllo orario a Fabriano, nella tarda mattinata di venerdì 23 ottobre lungo la Strada Provinciale 256 Muccese da Matelica a Castelraimondo dove prenderanno la Strada Provinciale 361 Septempedana da San Severino fino a Passo di Treia per poi salire da Rotelli a Macerata, unico centro storico della provincia ad essere attraversato dalla 1000 Miglia, attesa in città dalle 12.30.
Il percorso proseguirà fino a Piediripa, per risalire lungo la provinciale 33 da Corridonia a Monte San Giusto, e oltre fino alla provincia di Fermo.
Un protocollo preciso e puntuale è stato messo a punto a tutela della sicurezza e della salute di chi parteciperà, a qualunque titolo, alla manifestazione. Tutte le informazioni in merito sono sul sito ufficiale alla sezione #covidsafe, al link https://1000miglia.it/covidsafe/. Le linee guida di contrasto e contenimento della diffusione del Covid-19 sono state studiate per consentire di godere a pieno di un evento leggendario, che narra storie di uomini e auto le cui gesta riecheggiano ancora in un territorio appassionato all'automobilismo sportivo e storico come quello maceratese e che non mancheranno di stupire e conquistare anche quest'anno.
Con l’autunno torna puntuale la fiera di Santa Camilla, domani (sabato) a Camerino. Si sposta, dunque, il mercato settimanale che non sarà nel quartiere Vallicelle, ma le bancarelle saranno tutte posizionate nell’area della fiera, in viale Giacomo Leopardi, dalle ore 8 alle ore 15.
Saranno presenti dolciumi, banchi alimentari e non, frutta e verdura. “In un anno particolare come questo, anche l’organizzazione di una fiera richiede più impegno – spiega il sindaco Sandro Sborgia – Abbiamo, però, cercato di fare il possibile per mantenere o riportare in città quelli che sono appuntamenti che avvicinano quanto più possibile alla normalità. Ringrazio per questo anche la Polizia municipale che si è adoperata affinchè pure quest’anno si possa vivere la fiera di Santa Camilla”.
L’entrata alla fiera sarà contingentato e potrà essere effettuato esclusivamente con l’utilizzo delle mascherine. Si raccomanda il rispetto della normativa COVID.
L'Assessorato al Welfare di Civitanova Marche in collaborazione con la società ATAC farmacie comunali, in occasione di Ottobre rosa, mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno, ha organizzato e promosso una videoconferenza sulla corretta alimentazione.
La videoconferenza dal titolo“La corretta alimentazione nella cura e prevenzione del cancro”, sarà trasmessa il 19 ottobre ore 21 in diretta dal sito istituzionale del Comune ed inoltre sarà possibile porre alcune domande al relatore.
"Nonostante le restrizioni e le accortezze necessarie legate al periodo che stiamo vivendo - dichiara l'Assessore Barbara Capponi - nel programma "Civitanova città con l'infanzia" , è costante il lavoro dell'assessorato alle politiche sociali sia sul campo che in un'ottica di prevenzione concreta per la salute psicofisica dei cittadini. Nasce quindi da questa volontà l'idea e in occasione sia del mese della prevenzione sul tumore che della presenza della farmacia oncologica nella nostra Città, di creare un momento a più voci, che racconti l'aspetto dell' alimentazione sia in prevenzione che durante la malattia oncologica, sia di raccontare il lavoro che istituzioni e terzo settore svolgono autonomamente e in rete a Civitanova su questo fronte. Ringrazio tutti coloro che con entusiasmo hanno permesso e reso possibile in un momento così complicato il mettere in piedi questo evento”.
La relatrice dell’evento sarà la Dott.ssa Edy Virgili, biologa nutrizionista specializzata in scienza nell’alimentazione e master in oncologia integrata che tratterà la prevenzione oncologica attraverso l’alimentazione.
All’evento interverrà il Dott. Giovanni Benedetti, Direttore UOC Oncologia Medica, Ospedale di Civitanova Marche, che illustrerà i rapporti conosciuti tra alimentazione e tumori. Questo evento è stato fortemente voluto perché un’alimentazione varia ed equilibrata è alla base di una vita in salute indicata per tutte le fasce di età.I tumori purtroppo sono sempre più frequenti e molti di essi sono strettamente legati anche ad una scorretta alimentazione e quindi ad abitudini sbagliate. Recenti studi dimostrano che un cospicuo consumo di certi cibi, svolge un’azione chiave nella riduzione del rischio del cancro.
Non solo alcuni alimenti possiedono infatti la capacità di influenzare e sopprimerne lo sviluppo, ma addirittura contribuiscono a rafforzare le terapie di chemio e radioterapia negli stadi successivi. Grazie ad un’alimentazione più consapevole sarebbe dunque possibile ridurre l’incidenza media dei tumori nel modo più semplice e naturale, cioè integrando nella propria dieta preziosi cibi ed adattando le combinazioni alle esigenze di ogni singolo individuo.
La curiosità è quello “che ci permette di capire come fare bene al mondo”: le parole di Giulia Maria Crespi, la straordinaria fondatrice del FAI da poco scomparsa, ispirano l’edizione 2020 delle Giornate Fai d’Autunno, che nella provincia di Macerata prevedono aperture nel capoluogo, a Cingoli e a Recanati e che si propongono come un momento di scoperta e, appunto, di curiosità per tornare a vivere un’esperienza di normalità, nonostante il COVID, durante la quale ci si potrà sorprendere meravigliare, imparare qualcosa di nuovo come sempre negli eventi del FAI. Interessantissime le aperture che attendono i visitatori nei due weekend dedicati alle Giornate Fai d’Autunno, ovvero i fine settimana del 17, 18 e 24 e 25 di ottobre.
Nel capoluogo, la Delegazione FAI di Macerata, con supporto dei volontari del FAI Giovani, nascente gruppo in seno all’Università, accoglierà il 17, 18, 24 25 ottobre (ore 10.00-13.00 e 14.30-18.00) i visitatori all’interno dell’Istituto di Medicina Legale, del Museo della Goliardia e dell’Aula Sacrestia, gioielli del Dipartimento di Giurisprudenza (Piaggia dell’Università, Macerata). Questa apertura è stata scelta dal FAI nazionale come chicca dell’edizione marchigiana delle Giornate Fai d’autunno. L’Istituto di Medicina legale conserva infatti una serie di straordinarie ceroplastiche anatomiche dell’Ottocento e pregevoli cartapeste anatomiche di manifattura francese di metà Ottocento. Dello stesso periodo anche l’Atlante anatomico in folio, dipinto a mano conservato nell’Istituto e reso per la prima volta accessibile a un pubblico di non addetti ai lavori. Di straordinario valore documentario e di toccante umanità è il materiale inedito custodito nell’archivio dell’Ateneo maceratese relativo alle indagini medico-legali condotte da Attilio Ascarelli sulle 335 salme dei martiri delle Fosse Ardeatine. Si tratta di verbali scritti a mano, dattiloscritti, biografie di circa 230 martiri, materiale fotografico e le famose liste del questione Caruso. Un vero tesoro, quest’ultimo, di estrema rilevanza per gli studiosi e di interesse per la collettività sensibile al tema della Memoria. Le guide turistiche delle Marche, Daniela Perroni e Patrizia Molinari, da sempre al fianco del FAI, guideranno i visitatori anche alla scoperta dell’aula Sacrestia e delle tradizioni goliardiche che hanno caratterizzato nei secoli la vita studentesca.
Imperdibile anche l’apertura di palazzo Castiglioni, a Cingoli (solo 17 e 18 ottobre ore 10-13 e 14.30-18.00), in cui per la prima volta la famiglia proprietaria di questo bene privato metterà generosamente a disposizione dei visitatori gli appartamenti privati del piano nobile del palazzo, svelando un gioiello inestimabile, in cui nacque e trascorse la sua giovinezza il pontefice Pio VIII, al secolo Francesco Saverio Castiglioni (1761-1830), asceso al soglio il 5 aprile 1829. Dimora del marchese Francesco Saverio Castiglioni, il palazzo fu eretto alla fine del XVII secolo. la sua costruzione è conseguente all'unificazione di due fabbricati contigui. la facciata, arricchita da due eleganti portoni, presenta chiari riferimenti al gusto barocco. Gli interni, ben conservati, dischiudono ambienti di particolare pregio, come il salone della musica, con il soffitto impreziosito da cinque cupole affrescate. Le visite saranno a cura della guida turistica abilitata Simone Sgalla.
Altro luogo delle aperture delle GFA 2020 per la provincia di Macerata sarà Recanati, dove il Gruppo FAI della città aprirà la chiesa di Montemorello, risalente al 1249, dove il sommo poeta Giacomo Leopardi venne battezzato il 30 giugno 1798 essendo essa la chiesa parrocchiale della famiglia Leopardi. Il fonte battesimale del poeta è ancora presente, anche se rimaneggiato. Altri luoghi aperti a Recanati sono la Chiesa, il convento e l’orto dei Cappuccini, anch’essi a tutti gli effetti luoghi leopardiani visto che la prima cappella a destra è infatti la cappella gentilizia dei conti Leopardi e nel vasto orto del convento Giacomo bambino giocava insieme ai suoi fratelli e ai suoi cugini. Sempre nella città leopardiana sarà visitabile anche la Congregazione dei Nobili della Chiesa di San Vito, uno degli angoli di Recanati maggiormente carichi di storia. Nella “Congregatio Assuntae nobilium recinentium”, come si legge all’ingresso dell’oratorio, posto a destra di chi entra nella chiesa, un giovanissimo Giacomo (dal 1809 al 1814) per ben otto volte assunse il compito di commemorare i venerdì di Quaresima leggendo alcuni discorsi e ragionamenti composti per l’occasione. I presenti ascoltavano, in rispettoso silenzio, seduti sugli scranni posti ai lati dell’altare. Infine, a Recanati, non può mancare una sosta all’Orto sul Colle dell’Infinito, recente acquisizione del FAI nazionale, primo bene FAI aperto nelle Marche e visitabile nelle Giornate Fai d’autunno.
“Come tantissime realtà piccole e grandi del nostro Paese” – afferma la Capo Delegazione del Fai di Macerata Prof. Maria Paola Scialdone - “anche il FAI vive le difficoltà provocate dalla pandemia e questa edizione cerca approcci ancora più cauti alle visite, che non siano la consueta grande festa di piazza che sono sempre state le gloriose Giornate FAI di primavera e di autunno. Ma pur nelle restrizioni dettate dai protocolli della pandemia, grazie alla tenacia e alla passione della sua rete di volontari il FAI interrompe con questo evento il lunghissimo, forzato silenzio dei mesi passati in favore di una difesa del valore della cultura e della bellezza mettendo in atto una gestione delle visite consona ai difficilissimi tempi in cui viviamo, nella convinzione che visite in gruppi ristretti, con mascherina, in silenzio, a beni culturali in cui ci si sofferma senza toccare nulla, non possano essere più pericoloso di certe frequentazioni improprie che sono entrate nel costume quotidiano di alcuni”.
La visita ai luoghi sarà organizzata e gestita nel rigoroso rispetto dei protocolli COVID. Vista la limitazione del numero delle visite, è fortemente consigliata la prenotazione (anche se non è obbligatoria) all’indirizzo https://faiprenotazioni.fondoambiente.it. Potranno accedere alle visite anche i non prenotati e non iscritti al FAI presentandosi direttamente ai luoghi aperti. Tutti i visitatori saranno registrati al check in in gestito dalla Croce rossa, partner del FAI di questa edizione. Obbligatorio l’uso della mascherina. Possibilità di iscriversi in loco.
Una serata dedicata al musicista camerte Paolo Vinaccia quella di sabato 17 ottobre alle 21.30 all’Auditorium Benedetto XIII andrà in scena il primo Memorial Paolo Vinaccia “Racconti e Musica”. L'artista camerte scomparso il 5 luglio 2019 è stato per circa 40 anni promotore e testimonial nel mondo della città di Camerino, dell’Università di Camerino e dell’Italia intera.
Paolo Vinaccia nato a Camerino nel 1954, si era trasferito nel 1979 in Norvegia diventando uno degli artisti più apprezzati e affermati del jazz scandinavo. Tanti i concerti in tutto il mondo e le collaborazioni con tantissimi artisti come: Arild Andersen, Tommy Smith, Terje Rypdal, JonChristensen, Palle Mikkelborg, Bugge Wesseltoft, Nils PetterMolvær, Mike Mainieri, David Darling, Ferenc Snétberger, Daniele Di Bonaventura e molti altri.
Paolo Vinaccia ha dato il suo contributo artistico a più di 100 album, tra questi, i dischi ECM dal 2005 al 2018 sono considerati dei capolavori della storia della musica.
"Quando nel corso del Camerino Festival Paolo Fresu ha ricordato Paolo Vinaccia - confida l'assessore alla cultura Giovanna Sartori - mi sono venuti i brividi. Ho pensato a quanto la Città di Camerino sia legata al mondo dell'arte e della cultura e celebrare il ricordo di questo grande artista camerte ne è esempio concreto".
L'evento è incentrato su racconti e musiche di Marcello Cavallaro, Filippo Galassi, Gilberto Pambianchi, Lamberto Lugli, Valerio Napolioni, Stefano Pallotti, Roberto Bisello, Paolo del Papa, Luca Giardini, Maurizio Moscatelli.
La serata è organizzata dal Comune di Camerino, UNICAM, il "Centro per la Musica e le Arti figurative" di UNICAM e Musicamdo Jazz. L’ingresso è libero, prenotazione del posto: 331/2233904
Dal 14 al 16 ottobre il Comune di Sarnano partecipa al TTG Travel Experience di Rimini con due desk, uno all’interno dello stand della Regione Marche e l’altro nello stand di Itermar, tour operator leader italiano nell’ambito dei viaggi di gruppo.
Dopo l’intensa stagione estiva, Sarnano continua a lavorare per la promozione turistica del territorio partecipando alla prima fiera di settore dopo il lockdown.
«Abbiamo iniziato il 2020 con tre importanti appuntamenti fieristici a Milano, Zurigo e Padova, poi l’emergenza sanitaria ha stravolto gran parte dei programmi, ma, nonostante questo, durante l’estate Sarnano ha registrato un elevato numero di presenze» spiega il Sindaco Luca Piergentili. «Il Covid non fermerà il turismo, ma di sicuro lo ha già trasformato: essere qui al TTG di Rimini è importante proprio perché ci permette di capire cosa sta cambiando e come affrontare questo cambiamento. Già nella prima giornata di fiera abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con numerosi operatori del settore, conoscere le loro esigenze e le richieste dei diversi target, al fine di progettare un’offerta sempre più attrattiva e competitiva nel contesto attuale».
Per il Comune di Sarnano la partecipazione al TTG è solo una delle azioni di una strategia di promozione più ampia e articolata. «Il Comune sta agevolando il dialogo tra gli operatori turistici sarnanesi e importanti tour operator come Itermar, che ha selezionato e raccolto le proposte del nostro territorio, confezionando pacchetti differenziati per target» aggiunge il Vice Sindaco Franco Ceregili. «Queste offerte, già presenti nei cataloghi Itermar, riguardano sia la stagione invernale, con gli impianti sciistici e le altre attività legate alla neve, sia la bella stagione, con i percorsi per mountain bike, e-bike, bike enduro e down hill, gli itinerari trekking e la Via delle Cascate Perdute. Naturalmente, a completare l’offerta ci sono le Terme di Sarnano, attive tutto l’anno con le cure termali, i servizi per la salute e il benessere della persona e la nuova SPA che verrà presto aperta al pubblico».
Una grandissima pianista ha dato un’interpretazione unica, condotta con impeccabile tecnica ed un suono raffinato, e ha reso il primo concerto del Master Piano Festival 2020 un evento memorabile: Marcella Crudeli, torna a Tolentino dove, racconta prima dei bis, suonò il suo secondo concerto all’ età di 11 anni.
Domenica 11 ottobre al Politeama, la grande Artista ha proposto un programma decisamente importante: le Sonate di Cimarosa da lei stessa revisionate, la Sonata opus 109 di Beethoven e il suo amato Chopin con le Variazioni brillanti op. 12, l’Andante Spianato e grande Polacca brillante op. 22 e lo Scherzo op.31 n. 2.
Un pubblico attento ha goduto della musica che ha parlato direttamente ai cuori attraverso il fluire dei movimenti veloci, il cantare delle melodie, la forza imperiosa delle voci in progressione.
L’ alternanza di espressività e dinamismo a rigore polifonico, vibrazioni ritmiche e sonorità ricercate hanno reso il concerto un’esperienza indimenticabile e il pubblico, numeroso ma nel rispetto delle regole, ha dimostrato il suo entusiasmo con grandi applausi e standing ovation ripetute.
Considerata dalla critica internazionale uno dei più eminenti rappresentanti del concertismo italiano, Marcella Crudeli da anni svolge una consolidata e intensa carriera con concerti in oltre ottanta paesi. Si è esibita tanto come solista che come componente di importanti formazioni cameristiche, per conto dei maggiori enti concertistici (Piccola Scala di Milano, Wigmore Hall di Londra, Dalle Gaveau di Parigi, Teatro Real di Madrid, Chapelle du Bon Pasteur di Montreal, Accademia di S. Cecilia, Teatri Petruzzelli di Bari, Colon di Buenos Aires, Filarmoniche di S. Pietroburgo e Enescu di Bucarest, Sinfonica di Cape Town e molti altri) e radio televisivi e con le orchestre più prestigiose (Accademia S. Cecilia di Roma, Maggio Musicale Fiorentino, RAI di Torino, Scarlatti di Napoli, RadioTelevision Francaise, Kammerorchester di Amburgo, RIAS di Berlino, Teatro Verdi di Trieste, Sinfonica di Tel Aviv, Teatro Comunale di Genova, S. Carlo di Napoli, Sinfonica Siciliana, Taipei Metropolitan Symphony Orchestra, Orchestra Filarmonica di Bacau, Sinfoniche di Instanbul e di Brisbane e molte altre).
A conferma della posizione raggiunta in campo mondiale, le sono stati attribuiti diversi premi internazionali, tra i quali il Sagittario d’Oro, l’Adelaide Ristori, il Cimento d’Oro dell’Arte e della Cultura, il Palestrina, l’Europa, il Progetto Donna, il Francavilla, il Minerva, il Cimarosa, l’Oscar Capitolino e, per i suoi altissimi meriti artistici ed umanitari, ha inoltre ricevuto il premio Lions d’Oro e il Paul Harris tre rubini del Rotary International ed il premio “Una vita per lo strumento musicale”, conferitole dalla DISMA all’Università Bocconi di Milano. È stata nominata Professore Emerito al Sakuyo College a Tsuyama (1993).
In un momento come questo, l’atto stesso di fare musica, un atto artistico ma anche sociale, di partecipazione e condivisione di bellezza, rappresenta nutrimento dell’Anima e Marcella Crudeli, con grande generosità, ha realizzato una armonia attraverso la gioia della, musica.
Un concerto che rimarrà nei cuori di chi era presente e nella storia del Politeama e del Master Piano Festival.
Dal terremoto del Centro Italia alla pandemia di Sars-Cov-2 non ancora risolta, le Marche hanno attraversato un quinquennio di dure prove che ancora non si possono ritenere concluse. Questi i temi del nuovo libro di Daniele Salvi “La Post Regione”, edito da Il Lavoro Editoriale, che vedrà un ciclo di conferenze di presentazione e di dibattito sui temi caldi affrontati dal volume nei principali Comuni marchigiani a partire da giovedì 15 ottobre alle ore 21 a Corridonia nella sala consiliare del Comune, dov interverranno l’autore, Daniele Salvi, il Sindaco Paolo Cartechini, il Presidente del Consiglio Comunale Riccardo Vecchi e il Consigliere Comunale Mauro Vecchietti.
I riflessi generati dai grandi eventi, così come dalle tematiche e dai problemi più contingenti che investono la società e il territorio, si manifestano sotto vari aspetti e richiedono un’analisi capace, da un lato, di spaziare dagli aspetti socio-economici fino a quelli storico-culturali e, dall’altro, di proporre interventi di azione politica mirati alla risoluzione delle criticità.
“Il libro raccoglie una selezione di scritti redatti negli ultimi cinque anni durante i quali le Marche hanno incrociato sulla loro strada due eventi epocali - ha dichiarato Daniele Salvi -: il sisma del 2016/2017 e l’epidemia da Sars-Cov-2 colti dall’osservatorio della Presidenza del Consiglio regionale delle Marche e nello spazio temporale della X Legislatura regionale”.
“Il filo conduttore di queste pagine è rappresentato dalle Marche alle prese con uno dei passaggi più difficili della loro storia - aggiunge -, iniziato con la crisi economica del 2008. Cinque anni di vita sociale, economica e culturale delle Marche assumono i connotati di attori calati su una scena più ampi di quella regionale, reclamanti una dignità spesso negata, ma pur sempre e costantemente ambìta. La doppia ricostruzione delle Marche è la sfida incrociata dei prossimi anni, vincere la quale vuol dire risollevare un territorio e le sue comunità, ma anche contribuire in maniera formidabile al rilancio dell’intero Paese”.Daniele Salvi, Capo di Gabinetto della Presidenza del Consiglio regionale dal 2015 al 2020, propone una raccolta di suoi articoli pubblicati sui giornali, periodici, riviste e sulle testate informative del web offrendo uno spaccato multilivello su piccole e grandi questioni che, riconducibili spesso a scenari globali, europei o nazionali, hanno riguardato la società e le aree interne di una regione “resiliente per vocazione”.
“La Post Regione” è in definitiva un esercizio di analisi e d’immaginazione politica che vuol condividere con il lettore problemi e prospettive, criticità e speranze.
Prossimi incontri di presentazione e di confronto sui temi del libro “La post regione” di Daniele Salvi sono previsti per venerdì 16 ottobre alle ore 17,30 a Camerino all’Accademia della Musica “Franco Corelli” donata dalla Andrea Bocelli Foundation in località Fonti San Venanzio, dove sarà presente il Sindaco Sandro Sborgia, l’Assessore alla Cultura Giovanna Sartori e l'On. Alessia Morani Sottosegretario allo Sviluppo Economico.
Seguirà sabato17 ottobre l’incontro a Sassoferrato con il Sindaco Maurizio Greci, l’Avv. Paolo Tittarelli e la partecipazione del noto doppiatore e speaker televisivo Luca Violini che leggerà alcuni passi del libro.
Chiuderà il primi ciclo d’incontri sul tema l’appuntamento al Comune di Camerata Picena domenica 18 ottobre 2020 alle ore 17 nel Castello del Cassero alla presenza del Sindaco Davide Florini, il Prof Giancarlo Galeazzi e Luca Violini che leggerà alcuni brani del libro.
Tutti gli appuntamenti sono aperti al pubblico su prenotazione alla mail lapostregione@gmail.com o al tel. 3318910400.
Acrobazie narrative che toccano, letteralmente, ogni angolo del globo anzi, in alcuni frangenti si spingono anche oltre l’orizzonte conosciuto.
Questa forse è la miglior sintesi della performance di Federico Buffa, andata “in onda” ieri sera sul palco della Green Square di Macerata. Cronista, storyteller e soprattutto un “vecchio” amico del Festival Overtime; è difficile quanto inutile trovare una qualifica capace di inquadrare la figura di Buffa. Un personaggio non avvezzo al “posto fisso” ma più un cultore del “caos”, nella sua accezione positiva, che ha regalato all'Italia una pietra preziosa che culturalmente non aveva: l'epica sportiva.
Overtime nella sua quarta giornata ha registrato un “sold out” in tutti gli eventi proposti, un segnale forte soprattutto per gli organizzatori come ha fatto notare Michele Spagnuolo “quest’anno è stato molto duro per via della pandemia, è stato anche difficile mantenere gratuiti tutti gli eventi ma vedere piazze e sale piene ci dà un grande carica, non solo a me ma anche a tutti quelli che hanno lavorato dietro le quinte per far garantire il rispetto delle norme e il corretto svolgimento degli incontri”.
Il sabato della kermesse è proprio iniziato con “Colazione con l’autore” dove l’autore Luca Leone ha presentato il suo libro, insieme al fotografo Rossano Ronci, “Harlem – You Write The Rules” per passare poi a “MilanoTonaInCampo”, un progetto ideato da Filippo Solibello e illustrato insieme a Marco Ardemagni e Cesare Lapadula.
Dopo lo sport “raccontato” non è mancato quello praticato, ecco allora che i riflettori si sono accesi sul campo “Elia Longarini” di Villa Potenza per lo svolgimento del 4° Torneo Overtime Old Rugby – Memorial Elia Gaglione, La protagonista dell’ora di pranzo è stata proprio la palla ovale anche in Piazza della Libertà dove il rugbista Maxime Mbanda è stato insignito del premio etica sportiva dell’Ovetime Festival 2020.
E poi ancora libri, cultura e formazione con l’evento “Gli anni ’70 e ’80 del calcio italiano tra piazze e cortei”, caratterizzato dall’anteprima nazionale del libro “La gioia fa parecchio rumore” scritto da Sandro Bonvissuto, per passare all’opera “Le canaglie” di Angelo Carotenuto per finire con l’ultima fatica letteraria di Gigi Riva “Non dire addio ai sogni”.
In un periodo di stadi e palazzetti chiusi, un pezzetto della esilarante atmosfera che solo un impianto pieno potrebbe regalare, è stata portato sulla Green Square di Macerata da una vecchia conoscenza di Overtime. È tornato infatti “in campo” Cristiano Militello, con il suo “Cartelli d’Italia – il diario 2021/2021”, un libro che prende spunto dalla divertente rubrica “striscia lo striscione” una delle più simpatiche e attese all’inizio di ogni settimana dagli appassionati del tg satirico di Antonio Ricci.
“Anche a stadi chiusi ci sarà da divertirsi” assicura Militello, con al suo fianco il moderatore Nicola Calzaretta, che poi spiega la massima presente in copertina ‘anno nuovo stessa vita di merd*: “è quasi profetica – spiega - l’anno non è iniziato nel migliore dei modi a causa di questa emergenza sanitaria Da qui il senso del diario, il voler tornare alla normalità, sono oltre 400 foto, una per giorno, per i mesi che ci accompagneranno”.
Dopo tante risate e curiosità sparse in giro per lo stivale, il festival si è preso una breve pausa, giusto il tempo per far riempire nuovamente Piazza della Libertà e per creare il giusto clima di trepidante attesa per l’arrivo del “punteros” della serata.
Le luci si accendono sul palco posto nel cuore di Macerata e il sipario si alza su Federico Buffa che introdotto da Dario Ronzulli, si è preso subito la prima giusta dose di applausi dai presenti.
“Che tempi” è questo il tema della chiacchierata trai i due, a cominciare dai Mondiali di calcio capaci di scandire la vita di ogni persona: “Il calcio è l’unica lingua che tutto il mondo mastica con declinazioni diverse”.
Inizia con queste parole lo spettacolo di Buffa che poi prende per mano il pubblico portandolo a spasso per il mondo, lungo un percorso fatto di record, personaggi tanto indimenticabili quanto particolari e aneddoti sorprendenti.
Si parte da Pelè: “il più grande goleador della storia tanto che è difficile stabilire chi sia il secondo – sentenzia Buffa - Le cose che faceva lui con la palla le rifanno i grandi campione di adesso”. Una foto nitida che racconta una parte della storia campione brasiliano sulla quale proprio il narratore italiano sta scrivendo un libro.
“Secondo me una generazione corrisponde a 20 anni – spiega Federico Buffa – dal mio punto di vista i 4 evangelisti del calcio sono Di Stefano, Pelè, Cruijff e Maradona e lo spazio temporale che intercorre tra loro è proprio di 2 decenni quindi credo che sia un fatto fisiologico”
“I tempi della storia fanno un lavoro migliore di quello che potremmo fare noi – aggiunge – sono sicuro che ci sia una mistica del gioco che adesso sentiamo meno perché noi abbiamo già visto tutto ma quando si viveva in un tempo in cui non si poteva vedere niente la mistica dava un senso più forte a chi praticava sport”.
Il viaggio lo sport è continuato poi ha toccato altri mostri sacri del panorama sportivo mondiale come Mohamed Alì e Michel Jordan: “Uno sportivo non è solo quello che fa sul campo ma è soprattutto quello che fa fuori”. Un chiaro riferimento alla vita del pugile, di cui Buffa raccontato il suo incontro con uno dei suoi fratelli: “Dopo Alì lo sport è cambiato – sottolinea – gli atleti ora si tengono per sé le opinioni personali per ragioni di brand”.
Spazio poi ai personaggi che ha detta dello storyteller: “Sono stati mandati sulla terra per cambiare il gioco per sempre”. Il rifermento è allo statunitense Dick Fosbury, l’ingegnere che attraverso una personale valutazione aereodinamica è stato capace non solo di inventare il celebre salto ma anche di: “adattare sé stesso ad una visione che solo lui era in grado di comprendere”.
Lo sport diventa quindi una vera e propria “attività umana” oltre che un potente veicolo per trasmettere dei messaggi che cambiano o alla lunga o nell’immediato cambiano il mondo. Ecco allora che entra in scena un episodio di circa cinquant’anni fa, accaduto nello stadio Olimpico di Città del Messico dove i velocisti statunitensi Tommie Smith e John Carlos arrivarono primo e terzo nella finale dei 200 metri piani ai giochi Olimpici del '68. Dopo essere saliti sul podio per la premiazione Smith e Carlos ricevettero le medaglie, si girarono verso l’enorme bandiera a stelle e strisce appesa e aspettarono l’inizio dell’inno. Quando le note di "The Star-Spangled Banner risuonarono" nell'arena, i due atleti abbassarono la testa e alzarono un pugno chiuso, indossando dei guanti neri. “Il podio è un luogo di una potenza ineguagliabile” – dichiara Buffa – tant’è che l'influenza del gesto di Smith e Carlos è percepibile ancora oggi: ne è un esempio il caso dei giocatori afroamericani di football inginocchiati durante l’inno americano”.
Le acrobazie di narrazione epica di Buffa non dimenticano Nelson Mandela, che dopo gli anni di prigionia suggella l’unità del Sudafrica seguendo in tribuna la vittoria della Coppa del Mondo di Rugby nella storica finale di Johannesburg: “lo sport porta speranza dove nessun altro arriva”.
Il cammino di Buffa è giunto poi ai giorni nostri caratterizzati da un’emergenza sanitaria senza precedenti che rende lo sport “completamente innaturale – e precisa Buffa – in questo periodo sta sfuggendo la potenza che genera un evento sportivo, se continua così ci vorranno almeno un paio di anni per ridare una stagionalità al gioco”.
Focus poi sull’etimologia della parola sport derivante dal latino ex-porta ovvero “fuori dalle porte della città” chiarisce Federico Buffa: “E’ una parola che va oltre il suo significato originario. Lo sport non è solo divertimento ma è intrinseco nella nostra quotidianità – e incalza – credo sia un peccato enorme in Italia non insegnarlo a scuola sin dalle scuole elementari”.
Un ora di storie e spunti di riflessione, questo è quanto Buffa ha regalato alla gremita piazza di Macerata che ha ascolta ad occhi ed orecchie aperte tutta la sua “chiacchierata” che è terminata con un omaggio a quello da lui ritenuto il più grande atleta italiano di tutti i tempi: Pietro Mennea.
“Rappresenta quella figura nevrotica con in sé una componente eversiva - lo descrive – un peccato che se ne sia andato via troppo presto ma credo anche che gli Dei dello sport se lo siano ripreso così come successo con altri geni tipo George Best”.
Il pubblico oramai caldo tributa la meritata ovazione a Federico Buffa che terminato il suo viaggio si ferma ancora un po' sul palco, insieme a tutti i presenti, per godersi lo spettacolo del videomapping che fa calare uno scintillante sipario sulla penultima tappa di Overtime, rendendo ancora una volta più "green" la facciata della chiesa San Paolo.
Si terrà invece oggi l’ultimo appuntamento della decima edizione del Festival, alle 16,30 da “Vere Italie”, nell’affascinante cortile del Palazzo Floriani-Carradori di via Crescimbeni, con l’evento “La musica sconfigge solitudine e paura”.
Uomini da “record”, etica sportiva, ricerca e più di un pizzico di comicità. Sono stati questi gli ingredienti che hanno arricchito il Festival Overtime che, nella sua terza giornata, ha “schierato” sulla città Macerata undici eventi a iniziare da “La vita si suda”. Evento che ha celebrato lo sport paraolimpico, realizzato in collaborazione con il Dipartimento Dipendenze Patologiche Asur Marche Area Vasta 3, dove il protagonista è stato lo scalatore in carrozzina Luca Panichi fino ad arrivare” del nuovo corso di laurea “Diritto, Giustizia e Fiscalità dello Sport” dell’Università degli Studi di Macerata.
Dopo la ricca mattinata, i riflettori della kermesse si sono spostati sui palchi di Piazza della Libertà. Dopo l’anteprima nazionale delle 16 da Koiné con la presentazione del libro 1897 Juventus FC insieme l’autore Andrea De Benedetti e l’illustratore Osvaldo Casanova a cui ha fatto seguito un'altra opera “Qatar 2022. Un mistero mondiale. Petroldollari, rivoluzioni, calcio e tv. L’Emirato alla conquista del mondo” con l’autore Gianluca Mazzini e Valerio Calzolaio.
La scena della green sqaure è stata illuminata dall’evento “Corsa e cammini: amatori e professionisti a confronto” con Claudio Bagnasco, Gastone Breccia, Saverio Fattori, Marco Patucchi, Cesare Picco, Renato Vita e Simonetta Barucca; un momento promosso in collaborazione con Green Nordic Walking, Nordic Walking Atletica Avis Macerata, Nordic Walking Valli della Marca. A seguire la presentazione del volume: “Con la testa e con il cuore” con Alberto Cova, Dario Ricci, Nazareno Rocchetti e Gerardo De Vivo.
Nell’orario aperitivo a tenere banco è stata la presentazione della rinnovata Med Store Macerata, la squadra di pallavolo maschile prossima ad affrontare il campionato di Serie A3. Roster e staff tecnico si sono presentati alla città congiuntamente ai vertici societari condividendo con i presenti ambizioni e obiettivi in vista dell’“anomala” stagione che sta per partire.
Un prologo ideale che ha aperto le porte a uno degli ospiti di punta del Festival. Ecco che infatti ad entrare in “campo” è stato l’ex campione del Mondo Antonio Cabrini, accolto tra applausi e foto del pubblico che si è seduto sul palco posto nel cuore di Macerata insieme al giornalista Marco Ardemagli.
Storie mondiali, numeri da record e la poca confidenza con la panchina. Tutto questo è stato Cabrini che ha iniziato il suo racconto partendo dalla “inattesa” convocazione per il Mondiale del ’78 insieme a Paolo Rossi fino ad arrivare ai dolci ricordi del trionfo dell’ ’82. Una sorta di fotogallery della storia di calciatore che oltre a inanellare 74 presenze in maglia azzurra ha anche registrato diversi record: dai più noti come quello di difensore più prolifico della storia della nazionale (9 gol) fino a quelli più curiosi come quello di essere il primo giocatore italiano ad aver associato la sua immagine ad un marchio sportivo (dopo il mondiale ’78 è stato testimonial del marchio Kappa).
Una carriera vissuta e finita da assoluto protagonista: “avevo 30 anni e non ero al 100% della forma e quindi ho deciso di darmi una regolata – ha raccontato – e questo l’ho fatto non solo con la maglia della nazionale ma anche con Juventus e Bologna”.
Ecco un'altra “prima volta” di Cabrini, vale a dire quella di essere stato il primo giocatore ad essersi ritirato dalla nazionale annunicandolo con una conferenza stampa. Una specie di pioniere, quindi, che nel calcio di oggi è stato imitato da tante altre stelle del calcio nostrano ed europeo. “Il bell’Antonio” non è stato banale nemmeno quando ha raccontato dei mitici azzurri dell’’82: “eravamo molto screditati mediaticamente, ma eravamo un gruppo unito e forte che dopo una partenza stentata è stato capace di battere Brasile ed Argentina fino ad arrivare al trionfo finale ottenuto contro ogni pronostico”.
Un simpatico “scarica barile” sul rigore sbagliato nell’ultimo atto contro la Germania: “il rigorista designato era Antognoni che in quell’occasione era infortunato ed io ero il secondo in lista – spiega Cabrini – ma la colpa è di Paolo Rossi che quando avevo posizionato il pallone sul dischetto si è avvicinato dicendomi ‘ma te la senti?’ e così sbagliai, quindi prendetevela con lui”. Ha sentenziato sorridendo.
La piacevole chiacchierata si è poi conclusa con una panoramica sul mondo degli allenatori dove Antonio Cabrini ha avuto parole di elogio nei confronti di Giovanni Trapattoni, mister che ha avuto 10 anni alla Juventus: “Era molto intelligente e aveva un modo di allenare schietto e preciso – e aggiunge – dopo il mondiale dell’’82 mi sentivo un po' appagato ma lui è stato capace di darmi ancora delle motivazioni forti, facendomi scattare quella scintilla che mi ha permesso di rientrare tra i titolari e non uscirne più”.
La coinvolgente 24 ore di Overtime si è conclusa all’ora di cena con l’ultimo evento in agenda dal titolo “Perché mi avete invitato?”. Una domanda tanto curiosa quanto accattivante che però ha trovato la sua risposta nella coinvolgente comicità e simpatia di Pierfrancesco Diliberto in arte Pif. E’ stato infatti l’ex inviato delle Iene l’assoluto mattatore di fine serata insieme agli intervistatori d’eccezione, volti noti di tv e radio, Marco Ardemagni e Filippo Solibello.
“Dopo le gesta sportive di Cabrini arrivo ora io che ci azzecco poco con il festival, sono un po' uno tappabuchi insomma”. Pif ha esordito strappando subito una risata al pubblico di Overtime dopodiché ha esternato la sua poca confidenza con gli sport in generale: “Rappresento quelli che amano questo festival ma non amano lo sport” ha incalzato.
Ma di sportivi si è discusso eccome tant’è che Pif ha apertamente dichiaro il suo “amore” per Dino Zoff del quale ha raccontato il suo “primo incontro” in tv durante le sfide del mondiale ’82.
“Non so se c’è un Dio, ma so per certo che c’è Dino Zoff” così l’ha definito il vee-jay di Mtv che ha inoltre ripercorso il suo personalissimo momento di preghiera, quando proprio il portierone azzurro riuscì a disinnescare in due tempi il colpo di testa del brasiliano Oscar durante la sfida contro la nazionale carioca. Gara che finì 3 a 2 per l'Italia che così ottenne il pass per approdare alla semifinale del compionato del Mondo.
Non ha nascosto il suo approccio conflittuale con l’attività sportiva in generale raccontando inoltre qualche episodio tragicomico accaduto durante le partite di calcio a scopo benefico giocate tra artisti e il suo pessimo rapporto con la vela. Oltre a manifestare il suo lato autoironico, Pif per l'occasione ha anche presentato la sua ultima "fatica" letteraria ovvero "...che Dio perdona a tutti" che narra della storia del 35enne Arturo che si trova di fronte all'essere religiosi e cristiani nella vita quotidiana e che allo stesso tempo riflette sulle ipocrisie che a volte caratterizzano chi si professa tale. Un libro reso meno pesante dall'ironia di Pif e che permette di scherzare in modo serio sullo spinoso tema della religione: "il costo del libro stasera è di 9 euro con addirittura la mia firma - ha scherzato l'autore - considerate che ha Civitanova lo faccio pagare 13".
Spazio poi ancora alle risate con Pif che ha stilato la sua particolare classifica, senza fare sconti a nessuno, in merito agli sport: dalle dormite davanti alle corse di ciclismo e di formula uno, passando per il basket definito "senza senso" dall'ex Iena, fino ad arrivare alle discipline più ricercate come quelle invernali. "Per me lo sport più faticoso è quello di essere papà" ha spiegato Pif nel raccontare la sua esperienza di neo papà di una bambina di appena un mese.
In piena zona Cesarini lo sport preferito di Pif è emerso e segna una sorta di ideale ritorno al punto di partenza del momento conviviale. E' ritornato infatti in auge il concetto di "porta", iniziato da quella difesa da Dino Zoff e concluso le ottime doti da portiere di biliardino di Pif che ha anche dato un saggio delle sue abilità con una partita simulata: "ecco li sono fortissimo, ho una mia tecnica difficilmente battibile".
Dopo tanti sorrisi ecco anche una scrosciante quantità di applausi per Pif che si congeda così dal pubblico prima di dedicarsi alle firme per il suo libro. L'ultima sorpresa per i presenti è stato lo spettacolo del videomapping che ha colorato la facciata della chiesa San Paolo, calando così un luminoso sipario sulla terza giornata del Festival Overtime.
Narratore straordinario, giornalista e telecronista sportivo, Federico Buffa è il grande ospite del sabato di Overtime. Domani 10 ottobre, alle 21, sarà in piazza della Libertà, intervistato da Dario Ronzulli, a raccontare alcune delle più grandi imprese che lo sport e i suoi protagonisti hanno regalato alle nostre esistenze.
Buffa ha narrato, per Sky Sport, la vita e la carriera di grandi campioni, da George Best a Cristiano Ronaldo, passando per Michael Jordan e Muhammad Ali, senza dimenticare le Storie Mondiali, raccontate dallo storyteller per descrivere un secolo di sport e di vita.
La giornata è ricca di protagonisti, a partire dal rugbista della nazionale Maxime Mbanda che, alle 15, riceve il premio Etica sportiva promosso da Banca Macerata (modera Edilio Venanzoni); poi Cristiano Militello, Marco Ardemagni, Filippo Solibello.
Si comincia con A colazione con l’autore: alle 10 in piazza della Libertà, Francesca Cipolloni e Rossano Ronci intervistano Luca Leone sul suo terzo romanzo ambientato nel mondo dello street basket, HARLEM – You Write The Rules.
Alle 11.30 al Centrale Plus, invece, Filippo Solibello presenta il suo progetto MilanoTornaInCampo, creato durante il lockdown per sostenere la ripartenza dello sport di base. Con lui Marco Ardemagni e Cesare Lapadula (delegato AIS Macerata); degustazioni offerte grazie alla collaborazione di MyMarca e Cantina Benforte di Cupramontana.
Alle 15 sport praticato a Villa Potenza con il 4° Torneo Overtime Old Rugby – Memorial Elia Gaglione, organizzato con Banca Macerata Rugby; mentre alle 16.30 in piazza, presentazione in anteprima nazionale del libro La gioia fa parecchio rumore, con l’autore Sandro Bonvissuto.
Segue l’incontro con Angelo Carotenuto e il suo volume Le canaglie, moderato da Fulvio Paglialunga e Cesare Lapadula. Anche in questo caso, degustazioni offerte grazie alla collaborazione di MyMarca e Cantina Collepere di Matelica.
Ancora libri: alle 17.30 "Non dire addio ai sogni" con l’autore Gigi Riva e Valerio Calzolaio; alle 19, Cartelli d’Italia. Il diario dell’attore, comico, inviato tv, speaker radiofonico, Cristiano Militello, affiancato da Nicola Calzaretta.
Poi gran finale con Federico Buffa e lo spettacolo di videomapping, realizzato da Luca Agnani Studio e PlaymarcheSrl – Spin off dell’Università di Macerata, nella piazza trasformata in un bosco, con il supporto di Med Store e Pellegrini Garden. Intanto la giornata di oggi ha visto anche l’importante incontro dedicato allo sport paralimpico, con La vita si suda. Tra i relatori Luca Panichi, lo scalatore in carrozzina, il calciatore della Nazionale italiana di calcio amputati Riccardo Tondi, il tiratore con l’arco di livello nazionale Giordano Cardellini: tre storie diverse, ma unite dallo sport, di chi, ha visto per un fatto traumatico lo sconvolgimento della propria esistenza. Con loro il giornalista Dario Ronzulli, Luca Savoiardi, presidente del Comitato Paralimpico Marche e Gianni Giuli, direttore del Dipartimento Dipendenze Patologiche Asur Marche Area Vasta 3, che ha collaborato alla realizzazione di questo incontro. “Bisogna sempre credere nel percorso che si sta affrontando - ha affermato Panichi -, nello sport, così come nella vita. La pratica sportiva è un allenamento per superare l’ostacolo che possiamo incontrare nella vita”.
Fra esaltanti soli e spericolato fraseggio Bebop uno straordinario Francesco Cafiso ha entusiasmato giovedì scorso il pubblico del Politeama di Tolentino con una performance avvincente ed una band stellare. Secondo appuntamento del cartellone curato dall’Associazione Tolentino Jazz, il concerto del Confirmation Quintet, capitanato da Cafiso e formato da Alessandro Presti alla tromba, Andrea Pozza al piano, Aldo Zunino al contrabbasso e Luca Caruso alla batteria, ha celebrato Charlie Parker nel centenario dalla nascita spaziando con maestria fra le pagine del repertorio del sassofonista afroamericano, ed offrendo una rilettura dall’impronta assolutamente personale.
L’ensemble ha aperto la serata con “Tricotism” di Oscar Pettiford, proseguendo poi con”Mitch” di Phil Woods e il latin “Repetition” di Neal Hefti sfoderando subito perfetta sintonia di gruppo, grande energia ed un altissimo livello sia tecnico che interpretativo. Appassionato ed infaticabile performer sul palco, Francesco Cafiso ha avuto un impatto travolgente con le sue improvvisazioni ad alta velocità, dal flusso articolatissimo e inarrestabile; con lui ha creato un binomio vincente duettando sui temi il valente trombettista Alessandro Presti, che non ha risparmiato estro e funambolici percorsi nei suoi spazi solistici. Climax della serata “Little Niles “ di Randy Weston e “Fiesta Mojo” di Dizzy Gillespie hanno dato modo a tutto il gruppo, e in modo ancora più spiccato alla sezione ritmica, di regalare momenti di eccellente jazz: dalle fluide e raffinate improvvisazioni di Pozza al pianoforte, alle pregevoli evoluzioni al contrabbasso di Zunino sino ai lunghi ed impegnativi soli di Luca Caruso, giovanissimo batterista dallo spiccato talento. Il carismatico sassofonista siciliano, di cui è stato appena pubblicato il nuovo singolo “Irene of Boston”,che anticipa l’uscita a dicembre del prossimo disco, si conferma stella di prima grandezza del jazz mondiale con le sue inconfondibili doti di artista completo e virtuoso dello strumento.
Musica e sport assoluti protagonisti della seconda serata di Overtime Festival che, per l’occasione, scende in campo con due stelle del rock e del giornalismo sportivo.
Nella splendida cornice dell’Overtime Green Square, allestita in piazza della Libertà, l’ex leader dei Timoria, Omar Pedrini, ha ripercorso le sue esperienze professionali e sportive al microfono di Pierluigi Pardo - una delle voci più iconiche del calcio, nonché grande amico di Overtime - dando vita a una piacevole e interessante chiacchierata moderata da Dario Ronzulli.
Un connubio, quello tra sport e musica, su cui già da diversi anni Overtime ha scelto di puntare con forza. “Uno degli obiettivi del Festival - spiega il direttore artistico Michele Spagnuolo - è quello di dimostrare come lo sport sia strettamente legato alla cultura e come il dialogo tra questi due universi, solo apparentemente distanti, possa rappresentare il punto di partenza di tanti progetti”.
D’altra parte, come dichiarato dallo stesso Pedrini, “lo sport e il rock salvano più vite di quanto si possa pensare”, con il cantautore bresciano che ha poi portato l’esempio della palestra popolare della sua città, sorta con il preciso scopo di tenere lontani i ragazzi dai pericoli della strada.
L’ormai celebre ironia di Pardo, di ritorno a Macerata per il quinto anno consecutivo, ha rappresentato l’ideale filo conduttore di una serata che ha contribuito a evidenziare i tanti punti di contatto tra questi due mondi. Come sostenuto da uno dei giornalisti sportivi più apprezzati nel panorama italiano, “la musica e il calcio sono accomunati dal grande coinvolgimento del pubblico, che non si limita ad essere semplice spettatore, bensì diventa esso stesso protagonista dello show”.
Tanti i temi trattati, gli aneddoti e gli spunti di riflessione emersi nel corso del dibattito, con i due mattatori della serata che hanno spaziato nel panorama sportivo e musicale globale, intrattenendo i numerosi appassionati che si sono dati appuntamento in una piazza della Libertà rigorosamente a tema green. Dalle prime volte allo stadio ai primi concerti, passando per i valori di sport come il calcio, la boxe, il ciclismo, il basket e il golf, fino ad arrivare al concetto di cultura sportiva tanto caro a Overtime e alla rivalità tra Brescia e Bergamo, le due città più colpite dalla recente emergenza sanitaria, che hanno saputo mettere da parte ogni campanilismo nel nome della solidarietà.
Da uno sport all’altro, ovviamente nel segno della musica: non poteva certo mancare l’occasione per deliziare la platea maceratese con le note di - tra le altre - “Sole spento”, storico successo dei Timoria, e di una toccante versione di “Wonderwall” degli Oasis, che ha saputo coinvolgere una platea incantata qualche minuto più tardi dallo spettacolo di videomapping andato in scena al termine dell’incontro.
Di seguito la fotogallery della serata, curata da Lucia Montecchiari:
E’ in programma per Domenica 11 ottobre alle ore 18.00 presso l’Auditorium Sant’Agostino di San Ginesio lo spettacolo dell’Associazione Compagnia del Recitar Cantando di Pesaro dal titolo “All’Amore” da” Il Trattato delle Passioni” per la divulgazione del repertorio barocco italiano.
Dopo Ancona, Macerata, Tolentino Macerata, Ferrara a Palazzo dei Diamanti e a Mantova al Festival Trame Sonore, la voce di Pamela Lucciarini e di Guido Barbieri per drammaturgia e narrazione, approderanno a San Ginesio con la poetica degli affetti nella musica italiana del Seicento.
Uno strano, persistente pregiudizio circonda ancora oggi la musica italiana del Seicento. Nella percezione comune è avvertita come “difficile”, complessa, astrusa, lontana dalla sensibilità del tempo presente. Questa diffusa diffidenza ha allontanato e allontana tuttora dai programmi dei teatri e delle sale da concerto musiche di infinita bellezza. Una vera ingiustizia. Il secolo XVII ha creato infatti i tesori forse più preziosi dell’intera storia della musica d’arte italiana. Il repertorio degli oratori, delle opere, dei duetti da camera, delle cantate a voce sola, dei tardi madrigali, dei mottetti, per non parlare delle forme strumentali e della loro stupefacente varietà, contiene pagine che ancora oggi stupiscono, commuovono, fanno spalancare gli occhi. Musiche vocali e strumentali in buona parte ancora da rivelare: almeno al pubblico indifferenziato della musica d’arte.
Una lacuna della quale non si avverte abbastanza la gravità: se le istituzioni culturali italiane dedicassero a questo repertorio un decimo delle risorse che lo Stato francese, ad esempio, ha investito per la riscoperta e la valorizzazione del Seicento parigino potremmo contare oggi su un patrimonio di musiche, di musicisti e di interpreti senza uguali nel mondo. In mancanza di una strategia culturale che parta dal “centro” sono le piccole associazioni musicali “di periferia” a dover svolgere in questo campo una funzione sussidiaria: difficile da praticare, ma indispensabile. Esiste infatti un formidabile anello di congiunzione tra la sensibilità antica e quella contemporanea, un vero e proprio chiasmo comune in grado di avvicinare i lembi di due culture, di due sistemi antropologici apparentemente inconciliabili. E questo ponte così prezioso si chiama “Teoria degli affetti”. Ridotta alla sua essenza è quel complesso, ma trasparente sistema di figure retoriche e poetiche attraverso le quali la musica rappresenta ciò che noi oggi chiamiamo familiarmente “sentimenti”. E che cosa c’è di più immediato, di più facilmente comprensibile del nostro universo emotivo, di quella rete di pulsioni, attrazioni, passioni che costituisce la radice dei nostri comportamenti affettivi? I nomi che noi diamo ai nostri “sentimenti” sono esattamente gli stessi che gli antichi davano agli “affetti”: Ira, Gioia, Tristezza, Furia, Malinconia, Dolore, Nostalgia, Speranza, Odio. Corrispondenze elementari che noi siamo perfettamente in grado di comprendere esercitando con finezza una dote di cui ognuno è in possesso: l’arte di ascoltare. In questo esercizio di conoscenza noi oggi siamo aiutati dalla funzione primaria che la musica degli affetti svolge tra Cinque e Seicento. Non solo rappresentare gli affetti, ma “muoverli”, come si diceva allora: ossia far vivere agli ascoltatori gli stessi medesimi sentimenti che parole e suoni mettono “in scena”. Un nuovo paradigma che insedia, in pieno Umanesimo, una inedita, rivoluzionaria relazione tra il compositore, l’interprete e l’ascoltatore: per la prima vola reso protagonista, quest’ultimo, del viaggio dell’ars musicae. Ognuno di noi, in tutti gli episodi dell’esistenza quotidiana, viene continuamente mosso dagli affetti più contrastanti: per comprendere la musica dei nostri antenati è sufficiente dunque lasciarsi muovere dagli stessi, medesimi affetti che essi stessi vivevano.
Per risvegliare gli affetti nascosti, o sopiti, nella musica vocale e strumentale del Seicento italiano occorre naturalmente adeguare gli strumenti della comunicazione alla sensibilità contemporanea. E guidare l’ascoltatore in una sorta di dizionario moderno degli affetti contenuti nella musica antica. Per questo motivo cercheremo di inserire ogni concerto in una cornice che comprenda innanzitutto – coerentemente con la poetica degli affetti – i sensi percettivi primari: la vista non meno che l’udito. Ogni concerto è immerso, o anche semplicemente accompagnato, da immagini fisse o in movimento che asseconderanno il ritmo e l’ambiente narrativo di ciascun brano o di una sequenza di brani. Ma cerchiamo anche di seguire la naturale, spontanea inclinazione della musica seicentesca alla rappresentazione degli affetti: ossia la sua prorompente, profonda teatralità. La danza e la parola e le altre arti della rappresentazione saranno dunque complementi ideali di ciascun concerto.
Il “trattato delle passioni” che vorremmo scrivere con la complicità degli spettatori è suddiviso in tre capitoli. Per imprimere una forma e una cadenza ai diversi concerti siamo risaliti ad una delle fonti riconosciute della teoria degli affetti, per quanto forse non la più “popolare”: le “Passioni dell’anima” di René Descartes, un piccolo trattato scritto esattamente a metà del secolo, nel 1649. In queste pagine Cartesio offre una classificazione “scientifica” delle passioni umane, suddividendole in primarie e secondarie e sostenendo che ogni azione umana è ispirata da un affetto dominante o dalla combinazione di più affetti. Gli affetti primari sono, per il grande filosofo francese, l’Ira, la Gioia, la Tristezza, l’Amore, la Meraviglia e il Desiderio.
Si accendono le luci in piazza della Libertà a Macerata (nell’occasione di verdi), per la prima serata di Overtime Festival giunto alla decima edizione.
Lo storytelling sportivo a 360 gradi – per dirla come il direttore della kermesse Michele Spagnuolo - vede come primo ospite l’attore Urs Althaus, per tutti l’Aristoteles de L’allenatore del pallone, Il cult movie con Lino Banfi.
Una piazza gremita, ieri sera, con la nuova Giunta, appena presentata dal nuovo sindaco Sandro Parcaroli, schierata quasi al completo. “Lo sport rappresenti la strada di salvezza, che i ragazzi intraprendano, mi auguro, per sfuggire dai canali della droga" - esordisce Parcaroli - .
Il tema scelto per questa edizione di Overtime è “Tempi”, parola chiave molto apprezzata dal rettore Unimc, Francesco Adornato, che afferma: “si lega non solo al risultato sportivo, ma anche ai tempi che viviamo”. "Lo sport, come metafora della vita, nel suo senso migliore” - continua il rettore. - .
Sul palco, giunge poi il momento della ”Iena dello sport”,Filippo Roma. “Ci vuole coraggio per mettere in piedi un festival così bello in un momento così difficile" - sottolinea - .
Poi la parola passa all’ospite principale della serata, l’attore Urs Althaus.
“Ancora oggi, quando vengo in vacanza in italia, la gente mi riconosce, la Longobarda rimarrà sempre la mia squadra del cuore". Il suo personaggio, Aristoteles rappresenta il campione, secondo solo a Platini e Maradona - commenta Filippo Roma", per un film (L'allenatore nel pallone), che grazie alla simpatia di Lino Banfi e ai temi trattati, diventa un cult che attraversa varie generazioni.
E oggi il festival prosegue con: Omar Pedrini, Alessandro Abbio, Nevio Scala, Pierluigi Pardo, Dario Ricci, Giammarco Menga, Dario Ronzulli e ben quattro anteprime nazionali per la seconda giornata di Overtime.
Fa Lento. Giacomo Puccini, il destino di un genio” è il titolo dello spettacolo di Radio Teatro presentato dal doppiatore Luca Violini, il soprano Rosa Sorice, accompagnata al pianoforte da Davide Caprari. La consulenza letteraria e musicale è di Paolo Logli, il disegno del suono e delle luci di Riccardo Vitali.
La performance avrà luogo sabato 10 ottobre 2020 alle ore 21,15, nel Teatro Apollo di Mogliano. L’Amministrazione comunale, sensibile alle sollecitazioni culturali, ha aderito a questa iniziativa nell’ambito del progetto MarcheInVita, lo spettacolo dal vivo per la rinascita dal sisma, in collaborazione con il Ministero per i Beni culturali , la Regione Marche e l’AMAT.
Il titolo dello spettacolo si riferisce al nomignolo “falento” con cui lo zio di Giacomo Puccini, Fortunato Magi, soleva chiamare il giovane pigro e indolente, “un fannullone senza talento”, che non amava seguire le orme familiari di compositore ecclesiastico, ma preferiva trascorrere il tempo con donne avvenenti, nelle locande al gioco. Lo spettacolo è un viaggio nella vita del compositore, attraversa i suoi sentimenti e i suoi amori che si riflettono nelle protagoniste delle sue Opere. Si passa anche attraverso la passione per i motori, le macchine sportive ed il lusso di cui Puccini amò circondarsi. Insomma un percorso emozionale da non perdere per comprendere al meglio il suo melodramma e la grandiosità che lo ha reso celebre come uno dei più rappresentativi compositori italiani.
L’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria ai seguenti numeri: 335 5329539, 3205623974
Il consueto appuntamento di Penna San Giovanni, organizzato dall’Associazione Colucci, quest’anno compie diciotto anni e “inizia a camminare per il mondo con le sue gambe”. Così è stato salutato, nella giornata del 4 ottobre il Convegno “Dalla terra e dal lavoro dell’uomo” ideato e coordinato da Don Paolo Bascioni, presidente dell’Associazione Colucci, che quest’anno ha varcato i confini territoriali grazie alle nuove tecnologie, permettendo interventi da tutta Italia attraverso la piattaforma Zoom coordinata dall’Ingegnere Giacomo Sufferini.
Una sala gremita al di la di ogni più rosea aspettativa e diversi utenti collegati online hanno seguito con attenzione i diversi relatori.
Ad introdurre il convegno, dopo i saluti del sindaco Stefano Burocchi, è stato lo stesso Don Paolo raccontando come, dalla pubblicazione nel 2000 di un libro di riflessioni sull’attualità del messaggio di San Francesco per i giorni d’oggi, scaturì l’idea di organizzare un convegno sul tema:” dalla terra e dal lavoro dell’uomo”, ripetuto poi ogni anno con l’approfondimento di differenti prospettive, dal giuridico al filosofico, fino all’etico e al solidale. Il primo nell’anno 2003, trattò l’argomento: “La terra per la vita o la terra per il profitto?”. Quest’anno, 2020 per il diciottesimo convegno si è trattato della “Spiritualità della Terra”.
La prima relazione è stata affidata a Fra Giulio Criminesi, già Padre Superiore provinciale dei Frati minori cappuccini delle marche, il quale ha raccontato, con esempi di vita, la sua esperienza come formatore di giovani Frati: “alla base ci deve essere sempre il lavoro, uno stato di grazia da accogliere e vivere con gratitudine come mezzo di unità e fraternità”.
Con un breve saluto online il coordinatore dell’evento Roberto Brioschi, ruralista e ricercatore, ha introdotto la tematica e presentato gli altri interlocutori iniziando dal Prof. Carlo Alberto Graziani, docente universitario, in passato presidente del Parco dei Sibillini e membro del comitato Rodotà.
Il suo intervento ha fatto luce sul significato giuridico di proprietà della terra spaziando però sul contenuto teologico delle Sacre Scritture nelle quali si afferma che l’uomo deve soggiogare e dominare il suolo.
L’interpretazione però durante i secoli ne ha stravolto il senso, come ha ben specificato recentemente Papa Francesco: “l’uomo deve governare in modo corretto la fecondità, la terra deve essere coltivata, custodita e tutelata per garantire la fertilità anche alle generazioni future”.
Dal punto di vista giuridico la terra è vita, quindi non può essere posseduta, e anche se può sembrare una contraddizione, il suolo è soggetto a diritto di proprietà quando viene delimitato con confini e picchetti, ma su un piano ideale il diritto di proprietà non entra in contrasto con la natura di bene comune.
Lo scrittore, giurista e accademico italiano Ugo Mattei, in un’intervista registrata ha interpretato il pensiero anche politico di Papa Francesco che si sta nettamente schierando contro la globalizzazione, in favore della conservazione della vita sulla terra. Si tratta di una concezione della preservazione dei beni e delle specie contro l’idea del “qui e adesso”.
Il pensiero di Papa Bergoglio è stato richiamato anche durante l’intervento del giornalista scrittore Paolo Cacciari. sottolineando un ‘idea di economia rivoluzionaria, il Papa fa riferimento spesso agli insegnamenti dei suoi predecessori, ma fa un passo avanti tendando di cambiare la globalizzazione e ridefinire l’idea di progresso invece che cercare la massimizzazione del profitto, che non deve essere l’unico scopo. Inoltre sollecita i legislatori a riconoscere il reato di ECOCIDIO già condannato in sede ecclesiastica.
Le piccole realtà devono essere esempio di gestione di economie eque e solidali dove si gestisce in modo concreto il territorio, armonia, empatia e senso di comunità.
Stesso senso di comunità lo ha sottolineato Antonio Lo Bello, presidente del comitato “Fa la cosa Giusta Sicilia” associazione che promuove la costituzione di nuove economie per la gestione dei beni in modo efficace e legale, dove vengono valorizzate esperienze locali di economie trasformative in modo da rifondare il concetto di gestione del territorio e garantire spazi di convergenza, con collaborazioni tra diverse realtà al fine di favorire tutti e portare ad una crescita sociale. Una rete regionale che si muove sulla base di concetti semplici: il rispetto della vita; la conoscenza del suolo e delle risorse; la cura della terra e della persona e una equa condivisione dei frutti.