Macerata, dai record di Cabrini al controverso amore per lo sport di Pif: Overtime scalda la Piazza (VIDEO e FOTO)
Uomini da “record”, etica sportiva, ricerca e più di un pizzico di comicità. Sono stati questi gli ingredienti che hanno arricchito il Festival Overtime che, nella sua terza giornata, ha “schierato” sulla città Macerata undici eventi a iniziare da “La vita si suda”. Evento che ha celebrato lo sport paraolimpico, realizzato in collaborazione con il Dipartimento Dipendenze Patologiche Asur Marche Area Vasta 3, dove il protagonista è stato lo scalatore in carrozzina Luca Panichi fino ad arrivare” del nuovo corso di laurea “Diritto, Giustizia e Fiscalità dello Sport” dell’Università degli Studi di Macerata.
Dopo la ricca mattinata, i riflettori della kermesse si sono spostati sui palchi di Piazza della Libertà. Dopo l’anteprima nazionale delle 16 da Koiné con la presentazione del libro 1897 Juventus FC insieme l’autore Andrea De Benedetti e l’illustratore Osvaldo Casanova a cui ha fatto seguito un'altra opera “Qatar 2022. Un mistero mondiale. Petroldollari, rivoluzioni, calcio e tv. L’Emirato alla conquista del mondo” con l’autore Gianluca Mazzini e Valerio Calzolaio.
La scena della green sqaure è stata illuminata dall’evento “Corsa e cammini: amatori e professionisti a confronto” con Claudio Bagnasco, Gastone Breccia, Saverio Fattori, Marco Patucchi, Cesare Picco, Renato Vita e Simonetta Barucca; un momento promosso in collaborazione con Green Nordic Walking, Nordic Walking Atletica Avis Macerata, Nordic Walking Valli della Marca. A seguire la presentazione del volume: “Con la testa e con il cuore” con Alberto Cova, Dario Ricci, Nazareno Rocchetti e Gerardo De Vivo.
Nell’orario aperitivo a tenere banco è stata la presentazione della rinnovata Med Store Macerata, la squadra di pallavolo maschile prossima ad affrontare il campionato di Serie A3. Roster e staff tecnico si sono presentati alla città congiuntamente ai vertici societari condividendo con i presenti ambizioni e obiettivi in vista dell’“anomala” stagione che sta per partire.
Un prologo ideale che ha aperto le porte a uno degli ospiti di punta del Festival. Ecco che infatti ad entrare in “campo” è stato l’ex campione del Mondo Antonio Cabrini, accolto tra applausi e foto del pubblico che si è seduto sul palco posto nel cuore di Macerata insieme al giornalista Marco Ardemagli.
Storie mondiali, numeri da record e la poca confidenza con la panchina. Tutto questo è stato Cabrini che ha iniziato il suo racconto partendo dalla “inattesa” convocazione per il Mondiale del ’78 insieme a Paolo Rossi fino ad arrivare ai dolci ricordi del trionfo dell’ ’82. Una sorta di fotogallery della storia di calciatore che oltre a inanellare 74 presenze in maglia azzurra ha anche registrato diversi record: dai più noti come quello di difensore più prolifico della storia della nazionale (9 gol) fino a quelli più curiosi come quello di essere il primo giocatore italiano ad aver associato la sua immagine ad un marchio sportivo (dopo il mondiale ’78 è stato testimonial del marchio Kappa).
Una carriera vissuta e finita da assoluto protagonista: “avevo 30 anni e non ero al 100% della forma e quindi ho deciso di darmi una regolata – ha raccontato – e questo l’ho fatto non solo con la maglia della nazionale ma anche con Juventus e Bologna”.
Ecco un'altra “prima volta” di Cabrini, vale a dire quella di essere stato il primo giocatore ad essersi ritirato dalla nazionale annunicandolo con una conferenza stampa. Una specie di pioniere, quindi, che nel calcio di oggi è stato imitato da tante altre stelle del calcio nostrano ed europeo. “Il bell’Antonio” non è stato banale nemmeno quando ha raccontato dei mitici azzurri dell’’82: “eravamo molto screditati mediaticamente, ma eravamo un gruppo unito e forte che dopo una partenza stentata è stato capace di battere Brasile ed Argentina fino ad arrivare al trionfo finale ottenuto contro ogni pronostico”.
Un simpatico “scarica barile” sul rigore sbagliato nell’ultimo atto contro la Germania: “il rigorista designato era Antognoni che in quell’occasione era infortunato ed io ero il secondo in lista – spiega Cabrini – ma la colpa è di Paolo Rossi che quando avevo posizionato il pallone sul dischetto si è avvicinato dicendomi ‘ma te la senti?’ e così sbagliai, quindi prendetevela con lui”. Ha sentenziato sorridendo.
La piacevole chiacchierata si è poi conclusa con una panoramica sul mondo degli allenatori dove Antonio Cabrini ha avuto parole di elogio nei confronti di Giovanni Trapattoni, mister che ha avuto 10 anni alla Juventus: “Era molto intelligente e aveva un modo di allenare schietto e preciso – e aggiunge – dopo il mondiale dell’’82 mi sentivo un po' appagato ma lui è stato capace di darmi ancora delle motivazioni forti, facendomi scattare quella scintilla che mi ha permesso di rientrare tra i titolari e non uscirne più”.
La coinvolgente 24 ore di Overtime si è conclusa all’ora di cena con l’ultimo evento in agenda dal titolo “Perché mi avete invitato?”. Una domanda tanto curiosa quanto accattivante che però ha trovato la sua risposta nella coinvolgente comicità e simpatia di Pierfrancesco Diliberto in arte Pif. E’ stato infatti l’ex inviato delle Iene l’assoluto mattatore di fine serata insieme agli intervistatori d’eccezione, volti noti di tv e radio, Marco Ardemagni e Filippo Solibello.
“Dopo le gesta sportive di Cabrini arrivo ora io che ci azzecco poco con il festival, sono un po' uno tappabuchi insomma”. Pif ha esordito strappando subito una risata al pubblico di Overtime dopodiché ha esternato la sua poca confidenza con gli sport in generale: “Rappresento quelli che amano questo festival ma non amano lo sport” ha incalzato.
Ma di sportivi si è discusso eccome tant’è che Pif ha apertamente dichiaro il suo “amore” per Dino Zoff del quale ha raccontato il suo “primo incontro” in tv durante le sfide del mondiale ’82.
“Non so se c’è un Dio, ma so per certo che c’è Dino Zoff” così l’ha definito il vee-jay di Mtv che ha inoltre ripercorso il suo personalissimo momento di preghiera, quando proprio il portierone azzurro riuscì a disinnescare in due tempi il colpo di testa del brasiliano Oscar durante la sfida contro la nazionale carioca. Gara che finì 3 a 2 per l'Italia che così ottenne il pass per approdare alla semifinale del compionato del Mondo.
Non ha nascosto il suo approccio conflittuale con l’attività sportiva in generale raccontando inoltre qualche episodio tragicomico accaduto durante le partite di calcio a scopo benefico giocate tra artisti e il suo pessimo rapporto con la vela. Oltre a manifestare il suo lato autoironico, Pif per l'occasione ha anche presentato la sua ultima "fatica" letteraria ovvero "...che Dio perdona a tutti" che narra della storia del 35enne Arturo che si trova di fronte all'essere religiosi e cristiani nella vita quotidiana e che allo stesso tempo riflette sulle ipocrisie che a volte caratterizzano chi si professa tale. Un libro reso meno pesante dall'ironia di Pif e che permette di scherzare in modo serio sullo spinoso tema della religione: "il costo del libro stasera è di 9 euro con addirittura la mia firma - ha scherzato l'autore - considerate che ha Civitanova lo faccio pagare 13".
Spazio poi ancora alle risate con Pif che ha stilato la sua particolare classifica, senza fare sconti a nessuno, in merito agli sport: dalle dormite davanti alle corse di ciclismo e di formula uno, passando per il basket definito "senza senso" dall'ex Iena, fino ad arrivare alle discipline più ricercate come quelle invernali. "Per me lo sport più faticoso è quello di essere papà" ha spiegato Pif nel raccontare la sua esperienza di neo papà di una bambina di appena un mese.
In piena zona Cesarini lo sport preferito di Pif è emerso e segna una sorta di ideale ritorno al punto di partenza del momento conviviale. E' ritornato infatti in auge il concetto di "porta", iniziato da quella difesa da Dino Zoff e concluso le ottime doti da portiere di biliardino di Pif che ha anche dato un saggio delle sue abilità con una partita simulata: "ecco li sono fortissimo, ho una mia tecnica difficilmente battibile".
Dopo tanti sorrisi ecco anche una scrosciante quantità di applausi per Pif che si congeda così dal pubblico prima di dedicarsi alle firme per il suo libro. L'ultima sorpresa per i presenti è stato lo spettacolo del videomapping che ha colorato la facciata della chiesa San Paolo, calando così un luminoso sipario sulla terza giornata del Festival Overtime.
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